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Quella appena trascorsa è stata una settimana sofferta per la Silicon Valley. Da Newsweek a TechCrunch fino al Washington Post diversi esponenti del mondo dell’innovazione in questi giorni hanno infatti rimesso in discussione la centralità e la rilevanza della Silicon Valley. Per chi se lo fosse perso, Scott Alexander ne ha parlato ampiamente qui, riportando un po’ tutte le posizioni in gioco. 

Tutto nasce dalla notizia del finanziamento di circa $120M a Juicero, startup impegnata a realizzare una nuova generazione di dispositivi di spremitura a freddo di frutta e verdura, immancabilmente connessi al Wi-Fi ed equipaggiati di lettore QRCode, il tutto corredato di consegna a domicilio dei “produce pack”. Dai 5 agli 8 dollari il costo delle singole bustine, 400 dollari il prezzo del macchinario. Un bell’investimento per una sana e fresca spremuta a domicilio. Peccato che Bloomberg, durante un test, abbia dimostrato di poter ottenere lo stesso quantitativo di bevanda semplicemente “strizzando” le bustine con la mani. 

E il resto della storia è facilmente immaginabile. 

I commenti scaturiti sono stati sferzanti (il titolo del Washington Post non a caso recita “Juicero shows what’s wrong with Silicon Valley thinking”) e c’è chi addirittura ha ripreso a chiamare la Bay Area la “Silly-Con Valley”, espressione che dice già tutto sulla sua capacità di creare innovazioni realmente rilevanti. 

Sullo stesso tema si è espresso anche un Venture Capitalist europeo di Creandum, Carl Fritjofsson, segnalando che, se fino a poco tempo fa la Silicon Valley era considerata la Hollywood della tecnologia (“If you’re an actor, you go to Hollywood. If you’re in tech, you go to Silicon Valley”), oggi ci sono tanti hotspot rilevanti in altre parti dal mondo, dall’Europa a Israele fino alla Cina, dove si stanno affermando role model di innovatori che hanno trovato il successo al di fuori della Bay Area.

Si comincia quindi a porre sul piatto l’eventualità di una “ridistribuzione della centralità”: lo stesso Carl Fritjofsson sostiene che “Silicon Valley has peaked”, ovvero “sta scollinando”.

Nella realtà dei fatti, tuttavia, la Silicon Valley, per quanto possa aver già toccato l’apice, continua a restare sempre un passo avanti rispetto a tutti gli altri hub del mondo. La distanza tra la vetta Silicon Valley e le altre cime resta siderale. Per una serie di ragioni: 

se anche è vero che la Silicon Valley finanzi talvolta innovazioni che non cambiano la storia del mondo, tuttavia è lì che si continua a investire in alcune innovazioni che hanno (e stanno continuando) a cambiare il mondo

il mercato M&A, grande motore che muove tutto la ruota degli investimenti in startup, in SV è di un’altra categoria: il rapporto tra acquisizioni in Silicon Valley e acquisizioni in Europa è di 5:1, come abbiamo riportato nella nostra ricerca condotta con CrunchBase lo scorso settembre che stiamo aggiornando proprio in questo periodo.

E questo ultimo punto dice tanto se non tutto. Perché si sa: nello startup game “no exit, no party”. 


Il BTW di Alberto Onetti
Commenti su startup, innovation, scaleup, entrepreneurship dal Chairman di Mind the Bridge.

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