È, questa, la settimana di gravidanza in cui la futura trimamma, profittando una sera dell'assenza inattesa e non sgradita dell'intera famiglia (Mike + Pupi) riunitasi altrove a festeggiare il compleanno degli Zii Gemelli, ascolta a volume smodato musica italiana da cui trarre citazioni a manbassa e si dedica allegramente a inghiottire vaccat a consumare in solitudine un frugale pasto mentre smanetta davanti al computer con l'intento di tenere aggiornati i lettori sullo stato di avanzamento (nullo) della Pupa piccolissima.
Ma tu non pensare male adesso Del resto, non posso davvero esagerare. Due sere fa ho cominciato a vomitare, credevo di essere entrata in travaglio (dicono che la nausea sia uno dei sintomi possibili). Invece no: nel pomeriggio ero uscita senza la sciarpa, e poiché ho ormai lo stomaco all'altezza della gola, evidentemente ho preso freddo e mi è venuta una specie di congestione seguita da coliche notturne e pensieri tipo: «Ma se questo è il travaglio, adesso chi si becca la peppatencia?». Dovete sapere infatti che ho una serie di amici, vicini di casa e ben due fratelli (gli Zii Gemelli) che si sono dati come reperibili nel caso mi partissero le contrazioni col favore delle tenebre. Il che si esprimerà in una squisita catena di rotture di scatole: devo svegliare Tizio che verrà al volo a tamponare la situazione e poi chiamerà Caio che poi chiamerà mia sorella - l'unica in grado di vestire i bambini e recapitarli a scuola senza fare casini, vive però troppo lontana perché possiamo pensare aspettarla in casa senza passare la staffetta a qualche eroe intermedio.
Dicono che gli angeli amano in silenzio (pensieri ricorrenti) «Non puoi tenertela lì, vero?» mi ha chiesto il Pupo due sere fa, indicandomi la pancia. «No, eh?», si è risposto da solo tre secondi dopo. Che tenerezza. Poi si è messo tutto concentrato a disegnare. «Che bello, Pupo, chi è questa signora?». «Maria, la madre di Gesù». «E cosa sono quei due pompon di Didò blu che le hai appiccicato sul torace?». «Il reggiseno. Ce le aveva anche lei, le tette. Doveva pure allattarlo Gesù, lo sai?».
Ahi, come sempre sei (la descrizione di un attimo) Mi scrive un sms ieri sera alle 21.38 la mia amica anestesista: «Guarda che stai n'a botte de fero, vista l'anestesista perfetta. Ti ho pure fatto la visita in piedi sui gradini dell'ospedale. Ma per partorire mi raccomando aspetta dal 6 (sera) in poi». Due minuti dopo: «E rispondi, o temo che tu stia spingendo!». Io: «Ahah smettila che mi fai venire le contrazioni. Dunque fammi capire, tu ci 6 dal 6? (perdona il gioco di parole). E domani e il 5, invece, né di giorno né di notte?».
«L'ideale sarebbe dal 6 ma di sera. Vedi di comportarti bene, eh. Mi raccomando. Ci tengo a vedere la pinella con lo scoop».
«Ma 6,7,8 solo di notte o anche di giorno? Dammi qualche indicazione certa, sei troppo vaga. E stanotte non ci sei?»
«Stanotte no! Hoddetto!»
«Ah! Ecco! E domani e il 5?»
«Ho la cena coi compagni dell'università, il parrucchiere, la riunione dell'associazione filatelici, un'invasione di cavallette. Voto per venerdì notte. O lunedì mattina. Domani e il 5 meglio di no. Hai l'edema cerebrale? E tre. Stai tappata».
Una musica può fare parlare soltanto d'amore In questo periodo mi chiamano e mi scrivono in molti. «Hai novità?» (approccio vago). «Non sarà mica nata, vero?» (accusatorio). «Se fosse nata me lo diresti?» (complice). «Stai spingendo?» (puntuale). «Mancano 4 giorni, giusto?» (preciso). «I giorni passano e non so niente di te» (poetico). «Volevo solo sentire la tua voce» (affettuoso). «Facciamo che se vai in ospedale mi fai uno squillo? E poi un altro quando ti ricoverano? Io non rispondo, eh. Mi basta che mi fai lo squillino» (apprensivo). «Chiamami a qualunque ora del giorno e della notte» (esagerato). «Ti muovi a scrivere un post su quel c... di blog, così la gente sa cosa sta succedendo? Cosa lo tieni a fare il blog, se poi ci devi scrivere una volta all'anno?» (rude ma spiritoso).
E in effetti il mio stato d'animo oscilla più che mai, tra il desiderio di quiete e la commozione per tanto affetto. Se avete avuto figli mi capite. Di cosa avevate voglia nelle ore che hanno preceduto la loro nascita? E anche se figli non ne avete, mi capite lo stesso. Vi siete fatti sentire spesso o avete atteso zitti-zitti (seppur emotivamente partecipi) che arrivasse la lieta novella?
Ma tu non pensare male adesso Del resto, non posso davvero esagerare. Due sere fa ho cominciato a vomitare, credevo di essere entrata in travaglio (dicono che la nausea sia uno dei sintomi possibili). Invece no: nel pomeriggio ero uscita senza la sciarpa, e poiché ho ormai lo stomaco all'altezza della gola, evidentemente ho preso freddo e mi è venuta una specie di congestione seguita da coliche notturne e pensieri tipo: «Ma se questo è il travaglio, adesso chi si becca la peppatencia?». Dovete sapere infatti che ho una serie di amici, vicini di casa e ben due fratelli (gli Zii Gemelli) che si sono dati come reperibili nel caso mi partissero le contrazioni col favore delle tenebre. Il che si esprimerà in una squisita catena di rotture di scatole: devo svegliare Tizio che verrà al volo a tamponare la situazione e poi chiamerà Caio che poi chiamerà mia sorella - l'unica in grado di vestire i bambini e recapitarli a scuola senza fare casini, vive però troppo lontana perché possiamo pensare aspettarla in casa senza passare la staffetta a qualche eroe intermedio.
Dicono che gli angeli amano in silenzio (pensieri ricorrenti) «Non puoi tenertela lì, vero?» mi ha chiesto il Pupo due sere fa, indicandomi la pancia. «No, eh?», si è risposto da solo tre secondi dopo. Che tenerezza. Poi si è messo tutto concentrato a disegnare. «Che bello, Pupo, chi è questa signora?». «Maria, la madre di Gesù». «E cosa sono quei due pompon di Didò blu che le hai appiccicato sul torace?». «Il reggiseno. Ce le aveva anche lei, le tette. Doveva pure allattarlo Gesù, lo sai?».
Ahi, come sempre sei (la descrizione di un attimo) Mi scrive un sms ieri sera alle 21.38 la mia amica anestesista: «Guarda che stai n'a botte de fero, vista l'anestesista perfetta. Ti ho pure fatto la visita in piedi sui gradini dell'ospedale. Ma per partorire mi raccomando aspetta dal 6 (sera) in poi». Due minuti dopo: «E rispondi, o temo che tu stia spingendo!». Io: «Ahah smettila che mi fai venire le contrazioni. Dunque fammi capire, tu ci 6 dal 6? (perdona il gioco di parole). E domani e il 5, invece, né di giorno né di notte?».
«L'ideale sarebbe dal 6 ma di sera. Vedi di comportarti bene, eh. Mi raccomando. Ci tengo a vedere la pinella con lo scoop».
«Ma 6,7,8 solo di notte o anche di giorno? Dammi qualche indicazione certa, sei troppo vaga. E stanotte non ci sei?»
«Stanotte no! Hoddetto!»
«Ah! Ecco! E domani e il 5?»
«Ho la cena coi compagni dell'università, il parrucchiere, la riunione dell'associazione filatelici, un'invasione di cavallette. Voto per venerdì notte. O lunedì mattina. Domani e il 5 meglio di no. Hai l'edema cerebrale? E tre. Stai tappata».
Una musica può fare parlare soltanto d'amore In questo periodo mi chiamano e mi scrivono in molti. «Hai novità?» (approccio vago). «Non sarà mica nata, vero?» (accusatorio). «Se fosse nata me lo diresti?» (complice). «Stai spingendo?» (puntuale). «Mancano 4 giorni, giusto?» (preciso). «I giorni passano e non so niente di te» (poetico). «Volevo solo sentire la tua voce» (affettuoso). «Facciamo che se vai in ospedale mi fai uno squillo? E poi un altro quando ti ricoverano? Io non rispondo, eh. Mi basta che mi fai lo squillino» (apprensivo). «Chiamami a qualunque ora del giorno e della notte» (esagerato). «Ti muovi a scrivere un post su quel c... di blog, così la gente sa cosa sta succedendo? Cosa lo tieni a fare il blog, se poi ci devi scrivere una volta all'anno?» (rude ma spiritoso).
E in effetti il mio stato d'animo oscilla più che mai, tra il desiderio di quiete e la commozione per tanto affetto. Se avete avuto figli mi capite. Di cosa avevate voglia nelle ore che hanno preceduto la loro nascita? E anche se figli non ne avete, mi capite lo stesso. Vi siete fatti sentire spesso o avete atteso zitti-zitti (seppur emotivamente partecipi) che arrivasse la lieta novella?