Anno | 2024 |
Genere | Thriller, |
Produzione | USA |
Durata | 114 minuti |
Regia di | Halina Reijn |
Attori | Nicole Kidman, Harris Dickinson, Antonio Banderas, Jean Reno, Sophie Wilde John Cenatiempo, Leslie Silva, Anoop Desai, Victor Slezak, Esther McGregor, Vaughan Reilly, Gabriela Torres, Maxwell Whittington-Cooper, Robert Farrior, Alex Anagnostidis, Bartley Booz. |
Uscita | giovedì 30 gennaio 2025 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | Eagle Pictures |
MYmonetro | 3,09 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento lunedì 2 dicembre 2024
Una donna intraprende una relazione con il suo giovane assistente mettendo a repentaglio la sua vita professionale. Il film è stato premiato al Festival di Venezia, ha ottenuto 1 candidatura a Golden Globes, a National Board, Al Box Office Usa Babygirl ha incassato nelle prime 2 settimane di programmazione 21,7 milioni di dollari e 7,2 milioni di dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Romy è una donna di grande successo, a capo di un'importante azienda di New York e al tempo stesso moglie e madre di famiglia. Il rapporto con il marito Jacob, molto diverso da lei e dall'indole più artistica lavorando come regista teatrale, è solido ma dal punto di vista sessuale Romy rimane insoddisfatta. In ufficio incontra Samuel, un giovane stagista che sembra intuire qualcosa sul desiderio della donna ed è felice di prendere il controllo. Ne nasce una relazione eccitante ma rischiosa, in cui i due giocano sul filo del rasoio di una dinamica di potere ambigua.
Con l'intento dichiarato di aggiornare il genere del thriller erotico secondo una prospettiva contemporanea, integrando temi di femminismo, parità di diritti e molestie sul lavoro, la regista olandese Halina Reijn continua in realtà un lavoro iniziato già nel 2019 con il suo primo film Instinct, di cui Babygirl riprende anche una dinamica di gioco di potere intrecciato, per il quale parte dell'appeal sensuale nasce dal pericolo reciproco per i due amanti.
Nel frattempo Reijn si è avvicinata al mondo statunitense con la commedia Bodies bodies bodies, prima di incassare l'interesse di un nome come Nicole Kidman a lavorare insieme. Ciò ha portato alla scrittura del personaggio di Romy, a cui Kidman dà vita con entusiasmo e trasporto, e che conferma la ricerca attoriale non banale della diva, sempre aperta a sfide rischiose. Aperto al rischio è anche il suo personaggio, che sa di star mettendo a repentaglio sia carriera che famiglia (non immune dalla sottile carica satirica del film, e ben tinteggiata dal marito Antonio Banderas e dalle due figlie della coppia), e che si lancia in un torrido affaire con il giovane Samuel in cerca di una dinamica sessuale diversa, esplorativa del mondo kink e improntata alla sottomissione; un contrasto spiccato (ma in realtà molto comune) con ogni altro aspetto della sua quotidianità che la vede in controllo e al comando. Da questo punto di vista è quasi superfluo il tentativo di radicare il percorso di Romy con i piccoli rimandi all'infanzia, come a dovergli trovare una spiegazione sovrabbondante in un mondo in cui il kink stesso è ormai ampiamente sdoganato.
Ciononostante la scrittura offre le sfumature più interessanti dell'opera, trattando i confini e lo sviluppo del rapporto tra i due in modo molto più autentico di quanto siamo abituati a vedere in prodotti simili. Franca e fresca, la sceneggiatura ci mostra tutte le incertezze e il livello di negoziazione richiesto da un esperimento del genere, che non arriva sullo schermo già irrealisticamente formato ma deve passare attraverso l'imbarazzo, il ridicolo e le tantissime variabili della situazione, così facendo onorando il desiderio stesso nella sua persistenza. Reijn tratteggia anche un profilo intrigante per Harris Dickinson (che nella sua ancor giovane carriera ha già lasciato il segno per registi come Eliza Hittman, Joanna Hogg, Ruben Östlund e Xavier Dolan), emblema di una mascolinità sfaccettata come richiesto dai nostri tempi, attenta al consenso eppur desiderosa di giocare con i ruoli e le aspettative di genere - e soprattutto non disfattista di fronte all'inevitabile confusione che tali contrasti ogni tanto comportano. Insomma, il thriller erotico che si risveglia agli anni venti (attraverso la prospettiva da outsider nelle rigide logiche statunitensi di una donna olandese, oltre che sotto l'egida modaiola di A24) è un po' meno thriller di come lo ricordavamo, e più buffo e autoironico. Senza mai scivolare nel kitsch o nel camp, inietta nel genere quanto basta di consapevolezza di sé, con alcune venature meta nell'accompagnare le verissime auto-finzioni che si inseguono sulla scena.
Una dirigente di alto livello (la CEO di un'azienda di robotica) intreccia una relazione focosa con un suo giovane stagista e trova un intenso piacere nel ribaltamento dei ruoli, accettando, lei boss che comanda si impone ed esige, un ruolo passivo che accetta i comandi, anche quelli più umilianti che la riducono, a quattro zampe, a leccare la ciotola del latte.
Romy ha la classica vita perfetta (famiglia amorevole, marito focoso, posto di CEO) che nasconde sempre un buco, e nel suo caso quel vuoto ha la forma di un desiderio inesprimibile tra le lenzuola coniugali: quello di essere dominata, schiacciata, umiliata. Un giovane stagista le annusa addosso questa imperiosa necessità e si accende una passione i cui rischi fanno parte del gioco, perché di gioco [...] Vai alla recensione »
Questione di controllo: di se stessi, degli altri, delle proprie ambizioni e delle proprie perversioni. Nulla di nuovo nella sfera della sessualità, ma Babygirl di Halina Reijn giunge in Concorso a Venezia81 griffato A24 e con la diva Nicole Kidman all'opera sulla duplice linea tematica che tiene insieme sesso e potere in versione femminile. Qualcosa di più delle solite menate sui problemi di sesso [...] Vai alla recensione »
Davvero qualcuno si stupirebbe nel sapere che una donna in carriera, affermata e potente, senta nella sua intimità il bisogno di farsi chiamare «my babygirl» e si abbandoni completamente all'altro? Tutto già visto in molte storie con protagonisti maschili: il potere e le responsabilità possono far emergere il bisogno di invertire i ruoli e liberarsi, per gioco e temporaneamente, del peso che si ritrovano [...] Vai alla recensione »
Inizialmente previsto per il 20 dicembre prossimo, con lo spostamento della data di uscita al 25 dicembre 2024 (almeno negli States, da noi sarà distribuito da Eagle Pictures), il Babygirl di A24, scritto e diretto da Halina Reijn, promette di essere un inusuale film natalizio. Alla 81. Mostra Internazionale di Cinema di Venezia è arrivato come "thriller erotico", ma la storia interpretata da Nicole [...] Vai alla recensione »
Un film sul sesso. E sui desideri più intimi: segreti, famiglia, consenso. È questo nella parole della sua protagonista Babygirl che si apre con su una coppia che fa sesso; sembrano godere, lei e lui, «ti amo» le sussurra l'uomo prima di addormentarsi, lei sorride e poi corre frenetica al pc per masturbarsi davanti a un porno. La donna è Nicole Kidman sbarcata al Lido nella folla plaudente che si mette [...] Vai alla recensione »
I fantasmi continuano a infestare Venezia 81: fantasmi dei tempi perduti di arte e amore nel notevole Maria di Pablo Larrain; fantasmi come proiezione di oscuri desideri in BabyGirl, scritto e diretto dall'olandese Halina Raijn che già con l'opera prima Instinct - dove una psicoterapeuta intrecciava un morboso rapporto con un serial killer - aveva scelto di addentrarsi nel pericoloso, ambiguo terreno [...] Vai alla recensione »
"Se solo voi uomini sapeste..." pronunciava sibillina Nicole Kidman al marito (anche nella vita reale, all'epoca) Tom Cruise in un passaggio-chiave di Eyes Wide Shut, facendo riferimento al desiderio femminile, alla sua rimembranza nel tempo, e alle dinamiche psicologiche ed erotiche che il maschio spesso non arriva a comprendere in tutta la loro possanza e stratificazione.
Vi ricordate La cagna di Ferreri? E Attrazione fatale di Lyne? E Cinquanta sfumature, e American Psycho, e Wall Street? E De Palma? E la Kidman che sussurra a Cruise "Se solo sapessi..."? Ecco, dimenticateveli. Ma insieme rimandateli a memoria, perché Babygirl un po' ci è e un po' li (ri)fa': il potere è del cane, con questa declinazione maschile, ché Nicole Kidman è brava, bravissima, non ci provate. [...] Vai alla recensione »
Dietro la semantica grottesca dei dialoghi che destrutturano il dramma, Babygirl è un film che racconta le dinamiche del potere. Di quel tema, sdoppiato su un doppio binario, in ambito lavorativo e sessuale, la figura interpretata da Nicole Kidman, Romy, racchiude l'essenza, vestendo i panni di amministratore delegato di un'azienda di robotica di successo.
Romy (Nicole Kidman) e Jacob (Antonio Banderas) sono sposati da circa vent'anni, entrambi affermati nelle rispettive professioni, appaiono, insieme alle due figlie, una famiglia perfetta. Soprattutto Romy pare voler rasentare la perfezione, tanto da non apparire una "persona normale": la donna infatti, insoddisfatta del rapporto fisico col marito, nasconde e reprime le sue fantasie.