Neogótico

In this article we analyze the parish crosses of the silversmith Ricardo Martínez (1859-1927), who worked in Compostela in the transit of the nineteenth to the twen- tieth century. In its extensive catalogue stands out the series of neo-Gothic crosses clearly influenced by the magnificent parish cross of San Fiz, from the early sixteenth century, which set the tone for its later model so characteristic that it eclectically com- bines elements of different historical styles.

El conjunto escultórico presenta un trazado curvo que abraza a un enorme "ciprés de los pantanos" (un taxodio), haciéndolo formar parte del monumento. En esencia, consta de un banco con respaldo de planta octogonal sobre una pequeña grada circular donde se eleva un alto pedestal adornado con coronas de laurel y guirnaldas en relieve, y en cuya parte superior se asienta el busto del poeta.

A menuclo se ha venido insistienclo en la tardía adscripción española al movimiento europeo de recuperación cle los estiios arquitectónicos medievales en sustitución del código clasicista imperantc durante siglos' Eñ efecto. no es iino tras l¿r Restauración alfonsina. ccln la más favorable situación de la lglesia católica en la sociedacl española y la formación de una clase burguesa acomodada y conservadora. cu¿rndo se produce entre nosotros una aúténtica eclosión cle edificaciones de carírcter medievalizante -especialmente de signo gótico y mudéjarque habría de prolongarse hasta bien entrado el presente siglo.

Il contributo prende le mosse da un dato apparentemente scontato, cioè che il trecentesco Palazzo Chiaromonte, matrice della letteratura artistica novecentesca per definire l’architettura del XIV secolo, avesse sempre goduto di una significativa rinomanza.
Si è voluto invece dimostrare che, fino ai restauri del soffitto chiaromontano alla fine del XIX secolo, in realtà l’edificio fosse considerato poco rappresentativo anche e soprattutto come modello di architettura indigena.
Si sono prese in esame le fonti principali, alcuni resoconti dei viaggiatori del Grand Tour e soprattutto si sono passati in rassegna gli esemplari di architettura neomedievalista ottocentesca in Sicilia che rimandassero al quel prototipo, mostrando, per la prima volta, come i casi fossero assai rari e più che altro legati a motivazioni contingenti.
Nel corso della prima parte del Novecento, al contrario, si assiste innanzitutto alla riscoperta del soffitto ligneo dipinto, proprio a causa dei restauri, mentre fino ad allora era sostanzialmente ignorato, i quali interventi di recupero aprono un crescente interesse nei confronti del manufatti e che vedono il coinvolgimento di Arrigo Boito, Adolfo Venturi, Giulio Ulisse Arata, Enrico Mauceri e la menzione dell’edificio su riviste nazionali come “Emporium”.
Ciononostante, si è voluto dimostrare come la visione del tetto dipinto presso la committenza aristocratica palermitana non avesse aperto alla fortuna delle scene cortesi, se non superficialmente, mantenendo, invece, un approccio già riscontrato nella prima parte dell’Ottocento, e messo in evidenza da Bologna, prevalentemente nel considerarlo un mero repertorio nobiliare.
In tale direzione vanno alcuni degli esempi neogotici novecenteschi che ricalcano, in un caso, esplicitamente anche i motivi decorativi di quel soffitto, confermando un’influenza diretta dell’opera in senso conservatrice e autorappresentativa della nobiltà isolana.

Il testo, frutto dell’intervento tenuto su invito al British Museum nel 2016, passa in rassegna le principali architetture neogotiche della prima metà del XIX a Palermo proponendo una lettura originale in ragione delle questioni storico-politiche-istituzionali che a quell’epoca attraversavano la Sicilia e la corona dei Borbone, all’interno del gusto internazionale e dell’interesse mostrato dai viaggiatori del Grand Tour.
Prendendo le mosse dai “restauri” della Cattedrale di Palermo e dal progetto per il rivestimento in stile della cupola appena edificata, tra i primi esemplari neomedievalisti in Italia, si propone una lettura “politica” di tali manifestazioni che vedono da un lato la committenza dei Borbone, bisognosi di immagini che consolidassero la legittimità del proprio dominio sul Regnum Siciliae, dall’altro l’aristocrazia locale che guardava, all’opposto, al felice regno normanno-federiciano-aragonese, in continuità, come epoca di emancipazione dall’oppressione napoletana. Il risultato è una produzione di grande interesse cronologicamente al passo con gli esempi analoghi continentali.

El Templo Expiatorio de Guadalajara, México (1897-1972) es un símbolo de la segunda ciudad más poblada –y la más religiosa– del país. Su construcción ecléctica, obra de diferentes autores, es resultado directo de procesos políticos y culturales convulsos que, a su vez, han actuado como un puente ideológico nacional único. El templo es un símbolo de la transformación de un ideal religioso en una apropiación cívica; ha sido punto de contacto y de “cruce” convirtiéndose en un lugar de contacto social, interacción y aprovechamiento del espacio público. Su función como puente, surge de condiciones que van desde el planteamiento de una construcción monumental como justificación ideológica religiosa, hasta su papel de hito urbano, lugar de encuentro y parte de la memoria histórica de la ciudad. Hoy, este espacio es un catalizador de lo antiguo y lo moderno, elevándose como una Summa Mexicana, inseparable por su misma condición, de la evolución de la ciudad y sus habitantes.

El relato de casas encantadas aparece de forma recurrente en las narrativas fantástica y de terror. Se cimienta sobre la idea de la intrusión y la lucha por el espacio entre dos antagonistas: los habitantes de la casa y un ente fantasmagórico. La historia de terror que subyace en la compleja novela de Mark Z. Danielewski, House of Leaves (2000), da una vuelta de tuerca a este planteamiento clásico, eliminando al fantasma y modelando la casa como el auténtico ente generador del miedo. En este estudio, pretendo justificar por qué House of Leaves es una novela fantástica de terror, así como realizar un análisis de los recursos a partir de los cuales se logra recrear esa atmósfera opresiva y sobrecogedora, mediante el enfrentamiento de los personajes y, por ende del lector, a un espacio vacío surgido en el seno de la casa, el cual desafía cualquier lógica.

Il volume affronta ad ampio raggio il tema del revival gotico a Palermo, dall’architettura alle arti decorative nel XIX secolo, comprendendo i primi trent’anni del Novecento, e puntando a coglierne in particolar modo gli aspetti di gusto, legati alla committenza e al contesto sociale e culturale della realtà siciliana.
Nel testo sono avanzate alcune ipotesi relativamente alle ragioni della committenza, suddividendo i primi due capitoli tra fase preunitaria e postunitaria. Nella prima fase la diffusione di restauri e nuove edificazioni è spiegata con la propaganda dei sovrani per sostenere la corona e, contemporaneamente, in ragione dei sommovimenti autonomisti di opposta natura, per il periodo successivo all’unificazione si rimanda alle dinamiche connesse con la costruzione di un’identità siciliana all’interno della compagine nazionale. Contestualmente sono posti in evidenza i nuovi scenari sociali ed economici che vedono una rapida fluidificazione tra la classe aristocratica post feudale e borghesia industriale e le modalità di reazione della prima per affermare il valore della storia legato al proprio nome, o dello stesso connesso alla storia fondativa del Regnum Siciliae.
La ragione politica per giustificare la gran quantità di episodi architettonici nella ex capitale del regno nella prima metà del secolo si accompagna ad una lettura sociale che comprende anche la famiglia Florio, centrale per l’economia cittadina del XIX secolo. Ci si sofferma sul confronto tra alcuni episodi topici (come Palazzo Forcella-Baucina e villa Pietratagliata), singolarmente approfonditi, senza perdere di vista, però, il panorama generale nazionale e internazionale che accompagna e verisimilmente nutre le istanze alla base di quei cantieri.
Si aggiunge un’ulteriore inedita ipotesi per interpretare la vastità dello specifico fenomeno siciliano in favore della delineazione di un’identità comune, ovvero il Vespro siciliano e le celebrazioni per il sesto centenario del 1882. Il Vespro, infatti, dalla sua ricostruzione storica ad opera di Michele Amari, permane come costante ideologica sia nella prima che nella seconda metà del secolo.
La serrata contestualizzazione nazionale e internazionale delle opere proposte all’attenzione del lettore, accompagna anche una singolare figura di intellettuale, conoscitore, collezionista e produttore di mobili, Andrea Onufrio, i cui arredi in “stile neonormanno”, caratterizzati dai ricchi inserti in osso, si distinguono nel panorama nazionale e, in effetti, sono la sintesi dei dibattiti storici, economici e di gusto certamente non solo siciliani, ma profondamente connessi al territorio e al tema del Regno di Sicilia e alle celebrazioni per l’anniversario del Vespro. L’interessante materiale documentario, per la maggior parte inedito, reperito nel fondo della Biblioteca Comunale di Palermo, viene ordinato e collegato alle opere note, rivelandone altre, ancora non conosciute, ritrovando all’interno del mercato nazionale ed internazionale manufatti che si ritenevano perduti e attribuendo opere inedite all’abile mano dell’ebanista palermitano. La ricerca d’archivio, su fondi pubblici e privati, offre una grande quantità di novità e spunti che non sono mai fini a se stessi, ma arricchiscono e sostanziano i ragionamenti sulla documentazione già conosciuta, consentendo di aggiungere un importante tassello al panorama degli studi trattato.

At the end of the fifteenth century, Isabella of Castile and Ferdinando of
Aragon sent to the Holy See ambassadors, clergymen and intellectuals with the goal to mediate with the Pope. Bernardino López de Carvajal was one of the most enigmatic figures. He became the main political actor in Rome, and a link between various intellectual circles – Romans and Hispanics. Humanists, in fact, aspired to create a new image of the Spanish monarchy and its glorious past. A patronage that allowed the flow of political messages and instances of prophetic nature, together with the knowledge of other worlds.

Architectural atlas of Zagreb contains overview of the history of Zagreb architecture and 900 entries on buildings from all parts of the city.
The buildings are grouped according to Zagreb’s neighborhoods: Upper Town, Kaptol, Lower Town - Centre, Lower Town - West, Lower Town - East, Savska street, Vukovarska street and Slavonska avenue, New Zagreb, etc. Each of these neighborhoods has been split into streets, and the buildings are organized according to their official street number. Along with each city area, a map showing the locations of all the marked buildings mentioned in the atlas is also attached.
The buildings in this atlas have been selected primarily according to their importance to the history of Zagreb’s architecture, while also bearing in mind their interest to the average visitor to Zagreb. The city center (Lower Town, Upper Town, and Kaptol) has been covered in most detail.

L'attuale aspetto del tempio abbaziale di Nonantola, intitolato a San Silvestro Papa, è per ampia parte prodotto dei restauri di primo Novecento, che pur nella loro arbitrarietà, hanno saputo "interpretare" e restituire la suggestiva presenza romanica dell'edificio.  Nel 1890 il cattivo stato conservativo dell'edificio impose una ristrutturazione, che partì demolendo le volte quattrocentesche e le superfetazioni dei secoli successivi. Fu Arsenio Crespellani la prima delle personalità della cultura storico-artistica modenese a dare un contributo cognitivo al "recupero" del tempio, con un metodo di approccio e di rilevamento, con il noto fotografo Sorgato, simile a quello posto in atto per altri edifici religiosi dell'area modenese, come la pieve di Rubbiano presso Montefiorino, l'oratorio di S. Michele di Levizzano e la pieve di Denzano. L'odierna facies romanica della chiesa abbaziale è dovuta all'operato di mons. Ferdinando Manzini , già artefice dei "restauri" della Pieve di Trebbio; vi si intersecano la volontà di ricostruzione filologica, il restauro "in stile" e la cultura del revival neomedievale che ebbe in Alfonso Rubbiani uno dei suoi maggiori interpreti, con il coinvolgimento di una personalità come Camillo Boito.
Comunicazione tenuta nella Giornata di studi dedicata a mons. Francesco Gavioli (1909-1997), grande personalità della cultura non soltanto modenese: Archivista dell'Archivio Abbaziale di Nonantola, peritissimo collezionista, generoso donatore delle sue amate collezioni al Comune di Mirandola - la Raccolta Gavioliana - e fondatore di associazioni culturali e di studio tuttora assai vitali.

Este estudio aborda la relación de la platería con la arquitectura a través de la figura de Ricardo Martínez Costoya, a través de una serie inédita de bocetos que hemos hallado recientemente en el archivo personal del platero. Entre sus cuadernos apareció una gran cantidad de dibujos arquitectónicos que de- muestra su excelente manejo del estilo histórico, centrándose especialmente en la importancia que tuvo el Neogótico, para conseguir verdaderas microarquitecturas en plata.

Materialismo Storico, n° 1/2020 (vol. VIII) 221

Medievalismi siciliani. Il mito del Medioevo nel Risorgimento siciliano.

Nicolò Maggio (Università di Messina)

Abstract.
During the 19 th century an interesting and original phenomenon of political medievalism developed in Sicily. The Middle Ages, especially the Norman Age and the glorious moments of the island's history, were exploited and reworked by Bourbon policy to underline and legitimize Ferdinand I's hegemony over Sicily, creating a parallel between the Norman kingdom of Roger II and the Bourbon kingdom. At the same time the Norman myth is reworked and used by Sicilians to ask greater autonomy for the island and to get the freedom from the Bourbon yoke and subordination to Naples. Many intellectuals and historiographers participate in this political and cultural process. In architecture medie-valism is expressed in the Sicilian Neo Gothic, therefore in the re-evaluation of medieval artistic styles, which is based on the reworking of the Norman-Swabian age. Examples are the restoration of the Palermo Cathedral by Marvuglia and Palazzotto and the new constructions of palaces and private villas such as Villa Pignatelli Cortes, the Chinese Palazzina, Campofranco Palace, Domville and Donnafugata's castle. In these monumental works we can see the influence of exotism and the political message in the Sicilian architectural culture during the 19 th century and during the Risorgimento.

1. I Borbone e l'uso politico del Medioevo in Sicilia

La Sicilia riveste un ruolo chiave nel contesto delle lotte risorgimentali e nei progetti di unificazione nazionale. È nell'isola, vera e propria polveriera d'Ita-lia, che scoppiano le prime rivoluzioni e insurrezioni popolari del 1820, dirette contro il regime borbonico: da Palermo, l'ondata dei moti rivoluzionari dila-gherà presto a Napoli, Livorno, Milano, Venezia, Roma, per poi culminare in quelle "primavere" del 1848-preambolo all'unità d'Italia del 1861-che si porranno lo scopo dichiarato di abbattere i regimi assolutisti e i governi legit-timisti ripristinati dalla Restaurazione 1. In Sicilia, similmente a quanto avviene nelle altre regioni d'Italia, dal Pie-monte sabaudo allo Stato della Chiesa, dal Ducato di Toscana al Lombardo-Veneto austriaco, ha luogo un interessante e originale fenomeno di medieva-lismo politico. Nelle teorizzazioni dei riformatori costituzionalisti e dei filo-monarchici, nelle opere degli storiografi ed eruditi siciliani, nelle scelte della committenza artistica privata e nobiliare, il Medioevo viene infatti variamente ...
Prima parte.

Augustus Welby Northmore Pugin (1812-1852), el gran pionero en la revalorización del arte gótico durante el siglo XIX, es conocido fundamentalmente por su labor como teórico, crítico y arquitecto, y en menor medida su trabajo como diseñador de Artes Suntuarias, gran coleccionista y marchante de obras de arte medievales. Su figura, muy popular y valorada en el mundo anglosajón, es, sin embargo, casi desconocida en nuestro país. En el presente artículo pretendemos mostrar la figura de A. W. N. Pugin como diseñador de piezas de joyería, y en concreto el parure realizado para su tercera esposa, Jane Knill (1827-1909), siguiendo las anotaciones de sus cartas.

In questa comunicazione, che è contemporaneamente il frutto di una prima ricerca confluita nel libro Médiéval et militant e di indagini ancora in corso, si presentano alcune riflessioni riguardanti i modi con i quali alcuni paesi del sud Europa – segnatamente l'Italia, la Spagna e il Portogallo – entrano in relazione con il " Nord medievale " , quest'ultimo inteso in senso molto ampio. La forma è volutamente fluida, non ancora definita, e l'approccio è soprattutto politologico: un tipologia di analisi del medievalismo che appare oggi ben presente negli studi italiani (Carpegna), francesi (Blanc) e anglosassoni (Geary, Wood). Il rapporto tra Nord e Sud viene solitamente presentato come reciprocamente dialettico. La contrapposizione geografica è una semplificazione di relazioni culturali ben più articolate, che si fonda su luoghi comuni e ha una facile presa, perché si serve di messaggi propagandistici di immediata comprensibilità. Questi puntano solitamente a denunciare l'inimicizia congenita e l'incapacità di comunicare tra gli appartenenti alle due aree territoriali. La propaganda si trasforma poi in una realtà storica effettuale quando gli stereotipi si traducono in comportamenti e azioni politiche di reazione e contrasto. La contrapposizione funziona nei due sensi, come un disprezzo reciproco. Gli esempi di questa " invenzione del nemico " determinato geograficamente sono stati numerosi in ogni tempo e sono ben presenti anche nel mondo di oggi, potendosene ravvisare esempi tanto nella percezione degli attuali flussi migratori nel Mediterraneo (Sud disprezzato dal Nord), quanto nella fantasia del Trono di Spade (gli spaventosi abitanti delle terre oltre il muro mdi Westeros, all'estremo Nord).

Francisco Giordano, Il fianco neogotico della Mercanzia. Nuovi documenti sul completamento in stile, in: "il Carrobbio", ed. Pàtron, XXX, 2004, pp. 239-250.
Il saggio precisa ed approfondisce alla luce del ritrovamento di nuovi documenti quanto pubblicato in:  Aspetti del Neogotico a Bologna: il Foro dei Mercanti, in: "il Carrobbio", ed. L. Parma, XII, 1986.

O que foi a Idade Média? Temos acompanhado, nas últimas décadas, a forte contribuição das mídias na construção e na difusão de um imaginário sobre aquele período histórico que ressurge, predominantemente à parte de contextualização, em discursos, memes e revistas. Em um âmbito internacional, a imagem contemporaneamente criada do medievo aparece também em jogos, filmes, livros e séries de amplo consumo, imagem que se adere à cultura e passa a compor a memória histórica. Acompanhando tais manifestações do passado no tempo presente, pesquisas científicas e grupos de estudos vêm se dedicando cada vez mais a esse debate. O termo medievalismo, assim, pode ser definido como a Idade Média fora da Idade Média, construída a partir dos imaginários das sociedades moderna e contemporânea. Diante disso, esta coletânea, a cargo de historiadores de diversas instituições de ensino superior do Brasil e da Espanha, propõe discutir de forma crítica e aberta ao público extra-acadêmico acerca dos medievalismos e neomedievalismos, compreendendo suas formas, usos e propósitos político-culturais nas diversas partes do mundo nos últimos séculos.

En México, el estilo neogótico en arquitectura se desarrolló desde el último cuarto del siglo XIX y las primeras décadas del siglo XX extendiéndose por todo del país. En Jalisco, encontramos el mayor número de ejemplos, especialmente, religiosos. Hoy, éstos son muestra de un patrimonio cultural que se da a conocer a través de las páginas de este libro, el primero sobre esta temática que se publica en México.

Appel à communications :  L'association AMAL (Archives modernes de l'architecture lorraine), en partenariat avec la DRAC Grand Est, la région Grand Est, les collectivités territoriales et les universités de Lorraine, d'Alsace et de Champagne-Ardenne, prépare un colloque sur le thème du néogothique dans le Grand Est, qui se déroulera les 6, 7 et 8 octobre 2022 à Nancy (communications et visites de sites).

Des communications sur des comparaisons avec le Grand Est sont particulièrement attendues par le conseil scientifique (Allemagne, Nord de la France, Anjou...).

carte di tav. : ill.; 24 cm. (Centro Studi Antoniani; 67) L'attuale immagine così ''gotica'' del Duomo di Milano, con un'affermazione forse troppo perentoria, ma utile per entrare nelle questioni, si deve soprattutto agli interventi operati nel corso dell'Ottocento, privi di ogni rivendicazione patriottica o risorgimentale, ma fedeli a quel principio di coerenza al progetto ideato per successivi aggiustamenti dalla fine del Trecento. Una successione di scelte conformi al carattere definito fin dall'inizio dai cosiddetti ''antichi fondatori'', quest'ultimi sempre evocati ogniqualvolta dovevano essere prese importanti decisioni sul proseguimento dei lavori. La constatazione è in parte dovuta al fatto che, nel corso dell'Ottocento, il cantiere del Duomo risolve con notevole concretezza il problema della sua facciata: all'inizio del secolo con la definitiva edificazione 1 e alla fine dello stesso secolo con il desiderio di riformarla sulla base dell'esito di due concorsi internazionali. Quello della facciata è un tema che ha inevitabilmente segnato tutti i racconti e tenuto impegnata da sempre la storiografia, quasi oscurando tutte le altre questioni dibattute all'interno della cattedrale. Occorre così, almeno in questo breve contributo, tralasciare la trattazione di questo aspetto, se non per riassumere solo i fatti salienti e accennare alle questioni sottese, soprattutto perché gli opposti atteggiamenti che avviano queste due iniziative costituiscono il filo della narrazione che ci aiuta a comprendere le scelte relative agli altri interventi intrapresi nel corso dell'Ottocento. Abbreviazioni: AABMi: MILANO, ARCHIVIO DELL'ACCADEMIA DI BRERA. AdM: BALERNA, ARCHIVIO DEL MODERNO. ASMi: MILANO, ARCHIVIO DI STATO. AVFDMi: MILANO, ARCHIVIO DELLA VENERANDA FABBRICA DEL DUOMO. RSBMi: MILANO, RACCOLTA STAMPE A. BERTARELLI. 1 Cf. E il Duomo toccò il cielo. I disegni per il completamento della facciata e l'invenzione della guglia maggiore tra conformità gotica e razionalismo matematico .

The present paper aims to present the importance of the Late Gothic style in the construction of silver pieces in Compostela in the last decades of the nineteenth century. In order to accomplish that, we will revisit the foundation of the aesthetic taste based on the Gothic Revival, and the importance that this movement had in Galicia. We will present the main authors, pioneers of the historiography of the Galician art, and the foreign writers that, throughout their travel literature, demonstrated that the aesthetic spirit of the epoch longed the medieval past. Then, we will show a series of unpublished works of the best silversmith in Compostela in this context, Ricardo Martínez Costoya, character who embodies with his work the taste for the Gothic in silversmithing pieces, which were ordered by the most important clients of that epoch in Compostela. In those pieces, he used the Gothic building elements to create authentic silver architectures.

Dans cette communication, qui est en même temps le fruit d'une première recherche menée pour le livre Médiéval et militant et d'enquêtes encore en cours, on présente quelques réflexions concernant les modalités selon lesquelles quelques pays du Sud de l'Europe – particulièrement l'Italie, l'Espagne et le Portugal – entrent en relation avec le « Nord médiéval », ce dernier entendu dans un sens très large. La forme en est intentionnellement fluide, non encore définitive, et l'approche est surtout politologique.