Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | USA |
Durata | 100 minuti |
Regia di | Crystal Moselle |
Attori | Kabrina Adams, Tom Bruno, Thaddeus Daniels, Kobi Frumer, Taylor Gray Nico Hiraga, Judah Lang, Brenn Lorenzo, Jules Lorenzo, Ardelia Lovelace, Rachelle Vinberg, Nina Moran, Ajani Russell, Jaden Smith, Elizabeth Rodriguez, Alexander Cooper, Juan Nisvis, C.J. Ortiz, Hisham Tawfiq, Karim Callender, Kai Espion Monroe, Tashiana R. Washington, Hardy Keith, Javier Nunez, Malachi Omega, Anne Carney, Samuel Smith, Josephine Ventress, Maya Mamak, Alliah Mourad, Aristotelis Ambatzidis, Darlene Violette, Dylan Pitanza, Blake Fischer, Danielle Melendez, James DiGiacomo, Sophie Mascatello, Alexandra Imgruth, Emani Lea, Cole Sheldon, Jackie Alberts, Kyle Gayle, Nelly, Mika Burke, Stella Lockwood Neumann. |
Uscita | giovedì 18 luglio 2019 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Zenit Distribution |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,15 su 15 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 26 luglio 2019
Un gruppo di amiche alla scoperta della città sullo skate In Italia al Box Office Skate Kitchen ha incassato 3,7 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Camille conosce un solo mondo di stare al mondo, sullo skate. Adolescente introversa e solitaria, vive a Long Island con la madre separata e apprensiva da cui scappa sovente per raggiungere un gruppo di skaters newyorkesi. Regine stilose del flip, passano l'estate negli skatepark di New York contendo gli spazi ai ragazzi e rivaleggiando con loro nelle geometrie. In fuga da casa e in cerca di emancipazione, Camille farà esperienza della vita, cadendo e rialzandosi. Dritta e fiera sul suo skateboard.
Tessendo una fiction liberamente ispirata al quotidiano di un collettivo di skater, che dona il proprio nome al titolo, la regista americana disegna un racconto di formazione a ostacoli che ha come tappe gli skatepark di Manhattan, microcosmo ancora molto maschile.
Se una rivalità sentimentale minaccia a metà film l'amicizia di questa tonica banda di fanciulle, l'intrigo resta ancorato all'asfalto e al desiderio di emancipazione della protagonista dalla morsa della madre e di Long Island. In planata sul mondo, Camille trova il suo posto negli skatepark affollati di adolescenti, di cui la regista osserva il codice vestimentario, l'idioma, il territorio. Documentarista di formazione che raccoglie successi e riconoscimenti al Sundance nel 2015 (The Wolfpack), Crystal Moselle conferma la sua vocazione per la ricerca etnografica e l'osservazione partecipante. Seguendo la fluidità e il dinamismo del paesaggio urbano, il suo sguardo coglie un gruppo di ragazze pienamente inserite nel loro elemento, piantate sul loro skate e osservate in quello che sanno fare meglio: salire sulla tavola, dimenticare il loro genere e proporre una nuova rappresentazione di un genere (cinematografico) che conta illustri 'campioni': Kids, Paranoid Park, Lords of Dogtown, Yeah Right!, The Smell of Us e più recentemente Mid90s, omaggio pop e nostalgico di Jonah Hill allo skateboarding e a Los Angeles.
Ma agli onori dello schermo questa volta 'balzano' corpi femminili attivi e dinamici, esposti agli urti e alle cadute, sublimati dalla macchina da presa senza essere mai sessualizzati. Film iniziatico moderno, Skate Kitchen spunta la storia romantica tra Camille (Rachelle Vinberg) e Devon (Jaden Smith) per concentrarsi su un proposito risolutamente femminista. Il risultato è un ritratto stilizzato e girl power di una gang fusionale che parla poco di ragazzi, molto di skate ma anche di mestruazioni, di preferenze sessuali, di forme e dimensioni della vagina. Crystal Moselle cattura dappresso tutta la vitalità e tutta la spontaneità delle sue cool kids. Camera in spalla e sempre in movimento, sembra filmare per istinto, producendo una combinazione singolare di energia selvaggia e stilizzazione da clip musicale. Skate Kitchen rivendica il DNA indipendente e certifica la cifra dell'epoca: le ragazze passano il loro tempo a filmarsi e a farsi foto, padrone finalmente della propria rappresentazione su Instagram e davanti al mondo. I corpi che mettono in scena, in posa o in movimento si offrono a tutti i loro desideri in un rave party e sono spesso ammaccati o spezzati dalle cadute dallo skate. In una prima scena fondativa e terribile, Camille si 'deflora' cadendo sulla sua tavola, e poi zoppica fino all'ospedale per rimontare sullo skate appena ricucita. Prova iniziatica dolorosa e poetica, il sangue versato cristallizza e sigla sulla 'tavola' la femminilità libera(ta) celebrata da Skate Kitchen. Moselle cavalca alcuni cliché del cinema indie, grandi piani, lens flare, effetto flou sul prisma del pop e del rap, e si tiene alla larga (purtroppo) dalla 'sporcizia' naïve e viscerale di Wassup Rockers. Il risultato finale è una coreografia lucida(ta) e contemporanea che flirta con la verità documentaria sulla femminilità in bilico tra la fine dell'infanzia e l'affermazione (dell'immagine) di sé. Un film che salta gli ostacoli, sfida col sorriso i maschietti e ha la semplicità di un sogno che si realizza.
SKATE KITCHEN disponibile in DVD o BluRay |
DVD |
BLU-RAY |
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Qualcuno si ricorda di Crystal Moselle per il suo strepitoso docu The Wolfpack, su 7 fratelli cresciuti dentro una casa con quasi nessun rapporto con l'esterno (che le valse l'ingresso nella scuderia delle registe delle Women's Tales di Miu Miu). Ed eccola al suo primo lungometraggio, la storia newyorchese di una ragazza che cerca se stessa in un gruppo di skater scatenate che si fanno strada (anche [...] Vai alla recensione »
Crystal Moselle ha girato uno dei film più singolari degli ultimi dieci anni. S'intitola The Wolfpack, è uscito nel 2015, è il documentario sulla famiglia Angulo e i suoi sette figli cresciuti segregati da tutto: il mondo l'hanno scoperto attraverso i film di Tarantino. Quattro anni dopo (e un corto commissionato da Miu Miu in mezzo), Moselle torna con Skate Kitchen, ora nelle sale, la sua prima opera [...] Vai alla recensione »
Camille, diciottenne introversa, in perenne lotta con la madre, fa amicizia con un gruppo, le Skate Kitchen, composto da ragazze amanti dello skateboard. Tra una evoluzione e l'altra, nascerà un rapporto di solidarietà che verrà, però, incrinato da un ragazzo conteso. Come ogni estate, arrivano filmetti leggeri, perfetti per la stagione. Stavolta, non sono i movimenti di ballo, ma le evoluzioni con [...] Vai alla recensione »
Dopo avere lasciato il segno con il pluridecorato The Wolfpack, Crystal Moselle torna dietro la macchina da presa con Skate Kitchen, il cui baricentro drammaturgico attinge nuovamente all'universo giovanile e alla realtà. A quest'ultima, la regista ha voluto affiancare una costruzione a tavolino che ha trasformato l'opera in una docu-fiction dove l'elemento di finzione ha preso il sopravvento.
Come ladys of Dogtown, o spring breakers da un'altra parte dell'America, le ragazze di Skate Kitchen imparano a stare al mondo con la testa tra le nuvole e i piedi sulla tavola. Sull'account Instagram del loro collettivo di skater-bambine sfoggiano prodezze agonistiche e completini puro street style (protagoniste di That One Day, il corto da cui nasce questo film, sono le mise firmate Miu Miu, produttore [...] Vai alla recensione »
«Che ci fate qui? Le ragazze devono stare in cucina!». Da questa battuta è nato Skate Kitchen, gruppo di sole girls volteggianti su rotelle per le strade di New York (e su Instagram). E dalla loro sfida al mondo maschile degli skaters è nato il film che ha conquistato il Sundance Festival 2018. Protagonista è Camille, teenager di Long Island in fuga da una madre oppressiva.
In its opening scenes, the first narrative feature from The Wolfpack director Crystal Moselle feels like a documentary. Shooting cinema-verite style, Moselle's camera watches as 18-year-old Latina skater Camille (Rachelle Vinberg) gets violently "credit-carded" by her board, blood pouring from between her legs. It's visceral, almost too shocking to be made up.
Crystal Moselle's intensely likable and sympathetic movie, with its seductively laid-back documentary realist style, is all about skateboarders in New York City. For me, it reclaims the skater genre from movies such as Larry Clark's The Smell of Us and perhaps Gus Van Sant's Paranoid Park, which tended to fetishise skaters, pornifying their perceived alienation and affectlessness - and of course their [...] Vai alla recensione »
In "Skate Kitchen," newcomer Rachelle Vinberg plays Camille, a shy, quiet 18-year-old living with her mom in suburban Long Island. Camille's passion is skateboarding - a pastime of which her traditional mother strongly disapproves - and one day, scrolling through Instagram, she happens upon a group of female skateboarders who regularly gather on the Lower East Side of Manhattan.
A young person on a skateboard becomes a precious, fleeting image of liberation in Crystal Moselle's "Skate Kitchen" and Bing Liu's "Minding the Gap." Both these movies - one a drama, the other a documentary, each superbly shot and richly informed by the grit and agony of real life - premiered earlier this year at the Sundance Film Festival, and now, by coincidence or design, they are arriving the [...] Vai alla recensione »
The teenage Camille (Rachelle Vinberg) doesn't look like much of a shredder in the opening scene of "Skate Kitchen," a fiction feature directed by Crystal Moselle, whose documentary "The Wolfpack" made a big splash with indie aficionados in 2015. Boarding at a small park in her neighborhood, Camille, plainly dressed and wearing eyeglasses, takes a tumble attempting a tricky maneuver and bloodies up [...] Vai alla recensione »
Crystal Moselle's new film Skate Kitchen opens on Long Island teen Camille (Rachelle Vinberg) as she carves up a Lower East Side park on her board. She's weightless, carefree, in her element - until she wipes out, and hard. She sustains a particularly intimate injury known as getting "credit carded" (give it a moment's thought), and starts to bleed profusely from between her legs.
Crystal Moselle, who attracted unexpected attention by introducing an insular group of Lower East Side youths in her 2015 Sundance doc The Wolfpack, invites viewers into another with Skate Kitchen, her fiction debut. Cruising through downtown New York City and beyond with a handful of girl skateboarders, she focuses on one quiet youth who seems to have found Eden, only to be cast out of it.
The last time Crystal Moselle brought a film to Sundance, she won the 2015 festival's jury prize for her stranger-than-fiction documentary study of seven cinema-obsessed, shut-in Manhattan siblings, "The Wolfpack." Back in Park City with her first narrative feature, Moselle has uncovered yet another inimitable group of real-life New York youngsters, this one a posse of female skateboarders who haunt [...] Vai alla recensione »