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venerdì 27 gennaio 2012

PRIMI COLORI.. ANTICHI?

Sì è la prima definizione che mi viene in mente guardando i colori usciti fuori dai bagni fatti con i licheni, non potevo aspettare oltre, un mese era già troppo per la mia irrequietezza di fare …

Allora ho svuotato i barattoli con le soluzioni e le ho lasciate sobbollire per un’ora con aggiunta un po’ d’acqua chiaramente, poi ho inserito una matassina campione per ogni tintura e ho lasciato sobbollire ancora un’ ora – non ho filtrato via i licheni, perchè tanto le matasse erano abbastanza piccole da non ingarbugliarsi  troppo e ho cercato di potenziare il più velocemente possibile il potere tintorio (si dirà così???).

Poi ho lasciato raffreddare una notte e fatto di nuovo sobbollire un’ora…in effetti non so se questo passaggio sia servito, i colori non sono variati  e non si sono intensificati, quindi la prossima volta lo salterò credo…

Insomma eccole:

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100in tutto il loro atavico splendore, dico così perchè i colori sono davvero intensi e splendenti e perchè davvero hanno un tocco antico, sia nelle tonalità che in quello che evocano… sono chiari eppure definiti, li ho accostati alla rocca di lana naturale proprio per evidenziare la differenza nelle sfumature.

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100In ordine sopra ci sono:

  1. Oakmoss + Alcol + aceto
  2. Old Man’s Beard + Alcol + aceto
  3. Oakmoss +  Ammoniaca
  4. Old Man’s Beard + Ammoniaca

Sotto ho invertito le due tinte in ammoniaca per metterle in primo piano, sono due rosa favolosi – e sì che io tendenzialmente detesto e aborro questo colore!!VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100Quindi dal bagno in alcol che sembrava incolore sono uscite due tonalità aranciate calde e  tendenti al pesca, mentre dalle due soluzioni in ammoniaca scurissime sono usciti un rosa polveroso quasi lavanda e uno  più vicino al beige.

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

Ora non mi resta che provare altri due bagni con i licheni lasciati al naturale, e magari due con un pizzico di ferro per vedere dove finiscono… in realtà potrei poi farne due in bagni acidi  di aceto e due in bagni basici di carbonato di sodio… poi potrei provare a vedere quanto colorano i “secondi” bagni, perchè ho letto che anche se la colorazione è chiara, l’efficacia della tintura non si esaurisce con un bagno…

Si capisce che mi hanno estasiata vero?

il bello è che profumano anche la casa di muschio e legni.. che non sono perchè sono fatti di funghi e alghe, ma comunque coprono alcol e ammoniaca e si sente un odorino sontuoso !

martedì 24 gennaio 2012

LAVORO DA INVERNO? BAGNO DI LICHENI

Nell’ultimo mese non ho praticamente tinto nulla, un po’ perchè il freddino del terrazzo non mi conciliava e un po’ perchè ero in altre faccende impegnata…

Ho però iniziato una nuova piccola avventura che non avevo ancora avuto il tempo di provare per bene, ovvero la tintura con i licheni; ne ho letto un po’ e mi affascinano da pazzi, ovviamente direi, allora mi sono buttata:

Ho acquistato licheni secchi, per evitare di andare per boschi alla ricerca di specie che magari avrei rovinato e perchè purtroppo comunque non avrei avuto il tempo per farlo – suona un po’ da volpe e uva lo so!

Ho trovato le varietà Oakmoss e Old Mens’ Beard, che già dai nomi evocativi mi intrigano non poco….

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Da quanto ho letto a seconda del tipo di preparazione che si fa al bagno di tintura, lo stesso lichene potrebbe dare tonalità differenti; quindi ho preparato due barattoli con una soluzione di alcol e due con una soluzione di ammoniaca e in ognuno ho messo una manciata di lichene:Oakmoss 1° step

Old mens beard 1° step

Da subito le soluzioni in ammoniaca hanno iniziato a colorarsi di una tonalità arancio/ruggine, mentre quelle di alcol si sono intorbidite e stop… ma il colore del bagno pare non c’entri nulla con il risultato finale…

Poi ho lasciato estrarre i pigmenti al buio agitando di tanto in tanto i barattoli, per un mese ed ecco come sono cambiate le soluzioni:Oakmoss 1meseOld mens beard 1mese

Quelle in ammoniaca sono diventate di un marrone violaceo scurissimo, mentre le altre sono sempre uguali.

Ora ho preparato i campioncini di lana da tingere e appena ho un attimo li metto a sobbollire in ogni bagno, e vediamo cosa esce!!!

sabato 12 novembre 2011

TINTE X FATINE

Finalmente posso raccontare di uno degli ultimi lavori fatti, che mi ha dato molta soddisfazione: mezzo chilo di lana Berghshaf cardata per feltratura tinta in 5 diversi colori naturali per la Zia Artemisia.
Oltre a dispensare consigli dal suo meraviglioso giardino, la zia infatti crea anche delle bellissime fatine in feltro - potete vederle qui - e mi ha chiesto appunto di tingere della lana per “vestiti fatati”.
Abbiamo scelto il tipo di lana adatta e il tema dei colori, e poi mi sono sbizzarrita a provare , e poi  la posta ha incasinato molto le cose rispedendomi indietro il pacco – insomma è da ottobre che lascio questo post in attesa – perchè non potevo mica mostrare le foto sul blog prima che la destinataria  vedesse la lana dal vivo! Alla fine eccole qua:

Erbe verdi x Zia
Mix di Erbe Verdi x ottenere un turchese intenso…
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Bagni successivi di Guado ed Edera per un verde-azzurro sfumato…
Meloograno   tè x ZiaTè e Melograno per un marrone chiaro e caldo…
Indaco   Betulla x Zia 2Prima Betulla e poi tuffi nell’indaco  per un verde felce che arriva nel blu intenso…
Betulla   Verga d'oro x Zia


Infine Betulla e Verga D’oro per avere il verde chiaro dei germogli teneri…
Che dire, colori fatati davvero, non vedo l’ora di vederli in forma!

martedì 11 ottobre 2011

CURCUMA

L’ho scoperta assaggiando delle fantastiche patate al forno con burro e dal colore inequivocabilmente giallo, quasi fluorescente.

Mi è piaciuta, ha un sapore delicato leggermente pepato e polveroso, e sempre cucinando avevo già macchiato mani e unghie più di una volta.

Un paio di anni fa la mia omeopata me l’ha prescritta in gocce insieme al Chelidonio per favorire la digestione – è un toccasana per la cistifellea e il pancreas!

Eppure non avevo ancora usato la curcuma per tingere!

turmericQuindi ecco una matassa da 100g tinta con 50g di curcuma, cui poi ho aggiunto 2 cucchiaini di sale di ferro – cercavo il verde e ho trovato un profondissimo ocra, ma poco male…

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

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Piccolo accorgimento per i bagni futuri: prima di introdurre il materiale da tingere bisogna filtrare via la polvere, perchè ancora peggio di quanto mi era successo con il caffè, ho scrollato via i residui per 3 giorni!!!!!!

Comunque ora aspetto  a vedere come si comporta la tinta nel tempo, ho letto che può essere fotosensibile e poco durevole, vedremo. Per il momento capisco assolutamente perchè è una delle spezie più usate per tingere i sari indiani, le tonalità dal giallo acceso all’arancio scuro sono davvero evocative.

PICCOLA NOTA: nonostante sia spesso chiamata “zafferano indiano” per la colorazione simile che da al cibo e ai tessuti, la curcuma non vi ha nulla a che spartire; infatti è della famiglia dello zenzero, come lui deriva dalle radici della pianta e non dai pistilli dei fiori e anche le proprietà e il sapore sono decisamente differenti dal crocus sativus….

mercoledì 28 settembre 2011

LETTURE MULTIMEDIALI

Premetto che io sono irrimediabilmente affezionata ai libri “reali”, quelli di carta che preferibilmente odorino anche di inchiostro e carta, ma voglio segnalare due letture multimediali interattive davvero interessanti e di qualità:

Si tratta delle prime due uscite della Interweave Press - la casa editrice americana dedicata a lavoro a maglia, filatura, tessitura, patchwork e altre arti manuali - i COLORWAYS: sorta di riviste scaricabili a pagamento dedicate in generale a tecniche di tintura tradizionali con pigmenti naturali da diverse parti del mondo. Ci sono schede che si possono salvare e stampare con “ricette” e consigli e filmati, tanti link interessanti e interviste a esperti tintori.

colorways summer 2011La prima uscita per l’estate 2011 è dedicata al colore rosso, in particolare alla tintura con Cocciniglia, la seconda invece al blu e quindi ovviamente alla tintura con Indaco.

 

Adobe Photoshop PDF

Enjoy!

giovedì 22 settembre 2011

FILATO FATATO

Di ritorno a casa con il pupino n°2, approfitto di una nanna lunga per tornare a scrivere , e quindi anche un po’ alla mia realtà.

Tempo fa avevo comprato un etto di lana merino cardata a macchina con del bambù, sono quelle fibre modaiole che si vedono in tanti modelli e in vendita in tanti negozi di filati artigianali online… e che non mi avevano particolarmente attratta finora, ma tant’è la curiosità…

Quindi l’ho tinta con colori sintetici per poter affiancare colori diversi ed ecco com’è venuta:

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VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

Colori a base verde, con zone di blu, violetto e ocra, davvero profondi, come solo i sintetici sanno dare, e il tutto contornato al bambù rimasto bianco – punto a favore delle tinte naturali: si sarebbe colorato anche il bambù!

Ho deciso di filare il tutto molto molto sottile, per farla rendere abbastanza da poterci fare uno scaldaspalle o una sciarpa di buone dimensioni. Durante la filatura ho visto che la lucentezza del bambù distribuendosi sui colori molto forti della lana, tendeva a smorzarli e schiarirli e la cosa non mi entusiasmava granchè.

Una volta finito il primo capo, l’ho abbinato ad un filo di lino verde lichene, che ho avvolto su  quello iniziale. Il risultato?

Un filato che non posso fare a meno di definire fatato, perchè è vero che il bambù e la filatura sottile hanno uniformato i colori, ma alla fine questi spuntano comunque e sembrano come avvolti da una luce che solo la lana non darebbe. Mi ricordano una ragnatela bagnata di rugiada e illuminata dal primo sol del mattino… dove cercare una fatina altrimenti??

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domenica 18 settembre 2011

UN PO’ TINGERE–UN PO’ RICICLARE

Da qualche tempo avevo voglia di raccontare di una delle mie letture estive a tema tintura; ci sono talmente tante risorse online sul questo tema che prima di scegliere un libro ci ho messo davvero non poco tempo, e devo ammettere che mi sono fatta influenzare anche dalla grafica e dalle foto decisamente accattivanti, ma in ogni caso questo libro è stato davvero una bella scoperta:handbook of natural plant..The Handbook of Natural Plant Dyes fornisce ricette semplici e principi di base generali, ottenibili con erbe, fiori e frutti abbastanza comuni; soprattutto – almeno per me – è stata una fonte di ispirazione perchè mi ha spronato a fare un passo indietro e fermarmi a riflettere sul senso di questa nuova passione per le tinte naturali.  L’autrice racconta delle sue esperienze di fondatrice del Permacouture Institute, un luogo dove associare concetti come la sostenibilità ambientale, l’ecologia, il riciclaggio etc alle manifatture tessili e alle fibre naturali.. chiaro non hanno scoperto l’acqua calda, ma mi hanno dato un sacco di spunti interessanti e piacevoli, mi hanno fatto ricordare gli studi e le passioni ambientaliste  che a volte dimentico e dato fiducia per portare avanti sogni e idee che a volte accantono troppo facilmente…

Bene il primo risultato di tutto questo leggere e pensare e divagare è stata la raccolta per una decina di giorni di fondi di caffé e bustine di té e usarle per tingere una delle mie matasse di lana e lino prima di buttarle nella compostiera…

che soddisfazione aver allungato la vita a semplici bevande: sono state assaporate, hanno deliziato e svegliato i nostri palati, poi hanno tinto e poi sono finite a fertilizzare in attesa di rinascere come terriccio, poetico no?

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100Dato che i risultati migliori si ottengono chiaramente con té e caffé non “usati” ho preferito mordenzare direttamente nel bagno il filato con polvere di Melograno.

Il colore è mediamente chiaro, nonostante abbia fatto bollire a più riprese  il bagno e l’abbia lasciato a freddo 24 ore. Però è davvero luminoso e brillante, caldo direi, come se a té e caffé avessi aggiunto un po’ di latte e miele!

Qui sotto la matassa è immortalata insieme ad altre due tinte con Brazilwood in primo e secondo bagno:VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100

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giovedì 15 settembre 2011

FIBRE, ERBE, LEGNI E MISCUGLI

Il periodo di scorte esperimenti e miscugli di tintura continua, insieme a qualche altro progetto di cui non voglio ancora scrivere, ma intanto ecco qua:

Ho mischiato polvere di Brazilwood con Robbia, e sono usciti dalla pentola 50 g di lana Cheviot in fibra di questo rosso borgogna molto intenso – purtroppo la mia macchina fotografica spara sui rossi che non rendono per niente, in realtà la tonalità è più scura e calda di quanto sembra!

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100Dopo aver tolto la lana dal bagno ho visto che il liquido era rimasto ancora scuro, quindi ho aggiunto un cucchiaino di Alluminio Acetato e 50g di fibra di ramie – ortica – e l’ho fatta sobbollire per un’ora circa:

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100Un fantastico color rame, cangiante a tratti tra il rosa e il marrone chiaro, tipico della lucentezza di questa fibra, davvero un bel miscuglio…

Avevo poi nell’altra pentola un bagno con il mix di erbe verdi di DT Craft per una tintura a richiesta, e ci ho buttato dentro altri 50 g di lana Cheviot e poi senza pensarci troppo qualche bicchiere del bagno di Brazilwood e Robbia, non so dire perchè nè quanti ce ne ho messi – è più forte di me, non riesco a disciplinarmi sul prendere nota degli esperimenti che faccio!

Alla fine è uscito un azzurro/ grigio molto mutevole, direi carta da zucchero se proprio dovessi definirlo…

VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100…. morale della favola: mi piacciono i miscugli imprevedibili, decisamente mi piacciono!!

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lunedì 12 settembre 2011

PIGMENTI DAL MONDO

In questi giorni di attesa incessante ho approfittato per fare scorta di filati e fibre tinte, visto che poi il tempo sarà risicato…

Allora ho fatto un po’ di acquisti e provato nuove piante tintorie. La prima è l’Old Fustic, detto anche gelso dei tintori, un albero che cresce in Sudamerica e dal cui legno giallo intenso si estrae un pigmento ottimo al punto che per secoli è stato usato per tingere di color kaki le uniformi dei militari – sì non è che sia una referenza entusiasmante, ma almeno indica l’affidabilità e durevolezza del colore… – ma fornisce belle tonalità di giallo e verde. Fustic wood chips

Io per esempio ho tinto 50g di lana Cheviot in fibra con un pochino di questo estratto, a cui poi ho aggiunto del sale di ferro per ottenere anche sfumature verde oliva immergendo solo in parte la lana:

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I colori sono abbastanza chiari ma intensi, e hanno penetrato molto bene la fibra, quindi 1° esperimento andato!

Il secondo esperimento ho usato l’estratto di Brazilwood, o legno rosso di Pernambuco , un albero tipico del Brasile – ma và? –  da cui lo stato si dice abbia preso il nome a partire dal termine spagnolo brasa o “brace”, usato storicamente per ottenere tonalità diverse di rosso porpora e rosa ma anche nella costruzione di violini e archi.  In realtà una varietà di questa pianta – detta Sappanwood - proveniente dall’India veniva già usata nel Medioevo.

Tuttora spesso si impiega questa varietà sempre col nome di brazilwood perchè il legno lì deriva da boschi controllati nella crescita e sfruttamento, per contenerne il rischio di estinzione. Si narra infatti che dopo la scoperta delle Americhe questo legno sia stato oggetto di contrabbando da parte di corsari e di sfruttamento da parte dei coloni portoghesi al pari di altri tesori provenienti dalle Indie Occidentali e Orientali.Brazilwood chipsA parte gli aneddoti storici che adoro cercare quando ho per le mani un materiale naturale nuovo – parto dal presupposto che difficilmente non abbia una storia interessante di avventure e tradizioni impreviste… un libro tra i miei preferiti è “L’isola della Noce Moscata” – ho tinto altri 50g di lana Cheviot in fibra con soltanto un cucchiaino di estratto, e poi ho ripassato la fibra nel bagno di Old Fustic :

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VLUU L100, M100  / Samsung L100, M100 I colori sono un bellissimo rosa intenso e mutevole, che diventa un arancio/pesca tenue ma profondo.

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Al prossimo esperimento proverò con un bagno più intenso di questo legno profumato, perchè mi sembra sia davvero potente!

mercoledì 3 agosto 2011

IL GUADO, TINTA TURCHINA

L’estratto di guado aspettava ormai da troppo tempo prima di essere provato, soprattutto ero curiosa di vedere la differenza delle sue tonalità rispetto all’indaco, quindi pronti via!

Questa pianta, che non vedo l’ora di coltivare quando riusciremo a trasferirci in campagna, così famosa e antica in ambito tintorio, così affascinante per aver portato fino a noi tonalità splendide di azzurro da arazzi  e tessuti medievali, in una parola….puzza tantissimo!

Intendiamoci non voglio passare per schizzinosa, a me non disturbano più di tanto gli odori della campagna, anzi, per esempio trovo molto evocativo l’odore della lana al naturale  o della stalla, ma questo mi ha proprio sorpresa anche se ne avevo letto da qualche parte… stalla concentrata, catapultata nella mia cucina…. Per fortuna sui filati finiti lavati e passati in aceto non si sente più!!!

Ho tinto per prima una matassa di lana + lino che col sambuco aveva dato sfumature bellissime – approposito grazie per i commenti copiosi!!

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Poi presa dall’entusiasmo post-ossidazione ho deciso di riattivare il bagno e immergervi una matassona di lana lambswool piuttosto fine che avevo tinto con foglie di edera raccolta sempre nel letto del fiume sotto casa, vicino al sambuco, e che aveva dato un giallino un po’ anonimo che non mi convinceva appieno.

In questo caso, dato che la matassa era piuttosto voluminosa e non volevo agitare troppo il bagno per fare danni alla tintura, ho provato a lasciare che il filato in parte affiorasse e quindi prendesse meno tinta, per vedere che effetto avrebbe fatto, eccolo, tutto sfumato tra il verde acqua, il petrolio e il blu scuro preso sul fondo:

Me la immagino già diventare uno scialle traforato!

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INFO DI SERVIZIO:

Per ora non sto mettendo su Etsy i filati tinti con pigmenti naturali perchè vorrei riservarli per i probabili mercatini d’autunno, però se a qualcuno interessano scrivetemi!!

domenica 31 luglio 2011

… TRA I GLICINI E IL SAMBUCO…

Da Domenica scorsa, quando ho iniziato questa tintura , mi torna in mente questo spezzone di frase; dopo poco l’ho collegata alla sua origine, una delle canzoni del periodo che preferisco di De Andrè, una delle prime che mi ha fatto conoscere il mio papà da piccola e che ho capito chiaramente solo in seguito, Carlo Martello torna dalla battaglia di Poitiers.
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Da subito però  mi erano rimaste in mente alcune frasi, di realtà che riconoscevo e in questo caso sono i glicini e sambuco, con cui giocavo spesso d’estate nel bosco vicino alla casa in campagna dei nonni... ricordo bene l’odore delle bacche viola scuro e dei fiorellini bianchi ad ombrello, e le macchie sulle mani e sui vestiti. Ricordo anche i racconti dei giochi fatti da mio padre nello stesso bosco e con forse le stesse piante, tanti anni prima.
Quindi quando ho trovato un albero piuttosto grande di sambuco nel letto del fiume sotto casa carico di frutti maturi – fortunella!! – ho colto al balzo l’occasione.
Raccolto una sacchetto di bacche le ho messe a bollire per un ‘oretta e dopo aver intriso l’aria di un profumo molto simile al mosto di vino ho messo a tingere 3 matasse in modo diverso:
BAGNO 1: matassa di lana e 8% di allume direttamente nella pentola a bollire per 1 ora e poi lasciata raffreddare per 3 ore.
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BAGNO 2: matassa di lana senza mordente, direttamente in pentola a bollire per 1 ora e poi lasciata raffreddare per 3 ore.
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BAGNO 3: unito il liquido dei primi due bagni, ho aggiunto l’8% di allume a caldo e una matassa vagamente bouclè di lana accoppiata a lino ecru, lasciata in pentola a fuoco spento per 18 ore .
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Sono estasiata dalle sfumature assunte, da come i tipi di versi di fibra hanno preso il colore e presa dall’entusiasmo ho raccolto in due bottiglie il liquido rimasto e nei prossimi giorni vedrò di ottenere magari qualche sfumatura più chiara, ho letto che in teoria a concentrazione minore il sambuco dovrebbe dare un azzurrino polvere che proverò a scovare!
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INFO DI SERVIZIO:

PER IL MOMENTO NON STO METTENDO IN VENDITA SU ETSY I FILATI TINTI CON PIGMENTI NATURALI, LI RISERVO PER I PROBABILI MERCATINI D'AUTUNNO, MA SE A QUALCUNO INTERESSANO SCRIVETEMI!!

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