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sabato 21 dicembre 2013

"La bagnante" di Joan Miró: il colore dei sogni




"Joan Mirò è un innocente col sorriso sulle labbra che passeggia nel giardino dei suoi sogni" (Jacques Prévert)


Alberi di Natale, pacchetti colorati, slitte, renne, neve, presepi… 
E se, invece, cercassi qualcosa di diverso per "rivestire" il blog dell'abito delle feste? 
Magari potrei trovare un'immagine completamente differente, ma capace lo stesso di trasmettere un senso di gioia e di serenità. 
Ecco!  Ci vorrebbe proprio un dipinto come questo:


"La Bagnante", una tela di Joan Miró, attualmente conservata a Parigi, al Centre Pompidou.
Lo sfondo è di un azzurro profondo, dove si mescolano l'oscurità di un cielo notturno e la limpidezza dell'acqua del mare. Quel blu, che secondo Miró, è il "colore dei sogni", occupa tutta la scena. 
Poi, soltanto una barca, un pesce, una falce di luna, delle linee sottili che suggeriscono l’orizzonte, le stelle o il moto delle onde.
Tutto qui. Eppure basta a creare un'atmosfera perfetta e a tenerci sospesi tra sogno e poesia.

Siamo nel 1924 e da tre anni Miró (1893-1983) è arrivato a Parigi. Nato a Barcellona, figlio di un’orefice, ha deciso molto presto di non riprendere il mestiere del padre e di dedicarsi, invece, alla pittura. 
Ha scelto di trasferirsi in Francia con la voglia  di trovare un modo di dipingere che sia tutto suo, che gli appartenga davvero. 
Non è più un ragazzo- ha poco più di trent'anni- e sostiene di essere stanco di rappresentare, nella sua pittura, il mondo così com'è; quello che vuole, ora, è arrivare a fissare sulla tela le sue emozioni e i suoi sogni. 
A Parigi è tutto un fervore di idee: lì si incontrano scrittori, poeti, pittori, lì si respira un'aria libera e appassionata. Miró è convinto che finalmente potrà rinnovare il suo modo di fare arte.
Si è avvicinato, da poco, al nuovo movimento dei surrealisti capitanato da André Breton. Con loro ha discusso e condiviso molte delle idee che, proprio nel 1924, appaiono esposte nel loro "Manifesto": il rifiuto di ogni logica, la volontà di liberare la mente e di arrivare, attraverso libere associazioni, fino all'inconscio e al mondo del sogno
Ne è talmente entusiasta da apparire allora il "più surrealista di tutti", come lo definisce  Breton, nel suo desiderio di  sentirsi libero e di dare spazio alle sue sensazioni più profonde. 


La’”Bagnante” è uno dei primi dipinti di questo periodo.
In un equilibrio perfetto tra arte figurativa e astrattismo, parte dall'osservazione della realtà, per poi semplificarla e ridurla, con la precisione del figlio di un orefice, ai soli elementi essenziali: punti, linee, masse colorate, figure geometriche pure.
Quasi fossero ideogrammi di una strana lingua, a cui ognuno può dare il significato che vuole e per cui tutte le interpretazioni sono valide.

Guardare un dipinto come questo è come entrare in un mondo, dove le cose, anche le più piccole e banali, acquistano un senso diverso. 
"Inizio le mie tele sotto l’effetto di uno choc che mi fa sfuggire alla realtà- spiega Miró. Può essere una goccia d’acqua…l’impronta di un dito, un granello di polvere o un filo di luce. Quella forma dà origine a una serie di cose, ognuna delle quali ne fa nascere un’altra. Così un pezzetto di filo può generare un mondo”.

E per dare forma al suo mondo in una composizione, dove ogni elemento sia necessario e dove nulla possa essere spostato o cambiato per non alterarne l’equilibrio, non si può improvvisare. Occorre tempo.
Lui stesso parla  del suo lavoro come quello di un giardiniere, perché per coltivare e rappresentare i propri sogni bisogna avere la stessa pazienza che occorre per far crescere una pianta. 
"Mi  basta un attimo per tracciare una linea col pennello, ma mi ci sono voluti mesi, forse anni di riflessione per concepirla": afferma.

Solo così riesce a fare sì che nei suoi segni e nei suoi colori si possa trovare l'armonia gioiosa di un sogno realizzato.
"Miró- racconta Alberto Giacometti- era quel che di più libero, di più aereo, di più leggero… avessi visto. Eppure non poteva fare nemmeno un punto senza farlo cadere nel posto giusto…"


C'è anche chi ha detto di lui che "gioca con i suoi quadri come un bambino"
E, in effetti, dei bambini ha la fantasia, la semplicità, ma, anche e soprattutto, il rigore.

Basta perdersi qui nel blu del suo mare, in quei segni che, più che rappresentare, suggeriscono gli oggetti, per capire come sia precisa la trama delle sue immagini.
E come sia nitida, anche se impalpabile, la rete che ci cattura e ci trascina nel suo mondo incantato.

Leggerezza, magia, sogno....Proprio quello che ci vuole per accompagnarci in questi giorni.

E  per augurare, nel segno della levità, buone feste a tutti!