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30 novembre 2012

L'era del telefonino (prima parte)


Da "Il Ruvido" numero 1 del 24 novembre 2012 ecco la prima parte di un'inchiesta scomoda come il vano bagagli del Frecciarossa.
Da sabato 1 dicembre su "Il Ruvido" la seconda e ultima parte. Tutti in edicola!

L’evoluzione della telefonia mobile è stata incredibilmente veloce. Nel giro di pochi anni siamo passati senza neanche accorgercene da cellulari anonimi a modelli sfavillanti che videoregistrano, che fotografano, che si trasformano in mini televisioni portatili. In commercio ora si trovano addirittura cellulari in grado di telefonare, ma per questi modelli bisogna spendere qualcosina in più: un optional bizzarro come questo non è alla portata di tutti. Usare il cellulare per telefonare! Cosa non si inventano ogni giorno…
Anche le dimensioni del cellulare sono notevolmente diminuite nel tempo proporzionalmente all’impoverimento culturale dei programmi di Rai Uno; si è passati dai primi modelli di una ventina d’anni fa, dei prefabbricati molto simili alle cabine telefoniche della SIP ma un po' più grandi e con un riverbero in grado di demolire i calcoli della colecisti, per arrivare a modelli di lillipuziane dimensioni. Se non avete le dita di Frodo non vi conviene acquistare uno degli ultimi modelli: come può un dito maggiorenne pigiare correttamente tasti così piccoli? Questo prima di passare agli smartphone, ma questa è un'altra storia. Cosa dire poi delle suonerie? Tutto è iniziato con un semplice ed innocuo “drin drin”, poi si è passati a musichette più complesse ma ancora inoffensive e lentamente ma inesorabilmente siamo stati inghiottiti in un baratro senza fine. Ieri all’improvviso ho sentito un acuto di Andrea Bocelli mentre stavo attraversando la strada e dopo qualche secondo di smarrimento, sotto il gatto delle nevi che mi aveva appena investito, ho realizzato che qualcuno stava semplicemente ricevendo una telefonata e che quella era la sua assurda suoneria polifonica.
Sempre ieri sera un amico mi ha portato a teatro, ma appena si sono spente le luci ho sentito lo stesso acuto di quella mattina: nello stupore generale ho urlato al mio vicino di spegnere il cellulare, ma gli ho dovuto chiedere scusa: non era il telefonino, ero ad un concerto di Andrea Bocelli. Sarei voluto scappare subito, ma non potevo: ero bloccato sotto un gatto delle nevi.
Il fenomeno più rilevante legato alla telefonia mobile è l’SMS. Elucubrazioni complicatissime, concetti filosofici esprimibili solo in tredici cartelle dattiloscritte e dopo l’uso di allucinogeni che vengono compressi in poche righe creando così una nuova pseudo grammatica basata sull’acronimo e sulla sintesi. Psicologi, linguisti, maniaci sessuali: tutti a discutere delle ripercussioni sociologiche del TVB (ti voglio bene), del CVD (ci vediamo dopo) o del MLSCITSEME (ma lo sai che il tuo sfintere è molto elastico?). Si tratta di un linguaggio il più delle volte criptico, che autoesclude i non appartenenti ad un determinato gruppo. Un po’ come i “pizzini” di Provenzano o le interviste di Lapo Elkann.
La pubblicità è l’anima del commercio, come ripeteva ogni mattina Joseph Goebbels al suo orsacchiotto di peluche prima di sparargli alla nuca. Un classico: Francesco Totti e il suo “Life is now” con cui concludeva i suoi interventi pubblicitari della Vodafone. Sono state trasmesse versioni differenti da quelle inizialmente ideate, come la scena in cui Totti è vestito da anestesista consenziente e stacca la spina del respiratore di un malato laziale, non consenziente, sorridendo in camera e dicendo: “Io ho staccato, te che fai? Nàif is nau”. Totti lo può dire solo così: fa parte di una setta new-age che proibisce l’uso della lettera L e degli pneumatici Michelin; il loro Dio è un’audiocassetta che riproduce il suono di una saracinesca che si apre (secondo una corrente scismatica già in odore di eresia si tratta di una saracinesca che si chiude). Questa scena è stata cancellata per le proteste dell’ “Associazione Italiana Amici Delle Prese Multiple”. Nello spot andato in onda, Totti staccava semplicemente una presa telefonica e rideva pensando ad un koala.
I piani tariffari? Una giungla. Per fortuna ci sono le promozioni a complicare le cose...

(to be continued...)