Da "Il Ruvido" numero 1 del 24 novembre 2012 ecco la prima parte di un'inchiesta scomoda come il vano bagagli del Frecciarossa.
Da sabato 1 dicembre su "Il Ruvido" la seconda e ultima parte. Tutti in edicola!
L’evoluzione della
telefonia mobile è stata incredibilmente veloce. Nel giro di pochi
anni siamo passati senza neanche accorgercene da cellulari anonimi a
modelli sfavillanti che videoregistrano, che fotografano, che si
trasformano in mini televisioni portatili. In commercio ora si
trovano addirittura cellulari in grado di telefonare, ma per questi
modelli bisogna spendere qualcosina in più: un optional bizzarro
come questo non è alla portata di tutti. Usare il cellulare per
telefonare! Cosa non si inventano ogni giorno…
Anche le dimensioni del
cellulare sono notevolmente diminuite nel tempo proporzionalmente
all’impoverimento culturale dei programmi di Rai Uno; si è passati
dai primi modelli di una ventina d’anni fa, dei prefabbricati molto
simili alle cabine telefoniche della SIP ma un po' più grandi e con
un riverbero in grado di demolire i calcoli della colecisti, per
arrivare a modelli di lillipuziane dimensioni. Se non avete le dita
di Frodo non vi conviene acquistare uno degli ultimi modelli: come
può un dito maggiorenne pigiare correttamente tasti così piccoli?
Questo prima di passare agli smartphone, ma questa è un'altra
storia. Cosa dire poi delle suonerie? Tutto è iniziato con un
semplice ed innocuo “drin drin”, poi si è passati a musichette
più complesse ma ancora inoffensive e lentamente ma inesorabilmente
siamo stati inghiottiti in un baratro senza fine. Ieri all’improvviso
ho sentito un acuto di Andrea Bocelli mentre stavo attraversando la
strada e dopo qualche secondo di smarrimento, sotto il gatto delle
nevi che mi aveva appena investito, ho realizzato che qualcuno stava
semplicemente ricevendo una telefonata e che quella era la sua
assurda suoneria polifonica.
Sempre ieri sera un amico
mi ha portato a teatro, ma appena si sono spente le luci ho sentito
lo stesso acuto di quella mattina: nello stupore generale ho urlato
al mio vicino di spegnere il cellulare, ma gli ho dovuto chiedere
scusa: non era il telefonino, ero ad un concerto di Andrea Bocelli.
Sarei voluto scappare subito, ma non potevo: ero bloccato sotto un
gatto delle nevi.
Il fenomeno più
rilevante legato alla telefonia mobile è l’SMS. Elucubrazioni
complicatissime, concetti filosofici esprimibili solo in tredici
cartelle dattiloscritte e dopo l’uso di allucinogeni che vengono
compressi in poche righe creando così una nuova pseudo grammatica
basata sull’acronimo e sulla sintesi. Psicologi, linguisti, maniaci
sessuali: tutti a discutere delle ripercussioni sociologiche del TVB
(ti voglio bene), del CVD (ci vediamo dopo) o del MLSCITSEME (ma lo
sai che il tuo sfintere è molto elastico?). Si tratta di un
linguaggio il più delle volte criptico, che autoesclude i non
appartenenti ad un determinato gruppo. Un po’ come i “pizzini”
di Provenzano o le interviste di Lapo Elkann.
La pubblicità è l’anima
del commercio, come ripeteva ogni mattina Joseph Goebbels al suo
orsacchiotto di peluche prima di sparargli alla nuca. Un classico:
Francesco Totti e il suo “Life is now” con cui concludeva i suoi
interventi pubblicitari della Vodafone. Sono state trasmesse versioni
differenti da quelle inizialmente ideate, come la scena in cui Totti
è vestito da anestesista consenziente e stacca la spina del
respiratore di un malato laziale, non consenziente, sorridendo in
camera e dicendo: “Io ho staccato, te che fai? Nàif is nau”.
Totti lo può dire solo così: fa parte di una setta new-age che
proibisce l’uso della lettera L e degli pneumatici Michelin; il
loro Dio è un’audiocassetta che riproduce il suono di una
saracinesca che si apre (secondo una corrente scismatica già in
odore di eresia si tratta di una saracinesca che si chiude). Questa
scena è stata cancellata per le proteste dell’ “Associazione
Italiana Amici Delle Prese Multiple”. Nello spot andato in onda,
Totti staccava semplicemente una presa telefonica e rideva pensando
ad un koala.
I piani tariffari? Una
giungla. Per fortuna ci sono le promozioni a complicare le cose...
(to be continued...)