Dice una canzone dolce di Zucchero, che mi è tornata in mente in questi giorni in cui ho per la prima volta provato a tingere con l'estratto naturale di Indaco appunto.
Il barattolo di polvere blu giaceva nel mobile da diversi mesi senza che osassi metterci mano; ora, complice l'aria di primavera che mi rende più operosa del solito, nonchè più vicina a mamma natura e alle sue piantine, mi sono buttata e ho capito perchè si dice che tingere con i pigmenti naturali sia un'operazione quasi alchemica, e soprattutto colorare con l'indaco.
Intanto il principio con cui si tinge, lana o altre fibre, è piuttosto diverso da quello a cui ero abituata: si deve preparare accuratamente la fibra e prendere il colore, e quindi sono forse quasi più delicati e importanti i passaggi preliminari piuttosto che il bagno di tintura vero e proprio; la fibra deve essere messa a bagno, poi si deve preparare il calderone con i mordenti, cui si aggiunge l'indaco , e solo alla fine l'ultimo agente che serve per estrarre il pigmento e renderlo solubile.
Infatti da sola la pianta non produce il colorante blu, ma un suo precursore, che deve appunto essere reso solubile per legarsi alle fibre. La magia è che quando si prepara il bagno di tintura tutti i componenti vanno agitati poco e piano per un'ora circa finchè il colore del liquido risulta giallo-verde (!!!!!!!!!!!!!). A questo punto si aggiunge la fibra che diventa un verdino azzurro chiaro (!!!!!!!!!) e solo dopo essere estratta dal bagno, sciacquata brevemente e lasciata all'aria si ossida e diventa del colore blu-viola intenso tipico cui associamo l'indaco.
Ero felice come una bambina quando stavo ad ammirare la mia matassa di lana BFL che cambiava colore nel giro di 10 minuti all'aria! Eccola:
La storia dell'indaco però non finisce qui, anzi dovrei scrivere non inizia qui... perchè in tempi non sospetti ovvero durante il viaggio di nozze, periodo in cui non avevo ancora coscienza della mia passione per filatura e tintura etc - ma lavoravo solo "banalmente" a maglia - una parte del viaggio siamo stati nel nord del Vietnam, al confine con la Cina. Questa zona stupenda e verdissima è rifugio di alcune etnie molto antiche che vivono ancora abbastanza secondo le proprie tradizioni; una di queste è la popolazione Hmong, che conoscevo già per lavoro in quanto famosi produttori di tessuti tinti con l'indaco...
Bene una volta lì la gente è molto felice di raccontarti come vive, soprattutto se poi compri qualche manufatto o gli fai semplicemente compagnia, e quindi mi avevano raccontato dell'indaco, mostrato le piante - quelle lungo il bordo inferiore della foto per capirci:
Mi avevano portato nell'edificio in cui preparano le fibre di canapa per la tintura e poi tessitura:
I loro abiti tradizionali infatti sono tipicamente blu scuri adornati con passamanerie colorate e monili di metallo; ma soprattutto è normale vedere donne dalle mani colorate... e il colore non è blu come si pensa, ma giallo / verde... ora ho capito perché!
Il pensiero ricorrente rivedendo queste foto di 4 anni fa è: questo è stato finora il viaggio più bello della mia vita, non dovrei meravigliarmi che mi avesse fatto conoscere meraviglie che poi sarebbero diventate la mia più grande passione, anche se allora non ci avevo fatto caso più di tanto... possibile che non abbia ancora capito che bisognerebbe stare sempre con occhi e cuore aperti per riconoscere tutte le briciole di magia che la vita ci offre in momenti non sospetti e che ci potrebbero far cambiare il corso dell'esistenza???
Se ce la facessimo saremmo sempre a bocca aperta come i bimbi che scoprono il mondo per la prima volta, eppure non servono tante dimostrazioni...basterebbe provare...