Visualizzazione post con etichetta RISO. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta RISO. Mostra tutti i post

domenica 23 ottobre 2016

IL RISOTTO CON IL RISO INTREGRALE? EBBENE SI ! PER LUI CASTAGNE E CAPRINO : MOOD AUTUNNALE PERFETTO!


Non so perché ma ultimamente mi ispira preparare risotti. A dire il vero il perché lo so, ed è facile: io amo il risotto. A casa mia si faceva spessissimo  soprattutto alla domenica e ultimamente questo è l'unico giorno in cui riesco a mettermi  ai fornelli quindi mi ritrovo, con grande piacere,  sempre a cucinare il riso.
Dalle mie parti è tradizione, è prodotto di eccellenza, è storia della nostra terra.

E poi queste giornate di vero autunno, piovoso, grigio, proprio come piace a me, sono perfette per cucinare questo piatto che ha bisogno di lentezza e si arricchisce con ingredienti ricchi e sostanziosi .

Ho provato a fare per la prima volta il risotto con il riso integrale, cosa che non si fa :-)
Tempi canonici per un riso classico (Carnaroli, Roma, Baldo) : 20 minuti.
Tempi con riso integrale : 1 ora circa  e fa la differenza!
Già fare il risotto non è cosa proprio "immediata", così la faccenda si complica!
Allora perché? Perché ne vale la pena! Il riso integrale si comporta alla grande e non ha niente da invidiare ai suoi "fratelli" più blasonati.

La ricetta l'ho copiata dalla rivista della Esselunga di questo mese ma l'ho modificata un pò, soprattutto nelle dosi.



Risotto Integrale con castagne e caprino

Ingredienti per 4 persone:

300 gr di riso integrale (per me "Sapor Cortese")
250 gr di castagne cotte
200 ml vino rosso (per me Cabernet Sauvignon)
100 gr di caprino 
 4 foglie di alloro
1 scalogno grandino
olio 
brodo vegetale 
sale
pepe

Prepariamo il brodo vegetale (sedano, carote, cipolle, erbette). In una padella mettiamo un giro d'olio e lo scalogno tritato. Facciamo rosolare e versiamo quindi il riso. Mescoliamo bene e tostiamo qualche minuto. Versiamo il vino e facciamo evaporare. Mettiamo le foglie di alloro e iniziamo a versare i mestoli di brodo fino a coprire a filo il riso. Mescoliamo. Quando il riso assorbe il liquido aggiungiamo altro brodo, questo fino alla cottura che, in questo caso, sarà di circa 45/60 minuti.
Aggiustare, se serve, di sale.

Cinque minuti prima della fine cottura aggiungere le castagne cotte e tagliate grossolanamente (lasciandone alcune intere) e 50 gr di caprino.
Lasciamo mantecare qualche minuto e mettiamo nei piatti aggiungendo il rimanente caprino e spolverando con abbondante pepe.
Se si vuole si può aggiungere anche del formaggio parmigiano grattugiato : non stona affatto e dona anzi al piatto sapore in più.


Questo riso è molto delicato, i sapori sono molto discreti e non invasivi ecco perché il parmigiano ci sta e aggiunge carattere.

Amo preparare il risotto anche perché amo i movimenti e la cura che bisogna avere nella preparazione. Non è permesso distrarsi, serve tenere d'occhio l'assorbimento del brodo per essere pronti a versarne di altro, bisogna stare attenti a non metterne troppo, il rischio sarebbe di avere un riso "bollito". Serve mescolare spesso, c'è chi non smette durante tutta la cottura.
Il mestolo di legno gira, gira, e fa percepire la cottura del riso che , momento dopo momento, diventa sempre più morbido.
Durante i miei anni new age avevo imparato che, in cucina,  mescolare significa canalizzare energia cosmica nei piatti che cuciniamo perché tracciamo una sorta di spirale continua che è una delle forme geometriche più diffuse in natura ed è , da sempre, ricca di significati legati all'espansione, alla crescita e allo sviluppo. 
Cuocendo e mescolando il piccolo "grano" diventa morbido e "poroso"  pronto ad assorbire i condimenti e i sapori degli ingredienti che lo accompagnano mentre  l'amido ci aiuta ad ottenere la famosa consistenza "all'onda".
Una vera alchimia culinaria che mi stupisce ogni volta che lo preparo e che mi  fa amare sempre di più questo piatto. 



lunedì 12 settembre 2016

TEATRALE RISOTTO : ZAFFFERANO, LIQUIRIZIA, BUCCIA DI ARANCIA E BACCALA' MANTECATO.



Ci sono ricette che ispirano al primo sguardo, come il più classico dei colpi di fulmine. E io ci sono cascata, ispirata soprattutto da queste parole : baccalà mantecato.

Io lo adoro. Mi ricorda tanti, ma tanti, ma davvero tanti, anni fa quando me ne andavo spesso in giro con la mia zia a Venezia. Lei adesso abita al Lido, ma prima abitava davanti all'Accademia e quindi era sufficiente uscire di casa per essere immersi nell'arte pura : palazzi, calli, opere d'arte, campi e...bacari! Cosa sono? Sorta di piccole osterie dove bere un'ombra di vino e gustare i "cicchetti"veneziani, sorta di stuzzichini tra cui immancabile era il baccalà mantecato.

Sarà che erano anni belli e spensierati, sarà che mi piaceva essere lì come se fossi a casa mia, visto che mia zia mi ospitava spesso, ma ho un ricordo bellissimo di tutto ma soprattutto di quel sapore delicato, morbido, svenevole del baccalà mantecato.

Che si accompagnasse alla polenta fritta o grigliata oppure a tartine era il re dei miei "cicchetti".




Pur amandolo così alla follia non l'avevo mai preparato. Un po' perché prediligo cucinare dolci, un po' perché mi bloccava la sua preparazione, obiettivamente un po' lunghetta. 

Quando però ho letto la ricetta di questo risotto che lo contemplava non ho potuto più rimandare e forte dell'esistenza del baccalà già bello che ammollato l'ho preparato.


Non so se capita anche a voi di incensarvi quando cucinate qualcosa che vi piace, bè io mi sono fatta i complimenti da sola e, credetemi, non sono proprio il tipo visto che ho l'autostima sotto ai piedi !
Avevo già capito dalla consistenza che poteva non essere male e quando ho fatto il primo assaggio sono tornata indietro nel tempo.
Ero lì a Venezia con la mia zia. Capello lungo e un po' selvaggio (leggi: riccio e vagamente crespo!!!) , maglietta, jeans  e mocassino (ho sempre brillato per i miei look eccentrici !!! ah ah ah) che smangiucchiavamo queste delizie sorseggiandoci un buon vinello bianco freddo! Un vero e proprio teletrasporto alla Star Trek, durato il tempo di questo assaggio...poi sono ritornata nella mia cucina, senza più capello lungo e riccio (e tante altre cose ...) ma con questo delizioso risotto da preparare .

Risotto che nascondeva, per me,  un'altra "insidia"oltre al baccalà mantecato : la polvere di liquirizia.
Ottimista pensavo di trovarla così come oggi si trovano spezie pseudo rare e invece : il nulla cosmico.
Ho approfittato anche di una gita di piacere-lavoro a Milano certa di trovare questa polvere. Niente.
Nelle zone, centrali, da me perlustrate, niente polvere di liquirizia.
Che fare? Un salto in un supermercato Bio per cercare una super liquirizia che ho, infatti,  trovato.


Guardate che pakaging delizioso!Dentro alla scatola c'era anche una  foglia di alloro che mi ha sorpresa, non sapevo servisse a conservare meglio la liquirizia!
Ho preso i tronchetti e li ho pestati con il mortaio e li ho ridotti in polvere finissima ... con qualche pezzettino più grosso che ha reso ancora più "hand made" questo piatto.

Ecco dunque la ricetta del:

RISOTTO ALLO ZAFFERANO CON LIQUIRIZIA E BACCALA' MANTECATO
(ispirato da una ricetta degli chefs "Costardi bros")

Ingredienti per 4 persone

320 gr di riso Carnaroli
1 litro di brodo vegetale
3 gr di pistilli di zafferano (io ho abbondato ...)
10 gr di burro
10 gr grana padano grattugiato
polvere di liquirizia
la scorza di un'arancia grattugiata
sale e pepe

per il baccala'
200 gr di baccalà dissalato e ammollato
250 ml di latte
olio di semi q.b.
sale e pepe

Inizio dal baccalà:
togliere la pelle e tagliarlo a pezzi. Farlo cuocere nel latte (deve essere tutto immerso)per una ventina di minuti. Quindi lo scolate e tenete il latte da parte. Montatelo con l'aiuto di una frusta elettrica (per me il mio fido Kitchen Aid) versando a filo l'olio come se fosse una maionese . Controllate la consistenza e , se serve, aggiungete anche un po' di latte. Io ne ho aggiunti tre cucchiai , tra un filo d'olio e un altro perché pensavo di dargli un sapore più pannoso. Non so se è stato questo ma così è stato. Regolate di sale e pepe (io il pepe non ce l'ho messo) e mettete in frigo fino al momento di preparare il risotto.

Preparate il brodo di verdure come più vi piace; per me : cipolla, sedano, carota e un rametto di prezzemolo.
Stemperate in un po' di brodo lo zafferano in una ciotola.
Fate scaldare un po' di olio nella padella e fate tostare il riso qualche minuto (senza soffritto. Io il risotto lo faccio sempre così. Vengono esaltati di più i sapori che verranno aggiunti dopo!)
Bagnate quindi con il brodo "allo zafferano" e sfumate. Continuate la cottura del risotto utilizzando il brodo di verdure, aggiungendone un mestolo ogni volta che il mestolo precedente verrà assorbito.
Dopo circa venti minuti il risotto sarà pronto.
Aggiungere il burro e il parmigiano .

Suddividete il risotto nei piatti, spolverizzare con la polvere di liquirizia, aggiungere la scorza di arancia grattugiata e infine adagiare una quenelle di baccalà mantecato.

Per timore che la liquirizia fosse troppo invasiva ho presentato i piatti mettendola  attorno al riso, avvisando i commensali del sapore particolare del tutto. Chi non avesse avuto il coraggio poteva omettere di mescolare la polvere ma avrebbe comunque beneficiato del suo profumo.
Timore infondato! Tutto hanno voluto provare questo mix di gusti dicendo anzi, che un po' di liquirizia in più non avrebbe guastato!
Cosa volete farci? Ho amici super gourmet!

Piatto profumatissimo, sorprendente, elegante. Favoloso il contrasto tra il morbido e avvolgente baccalà mantecato e la rigida e balsamica liquirizia.

E il riso? Il riso allo zafferano faceva da "spalla" a questi attori , la liquirizia e il baccalà, da teatro d'avanguardia . "Spalla" importante, indispensabile per dare il giusto ritmo al copione : senza la sua battuta la riposta degli attori avrebbe potuto  non essere compresa e apprezzata!
Ma , per questo piatto, non è accaduto  anzi,  ammetto,  che è stato un vero successo di pubblico!







domenica 28 giugno 2015

HEALTHY FOOD: RISO AL LIMONE E CREMA DI PISELLI ALLA MENTA + POLPETTINE DI LENTICCHIE ROSSE



Mi piace trovare tempo per me, per la mia cucina. Non capita molto spesso per mille e più motivi ma quando succede , sono felice.
Amo cucinare da sempre ma non  per tante persone o meglio, non ne sono capace.
Mi piace invitare amici ma quando si è in tanti il piacere si trasforma in ansia quindi ,per me, il numero massimo di commensali è otto, ma sei sarebbe meglio.
Da sempre i miei migliori manicaretti li ho cucinati per due ,al massimo quattro persone.
Amo cucinare quantità minime, spesso utilizzavo per la tavola, addirittura i piattini per la frutta che trovo di misura perfetta  e mi piacciono tantissimo con un sottopiatto  (così finalmente si vede bene! Con i piatti piani spesso si nascondono troppo!) 
Certo non per tutti i piatti che preparo! Per esempio di pizze&focacce ne farei mille teglie (ognuna con ingredienti di versi!)per non parlare dei dolci! A stento mi sono abituata a fare dolci in teglia dall’esiguo diametro di 20 cm , anche se ammetto, adesso sono totalmente convertita a  queste misure!
Poi  piuttosto che preparare un ricco primo e un grande secondo o imbastire un pranzo/cena a più portate generose , amo fare tanti piccoli assaggi e riservare un solo piatto importante che può essere un primo, un secondo oppure un dolce.
Insomma mi piace un po’ lo stile “tavolo delle bambole” in cui ciotoline, piattini, cocottine  contengono di tutto un po’ e sono il preludio o il coronamento  del piatto principe della cena o del pranzo.

Qualche giorno fa mi sono trovata a preparare , anche in poco tempo, un pranzetto semplice e soprattutto healthy e "green" ,essendoci a pranzo la mia adorata figlia che è vegetariana. Non mi dispiace affatto cucinare questi piatti che piacciono tanto anche me e che ricordano i miei tempi new age e macrobiotici durante i quali avevo imparato tante ricette sfiziose e avevo conosciuto un mondo di ingredienti sconosciuti ai più (a quei tempi...).

Eravamo in tre a tavola e quindi il numero era perfetto ;-) 

Ho dato libero sfogo alla fantasia e devo dire che l’insieme mi è piaciuto.

Ecco il menu:



Riso al limone e timo in crema di piselli alla menta
Polpette di lenticchie rosse e kummel con pomodorini appena colti dall’ "ortoinbalcone"
Basic cheesecake

gli ingredienti sono per quattro persone


Riso al limone e timo 
Crema di piselli 
alla menta 

Riso al limone 
circa 240 gr di riso basmati
foglioline di timo (quantità a piacere)
buccia di un limone grattugiata
il succo di mezzo limone
un filo d’olio evo
sale


far bollire il riso in acqua salata. Nel frattempo mettere l’olio in una padella con il timo e la buccia del limone e far insaporire quindi spegnere. Una volta cotto e scolato il riso farlo saltare in padella spremendo il mezzo limone. 

Crema di piselli alla menta
250 gr di piselli secchi rotti
Sale
3 o 4 foglie di menta

Far bollire in piselli in acqua, ci vorrà circa mezz’ora (non serve metterli in ammollo) . Quindi scolateli tenendo un po’ di acqua di cottura .
Mettete il tutto in un mixer e riducete in purea grossolana . Salate e mettete le foglie di menta lavate pestandole un pochino in modo da sprigionare il loro profumo (poi potete toglierle) .





Polpettine di lenticchie rosse 

kummel  

(Il kummel è spesso confuso con un'altra spezia, il cumino, noto anche come cumino comune: il primo ha colore più scuro e sapore meno piccante, oltre ad avere semi di minori dimensioni rispetto al secondo. Il malinteso è favorito dal fatto che in molte lingue europee le due piante hanno un nome assai simile e un uso altrettanto diffuso. Il kummel , a parte ricordarmi la mia nonna e la mia infanzia/giovinezza, è molto profumato , sa di finocchio e di … sapori austriaci e io lo amo tantissimo)

circa 250 gr di lenticchie rosse
1 uovo intero
Parmigiano reggiano (io ho aggiunto anche un avanzo di formaggio sempre grattugiato) 
Sale
Kummel
Olio evo



Far bollire le lenticchie in acqua , ci vorranno max 10  minuti. Scolarle ben bene e metterle in una larga ciotola per farle raffreddare . Unire quindi l’uovo, il parmigiano , il sale e i semi di kummel .
Formare un impasto abbastanza consistente per fare delle polpettine , se così non fosse (come capita di solito) aggiungere qualche cucchiaio di pan grattato e/o farina.

Formare mini polpettine da cuocere in forno per circa 20 minuti a 180° dopo averle irorate con un filo di olio e cosparse ancora di kummel..




Ho servito la crema di piselli profumata alla menta, tiepida e ho messo il riso caldo (fatto saltare all’ultimo momento in modo da sprigionare il profumo del limone )a mò di cupolotta.
Andavano mangiati, inizialmente ognuno per proprio conto per percepire la differenza di profumi (limonoso e mentoso) per poi unirli in un sapore fresco e estivo.

Le polpette mangiate calde calde dal forno erano perfette abbinate ai pomodorini, appena raccolti dal balcone ma sarebbero state in sintonia con qualsiasi verdura in insalata.
Non sono male anche fredde ma in questo caso direi di “pucciarle” in qualche salsa “handmade” di pomodoro o/e peperone o/e melanzana o/e zucchina…o anche in un “irriverente” ketchup piccante ;-)

Sono stata proprio soddisfatta da queste ricettine veloci e semplici ma soprattutto , profumatissime!
Pochi condimenti, cotture healthy, materia prima genuina hanno regalato un pranzetto proprio piacevole.

E adesso che ho ripreso il mio mood culinario sto già segnando le prossime ricette minimal : ingredienti semplici con un occhio al benessere e alla qualità, dosi discrete per potersi concedere qualche sfizio in più senza strafare … insomma, da donna “basic” quale sono , la mia non può che essere  una cucina “ Less is more”








domenica 16 febbraio 2014

RISOTTO ROSA : THINK PINK :-)



Sono spesso attratta da una ricetta per il colore . E così è stato per questo risotto. Avevo in realtà acquistato la barbabietola (quelle già cotte che si trovano sottovuoto al super) per trasformarla in ripieno per ravioli ma per ragioni di tempo (che manca sempre) ho dovuto cambiare ricetta.
Devo dire che ero curiosa di scoprire il sapore di questo piatto e vi assicuro che è ottimo, superiore alle mie aspettative .
Vi consiglio quindi di preparare questo:

Risotto Rosa al Prosecco

Ingredienti:

320 gr di riso carnaroli
gorgonzola naturale (1 fetta che tagliere a cubetti q.b.)
1 scalogno (piccolo)
2 cucchiai di olio extravergine di oliva
1/2 bicchiere di prosecco
circa 200 gr di barbabietola cotta al vapore (1 media o 2 piccoline )
parmigiano 
brodo vegetale q.b.
pepe


Un risotto davvero particolare da grande figura! L'impegno? lo stesso per preparare qualsiasi risotto : venti minuti!
Preparate il brodo vegetale : io lo faccio con la pentola a pressione . metto sedano , carota, cipolla (piccola) patata e ,se ne ho, altre verdure come le zucchine o un pezzo di zucca. Tempo : 15 minuti circa.  Altrimenti uso un dado vegetale bio che ha una resa comunque decorosa.
Le dosi del brodo sono circa 750 ml ma dipende da quanto assorbirà il vostro risotto e questo dipenderà dal riso ma anche dal fuoco che userete (alto, medio, basso) : ognuno ha il suo stile !

Grattugiate le barbabietole e tenetele da parte.

Preparate poi il soffritto con olio e scalogno, quando lo scalogne è imbiondito versare il riso e far tostare per qualche minuto. Aggiungere quindi il prosecco, far assorbire e iniziare a cuocere il risotto aggiungendo il brodo mano a mano che si assorbe.
Dopo 5 minuti , aggiungete le barbabietole grattugiate e continuate la cottura del riso.
Dopo 20 minuti dovrebbe essere pronto .
Servite nei piatti mettendo qualche (quantità a vostro gusto)  dado di gorgonzola al naturale (quello molto forte per intenderci : tipo il roquefort,  non quello dolce e svenevole)

Il parmigiano e il pepe io li metto in tavola e faccio decidere ai commensali se aggiungerli o meno.
Personalmente , per questo riso, vedo bene il pepe ma non tanto il parmigiano...

Questa è una ricetta che ho modificato : l'"originale" era della mitica Csaba (della Zorza) verso la quale ho un rapporto di odio-amore : fa parte del suo libro "Merry Christmas" e, rispetto al mio, non prevede il gorgonzola.
Alla Csaba invidio la linea, il gusto, la capacità imprenditoriale ma a volte mi chiedo se ci sia davvero "sostanza" nei suoi piatti che spesso sono di una banalità disarmante . Forse però proprio per questo piace, perché è "parodesca" ma moooolto  chic...e chi prova le sue semplici ricette non si sente un'approssimativa ma , al contrario, si sente pervasa da un allure parigina, con reminiscenze da cordon bleu ed eleganza inside,  anche  portando semplicemente  in tavola rucola, pomodoro e uova sode ma con mises en place da urlo in cui argenti, porcellane e fiandre rendono speciale qualsiasi piatto.

Anyway...
questo piatto mi è piaciuto comunque tantissimo e quindi devo rendere atto alla Csaba : ottima resa per questo semplice risotto che non sfigurerà certo in  una cena importante.
Il sapore è originale e davvero ottimo! 
E poi che dire del colore? Favoloso! Io donna superficiale e schiava di palettes e pantonari non posso che ammirare questo rosa intenso che mi rimanda subito alla filosofia del "think pink" .
Momenti difficili per tutti e forse anche un riso del colore giusto,  può infondere fiducia e la voglia di "pensare rosa" , nonostante tutto !









mercoledì 13 febbraio 2013

STARBOOKS: SAFFRON RICE ...DI YOTAM !



Lo confesso fin da subito: io Yotam lo adoro. Mi sta simpatico per il suo sorriso, la sua eleganza e, ovviamente, per la sua bravura, la sua professionalità e per le sue colorate e saporite ricette.
Quindi, lo dichiaro fin da subito, il mio approccio a “Jerusalem” è quello da donna innamorata…

Altra notizia importante : Yotam l’ho conosciuto proprio grazie al fantastico gruppo dello Starbooks ! il libro? “Plenty”…e anticipando lo starbooks REDONE avevo provato due o tre ricette postate dalle ragazze…
È stato difficilissimo scegliere solo tre ricette di “Jerusalem” …ma , a fatica, ce l’ho fatta.
Inizio con un riso, profumatissimo, delizioso, che vi consiglio di fare vivamente…

E’ un piatto  ispirato alla ricetta dello “shirin polo”, piatto della tradizione persiana. L’originale include arancia candita, ciliegie, mirtilli e mandorle e spesso viene servito durante i matrimoni.
A questa versione si possono aggiungere mirtilli, fette di albicocche secche  … insomma tutto ciò che può aggiungere dolcezza ! Questa ricetta rispecchia molto la sensibilità culinaria dell’Iraq, Iran e del Nord Africa che ama abbinare i sapori dolci con quelli salati.
Un’altra alternativa potrebbe essere quella ispirata al baghali polo, piatto iraniano a base di riso che tralascia mirtilli e pistacchi e aggiunge solo fave cotte e sbucciate.

 

SAFFRON RICE WITH BARBERRIES, PISTACHIO & MIXED ERBS

Ingredienti:
40gr burro
360 riso basmati (sciacquato con acqua fredda e scolato per bene)
560 ml acqua bollita
1cucchiaio pistilli zafferano sciolti per 30 minuti in 3 cucchiai di acqua bollente(io ho utilizzato due bustine)
40 gr di crespini secchi  : (da wikipedia :  il crespino è una bacca che “matura”  in estate tra giugno e luglio, i frutti hanno un sapore fortemente acido e non sono molto buoni. In autunno, i frutti si addolciscono e possono venir usati per preparare marmellate e sciroppi dal sapore forte e gradevole. In ogni caso solitamente i frutti non si consumano allo stato fresco. Sono molto ricchi di acido malico ( e a questo si deve il loro sapore acido ) e di vitamina C. )
Io non li ho trovati e ho quindi seguito il suggerimento di Yotam che dice di sostituirli con del ribes secco (secondo me vanno bene anche i mirtilli secchi e se trovate quelli rossi, ancora meglio!)  ammollato nel succo di limone e così ho fatto .
30 gr di aneto tritato finemente
20 gr di cerfoglio tritato finemente
10 gr di dragoncello tritato finemente
60 gr di pistacchi ridotti in scaglie e leggermente tostati (io li ho lasciati interi: mi piace troppo sentire appieno il loro sapore!!!)
Sale (1 cucchiaino)  e pepe bianco macinato al momento

Fate sciogliere il burro in una padella media, quindi aggiungere il riso e mescolarlo bene al burro.
Aggiungere l’acqua bollente con un cucchiaino di sale e un po’ di pepe. Mescolare bene e coprire con un coperchio. Far cuocere a fuoco lento per 15 minuti. Durante questo tempo non togliere assolutamente il coperchio per permettere al riso di cuocere anche grazie al vapore.

Terminati i 15 minuti, togliere la padella dal fuoco (l’acqua sarà stata assorbita tutta dal riso) e aggiungere lo zafferano (sciolto nell’acqua) solo su una parte del riso (circa un quarto) , in modo da lasciare la maggior parte bianca. Coprire immediatamente con uno strofinaccio e con il coperchio, per 5-10 minuti.

 

Con un cucchiaio grande togliere dalla padella il riso bianco e metterlo in una grande ciotola e sgranarlo con una forchetta . scolare i crespini/ribes e metterli nel riso aggiungere tutte le erbe tritate (un profumo favoloso!) e una parte di pistacchi (tenerne un po’ per guarnire )
Mescolare bene il tutto e aggiungere, delicatamente il riso giallo.

Servire in un largo piatto e decorare con i pistacchi rimasti.
Il riso va servito caldo o a temperatura ambiente.

Note:
Crespino : bacca molto di moda ultimamente ma con un suo perché. Il suo intenso sapore acidulo dovrebbe caratterizzare  il piatto rendendolo un ingrediente “must have” ma qualora non riusciste a trovarlo, come la sottoscritta, usate l’alternativa che ho scritto negli ingredienti, vi assicuro che è davvero fantastica . Mi sono comunque promessa di cercarli questi “barberries” e rifarò questo riso per capire se la differenza è sostanziale o meno.

Le dosi sono perfette come i tempi di cottura. Da questo momento il riso basmati lo cuocerò sempre in questo modo. Riso saporito e cotto al punto giusto.
Il mix di sapori perfetto : temevo che solo un cucchiaino di sale fosse troppo poco ma il gusto  deciso e profumato delle erbe è servito  meravigliosamente a rendere saporito questo piatto.
Il ribes ,in sostituzione dei barberries, si è rivelato vincente : ha apportato al piatto l’acidità necessaria (data dal succo di limone della “marinatura”)mescolata a l retrogusto dolce della bacca .
I pistacchi , dal deciso carattere, hanno aggiunto la croccantezza per regalare a questo riso un’altra nota originale.
Freschezza, acidità, dolcezza, sapidità, croccantezza…un piatto intenso di sensazioni rese ancor più magiche dagli splendidi colori !!!
Giallo intenso, verde scuro, verde pistacchio, rosa ciclamino, bianco…un festa per gli occhi oltre che per il palato.

Yotam consiglia un largo piatto per servire questo riso e gli dò ragione ma , non so perchè, ho deciso di impiattare il tutto in una ciotola dal delicato color azzurro polvere…forse perché ai colori di questo riso mancava il colore del cielo e questo colore , secondo me, completava la palette !



E ora non vi resta che scoprire le altre meraviglie di “Jerusalem” dalle altre amiche dello Starbooks:

Mapi La Apple Pie di Mary Pie - Quaglie brasate con albicocche secche e ribes


Arabafelice -Ghraybeh

Ale only kitchen - Falafel

La Gaia Celiaca - Balilah

Vissi di cucina - Spice cookies











domenica 9 dicembre 2012

RISOTTO GORGONZOLA E NOCI PER UNO "SURPRISE DINNER" SPECIALE TRA AMICI E PIZZI DEL CUORE...

 


Il giretto in centro è quasi d’obbligo in questi we pre natalizi: per regali , per incontrare persone, per fare due passi e prendere un po’ di aria … gelida!
E infatti abbiamo incontrato l’amica Rita con consorte ed organizzare una cenetta è stato un attimo.

Mi piacciono tantissimo questi inviti non “premeditati”J  ! Innanzi tutto perché mi permettono di gestirli senza la solita ansia da prestazione che un po’ mi prende quando devo preparare cene prefissate che, seppur senza la pretesa di fare piatti da chef blasonato, mi impegnano in menu particolari ai quali mi dedico con estrema gioia ma anche con un filo di apprensione…

Invece i “surprise dinner” J mi ispirano! Spesso la cena è uno dei più classici e spudorati “svuota frigo” anche se, capitando di solito di sabato, può esistere il vantaggio della spesa del fine settimana. Per noi un po’ così è stato: la dolcemetà aveva acquistato proprio al mattino carne ad hoc per preparare  un morbidissimo bollito che avremmo gustato con la classica mostarda e il “bagnet” (bagnetto: salsa tipica fatta con prezzemolo, acciughe, olio , sale e tanto, tanto ma tanto aglio J )
Di sicuro lo avremmo proposto per cena e per primo?

Un piatto veloce , tipico e perfetto da fare mentre con gli amici si gusta un aperitivo : un risotto!
E giusto per stare leggeri in previsione di prossime libagioni natalizie perché non farlo al gorgonzola e…noci?? J

E mentre prendevamo l’aperitivo cuocevo il risotto con l’ottimo brodo del bollito.

 
 

Eh, si perché il risotto va fatto al momento e va curato, con attenzione  con il solito amore. E tra un cetriolino e un bastoncino di speck, tra una chiacchiera e una risata il risotto si è cotto alla perfezione!

Ingredienti per 5 persone (tra gli invitati, udite udite, anche Marie Antoinette!)
 
500 gr riso carnaroli
2 hg gorgonzola dolce
Olio evo
Un goccio di vino bianco
4 O 5 noci
Brodo (nel mio caso , del bollito)

Ogni risotto che si rispetti prevede un soffritto che io però spesso ometto (ebbene si) . Il risotto non ne risentirà molto se si prevede di farlo con qualche ingrediente ben saporito e,in questo caso, direi che il formaggio gorgonzola in quanto a sapore la sa lunga!

Faccio scaldare un po’ d’olio e tosto il riso qualche minuto, bagno con il vino bianco e faccio evaporare inizio poi ad aggiungere il brodo, poco per volta, facendolo assorbire per bene, fino al termine della cottura (circa 20 minuti) . Dopo circa 15 minuti, aggiungo il gorgonzola a pezzetti, che si scioglierà creando una deliziosa crema.
Qualche geriglio di noce darà quel tocco in più che lo renderà particolare e sfizioso!
(se amate particolarmente le noci non è un delitto abbondare!! anzi !!!)

Preparare il riso in compagnia è ancora più bello :il tempo passa e l’appetito aumenta!

Alla tavolata si è aggiunta anche Marie Antoinette prima di dileguarsi nella sera mondana che i sabati sera promettono sempre!
 
 
Per la tavola un tocco di pizzo che amo particolarmente: centrini di filo di cotone che aveva fatto la mia adorata nonna Angela. Ogni volta che li guardo, che li uso,  è un pensiero speciale per lei. Rigorosamente diversi uno dall’altro sia per motivo che per dimensione rendono ancora più unici i posti a tavola…perché ognuno di noi è diverso e tra le unicità dei miei amici scopro i vari  feelings che mi uniscono  a loro e i pizzi della mia nonna rendono l’atmosfera ancora più calda e piena di affetto.

Un risotto semplice, centrini con una storia, Marie Antoinette, “vecchi” amici…ingredienti perfetti per questo surprise dinner  ! Da rifare!!!
 

mercoledì 4 luglio 2012

RISOTTO AL SALMONE E...NON CI SONO PIU' GLI UOMINI DI UNA VOLTA! PER FORTUNA :-)



Cosa c’entra un risotto con gli uomini di una volta? C’entra c’entra perché a casa mia  risotto uguale a papà ,quindi uguale a uomo, quindi uguale a uomo di altri tempi.

Sempre più spesso mi capita di leggere articoli più o meno leggiadri su donne che lamentano la scarsa attenzione, presenza , gentilezza degli uomini d’oggi e parlano  dell’uomo all’antica come se fosse l’equivalente del principe azzurro.

Se penso agli uomini “all’antica”della mia famiglia non riesco a trovarci un  “plus” e questo risotto, preparato peraltro da un uomo “moderno” (la dolcemetà), mi è da spunto per far notare che “ai tempi”(diciamo intorno agli anni 60/70)  ben pochi uomini si sarebbero messi ai fornelli per cucinare qualcosa per le proprie mogli, compagne, fidanzate ma sicuramente avrebbero messo i piedi sotto al tavolo pretendendo e ordinando  convinti della giustezza delle loro pretese…

Remeber: 
Quando ero una bambina il piatto “in” di casa mia era il risotto.
Mia mamma lo cucinava/cucina  benissimo e mio papà era/è un estimatore di questo piatto.
È un piatto tipico delle mie zone (Piemonte/Lombardia) e ,oltre alle ricette classiche , mia mamma lo preparava in mille modi e anch’io mi cimentavo ogni tanto .
I risotti della mia mamy riscuotevano sempre enorme successo. Quando venivano ,di domenica, i miei zii a pranzo era ovvio lei facesse il risotto che veniva votato simpaticamente  dai commensali. i voti??? Altissimi. Sempre!
Tra le tante varianti che preparava , una era il “risotto mare” come lo chiamava mio papà .

La situation comedy del risotto mare era pressappoco così (ogni santa volta)…
Sabato (si proprio solo al sabato) – ore 18 (si proprio verso quest’ora)
Papà, seduto comodo sul divano,: "ma lo sai che io questa sera mi mangerei un bel risotto mare???"
Mamy, che era già in cucina a preparare cena : "ma…non ho in casa niente…"
Papà: "ah….però io lo mangerei davvero di gusto. Eh bambine?? Voi non avete voglia di un bel riosttino mare????"
Mamy:"dai, vado un salto al super …"
E infatti andava ,al volo, al supermercato che per fortuna era/è ancora, vicino casa…
Ed eccola che tornava con ogni ben di Dio di pesce e tutta “felice” si metteva ai fornelli per preparare il piatto al suo amato marito…
Ehm….correzioni:
“felice” : assolutamente no! La mia mamy, pur cucinando molto bene, odiava/odia cucinare. Lei vivrebbe di panini e di conseguenza sai a lei cosa gliene importava del risotto mare….
Amato: eh, si…mio papà era/è   amatissimo dalla mia mamy che l’aveva/ha sempre assecondato in tutto, pendendo letteralmente dalle sue labbra.
Non ho conosciuto nessuna mamma  delle mie amichette di allora così innamorata di suo marito! 

Ma oggi chi di noi si comporterebbe così??? chi correrebbe a fare la spesa per soddisfare la voglia di  un piatto desiderato dal proprio marito, fidanzato, compagno, magari dopo una giornata di lavoro bella tosta?? Azzardo a dire che forse, è pià facile che qualche uomo faccia pazzie del genere! 

Il mio papy è un uomo d’altri tempi, di quelli che non hanno mai fatto (e mai faranno) niente in casa, al quale tutto è dovuto e  gli è sempre stato permesso dalle  3 donne  “di casa”:io, la mia mamy e  mia sorella :  averci tutte al suo servizio era la normalità per lui ma anche per noi!!!
Un altro uomo dei tempi, degno di nota, è il mio mitico zio Marcello , ancora più maschilista del mio papy. Non solo non ha mai cucinato un uovo sodo,  ma ha sempre dato giudizi sui piatti che cucinava (cucina) la mia zia Leru (che peraltro è bravissima) dando voti, sparando sentenze a destra e a manca e , soprattutto usando sempre come metro di paragone “la sua mamma” anzi “ la su mamma” (visto che è toscano) semplicemente da mettergli le mani addosso (in senso violento!!)
E mi fermo solo ad aneddoti “culinari”
Un ‘altra storiella  carina riguarda sempre il mio papy che è rimasto famoso per i “suoi gnocchi”
“ah, gli gnocchi che fa l’Arnaldo!!!!”
Allora,  il mio papy ha “fatto gli gnocchi solo una , dico una, volta, durante la quale mia mamma ha preparato tutto: patate bollite, le ha impastate con farina e uovo e lui, ha messo nell’impasto un goccio di grappa (il segreto dello chef) e basta.
Mi è stato raccontato che per questa occasione era tutto “bardato” con  grembiule ad hoc e che il gesto del versare il liquore nell’impasto era stato molto scenico e..solenne!
Bè, di quegli gnocchi si parla ancor oggi e risalgono agli anni 60 ed io ero piccina picciò e quindi non ho nemmeno avuto l’onore di assaggiarli!!!

Uomini “seri, responsabili, che avevano la famiglia come primo pensiero…questa era la facciata , poi che fossero così integerrimi, io non ci credo e il “pensare alla famiglia” non faceva  certo loro rinunciare ad approfittare di tutti i “benefit” che questo comportava…a partire da un conclamato servilismo da parte delle mogli, devote, sottomesse e per questo…spose felici!

Così doveva essere.

Oggi ci si lamenta che “non esistono più gli uomini di un tempo” e io dico “per fortuna”ed ho analizzato molto superficialmente e solo “culinariamente parlando”,  due uomini della mia famiglia, uomini dei “favolosi anni ’60.

Tonando al risotto quello di cui vi parlo non è proprio il risotto mare dei parents , ma sempre di pesce si tratta e se proprio devo dirla tutta non è nemmeno farina del mio sacco ma della dolcemetà…
Pur avendo gusti culinari assolutamente opposti, ogni tanto scovo dei punti di contatto  e tra questi c’è il risotto. Di questo sono felice perché riesco finalmente a mangiare quello che mi piace , che in sintesi sarebbe : primi piatti e dolci. Lui ovviamente preferisce: carne e pesce.
Insomma due universi paralleli…ma essendo un uomo “moderno”, lui cucina ,perché oggi di uomini che “mettono le gambe sotto al tavolo” e basta ne esistono molto ma molto pochi.

E questo è un bene…


Anyway……

Doppio piacere per questo riso che oltre ad essere “riso” (per cui per me poteva essere sufficiente)  era pure buonissimo perché quando lui cucina non è avaro di condimenti che esaltano il sapore  mentre io cerco sempre di dosarmi un po’ a scapito del gusto.

 Ingredienti::

per il brodo di pesce :

cipolla bianca o bionda
1 costa di sedano
1 carota
3-4 rametti di prezzemolo
mezzo cucchiaino di sale grosso (5 grammi)
un cucchiaino di pepe nero in grani
500 g di teste e di lische di pesce
2 litri d’acqua 
Sbucciare la cipolla.
 Lavare la costa di sedano, affettarlo nello spessore di 2-3 centimetri.
Lavare la carota, eliminare le estremità ed affettarla nello spessore di mezzo centimetro.
Lavare i rametti di prezzemolo.
Mettere tutte le verdure in una capace pentola, unire il sale grosso, il pepe, le teste e le lische di pesce e coprire con l'acqua.
Mettere la pentola sul fuoco e portarla a bollore.
Abbassare il fuoco al minimo e lasciar sobbollire lentamente 30 minuti coperto.Trascorso il tempo di cottura spegnere il fuoco, scolare le verdure e il pesce e filtrare il brodo attraverso un colino a maglie fini.
(scusate la spiegazione asettica ma non l’ho peparato io e non è una delle mie specialità )

Ingredienti per il risotto (4 persone) :
350 gr riso carnaroli
Olio extravergine di oliva
Burro
Cipolla
Trancio di salmone tagliato e tocchetti
Prezzemolo
Buccia di limone grattugiata
Brodo di pesce

Ci si comporta come qualsiasi risotto per il quale è preferibile un leggero soffritto di cipolla nell’olio evo e una punta di burro. Dopodiché si fa imbiondire il riso e poi si inizia ad innaffiarlo con profumato brodo di pesce . Quando si è a metà cottura circa, si mettono i pezzetti di salmone che si sfalderanno un pochino con la cottura. Ma non bisogna disperarsi! Il pesce rosa si mescolerà perfettamente tra i chicchi di riso insaporendoli ancor di più.

Quando il risotto è pronto prendiamo il coraggio di aggiungere un altro pezzo di buon burro e mescoliamo mantecando il tutto. Alla fine , solo alla fine, una spruzzata di coreografica buccia di limone e di prezzemolo.

Che profumo delizioso!

Quasi quasi invito il mio papy…..


seaside...

lunedì 18 giugno 2012

LA "PIZZA" DEGLI HARE KRISHNA...


Ebbene si , questa è una ricetta tratta da un libro di cucina e filsofia degli hare krishna…
Questo racconto si perde nella notte dei tempi ,ma non perché vi devo raccontare  la vita di Siddartha in sanscrito antico (ovvio)  , ma perché risale al tempo in cui  Marie Antoinette era appena nata e trascorrevamo le nostre vacanze , i nostri week end in una bellissima valle delle mie zone , chiamata anche la valle dei pittori.
D’estate i paesini si riempivano di villeggianti , le varie pro loco organizzavano fuochi d’artificio e manifestazioni di ogni genere, la valle si animava. E un anno arrivarono anche gli hare krishna…
Vedere quei giovani monaci vestiti di arancio , con la testa rasata e il sorriso beato stampato sul volto tra le verdi montagne mi aveva fatto un certo effetto.
Non c’entravano nulla in quel luogo e per questo si notavano ancor di più del solito…cosa li aveva spinti ad arrivare fin lì??? Mah?? Non l’ho mai saputo ma un giorno , in giro con il paseggino che trasportava la très petite reine , mi si erano avvicinati e mi avevano chiesto un’offerta …i loro sguardi beati mi avevano catturata e dato che a me basta poco, ma molto poco, per sensibilizzarmi a cause moralmente ineccepibili,   avevo dato loro qualcosa . la sorpresa grande era stata veder comparire magicamente dalle loro tuniche un libretto. Un libretto di ricette degli  hare krishna , corredato di pensieri filosofici e religiosi .

Purtroppo non so che fine abbia fatto quel libretto e mi sono stupita nel non averlo conservato…
Ricordo che avevo pensato
“Ma guarda un po’, chi l’avrebbe detto?  Esiste una cucina dei monaci tibetani…non solo riso e burro di yak?...”
Il libretto infatti,  conteneva ricette che di “tibetano” avevano molto poco, abbastanza banali e scontate e non so proprio  da dove saltassero fuori. Ma tra le pagine ecco la ricetta che mi aveva incuriosito : la pizza di riso.

E proprio questa è la ricetta  di questo post .
Dite la verità, sembra o no una pizza vera??? E giuro di non aver “truccato” la foto (troppo difficile  per me!!!)
Facilissima e d’effetto e , volendo (anzi, per me è meglio) si può usare del riso (meglio risotto) avanzato.
Non ci sono dosi non ci sono ingredienti precisi...
La base di riso bollito , per rimanere più “compatta” ha bisogno di un’aggiunta di formaggio (il parmigiano è perfetto) e un goccio d’olio. Come dicevo prima tra parentesi, il risotto avanzato è perfetto in quanto già bello condito e compatto aiutato anche dall’amido sprigionato in cottura.

Per questa “pizza tibetana” io ho utilizzato un avanzo di risotto alla parmigiana modello basico J e con questo intendo un risotto fatto con un delicato brodo di verdure , niente soffritto (ebbene si…solo un filo d’olio dove faccio tostare il riso) e solo alla fine un’abbondante pioggia di parmigiano.
Un pezzetto di burro a completare la manteca tura.
Questo è un risotto che faccio spesso , una sorta di riso in bianco ma con un po’ di gusto in più rispetto al riso semplicemente bollito.

Ho preso una teglia tonda, l’ho rivestita con carta oleata e ho steso il mio risotto La ricetta prevede niente di più che stendere in una teglia il riso freddo  e farcire con mozzarella e pomodoro fresco. Aggiungere origano e olio e sale e…infornare come una pizza.

L’effetto è simpatico, l’unica pecca è l’impossibilità di tagliarla a fette perfette in quanto il riso tende a non rimanere unito…quindi si servirà con una paletta cercando di “salvare” il più possibile le pseudo fette immaginate J meglio una teglia rettangolare perché dà la possibilità di dividere la pizza in piccoli quadrati facilmente servibili senza improvvise frane…
Dopo aver mangiato qualche fetta state pur certe che il suono cosmico OM vi uscirà spontaneo e la vostra anima si sentirà leggera e beata e vi chiederete come mai non siete a Lhasa …
J forse !

 
tibet

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...