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La matematica delle startup è abbastanza semplice. Si fonda su due assiomi:

  1. Qualunque azienda esistente, grande o media o piccola, leader o meno, domani non starà in piedi con il business e i margini con cui campa oggi.
  2. Le sacche di marginalità delle imprese esistenti saranno saccheggiate dalle startup. Queste ultime sono i nuovi barbari, i portatori di “disruption”.

 

A valle di questi due assiomi, due principi di comportamento:

  1. Se sei una azienda, grande o media o piccola, leader o meno, pensa a cambiare e a innovare, prima che sia troppo tardi. Non necessariamente facile, ma rimandare o ignorare il problema è la ricetta per scomparire.
  2. Se sei una startup, vai all’attacco, anche se statisticamente è altamente improbabile che possa tu essere il “disruptor”: di 100 startup avviate, 85 circa muoiono in fase seed o early; di quelle che trovano capitali, un buon 60% non va da nessuna parte; si contano sulle dita di una mano quelle che riescono a raggiungere risultati rilevanti (e per quelle di norma non girano un film).

 


 

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