Euregio Tirolo-Alto Adige/Südtirol-Trentino

PROFUGA!
Storia di una donna tra Tirolo e Regno d'Italia

Spettacolo teatrale in due atti in lingua italiana e dialetto trentino

Personaggi:

Amabile, protagonista
Luigi, marito
Federico, padre di lui
Alfonsina, sorella di lei
Valeria, amica di lei
don Faustino, curato
Ivo, spasimante di Amabile
Donna
Ragazzo
Capocomune
Ufficiale italiano
Soldato italiano

Sinossi:

Paese del Tirolo italiano, estate 1914.
Protagonista è una famiglia formata da una giovane coppia ancora senza figli, Amabile e Luigi, che vive col padre di lui Federico e con Alfonsina, la sorella minore di lei.
Allo scoppio della guerra, Luigi è chiamato sotto le armi e inviato in Galizia.
Nell'estate del 1915 il paese viene sgomberato dai soldati italiani. Amabile e gli altri vengono inviati in una struttura adibita ad ospitare i profughi nel Regno d'Italia. Qui il parroco, don Faustino, viene internato perché accusato di essere austriacante, mentre Amabile non riceve più notizie di Luigi e la salute del suocero peggiora sempre di più.
Uno dei sorveglianti italiani, Ivo, timido e claudicante, si innamora di Amabile, donna dolce e giudiziosa, e inizia a corteggiarla. Lei è divisa tra il senso di colpa e la stanchezza e voglia di normalità, soprattutto dopo la morte del suocero e dopo tre anni senza certezze sulla sorte del marito.
Un'amica di Amabile, Valeria, anche lei sposata, timorosa e ingenua, non sa rassegnarsi alla mancanza di notizie a proposito di suo marito, mentre la sorella Alfonsina, sfacciata e vivace, vive la sua giovinezza senza farsi condizionare dalla guerra.
Come cornice di questa vicenda personale, la guerra, il dolore dei profughi, i diversi atteggiamenti delle donne, che diventano sempre più attive e consapevoli.
A parte, la voce intima di Luigi e degli altri, affidata a lettere e diari1, a confessare amore, nostalgia e sentimenti che di persona era stato così difficile esprimere.
Infine, dopo quattro anni di vita quasi indipendente, Amabile e la sorella prendono atto del loro percorso di crescita e di maturazione emotiva e decidono di partire andando a raggiungere i fratelli in America, invece di far ritorno a casa.

NB: I testi di lettere e cartoline e parte dei dialoghi sono adattamenti di diari e lettere dell'epoca, di cui si è cercato di mantenere lo stile e l'ortografia.

Die italienischen Geheimdienste und die " Strategie der Spannung ": Neuere zeitgeschichtliche Veröffentlichungen haben sensationelle Enthüllungen über die provokatorische Rolle italienischer Geheimdienste in den 1960er Jahren erbracht.
www.suedtirol-info.at /die-italienischen-geheimdienste-und-die-strategie-der-spannung/

Il presente elaborato ha come oggetto lo studio delle testimonianze archeologiche d’età romana nel Meranese, conca che lungo il corso dei secoli ha avuto svariati confini sia geologi-ci che storici, ed ecclesiastici. Questo studio si è sforzato di avere due peculiarità: nel premettere che esso innanzitutto non contiene molti elementi di novità, se non di essere probabilmente una delle pochissime espressioni letterarie in lingua italiana dedicata a questa materia ed in questa composizione, riesce però ad assemblare, di mettere in sequenza storica ed in correlazione tra loro i diversi rinvenimenti fornendo un punto di vista almeno parzialmente originale e di aprire così la strada verso una migliore lettura dell’età romana nel Meranese, tentando di valorizzare le varie scoperte. Non si può infatti non ritenere che tali testimonianze archeologiche abbiano dato nel tempo una vita che è stata militare, economica e sociale.
Poiché l’obbiettivo di questo elaborato è quello di fornire un’analisi delle testimonianze archeologiche d’età romana del Meranese, mettendo in evidenza alcune delle sue specificità ho diviso questo lavoro in due parti fondamentali. La prima parte di impostazione prevalentemente storica analizza attraverso quattro capitoli, un excursus dei principali avvenimenti che hanno portato la regione atesina sotto il dominio dell’Urbe.
La seconda parte di questo studio illustra con dettaglio attraverso cinque capitoli i principali insediamenti del Meranese dell’età del Ferro e dell’età romana, arrivando ad una conclusione che ha l’intenzione di specificare l’importanza della statio e ad una sua possibile localizzazione.

Com'è noto, a partire dal X sec. il Tirolo è stato teatro delle discese dalla Germania dei Sovrani del Sacro Romano Impero, che con i loro eserciti erano diretti a Roma per l'incoronazione papale o scendevano nella peni-sola per rafforzare il loro potere nei confronti delle nascenti autonomie co-munali. Le Vie di passaggio utilizzate da questi eserciti conservano ancora le numerose strutture fortificate sorte per il controllo del territorio. L'Itinerario "Le Vie dell'Impero" intende ricostruire il percorso degli Imperatori, dalla Baviera alla Pianura Padana: un progetto che mira a coinvolgere tutti coloro che sono interessati alla valorizzazione culturale e turistica del territorio e che porterà alla riscoperta delle radici storiche degli Stati d'Europa. Con il Convegno tenutosi a Palazzo Widmann di Bolzano, i cui contenuti sono riprodotti in questo volume, si è inteso raccogliere le impressioni sul progetto degli attori in campo e creare le premesse per la formazione di una partnership volta alla costituzione di una rete tra Organizzazioni ed Istituzioni di Germania, Austria ed Italia finalizzata alla realizzazione dell'itinerario culturale "Le Vie dell'Impero".
Il volume è in italiano e tedesco.

A cura di/bearbeitet von: Filippo Maria Cailotto
Autori/Die Autoren und Autorinnen: Christoph von Ach, Loredana Borghesan, Filippo Maria Cailotto, Philippe Daverio, Luca Gabrielli, Carl Philipp barone Hohenbühel, Claudio Martinelli, Franco Marzatico, Fabio Pignatelli della Leonessa, Laura Piovesan Schütz, Wilfried Posch, Massimo Rigoni, Dirk Röder, Carlo Romeo, Georg Spiegelfeld-Schneeburg, Christoph Tschaikner.

Seit dem X. Jahrhundert war Tirol Durchzugsland der Herrscher des Heiligen Römischen Reiches, die mit ihren Heeren von Deutschland aus nach Rom zogen, um Papstkrönungen beizuwohnen oder ihre Macht gegen die neu entstehenden Autonomiebestrebungen der mittelalterlichen Stadtgemeinden zu festigen. Noch heute weisen die von diesen Heeren genutzten Durchzugswege Zeugnisse der zahlreichen Befestigungen auf, die zur Kontrolle über dieses Gebiet errichtet wurden. Der Kulturweg "Die Wege des Kaiserreichs" verläuft auf den Spuren der Kaiser auf ihrem Weg von Bayern in die Po-Ebene. Er möchte alle an einer kulturellen und touristischen Aufwertung dieses Gebietes interessierten Personen anspre-chen und die historischen Wurzeln der europäischen Staaten aufdecken. Durch die im Palais Widmann in Bozen abgehaltene Tagung, deren Inhalte in die-sem Band wiedergegeben werden, sollten die Erfahrungen der zahlreichen an diesem Projekt beteiligten Partner aufgezeigt und die Voraussetzungen für eine Partnerschaft in Form eines Netzwerkes zwischen deutschen, österreichischen und italienischen Organisationen und Institutionen geschaffen werden, um ge-meinsam an der Umsetzung des Kulturweges "Die Wege des Kaiserreichs" zu arbeiten.

ISBN 978-88-7702-478-7

Luis Trenker, who was born in 1892 in Val Gardena in South Tyrol and died in 1990 in Bolzano, is probably the most popular transalpine media figure of the 20th century. From the 1920s onwards, he was active as an actor, director, producer and author in Germany and Italy, but also in Austria, Switzerland, France and the USA. To this day, he is closely associated with mountain films, Heimat novels and TV series, especially through numerous reruns by TV stations such as ORF and Bayerischer Rundfunk, and more recently through the reissues of selected films and series as DVD boxes. Younger generations know the name Trenker from documentaries or discussions about his life on YouTube or by current productions such as Wolfgang Murnberger’s biopic Luis Trenker – The Narrow Ridge of the Truth (ARD/ORF 2015), which features renowned actors Brigitte Hobmeier and Tobias Moretti. Frequently, these narratives offer a critical take on the career of the artist. Then again, they also stabilize the ‘media brand’ Trenker. In fact, the name itself has become independent from the historical person and evolved into an autonomous transalpine brand.

I sistemi elettorali hanno delle ripercussioni dirette sulla rappresentanza dei partiti nel Parlamento. Questo riguarda in particolare le minoranze etniche. A seconda di come è congegnato, un sistema elettorale può rafforzare o indebolire una minoranza, o addirittura farla scomparire del tutto dal Parlamento. Il Sudtirolo è stato annesso all’Italia dopo la Prima Guerra Mondiale, chiamato di seguito Alto Adige. Già nel 1921 i sudtirolesi conquistarono quattro deputati nel Parlamento italiano, ma la riforma elettorale dei fascisti, la cosiddetta legge Acerbo, ridusse la loro rappresentanza dapprima a due deputati (1924), facendoli poi scomparire del tutto. Dopo la Seconda Guerra Mondiale fu concluso l’Accordo di Parigi del 1946 tra Italia e Austria che garantisce una tutela alla minoranza tedesca dell’Alto Adige e un’autonomia. Dal 1948 in poi i sudtirolesi riescono, in ogni tornata elettorale, a conquistare una rappresentanza nel Parlamento nazionale di cinque, in casi eccezionali, anche di sei parlamentari.
Da allora in Italia sono state approvate numerose riforme elettorali. Da un sistema prevalentemente proporzionale l’Italia è passata nel 1993 a un sistema combinato, che prevedeva che tre quarti dei seggi venissero eletti con il maggioritario ed il restante quarto con il proporzionale, con una soglia di sbarramento del quattro per cento. Questo sbarramento  escludeva le minoranze tedesche e ladine dell'Alto Adige che rappresentano solo un mezzo punto percentuale della popolazione nazionale. Il ricorso proposto dalla Provincia, a favore delle minoranze linguistiche, fallì dinanzi alla Corte Costituzionale così come davanti alla Corte Europea per i diritti dell’uomo. Ma i sudtirolesi riuscirono a conservare la loro rappresentanza attraverso i collegi uninominali. Nel 2005 il Parlamento ha nuovamente modificato la legge elettorale, tornando a un sistema proporzionale con delle soglie scaglionate e con un premio di maggioranza per la lista o la coalizione vincente.
La rappresentanza dei sudtirolesi nel Parlamento, organizzato dapprima nel Deutsche Verband (DV) e dal 1948 nella Südtiroler Volkspartei (SVP), ha subito delle ripercussioni dirette dalle riforme elettorali. Essa ha potuto salvarsi con dei provvedimenti specifici, che sono stati raggiunti richiamandosi all’ancoraggio internazionale dell’autonomia dell'Alto Adige/Südtirol e alla tutela delle minoranze iscritta nella Costituzione italiana. Come partiti etnoregionali tipici, il DV e la SVP sono quindi particolarmente indicati per un’analisi empirica delle ripercussioni dei sistemi elettorali.

L’attività mineraria d’area trentino-altoatesina è caratterizzata, per l’epoca medievale, da una serie di privilegi imperiali che ne regolamentano l’esercizio da parte dei vescovi di Trento e Bressanone. A Trento risultano fondamentali i privilegi del 1161 e del 1189, che definiscono anche i diritti minerari delle dinastie comitali insediate sul territorio, in particolare i conti di Tirolo e di Appiano. A proposito di questi ultimi, la documentazione evidenzia un coinvolgimento soprattutto nella produzione dell’argento (ma non solo) e un ruolo a volte concorrenziale e conflittuale coll’episcopio.

In the Middle Ages, the mining activity in the area today corresponding to Trentino-South Tyrol was characterized by a series of imperial privileges regulating its exercise by the bishops of Trent and Bressanone. In Trent, the privileges of 1161 and 1189 are of fundamental importance; they also define the mining rights of the comital dynasties established in the territory, in particular the Counts of Tyrol and Appiano. With regard to the latter, the documentation shows their involvement mainly, but not exclusively, in the production of silver, and a role that was at times in competition and conflict with the episcopate.

L’Accordo De Gasperi-Gruber fu stipulato nel settembre del 1946 con l’obiettivo di definire il quadro della tutela degli «abitanti di lingua tedesca» residenti in Alto Adige/ Südtirol. Sebbene la sua piena attuazione abbia comportato lunghi anni di tensioni e di complessi negoziati, i principi e le linee guida dell’accordo posero le basi per la gestione pacifica di una controversia durata più di un quarto di secolo.

Meno nota è la rilevanza internazionale dell’accordo, che grazie alla lungimiranza dei suoi estensori costituì un unicum giuridico estremamente avanzato per l’epoca nella tutela delle minoranze etnico-linguistiche. Al contempo esso fu oggetto di discussioni e interferenze da parte dei paesi vincitori della Seconda guerra mondiale, interessati a risolvere un problema che in passato aveva accresciuto le tensioni in Europa. Il volume ricostruisce tale dimensione internazionale dell’accordo attraverso un’ampia antologia documentaria.

Riccardo Pasqualin, Le leggende ladine delle Dolomiti e l'opera di Karl Felix Wolff, in Associazione Culturale Amici del Museo della Terza Armata, Strenna 2020, pp. 34-48.

Il saggio riprende i passaggi più validi della tesi magistrale "L'immaginario oltremondano nelle leggende ladine delle Dolomiti, con paralleli dall'etnografia, dal folklore e dalle letterature romanze medievali" discussa nel 2017.

Mayr, Matthias, Portrait about Oskar Peterlini, in: DIE WEINSTRASSE, Zeitschrift fürs Überetsch und Unterland, September 2010, Nr. 09, Jg 07, Seite 18-19:
"Anfang August flatterte eine auf den ersten Blick unscheinbare Botschaft in die Redaktionen des Landes. Oskar Peterlini freute sich über gute Wahlergebnisse und steigende Mitglieder- zahlen im Unterland. Fast beiläufig erklärte er seinen Rücktritt als SVP-Bezirksobmann und Senator. Mit ihm verliert das Unterland und ganz Südtirol einen der profiliertesten Politiker. Einen, der sich nie scheute, anzuecken.
Peterlini war immer einer, der unbeirrt an seinen Ansichten festhielt. Das brachte ihm einige Feinde in seiner Partei und in den Medien....."

Seit der europäischen Zeitenwende 1989/1990 hat man in den seit der Zerreißung 1918/1919 bestehenden Teilen Tirols versucht, der  Landeseinheit durch institutionalisierte Zusammenarbeit in einer Europaregion Tirol näherzukommen. Dies ist bisher lediglich Wunschbild geblieben.

The article investigates some of the vicissitudes of South Tyrolean memorial cultures in the centenary of the end of the Great War. It notes a paradoxical absence of public discourse on the effects of the First World War to which - starting from the Secret Treaty of London of 1915 which enumerated the „Cisalpine Tyrol“ and the „Brenner border“ as Italian aspirations – to it we owe in substance the formation of the territorial configuration of the Autonomous Province of Bozen-Bolzano today. The memorial forgetfulness is well documented by the fact that the Provincial Museum of History and Culture in Castle Tirol dedicated, almost ostentatiously, its great annual exhibition, together with a conference, to a certainly important Habsburg duke of the fifteenth century, though mystifying in some ways his historical role as a builder of a „unified“ Tyrolean region of an almost transcendent nature, and blatantly omitting in its annual program the theme of the Great War.
On the other hand, there is also the anastatic republication in great style, by the media company that guides the region, the publisher Athesia, of a monumental history of the „White War“ in the Dolomites, which dates back to 1980 and follows a historiographic vision largely surpassed by international historical research, but has been advertised as the eternal „opus magnum“ of historiography on the world war. These obvious contradictions reveal an official historical culture in the balance, unable to adequately deal with the historical material and recontextualize it according to the dictates of international disciplines, if not a public historiography subjugated, privileged and organic. But the „interrupted paths“ of current South Tyrolean historiography could certainly be reopened, linking their truncated or marginalized discourses and returning to the fundamental lessons that Claus Gatterer has given, further shaping them with the approach of the most recent post-colonial studies.

Das Autonomiestatut von Trentino Südtirol, die Durchführungsbestimmungen, die Maßnahmen zum Schutz von Minderheiten und der schwierigen Weg dorthin, dargelegt und nachgezeichnet am Leben von Alfons Benedikter, einem der Väter der Autonomie und für lange Zeit stellvertretender Landeshauptmann der Autonomen Provinz Bozen Südtirol. Er war der rechte Arm des historischen Silvius Magnago, Vater des Paketes (Maßnahmen zugunsten der Bevölkerung Südtirols), das zum zweiten Sonderstatut im Jahre 1972 und damit zur erweiterten Autonomie Südtirols geführt hat.
Lo statuto di autonomia del Trentino Alto Adige Südtirol, le norme di attuazione, le misure di tutela per le minoranze e la difficoltosa strada per arrivarvi, illuminati e raccontati tramite la vita di Alfons Benedikter, uno dei padri nobili dell’autonomia e per lunghissimo tempo vicepresidente della Provincia autonoma di Bolzano, braccio destro dello storico Silvius Magnago, Padre del Pacchetto (Misure a Favore delle popolazioni Altoatesine) che portò al secondo statuto speciale del 1972. 
Keywords
Statuto di autonomia, Trentino Alto Adige Südtirol, norme di attuazione, tutela per le minoranze,  vita di Alfons Benedikter, padri nobili dell’autonomia, Provincia autonoma di Bolzano,  Silvius Magnago, Pacchetto (Misure a Favore delle popolazioni Altoatesine), secondo statuto speciale del 1972.

Very few tragedies had the impact to the native population of Tyrol as the “Optionen.” As part of the 1939 agreement  between  Hitler  and  Mussolini  the  members  of  the  German  and  Italian  population  in  the historical  Tyrol  were  forced  to  either  migrate  to  Nazi  Germany  and  become  fully  (ethnically  and linguistically) “Pure Germans,” or stay in their ancestral lands and become “Pure Italians.”Of course, the  very definition of purity  in the  ethno-linguistic sense  does  not make much sense, particularly  when  we  address  the  specific  features  of  Tyrolean  history.  In  this  context  it  is  useful  to remember that in the Alpine region of Europe, the so-called “two sisters” Switzerland and Tirol are the two Euregiones(transnational  cross-border  regions)  with  a  common  heritage  and  tetralingual  background.  (…)

Die Lösung eines europäischen Minderheitenkonflikts: Giulio Andreotti, Italien und die Südtirol-Streitbeilegung vor der UNO 1989-1992 1 22. Mai 2017 Zum Referenten Luciano Monzali studierte Politische Wissenschaften an der Universität Bologna und schloss 1990 sein Studium mit einer Arbeit zum Antisemitismus im französischen Na-tionalismus 1885-1914 ab. Er promovierte im Bereich der Geschichte der internationa

Abstract in Deutsch  + English:
Die italienische Verfassung ist von einem großen demokratischen und sozialen Auftrag beseelt. Der Staatsaufbau allerdings ist zentralistisch. Es sind Regionen vorgesehen. Diese hatten aber wenige Zuständigkeiten. Eine Sonderrolle nehmen die fünf Regionen mit Sonderstatut ein. Sie verfügen über weitreichende Autonomien. Sie sind Ausnahmen vom System und müssen um ihren Wirkungsbereich kämpfen. Besonders lange dauerte das Ringen um die Autonomie in Südtirol.
Seit Beginn der 90er Jahre bemüht sich Italien um mehr Föderalismus. Im Jahre 2001 gelang eine Verfassungsreform. Diese projiziert die Besserstellungen auch in die Sonderstatute. Der Verfassungsgerichtshof  nimmt mit seinen Auslegungen eine eher zentralistische Haltung ein. Trotzdem hat die neue Verfassung für die Autonomien wesentliche Erweiterungen gebracht. In  den schwierigen Verhandlungen um die Südtiroler Autonomie konnte vieles davon nicht erreicht werden. Italien ist zwar noch weit davon entfernt, ein Bundesstaat zu sein, hat aber einen wichtigen Schritt in diese Richtung gesetzt. Damit hat der föderalistische Ansatz, der sich in Italien durchsetzen konnte, auch die Autonomie der Sonderregionen und die Autonomie Südtirols und des Trentino wesentlich erweitert.---------------------------------------------------

Summary:
The Italian Constitution has been inspired by a great democratic and social challenge. The structure of the state is centralized. There exist regions but their competences have always been poor in the past. The five special regions with a autonomous statute play a special role -  they enjoy  far-reaching autonomies. They are exceptions in this system and have to struggle for their authority.  South Tyrol in particular had to fight a long time for its autonomy.
Since the early nineties Italy has worked hard on its system to improve the role of the regions. In 2001 the parliament succeeded in creating a constitutional reform. Its improvements are projected directly onto the special statutes. The constitutional court takes up a rather centralized standpoint. Nevertheless, the new constitution has increased the autonomies in Italy. A lot of that has, however, not been achieved in South Tyrol's long-lasting struggle for autonomy. Italy is still a long way from being a federal state, but it has taken an important step in that direction. The beginnings of federalism in Italy have also improved the autonomy of the special regions and the autonomy of South Tyrol and Trentino. ------------------------------------
Italiano:
La Costituzione Italiana nell’enunciazione delle libertà fondamentali, dei diritti e doveri dei cittadini, nei rapporti etici - sociali, economici e politici e nella partecipazione agli organi istituzionali è ispirata da una grande missione democratica e sociale. Al contrario invece l’assetto istituzionale dello Stato come previsto dai Padri Costituenti nel 1948 aveva e ha bisogno di una modernizzazione per tenere il passo con gli Stati più avanzati. L’assetto era fortemente centralistico. Erano bensì previste le Regioni, però con poche attribuzioni e per lungo tempo non furono attuate.  Una posizione particolare rivestono le cinque Regioni a statuto speciale. Esse dispongono di un’ampia autonomia, ma rappresentano comunque un’eccezione all’interno del sistema e si trovano pertanto in una permanente situazione di conflitto con lo Stato centrale per la conservazione delle proprie competenze. Nel caso dell’Alto Adige/Südtirol questo conflitto è durato particolarmente a lungo.
Dall’inizio degli anni 80 l’Italia sta compiendo considerevoli sforzi verso un assetto più moderno e più federale. Nel 2001 è stata approvata una riforma costituzionale che ha profondamente cambiato l’organizzazione dello Stato. Questa riforma ha avuto importanti riflessi anche per le Regioni a statuto speciale. Nonostante le sentenze restrittive della Corte Costituzionale, la riforma ha comportato notevoli estensioni per le Autonomie. Alle Regioni si sono così aggiunte parecchie competenze, delle quali molte sono nuove anche per quelle a Statuto Speciale che non erano state raggiunte nelle difficili trattative per l’autonomia dell’Alto Adige/Südtirol.
L’Italia è ancora molto lontana dall’essere uno stato federale, ma ha tuttavia compiuto un passo importante in questa direzione. L’approccio federale, che anche in Italia è riuscito ad imporsi, ha saputo estendere ed allargare in maniera determinante l’autonomia delle Regioni a statuto speciale e quella del Trentino-Alto Adige/Südtirol.--------------------------------

Vorwort:
Die Herausforderung ist hochaktuell: Aufgrund ihrer Geschichte und ihrer besonderen kulturellen und politischen Lage, haben die fünf Sonderregionen Italiens weitgehende Autonomien erreichen können, die aber in Kontrast zum zentralistischen Staatsaufbau Italiens stehen. Besonders lange dauerte das Ringen Südtirols um eine Autonomie, das 1948 begann und erst 1992 mit einer Streitbeilegung Österreichs vor der UNO seinen Abschluss fand. Die Autonomien sind Ausnahmen von der Regel und entsprechend begrenzt. Seit Beginn der 90er Jahre hat in Italien eine Föderalismusdiskussion eingesetzt, die ihren Niederschlag in einer Verfassungsreform im Jahre 2001 erfahren hat. Diese Verfassungsreform, die sich zwar auf die Regionen und Lokalkörperschaften beschränkt, hat aber trotzdem umwälzende Neuerungen und Erweiterungen der Zuständigkeiten für alle Regionen Italiens gebracht. Sie stellt einen wichtigen Schritt zu mehr Föderalismus dar.
Die Sonderstatute der fünf Regionen sind auf dem Papier noch gleich geblieben. Auf sie wirkt nun unmittelbar eine entscheidende Bestimmung der Verfassungsreform ein: Die weitergehenden Formen an Autonomie werden auch auf die Sonderautonomien direkt angewandt. Somit besteht in vielen Bereichen ein Gegensatz zwischen dem formalen Wortlaut der Autonomiestatute und der neuen Verfassung.
Die Herausforderung dieser Arbeit ist es nun, die Neuerungen der Reform in die Statute zu projizieren und deren weittragenden Auswirkungen auszuleuchten. Faszinierend wird die Untersuchung auch deshalb, weil die neue Verfassung Italiens eine Generalklausel zugunsten der Regionen gebracht hat, die die Residualzuständigkeiten, statt wie bisher dem Staat, in Zukunft den Regionen vorbehält. Das erfordert eine analytische Gegenüberstellung der verschiedenen Sachbereiche ausschließlicher, konkurrierender und verbleibender Zuständigkeiten der Regionen und des Staates. Das Herzstück der Untersuchung besteht darin, die Auswirkungen der Verfassungsreform auf die Autonomie Südtirols und des Trentino zu fokalisieren, die sich von den anderen Regionen erheblich unterscheidet. Das Ergebnis dieser Untersuchung kann auch eine Grundlage für die Überarbeitung der entsprechenden Sonderstatute darstellen.

Der Autor lässt am Leben und Wirken von Hans Richard Klecatsky, Verfassungsgelehrter, Universitätsprofessor und Justizminister Österreichs, Recht und Politik Revue passieren: den Nationalsozialismus, den 2. Weltkrieg, die Spannungen, das Südtirol Paket und die Autonomie, die Verfassungsdiskussion in Österreich, die Gefährdung der Verfassung und der Neutralität durch die EU.
L’autore approfondisce importanti questioni costituzionali e politiche seguendo la vita e l’impegno di Hans Richard Klecatsky, studioso costituzionale, professore universitario e ministro della giustizia: il nazismo, la seconda guerra mondiale, le tensioni, il Pacchetto e l’autonomia dell'Alto Adige, il dibattito costituzionale in Austria, la minaccia alla Costituzione e alla neutralità dell’Austria derivante dall’adesione all’Unione Europea.
The author examines important constitutional issues and political questions following the commitment of Hans Richard Klecatsky, constitutional scholar, university professor and minister of justice: Nazism, the Second World War, the tensions, the Package and the autonomy of South Tyrol, the constitutional debate in Austria, the threat to the Constitution and to the neutrality of Austria stemming from the accession to the European Union.
Keywords
Klecatsky, Nationalsozialismus, Südtirol Paket, Autonomie, Verfassungsdiskussion in Österreich, Verfassungsverletzung, Neutralität, Europäische Union
Klecatsky, nazismo, tensioni, Pacchetto, autonomia dell'Alto Adige, dibattito costituzionale, Austria, vulnerabilità della Costituzione, minaccia alla neutralità, Unione Europea

The South Tyrolean border between Austria and Italy has experienced social conflict since the nineteenth century when the area was under Habsburg rule. After the First World War, when portions of Austria were redistributed to northern Italy, efforts were made by Mussolini’s government to Italianize the province to eradicate the German language from the public sphere. As a result, catacomb schools were established in German-speaking farms and kitchens in rural parts of the province in order to maintain South Tyrolean German-speaking culture, language and identity despite Fascist attempts towards the contrary.
In 1972 the Second Autonomy statutes were created which allowed German- and Italian-speaking students to attend linguistically segregated ‘separate but equal’ school systems. The objective was to maintain the ‘purity’ of the German language, while also providing minority protection to German-speaking students in response to the Italian state.
While attempts have been made by some educators to encourage the use of High (or ‘good’) German and Italian in schools to improve students’ job prospects, monolingual education, alongside students’ use of German dialect (or ‘bad’ German), has inhibited German-speaking students from becoming multilingual. Additionally, German-speaking students’ responses to being ‘forced’ to learn the Italian state language has resulted in mixed student (and political) reactions to second language learning, especially from those wanting to preserve their local identity. With the German dialect revival and Re-Germanization movement manifesting themselves in social media and the public sphere, questions have arisen over how to deal with German-speaking students’ reluctance to learn High German and Italian while living as an Italian citizen. 
In this paper I explore existing debates in social anthropology regarding nationalism and its role on language identity and education while simultaneously examining second language acquisition theory in order to provide an alternative approach to second language learning issues in society.

At the age of 22, in 1972, Oskar Peterlini was elected as secretary and, later, as chairmen of the youth’s movement of the South Tyrolean Volkspartei (SVP). In the 1970s, together with Hans Benedikter, he built up the SVP youth in all the villages and towns of South Tyrol. Elected in 1978 as the youngest deputy in the provincial and regional Parliament of Trentino South-Tyrol, his commitment was mainly to promote youth and the family. For the first time, he succeeded in enforcing a law for the promotion of youth, for the voluntary and free youth work, as well as to create youth centers.  He also contributed to provide a Family package law for the protection of mothers and the support of families. From 1978 to 1988 he was also parliamentary speaker of the SVP in the Regional Parliament, and from 1988 to 1998 he served as his President and alternating as Vice-president. In 1998, after 20 years, he left the regional Parliament at the age of 48, voluntarily and with conviction.
In the Nineties he created an innovative complementary pension system, based on the three pillar social security for the Trentino South-Tyrol. He led this PensPlan group, pension funds, a joint-stock Company and an investment Company, as their CEO till 2001.
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In order to ease the gathering of legal and economic data and researches regarding the considered tools, cooperation has been established with the University of Tübingen -School of Law, where he was visiting scholar, and the Chamber of Commerce in Trento.

Rosini, M. (ital. Fassung) / Peterlini, O. (Übersetzung und Bearbeitung der deutschen Fassung) (2019): Europa delle Regioni, Attuazione del diritto UE ed Euregio / Europa der Regionen, Anwendung des EU-Rechtes und Euregio, 3 Teile: 1.Attuazione del diritto UE in Italia / Umsetzung des EU-Rechts in Italien, 2.Le regioni italiane e l’UE / Die italienischen Regionen und die EU, 3.Cooperazione transfrontaliera e GECT / Grenzüberschreitende  Zusammenarbeit und EVTZ, Freie Universität Bozen, Vorlesungen (PowerPoint).

Sessione II – Architetture dell'accoglienza e morfologie urbane.
Giovanni Dellantonio (Soprintendenza per i beni culturali, Provincia autonoma di Trento):
Architettura, decorazione, arredi: uno sguardo sui grandi alberghi in Trentino e Tirolo fra Otto e Novecento