Una bella recensione di Magnificat, dal blog di Giorgio Carrozzini.
Facile accostare la filosofia, o la
ricerca filosofica alla “montagna”, spesso chi va in montagna già di per
se sta facendo una qualche ricerca di “senso” del proprio esistere.
Nel suo libro “Magnificat” Gianni
Vattimo, il filosofo che ha saputo leggere nella nostra modernità,
apparentemente forte, la fragile e la indeterminatezza del “pensiero
debole”. Ma accidentalmente Vattimo non ha potuto fare a meno di
intravedere nella montagna un “valore forte” di cui tuttavia non ha
osato teorizzare il senso.
Questo piccolo libricino riporta la passione giovanile di Vattimo per la montagna, quando con Azione Cattolica andava a recitare il Magnificat sulle cime intorno a Torino. E' il racconto dei suoi incontri eccellenti con uomini quali Bonatti, Messner, gli uomini del “pensiero di montagna” ma anche con uomini come Umberto Eco, il suo amico e mentore Luigi Payerson.
Questo piccolo libricino riporta la passione giovanile di Vattimo per la montagna, quando con Azione Cattolica andava a recitare il Magnificat sulle cime intorno a Torino. E' il racconto dei suoi incontri eccellenti con uomini quali Bonatti, Messner, gli uomini del “pensiero di montagna” ma anche con uomini come Umberto Eco, il suo amico e mentore Luigi Payerson.
Vattimo arriva a sfiorare le questioni si
senso che vedono coinvolta la montagna quanto parla del “rischio” la
dove il rischio diventa nientemeno che parte integrante delle
possibilità dell'esistere. Non certo sta tragicamente accadendo nel
nostro presente dove ogni pericolo, ogni rischio, ogni bruttura, ogni
male deve essere eliminato o nascosto.
Andare in montagna ha in se una dose di
rischio e nonostante le conseguenze di tale rischio siano fatali o
quantomeno tragiche non possiamo fare a meno di considerare quel rischio
almeno in parte accettabile.
Come nel libro di Enrique Vila Matas
“Esploratori dell'Abisso”, dove il figlio chiede al padre... “perché mi
hai generato sapendo che mi stavi donando la morte?”
Siamo portati da un istinto esplorativo, se sapessimo dove ci porta non intraprenderemmo il viaggio...
Un libro interessante, piccino pieno di
domande più che di risposte... solletica l'appetito... non quello fisico
ma del pensiero.