Viaggiatori italiani

_The Physiology of Love and Other Writings_ is the first English annotated collection of Mantegazza’s selected works. In my extensive introductory essay, Mantegazza’s hybrid contributions from fiction, travel-writing, and ethnography to physiology, medicine, and politics are reevaluated as instances of a proto-cultural-studies approach attuned to the cross-fertilization of disciplines and the circulation of ideas in a period of European intellectual history that defied the notion of specialization.
Table of contents:
The Physiology of Love
And Selections from:
On The Hygienic and Medicinal Virtues of the Coca Plant and on Nervine Nourishment in General
One Day in Madeira
A Voyage to Lapland with my Friend Stephen Sommier
India
Epicurus: Essay in a Physiology of the Beautiful
The Neurosic Century
The Tartuffe Century
Head: Or, Sowing Ideas to Create New Deeds
Political Memoirs of a Foot Soldier in the Italian Parliament
The Year 3000: A Dream
The Psychology of Translation

Da Roma a Mosca, per poi salire a bordo dello «smisurato serpente» della Transiberiana e infine approdare in Mongolia. Transiberiana è il reportage ricco di foto e illustrazioni di un viaggio lungo 13 mila chilometri che valica i confini geografici e culturali che separano Occidente e Oriente. Lo scrittore ci conduce tra le sconfinate terre russe e la civiltà mongolica e ci porta con lui nei vagoni della ferrovia più lunga del mondo, l’infrastruttura faraonica che fu costruita anche grazie al contributo delle maestranze friulane, fatto noto più in Russia che in Italia e rievocato in queste pagine. Luoghi e popoli così distanti non sono mai stati tanto vicini. Un libro dal linguaggio evocativo. Un libro carico di immagini poetiche. Un libro alla scoperta dell’esotico, “selvaggio” e più autentico Oriente.

Un ampio saggio di Francesco Giuliani introduce il testo odeporico "Lo sperone d'Italia" di Francesco Dell'Erba (Vieste, 1866- Napoli, 1952), riprodotto integralmente. Lo scritto è dedicato al Gargano d'inizio Novecento. Dell'Erba,  giornalista e scrittore di notevole rilievo, attivo a Napoli nella prima metà del secolo scorso, è noto anche per una sua intervista a Benedetto Croce.

Tra i viaggiatori europei dell'epoca Pietro della Valle rappresenta una eccezione 1 . Né mercante, né ambasciatore, né missionario, e pertanto libero dai condizionamenti di un ruolo e da compiti o interessi ben precisi, egli ha potuto lasciare, grazie anche alla sua solida formazione intellettuale, quello che è considerato il migliore resoconto della Persia safavide. L'adolescenza di Pietro fu quella di un nobile patrizio romano e come tale fu educato: giurisprudenza, studio delle lingue classiche, musica e poesia 2 . Tuttavia una svolta decisiva e determinante per il futuro del ventitreenne della Valle fu rappresentata dal suo soggiorno a Napoli dal 1609 al 1614. In questi cinque anni, tramite l'amico Mario Schipano, medico ed esperto di arabo e di turco, Pietro entrò in contatto con una serie di studiosi ed eruditi, tra i quali Giovan Battista della Porta, il matematico Nicola Antonio Stelliola, il botanico Fabio Colonna e con il viaggiatore Giovan Battista Vecchietti e l'orientalista Diego de Urrea Conca, inviato a Napoli nel 1611 come funzionario della corte vicereale ed esperto di arabo, turco e persiano, in seguito alle conversazioni con i quali cominciò ad interessarsi di Oriente.

A partire dall'analisi di un carteggio inedito, si è tracciata la biografia di Felice De Vecchi: viaggiatore, artista e patriota milanese vissuto tra il 1816 e il 1862. Tra il 1841 e il 1842 intraprese un viaggio nelle regioni del Vicino Oriente (Turchia, Persia, India, Egitto) insieme al viaggiatore e naturalista Gaetano Osculati, riportando un corposo racconto rimasto in parte  inedito fino al 2016 (Felice De Vecchi, Giornale di Carovana. Brano di un viaggio nell’Armenia, Persia, Arabia ed Indostan fatto negli anni 1841–42, a cura di Bitto Alice, Luni Editrice, 2016, 2 voll.).

Francesco Negri e le edizioni della sua opera Viaggio settentrionale "Mi stimolò sempre fin dai primi anni il genio curioso inseritomi dalla natura a far qualche gran viaggio per osservar la varietà di questo bel mondo"j, inizia così 1'avvertenza "A chi legge" posta dal sacerdote ravennate Francesco N egri (1623-1698) all'opera Viaggio Settentrionale, pubblicata postuma nel 1700 e narrante il suo viaggio in Scandinavia. Poco oltre egli cita un pensiero di S. Basilio Magno, secondo il quale il mondo è come un libro dove ogni foglio mostra la gloria di Dio, e aggiunge "[ ... ] però risolsi, poiché io non mi conosceva abile a legger tutto questo gran volume, di leggerne almeno un foglio,,2. Ma se il foglio che Negri poteva leggere di questo libro era uno solo, allora esso doveva almeno essere "il più curioso e meno praticato da altri,,3 e così scelse la Scandinavia motivando la preferenza data a questa parte del mondo con le seguenti ragioni. La Scandinavia si estende fino alla zona glaciale, dove la notte è continua per due mesi e il giorno per altri due, dove a causa del freddo non può crescervi nessun frutto, ma dove, nonostante tutto ciò, vivono delle persone. Paese straordinario, e degno, quindi, di essere visitato e studiato, eppure finora trascurato dagli esploratori di cui mancano resoconti oculari perché, nota con rammarico Negri, gli europei preferiscono osservare il lontano Oriente o il Nuovo Mondo tralasciando di conoscere proprio quello che è a loro più vicino. Riguardo ad un tale comportamento degli europei, considerato stranamente anomalo dal nostro candido autore, si potrebbe controbattere con la citazione da Plini0 4 , che egli stesso riporta molto più avanti nella sua opera, cioè che i più: "lucri, non scientiae causa navigant".5

Il pellegrinaggio è un bisogno insito nel più profondo dell’anima religiosa dell’uomo per la volontà a onorare un luogo già santificato. Il Cristianesimo ne ha consentito la diffusione e la sua evoluzione è avvenuta soprattutto nel Medioevo, producendo la ricerca di reliquie di santi che attualizzavano la presenza di Dio e che assolveva alla funzione di compiere miracoli. Le crociate hanno contribuito in modo determinante allo sviluppo del fenomeno del pellegrinaggio, anche se armato, spostando masse di genti e consentendo la nascita e l’espansione degli ordini monastico cavallereschi sorti a difesa della cristianità. Questo movimento di uomini avvenne anche attraverso quella che è stata battezzata Via Francigena, un itinerario ininterrotto tra Canterbury e Santa Maria di Leuca che s’incrocia con il Cammino di Santiago e prosegue via mare per Gerusalemme, costellato da una miriade di percorsi e santuari minori. In questo contesto la Puglia divenne una terra di frontiera e di passaggio per l’Oriente. Questi gli argomenti analizzati nel volume, suddiviso in sei saggi che a fattor comune sviluppano il tema del pellegrinaggio nell’Età antica e nel Medioevo, con particolare riferimento alle mete delle peregrinationes maiores e con grande attenzione al culto giacobeo. In successione, sono esaminati i percorsi pugliesi della Via Francigena del Sud riportando le testimonianze pervenuteci dai viaggiatori medievali che hanno attraversato la regione descrivendone il territorio. Un intero capitolo espone sinteticamente le vicende degli ordini monastico cavallereschi e la presenza delle loro domus e pertinenze in Puglia. L’ultimo capitolo propone un cammino giacobeo itinerante sviluppato in Terra d’Otranto, che si sofferma dove sussiste una qualsiasi testimonianza di devozione al santo spagnolo, comprese quelle in cui dove egli è rappresentato nelle scene di Cristo con gli altri Apostoli o associato al culto mariano.
Una nuova occasione di riscoperta del fascino del pellegrinaggio e conoscenza del territorio salentino.
Prologo e indice. Il volume è disponibile su Amazon

Catalogo della mostra tenutasi a Rho (Mi) dal titolo "Giornale di Carovana. L'Oriente attraverso gli occhi di un patriota milanese dimenticato: Felice De Vecchi". Raccontato, attraverso disegni e oggetti riportati da Felice De Vecchi, il viaggio intrapreso nel Vicino Oriente tra il 1841 e il 1842 insieme all'esploratore Gaetano Osculati.

Sebbene la storiografia ufficiale consideri il 1585 l'anno in cui i primi Giapponesi giunsero in Italia, in realtà già 30 anni prima si ha notizia di un giovane convertito di Kagoshima, in visita alla Città Eterna ove giunse dopo un viaggio di due anni. Particolarmente interessante il diario del giovane fiorentino Francesco Carletti, che soggiornò in Giappone quasi un anno, da Giugno del 1597 al mese di Marzo 1598.

Carte di viaggio. Studi di lingua e letteratura italiana, Pisa-Roma (Italy), nr. 6, pp.67-98.
Edizione commentata di 16 lettere inviate dal marchese Orazio Del Monte e dal protomedico Cesare Macchiati al cardinale Decio Azzolino junior durante il secondo viaggio (1666-1668) in Svezia della regina Cristina. Le lettere editate descrivono il viaggio da Amburgo in Svezia e ritorno della corte della regina (aprile-giugno 1667).

Nel dicembre del 1834 Francesco di Manzano, insieme all'amico Sebastiano Paciani di Cividale, visitò Porcia, Pordenone, Panigai di Pravisdomini, Sacile, Ceneda, Serravalle, Colle Umberto, Conegliano, Belluno, Feltre, Vicenza e altre località minori, lasciando brevi e frettolosi appunti su quanto aveva visto.

Se una notte d'inverno... Viaggi e viaggiatori nel Friuli Occidentale tra la metà del '600 e gli inizi dell''800 di Alessandro Fadelli Uno stereotipo abbastanza diffuso nell'immaginario collettivo -ma che talvolta affiora anche negli storici, soprattutto in quelli impegnati nella storia localevuole che la gente del passato si muovesse poco o nulla, che vivesse la propria vita sempre all'ombra del campanile, senza spostarsi mai, o quasi mai, dal luogo natio. Colpa della scarsità o della mancanza di mezzi di trasporto, si dice, della situazione disastrosa delle strade e dei ponti, dei tanti pericoli del viaggiare, dell'economia e della stessa mentalità del passato, chiuse e autarchiche, che costringevano a stare nel paesello dalla culla al camposanto. Uno stereotipo e null'altro, visto che nei tre secoli dell'età moderna (ma anche nel Medioevo...) il viaggio non era poi così raro come si pensa. Certo, non erano pochi quelli che trascorrevano davvero la loro vita senza avventurarsi al di fuori del rassicurante -davvero rassicurante? -abbraccio del villaggio natio; molti compivano poi solo qualche raro viaggio di una certa rilevanza nel corso della loro esistenza. Ma c'era anche chi si spostava con una certa frequenza per le più svariate ragioni -ne vedremo più avanti qualche esempio -e percorreva, da solo o in compagnia, itinerari di diversa lunghezza e durata. A dorso di cavallo -i più fortunati -oppure di mulo o asino, su carri, carretti, carrozze, calessi e birocci vari trainati da bovini ed equini, talvolta su barche o navi a remi oppure a vela, ma soprattutto a piedi, le persone percorrevano i pochi chilometri che separavano il proprio villaggio dal mercato della vicina città, dal palazzo del nobile che aveva affittato loro dei terreni o dal santuario meta di pellegrinaggio, solo per citare qualche destinazione. E poi c'era anche chi intraprendeva viaggi più lunghi e impegnativi, per recarsi magari a Udine dal luogotenente della Patria del Friuli oppure a Venezia per propugnare cause, suppliche e istanze private o pubbliche, alla sede diocesana di Portogruaro per affari religiosi, a qualche santuario lontano, magari a Roma, per sciogliere voti o per aderire al Giubileo di turno. Se per percorrere qualche chilometro ci si potevano impiegare varie ore a piedi, e nemmeno l'uso di animali poteva ridurre più di tanto i tempi, per viaggi più lunghi ci si mettevano giornate intere o addirittura più giorni, con soste in locande o con sistemazioni di fortuna, sicché il viaggio di soli cento o cinquanta chilometri diventava un'esperienza "forte".

I viaggiatori e i mercanti veneti che nei secoli passati visitavano i lontani paesi dell’Oriente per trovare nuovi sbocchi ai loro traffici ci hanno lasciato un ricco patrimonio di scritti, di diari, di resoconti, di memorie, anche personali, che oltre ad essere un insostituibile materiale di studio, si sono rivelati una lettura spesso interessante e talvolta anche affascinante. Dalle vivaci e spesso fantasiose relazioni dei viaggiatori veneziani in India dal Duecento al Settecento, Alessandro Grossato ha tratto un interessante volume, che traccia un preciso e sovente anche pittoresco panorama delle storie locali, delle tradizioni, delle usanze, dei costumi dei popoli della penisola indiana. Questi viaggiatori, da Marco Polo ad Angelo Legrenzi, attraverso le notizie attinte nelle loro relazioni, ci tramandano l’immagine di una antichissima civiltà e, indirettamente, dell’atteggiamento e della mentalità dei cittadini della Serenissima Repubblica nei confronti di essa.

Leonardo da Vinci showed a remarkable interest in foreign (non-Western) habits and customs in many aspects of his life and professional training. Not only did he try to be employed as a civic engineer by the Turkish Sultan, for whom he imagined an epic bridge to be built in order to unite Europe and Asia, from Pera to Costantinople, but he also produced a corpus of dream-like writings, rich in prophetic imagery, in which some punctual references to the cultural geography of the Mediterranean area recur.

Viaggiatore, ma soprattutto artista, Boggiani fu affascinato dal mondo degli indios, dalla loro arte, dal loro modo di vivere. Attraverso il disegno, la pittura e la fotografia, ma anche scoprendo l'importanza del capire la loro lingua, cercò di conoscerli e di "impossessarsi" delle immagini che avrebbe potuto portare anche a chi non li aveva visti. È così che questi due mondi entrano in contatto, si influenzano reciprocamente e rappresentano la ricerca di se stessi nell'altro.

Un saggio, corredato dal testo, sull'opera del pugliese Nicola Serena di Lapigio, che nel 1915 visita le isole Tremiti, descrivendo la vita dei 'coatti', mandati lì al confino. Uno scritto molto emblematico del periodo, oltre che ricco di motivi di attualità

Biografia e scritti inediti del naturalista Giorgio Santi, professore di Scienze Naturali all'Università di Pisa, Direttore dell'Orto Botanico, autore dei tre tomi "Viaggio al Monte Amiata". Il suo rapporto con Pienza, la "città che mi fu patria", in cui morì nel 1832.

1863, in conseguenza della diffusione della pebrina, malattia epidemica che compromise gravemente la gelsicoltura e la sericoltura lombarde dagli anni centrali del XIX secolo, una comitiva di commercianti milanesi tentò un viaggio alla volta di Bukara per avviare nuovi affari. Si trattava di Riboldi, esperto nella conservazione dei bachi da seta, il conte Pompeo Litta Biumi Resta, Ferdinando Meazza, uno dei maggiori importatori di semi – bachi e produttore di seta di Milano, Modesto Gavazzi. Tale impresa è ricordata più che altro per il suo infausto epilogo: una volta raggiunta la meta il gruppo venne fatto  prigioniero dietro una presunta accusa di spionaggio.
Oltre al resoconto redatto da Modesto Gavazzi, a rivelarci i dettagli e lo svolgersi di questo viaggio, rimangono alcune lettere scritte dal conte Litta nel corso dell’itinerario e indirizzate ai famigliari. Tali scritti, mai prima pubblicati o divulgati, sono stati conservati e raccolti da questi ultimi in un piccolo quaderno, insieme a diversi documenti, come memoria del personaggio dopo la sua scomparsa il 17 maggio 1881.

Following upon a fascinating session at the Urban History Conference in Lisbon we would like to piece together an essay collection on early modern travel behaviour. The aim is to look beyond the traditional Grand Tour by revealing new, pioneering types of travelling, by identifying new sorts of travellers (middle or lower class, females, servants, young and old); or by analysing the traditional Grand Tour from a new point of view. Papers with an urban perspective are especially encouraged, as well as papers on the seventeenth century. Paper proposals may be forwarded to the editors ([email protected]; [email protected]; [email protected]) before 30 September. Enclosed is the original CFP

The ms. 2911 of the Biblioteka Jagiellońska in Krakow is a late 16th-century collection of prayers and devotional writings with literary ambitions. This collection is made up mostly of prayers, but also of octaves and ternary chapters on religious subjects. The most interesting part is contained in the final papers of the manuscript, in which some biographical notes appear. These notes inform about the famliar life for the period 1594-1601 of the owner and partial writer of the manuscript, the Venetian Pietro Franco. He emigrated from Veneto to Krakow with his brother Paolo on an unspecified date, in the last thirty years of the 16th century. The story of the Franco brothers is paradigmatic of the Italian reformed religious culture (or in any case close to the reformed circles) at the end of the Renaissance and of the lives of the Italians in Poland.

Ernest Hemingway, James Joyce, Sylvia Beach, Anne Berthier, Cristina di Belgiojoso, Alfred Dreyfus, Balzac, Picasso, Max Jacob, Gertrude Stein, Suzanne Valadon, Utrillo, Camille Claudel …e altro ancora - Una raccolta di scritti pubblicati sul blog
https://lenonrecensioni.blogspot.com/

Call for Papers

Nel centenario della prima edizione della raccolta di saggi “Old Calabria” di Norman Douglas dedicati al viaggio nell’Italia Meridionale, il Dipartimento Architettura e Territorio dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria
promuove un convegno dedicato all’esplorazione del territorio meridionale da parte di viaggiatori (letterati, artisti, mercanti, industriali, militari, collezionisti, antropologi) italiani e stranieri che dagli albori dell’Unità d’Italia agli sconvolgimenti della Grande Guerra furono testimoni di un lento, ma profondo cambiamento che mutò l’antica solitudine di quei luoghi.
L’obiettivo del convegno mira non solo a valorizzare l’opera letteraria di Douglas come fonte documentaria del paesaggio archeologico e architettonico e del contesto sociale, ma anche la letteratura di viaggio prodotta in questo particolare periodo della storia istituzionale italiana quale testimonianza diretta di vivo interesse per la conoscenza e la descrizione delle trasformazioni urbane e architettoniche, oltre che sociali e antropologiche della Calabria.
Si darà priorità a proposte di contributi su inedite relazioni di viaggio, sulla natura e sui nuovi significati del viaggio in terra calabra fino ad allora luogo di passaggio e di transito obbligato di un itinerario rivolto verso le mete siciliane.


Richiesta di contributi

Le relazioni avranno una durata di 20 minuti e potranno essere presentate in lingua italiana e straniera.
Le domande di partecipazione dovranno comprendere i dati del proponente, l’eventuale sede istituzionale di afferenza, il titolo della relazione e un abstract di non oltre 500 parole.
Le domande dovranno essere inviate, entro il 30 luglio 2015 all’indirizzo di posta elettronica: [email protected]. La partecipazione al convegno prevede un costo di iscrizione di euro 50.

"La risposta dell’emir doveva arrivare verso il 19 giugno; quel giorno era passato, e ci attendevamo d’ora in ora a riceverne l’avviso, quando il 21, verso le tre del pomeriggio, compare allo stabilimento un segretario del toxabai, seguito da alcune sue guardie dall’abito rosso, per dirci che il toxabai attende tutti nella casa di Giovacì-bey, suo fratello, e tosto. Ci rechiamo al caravan-serai per cambiar d’abiti, e là troviamo Meazza che aveva avuto lo stesso invito per lui e per tutte le persone al nostro seguito. Dal caravan-serai ci scortano fino alla casa di Giovacì-bey il segretario, le toghe rosse e le guardie del caravan-serai. Fatti entrare nella sala ove attendevano il ministro e i suoi consiglieri, quegli ci domanda della salute nostra, delle occupazioni, degli acquisti, poi se desideriamo prendere una refezione. Rispondiamo che, se è duopo accettare, accettiamo, ma nel momento non ne proviamo il bisogno. Disse che non si poteva rifiutare e ci invita a passare in una camera che sboccava nello stesso cortile, davanti la quale si stava costruendo un muro onde segregarla dalle altre. Attraverso il cortile ci seguono tutte le guardie e le altre persone che assistevano a quella scena, entrano con noi nella camera, e poco dopo, per mezzo dei nostri interpreti, che il toxabai aveva fatto richiamare, ci annuncia l’arresto senza far cenno del perchè."

Salt is the main source of sodium in the human diet, which is involved in the control of blood pressure and volume and is essential for muscle function. The use of salt in antiquity is still a little debated issue: processing and consumption of sodium chloride, in fact, are difficult to prove archaeologically even where there are salt sources in the surrounding area. This paper explores the role of salt resources and landscapes in archaeological/textual data and travel memoirs.

In questo studio si vuole rilevare l'attività di Viaggiatori, studiosi, militari, giornalisti e pittori italiani alla ricerca del 'vicino orient' in Albania, nei primi decenni del Novecento e la descrizione di paesaggi e monument. Ed ognuno in base alla propria cultura e ai propri interessi ne dà una particolare descrizione che aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza del Paese delle aquile ancora del tutto sconosciuto in Italia nonostante la vicinanza geografica. Molti ritrovano e sottolineano alcune caratteristiche di lunga durata, che spesso si rispecchiano nelle tecniche costruttive delle costruzioni religiose che perdurano nel tempo e travalicano le diverse dominazioni succedutisi.

La Storia delle religioni e la sfida dei pluralismi Atti del Convegno della Società Italiana di Storia delle Religioni -Roma, Sapienza, 8-9 aprile 2016 MORCELLIANA © 2017 Editrice Morcelliana Via Gabriele Rosa 71 -25121 Brescia Prima edizione: luglio 2017 Volume pubblicato dal Dipartimento di Storia, Culture, Religioni. Con il contributo di: Società Italiana di Storia delle Religioni. I saggi contenuti nel volume sono stati sottoposti a procedura di peer review. www.morcelliana.com I diritti di traduzione, di memorizzazione elettronica, di riproduzione e di adattamento totale o parziale, con qualsiasi mezzo (compresi i microfilm), sono riservati per tutti i Paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo di periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall'art. 68, commi 4 e 5, della legge 22 aprile 1941, n. 633. Le fotocopie effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da CLEARedi, Centro Licenze e Autorizzazioni per le Riproduzioni Editoriali, Corso di Porta Romana n. 108, 20122 Milano, e-mail [email protected] e sito web www.clearedi.org.

As a mode of travel, interaction, and experience, tourism has become an integral part of all societies, eliciting poignant, complex responses. The course will go through interactions and mobilities to examine the categories and meanings by which tourism impacts people’s lives. While we are maintaining a Hawaiian, Pacific Island focus, case studies are taken from around the world in particular from Europe to explore the social, ethical, cultural, semiotic and ecological outcomes of such touristic processes, including the psycho-cultural motivations, and issues related to globalization, economic development, cross-cultural communication, ethnicity, nationalism and gender.

Tourism is a uniquely situated prism through which we can examine a fascinating range of issues such as cultural representation, identity, space/place, embodiment, development, inequality, globalization and cultural and environmental change. This stacked course offers students an opportunity to critically examine these contexts primarily using theoretical frameworks from anthropology, geography, and cultural studies.

ANTH 316 Highlights
1) writing-intensive; 2) weekly blogs; 3) zero-textbook-cost.

In addition to theorizing tourism practice, the participation of graduate students in this stacked course will allow undergraduate students to consider these issues in relation to ethnographic fieldwork—the cornerstone of cultural geography and anthropology—and the study of touristic phenomena. Graduate students not just will act as mentors to undergraduates and facilitate discussions throughout the semester but will be presenting to the class their ethnographic research project on a topic related to their interests.

ANTH 610 Highlights
1) ethnographic research; 2) critical précis; and 3) peer-reviewed academic publishing.

Le conclusioni del "libro bianco" della mobilità sostenibile e del turismo lento, attraverso gli itinerari, le rotte, i cammini e le ciclovie. Un compendio e un manuale imprescindibile per chiunque si occupi di valorizzazione dei territori.
A cura di Simone Bozzato, Federico Massimo Ceschin e Gaia Ferrara.

Nel Museo di Lanuvio  è disponibile il filmato, in formato dvd, dell'evento che si è tenuto il 9 Giugno 2012 a Villa Frediani- Dionigi, per celebrare il bicentenario dell'opera "Viaggi in alcune città del Lazio che diconsi fondate dal Re Saturno" di Marianna Dionigi



In questa occasione vi è stata la presentazione del libro di Antonello Ricci "La scrittura di viaggio di Marianna Dionigi. Una archeologa e pittrice di paesaggio, dai salotti della Roma napoleonica alle città della Ciociaria".
Durante la presentazione sono intervenuti l'autore del libro, il dott. Luigi Galieti (Sindaco di Lanuvio), il dott. Alessandro De Santis (Consigliere delegato alla Cultura del Comune di Lanuvio), la dott.ssa Giuseppina Ghini (funzionario della Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio), il dott. arch. Daniele Baldassarre (esperto di mura poligonali), e il dott. Luca Attenni (Direttore del Museo Civico Lanuvino) in veste di moderatore.

L'evento, riproposto all'interno del presente video in versione ridotta, si è svolto proprio all'interno della residenza lanuvina che la letterata elesse a luogo di rifugio e raccoglimento fino ai suoi ultimi giorni di vita.

Per dettagli sull'evento cliccare qui

Realizzato da Alessandro Grassi e Luca Attenni con il contributo della legge regionale n° 42 del 1997.

2012 - durata 42 min.

Per informazioni rivolgersi al direttore del Museo Civico Lanuvino dott. Luca Attenni
tel: 06/93789237 e-mail: [email protected]

This article looks at the connection between intertextuality and the definition of mirabilia (wonders) in the Itinerarium Symonis Semeonis, a work that recounts the pilgrimage to the Holy Land made by the Irish Franciscan Symon Semeonis in 1323-1324. The article first presents the work's textual tradition and then goes on to describe the narrative, including the most important aspects of each leg of the journey. Finally, three instances of intertextuality (two of which have not been noted until now) are analyzed philologically in order to shed light on the concept of mirabilia and the way that Symon Semeonis went about writing his work.

Riassunto: L’Egitto, per la sua storia e cultura millenaria, ha attratto fin
dall’Antichità viaggiatori e mercanti provenienti da paesi anche molto lontani
dal continente africano. In realtà conosciamo la lingua e la storia di questa
antica civiltà da meno di 200 anni, da quando un giovane filologo francese J.-
F. Champollion scoprì la chiave di lettura della scrittura geroglifica. A partire
dalla spedizione napoleonica del 1799 si riaccese l’interesse per questo
popolo del passato, scatenando in Europa i primi effetti di quella che divenne
una vera e propria egittomania. Ma prima di questa riscoperta, favorita dalle
splendide tavole della Description de l’Égypte, redatta dai savants al seguito
di Napoleone, come era visto l’Egitto? Perché viaggiare in un paese che ormai
da secoli aveva perso il ruolo di centro culturale del Mediterraneo, svolto
nell’Antichità? I primi viaggiatori in Egitto furono ovviamente gli Egizi stessi
che, verso la fine della loro civiltà, potevano vedere nel loro paese vestigia
antiche già di migliaia di anni, ma è sul periodo tra Cinquecento e Settecento
che focalizzeremo la nostra attenzione. In questi tre secoli in particolare, si
potranno individuare infatti quattro categorie di viaggiatori: il mercante, il
pellegrino, lo scienziato e, anche se piuttosto raro, il viaggiatore per diletto.
Attraverso alcuni esempi di viaggiatori italiani dell’epoca cercheremo di
“vedere” l’Egitto attraverso le loro esperienze e le loro parole: vedremo così
nascere i prodromi di quella che sarà l’Egittologia e l’Egittomania. Non si
tratterà dunque di un’analisi letteraria o filologica dei testi, ma della ricerca
di quegli aspetti che porteranno lentamente alla riscoperta della civiltà egizia
attraverso i tesori celati e trafugati nelle tombe o dall’osservazione dei
monumentali templi e delle piramidi.