La Libertà Non Sta Nello Scegliere Tra Bianco E Nero, Ma Nel Sottrarsi A Questa Scelta Prescritta. (Theodor W.Adorno)
sabato 23 novembre 2024
sabato 10 agosto 2024
Netanyahu e la guerra mondiale - Fabio Marcelli
Nonostante decine di migliaia di Palestinesi, in buona parte civili e soprattutto bambine e bambini, siano stati uccisi, sequestrati, violentati e torturati dalle Forze Armate israeliane e centinaia di migliaia costretti a vivere in condizioni disumane di fame, sete e malattia, Israele continua a giovarsi dell’appoggio delle Potenze occidentali. In realtà qualche crepa comincia ad aprirsi intorno e dentro Israele, ma Netanyahu per ottenere un salvacondotto punta a incendiare il mondo.
Il Medio Oriente è di nuovo in fiamme. Incendiari sono Netanyahu e
l’Occidente, Italia compresa, che lo sostiene. La vera ideologia della destra, ovunque
essa si trovi e comunque si mascheri, è la salvaguardia del potere
ad ogni costo.
Il criminale internazionale Netanyahu, da qualche tempo al governo di
Israele, è la conferma vivente di questo assunto. La sua azione politica è
stata sempre ispirata, ben prima degli ultimi drammatici sviluppi iniziati il 7
ottobre dello scorso anno, coll’attacco a Israele di Hamas e di altre
organizzazioni politico-militari palestinesi, dalla necessità di annientare una
parte del popolo palestinese per espellerne i rimanenti lasciando così campo
libero al suo Stato basato sull’affermazione del regime razzista
dell’apartheid, con modalità tali da far impallidire col precedente
sudafricano.
Dopo il 7 ottobre 2023 il genocidio strisciante si era convertito in genocidio
aperto e conclamato, ravvisato dalla Corte internazionale di giustizia
nella sua ordinanza del 26 gennaio 2024 e in quelle successive. Israele, forte
della costante copertura politica, militare ed economica, degli Stati Uniti,
per i quali costituisce un baluardo irrinunciabile nella regione mediorientale,
si è sempre fatto beffe del diritto internazionale, ma tale fenomeno ha assunto
dimensioni impressionanti dopo il 7 ottobre. Nonostante decine di
migliaia di Palestinesi, in buona parte civili e soprattutto bambini, siano
stati uccisi, sequestrati, violentati e torturati dalle Forze Armate israeliane
e centinaia di migliaia costretti a vivere in condizioni disumane di fame, sete
e malattia, Israele continua a giovarsi dell’appoggio delle Potenze
occidentali.
L’Italia è tuttora il terzo esportatore di armi a Netanyahu, e una magistratura
evidentemente non all’altezza del suo ruolo costituzionale si è di recente
negata a bloccare la fornitura degli strumenti di morte al governo genocida,
aggrappandosi a pretesto formalistici degni del Porto delle Nebbie di
democristiana memoria, e sostenendo che non vi sarebbe documentazione in grado
di provare senza ombra di dubbio l’esistenza di quei traffici evidentemente
contrari all’art. 11 della nostra Costituzione repubblicana e alla Carta delle
Nazioni Unite.
La sconcertante miopia e l’amara impotenza di una magistratura che abdica
al suo ruolo di garanzia costituzionale è metafora desolante dell’Occidente che
ha creato e alimentato nel suo seno questo cancro, un personaggio mostruoso, un
Golem distruttore armato fino ai denti dall’industria bellica occidentale,
compresa quella italiana, che oggi l’Occidente non riesce più in alcun modo a
controllare e disciplinare. Un pazzo imbottito di nitroglicerina che si sta
lanciando a tutta velocità contro la pace mondiale, mentre viene incensato da analisti internazionali, ponendo
così le premesse per un inevitabile bagno di sangue nell’area.
Se ne è reso conto perfino Biden, in un ultimo sprazzo di provvisoria e
malferma lucidità. Ma è troppo tardi. Il criminale provoca senza sosta
l’Iran, Hezbollah, gli Houthi, mentre continua a massacrare senza sosta i
Palestinesi, accanendosi con particolare ferocia contro i bambini, perché
sa di avere sempre e comunque le spalle coperte. L’Occidente cinico e amorale,
con in testa Stati Uniti, Germania e Italia, costituisce il retroterra sicuro
del genocidio e della guerra e si fa pilotare dalla sua scheggia impazzita che
lo porta a sbattere sul muro di un conflitto sempre più generalizzato e ad
affondare sempre più nell’abisso dell’abiezione e della negazione di ogni
umanità. Particolarmente negativo il ruolo del governo italiano delle destre
che hanno fatto proprio l’operato di Netanyahu, come un’ottantina anni fa i
loro padri spirituali coadiuvarono il Terzo Reich e nell’aggressione della
Russia e nello sterminio degli Ebrei. Le strette di mani insanguinate tra
l’assassino e la signora Meloni lo dimostrano in modo molto plastico e
convincente. Né è meglio il Pd delle Picierno e simili, che sostiene che il
vero problema non è Israele, ma l’Iran.
Netanyahu è sempre più isolato internazionalmente, ma anche dentro Israele. C’è pertanto del
metodo nella sua follia, quello del criminale di qualche film o fumetto di
fantascienza che, pur di ottenere un salvacondotto è disposto a
distruggere il pianeta intero. Ma non esistono mondi extraterrestri oggi in
grado di accoglierlo. Continuerà a spargere morte e distruzione e a costituire
una piaga purulenta nella comunità internazionale.
Unica alternativa sarebbe il riconoscimento della Resistenza
palestinese che di recente a Pechino ha raggiunto un’importante unità, e quindi
la realizzazione del diritto di autodeterminazione di questo popolo con
l’immediata fine del genocidio e il ritiro di forze militari di occupazione e
coloni da tutti i Territori palestinesi. Ma inutile illudersi che i governi
occidentali si muovano in questo senso, ripristinando i diritti violati e
scongiurando la catastrofe. Essi infatti non solo sono parte della piaga
purulenta, ma costituiscono la base e l’origine dell’infezione, alimentandone
nuovi sempre più pericolosi focolai.
giovedì 7 dicembre 2023
La Bibbia è un libro dell’orrore?
Francesco Masala vi invita a leggere ed ascoltare Mauro Biglino
Quando l’assassino primo ministro israeliano Netanyahu giustifica le sue decisioni, quelle dell’esercito (e dei coloni) con le parole scritte in un libro di tremila anni fa ti viene la curiosità di capire qualcosa in più, Mauro Biglino spiega che quel libro è un libro pieno di violenza senza pietà (ed è tutto scritto).
In realtà l’Impero del Bene e l’afflato messianico del blocco occidentale hanno le stesse radici. Uccidere, violentare, rapinare, sterminare, colonizzare, terrorizzare sono strumenti del Bene, a qualsiasi prezzo.
Netanyahu sarà un bastardo, ma è il nostro bastardo – Francesco Masala
Bibbia e Sangue – Mauro Biglino
I SALMI SONO CANTI DI GUERRA – MAURO BIGLINO
La guerra santa
Gaza e il ritorno degli Elohim
Gaza ai tempi della bibbia
lunedì 20 maggio 2019
Il paradiso e l'inferno che non sono Israele - Gideon Levy
Se hanno qualche lamentela su questo paese, è che è troppo democratico e troppo morbido con i palestinesi. Sono la maggioranza e odiano l'altro campo.
I membri del campo vergognoso, liberale e umanista sono sicuri che l'altro gruppo ha rubato il loro paese. Odiano Netanyahu, fonte di ogni impurità ai loro occhi e sono sicuri che grazie a lui il paese è stato corrotto. Aborrono l'occupazione, l'aggressione, la violenza, il militarismo e la religione. Sono sicuri che la democrazia di Israele sta per essere distrutta in favore di una dittatura di stampo nordcoreano.
L' Alta corte di giustizia è il loro tempio, un falso tempio. Si domandano costantemente se Israele esisterà ancora tra un decennio. La loro speranza per i figli è partire e vivere altrove. Sentono che la vita qui è diventata un inferno. "Guarda cosa è successo a questo posto" è il loro motto. Hanno iniziato a odiare "questo posto". La realtà è questa: Israele non è né il paradiso del primo gruppo né l'inferno del secondo. Il primo gruppo è il risultato della propaganda sionista che ha forgiato in loro il dogma: nulla è paragonabile a Israele, Israele può fare tutto ciò che vuole ed è la vittima universale, "democratico" significa tirannia della maggioranza ed "ebreo" significa ebraico dispotismo, i palestinesi non hanno diritti e non sono umani.
Le loro convinzioni sono un castello di carta fatto di ignoranza, arroganza, ultranazionalismo e paure infondate. Israele non è il loro paradiso; è aggressivo, manipolativo e privo di compassione anche per i propri cittadini. Mantiene una dittatura militare nei territori occupati, emana leggi anti-democratiche e si sta deteriorando.
D'altra parte non è il diavolo che descrive il secondo gruppo. Non è mai stato il paradiso da loro sognato: la sua democrazia comprendeva il dominio militare, la censura e il "libretto rosso" di appartenenza alla federazione sindacale di Histadrut.
Anche il militarismo non è nato ieri: prima del 1973 era ancora più estremo. Anche la religione e l'ultranazionalismo esistevano nel passato. Il Likud non ha inventato il lutto, l'occupazione o i coloni.
Sì, Israele si è deteriorato. Quelli che si vergognano del paese sono giustificati. C'è motivo di vergogna. Il più grande crimine, l'occupazione, in realtà ha scarso effetto sulla vita in Israele. Ci sono ancora isole buone e libere delle quali godono i piagnoni e dobbiamo lottare per conservarle.
Israele non è ancora un'area disastrata. C'è un divario intollerabile tra l'apocalisse descritta dai contestatori e la loro volontà di agire. Se è così terribile, perché non fanno qualcosa? E se non fanno niente, forse non è così terribile?
The heaven and hell that aren't Israel
domenica 28 aprile 2019
Haaretz : guarda queste foto Netanyahu
Il primo ministro Benjamin Netanyahu, appena eletto per il quinto mandato, deve dare un'occhiata a queste foto e capire che non è il legame con il presidente Trump, non sono le sanzioni contro l'Iran e non è la forza dello shekel ,ma sono queste foto a costituire il vero lascito di un uomo che guida con orgoglio una politica di mantenimento dello status quo . Una politica che alla fine potrebbe portare alla distruzione del progetto sionista.
domenica 14 aprile 2019
Per Israele è giunto il momento della verità - Gideon Levy
Forse tutto questo risveglierà finalmente un’opposizione che per molti anni pochissimi hanno desiderato. Haaretz, di fatto, non ha pubblicato un necrologio dopo le elezioni. Ma il giorno precedente una dolce illusione era morta. Forse è meglio così.
(Traduzione di Federico Ferrone - Questo articolo è stato pubblicato dal quotidiano israeliano Haaretz.)
domenica 3 febbraio 2019
NETANYAHU NON VUOLE PIU’ LA TIPH. SCHIAFFO ANCHE ALL’ITALIA, CHE TACE - Umberto De Giovannangeli
mercoledì 16 gennaio 2019
Fierezza sionista - Patrizia Cecconi
Netanyahu finalmente ammette E CON VANTO! di aver effettuato centinaia di raid in Siria per colpire l'Iran.
Qualunque altro paese avesse fatto qualcosa del genere, senza una dichiarazione di guerra ma per ingerenze arbitrarie, sarebbe stato sanzionato dall'ONU, ma Israele è uber alles e finché lo sarà non scatterà nessuna sanzione.
Intanto questa mattina il piccolo Abdel Raouf Salha, colpito venerdì scorso alla testa da un assassino ebreo israeliano, è morto. Aveva solo 14 anni. Era a manifestare nell'accampamento a est di Jabalia al 42° venerdi per il diritto al ritorno e la fine dell'assedio.
Hanno provato a salvarlo i medici dell'Indonesian hospital, poi l'hanno trasferito allo Shifa Hospital, il più grande e più attrezzato, ma chi lo ha colpito alla testa voleva ucciderlo e l'agonia è stata inutile. Forse è stato usato un proiettile ad espansione, o forse un proiettile semplice, sempre arma criminale come tutte quelle che usa Israele, ça va sans dire, e forse anche di questo si vanteranno i criminali sionisti.
La marcia del 42° venerdì aveva come parola d'ordine "la nostra determinazione spezzerà l'assedio". Forse hanno ragione i gazawi, è questione di tempo ma vinceranno. Forse!
Chi scrive ha partecipato a più di 20 marce e ha visto la determinazione e insieme l'incredibile entusiasmo con cui si svolgono queste manifestazioni. Nessuno vuole morire, ma tutti sono consapevoli che per guadagnare la libertà va messo in conto anche il rischio di perdere la vita. Anche i bambini come Abdel lo sanno, e anche gli altri piccoli martiri uccisi prima di lui lo sapevano. Non lo sapevano soltanto i neonati o i bimbi di due anni sui quali gli assassini in divisa hanno comunque fatto il tiro a segno, ma gli altri lo sanno tutti. E comunque vanno.
Ma perché questo? e qui la domanda interroga tutti noi. Perché rischiare la vita per ottenere ciò che è un diritto dichiarato solennemente dall'Organizzazione delle Nazioni Unite?Perché lasciare che uno Stato distrugga un diritto di tutti ridicolizzando la massima espressione sovranazionale con l'impunità dei suoi crimini?
Se qualcuno si pone al di sopra del Diritto internazionale, questo Diritto non è più tale. Per sua definizione, o è valido erga omnes o non è diritto internazionale.
E allora fa bene Netanyahu ad essere fiero dei suoi crimini, cioè di quelli ordinati alle forze militari del suo Stato, fa bene ad esserne fiero perché questo dimostra che è al di sopra di ogni legge umana comprese quelle emanate dall'autorità più alta.
Del resto l'ONU rappresenta, almeno teoricamente, la massima espressione laica del Diritto e Israele la scavalca, quindi la vince, così come nella narrazione biblica cui il sionismo si ispira, Giacobbe vinse Dio, la massima espressione della fede, ricevendone in cambio, sempre secondo la narrazione biblica, la promessa di ottenere tutta la terra di Canaan. Ma questo appartiene a narrazioni religiose più o meno apprezzabili. Tornando invece alla realtà secolare, se uno Stato si pone al di sopra del Diritto internazionale, questo Diritto non è più tale. Quindi è l'intero consesso umano che viene ferito dalla fierezza sionista che offende il Diritto internazionale e che viola costantemente il Diritto umanitario universale.
Il piccolo Abed è stato ucciso con un colpo alla testa, forse dallo stesso cecchino che nello stesso giorno ha sparato alla testa ad Amal la donna di 43 anni che era lì, a qualche centinaio di metri dalla rete a dire "la nostra determinazione romperà l'assedio". La loro determinazione! e perché la loro? avrebbe dovuto già romperlo l'ONU! Ma l'ONU non ha potere davanti a Israele e quindi ogni assassino israeliano è libero di giocare con le vite dei palestinesi senza pagare alcun prezzo, tranne quello di incontrare l'esasperazione di due ragazzini di 14 anni che potrebbero accoltellarlo per la strada, come successo al militare Weissman in Cisgiordania 3 anni fa. Omicidio per il quale il pubblico ministero israeliano ha chiesto la condanna a 35 anni, nonostante la minore età dei ragazzi, e una multa impossibile da saldare, pari a qualche milione di shekel.
Quindi Israele seguita a dimostrare al mondo la sua essenza "uber alles" e il mondo seguita a tollerare o, peggio, a condannare per antisemitismo chiunque si esprima contro i suoi crimini. Dovranno arrivare i suoi missili anche sulle nostre città per capire che il mostro va fermato? Forse, però allora sarà troppo tardi.
Intanto riposino in pace i tanti martiri palestinesi che ora sarebbero tra noi, se l’ONU avesse ragion d’essere e capacità di agire nel rispetto della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani.