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domenica 3 aprile 2016

BUDINO VINTAGE E ZARKOPITA PER UNA BELLA SERATA TRA AMICI


Ma da quanti anni non facevo un budino? Ma di quelli pronti, della serie : apri la scatola, tagli la busta, rovesci la polvere nel latte, mescoli bene, porti a bollore e dopo tre minuti rovesci nello stampo, in frigo tre ore: pronto!
Il budino, rigorosamente al cioccolato, era un must della mia infanzia/giovinezza.
Me lo faceva mia nonna per merenda e a volte ci "nascondeva" dentro un quadratino di cioccolato...lo faceva mia mamma a conclusione del pranzo della domenica quando non c'erano le paste (altro must degli anni settanta!)

Mia mamma non era ( e non è) proprio un'amante della cucina, o meglio, cucinava ma per dovere e non per pacere quindi il budino era una soluzione da "minima spesa massima resa". Il massimo lo raggiungeva quando preparava la "torta di budino".
Facevo il liceo e insieme a due mie compagne di scuola prendevo lezioni di matematica, non proprio perché servivano ma perché il tipo che ci aiutava era il fidanzato della parrucchiera di un'amica di mia mamma ( complicato??)  e quindi per dargli una mano veniva ad aiutarci nei compiti. Il poverino oltre che sopportare tre adolescenti in piena fase di "ocaggine" doveva sorbirsi anche la "torta" di mia mamma e noi con lui (ah ah ah) .
Ecco la ricetta : andare al supermercato e prendere una base di pan di spagna rotondo (che aveva una sorta di incavo per eventuale ripieno) e riempirlo con un budino che mia mamma sceglieva modello creme caramel (bleah!) perché lo giudicava più scenico potendo spalmarlo "creativamente" con il caramello in dotazione (già fatto nella bustina).

Lo mangiavo, per carità, ma anche se non ero stata ancora catturata dal sacro fuoco dell'arte culinaria , per me "torta" aveva un altro significato.

Abbino a questo ricordo anche quello del look di quegli anni che era tremendamente seventy e quindi per il mio budino al cioccolato ho voluto un'immagine molto classica e comfort...lontana da camicie con colli imbarazzanti e pantaloni sfrangiati a zampa di elefante !

A parte questi simpatici rememeber, che mi hanno portato vagamente fuori tema, la nostra cena tra amici ha sfruttato il  week end dedicato allo street food , organizzato nella mia città che ci ha ispirato per decidere di prendere ognuno qualcosa  per poi ritrovarsi a casa mia per condividere il ricco (dal punto di vista calorico!!) bottino.

Oltre al budino e quanto preso tra i banchetti invitanti, ho preparato anche una buonissima, facilissima, rapidissima zarkopita .


Ecco ingredienti e ricetta:

100 gr di farina 00
50 gr di burro ammorbidito
200 gr di feta
100 gr di latte
origano e peperoncino a piacere

Io ho raddoppiato le dosi e ho steso l'impasto nella leccarda del forno.

Lavorare il burro in una ciotola con un cucchiaio di legno, unire la farina, il latte, la feta, il peperoncino e l'origano, amalgamando bene gli ingredienti. Imburrare una pirofila (io ho usato la carta forno) e versare l'impasto, che non deve superare i 2 cm di altezza. Livellare bene (io uso il dorso di un cucchiaio inumidito) e cuocere in forno a 180°C per 40 minuti circa (o finchè la pita è dorata in superficie). Far raffreddare e tagliare a quadrati, ma a me piace tanto anche calda o tiepida...



La zarkopita ha accompagnato hamburger, arrosticini, olive all'ascolana, würstel...Non c'è che dire : è stata una cena veramente "light" e il mitico budino ha concluso la cena accompagnando i ricordi di ognuno di noi in merito ai proprio budini della memoria, perché ognuno li ha e infatti ognuno di noi ha elencato tutti i gusti provati e mangiati nel corso delle nostre giovinezze  ... ci siamo ritrovati tra queste "non ricette" confermando di essere un affiatato gruppo ...very vintage!!! ;-)

lunedì 15 settembre 2014

ALTRA "SERATA CROQUES" : ALLEGRIA E FELICITA' ASSICURATE! :-)


Lo so, non è un post originale...nel senso che di serate "croque monsieur" ne avete già sentito parlare da queste parti ...
ma cosa ci posso fare se le trovo perfette per trascorrere del "quality time" con amici, senza troppo impegno , condividendo insieme a loro la preparazione creando così una pseudo cena a più mani in cui ci si rilassa e ci si diverte !!!

Come ho sempre sostenuto la differenza "vera" sta nel pane fatto in casa : questo renderà innegabilmente i vostri "croques" diversi e "glam", altro che banali toast!!


Quindi scegliete la ricetta che più vi piace e preparate il pane da voi.Oggi tutti lo sanno fare e per quelli meno esperti, esistono ottime macchine per pane che impastano, lievitano, cuociono il pane già nel formato "da toast" : what else???

Per questa serata non ho potuto non fare i soliti biglietti che caratterizzano queste mie  serate:
c'era stata la serata delle tovagliette disegnate e quella con i "ticket" per prenotarsi i croques in preparazione ...
questa volta ho disegnato dei piccoli menu ...


Ci vuole proprio poco, non serve essere artisti!! E poi i vostri ospiti avranno un ricordo carino di questa "quasi cena".

Le ricette provate sono sempre tratte dal mitico librino (che vi consiglio) :
"Croque- monsieur"
di Sylvie Girard-Lagorce
edito da Guido Tommasi

Questi i croque preparati:

Croque-monsieur al cheddar e chutney d'ananas
sapori particolari per questo croque! Il chutney ve l'ho già raccontato qui.
Il resto vien da sè : si spalma il chutney sulla fetta di pane e si adagia il cheddar quindi si copre con l'altra fetta . La ricetta dice di imburrare esternamente le fette di pane e di cuocere il croque in padella, io l'ho invece cotto nella griglia ad hoc senza imburrarlo. Direi buono lo stesso :-)

Croque -monsieur al prosciutto crudo e cantal con salsa alla senape e tarassaco
il cantale è un formaggio simile alla fontina ed è proprio questa che ho usato.
questa ricetta prevede anche un'ottima salsina che è andata a ruba anche da sola, spalmata su fette di pane abbrustolito !!!
cremina : 100 gr gherigli di noce - 4 cucchiai di panna  liquida - 2 cucchiai di senape :
tritate i gherigli di noce , mescolateli con la panna e con la senape .
spalmate questa salsa sulla fetta di pane .
sull'altra fetta mettete il tarassaco (io ho usato il cicorino) e dello scalogno, quindi aggiungete il prosciutto crudo ed il formaggio. Chiudete con la fetta spalmata di salsa e mettete nella griglia per toast.

Niente di più facile e simpatico per prepararli insieme ad amici .
E mentre si prepara, si beve un bel bicchiere di vino in compagnia, ci si racconta cose, si ride, si scherza e si ha la consapevolezza, chiara e ben nitida che  proprio nelle piccole cose si trova la felicità.
Un toast , un buon bicchiere , amici veri, chiacchiere e...io mi sento una donna fortunata!
Provate ad organizzare una serata croques e poi mi direte : allegria e felicità garantite!!!

domenica 7 settembre 2014

CHUTNEY ALL'ANANAS SUPER VELOX : IL SEGRETO? IL MICROONDE!!! ;-)



PH BY MY CELL


Una ricetta semplice e veloce  usando il...microonde!!
Non amo il microonde ma quando trovo ricette che lo prevedono per cuocere , mi incuriosiscono ....
Quindi , anche in questo caso, eccomi sperimentare questo chutney.
Ingredienti e cottura "strani" ... ci provo.
Come spesso accade faccio piatti nuovi quando ho gente a cena , usando gli ignari ospiti come cavie e rischiando figuracce .

Le cavie inconsapevoli sono amici storici e la serata e l'ennesima serata "croque monsieur" (che vi racconterò) nella quale non sono previsti piatti blasonati ma solo toast , però speciali!

Le ricette le prendo sempre  da uno stupendo librino :
"Croque Monsieur"
di Silvye Girard Lagorce e M. De Martin
edito da Guido Tommasi 
ve lo consiglio senza remore!

In pratica posso dire che ho quasi provato tutti i croques del libro e sono tutti buonissimi, originali e ognuno nasconde una ricetta nella ricetta sotto forma di creme , chutney e altre cosine che li arricchiscono  e li rendono veri piatti gourmands!

Questo chutney era previsto per farcire un toast con il cheddar e vi assicuro che questa abbinata è super!

Di chutney ne ho fatto un po' di più in modo da offrirlo come petit cadeau ai miei ospiti:  ottimo con i formaggi e anche con le carni.


PH BY MY CELL

Un piccolo vasetto (di "Fiorirà un giardino") per farmi perdonare i miei esperimenti culinari "senza rete" ... pronta a sperimentare nuove ricette e a prepararne di altri !

domenica 4 maggio 2014

SERATA "CROQUE MONSIEUR", ORMAI , UN CLASSICO... ;-)




Non c'è niente di più bello che invitare amici per cena, pranzo o ...pic-nic indoor ...
Spesso organizzo le serate "Croque Monsieur" ispirata da un libretto tanto ma tanto carino con idee per toast davvero sfiziose, facili e originali.
Il libretto in questione è questo qui:


image


Quindi per me e i miei amici le serate "croque" sono diventate oramai dei "classici"

La "conditio sine qua non" però  è fare il pane in casa, quindi non il pancarrè comperato e già questo rende il toast diverso.


L'altra sera quindi avevamo a disposizione un serie di pani da farcire e quindi il divertimento era assicurato! Scegliere la farcitura è davvero stimolante e creativo!

Come sempre la "mise en place" è una delle cose che più mi piace fare , sia si tratti da imbastire una tavola chic che una semplice ...ehm, tavola calda!

La serata "Croque Monsieur" l'avevo già fatta tempo fa e avevo disegnato le tovagliette su una carta da pacco (la banale millerighe avana...) 
Il soggetto scelto era un "monsieur" con tuba , baffi ed occhiali! Una mise davvero chic per dei "banali" toast!



La tovaglia  (sempre fatta dalla sottoscritta) era un tessuto ikea (I love) , uno scozzese bianco, grigio e nero che avevo trovato rustico ma nello stesso tempo elegante.

Quindi anche per questa seconda tornata di "Croque" dovevo inventarmi qualcosa...

Per comodità, avevo deciso di "disegnarmi" gli appunti delle varie farciture ,  su strisce di carta che avevo appeso al frigo (e devo dire che è stata un'idea davvero pratica!)
Con i ritagli della carta, mentre aspettavo i miei amici, mi sono messa a fare una sorta di "tickets" senza pensare che sarebbero diventati i segnaposto...


Ho iniziato a fare la scritta, poi ci ho messo una cornice e ,in alcuni, ho fatto alcune righe...
tagliati male e fatti in fretta avevano avuto l'aria vissuta che serviva per questa tavola informale!


Ho utilizzato, come sorta di piatto,  le bellissime "tavolette" di legno acquistate alla mitica Lidl (ad una cifra ...imbarazzante ) , ho appoggiato un tovagliolo marrone e...il ticket !
Serve davvero poco a fare un po' di scena!!

La cena con amici , se il numero lo consente, si fa  rigorosamente in cucina ! E così è1 stato !
In mezzo al tavolo una farinata appena sfornata con tocco  verde di rosmarino, da gustarsi come "aperitivo" mentre i croques si scaldavano.


La foto è stata scattata dalla sottoscritta con il cellulare (come tutte le altre e come sempre...) senza badare allo...style life :-( ...quindi presenti in ordine sparso (in tutti i sensi!!!):
uno strofinaccio a quadretti beige e bianco in mezzo a dx
rotolo dello scottex (orrore!!!) in mezzo verso sx
piega di tovaglia ,ehm, stirata di fretta in primo piano
bicchieri blu assolutamente fuori tinta

Anyway....la cenetta è stata un successo lo stesso, grazie anche ai miei amici del cuore che sanno rendere speciali anche dei banali toast...banali si fa per dire...

ecco quelli che abbiamo provato :

1 :croque con gorgonzola, pere, noci e creme franche
2: croque con wurstel, groviera, crema composta da : formaggio spalmabile con cipollotto ed erba cipollina
3: croque con mortadella, cetrioli tagliati fini fini e crema composta da : ricotta, prezzemolo, pistacchi
4 : croque con tacchino tagliato a fette sottili e guacamole 

Le fette di pane si intendono tutte imburrate  per bene prima di farcirle .
si può scegliere se :
scaldarli in una padellina , in questo caso imburrare anche il lati "esterni" che croccheranno alla grande 
o
scaldarli su una piastra di quelle a chiusura , tipo quelle dei bar. In questo caso non è necessario (ma non obbligatorio!) imburrare il lato esterno del toast.

Noi li abbiamo scaldati sulla piastra , chiacchierando nel frattempo con i nostri amici con i quali si decideva  di quale ricetta fare il bis...
Da bere , ovviamente , birra  , per me cruda ! La adoro!

Solo a scrivere questo post mi viene voglia di organizzare un'altra serata così...le ricette nel librino sono tante e invitanti...tutte da provare !




domenica 3 giugno 2012

LA SEMPLICITA' DI UNA SERATA SPECIALE...



Nessuna ricetta sfiziosa, nessuna ricetta cucinata con tempo lento e dedizione…perché questo we avrebbe dovuto essere di pseudo relax …marino! Si doveva “aprire” la casa ,prendere un pò di sole e trascorrere una serata in qualche ristorantino carino , di quelli che si segnano per ritonarci .

E invece no! Un sabato, umido, piovoso e freddo ci ha fatti rivedere i programmi  facendoci ritornare in città quasi subito. Inutile dire che ,strada facendo, il tempo migliorava ogni minuto per regalarci, appena arrivati a casa, una tiepida serata di sole.

Nella mia città si organizzano poche cose interessanti, è fondamentalmente una banale e piatta città di provincia…Marie Antoinette dice “città depressa” ma si sa, lei regina ed  è abituata a ben altro…
 :-)

E invece (e nemmeno lo sapevo!!! Che vergogna!) c’era lo “street jazz festival”

 

Nei cortili, nelle piazze , per le strade , gruppi più o meno conosciuti si esibivano  . I bar e  i ristoranti, per l’occasione avevano creato dei dehors nelle strade ,allestendo tavolini per cene e  degustazioni varie…

Insomma una  mia città nuova e assolutamente piacevole…
La musica rimbombava nelle vie, il panorama di gente quanto mai vario , persone di tutte le età, mai vista tanta gente in giro fino a tarda sera.

Doverosa la  “cena” per strada  condivisa con i miei amici del cuore , con gruppo di jazz annesso,  allestita da uno dei ristoranti che frequentiamo abitualmente, gestito da due tipi proprio simpatici , cucina di buon livello, piatti sfiziosi e creativi.
Ma per questa serata jazz solo un bel tagliere di salumi e formaggi accompagnati da una “giardiniera”(verdure scottate in aceto e poco zucchero e messa sott’olio) fatta dallo chef e servita in barattoli di vetro come quelli “da sottaceto”…
Buonissima…ho cercato di farmi dare la ricetta ma complice la musica assordante e la quantità di gente ,lo chef si è eclissato e me lo sono …perso….(ma lo ribeccherò…promesso!) Da bere: birra alla spina artigianale per la quale era stato allestito all’esterno un bancone stile ocktober festJ

Non c’è niente di meglio per l’umore, di una serata tra amici trascorsa mangiando e bevendo (bene!) in mezzo a musica suonata con passione!
La foto tra i tavoli con le tovaglie a quadri, le birre fresche e la semplicità del cibo , rende perfettamente lo spirito della serata che tra chiacchiere, risate e musica è volata...

sabato 26 maggio 2012

IL "MIRACOLO" DELL'UOVO POCHE'...



Non sono mai e dico "mai", riuscita a fare un uovo in camicia come si deve .
Ho provato varie tecniche, ho modificato intensità di bollitura, vari tipi di aceto (vuoi mai?)…nothing to do…
L’uovo si disfava formando filamenti bianchi e giallini che si mischiavano nei vortici dell’acqua in ebollizione, creando masse ingestibili. Cercavo di recuperare il tutto con la schiumarola tentando di “comporre” un simil uovo ma i risultati erano pessimi e abbandonavo l’impresa buttando via tutto.
E dentro di me, soffrivo. Non è possibile non riuscire a fare un uovo in camicia !!! avevo  visto mille video , avevo letto mille trucchi del mestiere ma questa per me era sempre rimasta una “mission impossibile” fino a quando…

Gita lavorativa a Parigi (eh, si una volta nella vita era capitata proprio a me!!!) e tra le persone del gruppo avevo conosciuto  una simpatica coppia e avevo scoperto con piacere  , che erano ,non solo appassionati di cucina, ma che lui mi era fresco fresco di corso di cucina "blasoné".
E parla di qui e parla di là ecco saltar fuori il mitico uovo pochè. Altro non è che il “simpatico” uovo in camicia . O meglio , non è proprio la stessa cosa : l’uovo in camicia classico si fa con l’acqua che bolle, questo invece va fatto con l’acqua portata a bollore e poi spenta…mi sembra...
Vabbè, ma il “segreto” di questo mio uovo pochè non è assolutamente nell’ebollizione dell’acqua  ma nell’allestimento adottato per cuocerlo senza che si disfi tutto…
L’uovo va “confezionato” nella pellicola trasparente e così cotto!!!!
Fantastico vero???? Io adesso sono una donna felice e appagata! J a volte basta davvero poco nella vita…
Anyway
Ecco come ho fatto:
ho preso una tazza piccola e l’ho rivestita con un pezzo di pellicola abbondante. Ho rotto l’uovo dentro e l’ho sigillato formando un sacchettino con l’accortezza di far uscire bene l’aria (altrimenti il “sacchetto” una volta  messo nell’acqua, galleggia, l’ho provato personalmente !)
L’ho chiuso con quei laccetti dei sacchetti da freezer, altrimenti tendeva ad aprirsi.
Quando l’acqua si messa a sobbollire ho messo delicatamente il mio sacchettino nell’acqua. L’ho curato amorevolmente, girandolo ogni tanto aiutata da un cucchiaio affinché si cuocesse in modo omogeneo. Dopo circa 5 minuti abbondanti l’ho tirato fuori e , delicatissimamente, l’ho aperto.
Miracolo!!! Era intatto, forse un po’ mollino ma così deve essere, o no??? J


L’ ho accompagnato ad una crema di piselli fredda che adoro pur non amando particolarmente questa leguminosa .
Ecco la veloce ricetta:
Ingredienti:
250 gr piselli (io ho usato quelli surgelati)
Sale
olio
Panna vegetale
Ho cotto i piselli in una padellina con un filo d’olio . a cottura ultimata ho aggiunto la panna vegetale (che risulta più leggera e anche più liquida e per questo è perfetta)  e il sale.
Ho quindi frullato il tutto con il minipimer.
Fine.
Volendo fare i "sofistici" si potrebbe passare al colino il tutto per rendere questa crema vellutata e senza grumi (perché un po’ ce ne sono) ma a me piace la sua aria pseudo rustica , la sua consistenza materica che si sposa perfettamente con la morbida  presenza dell’uovo poché.
Insomma questa ricetta facile facile rischia di diventare un mio cavallo di battaglia e se poi ci si aggiunge anche una piccola manciata di germogli di trifoglio ( eh, si ho preso il germogliatore…ma questa è un’altra storia e probabilmente un altro post….) allora ecco che l’immagine di questo piatto diventa very chic!!!!!
Insomma anche con un banale ovetto si rischia un figurone tra i commensali…quindi assolutamente ricettina "to do"!

ed ecco il mio "saggio" set di polyvore...


meglio un uovo oggi...

lunedì 9 gennaio 2012

LA VERA (?) FOCACCIA : TENTATIVO NR. 1

 photo by Marie Antoinette

Evidentemente per me ,la parola “ dieta” ha un significato particolare…
Vista la ricetta che non solo posto oggi , ma che ho bellamente e abbondantemente assaggiato …
Diciamo che nella vita esistono delle priorità e il mio piccolo blog è assolutamente sul podio .
Complice una bellissima giornata genovese trascorsa con persone speciali , durante la quale abbiamo mangiato (eh bè….) e parlato di cibo ( eh bè…), eccomi tornare a casa con la vera ricetta per fare la focaccia genovese/ligure. Quella bella unta e stra unta, morbida che la mangi e non la smetti più…
Cioè, il segreto era , in realtà, custodito dalla dolcemetà che aveva seguito attentamente la spiegazione del marito di una cara amica, nonché autrice di uno dei blog più tosti che esistano, che, in onore di questo, diventa, de facto,  esperto pure lui del “da mangiare”…
Il segreto riportatomi consiste nel cuocere nel forno la focaccia quasi in…salamoia, cioè coperta completamente di acqua ,”e forse, poco olio…”avevo aggiunto io, “No, solo acqua.. Ma proprio coperta completamente. Devono “uscire” solo le “montagnole” che si formano pizzicando la pasta” riportava la dolcemetà.
E qui mi tocca ammettere un mio limite, che di sicuro, ha origini psicologiche…
Spesso, anzi, sempre, quando leggo una ricetta che giudico “troppo” , non ho il coraggio di attenermi a quanto scritto. Per “troppo” intendo ricette con , per esempio, un numero spropositato di…uova , una quantità di burro…imbarazzante, tempi di cottura eccessivi, insomma particolari di sicuro determinanti per la riuscita che a me …spaventano e mi bloccano.
Soffro di blocco da…eccesso.
Ricordo ancora una ricetta riportata in un libro della Ruth Reichl, non ricordo bene quale fosse (li ho letti tutti…) nel quale, in una ricetta per una torta, erano previste 12 uova, ma forse erano di più. Il mio primo pensiero era stato “mai potrei fare una torta che preveda tutte quelle uova”
Perché, mi chiedo (ogni tanto), perché reagisco così????
Anche per questa focaccia le sicure direttive della dolcemetà mi erano sembrate “troppo”
“come… TUTTA coperta d’acqua?????” avevo chiesto
“ Tutta.” la risposta
Ma non ce l’ho fatta…mettevo l’acqua sulla superficie con un piccolo pennellino piatto (che mi piace un sacco), quasi fossero spennellate di…fard.
E lui “ma no! Di più!”
“ma guarda che il pennello ne trattiene di acqua!!! Ne scende, sai!”
“si ma se deve essere coperta devi rovesciarla l’acqua!”
Rovesciarla???? Solo sentire quella parola così, rovinosamente onomatopeica, stavo male….solo alla fine ho inclinato un poco la ciotola dell’acqua ,facendola scorrere, piano ,piano , sempre aiutata dal fido pennellino…ma non ce l’ho fatta a metterla tutta.
“ dai, per questa volta proviamo (plurale…:-)…) a metterne poca e vediamo come viene…”
E con questa frase ho infornato la mia/nostra focaccia.


Bè, la foto (opera della petite reine!!!) parla da sola! È venuta buonissima ma, in effetti non morbida e “umida” come avrebbe dovuto e so perfettamente che la “colpa” (metto tra virgolette perché “colpa” è un sostantivo che giudico “troppo” …:-) o no???? ) è solo mia…
La dolcemetà non ha infierito e persino Marie Antoinette che era presente prima, durante e dopo il film della focaccia, l’ha giudicata buona anche se un po’…secca, mentre se la mangiucchiava con piacere (sempre dosato e non troppo manifesto : noblesse oblige!!!)
Inutile dire che, dieta a prescindere, dovrò riprovare la ricetta anche perché proprio oggi un’altra mia cara amica ,la Nadia, ligure pure lei, mi ha dato anche la sua versione che prevede , ebbene si, che si metta acqua abbondante , ma, emulsionata con l’olio (4 parti di acqua e 1 olio ) e non proprio a copertura totale…
Ma non solo ! Mi ha fornito anche la ricetta “very original” della focaccia di Recco, quella della Manuelina che , cito , “praticamente l’ha inventata”.
E allora non resterà che seguire passo, passo, le preziose dritte della Nadia…e vi farò sapere.
Insomma proverò tutte le versioni del mondo fino a trovare quella perfetta …:-)
E se dovrò sforare la dieta sarà solo ed esclusivamente per esigenza di blog, sia chiaro…
Ubi maior….;-)

lunedì 17 ottobre 2011

IMPERFETTA TORTA AL LIMONE PER DIRE GRAZIE...


Tinte soft per questa ennesima cake therapy che, come da caratteristica, avviene alla sera, per non dire …di notte! Quindi foto calde in controtendenza con quelle bellissime, bianchissime, lucentissime dei blog più seri del mio. Anyway , come dico sempre, nell’imperfezione è insita la personalità, l’unicità delle persone, delle cose e questo proposito ecco qui la mia imperfetta (ma buona) torta al limone.
La ricetta è mista, nel senso che un pezzo l’ho fatta , uguale uguale a michel roux e l’altra parte l’ho copiata (con modifiche) da una blogger che seguo ,inchinandomi alle sue ricette impeccabili e ai suoi post intelligenti e simpatici, l’araba felice…
Dunque prima parte :
pasta sucrè di michel roux , dal libro “frolla&sfoglia” (che tutti, e dico tutti, dovrebbero avere):
250 gr di farina
100 gr di burro tagliato a dadini e ammorbidito
100 gr zucchero a velo setacciato
Un pizzico di sale
2 uova a temperatura ambiente
L’impasto l’ho fatto con il mio KA  mettendo gli ingredienti in questo ordine: farina,burro, zucchero e sale e ho azionato con lama a foglia. Quando il composto è diventato tipo sabbia fine ho messo le uova mentre il KA impastava. Ho tirato fuori il tutto, l’ho lavorato brevemente e ho messo a riposare in frigo per mezz’ora. Poi ho foderato un anello (coppa pasta) da 20 cm di diametro e ho cotto in bianco secondo i tempi dell’araba fenice (non di michel) e devo dire che il risultato è stato perfetto ! (ma non avevo dubbi).
Riporto la sua ricetta :
: Stendere ora la pasta sucrèe in uno spessore di 3 mm, e ricoprirvi la tortiera da 20 cm e con almeno 4 cm di bordo. Mettere in frigo mezz'ora, e 5 minuti in freezer.
Quindi bucherellarlo, coprirlo con carta forno o argentata e riempirlo con fagioli secchi. Mettere subito in forno a 180 gradi per 10 minuti, dopodichè tirarlo fuori, eliminare carta e fagioli, e spennellarlo con albume appena sbattuto, sul fondo e sui bordi.
Abbassare il forno a 170 e rimettere il guscio in forno per altri 5 minuti.
Tirarlo fuori, abbassare il forno a 150, e versarvi dentro la crema di limone ben fredda.
Rimettere in forno e cuocere per circa un'ora e dieci, finchè il tutto sarà ben compatto.
Ripieno:

3 bei limoni bio
4 uova intere ed un tuorlo
150 ml di panna liquida fresca (ehm , io ne ho usata 250 gr...)
180 g di zucchero semolato
zucchero a velo, per la copertura
 preparare il ripieno: grattugiare la scorza dei limoni, e poi spremerli. Battere con una frusta le 4 uova intere, il tuorlo e lo zucchero. Aggiungere poi il succo e la scorza di limone.
A parte montare leggermente la panna, che sia una crema morbida e non troppo secca, e aggiungerla al resto:
Mescolare con la spatola, e mettere la crema in frigo fino al momento di usarla.
Tirarlo fuori, abbassare il forno a 150, e versarvi dentro la crema di limone ben fredda.
Rimettere in forno e cuocere per circa un'ora e dieci, finchè il tutto sarà ben compatto. 
Come dicevo la ricetta è impeccabile peccato che per la mia  torta  il ripieno fosse super abbondante (dove avrò sbagliato?forse la dose di panna???) e quindi…che fare?




Ecco che mi viene in aiuto un sacchetto di brioches prese il giorno stesso da un pasticcere della mia città, ha uno di quei negozi ricchi di tante cose buone e l ho visitato insieme a vecchie e nuove amiche di blog proprio sabato durante uno di quei “raduni” ai quali non avrei mai pensato di partecipare ai quali, invece , mi faccio coinvolgere con gioia ed entusiasmo (per la "cronaca” andate a sbirciare dalla Sonia….che tra foto e racconti ha saputo rendere ottimamente la nostra giornata …da ripetere!)

Dicevo….che faccio del ripieno profumatissimo che avevo in abbondanza? Spezzo grossolanamente 3 brioches , le imbevo nel latte , imburro una pirofila, le metto a casaccio e le copro con la crema al limone. Cuocio in forno a 170° per circa venti minuti, giusto il tempo di veder colorare  la superficie…
Vi assicuro che mangiato a cucchiaiate , tiepido è da leccarsi i baffi!!
E la mia crostata ???
Dunque , secondo me la pasta era troppo spessa e il diametro troppo piccolo…ma vi garantisco che il sapore era …divino! La pasta sucrè …perfetta! Burro, zucchero e uova dosati in modo armonico, fragrante ma compatta nello stesso tempo.
E che dire della crema al limone? Un profumo unico, delicata pur essendo tutto tranne che…light!
Confesso che ho provato anche a caramellare la superficie con il cannello (libidine pura!!) …J)) ma il risultato non è stato un granchè …ho quindi coperto la “caramellatura” con lo  zucchero a velo , però non la  si poteva nascondere al palato :mangiando la torta era inevitabile incontrare la sfoglia sottilissima dello zucchero caramellato e questa sorpresa inaspettata stupiva e non infastidiva , anzi!
Tra le mille cose che sto scrivendo a getto per questo post ce n’è un’altra: perchè proprio una torta al limone??? Bè perché era da tanto che dovevo provare un aggeggio che desideravo da tempo : quelle grattugie lunghe e strette, da veri chef, per grattugiare la buccia degli agrumi e questo “oggetto del desiderio” mi era  stato regalato da un amico speciale che, oltre a leggermi nel pensiero sempre (mannaggia!) mi vizia oltre misura con questi doni graditissimi!
Goloso e amante del cioccolato come la sottoscritta , i nostri incontri sono super glicemici anche solo per gli argomenti : pasticcerie, ricette di dolci, ganache , panna, kitchen aid e smeg, abbattitori e libri di cucina. Insomma è una delle tante persone speciali che il destino ha deciso di mettere sul mio cammino . Del Carlo Maria ho già parlato quiqui e gli dedico questa torta anche se solo virtualmente, ma prometto di rifarmi “dal vivo” J
Quindi è una torta al limone da dedicare a tanti: alla stefania che mi ha aiutato nella ricetta, a sonia e alle amiche blogger con le quali ho trascorso un piacevole sabato pomeriggio, al carlo maria per i suoi pensieri, alla dolcemetà che sopporta tutte 'ste mie manie culinarie con stoica rassegnazione ma non solo…mentre ero alle prese con questa  torta si è pure presentato in cucina con un regalo….un libro! (e gli ho messo una nuova stelletta!)  l’ultimo del  Fabio (Volo n.d.r.)  (e qui , un’altra stelletta) che in pratica è l’uomo della mia vita (cioè uno dei tanti…) ma di questo ne parlerò un’altra volta….


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