L'ispirazione per il post di oggi mi è venuta dalla lettura interessantissima del glossario del libro di Vefa, in particolare, in accordo perfetto con la mia curiosità/golosità, dal capitolo sui formaggi, Vefa ci ricorda che "Secondo la mitologia greca, gli dei dell'olimpo mandarono Aristeo, figlio del dio Apollo, per insegnare le arti del fare il formaggio e dell'apicultura ai greci. Nessuno sa quando e come il primo formaggio fu preparato, ma probabilmente capitò per caso, magari in molti posti contemporaneamente, quando un pastore usò lo stomaco di un giovane agnello per trasportare del latte. Il primo resoconto di quest'arte casearia si trova nel IX libro dell'Odissea, quando, nella sua caverna, il ciclope crea del formaggio dal latte delle sue pecore. Ma anche prove più antiche sono state scoperte dagli archeologi in Tessalia, sia sulla terra ferma sia a Creta, che datano intorno al 3000 a.C. Attraverso la storia greca ci sono moltissimi riferimenti alla passione dei greci per il formaggio, dalle commedie di Aristofane ai moderni food writers e chef che non hanno mai smesso di cercare nuovi modi per utilizzare il formaggio greco."
Ma possiamo integrare questa piacevole digressione, aggiungendo che una leggenda narra che fu un mercante Arabo (la cultura e la cucina araba, come abbiamo più volte detto, sono all'origine della storia di moltissimi piatti) il primo che "creò" il formaggio, avendo deciso di portare con sé nell'attraversare il deserto, come pietanza, del latte contenuto in una bisaccia ricavata dallo stomaco di una pecora. Il caldo, gli enzimi ancora contenuti nello stomaco dell'animale e il costante movimento resero acido il latte, trasformandolo proprio in “formaggio”.
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Preparazione del formaggio ( XIV secolo) |
In epoche molto più recenti Aristotele ci spiega come ottenere il formaggio tramite il succo di fico, tradizione vivissima anche nel mondo Ebreo, mentre il celebre medico Ippocrate, vantava il formaggio come alimento importante per gli atleti, in quanto nutriente e sano... Muovendoci in avanti, dopo un veloce passaggio attraverso le notevoli capacità degli Etruschi, eccoci alla golosità dei romani (che ne prevedevano, ci racconta Virgilio, perfino una dose giornaliera per i legionari) e la loro capacità di creare eccellenti formaggi: non possiamo fare a meno di notare che “caseus” la parola latina per formaggio (cacio) è rimasto come base in molte lingue moderne: "cheese" in inglese, "kase" in tedesco, "kaas" in olandese, "queso" in spagnolo: questo chiarisce direi la grande capacità e la passione dei dominatori del mondo. Procedendo ancora nel tempo, eccoci nell'alto medioevo e, per quanto in un primo momento il formaggio non fosse considerato cibo adatto alle tavole della nobiltà, possiamo arrivare alla golosità del grande Carlo Magno e poi grazie alla grande abilità dei monaci, con la loro necessità di mangiare qualcosa di diverso dalla carne nei giorni e nei periodi di astinenza, fino alla sua rivalutazione nel Basso Medioevo.