Da "Il Ruvido" #4
Il 21 dicembre è arrivato, la fine del
mondo profetizzata dai Maya è alle porte. Cosa sta accadendo nel
mondo alla vigilia dell'evento dell'anno?
In Siria si stanno preparando alla
catastrofe allenandosi già da diversi mesi con delle esercitazioni.
Come si fa qui da noi. Ad esempio fingiamo che ci sia stato un grosso
terremoto (di quelli che ti fanno ridere al telefono di notte se sei
un costruttore) e ci esercitiamo a gestire il post evento in tutte le
sue declinazioni. Noi simuliamo, Assad no. Ma non lo fa per
cattiveria: Assad è un perfezionista, ed è solo per amore della
precisione che è da mesi che sta massacrando i civili; perché vuole
che la gente prenda sul serio questa storia della fine del mondo.
Ultimamente Assad ha intensificato lo sterminio dei civili per
evitare che i quattro cavalieri si stanchino troppo: tra colleghi ci
si dà una mano. Obama è molto seccato perché teme che l'Apocalisse
possa rubargli il prossimo premio Nobel per la pace. Tempo per
invadere l'Iran non c'è. Per l'Afghanistan e l'Iraq è stato più
semplice: l'invasione gliel'ha fatta Bush, lui ha semplicemente
dovuto mantenere le truppe da quelle parti e poi andare a prendere il
premio.
La Merkel invece non ha ancora assunto
una posizione ufficiale: sta prendendo tempo perché sta valutando i
registri contabili dell'Apocalisse. Se i conti sono a posto, bene: si
proceda pure alla distruzione dell'umanità, la Deutsche Bundesbank
non si opporrà. Se invece i conti sono in rosso, in Europa quei
cavalli non entrano, potranno radere al suolo soltanto i paesi
extracomunitari e provare a ripresentarsi tra quattro anni, ma solo
dopo che avranno sistemato la loro contabilità.
I russi sono quelli che la stanno
prendendo peggio di tutti. Scene di isteria collettiva, mega
rifornimenti nei supermercati, corse in chiesa a chiedere perdono per
i peccati. Questo lo fanno i poveri. I ricchi se ne fottono: hanno
chiamato l'architetto di Batman e stanno costruendo dei bunker
sotterranei con i soffitti in vetro blindato così possono continuare
a guardare i poveri mentre arrancano per l'ultima volta. Ma poi di
cosa avranno paura i russi? Eppure dopo tanti anni con Putin,
l'Apocalisse dovrebbe sembrare un miglioramento per le condizioni di
vita in Russia.
Le autorità locali hanno cercato di
sedare il popolo in tutti i modi. Dapprima spiegando che non ci sono
informazioni scientifiche tali da lasciar presupporre alcuna
catastrofe, poi hanno ripiegato sulla denigrazione. I Maya non sono
credibili perché sono tutti morti. Chi è morto non è credibile.
Per questo in Russia fanno fuori i giornalisti scomodi. Non perdono
tempo a smentirli, il confronto è un procedimento troppo macchinoso.
Meglio un proiettile in testa. Lo stesso vale per i Maya. Se fossero
ancora vivi, Putin li sterminerebbe come se fossero una redazione di
un giornale indipendente. Fortunatamente i conquistadores gli hanno
risparmiato il lavoro: così ha più proiettili per i giornalisti
russi.
In Italia siamo tranquilli. Non abbiamo
paura perché a Roma c'è il Papa. Lui è l'amministratore delegato
della più grande multinazionale del mondo: se le voci sulla fine del
mondo fossero state vere, avrebbe aperto un account twitter proprio
adesso? Col cazzo! Sarebbe già in un bunker di Mosca a brindare in
calici d'oro insieme ai “Bruce Wayne” russi. I calici d'oro li
avrebbe portati lui.
No...il Papa non avrebbe aspettato il
20 dicembre per andarsene: si sarebbe già messo in moto da un paio
di mesi perché per impacchettare e portare via tutti i beni della
Chiesa ci vogliono almeno sessanta giorni. Ed è una cosa che sa di
dover fare di persona perché dopo quella storia del corvo ha capito
che della gente che gira in Vaticano c'è poco da fidarsi. Troppi
preti.