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Ultimo aggiornamento martedì 7 marzo 2017
Siamo a El Paso, nel 2029. Wolverine non è più quello di una volta: ora fa lo chaffeur e i suoi poteri si sono indeboliti. Ma quando gli si presenta una bambina misteriosa, per lui ricominciano i guai. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 3 candidature a Critics Choice Award, 1 candidatura a SAG Awards, 1 candidatura a Writers Guild Awards, In Italia al Box Office Logan - The Wolverine ha incassato 5,3 milioni di euro .
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El Paso, 2029. Sono 25 anni che non nascono più mutanti e quelli che sono sopravvissuti sono degli emarginati, in via di estinzione. Logan/Wolverine vive facendo lo chaffeur e la sua capacità di rigenerazione non funziona più come un tempo, mentre il Professor X ha novant'anni e il controllo dei suoi poteri psichici è sempre meno sicuro. Quando una donna messicana cerca Logan per presentargli una bambina misteriosa di nome Laura, nuove attenzioni e nuovi guai cominciano a raggiungere i mutanti.
Forse era una scelta inevitabile, ma di certo James Mangold l'ha affrontata con il coraggio e l'ambizione che il titolo meritava. Logan, a partire dal titolo che non presenta né la lettera X né la parola Wolverine, è un film di supereroi che fa di tutto per non essere un film di supereroi.
L'intento è di esaltare il lato umano degli stessi: perché Wolverine si diventa, ma Logan si nasce (e si muore). Sono sufficienti poche inquadrature per capire che il tema sarà crepuscolare. Ma Mangold - che fu regista non a caso del malinconico Copland - fa di più, confeziona un autentico inno al western crepuscolare, con tanto di citazione esplicita da Il cavaliere della valle solitaria e della struggente Hurt - il testo del brano calza a pennello su questo Wolverine - cantata da Johnny Cash. Ma come quei whisky invecchiati, distillati allo stesso modo da decenni, la soluzione funziona ancora. L'importante è crederci, metterci un pizzico di fede. E James Mangold, sottovalutatissimo regista di Identità (ossia Split 13 anni prima), in Logan ne mette fin troppa.
Più che il terzo Wolverine o il decimo X-Men, il film è una sorta di milleriano "ritorno del Wolverine oscuro", bolso, vecchio e brizzolato. Ma l'ambizioso crogiuolo di influenze funziona, nonostante qualche perdonabile scivolone (l'ennesimo ricorso al doppio di Logan). Mangold cerca di infondere in Logan tutti i volti dell'epos americano: il western, con un Jackman sempre più vicino all'Eastwood arso dal sole di Il buono, il brutto, il cattivo; il road movie, che conduce i nostri eroi dal confine con il Messico a quello con il Canada; e infine la frontiera - in special modo quella, al centro dell'attualità nell'era Trump, tra Texas e Messico - con le minoranze etniche bistrattate o usate come cavie dal governo. Cinema classico, che si affaccia alla contemporaneità solo con uno smartphone, usato per visualizzare un filmato importante per la trama: per il resto Cgi ridotta al minimo e niente paradossi temporali o tecnologia da astronavi come negli ultimi episodi della saga dei mutanti.
Mangold sceglie la via più facile con Wolverine: indebolendo i suoi poteri di rigenerazione ne aumenta la forza narrativa. Ma l'attitudine cinica e disillusa del Logan di Jackman - mai così intenso come nell'occasione speciale del congedo - permette di mantenere il giusto distacco dalla retorica sentimentale che tende a prevalere nell'ultimo segmento, in cui il rapporto tra Logan e Laura si fa più stretto. Nella rappresentazione della violenza prevale l'estetica del post-Deadpool: nessuna remora o quasi nell'eliminare i cattivi, con uccisioni di particolare truculenza.
Il futuro degli X-Men cinematografici, se ce ne sarà uno, è tutto da scrivere, ma Logan riesce a far calare un complicato sipario su Wolverine nell'unica maniera possibile. Senza niente che sia totalmente imprevedibile, ma con una classicità che merita rispetto.
In una ventina di minuti di estratto, una lunga clip che mostra l'incontro tra i due protagonisti del film, ovvero Wolverine e la bambina mutante, è subito chiaro cosa Logan voglia essere.
L'ultimo spin-off degli X-Men si propone come un film autunnale e apocalittico
Questo ultimo spin-off degli X-Men, dedicato al più famoso tra gli studenti dotati di Xavier, si propone come un film autunnale e apocalittico, un'opera "fine di mondo" ambientata al termine di tutto, in cui i personaggi che sono stati protagonisti di avventure ruotanti attorno al concetto di eccitazione da potere, di superomismo positivo, diventano la guida attraverso un'umanità derelitta e senza speranza.
I fumetti al cinema sono stati spesso l'esaltazione stessa del concetto di speranza, portatori inguaribili della possibilità di risolvere qualsiasi situazione in virtù di un eroismo che tutto può perché sovraumano nel fisico e quindi nella volontà (l'assioma dei grandi poteri e le grandi responsabilità). Logan vuole essere l'esatto opposto, una storia in cui a mancare è proprio la speranza e quei poteri che sono solitamente visti come una benedizione (anche quando portano problemi) diventano una iattura da nascondere prima di tutto a se stessi.
In un atto di umiliazione del proprio personaggio, Logan presenta il più aggressivo, selvaggio e libero tra gli X-Men come autista di limousine in un futuro prossimo in cui è invecchiato, dimesso e pronto a subire quegli stessi affronti che una volta lo avrebbero fatto scattare. Nonostante la violenza esista ancora in lui e sia pronta ad uscire, è diventata l'extrema ratio, una scelta che martoria di dolore lui in primis e un terreno di confronto in cui non eccelle più come una volta. In un trionfo di barbe sfatte Logan si presenta come un film di personaggi che paiono aver sbagliato tutto, il massimo fallimento delle idee che li avevamo visti sbandierare negli altri film.
Rated "R", ovvero vietato ai minori di 17 anni
Vecchio, stanco e rassegnato l'ex Wolverine ora bada al vecchio Xavier, tutto maglioni, medicine da prendere, la solita sedia a rotelle e mitomania, tanto che nemmeno l'ultimo studente rimastogli accanto lo ascolta più, nemmeno quando gli presenta una bambina che dice essere proprio come lui. Che questa non sia un'esagerazione ma una effettiva denotazione dello stato delle cose lo scoprirà nella grande sequenza d'azione che ha occupato almeno metà delle scene viste. Un massacro che urla da ogni frame "Rated R" (ovvero il divieto ai minori di 17 anni solitamente imposto ai film particolarmente violenti che Logan aveva "promesso" avrebbe avuto, come statuto di serietà).
Lì, nel trionfo di arti che volano e teste che rotolano nel deserto dove i due si erano nascosti ma qualcuno armato di SUV e fucili li ha trovati, esce anche l'altra matrice evidente del film: Mad Max: Fury Road. Dai suoi toni arancio-sabbiosi e dalla furia delle sua fughe nel deserto, dalla passione per l'utilizzo dei mezzi a quattro ruote e dal passo incalzante della sua idea di azione (un martello continuo che non è intervallato dalla narrazione ma la porta avanti al suo interno) sembra uscita questa lunga scena. Ed è un piacere.
Quel sapore da Last Of Us che la sinossi e le prime immagini del film parevano suggerire sembra assente da queste prime scene, anche perché il rapporto tra la bambina mutante con artigli a mani e piedi e il vecchio e stanco mutante dagli artigli alle sole mani, benchè probabilmente evolverà in uno padre-figlia, non sembra che sia uno in cui il grande protegge la piccola ma semmai il contrario, uno in cui un vecchio che non è più all'altezza di se stesso si trova a dover scortare un essere selvaggio molto più potente e pericoloso e molto più difficile da controllare, una copia del se stesso di molti anni prima.
C'era solo una storia che Hugh Jackman poteva interpretare indossando ancora una volta i panni di Wolverine, quella di un Logan vecchio e malconcio. C'è infatti una certa ironia nel successo dell'attore australiano nei panni dell'unico mutante che non invecchia. Condannato (ma è il primo ad esserne felice) a continuare a portarlo sullo schermo anche quando tutti gli altri attori che per primi interpretarono gli X-Men hanno smesso di farlo, stavolta avrà accanto a sé solo Patrick Stewart.
In Logan, terzo spin-off dedicato a Wolverine, sarà infatti il professor Xavier il coprotagonista, la spalla anzianissima del già invecchiato protagonista. I due hanno sempre avuto un legame particolare, che la nuova serie dedicata ai mutanti (quella che affonda negli anni '60 con James McAvoy e Michael Fassbender come Xavier e Magneto) ha esplorato ancora di più e che qui dovrebbe essere sublimato.
Vietato ai minori di 17 anni
Stavolta Hugh Jackman ha voluto fare le cose per bene. Rimasto in lavorazione a lungo, Logan, è stato pensato per essere Rated R, cioè vietato ai minori di 17 anni. Il che significa che non solo conterrà tematiche adulte ma anche che potrà abusare di sangue e violenza, tradizionalmente lo spauracchio numero uno della censura americana. Una volta tanto è stata una scelta deliberata da parte della produzione e una volontà precisa di Jackman, che per assicurarsene ha anche acconsentito a ridursi l'ingaggio (un film vietato ai minori necessariamente incassa di meno).
La violenza è infatti un tratto che i cinecomics evitano sempre, desiderosi di abbassare il proprio target e vendere più biglietti. Eppure a lungo andare è evidente che, viste le tematiche trattate, è più una castrazione che altro. A quanto pare lo sa anche Jackman, e Logan per questo avrà mano libera nel mostrare il sangue e l'efferato del mondo allo sfascio che intende dipingere.
L'ultimo film nei panni di Wolverine
La storia infatti mette Xavier e Wolverine nel 2024, rimasti tra i pochissimi mutanti ancora in giro. Ormai ritirati e fuori attività da tempo, vengono rimessi insieme e richiamati al dovere dalla scoperta dell'esistenza di una bambina dotata dei medesimi tratti caratteristici di Wolverine: artigli e fattore rigenerante.
Parte da qui quello che appare come un viaggio on the road in un'America devastata e tornata rurale, impoverita e spaesata. Un po' come il protagonista, che pare disilluso da tutto, privato della voglia di andare avanti e della speranza insieme al fattore rigenerante. Le caratteristiche base, dai grandi paesaggi al crollo delle figure eroiche, quindi collocano subito Logan nel reame dei western dell'ultima fase, dei violenti.
Quanto alle ispirazioni si sa che il personaggio della bambina con gli artigli non è una novità assoluta, si chiama X-23 e nella serie a fumetti era già comparsa, tuttavia mescolarla con lo scenario che i primi trailer hanno mostrato è un'invenzione originale. Il mondo in cui si muovono sembra più quello del videogame Last of Us, in cui un uomo maturo accompagna e protegge una bambina in una Terra devastata dall'apocalisse Zombie, mentre la locandina si rifà esplicitamente a quella di Schindler's List.
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Cala il sipario su uno dei personaggi più interessanti ed amati della Marvel. 17 anni dopo il primo X-Men Jackman interpreta per l'ultima volta Wolverine, alias James "Logan" Howlett, in questo film tragico, amaro, disperato persino, ma soprattutto estremamente violento, ben oltre le consuetudini tipiche della Marvel (e si spinge ben oltre Deadpool).
Scuro, tenebroso, crepuscolare, violento. Questo il mondo dopo la scomparsa dei mutanti. I pochi rimasti vegetano, aspettando una fine misera e senza gloria. "Logan" è la storia della loro caduta, da potentissima generazione di superesseri a nulla. Logan, una volta Wolverine e ora semplice tassista "Uber", vive di espedienti e si nasconde nel deserto, dove protegge i resti [...] Vai alla recensione »
Sono passati 17 lunghi anni dalla prima volta in cui Hugh Jackman ha sfoderato gli iconici artigli di adamantio del celeberrimo mutante canadese di Casa Marvel, ovvero in X-Men (2000) di Bryan Singer, apripista di una delle saghe ad oggi più longeve. Nel corso del tempo, Wolverine ha subito una lunga evoluzione di film in film, fino a Logan di James Mangold (regista [...] Vai alla recensione »
Logan è il film Marvel che aspettavamo da tempo. Una pellicola cruda, violenta, crepuscolare, amara e tuttavia profondamente vitale, dinamica ed empatica. Un film epocale che lascia il segno e si rende memorabile per la forza espressiva, visiva ed emotiva che trasmette al pubblico. Con Logan cala definitivamente (?) il sipario su uno degli antieroi più complessi e interessanti di [...] Vai alla recensione »
Per dare l'addio ad un personaggio dello spessore di Wolverine ocorreva un abito su misura, rifinito e adatto alle sue caratteristiche amare. Questo film è calibrato su questa cifra, volutamente staccato sia scenograficamente che intellettualmente da quelli precedenti. Rimane lo spettacolo degli scontri violenti e dei duelli con i consueti "cattivi", ma il mondo ove si svolge questo [...] Vai alla recensione »
Sono esattamente queste le parole poste a conclusione di quel capolavoro assoluto del cinema western, firmato George Stevens, "Il cavaliere della valle solitaria" (in originale "Shane"). E come dimenticare il volto dell'invincibile Alan Ladd, che con la sua fantastica interpretazione del solitario e coraggioso cowboy Shane impose nella cinematografia di ogni tempo e luogo [...] Vai alla recensione »
LOGAN Pochi anni dopo gli avvenimenti accaduti in X-men giorni di un futuro passato, James Mangold prende in mano il timone per dirigere l’ultima opera dedicata a Logan: The Wolverine. La pellicola inizia inserendo fin da subito toni cupi, drammatici, maturi e brutali come mai siamo stati abituati da un film della saga. Ci troviamo di fronte ad un Logan abbattuto dal suo [...] Vai alla recensione »
Il capitolo epico d'eccellenza. La parola fine non esiste, Logan è tornato. Non si ferma davanti a nessuno, ma in questo capitolo dovrà affrontare forse un pericolo più grande di lui. Alle difese dell'anziano Charles Xavier, dovrà riuscire a sopravvivere cercando di tener duro davanti a tutte le insidie che si fanno sempre più pericolose.
Logan è una meraviglia. Non ha difetti. A mio parere, il miglior film sui supereroi di tutta la storia del cinema, insieme a watchmen. Crudo, pessimista, cinico e spietato. Distrugge tutti i canoni a cui i film del genere ci avevano abituati e crea qualcosa di nuovo, fresco e innovativo che da tempo aspettavamo.
Logan è l'ultimo film dove Wolverine è interpretato da Hugh Jackman; e credo con tutto me stesso che non si potesse fare di meglio. Questo film esprime finalmente l'umanità che Logan ha dentro di se, ma che ha sempre celato nella sua rabbia e nel suo menefreghismo. Certo, tutto ciò non è immediato, ma nello svolgersi della trama si nota un cambiamento nell'animo dell'uomo dagli artigli di adamantio. [...] Vai alla recensione »
Parto col dire che chi cercava un cinefumetto cokorato, divertente e adatto a tutti, un film alla Marvel insomma, e è rimasto deluso da questo Logan, sappia che ha fatto bene a non aprezzarlo per quello. Il film è molto, molto adulto. Viene mostrato un Wolverine vecchio, ormai disilluso, che deve aiutare il professor x per l'ultima volta.
Logan, un tempo conosciuto come Wolverine, non è più quello di una volta: il tempo, seppur assai più lentamente rispetto a tutti gli altri, è passato anche per lui. Il corpo che una volta sembrava in tutto e per tutto immortale ed invincibile, ora denota i segni della vecchiaia e della malattia. Siamo nel 2029, e di mutanti non se ne vedono nascere da decenni.
Come ci siamo ridotti? Wolverine, il quarto supereroe più iconico, il mutante più famoso dell'universo Marvel, la bestia rigenerante e con gli artigli, qui è un autista alcolizzato che non si vuole neanche far riconoscere, zoppica, deve sanguinare per estrarre gli artigli e deve badare a qualcuno ridotto peggio di lui, il novantenne Professor X, prima saggio e modesto [...] Vai alla recensione »
Logan e' un film del 2017 diretto da James Mangold. Logan sara' l'ultimo film dedicato agli x-men con Hugh Jackman nei panni di Wolverine. Personaggio iconico e di grande spessore che si e' saputo fare largo nel mondo dei cinecomic grazie alla grande presenza scenica dell'attore stesso. Logan e' un film che ha il grande merito di accostare l'enterteiment tipico dei cinecomic ad una profonda lettura [...] Vai alla recensione »
Insolito, commovente, violento. Queste le tre caratteristiche di un film che vuole essere due cose: da un lato il distacco da una saga che non riusciva più, dall'altro la storia conclusiva di un'interpretazione durata vent'anni. I mutanti sono sull'orlo dell'estizione, costretti a vivere nell'ombra in un mondo che non sembra più tollerarli. Mossa originale da parte dei produttori quella di distaccare [...] Vai alla recensione »
Wolverine è probabilmente il più complesso, iconico ed amato personaggio dell’universo degli “X-Men”.Eppure non è stato trattato benissimo nelle pellicole a lui dedicate, parliamoci chiaro si usciva sempre dalla sala con l’amaro in bocca e la sensazione di aver visto sprecata l’ennesima occasione.Mi sono avvicinato con apprensione a “Logan”, il canto di addio di Hugh Jackman.
La fine della saga di Wolverine viene raccontata in un film più che mai crepuscolare fra quelli della saga X. Wolverine si trova completametne disilluso, stanco e acciaccato dai colpi di una vita; si prende cura di quello che rimane della mente "più potente del pianeta" (il professor X), ormai confinata nel corpo di un vecchio novantenne afflitto dai problemi della vecchiaia [...] Vai alla recensione »
Che bello non essere piu'wolverine!..Logan..film Marvel non poteva finire meglio..H.jackman ha dato il meglio di se...per dare forse una fine al personaggio di Wolverine...ce'addiritura la figlia Laura a dargli aiuto assieme agli ultimi mutanti sopravissuti..quasi tutti ragazzini...usati forse in maniera troppo violenta ma era poi la storia scritta poi dai fumetti xmen dove anche il film lo [...] Vai alla recensione »
Bisogna riconoscerlo, ci si trova probabilmente al miglior cinecomic prodotto dalla triade Disney/Warner Bros/Fox almeno dai tempi del secondo capitolo della trilogia di Nolan su Batman (quando i cinecomic ancora non erano chiamati così, e non cercavano di essere "fumettosi" a tutti i costi). Stiamo parlando di un film godibile con molti pregi, che cerca anche di andare un po' [...] Vai alla recensione »
Mia moglie ama questo personaggio e come per molte altre donne, l'attore Hugh Jackman. Quindi andiamo al cinema, una bella multisala comoda e ben sonorizzata. Premetto che ho visto tutti i film precedenti. Temevo l'effetto che purtroppo questo film ha dimostrato fin dai primi minuti: la banalità. Per chiudere la saga questo episodio finale è chiaramente tirato per i capelli.
Finalmente Wolverine trova la dimensione che gli appartiene grazie al regista statunitense James Mangold (Kate and Leopold; Innocenti bugie; Wolverine - L’immortale) che con l’ottimo Logan - The Wolverine riesce adimmergere pienamente, e per la prima volta, il supereroe di casa Marvel nell’habitat a lui più congeniale, fatto di violenza e, oramai, di decadenza fisica e interiore. [...] Vai alla recensione »
Insolito, commovente, violento. Queste le tre caratteristiche di un film, che vuole fare due cose: distaccarsi da una saga fin troppo prolungata e essere l'ultimo in cui Hugh Jackman veste i panni di Logan. Mossa originale e dopo tanto tempo, appunto, insolita, da parte dei produttori quella di catapultare in mondo completamente diverso da quello a cui sono stati abituati gli spettatori. [...] Vai alla recensione »
Logan, capitolo finale della saga di Wolverine e della vecchia generazione di X-Men, è un'opera magistrale quasi del tutto slegata dal canonico universo cui tali mutanti fanno riferimento, ottimamente diretta da un redivivo James Mangold che torna qui ad essere quel regista ispirato ed eclettico che era stato nei suoi anni migliori, quando aveva diretto il remake di Quel treno per Yuma ed [...] Vai alla recensione »
2029. Logan, meglio conosciuto come Wolverine, vive a El Paso, loclaità del Texas ai confini col Messico, ormai stanco e malato, guadagnandosi da vivere come chaffeur. Assiste inoltre Charles Xavier, ormai 90enne e costretto a vivere in un container al fine di non provocare danni dato che i suoi super poteri sono ormai incontrollati causa una malattia degenerativa del cervello.
Film di valore sicuramente, ma a me è sembrato molto di piu un 'blood movie' stile Tarantino che non un film di Supereroi Marvel, un film dove mancano completamente i Super avversari, sostituiti solo nel finale da un unico clone per giunta muto. Di spessore le storie personali di Logan e del professor Xavier, ma sono davvero troppi i morti di cui molti 'gratuiti ed inutili' [...] Vai alla recensione »
Come moltri altri utenti hanno già scritto, questo film ha sicuramente un taglio più adulto e drammatico; ciò rappresenta sicuramente un'innovazione e rende "credibile" Wolverine, o almeno la versione cinematografica. I combattimenti sono sicuramente migliorati, perchè finalmente (avendo anche il divieto per i minori) può essere mostrato tutto, acquisendo [...] Vai alla recensione »
Il primo impatto è assolutamente negativo. Sogni sin da piccolo leggendo i fumetti di uomini al di fuori dell'ordinario in grado di compiere gesta ed imprese incredibili Invunnerabili, veloci, allungabili, psicologici che siano diventano i tuoi eroi quindi un film su un eroi malati, vecchi, che non connettono (tra l'altro affibiato a colui che ha fatto della mente il suo potere) [...] Vai alla recensione »
L'ultimo film di Hugh Jackman nei panni di Wolverine è stupendo,probabilmente il migliore di quelli fatti sugli X-Men e uno dei migliori tra tutti i film sui supereroi. Un film maturo (non a caso vietato ai minori di 17 in America e 14 in Italia) dove l'azione bruta e il sangue fanno da padrone e dove Logan più che un supereroe e un mutante è un uomo come noi che cerca [...] Vai alla recensione »
Sono passati 17 anni da quando vedemmo Hugh vestire i panni di Wolverine per la prima volta. Oggi, invece, lo facciamo per l'ultima, memorabile, volta. Dimentichiamo cosa è successo nelle precedenti pellicole stand alone del personaggio, che non si avvicinano, neanche lontanamente, a questo film. Messe le cose in chiaro, vorrei dare il mio personale giudizio.
La prima cosa che viene da chiedersi, dopo la visione di questo film, è come si sia potuti giungere a una fine così indegna non solo per Logan e Charles Xavier ma per l'intera saga di X-Men. Davvero imperdonabile, soprattutto per un regista interessante come James Mangold. A conti fatti è uno dei film più cupi, esasperanti e pesanti che si possa vedere al grande schermo [...] Vai alla recensione »
Mia moglie ama questo personaggio e l'attore Hugh Jackman. Quindi andiamo al cinema, una bella multisala comoda e ben sonorizzata. Premetto che ho visto tutti i film precedenti. Temevo l'effetto che purtroppo questo film ha dimostrato fin dai primi minuti: la banalità. Per chiudere la saga questo episodio finale è chiaramente tirato per i capelli. Per carità, onesto e ben girato, bella fotografia, [...] Vai alla recensione »
Il film migliore degli xmen(insieme a deadpool) intenso commovente e con una vera storia...consugliatissimo anche a chi non ama il genere...
Il costante bisogno di riprendere personaggi dei fumetti e buttarli dentro la cinepresa ormai è diventata una sorta di dipendenza, legata anche al successo ai botteghini. Mangold si affida a Wolverine, raccontando gli ultimi passi di questo amato supereroe della famiglia X-Man. Tanta azione, qualche scena interessante, ma sembra tutto già visto, tutto forzato e ormai nulla è in [...] Vai alla recensione »
Jackman saluta il personaggio con un film cupo e disperato. I temi che da' sempre contraddistinguono Wolverine, l'antieroe, vengono ripresi in modo efficace: specialmente il rapporto con Xavier. È certamente la parte più commovente del film. Come in altri casi si prepara il cambio generazionale introducendo un nuovo personaggio; in questo caso l'idea di una figlia mutante [...] Vai alla recensione »
premessa: non ho mai letto i fumetti degli x-men. é una premessa doverosa, perchè spesso si giudicano i film dei supereroi basandosi sulla loro fedeltà al fumetto. Gli ultimi x-men si stavano in parte uniformando ai film marvel, per quanto rimanessero di un livello qualitativo più elevato; combattimento, molta computer grafica, storia abbastanza smeplice e banale.
Bellissimo film, e tristissimo. Ammetto, mi ha lasciato molta tristezza pensare che sia l'ultimo film di Logan interpretato da Jackman. Ritengo che invecchiato, con la barba, assomigli ancora di più al Wolverine dei fumetti. E ammetto che ho sperato di vedere i sassi sulla tomba muoversi... li ho guardat ben bene ma nulla...
Ho visto il film ieri, mi è piaciuto, ma mi ha fatto riflettere molto il personaggio della figlia di Logan. Rappresenta la normalizzazione dell'uso che i jihadisti fanno dei bambini. E cioè dei bambini usati per uccidere, compreso in un scena il lancio di una testa mozzata a mo di trofeo.Ho avuto l'impressione che la realtà molto brutta ed ingiusta nei confronti dei bambini usati in guerra sia entrata [...] Vai alla recensione »
Dalla pellicola che sanciva la morte di Wolverine mi aspettavo decisamente di più. La storia si esaurisce in pochi minuti in quanto semplicissima, tutto il resto è azione, spesso molto violenta tanto da rendere il film vietato ai minori di 14. Mi è invece piaciuta la decadenza che trasuda nelle scene, dove gli X-Men sono quasi estinti ed i pochi rimasti vengono braccati costantemente, [...] Vai alla recensione »
Ci sono film che probabilmente verranno classificati, in futuro, come rappresentativi di un certo periodo storico. Le letture culturali delle opere audiovisive tendono sempre a trovare tracce sociali e politiche dentro testi popolari. Logan potrà dunque essere annoverato come primo film dell'epoca Trump, vista l'insistenza sul tema della frontiera, e la centralità narrativa del Messico, sfruttato dall'avidità criminale statunitense e a un certo punto persino paradossale luogo di fuga per i protagonisti.
Eppure - come qualsiasi appassionato di cinema sa - i blockbuster hanno bisogno di lunghe gestazioni, e quando Logan veniva scritto, ben prima che venisse realizzato e anni in anticipo rispetto alla sua distribuzione, nessuno sospettava di vedere Donald Trump alla Casa Bianca.
Si tratta dunque di "aria del tempo", di film che diventano politici senza immaginarlo. E infatti, il grande tema della frontiera, giocato da James Mangold con grande consapevolezza, è uno di quegli archetipi della cultura americana duro a morire, indipendente dagli esiti elettorali, e presenta anche altrove, tanto quanto il modello del western (si veda altresì la declinazione fantascientifica della questione in Westworld).
Tutto nero su bianco, per un futuro elenco delle Grandi Sviste. Crepuscolare. Malinconico. Intimista. Quasi un western, dove l'eroe solitario e disilluso nella prateria e al saloon chiude vecchi conti, sana antichi torti, difende i deboli e ammazza chi si mette di traverso. Il critico collettivo guarda Wolverine che trascina una gamba - era il supereroe con gli artigli rivestiti di adamantio, metallo [...] Vai alla recensione »
Terzo, e ultimo, film biografico del più amato dei supereroi con super handicap (una decina tra sequel e spin-off). A parte gli artigli arrugginiti, Logan-Wolverine sopravvive, depresso e malaticcio, come autista. Deve risvegliare i poteri fino allo stremo quando una ragazzina di bestiale potenza entra nella sua vita in nome dei coetanei torturati e dominati da una organizzazione.
Tratto dal comic Old Man Logan, versione alternativa del character di Wolverine, un film che ridisegna i confini del cinema di supereroi. Chi si aspettava l'ennesima baracconata a effetti speciali, con il team di creature dotate di superpoteri al salvataggio della Terra, si trova davanti - invece - un road movie intinto nel western crepuscolare, dal Cavaliere della Valle Solitaria agli Spietati.
2029, i mutanti sono alle corde, se non allettati: Logan (Hugh Jackman) fa lo chauffeur al confine tra States e Messico per tirar su qualche soldo e badare ai compagni, Calibano e un Professor X (Patrick Stewart) afflitto da crisi epilettiche. Eppure, l'esilio non dura: una sconosciuta chiede a Logan di accompagnare una misteriosa ragazzina, Laura (Dafne Keen), in Canada.
Il titolo sta a indicare la scelta di Mangold di far prevalere l'umanizzazione del supereroe, un Wolverine cupo, stanco, depresso. Mentre si prende cura dell'anziano Xavier, una donna gli chiede di accompagnare la giovane Laura, dal DNA mutato, al confine con il Canada, tra mille pericoli. Alla nona apparizione cinematografica, Jackman dà, finalmente, al suo mutante, profondità emotiva e intensità [...] Vai alla recensione »
Dopo otto incarnazioni Hugh Jackman prende congedo da Wolverine, il mutante dagli artigli di acciaio, e la rivista Empire scrive di Logan «Il film che attendevamo da sempre»: ma siamo sicuri che un fantasy possa sopportare una così massiccia dose di realismo? Intendiamoci, James Mangold è un ottimo regista; e questa idea di un Wolverine che, deposte idealmente le armi, vive confinato in uno sperduto [...] Vai alla recensione »
Avete mai visto un supereroe con l'artrite, più di un grado di miopia, muscoli rattrappiti, fegato a pezzi (beve come una spugna), pure costretto ad accudire una svagata figura paterna in carrozzina? È l'inizio di Logan, decimo film da saga X-Men, terzo spin-off dedicato a Wolverine (Logan è il nome da borghese) e secondo cinecomic diretto da un ex regista d'essai allievo di Milos Forman.
Se il soggetto e la sceneggiatura di Logan si presentano come una variazione sul tema della saga Vecchio Logan scritta da Mark Millar già strutturata come un post-western apocalittico, il regista inietta nella vicenda del salvataggio di bambini mutanti creati artificialmente elementi sia della trilogia milleriana di Mad Max che altri derivati dalla tradizione fumettistica degli X-Men.
Anche i supereroi invecchiano, lo sappiamo. Perfino i mutanti di X-Men devono affrontare il tempo che passa. Mentre le saghe cinematografiche pin prolifiche, smaltita l'orgia di sequel e spin off, prima o poi devono chiudere. Magari cambiando un po' le regole del gioco per rendere pin ambizioso il "capitolo finale". Dev'essere questo il ragionamento che ha portato al Festival di Berlino Logan - The [...] Vai alla recensione »
Polvere e sangue, violenza e morte: è un mezzogiorno di fuoco quello di Wolverine. I cinefumetti non sono carne da Festival, ma che Logan, capitolo finale sulle gesta dell'artigliato irascibile mutante avesse ambizioni alte era chiaro da tempo. È una creatura amatissima da Hugh Jackman, che lo ha interpretato la prima volta nel 2000, in film corali ma anche in due costole dedicate, X-Men le origini-Wolverin [...] Vai alla recensione »
Il regista discontinuo ma quasi sempre interessante, James Mangold lo si ricorda soprattutto per l'eccellente Cop land, l'intrigante ma irrisolto ldentità e progetti ambiziosi ma non sempre riusciti come Quando l'amore brucia l'anima (il biopic su Johnny Cash) e Ragazze interrotte. Mangold, similmente al Curtis Hanson, nonostante i risultati altalenanti, ha sempre tentato di dialogare con Hollywood [...] Vai alla recensione »
Non servirà a placare il dispiacere dei fan, né ad accontentare chi spera in un ripensamento, ma, alla fine, Hugh Jackman, Wolverine per 17 anni della sua brillante carriera, dice quello che gli amanti di X Men vogliono sentirgli dire: «Adoro questo personaggio, so che non mi lascerà mai, resterà sempre nel mio cuore, interpretarlo è stato come compiere un viaggio che mi ha dato moltissimo, anche se [...] Vai alla recensione »
Terzo spin-off dedicato a Wolverine, il mutante della serie fumettistica X-Men. Un cine-calco di Old Man Logan, storia a strisce, ambientata nel futuro, di Mark Millar e Steve McNiven. Stanco di combattere, sbronzo e quasi del tutto privo di poteri rigeneranti. Logan (Hugh Jackman) si prende cura del Professor X (Patrick Stewart) in un rifugio antiapocalittico che confina con il Messico.