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lunedì 8 maggio 2023

LULU'

 


E’ vero. Nonostante tanta vita esposta, sul blog non racconto come ci siamo conosciuti mia moglie ed io. Me lo ha fatto notare Valeria, carissima amica e blogger.

Sul blog poesie tante, riferimenti infiniti, viaggi e avventure insieme sì, ma non dove e come visti la prima volta.
Oltretutto un luogo ideale  che vive e palpita di sogno: il teatro.

E’ opinione comune che cimentarsi col teatro amatoriale  rappresenti un bel risparmio rispetto alla psicoterapia (divertendosi anche di più e, aggiungo io..  trovando magari anche la compagna di vita).

Venivamo entrambi da parentesi di vita difficile, Lulù ed io, e l’improvvisa e comune passione per il teatro ha cementato ancor di più questo idillio; alla base bisogno di stabilità, considerazione, voglia di custodire ed essere custoditi.

Troppe traversie fino ad allora, troppi compromessi.
E contemporaneamente il teatro a metterci a nudo, a creare consapevolezza, plasmare gioco, a disposizione ognuno dell’altro su un palcoscenico e di riflesso nella vita reale, un incredibile collante a costruire gruppo, intesa, empatia.. si lotta insieme per un risultato comune, un fronte unitario e cosciente da cui una nuova prospettiva di vita assieme, anche oltre quelle magiche tavole, prende tangibile esempio e motivazione.

Allora facile che all’incontro col teatro segua - davvero - l’Incontro con la Persona della tua Vita, che non potevi scorgere fuori da quel meccanismo di tavole di palcoscenico, copioni spiegazzati, camerini indecenti, perché ogni nuova storia ha bisogno di una scintilla; 
un “dietro le quinte” da mondo delle fiabe,
dove l’unica fiaba era, ed è, Lulù.

 

lunedì 27 febbraio 2023

LA STRANEZZA

Ci voleva questa deliziosa pellicola per rituffarmi con veemenza e disarmante esattezza  tra le memorie del mio amato teatro
- seppur amatoriale - .

Un estratto di vita di Pirandello (impersonato da un misuratissimo Toni Servillo), famoso fino al 1921 soprattutto per la sua letteratura e perseguitato da un immaginario teatrale che lo renderà immortale.

Il suo ritorno in Sicilia per la morte della sua vecchia balia, favorirà l’incontro con due cassamortari che si dilettano in recitazione, coinvolgendo l’intera comunità con le loro tragicommedie, sia sul palco che nelle trame di vita reale.


Uno spirito metateatrale che coinvolge a differenti livelli, e Roberto Andò lascia con maestria che il cinema partecipi attivamente alla moltiplicazione dei piani di lettura.
Il teatro non si ferma sulle scricchiolanti tavole di palcoscenico, respira altri copioni anche dietro le quinte, evoca storie appese nel foyer, abbatte la quarta parete sfaldando ogni immaginario divisorio, la platea finisce col possedere il palco e respirare gli attori,  e i tormenti del Pirandello, rivoluzionario drammaturgo, sembrano attingere proprio da questo verista e pulsante teatro amatoriale, dove anche i catalogati Ficarra e  Picone si esaltano in irrequietezza e improvvisazioni, offrendosi come spaccato di sofferenza reale mista alla catarsi recitativa, sovrapponendo riso e meditazione, sfogando le rabbie, gli insuccessi, le angosce ma cullando al contempo sogni e ambizioni.

Linee narrative che si intersecano negli occhi e nella mente di Pirandello, nobilitando un diritto d’autore sconosciuto, traendo spunto e linfa dalle vicende del piccolo microcosmo siciliano, rimanendo così affascinato dalle sue sensazioni da portarsele dietro, invitando i deus ex machina magari ad assistere alla sua prima, in un crescendo di sorpresa che lascia libera interpretazione a diverse chiavi di lettura, come si conviene a questo nuovo teatro che macina evoluzione.

E l'apparato cinema si riserva anche ulteriori soddisfazioni, miscelando con sapiente perizia luci, costumi e atmosfere, sospendendo lo spettatore tra sipari e controcampi, ma anche un particolare spaccato di società dell'epoca.

Forse la stranezza de La stranezza, è che non ne ho trovata affatto.


domenica 12 febbraio 2023

SANREMO FOLLOWERS


Be'.. non devo certo essere io a segnalarlo.. quest'anno ci si è buttati a capofitto sui social, tant'è che la prima ospite è stata la reginetta delle influencers, e cantanti e ospiti venivano segnalati non per i loro successi, ma per numero di "streaming", di "followers", di "meme" di "like su instagram", "tag" o "presenze su Spotify".

In fondo sono "solo" cinque giorni, e il baraccone offre lo spunto ma poi bisogna sopravvivere.

Io sono vecchietto praticamente e me lo ricordo il Sanremo di un giorno, e poi 2, poi 3, poi 4.. e da qualche anno cinque giorni strapieni.
Dibattiti, commenti, interviste.. spesso sul nulla più nullo (Si sono
 tirate l'acqua Arisa e Anna Oxa? E' vero che le rose de Blanco erano spinate?), questa la media.. in uno degli infiniti pre/post/para/prima/dopo festival ho sentito pure il tenero Nicola di Bari affermare col vigore che gli è rimasto: "Blanco però andava squalificato!" e la conduttrice con voce quieta e comprensiva da badante caritatevole: "Guarda che non era in gara, era solo ospite Blanco..".

Poi montagne di sviolinate femministe e subito dopo esempi di becera misoginia.
E alla fine cinque maschi che vincono, due maschi che si baciano, due maschi conduttori, un maschio al dopo festival ufficiale.. magari solo un caso eh!

.. e, come sottolineai lo scorso anno, qualcuno canta pure.. ;)

Conosco anche le obiezioni: ma perché lo vedi, ma cambia canale, ma lascialo a chi lo apprezza, ma chettefrega.. e non avete tutti i torti, ma in fondo fa parte dello spettacolo e importante è non prenderlo e non prendersi sul serio, perché lo sanno tutti che per la musica, anche per quella popolare, per quella da radio, per quella che manda avanti davvero il baraccone Sanremo è giusto una parentesi, un flash, una sgasata isolata, nessuno mai porta canzoni meravigliose a Sanremo, ma Sanremo le ammanta di caduca bellezza,  e quest'anno più degli altri aspettavo con ansia i miei Depeche Mode, che non so cosa e quanto c'entrino, però ci stanno e quindi, me li godo.

Eppoi come non segnalare il momento top dell'intero festival.. l'incipit dello pseudo comico Angelo Duro, con lui rivolto ad Amadeus: "Sto cretino, m'ha fatto uscire all'una meno dieci!" 


giovedì 18 marzo 2021

SMALLTOWN BOY


 

Era il 1984

Ascolto questo pezzo guardando il video sulla mitica MTV, mi innamoro follemente dei Bronski Beat e vado dal mio rivenditore di fiducia a chiedere notizie su questo sound incredibile. 

Mi brucia dicendo che, si, lo ha visto ma è robetta da videoclip, neanche uscirà mai un disco di questi..


Siamo nel 2021.

Dopo una vita, un pezzo che ancora sprigiona potenza e denuncia, con un riff,  una ritmica, un'armonia magica e fresca. 

.. e quel rivenditore credo venda castagne al centro, ora. 


lunedì 20 luglio 2020

IL PARADOSSO CHE ABITIAMO



Spedì una lettera
ma non ricevette risposta.
Telefonò ma  nessuno rispose.
Viaggiò fino a quel domicilio bussando senza esito.
Attese in strada che qualcuno si facesse vivo.
Chiese attorno ma non seppero fornirgli notizie.
Interrogò i vicini e lo credettero folle.
Attese paziente e vide raccomandate 
senza mai una ricevuta di ritorno,
scorse altre persone cercare quel condomino,
salì nel palazzo, individuò una porta mai aperta,
eppure familiare,
dal suono cupo, al ripetuto percuotere.
Oltre, intuì solo parete di calce morta.

Tornò a casa e riprese a scrivere.

Il destinatario delle sue missive,
non era poi così distante.





sabato 27 giugno 2020

I PRIMI QUARANT'ANNI... DI VERGOGNA!


Siamo tutti rabbiosi ed in ansia per la scomparsa di Regeni.
Per le reticenze del governo egiziano, per le nostre istanze deluse.

Ma vorrei vedere la medesima rabbia, lo stesso fervore,
per i morti di Ustica, e a cascata,
per gli innocenti della strage di Piazza Bologna,
che io collego da anni alla prima,
in un inquietante scenario di complottismo totale.

Del resto cosa meglio di un’altra strage
per distogliere l’attenzione dal disastro politico e militare di Ustica?

Credete davvero che questi politici, i loro mandanti e complici mondiali
si spaventino dinanzi a rimedi estremi?

Io no.


A molti di voi sembrerà che stia parlando di cose lontanissime.
I giovani sanno poco o nulla di Ustica, di Gheddafi, di ciò che rappresentava il mediterraneo all'epoca, delle frizioni tra grandi potenze: francesi, inglesi, americani, libici, egiziani...
si stavano spostando equilibri che potevano valere molteplici vite.

E di vite se ne sono perse da allora, almeno quindici morti tra incidenti e suicidi, tutte persone coinvolte all'epoca dei fatti.. per non parlare di prove materiali, bollettini di bordo, tracce radar.. una vera selva di omissioni, negazioni e ritrattazioni da parte di tutti.

Un vero schifo.

E intanto siamo qui dopo quarant'anni, senza aver cavato un ragno dal buco.

Ma a scandalizzarci per Regeni…


martedì 11 luglio 2017

MA A VOI, CAPITA MAI...




..di andare a rileggere vostri vecchi post 
stando attenti a cogliere cose che avevate forse previsto, 
magari intuito, 
o anche castelli crollati 
e ponti divelti come fuscelli dinanzi all'uragano?

A me si.. 
ed è come revisionarsi la vita, 
rileggersi e riconoscersi (o rimanere basiti), 
oppure prendere atto di quanto poco possiamo, 
o di quanto ancora siamo in grado di combattere, 
invece.

venerdì 2 giugno 2017

ANCORA PARATE...


Sapete già quanto sia insofferente ai militari, all'esercito, alle spese assurde che ci succhia questo apparato che per fortuna serve, almeno, nei casi di calamità.

Ma neanche abbastanza, come il terremoto del 24 agosto in centro italia ha vergognosamente testimoniato.

Pochissime parole oggi.. una Festa della Repubblica che diviene omaggio a questo ostentare una roba fuori dal tempo.

Speravo piovesse almeno, invece c'è pure il sole.  Almeno suderanno un po'.

mercoledì 10 maggio 2017

DISCUSSIONI


Una delle cose per le quali tendo a vantarmi è una presunta obiettività che voglio assolutamente mantenere in questioni come ad esempio controversie politiche tra amici, robe che mai travalicano un teorico buon senso, ma dove - quando infervorano gli animi - cocciutaggine e miopia cercano di difendere un ottuso attaccamento al proprio punto di vista che manco le cozze bretoni.

Si parlava della situazione a Roma con amici di ferma fede PD che tendevano a dimostrare come la Raggi (alla luce dell'immobilità di questi primi mesi) sia assolutamente non in grado di gestire politicamente la capitale d'Italia e come loro lo avessero predetto in tempi non sospetti, lucidi esperti di dinamiche politiche.
Io ho votato Raggi invece, stufo dell'incapacità che ha portato la capitale allo sfascio, ma anche pentendomene subito dopo, e soltanto guardando come la nuova sindaca mantenesse nell'organico politico (anche contro il parere dei vertici M5S) gentaglia fino a poco tempo prima appartenente al nucleo di mafia capitale.  Quando si dice che uno non si tappa occhi e orecchi.


Questi amici sostenevano - legittima aspirazione - il sogno di una Roma che divenga una piccola Svizzera, quindi inutile votare chi non ha ne' esperienza ne' tanto meno credenziali. 
Io facevo notare che quelli che avrebbero "esperienza e credenziali" hanno trasformato Roma in una città invivibile, quindi tanto vale provare chi, almeno in teoria, propone soluzioni alternative.

Ora la questione di fondo è che se per vent'anni la tua città è andata irreversibilmente affondando, governata da chi hai sempre votato tu (tranne la parentesi Alemanno che peggio me sento), e che nei sogni vorresti vivere in una specie di giardino fatato, come pretendi di riuscire nell'impresa continuando a rinnovare il mandato a questi reiterati banditi?
(e tralascio il piccolissimo particolare che l'unico esponente PD che sembrava voler rinnovare qualcosina - Marino - è stato fatto fuori proprio dal suo stesso partito...)


Da parte mia so bene che i cinque stelle non mi danno nessuna garanzia se non le chiacchiere, ma non possedendo la classica palla di cristallo per prevedere il futuro, tento, almeno, di metterli alla prova. E sempre precisando che la nuova giunta collusa con i residui di mafia capitale mi ha fatto andare immediatamente su tutte le furie.
Questo a dimostrazione che non si può argomentare di politica così come si tifa per la Roma o per il Milan.

Bisogna cercare di capire. Di aprire gli occhietti. Di mettere da parte le bandiere, gli slogan e i pregiudizi. 
Di ragionare a mente e cuore sereno.

Chi solo ora vede, e denuncia a gran voce, che "Roma fa schifo" mentre fino a ieri vivacchiava senza lamentarsi, abbia l'onestà intellettuale di comprendere che, specialmente in politica, nessuno possiede l'unica ricetta giusta.


Specialmente quando vedi, e tocchi con mano, che le medicine prese fino ad oggi ti stanno uccidendo. E neanche tanto lentamente.  


martedì 21 febbraio 2017

AGENDA PARTITO DEMOCRATICO



In anteprima l'agenda PD nel dettaglio:
tanto per fare chiarezza anche tra i simpatizzanti
non particolarmente addentrati nelle
specchiate dinamiche di partito:


dopo l'Assemblea che ha visto proposte di mozione
ci sarà la Direzione coi suggerimenti,
l'Adunanza con le indicazioni,
la Riunione con le idee
il Convegno con le eccezioni,
il Meeting con le avvertenze,
la Seduta con le esortazioni,
il Seminario con i consigli,
il Raduno coi pareri,
il Colloquio coi contrasti,
la Segreteria coi proclami,
il Congresso con le Primarie,
la Scissione con le epurazioni.




venerdì 1 luglio 2016

SEI MESI DI PROVE



 Conoscenza dello spazio scenico e degli altri attori, grado di adattamento e iniziativa che ognuno di noi riesce a generare e provocare, attività di laboratorio, fare “officina” e conoscenza per poi iniziare a lavorare su un canovaccio acquisito.


Il teatro è tutto questo, unito a quella sensazione prodigiosa dello scricchiolio delle tavole di palcoscenico, una percezione che misura la tua presenza e l’essere circondato da una struttura magica, permeata di pignoleria e dolcezza, di copioni vissuti e nervosamente spiegazzati, dell’odore del buio, della quinta che ti protegge e poi ti ribalta in scena.


Sarai tu sul palco, eppure avverti come un distacco, un altro da te, che conosci, sia chiaro, ma che impersona, assieme al personaggio di turno, le tue personalità che vengono a trovarti mentre reciti, mentre impersoni sogni di altre esistenze, movimenti e vita.

E finalmente eccoci, il teatro è colmo, luci accese, brusio sempre più forte che inquieta il silenzio gonfio di adrenalina al di qua del sipario, tra quinte esaminate mille volte, oggetti di scena ricatalogati all'esasperazione, entrate e uscite numerate, dissezionate.


Manca un nulla. Il teatro è pieno, le luci in sala affievoliscono.
Mi accomodo in poltrona curioso.

Il mio alter ego esordisce oggi.

















sabato 12 marzo 2016

SE MUOIONO GLI IMMORTALI...



E' morto Keith Emerson.

Sono cresciuto con la sua musica, sulle sue note, tra cenni delicati di piano e devastazioni di moog.
Il carattere eclettico lo devo sicuramente anche a quel tipo di musica che ho sempre ascoltato.

Fuori da ogni schema. Capace di reinventarsi ad ogni sfioramento di tasti.

Progressive su tutti. Ed Emerson, Lake & Palmer paladini su tutti.



Quando arrivano queste notizie, perdi il sorriso.
In mente una valanga di suoni, negli occhi feste da palcoscenico con "tastiere accoltellate" e una furia musicale abbinata a tecnica, genio e virtuosismo (ho visto solo lui suonare un Hammond al contrario, da dietro..)

Rifletti incredulo sulla caducità della vita.

E pensi "lui no". Ma succede invece.

Solo che ora prendi un cd, e lo fai rivivere immediatamente. Proprio ora.

Proprio adesso.

Ciao Keith!  Bentornato!




sabato 19 dicembre 2015

ANTONIO REZZA "ANELANTE" (L'ALTRO TEATRO...)



Rezza è per certi versi rassicurante nei suoi eccessi, nelle sue tiritere musicali, coi suoi ritmi indiavolati, col suo ingarbugliarsi di parole.

La rende musica, la parola.

Senza uno strumento in scena mette su un concerto di voci e corpi, danze mentali che scuotono il convenzionale, che tirano giù dal letto il nostro stantìo approccio al teatro, fanno a fettine le nostre credenze e pure i nostri armadi ricolmi di scheletri.

Rezza libera liberandosi.



I suoi personaggi folleggiano facendo pensare ognuno alle nostre inutilità quotidiane. Ai nostri falsi miti. Alle nostre necessità che non si realizzano perché rimaniamo schiavi. Probabilmente preferiamo rimanere schiavi.
Rezza ci da una scossa.
Stavolta con l'aiuto di altri quattro artisti eclettici, in corpo e voce, come lui, a riempire lo spazio e il vuoto, una scenografia con una sola parete piena di buchi/finestre (un must tocca ammetterlo..complice l'eterna collaboratrice Flavia Mastrella) dalle quali appaiono e scompaiono mille spunti e mille provocazioni.



Ma non c'è un angolo di palco che non venga coinvolto. Non c'è un briciolo di cervello che non venga sferzato. Un grammo di sensibilità che non venga sollecitato.

Assistiamo allo spettacolo delle nostre assurdità. Quelle che portiamo in scena ogni giorno convinti di fare bene.

E invece ossequiamo un diritto d'autore sconosciuto.
Che dispone di noi come vuole.


martedì 10 febbraio 2015

BIRDMAN - L'OSCAR SUBITO...



Birdman ti prende per mano, ti solleva dalla poltroncina coi suoi minipoteri che emana ed evoca, ti intrappola sullo schermo che non hai ancora finito di sitemarti il soprabito sulle ginocchia e ti conduce per mano in un superpianosequenza dove srotola comicosurrealeactiondrammagrottesco a ritmi in/consueti, dove anche una meravigliosa colonna sonora sincronizza suono/immagine/movimento in un tutt'uno.
Sei calamitato da scene e dialoghi che ti si sciolgono addosso e avviluppano in quel iperrealismo al quale ti costringe la camera in continuo divenire.
Ma che comprende anche pause, le pause che noi, nel nostro quotidiano - personalissimo - piano sequenza, giriamo con innata naturalezza, respirando lentamente quasi a riprendere fiato.
Michael Keaton è Riggan Thomson. E' divenuto famoso grazie a Birdman, un supereroe alato: tolto il costume, ha imboccato la via dell'oblio.
Nel film cerca di affrancarsi definitivamente da questo ingombrante e inquietante fardello mettendo in scena una pièce di Carver.
Il contorno della compagnia teatrale, dei fantasmi, delle nevrosi, delle rivendicazioni di ognuno di questo eterogeneo gruppo dove ci muoveremo in claustrofobico e frenetico circolo tra palco, quinte, camerini e le immediate vicinanze del teatro, è il terreno di gioco scelto da Inarritu.
Un elogio alla vita teatrale che, modesto calpestatore di palchi e retropalchi, ho avvertito in tutta la sua potenza, quel dietro le quinte che palpita di copioni in ebollizione, di correzioni in corso, di metodi che si scontrano, di alleanze e strategie, di amori rubati in corridoio, di recitazione trasudata, viva, eccitata, come solo chi ha costruito spettacoli riconosce a pelle; le porte da aprire, le tende da scostare, la scelta del tempo, gli oggetti di scena a suggerirti la battuta.


Un clima di teatro pulsante dentro un film che scorre al quel ritmo, ritmo di piano sequenza. Che è la velocità del teatro.
Una commedia dura due ore e tu sei là. O sul palco o dietro. O in poltrona col pubblico, a srotolare tempo in diretta. Poi c'è il cinema, certo, e riprese che possono durare anni, le meduse spiaggiate ad alimentare il Birdman introspettivo, quello defilato, quello che l'atto inizia in camerino e la scena madre la sfoderiamo al bar, per distruggere la critica che vuole distruggerti, volando radente solo con le parole.
Quello è il Birdman che si libra alto anche uscendo da un taxi, che schianta il destino, con gli schizzi di saliva esaltati dal controluce, che si pulisce la bocca con tutto il genere umano, che ricrea e dona nuovo vigore a Carver anche se nei bicchieri non c'è whisky ma tè.
E noi lì a goderci uno spettacolo che sembra chiuso in sé ma spazia e smonta il mondo, quello del cinema, del teatro e del virtuale (coi social che ti creano e ti distruggono in un clic), e ne incrocia e sovrappone i linguaggi affidandosi ed elevando anche i coprotagonisti (deliziosi i Norton, le Stone, i Galifianakis) in qualità di assoluti mattatori ad ogni (piano)sequenza.
Non è un caso se Keaton e Norton poi, abbiano vestito i panni di supereroi nel loro passato cinematografico, purificandosi ora nella definitiva archiviazione di un cinema che Inarritu rilegge con grazia estrema e “imprevedibile - ma non troppo - virtù”.

Un film coi superpoteri. Davvero voglio crederlo. 
Occhio a non uscire volando dalla sala...


mercoledì 7 gennaio 2015

JE SUIS CHARLIE



Ho sempre sognato che potesse essere la satira a distruggere l'odio e le armi.
Sognavo missioni a colpi di matita

Una risata seppellirà tutte le guerre.

Poi accade che l'odio formato guerra, impotente contro i medesimi soprusi, contro i fanatismi,
contro la parallela voglia di uccidersi, cambi istericamente obiettivo.

Si rivolti contro quella risata.

Ma per quanto sia grande il dolore che provoca.

Ne rimarrà sepolto.

venerdì 26 dicembre 2014

FENOMENOLOGIA DEL MOZ -

Tutto iniziò da Penna Blu col suo Perché devo leggerti?, al quale replicò Miki Moz con un illuminante Perché mi leggete?

Ed è una domanda che ripropongo qui tentando di sviscerare il successo del nostro eroe, dodìcenne nell'anima e nell'entusiasmo, sicuramente tra le sue sue armi più efficaci.

Eterno Dodicenne e Boss della Lobby dei Cazzari. Stronzo, snob, cinico, sessista, razzista. Amo scrivere, ideare e organizzare.
Ecco come si autodescrive MikiMoz Capuano nel suo mitico blog

Colpiscono dopo la soavità favolistica dell'eterno dodicenne, le controindicazioni dettate dall'autodenuncia di nefandezze quali boss, lobbysta, cazzaro, stronzo, snob, cinico, razzista. Per la serie: metto le mani avanti e non potrete prendervela per nulla che leggerete di non garbato o garbante.
Miki è l'unico sul web che ha messo a posto una tipetta come Silver SilVan che da secoli fa saltare i nervi a tutti quelli che scendano sul suo terreno scomposto (me compreso).


Miki sembra vederci più lontano di tutti. Ma forse non "sembra", ci vede davvero. Miki pare abbia scoperto più di un universo parallelo, come ci annuncia gioioso nel mitico finale del suo secondo e recentissimo Blogpanettone.

Miki li costruisce in serie i suoi universi.

Miki scrive, legge, commenta, racconta in breve, in lungo e in largo; twitta, posta, feisbucca; critica, struttura e destruttura, infoturisteggia, cucina, filma, tramezzina e panineggia, cena fuori, masterizza, invita a pranzo, organizza eventi, batmaneggia, trolla e cinematografa; annuncia, webvidea, amministra, allena; intervista, seduce e sponsorizza; addobba e sparolaccia, non ci crede ma parla di Dio meglio di tanti preti che conosco;
edita, monta, scenografa, sceneggia, taglia e cuce, mixa, sonorizza, produce e youtuba; croupiereggia, indaga e sputtana (la mia truffa da mille euro  docet..), uozzappa, callcentereggia e essemessaggia; 
tagga e bookmarca, linka, logga e interfaccia.

E' regista, masqueraxatore, curatore; disc jockey, presentatore, mozgus, disegnatore, fumettista, fotografo; progettista e pasticcere (le due cose non per forza separate.. ahah..), stuntman, webmaster; junkfoodista e pelùlologo, tecnico del suono/luci/audio ed effetti speciali, ristoratore, bancarellista, castellano (di Greyskull), spammatore, taroccologo, stilista, coreografo e costumista, graphic e nachos designer, installatore, blogantropo, correttore di bozze, guida turistica, berserkologo e giornalista, viaggiatore, fine osservatore e poeta.
..e chissà quanto altro ho colpevolmente dimenticato o ancora mai saputo.. 

Affezionato ai nonni, alla famiglia, agli amici e alla sua cucina, alle sue collezioni, a suoi pupazzetti, alle sue serie tv, alle sue soap e ai suoi snack, ai giochi da tavolo e ai retrògames, amante viscerale della sua immagine tridimensionata e traslata nel web.

Certo non porta il motorino e non va in auto. E questo mi era difficile crederlo, fino a quando non ho scoperto che sono i luoghi a recarsi da lui, e non viceversa.. e anche le percezioni, i colori, le forme, si tramutano a suo piacimento.
Può vivere in un mondo arancione dove noi brancoliamo in bianco e nero e su una linea irrimediabilmente piatta.


Chissà se mi legge ora, alla fine di un'altra discesa dall'ennesimo mondo parallelo, con lo snowboard che cola ghiaccio tritato e il fiato scomposto a nebbiolina che tracima da quel sorriso monello.. 

domenica 20 luglio 2014

IL MAGO APPRENDISTA



E il mago apprendista,
sparì all'orizzonte,
con un sol colpo
di quieta bacchetta.



Cento carte da gioco
rimasero sul palco,
condannate a solitari in astuccio,
sei conigli bianchi e neri
a far tana in un cilindro,
una donna tagliata in due
in eterno divisa sulle sue scelte,
mille foulards in un bastone
che mai sapranno sciogliersi al vento,
quattro colombi cuciti in un frac
che tuberanno per sempre al buio.



Quel mago apprendista,
all'ultimo incanto,
pretese un applauso senza mai fine,
lasciò basiti proscenio ed astanti,
maestranze e vallette interroganti,
un’intera famiglia con le dita incrociate,
una contessa dimessa in trance,
tre bimbi ad abbaiare,
un canarino per sempre in gabbia.


La quieta bacchetta
rimase sul posto.

Del mago sparito
un flebile aroma.

Di tutti noi altri, il fiato sospeso.  



giovedì 17 luglio 2014

PAUSA PRANZO


Basito dalla sospensione "umanitaria" dei bombardamenti in MO tra le 10 e le 15.
Mi ha ricordato molto l'uscita di Benedetto XVI contro le bombe. A grappolo.

Se penso che Beckett immaginava di farlo lui, una volta, il teatro dell'assurdo.

lunedì 21 aprile 2014

NESSUNA RESURREZIONE. JESUS CHRIST SUPERSTAR, SEMPLICEMENTE, NON E' MAI MORTO...



Attorno ad un impianto di musiche, realmente evergreen, al cui confronto certe celebrate musichette moderne appaiono inascoltabili nenie, Jesus Christ Superstar, Al Sistina di Roma fino al 1 giugno, si erge magnifico ed inossidabile spettacolo, come il suo messia Ted Neeley che da quarantanni sfoggia freschissimi acuti affabulando masse estasiate.



Lo show vola via seminando fascino con una scenografia agile e discreta, supportato da piattaforma girevole e strutture a tubo ad esaltare il corpo di ballo, i movimenti, gli attori, i Negrita funzionalmente inseriti a pompare le splendide musiche in pieno choc mistico,  spina dorsale di un'emozione sempre al vertice.



Alcune invenzioni di grande impatto visivo ed emozionale, come gli inserti video sulle atrocità dell'umanità scandite al serrato tempo rock delle 39 frustate a Gesù, o l'ingresso in sala dall'esterno di Giuda e lo stesso Gesù annunciato dalla diretta video in sala, arricchiscono ancor più, se possibile, la carica contagiosa che tracima dal palco.



Uno spettacolo che vola via in un amen scolpendo emozione e sorpresa e mischiando memoria e meraviglia per un'opera immortale quasi come il suo Protagonista; tra giochi di luce, acrobati, melodia e ritmo, sacro e profano in assoluta simbiosi, tra ripetute standing ovation di platea rapita. 

Tutto miracolosamente splendido, verrebbe da dire, 
E l'avverbio, stavolta, ci sta veramente da dio..  


sabato 16 novembre 2013

MOMIX Roma, Teatro Olimpico




Non si tratta di farsi piacere la danza, seppur moderna.

Momix sollecita altrove attenzione e curiosità.


Mixa magia ed acrobazia, mimetismo e grazia.
Ritmo e musica assecondano movimenti
dalle fascinose sincronie
annullando lo spazio palco/poltrona.


Momix attira l’occhio in tranello perpetuo,
lo sparpaglia sul palcoscenico
fornendo nuove prospettive.



Se tenti di seguire l’insieme, il particolare ti stregherà,
se vuoi accostarti tridimensionalmente,
perderai ogni traccia.


                                          Lasciati conquistare.


Anche il fiato rimarrà sospeso.