La mattina di Natale arriva la vicina proprio mentre stavo dando il latte a Elisabetta. Non potendo muovermi ed essendo gli altri in giro per la casa abbiamo iniziato una conversazione attraverso la finestra chiusa. Ora il mio giapponese non e` che sia proprio cosi` brillante, figuriamoci attraverso vetri chiusi! Ecco un riassunto di cio` che ci siamo dette:
Vicina: Non e` che vorreste dei "cachi"? Me li ha appena mandati un'amica da (non so che rinomata localita`).
Io: Ma, grazie, volentieri! Scusi il disturbo!
Vicina: Li volete cosi` oppure pelati?
Io: Ma no no, non si disturbi!
Vicina: No perche`, se volete, li faccio pelare da mio figlio quando torna a casa...
Io: Ma no, si figuri, andranno benissimo cosi` come sono, grazie!
Vicina: Allora ve li porto tra un po'!
E io giu` a pensare a questi giapponesi fin troppo gentili: non mi sembrava il caso di farsi pelare una montagna di cachi arancioni e duri, cosi` come si mangiano qua, dal figlio 50enne, che si sveglia alle 4 di mattina per andare a lavorare... Avra` ben altro da fare la sera quando torna che pelare i nostri cachi - senza contare che possiamo benissimo pelarceli da soli...
Dopo un quarto d'ora torna la vicina e la sento parlare con Tomo in giardino. Torna mio marito in casa e appoggia sul tavolo un sacchetto pieno di... ostriche (in giapponese "cachi", ma con un accento leggermente diverso dai "cachi" frutta)!!!!
E stasera a cena mia suocera a imprecare cercando un sistema per "pelare" 'ste ostriche corazzate senza rimetterci la mano!