venerdì 3 marzo 2023

Chiedimi perché ti odio

 A te che, dopo avermi comunque dato tanta gioia, hai deciso di avvelenare ogni ricordo approfittando vilmente della mia cieca fiducia, del mio desidero di saperti felice e realizzato

A te che hai messo le mie cose nei sacchi della spazzatura e me le hai portate il giorno stesso in cui mi hai lasciata

A te che mi hai fatta piangere al ristorante, proponendomi di tornare insieme a patto che smettessi di essere "sciatta"

A te che "sono veramente sorpreso da questo ritorno di fiamma per te, non me l'aspettavo"

 A te che hai pensato bene di specificare che ai primi approcci sessuali con l'altra "non ti si drizzava", quasi la cosa dovesse farmi sentire meno tradita

A te che per cercare di riconquistarmi hai pianto miseria e psicofarmaci, facendo leva sulla mia indole da crocerossina 

A te che non mi hai mai fatto visite a sorpresa, salvo fare una piazzata di 3 ore sotto casa di mia mamma perché uscivo con un altro

A te che hai problemi con la rabbia e non hai "alcuna intenzione di risolverli"

A te che hai quasi quaranta anni e non sai ancora cosa vuoi

A te che per tua stessa ammissione non vuoi amare






martedì 28 febbraio 2023

Identità fragili

Meggy è il mio nuovo ragazzo.  
Quando sono con lui il mio stomaco si apre, gonfiandosi in tutte le direzioni come una vela riempita dal vento. È impensabile non assecondare la fame e, ancora più spesso, la gola. La bulimia è impensabile. 
Sono pronta ad accogliere tutto, a non negarmi niente, a non punirmi. Fanculo Amore e Morte.
Amore e Cibo. 

Credo dipenda dal fatto che poi, nel resto della mia quotidianità, non mi sento affatto amata e odio molto. Il capo che mi bullizza, l'ex che mi ha tradita,  il vicino che mi ha inciso una X sulla portiera, lo sbirro nel palazzo che si lamenta se ridiamo alle due di notte, salvo aggredire verbalmente i figli adolescenti a qualsiasi ora del giorno, e con una veemenza tale da farmi chiedere se non sia il caso di chiamare la polizia (l'ironia). 

Il mio ego ne risente.
Si aggrappa a qualsiasi cosa per rassicurarsi che no, non sono una persona così abietta da meritarsi tutto questo. E allora mi sforzo disperatamente di trovare una morale alla favola, di tirare le fila con una riflessione etica che metta una pietra su queste brutture, possibilmente una lapide.

Ma questo cercare continuamente una risposta, un "senso", non è altro che un riflesso del mio ego fragile. Voglio sentirmi migliore di queste persone, e adeguatamente armata per affrontare il mondo senza lasciarmi scalfire da loro. 
La verità è che non lo sono. Né migliore, né inscalfibile, intendo. Dovrei accettarlo.

Tra tutti comunque la medaglia d'oro all'odio va al mio ex.
Come ho potuto trascorrere 9 anni insieme a lui senza rendermi conto che che non aveva spessore?
C'era una canzone di Sarah Slean che recitava "I can't see them when they're walking sideways". Ora me lo immagino proprio così: bidimensionale, come un cartonato. Lui che era così fiero dei propri muscoli, della propria presenza fisica.
Ha voluto sapere solo questo di Meggy: "è più grosso di me?".
Che mascolinità patetica. In termini di fragilità, ero in buona compagnia. 





giovedì 13 ottobre 2022

Sonnambulismo

Il fattaccio è questo: dovrei andare dallo psicologo. 

Troppe cose si stanno susseguendo nella mia vita e a volte mi sorprendo ad osservarmi in terza persona, come uscita dal mio corpo, e mi chiedo « Sono veramente io la persona che sta vivendo tutto questo? ».

Credo che sia perché non ho ancora metabolizzato veramente un cazzo.
Mi sono messa a tavolino con me stessa e mi sono detta da sola: da oggi le nuove regole sono queste, zitta e mosca

Ma il tempo vola ed io continuo a sentirmi in un sogno, un generico sogno, né incubo, né fantasia idilliaca, ma comunque irreale. 

John Everett Millais - La sonnambula

giovedì 18 aprile 2019

"Può bastare"


...è un pensiero ricorrente in questi giorni. Visto che mi manca la bussola, e di conseguenza anche il senso della misura, mi autoprescrivo coscienziosi dosaggi medi per tutto quello che concerne la mia vita. Sonno, cibo, allenamento, vita sociale, etc.

Mi sembra che sia tutto leggermente fuori posto, come quando ricopi qualcosa sulla carta da lucido e poi la sposti di qualche millimetro. Tutto viene sfalsato. Faccio finta di niente ma la mattina mi sveglio presto, di soprassalto, e vado a controllare che mia mamma sia viva.

Stavo facendo un sonnellino quando il moroso si è seduto accanto a me sul letto e mi ha detto che un nostro prof all'università si era suicidato. "Cosa?" gli ho chiesto, incerta di stare sognando. Me l'ha ripetuto. Pare che avesse ricevuto una diagnosi molto grave.

Lo stimavo immensamente per la sua cinica logica. Il suo corso mi ha cambiato la vita.

Prego solo che abbia pensato anche lui "può bastare" e preso freddamente la decisione.
L'alternativa mi spaventa profondamente e mi fa venire voglia di piangere da qui all'eternità.

mercoledì 10 aprile 2019

Strappo

Prima o poi tutti facciamo conoscenza con malanni che riemergeranno periodicamente nella nostra vita. C'è chi ha la sciatica, chi le articolazioni consumate, chi l'allergia. Io ciclicamente prendo degli strappi... al cervello.

Ogni tot, quando mi arriva una brutta notizia (non per forza catastrofica, solo brutta), il mio povero encefalo cerca di incassarla come sempre, ma prende l'equivalente di uno stiramento e inizia a zoppicare.

"Mi sono fatto male, quindi da adesso in poi fa schifo tutto"
decide, capriccioso. "Niente di quello che una volta mi dava piacere lo fa più. Le giornate sono interminabili pagliacciate. Non voglio interagire con niente e nessuno. Lasciatemi dormire (anche se faccio un solo incubi)".

Non è la prima volta che mi succede e verosimilmente questa (innescatasi un fatidico giovedì fa) non sarà nemmeno l'ultima. Ci ho fatto pace.

Sono una specie di spettatrice scazzata da una pausa pubblicitaria tediosissima e infinita, affatto stimolante sotto qualsivoglia punto di vista. Eppure devo portare pazienza.
Potrebbero volerci giorni o settimane o mesi, ma prima o poi il film ricomincerà.
L'ha sempre fatto.



martedì 26 marzo 2019

#

Molte volte ho cercato di capire di che colore avessi gli occhi, ma da tempo mi sprofondano nel viso come sassi in lenta, perenne caduta. Se il sole penetra con la giusta angolazione nei pozzi che si sono scavati tra le mie tempie, allora baluginano brevemente come specchietti da segnalazione, e perlomeno mi rassicuro che ci siano ancora. Ma a detta di tutti la loro diserzione mi dà un aspetto imperscrutabile, da animale ottuso. 

A volte per la frustrazione me li cerco con le dita... e con sconcerto mi ricordo di avere la testa completamente vuota, cava e soda come una palla da basket. Se apro la bocca i pensieri sibilano fuori con rumore di pernacchia, spinti dalla pressione. 
Anche questo lascia la gente molto interdetta.

martedì 5 marzo 2019

Cara psic

Stamattina la psic rideva e, congratulandosi dei mesi trascorsi, esclamava: "Per carità di Dio non tocchiamo niente!" riconfermandomi la terapia.
Mi diceva "che carina oggi!" e commentava il colore del rossetto che non indossavo.

Io che in queste settimane mi sento sciapa, grassa e senza direzione, prendevo tutte queste belle parole intimidita come una ragazzina.
Lei è un tipo spiccio, allegro, senza fronzoli, tutte cose che apprezzo molto.
Mi fa venire la voglia, l'ambizione, di rientrare in quell'ufficio calzando la mia vita e la mia pelle con più disinvoltura. Vorrei darmi una raddrizzata, pensare meno e fare di più, essere come il mio cane che si veglia ogni mattina entusiasta, pronto a giocare.

Se mi fa questo effetto, è una buona psic.