Categoria "Cile"

Abbiamo parlato spesso su questo blog di Startup Chile come uno degli esempi “disruptive” di come promuovere lo sviluppo imprenditoriale di un paese in maniera semplice ed efficace: $40K ai fondatori piu’ interessanti nel mondo, per passare 6 mesi in Chile. Punto.
Grazie a questo blog, abbiamo scoperto che anche una startup italiana sta vivendo l’esperienza di Startup Chile oggi.

Ne parliamo con Claudio Carnino e Nicoletta Donadio, co-founders di Challengein (qui in un video raccontando come la scalata verso il successo sta procedendo)

Claudio, come nasce Challengein?

Challengein nasce nei primi mesi del 2011, dopo un progetto di startup fallito (HiNii.com) volevamo incanalare lʼesperienza acquisita e la nostra carica in un nuovo progetto. Ci siamo iscritti a vari incubatori americani e in due siamo arrivati alla fase finale di selezione, con il primo non abbiamo avuto successo, ma il secondo ci aveva selezionato.

Purtroppo però dei problemi burocratici ci hanno bloccato (legge antiimmigrazione USA). Siamo però venuti a conoscenza di StartupChile, ed abbiamo deciso di partecipare.

Come sta andando?

La nostra avventura in Cile inizia a metà luglio. Appena arrivati ci hanno assegnato un “padrino”, la figura di riferimento per qualsiasi problema legato alvivere in Cile. Ogni padrino è un imprenditore locale o comunque una figura vicina al nostro tipo di attività che collabora con StartupChile per favorire lʼimprenditorialità sul territorio.

Dopo esserci sistemati nellʼappartamento al diciassettesimo piano con vista panoramica sulle Ande abbiamo iniziato seriamente a lavorare e in tre settimane abbiamo stravolto, rivoluzionato il nostro prodotto grazie al contatto con tantissimi imprenditori da tutto il mondo. Eʼ proprio in questo momento che abbiamo capito la forza di StartupChile, poter condividere esperienze, chiedere e dare aiuto ad altri imprenditori.
Challengein prima era una piattaforma di gioco per iPhone dove gli utenti potevano creare il loro gioco personalizzato, ora è diventato uno strumento B2B per permettere ai brand di creare il proprio gioco personalizzato per una campagna marketing o il lancio di un prodotto.

In questo mese abbiamo avuto la fortuna e il privilegio di conoscere persone di spicco come Emil Wang, imprenditore affermato nella Bay area e professore dello “Stanford research institute”, Vivek Wadhwa, impreditore, ricercatore presso lʼHarvard University e giornalista del “Washington Post”, “NY Times” e la testata web
“Techcrunch” ed infine Craig Barrett, ex CEO di Intel ed oggi chairman.
La cosa più sorprendente di queste persone è che non fanno pesare il loro “essere famosi” ma anzi sono contenti di dare consigli ed introdurci a contatti.
Vivek è stato, ad esempio, così contento di come stava proseguendo StartupChile che ci ha offerto a tutti pizza a pranzo e per tre giorni dolci e frutta durante il lavoro…fantastico!

Oltre ovviamente a parlare con tutti noi dei progetti a cui stiamo lavorando il team di Startup Chile organizza settimanalmente meetup dove noi imprenditori stranieri parliamo con quelli locali, barbecue, giornate in montagna/mare e incontri per approfondire argomenti tecnici. Inoltre veniamo invitati settimanalmente a parlare in
varie università in tutto il Cile.

Startup Chile è un programma che tantissimi governi dovrebbero considerare, perchè è una via economica ed effettiva per incentivare lʼimprenditorialità e lʼinnovazione.
E soprattutto noi Italiani, che abbiamo molte più risorse, non dovremmo lasciarci sfuggire una lezione come questa.

Complimenti, teneteci aggiornati e auguri per la vostra scalata!

Il Cile e’ il paese piu’ europeo del Sud America economicamente e politicamente parlando.
Stabile, con livelli di crescita, alfabetizzazione e standard di vita tipici di un paese europeo.
Nelle mie soventi visite in America Latina lo noto spesso.
Santiago, la sua capitale, potrebbe tranquillamente essere in una regione della Spagna. Non porta certo le cicatrici di una megalopoli sudamericana come Caracas o Citta’ del Messico ma, al tempo stesso, manca dell’energia e internazionalita’ di Buenos Aires o del boom economico di San Paolo.

Il problema maggiore del Cile e’ e rimane  l’essere cosi remoto e comunque “esotico”.

Ed e’ cosi’ che nel 2010, a cavallo tra la Silicon Valley e Santiago, viene lanciato il progetto Startup Chile.
Nelle parole di J.A. Fontaine, il ministro per l’innovazione (!):
“Invece di cambiare il mondo con una rivoluzione possiamo cambiarlo attraverso #innovazione”

(Hash tag?? Un ministro??)

Scopo? Convertire il Chile nel hub dell’innovazione e imprenditorialeta’ dell’America Latina.

Come funziona?
Nel modo più’ semplice possibile.

Utilizzando una formula che nel mondo dei Venture Capital esiste da sempre. EiR “entrepreneur in residence”, ovvero: sei un imprenditore seriale in cerca della “next big thing”? Vieni da noi a fare maturare le tue idee creative.
Si chiama “cross-pollination”. Talento richiama talento e crea l’humus per l’innovazione.

Questo e’ Startup Chile.
Un comitato di selezione invita i “founders” con un curriculum piu’ interessante a livello internazionale per stare 6 mesi in Chile a fare “bootstrapping” della prossima startup.

In cambio di cosa? $40K in rimborsi spese del founder (nota non della societa’) e “ovviamente” uffici, supporto e una rete di “facilitatori”.
E il plus di provare un “Bootstrapping abroad”.

Costo? Nel 2010, con 23 founders invitati da ogni angolo del mondo, sono stati spesi 23 X $40K= $920K (nel 2011 le startup attese sono 300).
~600K euro, comparabile al costo di organizzazione di un paio delle centinaia di convegni sull'”innovazione” che si organizzano in Italia.
Meno di una goccia nel mare di fondi dispersi nel nostro paese per i progetti a pioggia di “sviluppo” (di solito sinonimo di supporto ad attività non più competitive).

Questo insegna Startup Chile.
Il contenitore e’ irrilevante. Quello che conta e’ il contenuto.
Eppure sembra che la miriade di incubatori che continuano a nascere inItalia non lo abbiamo capito. Sono ancora concentrati ad affittare metrature di uffici.

Il vero valore aggiunto per chi ha l’ambizione di creare un ecosistema imprenditoriale  e’ riuscire ad attrarre i talenti. I migliori del mondo.
E’ questa in fondo la vera definizione della Silicon Valley. Un incubatore lungo 100 km capace di attrarre i talenti migliori del mondo. Punto.

Ha successo il modello cileno? Presto per dirlo, ma e’ indubbio che fa parlare di sè.
Tutto il mondo (degli innovatori) lo guarda con interesse. E questo, di per se’, e’ già un successo.

Non c’e’ dubbio, Il 2011 sara’ ricordato come lo Startup Year, l’anno delle Startup.
E dopo Startup Chile e il lancio di Obama di Startup America  non poteva mancare Startup Italia!
E’ così e’ stato. Lo scorso 4 di luglio si e’ tenuto a Milano il primo Startup Italia, convenio sponsorizzato dal PD  e ideato dall’onorevole Alessia Mosca proprio per dibattere sul modello migliore che si possa applicare in Italia:
(più’ info qui, qui e qui)

Mosca, Luna, Abirascid, Mariani, Melandri, Dettori, tra i partecipanti al dibattito. Come a dire, gli ingredienti ci sono.
Ora sarebbe bello vedere l’implementazione della nostra versione di Startup Chile. E che sia innovatrice, semplice e audace.