Titolo originale | Shichi-nin no Samurai |
Anno | 1954 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Giappone |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Akira Kurosawa |
Attori | Toshirô Mifune, Takashi Shimura, Yoshio Inaba, Seiji Miyaguchi, Minoru Chiaki Daisuke Katô, Isao Kimura, Keiko Tsushima, Yukiko Shimazaki, Kamatari Fujiwara, Yoshio Kosugi, Bokuzen Hidari, Yoshio Tsuchiya, Kokuten Kôdô, Jiro Kumagai. |
Uscita | lunedì 13 gennaio 2025 |
Tag | Da vedere 1954 |
Distribuzione | Cineteca di Bologna |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 4,41 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 3 gennaio 2025
Da sempre e per sempre un punto di riferimento, il film vanta tante imitazioni quanti sono i plausi ricevuti negli anni. Il film ha ottenuto 2 candidature a Premi Oscar, Il film è stato premiato al Festival di Venezia, I sette samurai è 39° in classifica al Box Office. giovedì 2 gennaio ha incassato € 505,00 e registrato 222 presenze.
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Da sempre e per sempre un punto di riferimento, oltre che uno dei rari casi in cui l'enfasi, più che consentita, è benvenuta, I sette samurai di Kurosawa Akira vanta tante imitazioni quanti sono i plausi ricevuti negli anni. Per trent'anni ne è circolata una versione ridotta, insignita del Leone d'Oro, prima di una nuova epifania di durata superiore alle tre ore. Che è giusto quanto basta per poter affrontare tematiche che abbracciano il mondo dei samurai, dei contadini e dei briganti ma nel farlo abbracciano l'umanità intera, quella folla di minuscoli esseri che abitano, ma spesso infestano, il pianeta Terra.
Come per Boccaccio l'evento della peste permetteva di scavare negli anfratti dell'animo umano, così per Kurosawa è il medioevo dei predoni - quello di Rashômon, per intenderci, anche se ambientato nel periodo Heian - a fornire il terreno ideale per mettere in scena le più diverse sfaccettature dell'uomo.
Sette samurai per sette modi di essere e di difendere il senso dell'onore a dispetto degli interessi e del buon senso; tanto da aiutare i bisognosi quasi a prescindere dalla effettiva volontà di questi ultimi (sia l'accoglienza dei contadini che il ringraziamento nei confronti dei samurai sono disarmanti per ingratitudine). C'è chi sceglie di subire, accettando la sua natura di predestinato all'oppressione e chi non ci sta ed è disposto a sacrificare anche la vita per l'onore e la libertà, in una ricerca spasmodica - e totalmente nipponica - dell'autodistruzione: tanto i samurai che i banditi si prestano a un evidente gioco al massacro senza esitare nemmeno per un momento, laddove i contadini si ritraggono, fanno gruppo, sgattaiolando qua e là, ma in fondo dimostrandosi la specie darwinianamente vincente.
Le scene corali di battaglia, specie lo showdown sotto la pioggia battente, restano a tutt'oggi exempla per verismo della messinscena e sgangherata armonia degli assalti e delle ritirate di una lotta senza quartiere né inutili orpelli, resa ancor più vibrante dalla vigoria fisica di un travolgente Mifune Toshiro, a cui fa da contrappunto l'altro attore-feticco di Kurosawa, quel Takashi Shimura capace di tramutarsi dal triste impiegato di Vivere! nel disincantato Kanbei, saggio consigliere di morte a capo del manipolo di samurai. L'eredità dell'epica di John Ford e del gigantismo dei primi piani di jzenštejn si fonde con la teatralità kabuki in un racconto che si ferma a un passo dalla retorica, mescolando il registro aulico con il racconto popolare.
Con I sette samurai il più filo-occidentale tra i maestri del Sol Levante eleva il cinema giapponese ai suoi vertici e genera proselitismo a Hollywood, dando vita a innumerevoli riedizioni dell'eroico sacrificio, dal remake diretto (I magnifici sette di Sturges) ai reiterati omaggi indiretti (da Quella sporca dozzina in giù) che il cinema non può fare a meno di tributare al capolavoro di Kurosawa.
Quando nel 1954 questo film arrivò in Occidente, il terreno era già predisposto. Quattro anni prima Kurosawa, regista massimo, aveva portato a Venezia il suo Rashomon, e aveva sconvolto il cinema. Ci accorgemmo che un cinema lontanissimo per cultura e geografia poteva contenere pronunciamenti morali e stilistici molto alti, con tanto di simboli, che sono indispensabili se si cerca la considerazione della critica. Rashomon era un grande film, affascinante, complicato e un po' contorto. I sette samurai era grande e bello, importante, rapido e divertente. Giappone 1500. Una banda deruba e uccide i contadini di un villaggio nella stagione del raccolto. Per una volta i contadini decidono di organizzarsi e difendersi. Assumono un samurai e lo incaricano di trovarne altri. In cambio daranno una ciotola di riso, tutti i giorni. Il capo trova altri cinque samurai e un perdigiorno millantatore (Mifune) che comunque si riscatta alla fine. I samurai preparano la strategia, il più giovane si innamora di una contadina, altri familiarizzano con quella povera gente, scoprendo valori sconosciuti. Alla fine lo scontro è durissimo. Molti muoiono. I banditi sono sconfitti. Sopravvivono tre samurai. Prima di andarsene il capo dice: "Non abbiamo vinto noi, ma i contadini". Kurosawa non voleva limitarsi a una storia medievale, ma rappresentare certe realtà del Giappone del dopoguerra. Oltre tutte le vicende storiche, anche se drammatiche e sconvolgenti, rimanevano alcune certezze come, appunto, i contadini, immutabili nel tempo, nei loro valori di continuità. Kurosawa assumeva uno straordinario significato oltre il cinema, diventava un importante ambasciatore del suo paese e un potente sponsor (a volte involontario) di una serie di autori giapponesi che, nel segno dei suoi capolavori, sono stati spesso sopravvalutati. I sette samurai è un film di culto, ricordato e amato (e adottato) come i grandi film americani. Notissimo è il suo remake, I magnifici sette.
I SETTE SAMURAI disponibile in DVD o BluRay |
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Riconosciuto come uno dei film più influenti, citati e imitati della storia del cinema (com’è ben noto, non da ultimo dal cinema americano), punto di partenza per qualunque trama che preveda il reclutamento di un gruppo in vista di una missione da compiere (non solo I magnifici sette, dunque, ma anche, ad esempio, Quella sporca dozzina, I cannoni di Navarone, Il mucchio [...] Vai alla recensione »
Un inno alla lealtà, al coraggio e alla solidarietà, un bello spaccato culturale su una realtà a noi lontana e un più che avvincente dramma d'azione facente leva sulla grande suspance che si crea durante le attese del nemico (sul modello di Buzzati ne "Il deserto dei Tartari") e sul notevole dinamismo delle scene di battaglia. Magnifici Shimura e,ancor più, Mifune.
Nel Giappone medievale,una storia di briganti,un villaggio di contadini plurisaccheggiato e sei samurai più un settimo,Kikuchiyo,un Toshiro Mifune,perfetto "miles gloriosus" nella buffa armatura,figlio di contadini decimati dai briganti,deciso a farsi consacrare samurai,fosse anche a costo della vita.Stralunato soldato di ventura,uscito dalla penna di Cervantes o scappato dalle scene di Shakespeare,sarà [...] Vai alla recensione »
Dopo aver visto "I sette samurai" è venuto spontaneo chiedermi perchè tale film sia da decenni considerato un caposaldo del cinema mondiale. La risposta non può essere immediata, in quanto ritengo che questa pellicola vada considerata tenendo conto del contesto culturale che espone e che fa rivivere. Senza un minimo di conoscenza della cultura e della storia giapponese [...] Vai alla recensione »
Giappone, XVI secolo. Cinque samurai, scelti dal saggio Kambei (Shimura), accettano di difendere i contadini di un villaggio costantemente attaccato dai briganti. A loro si aggiunge un contadino fanfarone che vuole diventare guerriero. Quattro dei sette samurai moriranno per difendere il villaggio, ma assieme ai contadini batteranno i banditi. Il capolavoro di Kurosawa e del cinema giapponese, ed uno [...] Vai alla recensione »
Film d'avventura di respiro epico che unisce l'elegia della terra e della solidarietà cari al regista a alla riflessione sul confronto-scontro di due culture.I contadini,descritti in modo lineare e globale.E i Samurai,approfonditi attraverso i veri caratteri dei sette protagonisti,che incarnano i diversi aspetti del comportamento morale e dell'onore del Giappone cinquecentesco:Kambei [...] Vai alla recensione »
TRAMA:La storia è ambientata nel Giappone feudale dove un gruppo di samurai accetta di difendere un villaggio di contadini dagli assalti di un gruppo di briganti...RECENSIONE: Akira Kurosawa,con questo film,realizza un grande e potente "affresco" sulla nazione giapponese di quegli anni ormai lontani e compie questa difficile operazione raccontando una storia di coraggio,cultura orientale [...] Vai alla recensione »
Paese di prod.: Giappone Anno: 1954 Di: Akira Kurosawa Con: Toshiro Mifune, Takashi Shimura, Yoshio Inaba, MInoru Chiaki, Seiji Miiyaguchi, Daisuke Kato, Kamatari Fujiwara, Ko Kimura, Bokuzen Hidari, Kuninori Kodo. Nel Giappone del Cinquecento modesti contadini assoldano sette samurai per proteggersi dalle angherie dei briganti.
Ho visto la versione integrale che dura più di tre ore. La semplicità di fondo che accompagna il film conduce lo spettatore a non annoiarsi nonostante l'elevato minutaggio. La storia ci regala sette splendidi eroi ,piuttosto che guerrieri,nel senso che nella fase del reclutamento, si nota che non tutti i samurai accettano la missione.
Nel Giappone medievale dei briganti vogliono saccheggiare un villaggio. I contadini allora assoldano sette samurai per difendere il villaggio. La vittoria verrà pagata a caro prezzo. È il più grande capolavoro di Kurosawa, insieme allo splendido Ran, nonché uno dei più grandi film giapponesi (e non solo) della storia del cinema.
Nella seconda metà del XVI secolo il Giappone è in piena anarchia feudale e le masse contadine vivono indifese sotto la costante minaccia di guerrieri predatori che razziano periodicamente i villaggi. La rassegnazione è il sentimento più diffuso di fronte a tale stato di cose, ma c’è chi invece preferisce reagire come Rikichi (Yoshio Kasugi), un giovane e coraggioso contadino che convince la gente [...] Vai alla recensione »
Il capolavoro di Kurosawa è una storia simbolica in forma realistica, un inno poetico alle tradizioni del suo popolo, ispirata all’epopea mitologica giapponese dei samurai liberi da padrone, i Ronin, che seguono il codice d’onore del Bushido e combattono fino all’estremo sacrificio della vita in nome del valore assoluto della Giustizia e per questo difendono, senza chiedere [...] Vai alla recensione »
Assieme a "sussurri e grida " di Bergman è stata la più grande delusione cinematografica della mia vita. Film di una povertà disarmante e di rara debolezza. In questa pellicola tutti sono deboli, poveri, umili, servili, vigliacchi . Si dirà...E' la condizione umana nel suo complesso ad essere debole e qui viene mostrato con un realismo devastante.
E' vergognoso trovare recensioni di livello cosi' basso soprattutto se si sta giudicando un film culturalmente importante per la storia di un'arte (o presunto tale). E' facilissimo e molto comodo ripararsi dietro le cinque stelle e dire : "capolavoro". Quì , l'unico ad aver criticato il film,(letteralmente parlando) anche se di opinione opposta alla mia è stato Miyamoto Musashi, peccato che questo [...] Vai alla recensione »
La vera miseria,quella nera dove il riso è un lusso.Il cinismo le miserie umane e l'opportunismo dei contadini.I reclutamenti dei samurai,la preparazione della difesa,la battaglia,l'arte dei guerrieri.Kurosawa forse girando questo film non si è reso conto di averci regalato il grande cinema.Quello con la C maiuscola!!
Capolavoro Capolavoro Capolavoro Capolavoro Capolavoro Capolavoro
Se esistesse una stella in piu' di sicuro gliela darei. Un capolavoro assoluto del cinema. Un Toshiro Mifune impeccabile ed entusiasmante e una regia di Akira Kurosawa da applauso. L'ho visto 4-5 volte, nonostante la lunghezza è un film che non mi stanca mai, ogni volta è come la prima e le emozioni si susseguono sempre intense, dalla disperazione, all'allegria e poi di nuovo verso la tristezza e [...] Vai alla recensione »
Sono andato a vederlo in un piccolo cineclub con grandi aspettative: forse per questo mi ha, non dico deluso, sarebbe una parola grossa: ma mi aspettavo qualcosa di più. Il taglio del film è decisamente "western": ed infatti, nel vederlo, in certi momenti mi sembrava di rivedere I Magnifici Sette (che, dei Sette Samurai, è remake dichiarato). C'è qualche ingenuità, secondo me, come ad esempio l'uso [...] Vai alla recensione »
Ho letto la recensione dell'utente Claudus, che ha assegnato un voto minimo al film, adducendo come motivazione il fatto che le azioni narrate in questa pellicola siano patetiche e poco spettacolari, asserendo di preferire il cinema d'azione di Tarantino (nella fattispecie "Kill Bill"). Sotto un certo punto di vista concordo con lui : forse i combattimenti sostenuti dai samurai di [...] Vai alla recensione »
Giacchè il buon Claudus,qualche commento addietro,ha avuto la gentilezza di espormi la sua lista dei dieci film preferiti(a me queste liste piacciono sempre)mi sento in dovere di esporre anche il mio elenco personale dei miei 15 film preferiti(liberamente non condivisibile): 1:IVAN IL TERRIBILE (S.M.Ejzenstein) 2:2001 ODISSEA NELLO SPAZIO (S.Kubrick) 3:TEMPI MODERNI (C.
E va bene hai vinto! Ma ai punti e per sudditanza psicologica dei virtuali arbitri...Sei uno squadrone da cineteca, Cin! ( con tutte le tue partite disputate!) Io sono ancora una piccola squadra di provincia (anzi ,sono una squadra del patronato che gioca con le maglie come pali ) ma piano piano costruirò la mia tradizione.
Chissà perchè hai avuto bisogno, fin dalla prima risposta ( considera che non ho mai fatto il tuo nome e mai l'avrei fatto! Forse hai dei complessi di colpa?) di andare a pescare altre miei recensioni piuttosto che cercare di fare una contro critica alla mia sul film in oggetto? E' semplice: non avevi argomenti, il tuo recensire è abbozzare la trama [...] Vai alla recensione »
Un piccolo appunto alla recensione: il film non è ambientato nel periodo Heian, in cui i samurai erano ancora di là da venire come d'altronde anche gli archibugi, ma presumibilmente nel periodo Tokugawa di molto posteriore
Questo film è ancora a vanti, quanto a tutto quello che riguarda la cinematografia; a parte i remakes dichiarati, tanto per fare un esempio, avreste mai pensato di trovarci anche ispirazione per........ Brancaleone? ;-)
Bentrovato claudus(premetto che risponderò a questo signore per l'ultima volta se mi è concesso)innanzitutto premetto che certi commenti su Romeo e Giulietta li ho detti soltanto perchè volevo farti comprendere il brivido di cosa significa veder stroncato un film per ragioni deliranti oppure inspiegabili(personalmente anche il sottoscritto ha apprezzato quel film,comunque).
Me ne scuso con MYMOVIES ma questa faccenda va chiarita ulteriormente(e definitivamente)e vorrei avere una risposta da claudus il quale,dall'alto della sua inaudita e spaventosa arroganza che sconfina nel più totale disprezzo dell'altro recensore(sentirmi dire che sarei io l'arrogante fa abbastanza ridere)si permette anche di definire la mia vita"grigia"(tu non sai niente [...] Vai alla recensione »
...il sottoscritto,essendo leggermente infastidito degli insulti del sig.claudus,il quale concepisce il cinema solo in termini di effetti speciali e sparatorie(oltre ad essere riuscito ad assegnare 5 stelle a una cretinata deludente e malriuscita come Romeo e Giulietto di F.zeffirelli e si permette di criticare me perchè assegno il titolo di capolavoro a un VERO capolavoro e non a una cazzata)e [...] Vai alla recensione »
...sono il cinefilo e nel mio commento precedente la mia grammatica,a tratti,è andata a farsi benedire,me ne scuso ma l'arroganza del sig.Claudus meritava una risposta...
Sono lusingato "cinefilo" nel notare che inconsciamente hai premiato per ben due volte con cinque stelle i miei commenti... O forse, in un attacco di apoplettica presunzione ti sei votato da solo, in tal guisa mi pare tu sia stato fin troppo generoso, come del resto fai abitualmente con i tuoi "capolavori" facili perchè copiati dalla storia della critica. [...] Vai alla recensione »
Innanzitutto ti ringrazio per la correttezza(e non ti prendo in giro)con la quale hai risposto al mio ultimo commento(ciò dimostra che possiedi pienamente quel quoziente intellettivo che,in realtà,non ho mai dubitato che possedessi)avendomi elencato minuziosamente le mie pecche e le mie negligenze. PREMESSA OBBLIGATORIA:non ti conviene prendere ciò che sto per scrivere come una [...] Vai alla recensione »
Il film è di Akira Kurosawa, il regista di Rashomon, ed è un'ultra rievocazione del Giappone feudale. Con minori raffinatezze dei precedenti film del genere, ma con un suo nerbo e un suo carattere, alle volte francamente sbrigliati e popolari, inseriti in quell'epoca lontana con cadenze di un vasto dramma e con accenti di un rusticano poema eroicomico.