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venerdì 29 giugno 2012

Salsa di yogurt e feta e salsa allo zafferano di Theo Kostoglou

Di Daniela

L'ispirazione per il post di oggi mi è venuta dalla lettura interessantissima del glossario del libro di Vefa, in particolare, in accordo perfetto con la mia curiosità/golosità, dal capitolo sui formaggi, Vefa ci ricorda che "Secondo la mitologia greca, gli dei dell'olimpo mandarono Aristeo, figlio del dio Apollo, per insegnare le arti del fare il formaggio e dell'apicultura ai greci. Nessuno sa quando e come il primo formaggio fu preparato, ma probabilmente capitò per caso, magari in molti posti contemporaneamente, quando un pastore usò lo stomaco di un giovane agnello per trasportare del latte. Il primo resoconto di quest'arte casearia si trova nel IX libro dell'Odissea, quando, nella sua caverna, il ciclope crea del formaggio dal latte delle sue pecore. Ma anche prove più antiche sono state scoperte dagli archeologi in Tessalia, sia sulla terra ferma sia a Creta, che datano intorno al 3000 a.C. Attraverso la storia greca ci sono moltissimi riferimenti alla passione dei greci per il formaggio, dalle commedie di Aristofane ai moderni food writers e chef che non hanno mai smesso di cercare nuovi modi per utilizzare il formaggio greco."
Ma possiamo integrare questa piacevole digressione, aggiungendo che  una leggenda narra che fu un mercante Arabo (la cultura e la cucina araba, come abbiamo più volte detto, sono all'origine della storia di moltissimi piatti) il primo che "creò" il formaggio, avendo deciso di portare con sé nell'attraversare il deserto, come pietanza, del latte contenuto in una bisaccia ricavata dallo stomaco di una pecora. Il caldo, gli enzimi ancora contenuti nello stomaco dell'animale e il costante movimento resero acido il latte, trasformandolo proprio in “formaggio”.
Preparazione del formaggio ( XIV secolo)
Possiamo aggiungere che la prima rappresentazione conosciuta è il "Fregio della Latteria", Sumero, databile intorno al III millennio a.C., che vedete in alto :  ma la storia della produzione del formaggio risale a tempi decisamente anteriori, visto che i primi dati certi sulla presenza di animali da latte allevati  da esseri umani , proprio in Mesopotamia e in generale nell'Asia centrale, risale a 10000 anni fa e che quindi la necessità di conservare la preziosa fonte di nutrimento del latte era già "stata risolta" dalla creazione del formaggio.
In epoche molto più recenti Aristotele ci spiega come ottenere il formaggio tramite il succo di fico, tradizione vivissima anche nel mondo Ebreo, mentre il celebre medico Ippocrate, vantava il formaggio come alimento importante per gli atleti, in quanto nutriente e sano... Muovendoci in avanti, dopo un veloce passaggio attraverso le notevoli capacità degli Etruschi, eccoci alla golosità dei romani (che ne prevedevano, ci racconta Virgilio, perfino una dose giornaliera per i legionari) e la loro capacità di creare eccellenti formaggi: non possiamo fare a meno di notare che “caseus” la parola latina per formaggio (cacio) è rimasto come base in molte lingue moderne:  "cheese" in inglese, "kase" in tedesco, "kaas" in olandese, "queso" in spagnolo: questo chiarisce direi la grande capacità e la passione dei dominatori del mondo. Procedendo ancora nel tempo, eccoci nell'alto medioevo e, per quanto in un primo momento il formaggio non fosse considerato cibo adatto alle tavole della nobiltà, possiamo arrivare alla golosità del grande Carlo Magno e poi grazie alla grande abilità dei monaci, con la loro necessità di mangiare qualcosa di diverso dalla carne nei giorni e nei periodi di astinenza, fino alla sua rivalutazione nel Basso Medioevo.

lunedì 28 maggio 2012

La MIA frangipane al cioccolato, arancia e Talisker e una prece :-)

crostata frangipane al Talisker

I tre anni di esperienza nel mondo dei food blogger hanno insegnato due cose, alla Dani e a me. La prima, è che di tutte le date del calendario, quella più temibile è il 28 di ogno mese, fatti salvi agosto e dicembre. Negli altri casi, il 28 scade il termine per la pubblicazione delle ricette dell'emmetichallenge e se altrove questa è un'informazione che lascia il tempo che trova, qui sopra prende le forme di una sorta di grandinata virtuale, con ricette che arrivano da tutte le parti, in puro stile "aprite il fuoco".
La seconda cosa, invece, è stata più un ripasso, che un apprendimento ex novo, vista l'esperienza sul campo, ampiamente collaudata anche prima di Menuturistico: e cioè, che nessuna delle due è minimamente in grado di valorizzarsi. Sarà che semmu de Zena, città maetra dell'understatement, saranno gli studi classici, con la misura e il lathe biosas, sarà il tipo di educazione del ramo materno, sarà-sarà-quel-che-sarà, ma quando c'è da fare un passo avanti noi ne facciamo tre indietro e se l'alternativa all'apparire è nascondersi, cominciamo a scavarci il rifugio, che sottoterra ci si nota ancor meno.

mercoledì 14 dicembre 2011

Torta alla tripla arancia

Di Daniela

albero Natale

L'abero di Natale è li, bello colorato, luminoso e pieno di palline : le ragazze , insieme a mia nipote, ogni anno si muniscono di musica adeguata (la cosa più moderna è "We are the world" ;-)) e lo prepararno se possibile il pomeriggio del 1°dicembre,  insomma il primo giorno che hanno libero tutte a ridosso di questa fatidica data. Eì' così da un sacco di tempo, da quando le due più grandi hanno avuto la possibilità e il permesso di appendere da sole le decorazioni... è stata una grande conquista!

DSCF0195

E io , devo dire la verità mi commuovo ogni volta che le vedo decidere con serietà e precisione quale può essere il punto più adatto per posizionare le luci, e se è meglio privilegiare le decorazioni di una certa forma, rispetto ad un'altra, fino al momento clou della sistemazione del puntale, che in realtà è nato per tutt'altro scopo (era una decorazione per pandoro), ma le ragazze hanno deciso che quella è la posizione perfetta per lui.

natale

E non  discutono, non strillano, lavorano in perfetto accordo, cantando: credetemi è veramente un fatto incredibile!!! Naturalmente poi c'è anche il presepe da preparare... e anche lì c'è l'addetta alle montagne, al muschio, agli animali e alle statuine; quest'anno, poi, vale ancora di più: la maggior parte dei personaggi ha avuto la ventura di fare un bel tuffo nell'acqua per via dell'alluvione. Tra tutte queste decorazioni ce ne sono alune che hanno veramente un numero di anni tale da far sentire un bambino perfino Matusalemme: sono dei nonni e alcuni anche dei bisnonni, un po' malandati, in verità, e non di incredibile bellezza o proporzione, ma qui piacciono ancora a tutti.....

Torta alla tripla arancia 

triplo arancio

Dovessi dire la verità, è più di un anno che questa meraviglia girovaga nel nostro archivio delle cose "da fare": me ne ero talmente innamorata che l'avevo proposta anche durante le lezioni di cucina dello scorso gennaio, mandando in estasi le signore che con me l'avevano provata.
Poi, tra un "la metti tu?", "no, aspetta la metto io", "bene, ma aspetta un attimo, prima c'è questo o quest'altro",  insomma tra una cosa e l'altra è rimasta nel cassetto. Ma ora non si poteva proprio più tacere!! E' una delle torte più buone che noi abbiamo mai preparato, semplicissima, con un colore delicato ed invitante come il suo profumo e la speciale qualità di dare "dipendenza": immaginatevi che la prima volta l'ha preparata Ale, ma poi, siccome non riusciva a smettere di mangiarla ed era a dieta al momento, ne ha passata metà a me, che ero pure a dieta, ma tant'è il lavoro sporco bisogna bene che qualcuno lo faccia, no? :-)
Ora la passo anche a voi : provate un po' l'effetto...
Ingredienti per una teglia 20/22 cm

TRIPLA ARANCIA 2
110 g di burro morbido
325 g  zucchero (1 ½ cup )
2 uova
150 g di farina (1 ½ cup) auto lievitante (oppure  con 3 cucchiaini di lievito)
40 g di cocco disidratato
2 arance non trattate
per lo sciroppo
225 g di zucchero (1 cup)
il succo di 2 arance(2/3 cup )
acqua (qui potete andare ad occhio : il succo di due arance e poi regolatevi da lì. Indicativamente, stesso peso di liquido quanto di zucchero) (1/3 cup)

TRIPLA ARANCIA

Mettete 2 arance in un pentolino con l’acqua fredda ricoprendole. Appena l’acqua giunge a bollore fate passare 3 minuti e poi spegnete. Scolatele e ripetete l’operazione altre 2 volte sempre partendo dall’acqua fredda. Scolatele l’ultima volta e mettetele in un frullatore tutte intere riducendole ad una poltiglia piuttosto fine. Montate con la frusta il burro e lo zucchero finché non sono gonfi e ben amalgamati. Aggiungere le uova una per volta, per evitare che si divida, sempre utilizzando la frusta. Per ultime aggiungere le arance frullate. Lavorate per alcuni minuti a velocità media, se usate un robot.
Aggiungete ora la farina setacciata e il cocco (ed eventualmente il lievito) Versate il composto in uno stampo imburrato di circa 22 cm mettendo sul fondo della carta forno. Infornate a 180° per 35/40 minuti Preparate nel frattempo uno sciroppo molto denso con il succo di arance. Sfornate la torta e lasciatela raffreddare per alcuni minuti, poi rovesciatele sopra lo sciroppo mentre è ancora nello stampo.
Potete mangiarla tiepida o fredda: è squisita in entrambi i modi.
Buonissima giornata a tutti
Dani

mercoledì 16 marzo 2011

Biscotti all'arancia e nocciole - per Starbooks : Martha's corner

Di Daniela
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starbooks

Martha è sempre Martha, lo si sa e siamo al 3° biscotto tra le sue creazioni golosissime : questo in particolare mi ha attirato per il "miscuglio" tra due ingredienti che, personalmente, amo molto, le nocciole e l'arancio. Sfortunatamente, non è che sia particolarmente fotogenico come biscotto e anzi Microba, la  spiritosonea del gruppo, naturale contrappunto alla Caroluccia di Ale, quella che mi chiede sempre impaziente "ma insomma, quanto ci vorrà a mettere in posa quei cosi li?", qualunque sia la natura dei "cosi" in questione, questa volta, sorridendo sotto i baffi, mi ha fatto notare che "forse erano un po' stanchi di posare, mamma...Hanno un'aria un po' annoiata!" riferendosi alla non brillantezza del mio operato di fotografo. Ma, spiritosaggini di figlie a parte, vi assicuro che sono proprio buoni, tant'è che non hanno retto la prova conservazione : come al solito non ci sono neppure arrivati a questa fase!
Biscotti all'arancia e nocciole
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Ingredienti
Per16 biscotti circa
170 gr nocciole tostate, senza pellicole
175 gr di farina, più altre per “spolverare”
100 gr + 2 cucchiai di zucchero semolato
150 gr di burro, fuso e raffreddato
1 1 / 2 cucchiaino di scorza d'arancia grattugiata finemente
1 / 4 cucchiaino di sale grosso
2 cucchiai di zucchero cristallizzato (il mio è all’arancia! Direttamente da Londra, regalo dell’Ale)

Indicazioni
Preriscaldate il forno a 180°. Tritate finemente le nocciole in un frullatore, per circa 20 secondi, non di più . Trasferitele in una grande ciotola, aggiungete la farina, lo zucchero semolato, burro, la scorza e il sale. Mescolate con le mani fino a che la pasta si possa riunire in una palla.
à L'ORANGE
Dividete l'impasto in due parti e con ciascuna parte formate un disco di 17 cm di diametro - io mi sono aiutata con un cerchio di metallo e un righello!- e,con l’aiuto di un coltello dentellato incidete sulla superficie del disco delle linee senza arrivate a tagliare la pasta, che lo dividano in 12 parti uguali (io l’ho pretagliato in 8 perché le dimensioni mi sono sembrate preferibili ;-))
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Spolverate ora la superficie con dello zucchero cristallizzato ( il mio è come vi dicevo all’arancia (grazie Ale) e fate lo stesso con il II disco.
à L'ORANGE8
Fate cuocere i biscotti per circa 15 minuti (20 m. come suggerito per il mio forno era troppo) finché saranno dorati e se li infornerete su due gratelle diverse, dovrete cambiargli posizione a metà cottura .
à L'ORANGE6
Probabilmente sarebbe preferibile farli cuocere all'interno del disco di acciaio, ma solo per una questione estetica! Tagliate definitivamente i biscotti finchè sono ancora caldi.
A L'ORANGE1
Lasciateli raffreddare sul loro foglio di carta forno e poi su una gratella, perché si spezzano con facilità essendo friabilissimi finché non sono completamente freddi. Si conservano per una settimana in un contenitore ermetico o in una scatola di latta.
Provateli…

Dani


Hazelnut-Orange Shortbread
a l'orange8
Ingredients
Makes 2 dozen
* 1 1/2 cups hazelnuts (about 6 ounces), toasted, skins removed
* 1 1/4 cups all-purpose flour, plus more for dusting
* 1/2 cup plus 2 tablespoons granulated sugar
* 10 tablespoons (1 1/4 sticks) unsalted butter, melted and cooled
* 1 1/2 teaspoons finely grated orange zest
* 1/4 teaspoon coarse salt
* 2 tablespoons sanding sugar

Directions
Preheat oven to 350 degrees with racks in upper and lower thirds. Process nuts in a food processor until finely chopped, about 20 seconds (do not overprocess). Transfer nuts to a large bowl; add flour, granulated sugar, butter, zest, and salt. Mix with hands until dough just comes together and forms a ball.
Halve dough; shape each into a disk. Transfer to a baking sheet lined with parchment paper. With lightly floured hands, shape 1 disk into a 7-inch round, and score to mark 12 equal wedges (do not cut through). Sprinkle with 1 tablespoon sanding sugar. Repeat with remaining disk and sanding sugar.
Bake, rotating halfway through, until golden brown, 15 to 20 minutes. While shortbread is warm, cut wedges to separate completely. Let wedges cool slightly on sheets, then transfer to a rack to cool completely. Cookies can be stored in an airtight container at room temperature up to 1 week

Sablés à l'orange et aux noisettes
à l'orange

170 gr de noisettes grillées et mondées
175 gr de farine + um peu pour saupoudrer
100 gr + 2 cuillerées a soupe de sucre en poudre
150 gr de beurre fondu et refroidi
1 1/2 cuillerées a café de zeste d'orange finement rapè
2 cuillerées à soupede sucre cristallisé
1/4 de cuillerée à café de gros sel

Préchauffez le four à 180° C et placez una grille en haut et une autre en bas du four. Hachez finement les noisettes dans un robot pendant 20 seconds (pas plus longtemps). Mettez la poudre de noisettes dans un saladier et ajoutez la farine, le sucre, le beurre, le zeste d'orange et le sal. Méelangez avec les mains et formez una boule
Divisez la pâte en doux. Formez un disque avec chaque moitié. Posez l'un des disque sur une plaque à pâtisserie recouverte de papier sulfurisé. Avec les mains légèrement farinées , formez un cercle de 17 cm de diamètre et, a l'aide d'une roulette, prédécoupez-le en 12 parts égales comme pour une tarte (sans couper entièrement la pâte). Saupoudrez avec 1 cullierée à soupe de sucre cristallisè. Recommencez pour le second disque de pâte.
Faites cuire les bisquits 15 à 20 minutes, en intervertissant les plaques à mi-cuisson, jasqu'à ce qu'ils soient dorés. Découpez les parts pendant que les bisquits sont encore chauds. Posez les plaques sur une grille et lassez refroidir légèrement. Retirezles bisquits et laissez-les refroidir sur une grille. Ces sablés se conservent 1 semaine dans una boite hermétique.

mercoledì 26 gennaio 2011

Gamberoni all'Armagnac con polvere di cacao

Di Daniela
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Ve lo ha scritto la Ale proprio ieri ed ha assolutamente ragione: noi passiamo ore a programmare coscienziosamente, a scegliere ricette, a sperimentare nuove idee, a stabilire tempi e modi per postare a organizzare foto e "pensieri" e poi.... e poi invariabilmente arriva il mio celeberrimo "dito a banana" e invece di schiacciare il  pulsante "salva" , il cielo solo sa perchè schiaccio "pubblica" e così ... oplà il post diventa visibile! E lì, se me ne accorgo subito, dopo aver utilizzato per alcuni secondi un linguaggio che oserei definire un filo licenzioso, in cui spiego al mio computer cosa penso dei suoi componenti, nonchè dei suoi programmatori alla V generazione, mi limito ad annaspare per riportarlo allo stato di "invisibile" e rimediare al malfatto.... ma se per caso mi sfugge la faccenda, ricevo, nel giro di pochi secondi, una serie sempre più inquietante di messaggi in codice dalla Ale, che partono dai primi con "criptiche", ma eleganti osservazioni tipo: " Scusa Dani, ma quella che vedo sul blog, non doveva essere tua la ricetta di domani?" arrivando, nel caso io non  legga i primi, attraverso varie fasi sempre più concitate, a quelli più espliciti che culminano in cose tipo: "MA LA SMETTI DI FARE GIUCASCASELLA (tutto attaccato)? HO APPENA POSTATO IO CHE C'ENTRANO ORA I GAMBERI!!!" scritto tutto in maiuscolo, ad esprimere urlo esasperato. Come è successo ieri, ovviamente! Comunque, che siate tecnologicamente avanzati ed efficientissimi o che siate assolutamente squinternati, come noi, con tanto di dito a banana, sono certa che non potrete resistere al fascino di questa super meraviglia di "non ricetta", chic e semplcissima,  colorata e profumata, da "porca figura" insomma, per dirla Ale's style!

GAMBERONI ALL'ARMAGNAC CON POLVERE DI CACAO
gamberoni flambè all'armagnac
Ingredienti per 4 persone
16 gamberoni freschissimi
1 bicchierino di Armagnac
polvere di cacao amaro
succo di un'arancia
olio EVO

Fate saltare in padella i gamberoni per pochi minuti, spruzzandoli col succo d'arancia. Potete lasciarli così, interi, oppure lasciare le teste e la punta della coda eliminando il carapace al centro e il filino scuro dell'intestino, come preferite. Quando il succo si è ridotto, sfumate con l'Armagnac, facendo prendere la fiamma. Servite subito, con una leggera spolverata di cacao, magari adagiandoli su una fetta sottile di arancia....che in realtà è più per bellezza che altro: nulla vieta ovviamente di mangiarla con gusto assoluto, visto che il sapore viene richiamato dal succo di arancia presente in cottura. Che dire: vorrei sottolineare che questo piatto, oltre che di una estrema semplicità, ma molto elegante, è composto da crostacei, con in aggiunta le proprietà naturali del cacao : viene considerato, quindi, leggermente afrodisiaco.....
Non aggiungerò altro!!!
Buon appetito
Dani

PRAWNS WITH ARMAGNAC AND COCOA POWDER
gamberoni flambè all'armagnac
Serves 4


16 very fresh prawns
1 glass of Armagnac
unsweetened cocoa powder
ajuice of 1 orange
extra vergil olive oil


Make stir-fry the prawns for few minutes, sprinkled with orange juice. You can leave them with the , or leave the heads and the tip of the tail removing the shell in the center and the thin dark intestine, as you prefer. When the juice is reduced, blended with Armagnac, by taking the flame. Serve immediately, with a light dusting of cocoa, perhaps lying on a thin slice of orange .... which is really more for show than anything else: of course, nothing prevents you to eat it with absolute pleasure. What can I say: I want to emphasize that this dish, very simple but very elegant, composed of crustaceans, with the additionalnatural properties of cocoa is considered, therefore, slightly aphrodisiac .....
Nothing more to say!
Bon appetit
Daniela

giovedì 2 dicembre 2010

Sformatini soffici di pandoro e pere con salsa d'arancia: non il solito pandoro!

Di Daniela
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Eccoci arrivati ai primi giorni di uno dei mesi più attesi dell'anno... Siamo già tutti in piena bagarre "regali e cene" con tutti i pro e i contro del caso, dopo aver passato intere giornate, se avete figli, in involontario ascolto di frasi casualmente buttate qua e la con signorile nonchalace, tipo "oh guarda come è bello quel golfino! Hai notato come starebbe bene con la mia gonna blu??" "mamma ma sai che ho visto un giocattolo che proprio fa delle cose trooooooppo carine" "guarda mamma ho questo completo, che mi piace da pazzi, ma proprio non ho una camicatte in tono da mettere..." Purtroppo non posso mostrarvi anche le espressioni che accompagnano queste "informazioni vitali": ma gli occhi del gatto di Shrek fanno loro un baffo!!! "E allora così, in questo modo sollecitata," per dirla con guccini, mi tuffo alla ricerca spasmodica di nuances, giochi magici e oggetti del desiderio con tutto il mio entusiasmo, domandandomi sempre perchè, pur di vederle felici, farei salti mortali con doppio avvitamento e il sorriso sulle labbra...
Bando alle ciance, stamani volevo presentarvi, per inaugurare allegramente il mese e per rifocillarvi , eventualmente, al ritorno da un qualche raid per negozi, questi sformatini di pere e pandoro, soffici e buoni oltre ad essere un modo un po' diverso di presentare il "solito" pandoro.
Piccolo post scriptum: questo piatto è dedicato alle mie amiche del corso di cucina: non solo sono bravissime, ma anche simpatiche e piacevoli!!! E' con loro che ci siamo preparate questi
SFOMATINI SOFFICI DI PANDORO E PERE CON SALSA D' ARANCIA
sformatino 1
Ingredienti per 6
200 ml di panna
60 gr di zucchero semolato
Zucchero a velo
3 uova intere gradi
1 pera kaiser (220 gr circa di polpa pulita)
170 gr di pandoro
Burro e farina per gli stampini
Per la salsa
3 arance
80 gr di zucchero di canna
100 gr di mandorle a filetti
1 cucchiaio di maizena o di fecola di patate.

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Tagliate il pandoro a cubetti, spolverizzatelo con lo zucchero a velo e tostatelo in forno a 170° per almeno 12 minuti (prenderà un bel colore oro scuro)
Pelate e tagliate la pera a dadini . In una terrina sbattete le uova con lo zucchero, unite la panna liquida, le pere ed il pandoro tostato. Imburrate gli stampini, infarinateli e versatevi il composto preparato. Passate in forno caldo a 170° per 25 minuti circa.
Per la salsa, con l’aiuto di un pelapatate recuperate la scorza di un’arancia, tagliatela a julienne e scottatela un minuto in acqua bollente. In un pentolino sciogliete lo zucchero con il succo di tre arance, unite la scorza e fate bollire per 3 minuti. Aggiungete la maizena fatta stemperare in poca acqua fredda, mescolate per qualche minuto (se usate la fecola) levate dal fuoco e lasciate raffreddare.
In un contenitore mettete i filetti di mandorla, bagnateli con qualche goccia d’acqua, zuccheratele con un cucchiaio di zucchero e sistematele in una teglia foderata di carta forno, in un unico strato. Mettete in forno e tostatele a circa 170° per 12/15 minuti.
Appena tiepidi, sistemate gli sformatini su un piattino, irroratelo con un cucchiaio di salsa d’arancia, appoggiate sopra qualche filetto di mandorla spolverate di zucchero a velo. Ottimi tiepidi, perfetti anche freddi, anche se in questo caso scalderei per un paio di minuti la salsa all'arancia prima di servirli. Sono eccellenti anche accompagnati da una salsa al cioccolato o alla nutella: provate e sappiatemi dire.
Buon appetito
Dani

PANDORO AND PEARS SOFT FLAN WITH ORANGE SAUCE
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Serves 6
6.7 fl oz (200 ml) fresh cream
4 tbsp (60 g) sugar
Powdered sugar
3 large eggs
1 pear kaiser (7.7 oz (220 gr) pulp clean)
6 oz (170 gr) pandoro
Butter and flour for molds
For the sauce
3 oranges
6 tbps (80 g) browm sugar
1 1/4 cups (100 grams ) of sliced almonds
1 tablespoon cornstarch or potato starch.
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Cut Pandoro into cubes, sprinkle with icing sugar and toast in oven at 338 F° for 12 minutes (take a nice dark golden color)Peel the pear and cut into cubes. In a bowl, beat eggs with sugar, add the cream, pears and toasted pandoro. Butter the molds, flour and pour in the mixture. Go in a hot oven at 170 degrees for 25 minutes.
For the sauce, with the help of a potato peeler recovered the zest of one orange, cut into julienne strips and parboil in boiling water a minute. In a saucepan melt the sugar with the juice of three oranges, add the zest and boil for 3 minutes. Add the cornstarch mixed in a little cold water, stir for a few minutes remove from heat and let cool. Put the fillets of almond in a baking pan lined with parchment paper, wet them with a few drops of water, sprinkle them with 2 tablespoons of sugar and arrange in a single layer. Put in oven and roast them at 338 F° for 12-15 minutes. Lukewarm, place the pies on a plate, drizzle with a tablespoon of orange sauce, put on some thread of almonds sprinkled with powdered sugar. Good warm, but perfect also cold, although in this case warm for a couple of minutes the orange sauce before serving. They are excellent also accompanied by a chocolate sauce or Nutella: try and tell me!
Bon appetit
Dani

mercoledì 1 dicembre 2010

Confettura di Cachi e Arance per la (St)Renna che non c'è

marmellata di cachi e arance


Oggi è mercoledì e secondo il rigido calendario delle (St)Renne- l'unico che conta, per noi, da qualche settimana a questa parte- sarebbe stato il giorno di Stefania. Che però, da lunedì, è in ospedale, a vegliare su Daniele, il suo bambino più piccolo, che si è rotto una gamba. Era in moto col papà, sono scivolati su una macchia d'olio e nel bilancio dei danni, tibia e perone sono quelle che ci hanno rimesso di più. Fra le mille preoccupazioni del momento, Stefania ha aggiunto anche quella della ricetta del giorno: per ovvie ragioni di decenza, non vi dico cosa le ho risposto in proposito, ma siccome la tipa è un osso duro, ha comunque lasciato la foto del suo liquore alla rosa- che non si dica che è una (St)Renna che molla alla prima salita. Però, siccome questa è una salita grossa ed è anche per questo che le (St)Renne sono in cinque, a tirare la slitta, abbiamo pensato di postare una ricettina ciascuno, dedicandola a lei e a Daniele, che è un bambino coraggioso, per il quale facciamo tutti il tifo: noi e tutti gli amici che passano da qui, Babbo Natale compreso.

CONFETTURA DI CACHI E ARANCE

marmellata di cachi e arance


1 kg di cachi non troppo maturi
9 ho di arance di arance pulite (partite da circa 1 kg e mezzo)
1 kg di zucchero
1 bicchiere di Cointreau

Lavare e bucherellare con un ago la buccia delle arance e metterle a bagno in acqua fredda. Dovete tenercele per tre giorni, cambando l'acqua due volte al giorno almeno.
Trascorsi tre giorni, sbucciare le arance, togliere la pellicola, pesarne 900 gr e tagliarle a pezzetti, raccogliendone il sugo.
Unire lo zucchero e cuocerle a fiamma bassa, mescolando spesso
Nel frattempo, pulire i cachi togliendo perfettamente la buccia: raccogliere la polpa ed unirla alle arance.
Mescolare bene e cuocere a fiamma bassa per un'ora, lasciando sobbollire continuamente. Se dovesse essere troppo liquida, lasciare addensare ancora un po'.
Dopo un'ora, aggiungere il liquore, mescolare e spegnere.
Passare il composto al passaverdura (foro medio) e invasare a caldo.
Può essere utilizzata per accompagnare carni lesse come l'oca, gli arrosti di maiale, oppure usata come normale marmellata
A dopo, per i Premi dell'Emmetichallenge

venerdì 29 ottobre 2010

Sformatini d finocchi con salsa caramellata d'arancia- work in progress

sformato di finocchi con salsa caramellata all'arancia


Mi spiegate come si fa a perdere il caricabatterie della macchina fotografica? Tre giorni che rivolto la casa come un guanto ma niente: non solo 'sto affare non esce, ma neppure riesco a farmi venire in mente un altro posto dove si sia potuto cacciare, visto che non cìè angolo della casa che non sia stato perlustrato accuratamente. Fortuna vuole che io non c'entri- tutto ciò che ha a che fare con le foto, è competenza esclusiva del marito- per cui finora il clima è sereno: in compenso, però, le foto fanno schifo, perchè vengono fatte in un nano secondo, praticamente senza neanche lasciarmi il tempo di sfornare. Prova ne è questo book degli sformatini ai finocchi, che proprio non rende giustizia alla loro bontà. Esattamente come non c'entra molto neppure l'abbinamento: l'idea di partenza era un arrosto di lonza all'arancia, ma siccome a questa settimana manca un giorno, come ben sanno quelli della nius, che è arrivata di martedì, più che due costolette pre tà manger non son riuscita a preparare. In ogni caso, la prova del gusto è stata passata a pieni voti e pazienza se le foto non sono granch'è: se vi piacciono i finocchi e trovate che gli sformati siano una soluzione raffinata, elegante e capace di soddisfare anche i palati più esigenti, chiudete gli occhi e aprite la bocca- e preparatevi ad una gran bella sorpresa...

SFORMATINI DI FINOCCHI CON SALSA CARAMELLATA ALL'ARANCIA

sformatini di finocchio con salsa caramellata all'arancia

Piatto provato di recente a Siena e su cui fervono sperimentazioni di vario genere: cito quella di Sandra, a cui mi sono ispirata, pur con qualche modifica.

300 g di bechamelle molto densa
3 uova
2 finocchi piuttosto grossi
la scorza di un'arancia
100 g di Parmigiano grattugiato
sale

per la salsa all'arancia
un cucchiaino di zucchero di canna, raso
succo d'arancia
scorza d'arancia
brandy

per gli sformatini
pulire bene i finocchi, lavarli, tagliarli in quarti e cuocerli a vapore. Frullarli e scolarli il più possibile dalla loro acqua. Unirli alla bechamelle e frullare di nuovo. Unire le uova, uno per volta, il parmigiano ed aggiustare di sale.
Riempire 6 stampi da monoporzione e far cuocere a bagnomaria a 180 gradi per 45 minuti o direttamente in forno a 180 gradi per mezz'ora.
Lasciare intiepidire prima di sformare

Per la salsa all'arancio
Premetto che ci devo ancora lavorare su: però, al momento ho fatto caramellare poco zucchero di canna, a cui ho unito il succo di mezza arancia. Da parte, ho sbianchito le scorze, tagliate a julienne e fatte bollire per qualche minuto, alternativamente, in due casseruolini; si cambia l'acqua ogni volta e, appena bolle, si scolano da una parte e si rimettono a bollire dall'altra, per tre volte di fila. Poi, si mettono nel caramello all'arancia. Ho sfumato con poco brandy e ho fatto restringere sul fuoco, fino a quando non ho ottenuto una salsa molto densa, con cui ho nappato gli sformatini, una volta nei piatti.
Dicevo che devo lavorarci un po' su, perchè la vorrei leggermente meno dolce, anzi: si accettano consigli e suggerimenti in proposito: sennò, che razza di work in progress è????
ciao
ale



sabato 2 ottobre 2010

Blinis dolci con arance e uvetta caramellate, con crema di nutella e gelatina di frutti di bosco

Di Daniela
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Risulta ormai evidente anche ai più distratti di voi, che ho una debolezza per le farine alternative, che siano di segale, di riso o sopratutto di grano saraceno. Cerco sempre qualche nuovo modo per utilizzarle che dia qualcosa di più, nel gusto, rispetto alla "solita" farina bianca. Questa volta mi sono dedicata ad una ricetta che nell'originale è russa, ma che oramai appartiene alla cucina internazionale :i blinis. Li ho voluti preparare in una versione dolce: così, sono simili ai pancakes e alle crepes, ma rispetto ai primi hanno il grano saraceno negli ingredienti e rispetto alle seconde il lievito, e sono più spesse. Ho pensato di presentarveli in tre versioni diverse. La ricetta originaria l'ho trovata in questo sito : il resto è stato dettato dalla gola del momento! Eccovi quindi i nostri

BLINIS CON ARANCE CARAMELLATE , CREMA DI NUTELLA E GELATINA AI FRUTTI DI BOSCO
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Ingredienti
Blinis
latte g 300
farina bianca g 175
farina di grano saraceno g 40
lievito di birra g 10
zucchero semolato
un vasetto di yogurt intero
un uovo
olio di semi di arachide (o burro)
sale
Guarnizione
4 arance
burro
uvetta
limone
zucchero semolato e a velo

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Preparazione

Blinis: con il lievito sciolto in g 40 di acqua e un cucchiaino di farina bianca prelevato dai g 175, formate una pastellina che lascerete lievitare coperta, in un luogo tiepido, per circa un'ora, quindi versatela in una ciotola capiente, mescolatela con il resto della farina bianca, quella di grano saraceno, il latte, coprite il recipiente e fate lievitare l'impasto per altre 2 ore. A questo punto aggiungete mezzo cucchiaino di zucchero, il tuorlo d'uovo (conservate l'albume), g 20 di yogurt, mescolate per amalgamare bene il composto, aggiungetevi l'albume montato con un pizzichino di sale in neve ben soda e lasciatelo riposare per un'altra ora: dovrete ottenere una pastella gonfia e soffice. Prendetene un mestolino alla volta e cuocetela, con lo stesso procedimento delle crespelle, in un padellino di ferro di cm 12 di diametro, con il bordo alto circa un centimetro e mezzo, dopo averlo unto d'olio; se non lo avete fra i vostri attrzzi cuciniferi non ha alcuna importanza: siccome l'impasto risulta piuttosto denso all'interno di un qualunque padellino antiaderente potrete fargli prendere la dimensione che preferite: dalla taglia "figlie fameliche"
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a quella "tè con le amiche".... vedete voi....
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a cottura avvenuta (ci vorranno circa 4' a fuoco mediobasso), il blinis dovrà avere l'aspetto di una crespella spessa circa un dito, cioè l'altezza del bordo del padellino. Preparate altri blinis nello stesso modo, fino ad esaurimento dell'impasto: dovrete ottenerne almeno 12. Pelate le arance a vivo e tagliate ognuna in 4 rondelle. Fate caramellare in una larga padella 4 cucchiaiate di zucchero con una grossa noce di burro, smuovendo il caramello con mezzo limone infilato su una forchetta, poi passatevi le fettine di arance e una manciata di uvetta. (appena caramellate io ho scolato le fette di arancia e l'uvetta e le ho adagiate su un foglio di carta forno . ndr) Su un largo piatto disponete i 12 blinis e, su ognuno, accomodate una fettina di arancia sgocciolata dal caramello; irroratele con quest'ultimo, misto all'uvetta, quindi spolverizzatele con zucchero a velo, se vi piace, e servitele subito, ancora ben calde.
Ora ecco che partono le alternative: se lo preferite, nella taglia "allora 'sta merenda arriva o no?" potrete utilizzare come condimento una crema di Nutella

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oppure nella taglia che preferite una bella gelatina di frutti di bosco!
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A domani per le due non ricette.
Buon appetito a tutti
Dani



It is now clear to even the most careless of you, I have a weakness for the "different" flour, which are rye, rice or buckwheat . I always try some new way to use them, that gives something more in style than the "usual" white flour. This time I choose an recipe that was born in Russia, but that now belongs to the international cuisine: the blinis. I wanted to prepare them in a sweet version: so, they are similar to pancakes and crepes, but compared to the first, have the buckwheat in the ingredients and to the latter the yeast , and they are thicker. I thought I would introduce them in three different versions.

Blinis WITH CARAMELIZED ORANGE, NUTELLA CREAM AND WILD BERRY JELLYDSCF7993
Ingredients
Blinis
300 g milk
175 g white flour
40 g buckwheat flour
10 g yeast
granulated sugar
a pot of yogurt
an egg
peanut oil (or butter)
salt
Decoration
4 oranges
butter
raisin
lemon
caster and icing sugar
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Preparation

Blinis: prepare a batter with the yeast dissolved in 40 g of water and a teaspoon of flour taken from 175 g, and leave to rise in a warm place for about an hour, then put it into a large bowl, mix with the rest of the flour, the buckwheat and milk. Cover the pan and let dough rise for another 2 hours. Now add a teaspoon of sugar, egg yolk (keep the egg white), 20 g of yogurt :stir to mix well the mixture. Beat egg white untill stiff with a pinch of salt and add it to the mixture. Allow it settle for another hour: you get a batter swollen and soft. Just get a little ladle at a time and cook as you do for pancakes in a pan of iron 12 cm in diameter, anointing it with oil or butter. A once cooked (it will take about 4 at medium heat), the blinis will look like a pancake thick about a finger. You'll obtain at least 12 blinis.
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Peel the oranges and cut each into 4 rounds. In a large pan , let caramelize 4 tablespoons of sugar with a large knob of butter. Stir the caramel with lemon stuck on a fork, then dip the slices of oranges and a handful of raisins. Take a large plate and arrange the 12 blinis and accommodate a slice of orange caramelized and drained and some raisins on each one, drizzle with the caramel ad , if you want, sprinkle with icing sugar. Serve immediately.
You can serve the blinis also with a Nutella cream or a wild berry gelly: Tomorrow I'll show you how to prepare them! :-)
Bon appetit
Dani

venerdì 17 luglio 2009

Marmellata di pesche, di fragole e arance e confettura di pesche

Di Daniela

Finalmente un po’ di relax….. la montagna è il massimo per riposare .

Il verde è il mio colore preferito, mi piace da pazzi, mi fa sentire bene mi rende più serena.. e poi grilli e cicale , che tanto piacciono ad Ale, mi danno un senso di profonda serenità e fidatevi che con un carattere come il mio non è cosa usuale.

Le mie figlie mi prendono in giro, perché dicono che la mia rilassatezza si evidenzia soprattutto nel fatto che, prima che io esploda, quando siamo qui, loro riescono a contare comodamente fino almeno a 10 contro i 3 di Genova!

Può essere, in effetti, ma comunque è un buon miglioramento no? Beh, sono veramente incontentabili questi figli!!!!

Allora per consolarle di questa mia incrollabile “crudeltà”, ho pensato di coccolarle un pochino con qualcosa di veramente goloso.

E cosa c’è di più profumato ed estivo sulla terra delle meravigliose pesche? E cosa ci sarà di meglio quest’inverno di aprire dei barattoli che racchiudono spicchi e polpa di sole?

E che mi dite delle arance e delle fragole? Il profumo è intensissimo e il sapore segue a ruota…

Faccio solo una piccola precisazione che riporta il mio magico libro delle marmellate : dice che la differenza tra confettura e marmellata sta nel fatto che, nella prima la frutta non deve sciogliersi e devono vedesi i pezzi anche dopo la cottura, nella marmellata invece devono essere passati, una volta cotti, per avere un composto liscio. Ultima avvertenza che già tutte conoscete, ma, si sa, repetita iuvant……una volta aperti i vasetti vanno conservati in frigo!

Perciò tutti sotto per preparare

MARMELLATA DI PESCHE , CONFETTURA DI PESCHE, MARMELLATA DI FRAGOLE E ARANCE


Cominciamo dalla MARMELLATA DI PESCHE

  • 2,5 kg di pesche sode e mature
  • 1 kg di zucchero
  • 1 limone
  • qualche foglia di pesca

Sbucciate le pesche, tagliatele a pezzi piuttosto grossi, togliete il nocciolo.

Mettete i pezzi in una casseruola , unite il succo e la scorza del limone e qualche foglia accuratamente lavata e solo se non trattata, di pesco. Portate ad ebollizione, mescolate spesso e schiumate quando serve.

Non appena le pesche saranno spappolate, togliete le foglie , se le avete messe, e passate la frutta al passaverdure o, se lo avete, utilizzate il solito frullatore ad immersione.

Rimettete il tutto sul fuoco e aggiungete a questo punto lo zucchero; fate bollire a fuoco dolce mescolando spesso. Ci vorrà forse una mezz’ora ancora: comunque fate la solita prova del piattino e togliete dal fuoco appena la goccia non scivola più.

Versate la marmellata nei vasetti sterilizzati , lasciando ½ cm circa di spazio libero e chiudete subito ermeticamente. Sterilizzateli per 20-25 minuti e lasciateli raffreddare.

CONFETTURA DI PESCHE

  • 2,5 kg di pesche
  • 1 kg di zucchero
  • 1 arancia
  • ½ limone
  • 1 bicchierino di liquore all’amaretto (FACOLTATIVO) (io ho aggiunto cognac)

Pelate le pesche e tagliatele a spicchi togliendo il nocciolo. Mettete gli spicchi in una terrina, alternandoli con lo zucchero e lasciate riposare per una notte intera sigillate con la pellicola trasparente. Io qui in montagna le ho lasciate fuori dal frigo perché di notte la temperatura è freschina…. In città forse è meglio metterle in frigorifero…

La mattina su7ccessiva mettete il tutto nella solita pentola di acciaio a fondo spesso e aggiungete il succo dell’arancia e del ½ limone e mettete a cuocere a fuoco moderato per circa un ora. Mescolate spesso e una volta positiva la solita prova, togliete dal fuoco e aggiungete il bicchierino di liquore per profumarla ancora un po’. Va da se che è assolutamente facoltativo questo ultimo passaggio… Versatela nei vasetti , chiudete subito e sterilizzateli come al solito.

MARMELLATA DI FRAGOLE E ARANCE

  • 500 gr di fragole mature
  • 4 arance meglio se non trattate
  • 400 gr di zucchero

Lavate le fragole e tagliatele a pezzetti. Mettetele nella casseruola coprendole con lo zucchero.

Poi pelate a vivo 3 arance, tagliatele a pezzetti e unitele alle fragole. Ora spremete la quarta arancia dopo aver tagliato a filetti la sua scorza ben lavata. Io ho preferito grattugiarla grossolanamente. Unite succo e scorza alle fragole e mettete il tutto sul fuoco per circa 20 minuti, ma il tempo varierà a seconda anche della sugosità dell’arancia perciò potrebbe volerci un po’ di più. Anche qui la solita prova risolve i dubbi. Versate il composto dopo averlo frullato o passato a piacere nei vasi sterilizzati, lasciate il solito ½ cm libero e chiudete subito. Sterilizzate (25/30 minuti) , lasciate freddare ed è pronta per l’inverno anche questa!

Che altro mi resta da dirvi? Ah si volevo anticiparvi che anche il prossimo post tratterà di questo argomento e ..... ora non vi resta che provare.

Buona giornata

Daniela

giovedì 11 giugno 2009

zuppa di carote e agrumi


zuppa carote e agrumi


Nella lista delle spese compulsive di cui parlavo l'altro giorno, ai primi posti ci sono le riviste e i libri di cucina. Non passa giorno che non mi lasci prendere dall'impulso di comprarne uno- e questo nonostante training più o meno autogeni ("un altro???? ti rendi conto che non sei normale??? mi dici dove lo mettiamo???") e la sincera convinzione che in rete ci sia di tutto, di meglio e di più . Tant'è, però, ci casco sempre: sarà il fascino del cartaceo, saranno le persuasioni più o meno occulte delle copertine, sarà una sottile frustrazione da collezionista fallita (MAI, dico Mai che sia riuscita a finire qualcosa), fatto sta che non c'è giorno che non torni a casa con qualcosa. L'ultima passione sono i libri di Akiko Ida, idolatrata food fotografa giapponese, che illustra una serie di pubblicazioni radical chic, che declinano il minimalismo in tutte le salse, dalle ricette semplici alle foto essenziali, passando per stoviglie povere e strofinacci ruvidi. Il prezzo ovviamente, è da paura e gli ingredienti sono reperibili per modo di dire, nel senso che non c'è dubbio che dall'altra parte del mondo- quella a cui non è destinato questo libro- la zucca hokkaido, i fagioli rossi e i pescivendoli disposti a tagliarti il salmone a due terzi della bestia, dando il resto al gatto, si trovino facilmente mentre da noi bisogna accendere un mutuo, ma questi son dettagli a cui una vera fudbloggher non bada, anzi: avevo giusto un pezzetto di zucca hokkaido nel frigo, di cui proprio non sapevo cosa fare...
Naturalmente, mio marito questi libri non li sopporta. Lui che è cresciuto a tradizione orale, con ricette tramandate di generazione in generazione e ad ogni mio timido deragliamento fa corrispondere un " mia nonna non lo ha mai fatto" che vale più di mille sentenze di condanna, appena mi sente discettare di cucina fusion, di zuppe nel bicchiere e pastasciutte nelle coppette inizia a cercare una via di fuga, trovando subito nella complicità della figlia l'alleato migliore. E a me non resta che comprare, sfogliare, sospirare e accantonare, sognando un giorno in cui le cose cambieranno e io entrerò finalmente nell'olimpo delle cuoche trendy, quelle con le cucine spaziali, gli ingredienti introvabili e la taglia 38.

Ogni tanto, però, ci provo, specie quando mi imbatto in qualcosa che, una volta depurato da diminutivi, articoli e certificazioni di qualità, penso possa avvicinarsi di molto a quello che normalmente proprino ai miei familiari e che, normalmente, non li uccide. E' il caso di questa zuppa fredda, di carote e agrumi, tratta da una delle tante bibbie culinarie di questi anni, quel Zuppe à porter che non può mancare in qualsiasi biblioteca gastronomica che si rispetti.

Nella mia idea, non avrei dovuto correre rischi; le carote ai tempi della bisnonna di mio marito c'erano già, l'abbinamento con le arance aveva ricevuto la benedizione della sua prozia, lo zenzero è una concessione a cui si è piegato negli ultimi tempi, insomma: se smussavo un po' gli angoli (via il pompelmo e il lime) avrei potuto avere qualche speranza.

Quando l'ho servita in tavola, titubavo un po': il 50 per cento dei consensi lo avevo già perso con la creatura, il cui sguardo raggelato, mentre ne ultimavo la preparazione, aveva fatto morire sul nascere qualsiasi tentativo di persuasione. il marito, però, l'ha mangiata, pure in silenzio, tanto che, dopo le prime cucchiaiate, mi sono confortata, acquistando via via sicurezza e ottimismo e fiducia nel futuro, una specie di Yes we can bloggettaro, tanto che, dopo aver discettato di supremazie culinarie e tendenze modaiole, ho deciso, a voce alta, che anche questo esperimento sarebbe dovuto finire nel blog, ma nella mia versione, che, neanche a dirlo, si era rivelata di gran lunga superiore all'originale. L'unico problema era che bisognava ribattezzarla: " perché, capisci, se la chiamo zuppa di carote e agrumi non è corretto, perché qui di agrumi c'è solo l'arancia e poi non si percepisce l'importanza dello zenzero, che è inutile, guarda, puoi fare tutti gli esperimenti che vuoi, ma alla fine, Carote, Arancia e Zenzero sono sempre un trinomio vincente...solo che 'zuppa alle carote arancia e zenzero- è troppo lungo, capisci, mi ci vorrebbe qualcosa di più immediato, di più incisivo, di più di impatto..."
Io l'ho sempre saputo che mio marito è un tipo pieno di risorse. Il più delle volte è un atto di fede, nel senso che se le tiene belle nascoste, dietro un'apparenza che oscilla fra il flemmatico e l'annoiato, che non sai se pensare se di quello che hai appena detto ha capito qualcosa o non gliene importa un bel niente ( 90 su cento, la seconda che ho detto) Ma ci sono dei momenti in cui se ne esce con la Madre di Tutte le Frasi, puntuale, esaustiva, pregnante, di quelle che ti lasciano basita, a bocca aperta, la mente fissa a chiederti dov'è che ho potuto trovare un tipo simile e com'è che me lo sono anche sposato....
Zuppa del C- A -Z, ha suggerito di chiamarla: C.arote A.rancia Z.enzero. Più chiaro di così...

Zuppa di Carote e Agrumi ( da Zuppe à Porter di A. C. Bley, Guido Tommasi Editore) zuppa carota agrumi


10 minuti di preparazione- 35/40 minuti di cottura
1 kg di carote
2 cipolle
2 cucchiaini di zenzero fresco grattugiato
1 litro di acqua
20 cl di succo d'arancia
20 cl di succo di pompelmo
1 limone verde (scorza e succo)
1 cucchiaino di olio d'oliva
sale

Pelare le carote e tagliarle a rondelle. Pelate e affettate finemente le cipolle. In una cocotte, soffriggete le cipolle nell'olio. Aggiungete lo zenzero grattugiato e rosolatelo per 5-10 minuti mescolando di tanto in tanto. Aggiungete le carote, l'acqua e i succhi di frutta ( tenete da parte la scorza di limone verde). Salate. Portate a bollore, abbassate il fuoco e lasciate cuocere finché le carote sono tenere ( 30 minuti). Frullate il tutto, aggiungenod un po' d'acqua se necessario. Aggiustate di sale e unite la scorza del limone verde
Questa zuppa può essere servita fredda o calda. Sarà ancora più buona se spremete l'arancia e il pomplemo, invece di usare il succo già pronto


Va da sè che di zuppe con i succhi di frutta, qui, non se ne facciano: io ho sostituito il pompelmo con altrettanta arancia e già che c'ero ho grattugiato anche la scorza, direttamente sulle carote, in cottura. Al posto dell'acqua, ho usato un brodo vegetale leggero. A parte i commenti di mio marito, è un'ottima zuppa estiva.
Buon appetito
Alessandra

giovedì 23 aprile 2009

torta ai semi di papavero




non so a voi, ma a me i dolci "da masticare" proprio non piacciono. Non che non li mangi, sia chiaro, sono sempre in missione per voi e quindi mi tocca sempre sacrificarmi all'assaggio: però, tutto questo sdilinquimento per le preparazioni secche- dalle vecchie sbrisolone ai nuovi crumble- non mi ha mai eccessivamente contagiato. Quanto meno, non tanto da perdere il controllo, come invece mi capita, sistematicamente, di fronte alle torte soffici, tanto che, se non ci avesse già pensato qualcun altro, il nome "paradiso" al dolce più morbidoso di tutti, glielo avrei dato io, d'ufficio.
Questo fine settimana si è annunciato con pessimi auspici, sul fronte delle sperimentazioni culinarie, visto che, dopo il tour de force del catering di venerdì e dell'appendice del sabato, nella nostra dispensa sembrava che fosse passato Attila, al comando di un'orda di unni golosi ( che, per inciso, rispetto agli assaltatori del buffet di venerdì, sarebbero sembrati come tante educande vittoriane- ma questa è un'altra storia, che vi racconto appena arrivano le foto) Rimanevano, però, due o tre cucchiai di semi di papavero e tanto è bastato per prodirre questa cosa qua:






TORTA MORBIDISSIMA ALL'ARANCIA E SEMI DI PAPAVERO


250 g. di burro morbido
225 g. di zucchero
250 g.di farina
3 uova grandi (o 4 piccole)
125 g. di latte intero
scorza e succo di una arancia grossa ( o due piccole)
2 cucchiai di semi di papavero (colmi)

1 bustina di lievito
facoltativo : un goccio di cointreau ( io non l'ho messo, perché ho abbondato nella glassa)
indispensabile: TANTA PAZIENZA

glassa:
225 g. di zucchero a velo COMPRATO ( parentesi svela segreti: lo zucchero a velo comprato, trattandosi di preparazione industriale, viene trattato con l'amido: quindi, è perfetto per le glasse, indispensabile per la pasta da zucchero, i fondenti e tutte quelle preparazioni strutturate. Lo zucchero "home maid" va bene per spolverare le torte o per accelerare il lavoro di frusta, nelle creme a freddo);
succo di arancia q. b. oppure un "tappo di Cointreau" allungato con acqua q.b.

Diciamo subito che il segreto ( stamattina sono in vena di disvelamente, godetevela finché dura ), il segreto, dicevo, è nella lavorazione: più si sbatte e meglio è . Quindi, fate voi: o vi mettete su il vostro DVD preferito ( la corazzata potyompkin sarebbe il massimo) o attaccate con la lettura di Guerra e Pace oppure fate come me e lasciate la dura incombenza a Ken* e, mentre lui procede, voi fate dell'altro.
l'ordine, comunque, è questo:

si parte dal burro e dallo zucchero e si monta finché lo zucchero si è sciolto ( non dovete sentire più i granelli sotto le fruste); poi si aggiungono le uova, meglio se rotte in un piatto e leggermente sbattute; poi gli altri liquidi ( ricordatevi di filtrare il succo di arancia, a meno che non abbiate stipulato un accordo con qualche dentista); infine i semi di papavero; in ultimo, lievito e farina, setacciati insieme.

Tortiera imburrata, diametro 24-26 cm

forno statico, 180 gradi per 40 minuti

Lasciate raffreddare bene prima di sformare e poi glassatela in questo modo.

Mettete 200 g di zucchero in una terrina e aggiungete un cucchiaio di liquido: va bene tutto, sia il succo d'arancia che il Cointreau, l'importante è che non superiate questa dose. Iniziate a mescolare: vedrete che si formeranno tanti grumi. Non preoccupatevi e continuate, fino al completo assorbimento del liquido. Alla fine, avrete una massa secca e grumosa, ma GUAI A VOI se vi fate prendere dalla tentazione di aggiungere acqua a palate. Prendete un cucchiaino, meglio se da caffè, riempitelo di liquido e aggiungetelo al composto. mescolate bene di nuovo e vedrete che si formerà una glassa molto solida, tipo fondente. A questo punto, basterebbero due gocce o tre di liquido per ottenere un composto più lavorabile: procedete sempre con cautela, mescolando ogni volta dopo l'assorbimento del liquido, e vedrete che alla fine, avrete una bella glassa spessa, stile quella su cui si sbava in pasticceria, che potrete stendere con una spatola o con la lama di un coltello grosso, dopo averla versata direttamente sulla torta.


Perfetta per il te delle cinque o per la colazione del mattino.


buona settimana
alessandra

* a scanso di pericolosi equivoci, gravemente turbativi della mia stabilità matrimoniale, il Ken di cui sopra è mister Ken Wood, l'unica presenza maschile che non solo tollero in cucina, ma di cui non potrei fare a meno. Siete naturalmente pregati di astenervi da volgari doppi sensi, di cui vi so assolutamente capaci, pena impietosi confronti sulla durata del montaggio e la dotazione delle fruste di quello che resta il vero, grande amore della mia vita.

Firmato
Misses Barbie Wood.

giovedì 19 marzo 2009

Torta alla ricotta e arance- Garden Party

Torta alla ricotta e arance
Per 8
1 rotolo di pasta brisée
2 arance biologiche
1 limone biologico
3 uova
120 gr di zucchero
1 cucchiaio di miele di tiglio o di lavanda
750 gr di ricotta
1 cucchiaio di farina
2 cucchiai d’acqua di fiori d’arancio
Foderate con la pasta brisée uno stampo rotondo da crostata dal diametro di 30 cm. Accendete il forno a 180° C . Grattugiate a scorza di un limone. Prendete un’arancia, grattatene la scorza e spremetene il succo. Rompete le uova e separate i tuorli dagli albumi. Sbattete i tuorli con la metà dello zucchero e il miele, unite la ricotta , la farina, la scorza degli agrumi, l’acqua di fiori d’arancio e il succo d’arancia. Sbattete gli albumi a neve. Versate lo zucchero rimasto e continuate a sbattere. Incorporate gli albumi montati a neve alla preparazione e versatela sulla pasta . Tagliate la seconda arancia a rondelle sottili e sistematele sulla torta. Cuocete in forno per 40 minuti.
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