Si pubblica di seguito la risposta di Gianni Vattimo a Alan Dershowitz, professore di Giurisprudenza all'Università di Harvard, da La Stampa. La lettera di Dershowitz è consultabile qui.
giovedì 7 agosto 2014
"Caro Dershowitz, là non c'è una guerra ma una strage"
Si pubblica di seguito la risposta di Gianni Vattimo a Alan Dershowitz, professore di Giurisprudenza all'Università di Harvard, da La Stampa. La lettera di Dershowitz è consultabile qui.
giovedì 13 febbraio 2014
Medio Oriente e anarchia: dal conflitto alla giustizia?
Lunedì, alle 17.30, sarò a Palazzo Nuovo per dialogare con Donatella Di Cesare su "Medio Oriente e anarchia: dal conflitto alla giustizia?"
La serata fa parte dei seminari pubblici di "Trópos. Rivista di ermeneutica e critica filosofica". INGRESSO LIBERO
martedì 29 ottobre 2013
Rassegna Stampa
- http://video.repubblica.it/politica/vattimo-israele-fa-un-uso-spregiudicato-dell-olocausto/144325/142856 (audio della trasmissione radio);
martedì 17 luglio 2012
Gianni Vattimo (Europarlamentare IDV): “Grillo? Ha ragione su Israele e l'Iran”
mercoledì 28 settembre 2011
Egitto, Libia, Palestina... intervista a Gianni Vattimo sulla situazione internazionale
“Bisogna però distinguere tra un riconoscimento da parte dell’Assemblea Generale ed una sanzione da parte del Consiglio di Sicurezza: il primo porta i Palestinesi ad essere riconosciuti come osservatori, alla stregua del Vaticano, per diventare membri dovrebbero avere l’approvazione del Consiglio di sicurezza dove, a quanto pare, gli Stati Uniti porranno il veto. Siamo alle solite”.
Come mai? “Il governo palestinese formalmente è nelle mani di Abu Mazen, un brav’uomo che cerca di stare in equilibrio. Non so, però, se rischia di essere ricattabile. Gli Stati Uniti mandano dei soldi alla Palestina, se dicono che non ne mandano più, quello magari ritira la richiesta all’Onu.”
Senza la primavera araba, l’Autorità Nazionale Palestinese avrebbe ora meno potere contrattuale in sede internazionale? “La Libia è diventata come Israele, fa tutto quello che dice l’Occidente. Diverso è ad esempio il caso della Turchia”.
Nella zona, però, Israele è ancora uno dei pochi Stati che riconosce diritti ai cittadini. A suo avviso quanto è grande il rischio che con l’avvento della Palestina si acuisca il fanatismo religioso? “Secondo me il fanatismo islamico è alimentato da questa situazione di oppressione, di genocidio. Se non si eliminano queste cose, la situazione sembra disperata”.
Si parlava dell’occidentalizzazione della Libia, l’Occidente in tali paesi che ruolo deve avere, attivo o marginale? “Deve avere un ruolo attivo nel senso di aiuti, di fornitura della tecnologia. Ascoltiamo la Lega ed aiutiamoli a casa loro. Se deve intervenire come è successo in Libia rimanga a casa”.
martedì 14 giugno 2011
Festa per Israele, via ai lavori. Contro-corteo degli antagonisti
Preoccupa il raduno nazionale del 18 giugno in largo Cairoli. La sinistra incalza il sindaco
Corriere della Sera - Milano
Preoccupa di più però la seconda delle manifestazioni in programma. Quella che il comitato «No all'occupazione israeliana di Milano» sta organizzando per il sabato successivo. Un appuntamento nazionale con concentramento nel centralissimo largo Cairoli. L'autorizzazione dalla questura per il raduno è già arrivata. La richiesta di un corteo per le vie del centro è invece ancora in stand-by. «Noi vorremo comunque arrivare in una piazza del centro», dicono gli organizzatori. Rimangono i malumori, in questa parte della sinistra ultra-radicale, rispetto alla posizione espressa dal neosindaco Giuliano Pisapia di fronte alla kermesse israeliana.
«Ci saremmo aspettati più coraggio», dice Pietro Maestri di Sinistra Critica: «Lui, Pisapia, ha scelto di accettare la legittimità di questa esibizione pensando che si tratti di un semplice battage turistico. E invece si tratta di un'operazione di chiara propaganda politica dello Stato d'Israele». A rincarare la dose Gianni Vattimo, eurodeputato Idv: «Pisapia ha sbagliato a non spostare l'evento per Israele. Andava fatta fuori dalla città, fuori da Milano». Gli «antagonisti» intanto arriveranno oggi al Pirellone bis, per un incontro con il sottosegretario alla presidenza, Paolo Alli. «Un incontro di cortesia. «Tempo fa avevamo chiesto chiarezza. Le istituzioni ci devono spiegare quanti soldi pubblici sono stati concessi alla kermesse israeliana».
A. Se.
09 giugno 2011
giovedì 12 maggio 2011
Vattimo: "Palestina invitata in sordina ma meglio di niente"
Vattimo: "Palestina invitata in sordina ma meglio di niente"
La Repubblica, Torino, 12 maggio 2011. Vera Schiavazzi
«Intanto, trovo che questa decisione non sia stata granché pubblicizzata, io l'ho appreso dai giornali. Non che il Salone fosse tenuto a dircelo, visto che non eravamo allora e non siamo adesso un gruppo organizzato, ma mi pare che non ci sia paragone possibile tra la visibilità data allora a Israele, ma resta il fatto che se ne è saputo ben poco, mentre l'invito a Israele, forse anche grazie alle nostre contestazioni, è stato in prima pagina per giorni. L'abitudine di oscurare la Palestina e le sue ragioni di nazione occupata, del resto, è radicata un po' ovunque nel mondo. Mentre Israele è dappertutto al pari delle altre nazioni, dai campi di calcio alle Olimpiadi ai vertici internazionali, la Palestina continua a essere una sorta di fantasma. Comunque, meglio questo invito un po' in sordina che un secondo Salone dedicato a Israele. Accontentiamoci, e sosteniamo questa presenza a Torino».
Lei e i suoi compagni di protesta che cosa avete fatto in questi tre anni per proseguire la vostra battaglia?
«Molti di noi fanno parte dell'International Solidarity Mouvement, un'organizzazione attiva in modo permanente che, tra l'altro, sta organizzando la nuova Freedom Flotilla che partirà in giugno per cercare di raggiungere Gaza».
Lei ci sarà?
«Non ho più l'età per una navigazione così lunga. Ma, assieme ad altri, ho intenzione di fare il possibile per raggiungere Gaza in modo da attendere l'arrivo del convoglio, nella speranza che non ci siano né i nove morti dell'ultima volta né incidenti gravi. E naturalmente anche nella speranza che non accada niente di grave a me, anche se non sono così importante».
È mai stato a Gaza?
«No. Ma più volte in Israele, anche se negli ultimi anni ho preferito evitarlo».
Come parlamentare europeo che cosa sta facendo?
«Abbiamo prima scritto al ministro degli Esteri Catherine Ashton affinché chiedesse ufficialmente al governo israeliano di evitare ogni forma di violenza contro il convoglio navale che partirà, sottolineando tra l'altro come a bordo ci saranno alcuni europarlamentari. E proprio martedì, in commissione, abbiamo sottolineato - mi pare nella condivisione generale - l'idea che il Parlamento europeo debba intervenite in questa vicenda, se non altro con compiti di garanzia come, appunto, la presenza sulle navi pacifiste».
mercoledì 6 aprile 2011
Dichiarazione di voto sulla relazione sull'approccio dell'UE nei confronti dell'Iran
Report: Bastiaan Belder (testo della relazione: A7-0037/2011)
sessione plenaria del 10 marzo 2011, Strasburgo.
Gianni Vattimo (ALDE). - Signora Presidente, onorevoli colleghi, volevo spiegare la mia astensione nel voto finale sulla relazione a proposito dell'Iran perché, mentre condivido tutte le critiche contro il mancato rispetto dei diritti umani in Iran, specialmente per quello che riguarda la pena di morte, la persecuzione di minoranze sessuali, il non rispetto della libertà di insegnamento nelle scuole e nelle università, sono però persuaso che molte delle notizie, delle informazioni che questa relazione cita vengono direttamente dalla propaganda statunitense, non me ne posso fidare.
Infine, come liberal-democratico, mentre naturalmente sono convinto che l'Iran abbia tutto il diritto di perseguire lo sviluppo di una ricerca nucleare a scopi pacifici, non negherei nemmeno il suo diritto di avere armi nucleari in una regione in cui l'unica potenza che le possiede e a cui si consente di possederle è uno Stato razzista e colonialista come Israele.
lunedì 17 gennaio 2011
Gianni Vattimo interviene a "Freedom Flotilla 2"
L'intervento dell'europarlamentare IdV Gianni Vattimo in sostegno della spedizione italiana a "Freedom Flottilla 2", presentata a Roma il 13 gennaio nella sede di Italia dei Valori
lunedì 22 novembre 2010
Teheran parte seconda
Teheran, parte seconda
Ho letto i tanti commenti giunti sul blog al mio post sul World Philosophy Day (WPD) a Tehran. In molti mi chiedevano di specificare cosa avrei detto al congresso. Su La Stampa di ieri, è riportata una parte – quella più strettamente filosofica – del mio intervento. Trascrivo qui di seguito per i lettori de Il Fatto Quotidiano l’introduzione, di natura politica, che farò precedere al mio discorso, intitolato “Universalismo, verità, tolleranza”. Lo faccio nella speranza di suscitare reazioni sul merito della riflessione e sulla proposta politica in essa contenuta (come avvenuto ad esempio in una discussione con Eco su queste tematiche), anziché commenti ispirati all’insensata equiparazione della critica delle politiche del governo israeliano e del sionismo all’antisemitismo, magari conditi da attacchi al sottoscritto (si veda, se proprio necessario, la reazione di Volli al mio post su ilfattoquotidiano.it). Sono certo consapevole della contraddizione, che in molti hanno notato, tra l’accettazione dell’invito di Tehran e il boicottaggio della kermesse israeliana (prima, ed egiziana poi) al Salone del Libro di Torino. Ma è poi tale? Forse no. Entrambe le questioni sono non solo culturali, ma anche politiche. E nel caso del Salone del Libro, che i paesi occidentali (l’Italia, poi…) – e non i loro intellettuali – non perdano occasione per ribadire il proprio sostegno alle decennali pratiche imperialistiche del governo israeliano, prendendo accordi con quest’ultimo per organizzare un evento – in Occidente, non a Tel Aviv – che inevitabilmente finisce per mortificare la causa legittima e colpevolmente trascurata dei Palestinesi, è a mio parere poco accettabile. O comunque, sembra imporsi una scelta, quella che appunto descrivo qui sotto. Un mondo multipolare ha le sue esigenze.
Universalismo, verità, tolleranza
martedì 28 settembre 2010
Polemiche su Iran, bomba atomica, e dintorni
Il Sindaco di Trani
Giuseppe Tarantini
Il sindaco Tarantini si astenga dagli insulti: solo ai leghisti è concessa la libertà di insulto, vuole essere un leghista ad (dis)-honorem? Poi: prima di dire in pubblico che riconosco all'Iran, prossimo obiettivo degli attacchi di Israele e Stati Uniti (entrambi super armati di bombe atomiche), il diritto di dotarsi di armi nucleari (un diritto che l'Iran del resto non ha mai rivendicato, limitandosi a cercare di realizzare un programma atomico per usi di pace), ho sempre sostenuto che occorre una denuclearizzazione (anche) del Medio Oriente. Dunque: cominciare a ridurre il pericolo rappresentato dagli stati terroristici: primo fra tutti Israele, e il suo alleato statunitense. Che ne dice il sindaco? Sarebbe d'accordo con una campagna a questo scopo, magari dedicando al tema la prossima edizione dei dialoghi di cui è, pro tempore, editore?
Gianni Vattimo
Il sindaco: «Rimango inorridito da simili idiozie»
lunedì 27 settembre 2010
Il sindaco di Trani, Giuseppe Tarantini, ha diffuso ai mezzi d'informazione una sua replica all'intervento del filosofo Gianni Vattimo, tenuto durante la serata conclusiva dei Dialoghi di Trani. Vattimo, secondo l'ufficio stampa comunale, avrebbe affermato di essere favorevole al fatto che l’Iran si doti di una bomba nucleare. Questa la replica del primo cittadino:«Da editore assolutamente liberale della manifestazione dei Dialoghi, rimango inorridito dal fatto che si possa, al fine di strappare qualche connivente applauso, affermare simili idiozie in un luogo federiciano a Trani, che rappresenta la culla del dialogo tra popoli e culture. La circostanza che Vattimo sia anche rappresentante del nostro Paese nel Parlamento Europeo, mi deprime ulteriormente. Auspicare l’aumento di armi nucleari in questo momento e dopo il furioso intervento di Ahmadinejad all’Assemblea dell’ONU, non solo è deplorevole, ma mi chiedo, quale progetto di politica estera alberghi nelle menti degli intellettuali di una certa sinistra, peraltro, da questo punto di vista, assolutamente coerente con la tradizione Guevarista.»
Bomba nucleare all'Iran, la risposta di Gianni Vattimo a Tarantini
Bomba nucleare all'Iran? Tarantini replica al filosofo Vattimo
Trani Informa Comunicazione e informazione culturale, turistica e di servizio
«Da editore assolutamente liberale della manifestazione dei Dialoghi, rimango inorridito dal fatto che si possa, al fine di strappare qualche connivente applauso, affermare simili idiozie in un luogo federiciano a Trani, che rappresenta la culla del dialogo tra popoli e culture. La circostanza che Vattimo sia anche rappresentante del nostro Paese nel Parlamento Europeo, mi deprime ulteriormente. Auspicare l’aumento di armi nucleari in questo momento e dopo il furioso intervento di Ahmadinejad all’Assemblea dell’ONU, non solo è deplorevole, ma mi chiedo, quale progetto di politica estera alberghi nelle menti degli intellettuali di una certa sinistra, peraltro, da questo punto di vista, assolutamente coerente con la tradizione Guevarista.»
http://www.traniweb.it/trani/informa/14075.html
La disinformazione sui diritti umani
domenica 6 giugno 2010
Torino a sostegno della Palestina
Anche a Torino, come in molte altre città italiane, la giornata di ieri, 31 maggio, è stata all'insegna della solidarietà per il popolo palestinese, dopo l'attacco israeliano a Freedom Flotilla, la flotta internazionale di attivisti pacifisti che è stata assalita nella notte tra domenica e lunedì mentre tentava di portare aiuti umanitari nella striscia di Gaza.
Sin dal mattino, infatti, gli studenti universitari hanno organizzato attività di volantinaggio per informare sull'accaduto e sensibilizzare intorno alla questione del conflitto israelo-palestinese. Due i punti della città prescelti: piazza della Repubblica con l'affollatissimo mercato di Porta Palazzo e cuore multietnico della città, e Palazzo Nuovo, la sede delle facoltà umanistiche dove banchetti, musica e bandiere palestinesi hanno invaso l'atrio per tutta la giornata.
Secondo gli organizzatori, infatti, è necessario evitare di far passare sotto silenzio quello che è accaduto in quanto si tratta "dell'ennesima dimostrazione che Israele non è quel modello di democrazia mediorientale che si tende a pensare. La situazione della Palestina è davvero grave, i territori occupati sono grandi prigioni per la popolazione". Ed il timore è che anche questa volta non ci sarà nessuna sanzione significativa da parte della comunità internazionale.
Inoltre, proprio a Palazzo Nuovo nel pomeriggio si è tenuto un presidio trasformatosi poi in corteo che ha attraversato il centro cittadino coinvolgendo anche molti passanti che hanno sfilato dietro un carro allegorico raffigurante un mostro con elmetto militare ed uno striscione dalla scritta "Boicotta Israele. Sostieni la Palestina".
Tra i manifestanti del corteo c'era anche Gianni Vattimo, filosofo ed europarlamentare che di fronte al municipio ha preso la parola per commentare quanto accaduto in medioriente. Parole molto forti le sue, non solo nei confronti di Israele, ma anche della comunità europea e del governo italiano giudicati colpevoli di finanziare e giustificare una politica di guerra e violenza.
Proprio davanti alla sede del comune, inoltre, non sono mancati momenti di tensione dovuti all'incontro con l'onorevole Agostino Ghiglia che avvistato dai manifestanti è stato insultato ed inseguito da alcuni di loro.
Il corteo è poi proseguito fino a Porta Palazzo cercando di coinvolgere anche la numerosa popolazione araba che vi risiede. Per i prossimi giorni sono previste ulteriori manifestazioni per ribadire la ferma opposizione all'atto di violenza compiuto da Israele.
Centri sociali e sinistra in corteo contro Israele
«Assassini»: l’urlo di Vattimo davanti al municipio. Ghiglia colpito con un calcio: «Estremisti violenti»
LUCIANO BORGHESAN
TORINO
Davanti a Palazzo Nuovo è una studentessa di origine ebraica a dar voce alla protesta contro l’attacco israeliano alla «nave della pace» che portava aiuti ai palestinesi. «Hanno ucciso 19 pacifisti, decine di feriti, per un carico di medicine, di casa prefabbricate, di cibo», grida al microfono Dana Lauriola, 28 anni, studentessa-lavoratrice iscritta a Psicologia. Si ripete accompagnando il camioncino che guida il corteo verso via Po e piazza Castello: «Proprio perché sono ebrea - spiega - ho seguito e seguo con apprensione la questione israelo-palestinese, ci sono stati 1414 moti negli ultimi dieci anni tra i palestinesi, e quello che è capitato ora è gravissimo, non porta certo alla convivenza dei popoli».
Il corteo fila via liscio fino a metà via Pietro Micca quando davanti alla sede della Defonseca e dell’associazione Italia-Israele i manifestanti si fermano e gridano «Assassini. Pagherete caro, pagherete tutto». Altro stop di fronte a Palazzo Civico: prende il microfono Gianni Vattimo: «Assassini, bastardi. Continuano a sparare su gente inerme, io avrei potuto essere su quella nave. E gli intellettuali italiani del c... sono contro il boicottaggio delle merci israeliane: fuori dalle palle!».
Intanto si moltiplicano i comunicati e le iniziative di condanna dell’aggressione israeliana. Ieri sera, in vai Fiochetto, si sono riunite la comunità palestinese in Piemonte Al Baiader, l’Unione Araba di Torino e il Centro colturale Dar Alhekma, chiedono, tra l’altro, «il rilascio immediato di tutte le persone sotto sequestro, la consegna degli aiuti alla popolazione di Gaza, l’eliminazione dell’embargo e l’apertura dei varchi a Gaza in modo definitivo, la costituzione di un tribunale internazionale». Ferma condanna dalle Acli e da altri movimenti. Interviene anche l’on. Gianni Vernetti che l’altro ieri aveva promosso una protesta davanti alla Coop «contro il boicottaggio delle merci made in Israele»: il deputato di Alleanza per l’Italia, esprimendo «rammarico per i morti e i feriti», auspica che si eviti «che i fatti di oggi compromettano il dialogo fra il Governo di Israele e l’Autorità Nazionale Palestinese».
domenica 16 maggio 2010
Sul boicottaggio di Israele
Salone libro: polemiche per premio a Oz
Vattimo ci riprova
Il Giornale, 8 maggio 2010
Ancora una volta il Salone del Libro, dopo le polemiche del 2008, quando Israele fu il paese ospite, è al centro degli attacchi di intellettuali, come il filosofo Gianni Vattimo, che si riconoscono nell’Ism (International Solidarity Movement Palestinese) e nella sua campagna di boicottaggio culturale di Israele. In particolare è nel mirino dell’Ism la nomina, tra i tre finalisti del nuovo Premio Salone Internazionale del Libro, dello scrittore israeliano Amos Oz. Scrittore, secondo gli organizzatori della protesta, «vicino al potere e mirato ad avvallarne le politiche violente e razziste nei confronti di tutto ciò che non è ebreo». «Certo non vogliamo la distruzione di Israele, ma della struttura del suo governo», dice Vattimo. Nessuno all’Ism sembra però ricordare che Amos Oz è stato tra i primi in Israele a schierarsi a favore della creazione di uno stato palestinese.
Israele divide gli ebrei d'Europa
L'intervento di Wiesel su Gerusalemme, la polemica tra gli intellettuali. Schieramenti: Gad Lerner sostiene il documento di Bernard-Henri Lévy. Paolo Mieli e Giuliano Ferrara con Fiamma Nirenstein
Non sono d'accordo con il mio amico Gianni Vattimo che ha firmato l'appello secondo cui "gli accademici e intellettuali israeliani hanno svolto e svolgono un ruolo di sostegno dei loro governi"
Non condivido affatto la politica del governo israeliano e ho visto con molto interesse il manifesto di moltissimi ebrei europei (JCall) contro l'espansione degli insediamenti israeliani (manifesto che, con le polemiche che ha suscitato, mostra come ci sia una accesa dialettica su questi problemi nel mondo ebraico, dentro e fuori Israele). Ma trovo mendace l'affermazione per cui "gli accademici e gli intellettuali israeliani, nella quasi totalità, hanno svolto e svolgono un ruolo di sostegno dei loro governi", perché tutti sappiamo di quanti intellettuali israeliani abbiano polemizzato e polemizzino su questi temi.Dobbiamo astenerci di ospitare in un congresso di filosofia ogni filosofo cinese per il fatto che il governo di Pechino censura Google? Posso capire che (per uscire dall'imbarazzante argomento israeliano) se si apprende che i dipartimenti di fisica dell'università di Teheran o di Pyongyang collaborano attivamente alla costruzione della bomba atomica di quei paesi, i dipartimenti di fisica di Roma o di Oxford preferiscano interrompere ogni rapporto istituzionale con quei luoghi di ricerca. Ma non capisco perché debbano interrompersi i rapporti coi dipartimenti di storia dell'arte coreana o di letteratura persiana antica. Vedo che ha partecipato al lancio del nuovo appello al boicottaggio il mio amico Gianni Vattimo. Ora facciamo (per assurdo!) l'ipotesi che in alcuni paesi stranieri si diffonda la voce che il governo Berlusconi attenta al sacro principio democratico della divisione dei poteri delegittimando la magistratura, e si avvale del sostegno di un partito decisamente razzista e xenofobo. Piacerebbe a Vattimo che, in polemica con questo governo, le università americane non lo invitassero più come visiting professor, e speciali comitati per la difesa del diritto provvedessero a eliminare tutte le sue pubblicazioni dalle biblioteche Usa? Io credo che griderebbe all'ingiustizia e affermerebbe che fare così è come giudicare tutti gli ebrei responsabili di deicidio solo perché il Sinedrio quel venerdì santo era di malumore. Non è vero che tutti i rumeni sono stupratori, tutti i preti pedofili e tutti gli studiosi di Heidegger nazisti. E quindi qualsiasi posizione politica, qualsiasi polemica nei confronti di un governo, non deve coinvolgere un intero popolo e una intera cultura. E questo vale in particolare per la repubblica del sapere, dove la solidarietà tra studiosi, artisti e scrittori di tutto il mondo è sempre stato un modo per difendere, al di là di ogni frontiera, i diritti umani.
Campagna per il Boicottaggio Accademico & Culturale di Israele
Italian Campaign for the Academic & Cultural Boycott of Israel
Comunicato stampa 2010/04/08/01
Conferenza stampa per il lancio della Campagna per il Boicottaggio Accademico & Culturale di Israele.
Venerdì 7 maggio 2010 alle ore 11.30 presso la Sala dell’Antico Macello di Po in via Matteo Pescatore 7 a Torino, si è tenuta una Conferenza stampa per il lancio della Campagna per il Boicottaggio Accademico & Culturale di Israele.
Alfredo Tradardi ha presentato gli obiettivi e le motivazioni della Campagna. Sono intervenuti Gianni Vattimo e Diana Carminati.
Enrico Contenti ha ricordato l’adesione all’appello di Antonino Salerno, segretario del SIAM, Sindacato Italiano Artisti della Musica.
Erano presenti, tra gli altri, Franca Balsamo e Amedeo Cottino già dell’Università di Torino, Ugo Barbero, Marilla Boffito, Claudio Lombardi e Grazia Raffaelli.
Ai presenti è stata distribuita una cartellina di documentazione contenente:
1. ICACBI L'appello italiano per il boicottaggio accademico e culturale
2. Free Palestine! Boycott Israel! L'appello BDS
3. PABCI 01 10 09 Linee guida per il boicottaggio accademico
4. PACBI 20 09 09 Linee guida per il boicottaggio culturale
5. 30 Elenchi adesioni al 7 maggio 2010
6. Che cosa è ISM-Italia con alcuni libri consigliati sulla questione palestinese
7. Elenco delle iniziative internazionali 2009 – 2010.
8. BRICUP Newsletter n. 28 – May 2010 70 BRICUP Newsletter
Tutti i documenti indicati sono sul sito http://sites.google.com/site/icacbi/05-news
Tra le adesioni segnaliamo quelle di Wasim Dahmash dell’Università di Cagliari, Angelo Baracca dell’Università di Firenze, Gilda Della Ragione e Paola Manduca dell’Università di Genova, Francesca Biancani della London School of Economics, Nella Ginatempo dell’Università di Messina, Milli Martinelli già dell’Università di Milano, Paolo Valerio e Vito Coppola dell’Università di Napoli Federico II, Iain Chambers e Tiziana Terranova dell’Università di Napoli l’Orientale, Vincenzo Tradardi già dell’Università di Parma, Maria d'Erme e Pina Rosas Piras dell’Università di Roma, Alessandra Algostino dell’Università di Torino, Diana Carminati, Amedeo Cottino, Franca Balsamo e Gianni Vattimo (Europarlamentare) già dell’Università di Torino, Giorgio Faraggiana del Politecnico di Torino, Federico Della Valle dell’Università di Trieste, Domenico Losurdo dell’Università di Urbino, Eros Baldissera dell’Università di Venezia, Enrica Calmieri del CNAM-MIUR e dei ricercatori Vincenzo Brandi (ENEA), Raffaele Capoano, Monica Lanzillotta e Riccardo Zanini.
Degli esponenti politici Vincenzo Chieppa, segretario regionale PdCI Piemonte e Franco Turigliatto di Sinistra Critica.
Di Vittorio Arrigoni, di nuovo a Gaza.
Di Piero Gilardi, artista visivo e non solo, Simone Capula, regista teatrale, Federico Castelli, artista (Parigi), Fausto Giudice, scrittore, Jörg Grünert, scultore, Cam Lecce, attrice, Myriam Marino, scrittrice, Karim Metref, scrittore, Agnese Molinario, regista, Beppe Rosso, autore, regista e attore teatrale, Antonino Salerno, musicista e seg.naz. SIAM, Diego Siracusa, scrittore, Giulio Stocchi, poeta.
In sintesi:
Docenti e ricercatori 29, Studenti universitari 35, Associazioni 1, Esponenti politici 2, Giornalisti 6,
Artisti – Intellettuali- Operatori culturali 27, Attivisti 178.
Per un totale all’8 maggio 2010 di 278 adesioni.
L’elenco completo delle adesioni all’indirizzo
http://sites.google.com/site/icacbi/05-elenchi-adesioni.
Italian Campaign for the Academic & Cultural Boycott of Israel
[email protected]
[email protected]
http://sites.google.com/site/icacbi/
lunedì 30 novembre 2009
A quem interessa isolar o Irã?
Explicações na entrevista de um pensador que radicaliza o discurso ao defender a tolerância
Christian Carvalho Cruz - O Estado de S.Paulo
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