Vita con il Pupo (e con i suoi proclami)
Prima di tutto, se già non l'avete presente, andate a (ri)guardarvi questo video che dura un minuto appena e mette sempre di buon umore.
Fatto? Bene. Dovete sapere che il Pupo parla così. Allo stesso modo. A volte mi chiedo se non sia Gene Wilder. Lui non sussurra: declama. Non parlotta: annuncia. Non bisbiglia: recita. Il mondo è il suo palcoscenico, e lui è l'attore protagonista di uno spettacolo non stop. Tra le sue frasi più popolari (sempre con il tono di "rimetta a posto la candela"):
- "Nuota e fai nuotare Pigiapia". Ripete lo slogan, da lui opportunamente modificato (indovinate cosa dice l'originale), da quando lo scorso weekend siamo andati in gita con la classe della Pupa sul Lago Maggiore. I coetanei della Pupa, ormai quasi 6enni e scafati, usavano il Pupo come mascotte, indottrinandolo su svariati temi tra cui la politica, i Gormiti, l'importanza degli origami (singolare: "origamo") nella vita quotidiana, il divertimento estremo rappresentato dal fare i gargarismi col blob di latte+plasmon della prima colazione.
- "Sono Lomano e questo è il mio Lolsino!". "Sono Romano e questo è il mio orsino". Origine ignota.
- "Il mio letto è magnato! Mi selve un fazzoletto! Poltatemi un fazzoletto! Gov'è il cocò? Sono il dottole! Plendi lo piloppo pella tosse! Gov'è il mio pibama? Gove sono le ponniche?" (= formiche). Frasi, queste ultime, declamate con voce stentorea in momenti casuali nel corso della notte.
Quali sono le frasi più buffe dette (o declamate) in questo periodo dai vostri figli? La più divertente vince questo bel libro della mia amica Bismama.
Ps. Sapete che non faccio mai questo genere di segnalazioni, però oggi (a Milano. Domani nel resto d'Italia) su Gioia esce la mia intervista a Jovanotti. Se la leggete e mi dite che ne pensate sarò contenta!
Ho traslocato su erounabravamamma.it
Vi aspetto!
giovedì 26 maggio 2011
giovedì 19 maggio 2011
A te che hai preso la mia vita e ne hai fatto molto di più
E qui sto parlando della mia deliziosa Pupa, che nella foto offre fiduciosa il collo
Poi a casa mi ha detto: "Mamma, vorrei che Jovanotti fosse un bambino. Così, quando cresce, potrei sposarlo".
Poi a casa mi ha detto: "Mamma, vorrei che Jovanotti fosse un bambino. Così, quando cresce, potrei sposarlo".
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martedì 17 maggio 2011
La ragazza alla pari francese e le grandi domande della vita
That don't impress me much
Vi ricordate quella bella canzone di Shania Twain? Era il 1998: lei, superfica e leopardata, persa nel bel mezzo del deserto, scartava con eleganza uno stuolo di maschi Alfa desiderosi di trarla in salvo e contestualmente concupirla: «Saresti uno scienziato della Nasa? Non mi impressiona molto». «E così, sei Brad Pitt? Non mi impressiona molto». Grandissima. Se non l'avete in mente andate a risentirla, è un bell'aiutino per l'autostima e il Girl Power in generale, nonché il mio mantra quando sfighe di una certa magnitudo mi travolgono. Tipo venerdì scorso: torno a casa stremata dopo una settimana vi giuro pazzesca e come se non bastasse trovo la ragazza alla pari francese in lacrime.
La ragazza alla pari francese - che segue alla estone, che seguiva alla tedesca, che seguiva all'olandese - è stata con noi solo dieci giorni. Da me battezzata affettuosamente, a sua insaputa, "pagnotta" per una certa naturale tendenza all'inchiattimento, sin dall'inizio aveva mostrato dei buchi piuttosto rilevanti nel sistema operativo. «It's not possibòl to talk to the kids in Englìsh», diceva con il fastidioso accento dei francesi determinati a non defrancesizzarsi neanche dopo vent'anni di permanenza all'estero. «Cara grazia che il Pupo capisce l'italiano», ho provato più volte a spiegarle con pazienza. (Di qui in poi, per vostra comodità di lettura, tradurrò anche le sue frasi).
Vi ricordate quella bella canzone di Shania Twain? Era il 1998: lei, superfica e leopardata, persa nel bel mezzo del deserto, scartava con eleganza uno stuolo di maschi Alfa desiderosi di trarla in salvo e contestualmente concupirla: «Saresti uno scienziato della Nasa? Non mi impressiona molto». «E così, sei Brad Pitt? Non mi impressiona molto». Grandissima. Se non l'avete in mente andate a risentirla, è un bell'aiutino per l'autostima e il Girl Power in generale, nonché il mio mantra quando sfighe di una certa magnitudo mi travolgono. Tipo venerdì scorso: torno a casa stremata dopo una settimana vi giuro pazzesca e come se non bastasse trovo la ragazza alla pari francese in lacrime.
La ragazza alla pari francese - che segue alla estone, che seguiva alla tedesca, che seguiva all'olandese - è stata con noi solo dieci giorni. Da me battezzata affettuosamente, a sua insaputa, "pagnotta" per una certa naturale tendenza all'inchiattimento, sin dall'inizio aveva mostrato dei buchi piuttosto rilevanti nel sistema operativo. «It's not possibòl to talk to the kids in Englìsh», diceva con il fastidioso accento dei francesi determinati a non defrancesizzarsi neanche dopo vent'anni di permanenza all'estero. «Cara grazia che il Pupo capisce l'italiano», ho provato più volte a spiegarle con pazienza. (Di qui in poi, per vostra comodità di lettura, tradurrò anche le sue frasi).
(Pagnotta, giorno 2): «Com'è che i tuoi figli, se vedono la nonna, smettono di prestarmi attenzione e corrono da lei?».
(Io): «Con i bambini ci vuole un po' di tempo. Pensa che persino noi genitori ci abbiamo messo mesi a definire una relazione loro. Figurati tu in pochi giorni».
(Pagnotta, giorno 4): «Non mi sento a mio agio. Questo lavoro è troppo difficile. I bambini non mi ubbidiscono. Perché i bambini non ubbidiscono?»
(Io, giorno 6): «A proposito, potresti cambiare il pannolino al Pupo, quando fa la cacca? Da cinque giorni torno a casa e lo trovo sporco».
(Pagn): «Cacca? Pupo? Pannolino?»
(Io, giorno 7): «Ti secca pulire il lavandino del bagno quando metti il fondotinta? Sembra che sia lì lì per staccarsi dai tubi e andare in discoteca».
Lei, in lacrime, giorno 10: «È successa una cosa assurda. Tua madre mi ha detto una parolaccia davanti ai bambini».
That don't impress me much, ho pensato. «Quale parolaccia sarebbe, cara?»
Lei: «T..ia. Sniff, sob, sigh».
«Ma pensa, è curioso. Per quale motivo te l'avrebbe detta?»
«Ehm... non so. Non c'era assolutamente nessun motivo, l'ha detta e basta».
«Di fronte ai bambini».
«Sì! Infatti anche loro ci sono rimasti male, per l'assurdità della cosa. It's not possibòl, it's not possibòl».
«Strano. Bizzarro. Buffo. Non è che stai cercando una scusa per andartene, vero?»
«Macchè, no. Mi ha proprio detto quella cosa lì, non è una scusa. È che qui, capisci, insultata e offesa... devo proprio andarmene».
«Ok. Dunque riassumendo mia madre ti ha detto t..ia davanti ai bambini senza nessun motivo».
«Esatto».
«Sicura? In tutti questi anni ho pensato che mia madre fosse una persona gentile e di buon senso, invece grazie a te apprendo che è una pazza, un mostro, che si diverte a insultare le ragazze straniere senza ragione? L'accendiamo?»
«L'accendiamo».
E così, anche la pagnotta se n'è andata.
(Non c'entra niente con la ragazza alla pari, ma la grande domanda della vita è: fare un coming out politico in questo momento storico farebbe aumentare, diminuire o restare uguale il numero dei lettori di questo blog?).
mercoledì 11 maggio 2011
Un'idea che avevo in mente da tempo
In realtà non è mia, però
Un paio d'anni fa mi era piaciuto un sacco un post di mammaimperfetta (ora non sono in grado di ritrovarlo ma voi magari con più pazienza, eccetera), da cui prendo spunto per quel che sto per scrivere.
Forse sapete o forse non sapete che esiste uno strumento di Google - detto Analytics - che ti svela un sacco di cose interessanti sul tuo blog: per esempio quante persone al giorno lo visitano, quante pagine guardano, se vivono in Zambia o Kirghizistan.
Una delle voci più divertenti si chiama "sorgenti di traffico" e in pratica ti dice che tipo di ricerche ha fatto la gente su Google per arrivare fino da te. Allora ho fatto una classifica (provvisoria: c'è un sacco di materiale) delle "chiavi di ricerca" che portano al blog Erounabravamamma. Alcune persone cercavano proprio me, altre no, e sono le più divertenti:
1. La parola chiave "Quaquerello" ha generato 53 visite.
2. "Sepia smettere di allattare" (scritto proprio così. Che vorrà dire?) ha generato la bellezza di 11 visite.
3. "Neonato testa sudata", 11 visite. Questo mi fa molto ridere. Cioè mi fa ridere immaginare una mamma con bebé dal cranio grondante che digita su Google come una disperata, in cerca di rimedio al suo problema (rimedio che, di sicuro, sul mio blog non ha trovato).
4. "Libro mamma prima di essere", ha generato 9 visite. Cioè, ma come parlano queste? Sarebbe se dicessi io come ho che un blog parla che mamme di e figli.
5. "Aggigghio" ha generato 5 visite. Ricordo bene il mio post sull'aggigghio. Se volete rileggerlo, è qui.
6. "Mamme putanne", 3 visite. Scritto proprio così, con una ti e due enne.
7. "Tecniche sofrologia bambini", 3 visite. Ecco questo è un mistero. Perché non so cos'è la sofrologia, e non mi ricordo di aver mai usato questa parola.
8. "Bambino 1 anno e mezzo gioca solo con pentole", 2 visite. Be' c'è di peggio nella vita, no?
9. "Cane corso cosa deve mangiare la mamma appena partorito", 1 visita, ma non capisco cosa c'entra il cane.
10. "Video porno mamma e figlia si divertono insieme", 1 visita, si commenta da sé. Come anche "A mio figlio di 8 anni dopo una botta fa subito livido". E per finire, il meglio: "Aiuto qualcuno mi sa dire cosa può voler dire avere il dito mignolo del piede che mi brucia e mi fa molto male che sale fino al polpaccio". Io certamente no.
Ho molto altro materiale e se il tema vi appassiona lo pubblico volentieri. Però attendo feedback: voi, per esempio, come mi avete trovato?
Un paio d'anni fa mi era piaciuto un sacco un post di mammaimperfetta (ora non sono in grado di ritrovarlo ma voi magari con più pazienza, eccetera), da cui prendo spunto per quel che sto per scrivere.
Forse sapete o forse non sapete che esiste uno strumento di Google - detto Analytics - che ti svela un sacco di cose interessanti sul tuo blog: per esempio quante persone al giorno lo visitano, quante pagine guardano, se vivono in Zambia o Kirghizistan.
Una delle voci più divertenti si chiama "sorgenti di traffico" e in pratica ti dice che tipo di ricerche ha fatto la gente su Google per arrivare fino da te. Allora ho fatto una classifica (provvisoria: c'è un sacco di materiale) delle "chiavi di ricerca" che portano al blog Erounabravamamma. Alcune persone cercavano proprio me, altre no, e sono le più divertenti:
1. La parola chiave "Quaquerello" ha generato 53 visite.
2. "Sepia smettere di allattare" (scritto proprio così. Che vorrà dire?) ha generato la bellezza di 11 visite.
3. "Neonato testa sudata", 11 visite. Questo mi fa molto ridere. Cioè mi fa ridere immaginare una mamma con bebé dal cranio grondante che digita su Google come una disperata, in cerca di rimedio al suo problema (rimedio che, di sicuro, sul mio blog non ha trovato).
4. "Libro mamma prima di essere", ha generato 9 visite. Cioè, ma come parlano queste? Sarebbe se dicessi io come ho che un blog parla che mamme di e figli.
5. "Aggigghio" ha generato 5 visite. Ricordo bene il mio post sull'aggigghio. Se volete rileggerlo, è qui.
6. "Mamme putanne", 3 visite. Scritto proprio così, con una ti e due enne.
7. "Tecniche sofrologia bambini", 3 visite. Ecco questo è un mistero. Perché non so cos'è la sofrologia, e non mi ricordo di aver mai usato questa parola.
8. "Bambino 1 anno e mezzo gioca solo con pentole", 2 visite. Be' c'è di peggio nella vita, no?
9. "Cane corso cosa deve mangiare la mamma appena partorito", 1 visita, ma non capisco cosa c'entra il cane.
10. "Video porno mamma e figlia si divertono insieme", 1 visita, si commenta da sé. Come anche "A mio figlio di 8 anni dopo una botta fa subito livido". E per finire, il meglio: "Aiuto qualcuno mi sa dire cosa può voler dire avere il dito mignolo del piede che mi brucia e mi fa molto male che sale fino al polpaccio". Io certamente no.
Ho molto altro materiale e se il tema vi appassiona lo pubblico volentieri. Però attendo feedback: voi, per esempio, come mi avete trovato?
martedì 3 maggio 2011
Tempo: comunque vadano le cose, lui passa
E se ne frega se qualcuno è in ritardo
Ultimamente ho pochissimo tempo. Quasi non riesco a leggere i vostri commenti, figuriamoci a scrivere un post. Mi sveglio di notte e per via dei pensieri non riesco a riaddormentarmi: tutto mi sembra gigantesco e insopportabile. Compilo liste infinite di cose che non farò. Una volta lo scrittore Gianrico Carofiglio, che adoro, mi ha detto: "L'importante è fare le liste. Se fai le liste, poi tutto si sistema". Gli ho chiesto: "Cosa succede se non riesco a spuntarne nemmeno una voce?". Lui mi ha rassicurato: "Rifalla uguale il giorno dopo. O la settimana dopo. Prendi un altro foglio e la riscrivi. Però non tenere lo stesso foglio, eh? Dev'essere significativamente diverso. Diverso, magari, anche il colore della penna. Una settimana lista con la Replay rossa, la settimana dopo con la Bic blu. Così ti illudi che qualcosa sia cambiato."
Il mio amico Tommaso nei periodi più faticosi della sua vita aggiungeva alle liste occupazioni banali tipo "Fare la doccia", solo per avere la soddisfazione di poter cancellare almeno una voce. Ignoro se sia ancora nella stessa situazione ma mi piace pensare che sia così; quando sono particolarmente incasinata, di notte mi consolo pensando a lui e a Carofiglio. A ognuno le sue perversioni.
Poi, penso che vorrei un'assistente. Se avessi dei soldi che mi avanzano li spenderei tutti per un'assistente. Una persona che mi aiuti a passare su questa terra lieve, a ricordare per esempio di
- buttare la pattumiera e di non lasciarla in giardino sotto l'acqua per tutta la notte,
- compilare e firmare il modulo per l'autorizzazione della gita di mia figlia,
- metterle in mano il libro "Cuccioli di dinosauro" al martedì mattina in modo che non torni dall'asilo con il foglietto di sollecito della biblioteca, quello con lo smile triste,
- bagnare tra tutte le piante di casa almeno l'orchidea che ho in camera, almeno lei, che me la dimentico sempre e ha le foglie tristi come lo smile triste del sollecito della biblioteca dell'asilo
- prendere il mav per pagare la rata di condominio che scadeva ieri
- vestirmi bene domani, che devo presentare il primo romanzo di un'amica, e non uscire di casa con i trucioli in testa e le sneakers bucate sul davanti
Tutte queste cose e molte altre ancora penso durante la notte, e arrivata a un certo punto capisco che ho fatto un'altra lista, ancora, e che la mia vita è una lista continua di incombenze da rispettare ritardi accumulati dimenticanze impossibili da rimediare se non arrendendosi al fatto che ormai è andata così. Ogni giorno mi ricordo qualcosa che ho scordato, oggi per esempio di comprare il latte, di passare in farmacia per la melatonina che mi illudo possa impedire alcuni dei miei frequenti risvegli, di andare al fax di redazione a ritirare la certificazione degli interessi del mutuo mandatami dopo numerosi solleciti dalla signorina della Deutsche Bank, certificazione che giace lì da ore e che ormai tutti i miei colleghi avranno letto chiedendosi come faccia a pagare una rata così alta ogni mese considerato lo stipendio che ho - essi non sanno che quest'anno nemmeno un paio di scarpe, ho comprato - e forse qualcuno mosso a pietà me l'avrà infilata nella casella della posta dove la dimenticherò per diversi giorni, finché la mia compagna di stanza non me la metterà sulla scrivania, dove la lascerò ancora un po', finché la commercialista non mi telefonerà impaziente dicendomi che manca solo quella, e io correrò a faxargliela pensando, perché accidenti non l'ho fatto subito, quando l'ho ricevuta?
Questi sono solo alcuni dei numerosissimi motivi per cui se avessi soldi che mi avanzano mi precipiterei a procurarmi un'assistente, che tratterei come una dea e pagherei benissimo, provando nei suoi confronti una gratitudine costante perché la sua presenza mi solleva dalla necessità di masticarmi di continuo le unghie pensando a quello che non riesco a fare. Se avessi un'assistente potrei per esempio di qui a sabato semplicemente godermi la prospettiva di intervistare Jovanotti a Mantova. Che è poi curiosamente l'autore del titolo (e del sottotitolo) di questo post, come avrete certamente capito.
So (immagino) che alcuni di voi penseranno o mi diranno che devo rallentare i ritmi, e prendermela con calma. Ci sono motivi oggettivi che mi impediscono di farlo. Scusate se questo post quasi non fa ridere. Anche se tutto sommato, a rileggerlo, qua e là...
Ultimamente ho pochissimo tempo. Quasi non riesco a leggere i vostri commenti, figuriamoci a scrivere un post. Mi sveglio di notte e per via dei pensieri non riesco a riaddormentarmi: tutto mi sembra gigantesco e insopportabile. Compilo liste infinite di cose che non farò. Una volta lo scrittore Gianrico Carofiglio, che adoro, mi ha detto: "L'importante è fare le liste. Se fai le liste, poi tutto si sistema". Gli ho chiesto: "Cosa succede se non riesco a spuntarne nemmeno una voce?". Lui mi ha rassicurato: "Rifalla uguale il giorno dopo. O la settimana dopo. Prendi un altro foglio e la riscrivi. Però non tenere lo stesso foglio, eh? Dev'essere significativamente diverso. Diverso, magari, anche il colore della penna. Una settimana lista con la Replay rossa, la settimana dopo con la Bic blu. Così ti illudi che qualcosa sia cambiato."
Il mio amico Tommaso nei periodi più faticosi della sua vita aggiungeva alle liste occupazioni banali tipo "Fare la doccia", solo per avere la soddisfazione di poter cancellare almeno una voce. Ignoro se sia ancora nella stessa situazione ma mi piace pensare che sia così; quando sono particolarmente incasinata, di notte mi consolo pensando a lui e a Carofiglio. A ognuno le sue perversioni.
Poi, penso che vorrei un'assistente. Se avessi dei soldi che mi avanzano li spenderei tutti per un'assistente. Una persona che mi aiuti a passare su questa terra lieve, a ricordare per esempio di
- buttare la pattumiera e di non lasciarla in giardino sotto l'acqua per tutta la notte,
- compilare e firmare il modulo per l'autorizzazione della gita di mia figlia,
- metterle in mano il libro "Cuccioli di dinosauro" al martedì mattina in modo che non torni dall'asilo con il foglietto di sollecito della biblioteca, quello con lo smile triste,
- bagnare tra tutte le piante di casa almeno l'orchidea che ho in camera, almeno lei, che me la dimentico sempre e ha le foglie tristi come lo smile triste del sollecito della biblioteca dell'asilo
- prendere il mav per pagare la rata di condominio che scadeva ieri
- vestirmi bene domani, che devo presentare il primo romanzo di un'amica, e non uscire di casa con i trucioli in testa e le sneakers bucate sul davanti
Tutte queste cose e molte altre ancora penso durante la notte, e arrivata a un certo punto capisco che ho fatto un'altra lista, ancora, e che la mia vita è una lista continua di incombenze da rispettare ritardi accumulati dimenticanze impossibili da rimediare se non arrendendosi al fatto che ormai è andata così. Ogni giorno mi ricordo qualcosa che ho scordato, oggi per esempio di comprare il latte, di passare in farmacia per la melatonina che mi illudo possa impedire alcuni dei miei frequenti risvegli, di andare al fax di redazione a ritirare la certificazione degli interessi del mutuo mandatami dopo numerosi solleciti dalla signorina della Deutsche Bank, certificazione che giace lì da ore e che ormai tutti i miei colleghi avranno letto chiedendosi come faccia a pagare una rata così alta ogni mese considerato lo stipendio che ho - essi non sanno che quest'anno nemmeno un paio di scarpe, ho comprato - e forse qualcuno mosso a pietà me l'avrà infilata nella casella della posta dove la dimenticherò per diversi giorni, finché la mia compagna di stanza non me la metterà sulla scrivania, dove la lascerò ancora un po', finché la commercialista non mi telefonerà impaziente dicendomi che manca solo quella, e io correrò a faxargliela pensando, perché accidenti non l'ho fatto subito, quando l'ho ricevuta?
Questi sono solo alcuni dei numerosissimi motivi per cui se avessi soldi che mi avanzano mi precipiterei a procurarmi un'assistente, che tratterei come una dea e pagherei benissimo, provando nei suoi confronti una gratitudine costante perché la sua presenza mi solleva dalla necessità di masticarmi di continuo le unghie pensando a quello che non riesco a fare. Se avessi un'assistente potrei per esempio di qui a sabato semplicemente godermi la prospettiva di intervistare Jovanotti a Mantova. Che è poi curiosamente l'autore del titolo (e del sottotitolo) di questo post, come avrete certamente capito.
So (immagino) che alcuni di voi penseranno o mi diranno che devo rallentare i ritmi, e prendermela con calma. Ci sono motivi oggettivi che mi impediscono di farlo. Scusate se questo post quasi non fa ridere. Anche se tutto sommato, a rileggerlo, qua e là...
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