Santa Sede

Ante los retos que plantea la Sociedad digital, este trabajo pretende abordar las principales características de dicha problemática, haciendo especial énfasis en los pronunciamientos más recientes del pensamiento de la Iglesia Católica.

Palabras Clave

Sociedad de la información; Digitalización; Globalización; Brecha digital;  Etica de la Comunicación, Santa Sede.

Parte I: La legislazione archivistica della Santa Sede
La «Legge sugli Archivi della Santa Sede» // La Commissione Centrale per gli Archivi della Santa Sede // Gli Organi di conservazione permanente // La formazione del personale che lavora negli archivi della Santa Sede // La consultabilità dei documenti // Storia delle aperture alla consultazione
Parte II: L’Archivio Segreto Vaticano, archivio centrale della Santa Sede
Storia dell’Archivio papale: l’archivio antico // Verso un archivio centralizzato // L’Archivum Novum: nascita dell’Archivio Segreto Vaticano // L’Archivio Segreto Vaticano dal XVII secolo alla fine dello Stato pontificio // L’apertura dell’Archivio Segreto Vaticano agli studi storici e il XX secolo // L’Archivio Segreto Vaticano oggi // Il patrimonio documentario dell’Archivio Segreto Vaticano // Gli archivi degli organismi della curia romana // Gli archivi delle rappresentanze pontificie // Gli archivi dei concili // Gli archivi di famiglie e di persone // Gli archivi ecclesiastici // Gli archivi miscellanei

Edith Stein (1891-1942), una intellettuale cristiana di origine ebrea, uccisa ad Aushwitz, tra le più significative promotrici dei diritti delle donne nel XX secolo. Il saggio riproduce la lettera che Stein scrisse a papa Pio XI nel 1933, sollecitando un intervento (che non ci fu) contro la politica anti-ebraica di Hitler. Una lettera nobilissima, che induce a riflessioni non solo storiche, ma anche per il presente.

Estratto di tesi di laurea magistrale in Giurisprudenza in Diritto Ecclesiastico, che analizza l'argomento della sussistenza di una forma di continuità giuridica e politico-statuale tra l'antico Stato Pontificio e lo Stato della Città del Vaticano sorto nel 1929. Dall'analisi storica si perviene poi alla conclusione circa una forma di "deminutio" del potere temporale pontificio che, in una misura non trascurabile, ha perpetuato sé stesso pur nella trasformazione delle sue istituzioni.

Pour comprendre l’activité diplomatique du Saint-Siège, il convient tout d’abord d’étudier les conferences de Vienne. Le Saint-Siège a été pleinement associé, en raison même de sa personnalité juridique internationale, à toutes les conférences de Vienne ayant trait à la codification du droit internationale. On peut voir que le Saint-Siège et les représentants pontificaux ont apporté une contribution significative à la codification du droit diplomatique.

SOMMARIO: 1. Segreteria di Stato della Santa Sede 2. La nunziatura apostolica 2.1 Gli agenti diplomatici pontifici 3. Le funzioni dei rappresentanti pontifici 3.1 Le funzioni politico-diplomatiche 4. L'attività bilaterale: il concordato come strumento diplomatico 5. L'attività diplomatica multilaterale: la Santa Sede nelle Organizzazioni Internazionali 6. Il diritto di legazione passivo: casi particolari sulle modalità di accreditamento 7. Immunità, privilegi e prerogative degli agenti diplomatici accreditati presso la Santa Sede 1. Segreteria di Stato della Santa Sede L'origine storica della Segreteria di Stato si colloca nel XV sec., periodo in cui fu istituita la Secreteria Apostolica con un ruolo preminente del Secretarius Domesticus. Leone X istituì un altro ufficio, Secretarius intimus 1 , in aiuto al Cardinale che assunse la direzione degli affari di Stato e allo scopo di mantenere la corrispondenza con i nunzi apostolici, che allora andavano istituendosi con attribuzioni diplomatiche in forma stabile. A partire dal Concilio di Trento, la Segreteria di Stato inizia ad assumere i connotati di quella attuale. Nel 1814, Pio VII (1800-1823) diede origine alla Sacra Congregazione degli Affari Ecclesiastici Straordinari, ampliando la 1 Il Secretarius intimus, detto anche Secretarius Papae o maior, fu per lungo tempo quasi sempre un Prelato, non di rado insignito della dignità vescovile. Soltanto dall'inizio del pontificato di Innocenzo X all'alto ufficio fu chiamato un personaggio già rivestito della porpora e non appartenente alla sua parentela. Innocenzo XII abolì definitivamente l'ufficio del Cardinale nipote, e il Cardinale Segretario di Stato ne assunse da solo i poteri.

SOMMARIO: 1. La formazione di un corpo diplomatico 2. Le prime missioni permanenti 3. Dal Trattato di Westfalia al Congresso di Vienna 4. L'era contemporanea 1. La formazione di un corpo diplomatico Fin dalle origini della Chiesa e ancor prima dell'uso del potere temporale, il papato ha inviato suoi rappresentati per mantenere costanti contatti con le differenti realtà ecclesiastiche geograficamente lontane da Roma. Caratteristica principale della politica papale consisteva nel mantenere l'unità cristiana sotto la sovranità spirituale ed il primato della Santa Sede. Durante il IV sec. le funzioni di rappresentanza furono assegnate alla figura dei Vicarii Apostolici 1 , vescovi residenti in un particolare territorio che, oltre ad esercitare il loro potere ordinario, erano rivestiti di poteri speciali sugli altri vescovi, esercitando altresì il diritto di legazione interna, quasi analogamente a quello dei delegati apostolici attuali 2 .

Esta monografía analiza las relaciones del poder militar estadounidense y la diferentes confesiones religiosas existentes en Cuba entre 1899 y 1902, años de la ocupación norteamericana de la Isla. Durante ese tiempo, Washington dirigió todos los ámbitos de la vida cubana: desde la política a la economía, la administración pública o la milicia… ¿También la religión? Esta investigación responde a esa pregunta y aclar otras. Por ejemplo, las negociaciones de la Iglesia católica y el Gobierno interventor, la actividad proselitista de los credos reformados o el resurgimiento de la masonería. El libro se basa en documentación del Archivo Secreto Vaticano, the Library of Congress y National Archives (EE. UU.) además de fondos diplomáticos españoles conservados en el Archivo Histórico Nacional.

Attraverso le pagine della mia tesi di laurea triennale in storia ricostruisco la vicenda del clero italiano nella Grande guerra, sia dal punto di vista dei vertici ecclesiastici (Santa Sede e "Chiese nazionali") sia da quello dei numerosi cappellani militari e preti-soldati impegnati al fronte.

Francesco Borgongini Duca e l’archivio della Nunziatura Apostolica in Italia (1929-1939):
I. Francesco Borgongini Duca (1884-1954) // II. Francesco Borgongini Duca, nunzio apostolico in Italia (1929-1953) // III. L’archivio della Nunziatura Apostolica in Italia

«Due to the absence of His Eminence».
The government of the diocese of Naples during the exile of cardinal Giuseppe Maria Capece Zurlo (1799-1801) ____________________________________________________________________________________________________________________________

Among the most famous victims of the first Bourbon Restoration after the fall of the Neapolitan Republic of 1799, there was, without doubt, the old cardinal Giuseppe Maria Capece Zurlo, archbishop of Naples (1782-1801). On the basis of unpublished archival sources, the author attempts to reconstruct carefully the period of Capece Zurlo’s exile in the abbey palace in Loreto of Montevergine and its serious consequences for the government of the archdiocese of Naples, temporarily entrusted to the pastoral care of Vincenzo Maria Torrusio, bishop of Capaccio and vicar general cum omnimoda potestate. In the present research also illustrates how the forced resignation of Capece Zurlo and the appointment of his successor had caused an attrition of the diplomatic relations between the Kingdom of Naples and the Holy See in the early nineteenth century.
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Tra le vittime più illustri della prima Restaurazione borbonica dopo la caduta della Repubblica Napoletana del 1799 vi fu, senza dubbio, l’anziano cardinale Giuseppe Maria Capece Zurlo, arcivescovo di Napoli dal 1782 al 1801. Sulla base di fonti archivistiche inedite, l’autore tenta di ricostruire accuratamente il periodo dell’esilio di Capece Zurlo nel palazzo abbaziale di Loreto di Montevergine, rivelatosi carico di conseguenze per il governo dell’arcidiocesi di Napoli, temporaneamente affidata alle cure pastorali di Vincenzo Maria Torrusio, vescovo di Capaccio e vicario generale cum omnimoda potestate. Nel presente studio, inoltre, viene evidenziato come le forzate dimissioni di Capece Zurlo e la nomina del suo successore avessero contribuito a logorare le relazioni diplomatiche tra il Regno di Napoli e la Santa Sede agli albori del XIX secolo.

Parolin, sollecita qualche spunto di riflessione sullo status di "Stato osservatore" presso una Organizzazione internazionale e sul possibile mancato rispetto dei principi ispiratori dell'Organizzazione internazionale da parte, appunto, dello Stato "osservatore". A necessario chiarimento della vicenda oggetto del "Decreto Singolare", molto brevemente in fatto, si ricordano i termini della questione che ha dato luogo alla emanazione del detto "Decreto". La Comunità Monastica di Bose è un'Associazione privata di fedeli istituita a norma del Codice di Diritto Canonico (can. 299, par. 2) con sede a Magnano, della Provincia e Diocesi di Biella, iscritta nel Registro delle Persone giuridiche presso la Prefettura di Biella, riconosciuta con Decreto del Vescovo di Biella Monsignor Massimo Giustetti in data 11 luglio 2001. Con lettere datata 30 novembre 2019 Prot. 1569/SdS/2019) a firma del Segretario di Stato, veniva notificata all'allora Priore la visita apostolica presso la Comunità, disposta dal Pontefice. All'esito della detta visita apostolica veniva emanato il "Decreto Singolare" in commento e della cui conformità a quanto previsto dalla CEDU è legittimo porsi più di qualche interrogativo.

Il primo contatto di Genova con la Compagnia di Gesù risale al 1552 ma solo nel 1623 l’ordine di Sant’Ignazio riuscì ad individuare in via Balbi la sede definitiva per il Collegio.
Questo lungo lasso di tempo trova spiegazione in un difficoltoso processo di insediamento che vide i Gesuiti scontrarsi non solo con gli altri ordini religiosi, ma anche con il clero e con il governo della Repubblica: oggetto di critiche furono non solo i metodi dell’ordine, ma anche la dottrina in materia di usura, la diretta dipendenza dal Papato e gli intensi legami con la nobiltà spagnola.

Per capire la posizione della Santa Sede nei confronti dell'unificazione italiana -processo che si compie a scapito proprio dello Stato pontificio, che viene dapprima occupato dalle truppe piemontesi e poi sottratto al dominio temporale attraverso i plebisciti popolari -va fatto un passo indietro all'inizio delle guerre d'indipendenza, risalendo al momento esatto della "frattura" tra patrioti e cattolici, tra gli italiani che avrebbero combattuto per la riunificazione e quelli che, per obbedienza al papa, dovettero rinunciare e anzi opporsi al sogno che fino ad allora era stato patrimonio comune della penisola. Il punto d'inizio del caso di coscienza 1 che caratterizzerà l'italiano cattolico e il cattolico italiano per settant'anni, fino ai Patti Lateranensi del 1929, coincide con la lacerazione di identità vissuta dallo stesso pontefice allora alla guida della Chiesa cattolica, il quale, papa universale, ma pur sempre sacerdote italiano, ad un certo punto si trova a dover rinunciare a divenire "socio fondatore" 2 della nuova realtà politica che sta per costituirsi. 1 D. MASSÈ, Il caso di coscienza del Risorgimento italiano, Società apostolato stampa, Alba 1946. 2 L'espressione rimanda intenzionalmente a quella utilizzata dal card. Angelo Bagnasco, presidente della Commissione Episcopale Italiana, durante la sua prolusione in apertura dei lavori della 61a Assemblea Generale dei vescovi italiani (Roma, 24-28 maggio 2010). In quell'occasione egli ha rivendicato, in

Il riavvicinamento tra Stati Uniti e Santa Sede: Franklin Delano Roosevelt ed Eugenio Pacelli // Il mestiere di archivista, costruttore di ponti // La Delegazione Apostolica negli Stati Uniti e il suo archivio // I versamenti degli anni Settanta del Novecento e il riordinamento in Archivio Vaticano // Il secondo riordinamento del XXI secolo (2006-2009) e l’apertura del pontificato di Pio XII // Il versamento in corso (2013-…), la gestione provvisoria della nuova documentazione e il terzo riordinamento (2020-…) // La diplomazia vaticana sotto il pontificato di Pio XII: i rappresentanti di origine statunitense della Santa Sede e le loro carte in Archivio Apostolico

Il libro ripercorre la storia della chiesa Santa Maria Libera Nos a Scandalis di Quarto (Napoli) dalla sua fondazione nel XIII secolo ai giorni nostri. Frutto di una lunga e meticolosa ricerca storica, il testo è corredato da un ricco apparato critico che permette al lettore di individuare le fonti storiche utilizzate dall'autore. Il testo è ricco di immagini a colori di documenti e testi antichi, nonché di un'appendice finale contenente le trascrizioni dei documenti più importanti e rari.
ESTRATTO - INTRODUZIONI E CAPITOLI 1 E 2

Стаття присвячена аналізу особливостей правосуб’єктності державоподібних утворень, як особливих релігійно-політичних, історико- та політико-територіальних одиниць, які на основі міжнародних актів та міжнародного визнання мають відносно самостійний міжнародно-правовий статус. Автор досліджує юридичну природу правосуб’єктності Святого Престолу та
Мальтійського ордену, робить порівняльний аналіз між статусами Святого Престолу та Мальтійського ордену.
Ключові слова: Святий Престол, Мальтійський орден, правосуб’єктність, суб’єкт міжнародного права, державоподібні
утворення, державно-конфесійне право.

La promulgación de la nueva Constitución mexicana, ocurrida el 5 de febrero de 1917, despertó reacciones muy negativas en el Vaticano, en el que el progreso de la situación de la Iglesia local había sido observado con creciente preocupación por lo menos desde el golpe de Estado que cuatro años antes había acabado violentamente con el gobierno revolucionario de Francisco Indalecio Madero.

Link to the Phd Thesis / Enlace a la tesis doctoral: http://hdl.handle.net/10578/19738

Esta tesis doctoral contextualiza un periodo definido por dos conceptos claves: la defensa y la diplomacia. La defensa de la Monarquía Hispánica frente a sus adversarios, Luis XIV, tradicionalmente considerado la gran amenaza de la Corona española en dicha época, y el Imperio Otomano, todavía presente en la política internacional a través de su expansión por Europa central y el mar Mediterráneo. En esta tesitura, la diplomacia de la Monarquía Católica se orientó a la búsqueda de aliados como Holanda o Inglaterra, con objeto de enfrentarse a la expansión de la Corona francesa y su influencia en el ámbito italiano, o con la Santa Sede y la República de Venecia, para intentar detener el avance del sultán por el Mediterráneo en general, y por Italia, en particular. Por tanto, hemos orientado este estudio a profundizar en el conocimiento de las relaciones entre la Corona española y la isla de Sicilia en el aspecto defensivo, sin olvidar un contexto internacional marcado por la pugna en defensa de sus posesiones patrimoniales frente a Francia y al Imperio Otomano.
En esta coyuntura internacional la Monarquía española intentó mantener una estable representación diplomática ante la Santa Sede y la República de Venecia, mientras puso en marcha toda una serie de medidas para reforzar la defensa de la isla de Sicilia ante cualquier ataque otomano o francés, a fin de conservar esta posesión italiana, esencial para la geoestrategia y la economía de la Monarquía. La conservación de Sicilia durante el reinado de Carlos II terminó siendo uno de los logros de de aquel periodo. El objetivo, por tanto, de mantenerla unida a la Monarquía española se había conseguido, no sin ciertos altibajos. Si bien es cierto que hubo momentos, como la guerra de Messina, en los que quedó demostrada la incapacidad de las fuerzas españolas para hacer frente a conflictos de aquellas características, también hubo ciertos aspectos positivos. Las mejoras defensivas introducidas en la isla de Sicilia desde la conquista de Candía pusieron de manifiesto el interés concedido a la política mediterránea, antecediendo de esta forma a la desplegada por su sucesor, Felipe V. En este sentido, las medidas emprendidas en el reino consiguieron que la estructura defensiva presentase a finales de esta etapa, en líneas generales, mejor estado que el que se encontraron los primeros virreyes de dicho periodo a su llegada al reino. Debemos tener en cuenta que los esfuerzos llevados a cabo durante los años que antecedieron a la guerra de Messina no se reflejaron durante el conflicto, siendo evidentes la insuficiencia de las fuerzas de Sicilia, la necesidad de recurrir a las de otros dominios, así como los problemas de la Corona para incrementar los contingentes desplegados en la isla y la escasa efectividad de unas fuerzas marítimas cuya unión en la defensa conjunta del Mediterráneo, resultó totalmente ineficaz tanto por su escasez como por su inactividad durante buena parte del conflicto. Con todo, las medidas anteriores a la guerra y, sobre todo las posteriores evidencian la atención, el esfuerzo y el éxito de la Corona a la hora de conservar uno de sus dominios clave en el Mediterráneo.
El gran problema que afectó a la mejora defensiva de la isla dificultando la labor de los virreyes en su intento de compaginar la defensa de la isla con los compromisos de la Monarquía Hispánica, fue el maltrecho estado de la hacienda siciliana. Los problemas derivados de la falta de financiación y, por tanto, de la mejora en profundidad de la defensa de algunos dominios como el de Sicilia, fueron suplidos por la labor de los diplomáticos españoles y los servicios de inteligencia de la Corona, que aportaron constantemente la información necesaria sobre los movimientos de los enemigos tanto franceses como otomanos, con el propósito de tener preparadas las defensas de la isla o emplear la estrategia evasiva de las galeras de la Monarquía con la armada francesa. En este sentido, no debemos olvidar que aunque se malogró la propuesta de una liga italiana con la Santa Sede y la República de Venecia contra Francia, la labor de los embajadores españoles permitió vigilar atentamente los movimientos de los soberanos italianos evitando una liga de estos últimos con Luis XIV, al tiempo que consiguió mantener un cierto poder español ante la Santa Sede, obligando al monarca francés a esperar hasta la muerte de Carlos II para incrementar su influencia en las decisiones del Papado.

El presente artículo versa sobre la mediación de la Santa Sede en el conflicto del Canal Beagle entre Chile y Argentina, correspondiente a los años 1979-1984. La tesis fundamental de este trabajo sostiene que la aproximación teórica para analizar tal mediación corresponde al paradigma idealista de la Teoría de las Relaciones Internacionales. Ello en razón de la convergencia entre el mencionado paradigma idealista con la Doctrina Social de la Iglesia, con el que se intentará demostrar la estrategia de tipo pacifico adoptada para la reconstrucción de la confianza entre Santiago y Buenos Aires.

Ripensando alle riforme di Pietro il Grande, tese a integrare la
Russia nella famiglia europea, diventa particolarmente interessante la
politica religiosa dell’Imperatore. Mentre non mancano gli studi dedicati
alla riforma della Chiesa ortodossa russa da lui attuata, i suoi rapporti
con le chiese occidentali non sono stati ancora studiati dettagliatamente.
In questo campo, i fondi di archivio russi ed europei disponibili attendono
ancora un loro più approfondito utilizzo da parte degli studiosi.
Durante il primo periodo del suo regno (soprattutto negli anni
1698-1705) i contatti con il Vaticano furono molto intensi, ma dopo la
vittoria di Poltava (1709) agli occhi di Pietro una mediazione del Papa
nelle manovre politiche russe diventa irrilevante e i rapporti bilaterali
s’indeboliscono. All’epoca, tuttavia, la chiesa cattolica godeva in Russia
di una libertà mai vista prima.

Présentation et table des matières de "La France dans la pensée des papes, de Pie VI à François", Paris, Cerf, janvier 2018, 192 p.
Courte vidéo sur l'ouvrage : https://www.youtube.com/watch?v=0GjZ4_RxciA
Présentation du volume : https://www.youtube.com/watch?v=Q3nnkKU8ivQ
Discussion autour du livre : https://www.youtube.com/watch?v=JehgIGXAdqw

Este trabajo propone unas claves de lectura sobre el asentamiento morisco en la ciudad pontificia a partir de un proceso por robo realizado en el seno del Tribunal criminal del gobernador de Roma contra el morisco Diego Ruiz Zapata. A lo largo de los interrogatorios nadie hace referencia al origen morisco del imputado, pues Diego se presenta como integrante de la nación española. El proceso en cuestión arroja luz sobre la vida cotidiana de los moriscos en el nuevo destino italiano, el nivel de inserción social y la interacción con el resto de la nación española, en una ciudad clave como Roma, la capital de la cristiandad.

Focusing on the correspondence between Augustin Bea SJ, who was Holy Office’s consultant and Pacelli’s confessor, and Lorenz Jaeger, bishop of Paderborn and referent for the ecumenical questi- ons at the Bishops’ Conference of Fulda, this study provides a reconstruction of the „ecumenical conversion“ which lead the first one to act as a link between Rome and the circles of Catholic ecumenism, above all the German ones, during the pontificate of Pius XII. It was Jaeger, indeed, who chose Bea, among the many consultors of the Holy Office, as a contact men for ecumenical questions to be submitted to the Holy See, putting him at the crossroads of a network of contacts and relationships which involved also the ecumenical circles in Switzerland, Austria and Holland. The correspondence between the two men takes place since 1951 and its reconstruction permits to study the evolution of the ecumenical thought of the Jesuit and his attitude towards the question of individual conversions, the activities of the movement Una Sancta and the evolution of the World Council of Churches.

This conference will explore the international legal agreements signed between the Holy See and individual states, which often but not always took the form of concordats and similar conventions. Its central focus will be to examine these conventions in light of diplomatic practices, as well as in relation to the political and religious dynamics of the nineteenth through the twenty-first centuries, notably the principles and requirements that comprised modernity. This entails assessing the historical evolution of the typology, method, content, scope, and spaces concerned. Particular attention will be paid to relations between the Church, the state, and the society entering into these agreements along with the resulting transformations, from confessional states or states with a particular relation to the Catholic Church to the renewed approach of these relations after World War Two and especially after Vatican II, based on the concept of religious liberty. The aim of this conference, which is open to different disciplines in the humanities and social sciences, is to cut across approaches in history, law, sociology, and political science. Line of Argument The best-known and controversial examples of such agreements, such as the concordats in 1801 with Napoleonic France or in 1933 with Hitler's Germany, have been widely studied, albeit without always taking advantage of archives that recently became available (Roman archives for the Lateran Pacts of 1929). More generally, the historiography on the subject essentially remains dated or fragmentary, for it is neither particularly rich for the second half of the nineteenth century, which had fewer concordats, nor for the second half of the twentieth century, which was nevertheless marked by a new surge in concordats.

Este texto tem como foco tecer algumas considerações sobre a atuação da Junta das Missões de Pernambuco, organismo criado em março de 1681 com a incumbência primordial de “promover as missões”. Apresenta-se, num primeiro momento, um esforço de entendimento das razões que animaram sua criação à luz das dinâmicas missionárias e dos impasses que nesse período marcaram as relações entre Portugal e a Santa Sé em torno dessa matéria. Feito isso, e buscando aprofundar tal entendimento também a partir da conjuntura particular das capitanias do norte do Estado do Brasil na segunda metade do século XVII, o artigo procura compreender como se deu a inserção da Junta das Missões de Pernambuco em seu espaço jurisdicional, bem como identificar os principais traços de sua atuação frente às dinâmicas e aos conflitos inerentes ao processo de colonização da região.

Il Centro nazionale italiano, fondato nel 1924 da cattolici conservatori e filofascisti espulsi dal Partito popolare, fu la formazione politica più rappresentativa del clerico-fascismo italiano degli anni ‘20.
Il Cni fornì pieno sostegno politico-parlamentare al fascismo. Al centro della sua visione ideologica vi era il legame indissolubile e provvidenziale fra cattolicesimo e nazione italiana ed il sostegno della politica religiosa del regime, capace di restituire alla fede cattolica il rilievo pubblico che il liberalismo le aveva sottratto. La matrice tradizionalista e clerico-moderata dei suoi esponenti determinò la convergenza col nazionalismo moderato e col fascismo conservatore, e momenti di frizione con lo squadrismo e con la “statolatria” laica di derivazione idealistica.
Il Vaticano, che gradì la politica filocattolica del regime, vide con benevolenza la nascita del Cni, ma iniziò a diffidarne per l’eccessivo filofascismo e per l’autonomia con cui si muoveva rispetto alla Santa Sede. I sospetti si accrebbero a seguito delle frizioni con l’Azione cattolica e della condanna dell’Action française. Nel 1928 Pio XI condannò duramente il Cni, segnando la fine del progetto clerico-fascista, mentre l’accordo fra regime e istanze cattoliche avrebbe seguito la via del Concordato.

En 1879 se desarrolla la Guerra del Pacífico entre las Repúblicas de Chile, Bolivia y Perú. Dicho conflicto no fue solo preocupación de las naciones involucradas, también inquietó a la Santa Sede, quien en un principio abogó por el diálogo entre los países implicados. Entre 1877 y 1881 Mario Mocenci se desempeñó como Delegado Apostólico y Enviado Extraordinario para los países de Chile, Perú, Ecuador y Bolivia. Durante el conflicto bélico, el ministro de Relaciones Exteriores de Chile mantuvo comunicación con el Delegado Apostólico mediante cartas en las que relataba detalles de la situación y adjuntaba documentación para comprender el conflicto. En este artículo se ha estudiado bibliografía respecto al tema y además se ha trabajado en el Archivo Secreto Vaticano, donde se encuentran las cartas y documentos que recibió la Santa Sede por parte de Chile, que aportan antecedentes inéditos para el estudio de las relaciones diplomáticas durante la Guerra del Pacífico.

SIl 4 maggio 1998 si consuma una strage in Vaticano: il capitano della Guardia Svizzera, sua moglie e il caporale Cédric Tornay sono trovati morti uccisi da colpi di arma da fuoco. Nessuno, all’infuori delle autorità vaticane, ha potuto verificare come si siano svolti realmente i fatti, ciò ha lasciato spazio a ipotesi e illazioni. In questo saggio breve si ripercorre la strana vicenda.

Este artículo trata de las diferentes concepciones del patronato que se sostuvieron en Chile a partir de la formación de la Junta Gubernativa de 1810 y de la relación con la Santa Sede en el contexto del ejercicio del patronato republicano. A las concepciones heredadas de la Monarquía española con respecto al patronato, concesión papal
o atributo soberano, se sumó la propia de la Santa Sede, reserva pontificia que, a partir de 1830, se impuso en los nombramientos episcopales. Se analiza en ese contexto la manera en que los gobiernos chilenos ejercieron el patronato republicano, reconocido como atributo soberano en la Constitución de 1833.

Décryptage pour Aleteia (25 octobre 2021) à la suite du discours du premier ministre Jean Castex à l'ambassade de France près le Saint-Siège (18 octobre 2021) à l'occasion de la célébration du centenaire du rétablissement des relations diplomatiques entre la France et le Saint-Siège.

O presente artigo faz uma reflexão acerca dos principais episódios que embasaram a conformação de um conflito entre Portugal e a Santa Sé em torno da atividade missionária nos anos seguintes à Restauração. Tal cenário está intimamente vinculado ao fortalecimento da Sagrada Congregação de Propaganda Fide, criada em 1622, para coordenar a política pontifícia de expansão da Cristandade. A atuação do jesuíta Nuno da Cunha, emissário de D. João IV junto à Santa Sé, mostrou-se crucial para a definição das bases da reação portuguesa a esta nova conjuntura. As décadas de 1640 e 1650 foram determinantes para esse debate, e seus acontecimentos já continham, ainda que de forma embrionária, a gênese dos argumentos e práticas que embasaram a política de evangelização promovida pela Santa Sé, bem como as estratégias e justificativas da Coroa portuguesa em defesa de seu Padroado régio.

Finito di stampare nel mese di novembre 2021 da Pressup-Roma Caratteristiche Questo volume è composto in Minion Pro disegnato da Robert Slimbach e prodotto in formato digitale dalla Adobe System nel 1989; è stampato su carta Smeralda da 80 g/mq delle cartiere Burgo; le segnature sono piegate a sedicesimo (formato 14 x 22) con legatura in brossura e cucitura filo refe; la copertina è stampata su carta Stucco Acquerello Gesso da 240 g/mq delle cartiere Fedrigoni.