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Risotto porcini, zafferano e polvere di tartufo

Amo molto il risotto (ma dev'essere un riso di ottima qualità, sono ghiotta di funghi porcini e tartufo (idem come sopra) quindi questo primo piatto è davvero uno ei miei preferiti, inoltre lo preferisco alla pasta secca.



Cosa serve per DUE porzioni:

160 g riso carnaroli o arborio
brodo di carne o vegetale q.b. (io preferisco di carne leggero)
trito di: sedano, cipolla, carota e aglio
1/4 bicchiere vino bianco secco
15 g porcini secchi
alcuni stimmi di zafferano
due pizzichi di tartufo nero pregiato in polvere (o una grattata se intero, anche conservato)
una noce di burro al tartufo
abbondante parmigiano grattugiato
olio evo q.b.
sale q.b. se serve (io non l'ho aggiunto perchè il brodo era abbastanza sapido ed ho usato un parmigiano stagionato 30 mesi)


Far rinvenire i porcini in acqua tiepida per una 15 ina di minuti intanto mettere gli stimmi di zafferano in una tazzina di brodo bollente.

Tritare le verdure e farle soffriggere (facendo attenzione che non prendano colore) in un filo d'olio dentro ad un tegame largo e antiaderente, aggiungere il riso e farlo tostare mescolando continuamente, unire il vino e lasciare che evapori completamente, poi unire i porcini strizzati e tagliati a pezzetti e gli stimmi insieme al brodo in cui si sono lasciati in ammollo, mescolare bene ed unire poco brodo per volta portando il riso a cottura (18 minuti in tutto calcolando anche i due o tre minuti di tostatura e sfumatura del vino), mescolare molto spesso, quasi continuativamente in modo tale che l'amido crei un risotto cremoso. Gli ultimi due minuti aggiungere il tartufo. Spegnere e mantecare col burro al tartufo e parmigiano grattugiato, fare saltare il risotto nel tegame o mescolare bene, quindi lasciare riposare qualche istante e servire.

Riso integrale con salsiccia di coniglio e tartufo nero d'Alba

Oggi alla rubrica al Km 0 dedichiamo la nostra cucina ai grandi piatti di legumi e cereali, io ho scelto di creare un primo utilizzando due eccellenze territoriali: il riso vercellese e il tartufo nero albese, due fiori all'occhiello del nostro stivale, in aggiunta ho utilizzato una leggera (sia come sapore che come grassi, praticamente nulli) salsiccia fresca di coniglio. Non a caso ho detto riso e non risotto, perchè, come ho già detto altre volte, il risotto vuole intanto l'ingrediente base: il riso, che non può essere parboiled ne integrale, richiede una procedura di cottura (che non è quello d'essere bollito) e una mantecatura precisa, a volte si legge risotto e poi non lo è, facciamo un pochino di attenzione :-)

Visitate la nostra Fiera del tartufo Alba 2021 i miei tartufi sono stati acquistati proprio in quest'occasione


Cosa serve per DUE persone:
160 g. riso baldo integrale
1 (o due) tartufo nero d'Alba
140 g. salsiccia fresca di coniglio (spellata e ridotta in polpa)
brodo di carne leggero q.b. (o vegetale) io l'ho preparato con magatello di vitello e gallina
vino bianco secco q.b. per sfumare
olio evo q.b.
sale (se serve, di solito non occorre essendoci già il brodo saporito e la salsiccia)
grana padano q.b.

Preparare il brodo che deve essere due volte e mezza il volume del riso (si può utilizzare una tazza o un bicchiere come unità di misura) Sciacquare il riso integrale per eliminare eventuali impurità e metterlo in ammollo per circa un'ora. Farlo pre-cuocere in acqua bollente salata per 30 minuti. A parte intanto, fare rosolare ma a fuoco non troppo forte, la polpa sgranata della salsiccia di coniglio, sfumare con un goccio di vino bianco, mettere il coperchio e cuocere per 5 minuti.


Scolare il riso e riversarlo nel tegame con la salsiccia di coniglio già sul fuoco, mescolare e aggiungere brodo poco alla volta, mescolando spessissimo, quindi dopo 20-25 minuti regolare il sale e aggiungere il tartufo precedentemente spazzolato dalla eventuale terra e tagliato a fettine sottilissime con una mandolina (o con il pela tartufi). Lasciare sul fuoco ancora altri 5 minuti. A fine cottura condire con un filo d'olio evo, una spolverata di grana padano e servire subito


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Ravioli del plin verdi con tartufo nero estivo piemontese

Oggi al Km 0  prepariamo ricette dedicate alle sagre ed alle fiere. Io ho scelto di cucinare un piatto tutto della tradizione piemontese e tutto rigorosamente fatto a mano in casa per fare sposare due capisaldi della nostra cucina: i ravioli del plin ed il tartufo nero estivo che è perfetto da usare per fare farcie e sughi, ho voluto fare una versione più fresca, di magro, utilizzando ricotta seirass che è cremosissima ma asciutta, costituita da parte di latte vaccino e parte ovino, ho poi aggiunto erbette di campo e coltivate crude e tritate, quali spinaci, bietoline, ortiche, borragine, prezzemolo, porro, erba cipollina ecc.) e, in ultimo una bella grattata di tartufo nero.
Questo è un piatto "della domenica", delle feste, delle occasioni speciali. La pasta fresca si può congelare (e dunque ci si può avvantaggiare sui tempi) e poi cotta in acqua al bollore e salata ancora surgelata.

In Piemonte, si sa, ne siamo portatori sani  :-) ad esso sono dedicate varie sagre che sono concentrate soprattutto verso il tartufo bianco che è il re indiscusso dei tartufi in tutto il nostro Belpaese (almeno una volta nella vita va degustato, magari appena arriva lo stipendio sul conto corrente...), quella più famosa è la fiera ad Alba, la raccolta va da metà settembre a fine gennaio; mentre è dedicata solo una sagra al tartufo nero pregiato, la maturazione va da  metà novembre a metà marzo, quello nero estivo va da fine maggio ad inizio settembre e si può conservare in salamoia al naturale, si può fare l'olio tartufato.

Puoi prendere spunto anche dai miei Gnocchi di zucca con fonduta di tuma e tartufo nero pregiato.


Cosa serve per 3-4 persone (550 g. di prodotto circa)

Per la pasta:
150 g. farina 00 per pasta fresca
50 g. farina di semola rimacinata
2 uova medie
1 cucchiaio (15 g.) erbette di campo e coltivate tritate
1 cucchiaio acqua

Per il ripieno:
240 g. ricotta piemontese (seirass)
Noce moscata q.b. (una bella grattata)
Pepe creola q.b. (una macinata)
1 pizzico sale (poco, il seirass è molto saporito, se si usa altra ricotta consiglio di mescolare quella vaccina e di pecora e lasciarla scolare in frigo tutta una notte in un colino, deve essere asciutta)
2 cucchiai (30 g.) erbette di campo e coltivate tritate
1 tuorlo (conservare l’albume per sigillare la pasta)
2 cucchiai grana padano grattugiato (il parmigiano in questo caso risulta troppo saporito e coprirebbe il tartufo)
½ tartufo nero estivo piemontese

Per condire serve:
burro di malga o da centrifuga di ottima qualità q.b.
salvia fresca q.b.

Lavare, asciugare in una centrifuga per insalata le erbette e tritarle in un robot da cucina provvisto di cutter.

Preparare la pasta mettendo nella ciotola della planetaria, o in una ciotola normalissima, tutti gli ingredienti elencati ed impastare fino ad ottenere un composto sodo ma non duro. Io ho amalgamato il tutto e poi ho impastato ancora a mano. Formare una palla, coprirla con una scodella a campana e lasciare riposare la pasta per 20-30 minuti. Intanto preparare il ripieno.



In una ciotola mescolare, amalgamare tutti gli ingredienti, il tartufo grattugiato per ultimo.
Passare la pasta nella sfogliatrice/nonna papera in modo da ottenere sfoglie sottilissime (posizione 8 la penultima).



Preparare i ravioli formando mucchietti a distanza regolari sulla sfoglia (vedere la foto), spennellare con poco albume, rivoltare la sfoglia sui mucchietti di farcia, premere lungo la lunghezza della sfoglia per fare aderire la pasta poi con la mano “a taglio” premere bene in modo da fare uscire aria (altrimenti in cottura si rompono) e in modo di ottenere raviolini con il ripieno a mucchietti alti e non allargati, poi pizzicare, plin appunto, in corrispondenza del vuoto tra un mucchietto e l’altro infine, con una rotella dentellata, tagliare ottenendo così la classica forma del nostro raviolo del plin.





Mettere sul fuoco abbondante acqua salata e appena inizia a bollire mettere a cuocere i ravioli, nel contempo mettere sul fuoco una larga padella con burro abbondante e abbondante salvia, fare spumeggiare il burro, cuocere pochi istanti i ravioli (essendo pasta fresca cuoce velocemente), con una schiumarola raccoglierli delicatamente e farli passare nella padella, mescolarli con garbo per fare formare una goduriosa crosticina alla pasta e per rendere la salvia bella croccante. Servire subito con grana grattugiato a parte.


Se replichi la ricetta, per cortesia, inserisci il link di riferimento al mio blog, Grazie
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