"Dani, l'hai letta la posta?"
"No"
Che domande. Leggere la posta del blog è un'operazione che ancora non ci appartiene. il problema è reciproco, sia chiaro, perchè oltre ad avere ciascuna le proprie magagne, la Dani ed io condividiamo un denominatore comune di deficienze totali nel campo dell'informatica, gestione del blog compresa. Rispetto ai primi tempi, un po' più di dimestichezza c'è, ma da lì a ricordarsi di scaricare la posta di menuturistico tutti i giorni, ce ne corre.
"Ci ha scritto una giornalista della RAI del Friuli Venezia Giulia- che ci vuole intervistare"
Prevengo tutte le domande- "no, non ha sbagliato indirizzo, sì, vuole parlare proprio con noi, no, non andiamo in televisione, sì, non ci sente nessuno di quelli che conosciamo"- e le lascio formulare l'unico interrogativo che conta
"ma perchè ?"
Perchè è estate, anzitutto- e al pari del guardaroba, anche le scalette delle trasmissioni si alleggeriscono: gli argomenti pesanti lasciano il posto a temi più leggeri, le fronti corrugate si spianano in qualche sorriso e la parola d'ordine è levità, in barba alle prime pagine dei giornali e alla prova costume, che porca-miseria- neanche- quest'anno- etc etc.
E poi perchè si parla di collaborazione- e di collaborazione al femminile e di che cosa siano capaci di fare le donne, quando decidono di sotterrare l'ascia della competizione, dell'emulazione, dello sgambetto, per mettersi a remare insieme, nella stessa direzione, imparando ad accordare il proprio ritmo su quella dell'altra, in un lento ma costante sciabordìo, che è sottofondo e preludio delle grandi conquiste, quelle che hanno portato l'uomo sulla luna ma porteranno noi su Marte, quelle che ci schiuderanno gli orizzonti che meritiamo, le vette che ci competono, il culmine per il quale siamo state create....
"sì, ho capito, ma noi cosa c'entriamo?"
Ve l'ho detto, no, che su certe cose non ci arriva? In più, ora è a Bormio, in mezzo alle sue montagne, ai cavalli e alle caprette che fanno ciao e se mai pensa al blog è solo per giustificare la "scimmia da conserve" di cui è preda tutto l'anno, ma in estate ancora di più.
E così, mi tocca spiegarle che, a quanto pare, siamo diventate una specie di fenomeno. Un piccolo argomento per sfatare gli ultimi resti di un pregiudizio che vuole le donne per forza nemiche e un ancor più piccolo esempio di dove possa portare una sintonia, meglio ancora se ottenuta limando gli spigoli di due personalità diverse come le nostre.
"Hai capito, adesso? L'intervista verterà su questo argomento. Quando le donne collaborano, etc etc. Tutto facile, quindi. In più saran due minuti in tutto, la giornalista è simpaticissima, insomma, secondo me ci fai una porca figura che il giorno dopo a Bormio le caprette ti fanno la ola, altro che..."
Silenzio.
"No, Dani, senti, non è che io non voglia intervenire.... è che quel giorno lì sono a Savona, di sicuro sarò in un punto dove il cellulare non prende, in più magari in quel momento lì proprio non posso...e poi lo sai che ogni volta che apro bocca sparo cavolate e faccio danni..."
Silenzio alla seconda.
"Ok, Dani, mi vergogno. Mi vergogno come 10-100-1000persone vergognose che si vergognano, ma ci pensi, alla Rai?, che va bene che mio marito dirà subito che belin, lo sapevamo che il servizio pubblico stava cadendo in basso, ma così in basso non se lo aspettava", ma ti rendi conto di che onore che ci hanno riservato... menuturistico alla rai,è una roba che non potremo nemmeno raccontare, che chi vuoi che ci prenda sul serio...mi vien l'ansia al solo pensiero, figurati quando son lì...
"TIRIAMO A SORTE- e chi perde, va"
il resto, alla prossima puntata :-)
TORTA MORBIDA ALLE PESCHE E ZAFFERANO
(da Cioccolata & C., Speciale Estate)
Di solito, è difficile che prepari ricette "fresche di edicola", diciamo così: normalmente, compro le riviste, le sfoglio e le dimentico chissà dove, salvo poi ritrovarle nella stagione sbagliata, leggerle con maggiore attenzione, scoprire un sacco di spunti che mi erano sfuggiti, cospargerle di post it in attesa che il calendario faccia il suo corso e perderle di nuovo, non appena ciò avviene.
Perchè mi decida ad agire immediatamente, c'è bisogno della folgorazione: un ingrediente, un abbinamento, un tipo di portata che risvegli il neurone dalla modalità stand by in cui finisce in automatico, appena ho in mano una rivista di cucina, e lo renda abile a sorvegliare tutte le operazioni legate alla preparazione del piatto.
E' successo con questa torta- vista/meditata/replicata- sul cui esito, però, ho poco da dirvi, purtroppo. Infatti, ha spaccato in due la famiglia, cosa che di norma non succede, vantando un numero dispari che ha quanto meno il pregio di sbloccare da certi empasse. Ma con le pesche, ahimè, son fuori dai giochi: gonfio al solo vederle, figuriamoci a mangiarle.
E così, mi tocca parlare "de relato", testimoniandovi di una figlia letteralmente impazzita ("chefigata-chefigata-chefigata") e di un marito scettico ("lo zafferano rovina tutto"), senza poter fare da ago della bilancia.
Quello che posso dirvi è che si tratta di un dolce facile da fare, bello da vedere e di sicura riuscita, perchè non c'è stato bisogno di aggiustatine qua e là. In più, la fonte è una delle migliori riviste che ancora si trovino sul mercato, che si distingue proprio per i motivi di cui sopra: che poi sono gli stessi per cui ho deciso di pubblicarla comunque, convinta come sono che a me sarebbe piaciuta, eccome...
Al solito, il testo originale qui sotto e a seguire le mie note
tempo: 1 ora e 10
calorie 321 a testa
occorrente per 8 persone
150 g di farina
150 g di fecola di patate
25 g di cacao amaro
100 g di zucchero
120 g di burro
un uovo
2 pesche non trattate piuttosto mature
un cucchiaino di lievito per dolci
un cucchiaino di bicarbonato
la punta di un cucchiaio di zafferano
burro e farina per lo stampo
Come si prepara
Sbattete con le fruste elettriche il burro, lasciato ammorbidire a temperatura ambiente, con lo zucchero, fino a quando il composto risulterà soffice, quindi unitevi, sempre sbattendo, l'uovo intero. Sciogliete lo zafferano in 3 cucchiai di acqua bollente e fate raffreddare. Setacciate intanto la farina con la fecola, il cacao, il lievito e il bicarbonato e uniteli a cucchiaiate al composto di burro, alternandoli con lo zafferano sciolto. trasferite il composto preparato in uno stampo a cerniera da 20 cm di diametro prima iburrato e infarinato e fatelo assestare. Lavate le pesche, quindi privatele del nocciolo e tagliatele a fette piuttosto sottili. Affossatele leggermente nell'impasto partendo dall'esterno e creando via via il centro di una serie di cerchi concentrici
Come si presenta
Mettete lo stampo in forno caldo a 180° e cuocete la preparazione per circa 35 minuti (prova stecchino, deve uscire asciutto). Togliete dal forno, eliminate lo stampo e lasciate raffreddare il dolce su una gratella
Note mie
ingredienti
- Contrariamente a quanto potrebbe far pensare la mia passione per i dolci anglosassoni, non amo il bicarbonato. Probabilmente non riesco a dosarlo, ma sento sempre un retrogusto che trovo fastidiosissimo. Per cui, ogni volta che mi imbatto in questo ingrediente, lo sostitiusco, aumentando leggermente la dose di lievito.
- Considerate che, a causa della presenza delle pesche sulla sua superficie, questa torta non crescerà in modo pazzesco: resta estremamente soffice (la fecola e il burro fanno il loro dovere) ma non aspettatevi un bordo alto 4 dita, perchè la fisica ha le sue leggi- e funzionano anche in cucina
- La ricetta dice di usare pesche mature, io vi direi di no: dovete tagliarle a fette e questo prevede che facciate un minimo di pressione sul frutto. Le pesche mature si spappolano, senza ritegno: per cui, trovate una via di mezzo, che vi permetterà oltretutto di fare delle fette abbastanza sottili, più facili a sciogliersi
- La teglia: non ho usato uno stampo a cerniera, ma una normale teglia da dolci, del diametro di 22 cm, unta sul fondo e ai bordi con un po' di burro. Dopo pochi minuti la torta si staccava da sola dallo stampo e l'ho sformata capovolgendola su un piatto da portata- e poi capovolgendola di nuovo, sul piatto che vedete nella foto (neanche a dirlo, ho confuso i due piatti, per cui in foto c'è finito quello poco fotogenico, ma vabbè- ormai dovreste esserci abituati, qui sopra...)
procedimento
- fruste elettriche o anche robot da cucina, se lo avete- e tanta pazienza, perchè trattandosi di torta soffice, più aria si incorpora e meglio è. Idem per quanto riguarda l'obbligo di setacciare le polveri: con la farina, è sempre meglio farlo, perchè l'ossigeno che si crea da questa operazione "risveglia" gli organismi presenti nella farina e la fa lavorare meglio: ma quando si parla di preparazioni con poco lievito, che devono comunque essere soffici, si tratta di un passaggio obbligato.
- il primo che ride lo ammazzo, ma prima di capire come fare a sciogliere lo zafferano in tre cucchiai d'acqua bollente ci ho messo un po'- e lì per lì pensavo di dover far bollire tre cucchiai d'acqua in un pentolino. Basta far bollire un po' d'acqua, prelevarne tre cucchiai, metterli in un bicchiere e lì sciogliere lo zafferano. Chiedo venia per il dettaglio - che so che è superfluo per tutti- ma se mai ci fosse qualcuno imbranato come me, ecco: non sentiamoci soli...
- Per tagliare le pesche a fettine, non è il caso di snocciolarle, prima: basta tagliare tante piccole fette, il frutto in una mano, il coltello nell'altra, ed ecco lì che l'operazione è conclusa, senza nemmeno sporcarsi. La fettina si stacca bene da sola dal nocciolo- ed è per questo che vi dicevo di usare frutti maturi, ma ancora sodi.
- Cottura: 180 gradi a modalità statica per una quarantina di minuti. Lo stuzzicadenti non deve uscire asciutto, ma umido: altrimenti, la torta si seccherà troppo, al contatto con l'aria. L'essenziale è che esca pulito, senza grumi di impasto tutto intorno.