mercoledì 18 dicembre 2024

IL ROBOT SELVAGGIO: PER METTERE A DURA PROVA ANCHE LE CANAGLIE PIÙ CANAGLIE

 La DreamWorks batte sul tempo la Disney e fa uscire il suo film natalizio molto prima di Mufasa, ma entrambi non hanno nulla a che vedere con il Natale vero e proprio, se non che qui ci si passa un inverno insieme agli animali della foresta.


Sto parlando di Il Robot Selvaggio, che infatti ho visto ormai più di un mese fa, e son contento di averlo fatto, dove c'è un robot creato per essere al servizio degli umani, che per errore finisce su un'isola abitata solo da animali ed un piccolo di oca che esce dal guscio, per l'effetto del l'imprinting, crede che sia sua madre. 
Da lì si parte con tutta una serie di avventure duranti le quali il robot farà la conoscenza e amicizia (con anche qualche contrasto) di tutti gli abitanti dell'isola, aiutandoli a passare anche il rigoroso inverno che arriva, mentre il piccolo volatile si dovrà preparare per la normale migrazione con tutti i suoi simili. 
Ad un certo punto ho pure fatto un "salto in lungo e in largo con il balzo di rimbalzo" per una chiara citazione di Laputa - Castello Nel Cielo di Miyazaki

quando ho visto il robot con il muschio addosso. 
E l'altra citazione riguarda invece le sentinelle di Matrix, anche se nel film delle Wachowski erano molto più minacciose,

nonché quel "Moriremo tutti!" buttato lì in una scena concitata e che secondo me arriva dritto da La Gang Del Bosco.

Grandi chicche del doppiaggio originale con le voci di Katherine O'Hara, Ving Rhames, Mark Hamill, Pedro Pascal, Bill Nighy, ma anche quello italiano è perfetto. 
Si parla già di un sequel basato sul secondo libro di Peter Brown, La Fuga Del Robot Selvaggio (ma sulla carta in origine il robot era "selvatico") ed io non posso che esserne felice perché... eh, si, perché la maledetta DreamWorks mi ha smosso qualcosa o forse mi è finito un robot nell'occhio...

martedì 17 dicembre 2024

VITA DA CARLO 3: PERCHÉ SANREMO È SANREMO!

 Allora... Devo dire innanzitutto che dopo quel FILM "sóla" (che cerco di dimenticare, ma non ci riesco) avevo diffidato della serie Vita Da Carlo quando stava ancora su Prime Video.


Ma la terza stagione, passata già dalla seconda su Paramount +, vede Carlo Verdone che viene proposto come direttore artistico del Festival Di Sanremo e la cosa mi ha messo una certa curiosità dato che sono uno dei pochi che dice apertamente che Sanremo lo guarda ancora, ci sia chi ci sia.
Certo, con l'aiuto di Raiplay però, così non mi tocca fare le ore piccole, ma questo è un'altro discorso. 
Quindi vedere Carlo Verdone, che in realtà ha davvero qualche legame con la musica perché suona la batteria (lo ha fatto anche con Venditti), impegnato in una faccenda che già di suo desta il mio interesse è una cosa di cui non mi sentivo di saltare a pié pari.

Anche perché questo Festival così come lo conosciamo sembra che prima o poi potrebbe anche cambiare aspetto dato che si parla di altre città interessate alla manifestazione, quindi potrebbe non essere più solo legato alla cittadina ligure in provincia di Imperia (da tempo viene chiamato infatti Festival Della Canzone Italiana, seppure l'attenzione sia sempre più puntata sul personaggio che sul brano in gara), ma anche finire sotto qualche altra rete televisiva dato che la Warner Bros, che ha anche grossi interessi musicali, è la proprietaria della Nove e nel frattempo si è già presa Amadeus... così per portarsi avanti... 
Ma per ora sono solo gossip e per stavolta Carlo Conti rimarrà a condurre il tutto dall'Ariston come da copione. 
E a proposito di copione, tornando alla serie tv, parlando di musica e televisione non potevano mancare camei di personaggi famosi ad interpretare loro stessi, e ce ne sono tanti da Serena Dandini a Roberto D'Agostino, ad Ema Stockolma, nonché diversi cantanti, ovviamente dato che si parla di Sanremo. 
Tutto bene, ma comunque adesso non so dire se andrò a recuperare le stagioni precedenti dove nella prima l'attore romano viene proposto come sindaco della sua città e nella seconda cerca di fare del "cinema d'autore" dato che, nella maggioranza dei casi, ti va bene una volta "sóla"... 

lunedì 16 dicembre 2024

SPAGNA E FRANKENSTEIN JUNIOR HANNO QUALCOSA "QUASI" IN COMUNE

 Mentre ieri sono caduti i 50 anni dell'uscita nelle sale statunitensi di Frankenstein Junior, del quale ho parlato già in occasione del suo RITORNO NELLE SALE sotto Halloween e ancora almeno un altro paio di volte in altre occasioni, oggi è il giorno di un altro compleanno che tocca ad una nota cantante italiana, la quale raggiunge invece lei quota 70, e, anche se dire l'età di una signora dicono che non sia carino, io lo posso fare perché son canaglia di mio.


Sto parlando di Ivana Spagna, che nel periodo "disco" si firmava solo Spagna e aveva, in quel 1986, lanciato una moda tutta di giacche con alamari e pizzi che mischiava un po'l'Adam Ant pirata/ussaro con la Madonna dell'epoca,

ed una capigliatura leonina (anche un po' la Bride Of Frankenstein della foto in apertura, se vogliamo restare in tema di anniversari, eh...) anche quella diventata in quel periodo il suo marchio distintivo. 
Dalle discoteche poi passerà per Sanremo cantando in italiano con il nome completo come anche in Il Re Leone della Disney mettendo da parte definitivamente quella criniera cotonata (che però vedi che era già negli anni 80 come un presagio).

Ci vuole certo una sua canzone adesso, ma invece delle solite Easy Lady o Call Me o, appunto, quella del film (che tuttora canta quando fa delle ospitate nei programmi tv oppure nei locali estivi), preferisco postare una piccola chicca abbastanza rara che avevo in radio nei primissimi anni 80, cioè un 45 giri a nome di Yvonne Kay dove l'Ivana appariva già con i capelli sparati (eh... questo voleva dire stare negli anni 80), ma ancora castani, con il quale debuttava ed era una cover italo disco della nota I'VE GOT THE MUSIC IN ME


che nei primi anni 70 era cantata da Kiki Dee, quella del duetto con Elton John più o meno dello stesso periodo. 
Auguri Ivana! 

domenica 15 dicembre 2024

A CHRISTMAS KISS - UN NATALE AL BACIO: ATTENZIONE PERÒ...

 Prime Video continua con gli scherzi natalizi, che forse non sa che si fanno a carnevale, ma vabbè...


Il film A Christmas Kiss - Un Natale Al Bacio, non è un film con la nota rock band di Detroit fondata da Gene Simmons e Paul Stanley, ma una commedia zuccherosa dove un'assistente si innamora del fidanzato della sua odiosissima capa dopo che è scappato un bacio malandrino in ascensore, ma lui fino all'ultimo non la riconosce perché lei era truccata in un modo che al confronto Lady Gaga pare una personcina timida e modesta. 

Ecco, il film sulla piattaforma viene presentato come del 2024, ma qualcosa non mi quadra da subito perché già quel makeup cominciava a farmi pensare addirittura agli anni 80/90, e poi le immagini sembravano dei 4:3 ritagliati in 16:9, finché ad un certo punto salta fuori pure un Blackberry, ed io di Berry tollero solo Halle...

Mmmh... Qui "sola" ci cova. 
Al che da un rapido controllo su internet allora scopro che il film in realtà è del 2011 ed è una delle solite produzioni a bassissimo costo fatte in serie delle quali si fa le scorte Tv8 per i suoi PALINSESTI NATALIZI
Brutto, banale, recitato male, ma forse quindici anni fa poteva sembrare accettabile... per Tv8, che però non esisteva ancora perché nel 2011 era ancora MTV dopo che, da tv tutta musicale, aveva cominciato ad allargare il suo pubblico diventando un po' meno settoriale

(eh si, mandava in onda anche Neon Genesis Evangelion per cui la ringrazio tuttora) e con la quale ridevamo molto meglio per cose come Scrubs... 

sabato 14 dicembre 2024

DAVID GUETTA GUARDA ALL'ORIENTE (E ANCHE AL CINEMA)

 Anche oggi un sabato musicale contaminato dal K-Pop con le sei IVE in collaborazione con David Guetta e la loro SUPERNOVA LOVE


che prende in prestito un famoso riff da Forbidden Colours di Ryuichi Sakamoto (SCOMPARSO lo scorso anno) e lo rende tutto dance, mentre il brano originale arriva dalla soundtrack del film Furyo del 1983, il cui titolo originale era Merry Christmas Mr. Lawrence (ma in Italia arriverà così rinominato l'8 febbraio del solito prolifico 1984) con Tom Conti, David Bowie


(sul quale il furbo marketing aveva fatto molta leva come si vede dal poster) e lo stesso Sakamoto, cioè un'altra di quelle pellicole degli anni 80 che tutti andammo a vedere spinti sia dalla presenza del Duca Bianco che dal traino del pezzo alla radio e pure in discoteca dato che vantava anche già allora una versione dance, credo anche qui di furba produzione italiana, e c'era anche la versione cantata da David Sylvian, l'ex Japan. 
Qualcuno rimase deluso dal film perché in effetti il ritmo era piuttosto lento e il vero protagonista in realtà era Tom Conti, ma non si può certo dire che sia una brutta pellicola. 
Canzone carina, invece tornando al disco di oggi, che però non mi toglie dalla testa che le migliori produzioni David Guetta le abbia fatte con quella voce pazzesca di Sia e con i Black Eyed Peas di I GOTTA FEELING.

Ma il vero fatto notevole è che quarantuno anni dopo, lo stesso brano di Sakamoto continua a dare spunti musicali ed imperterrito continua a suonare come fosse fresco di giornata (meditate gente... meditate...). 

venerdì 13 dicembre 2024

MA PENSA TE... (E NON PENSARE TROPPO)

 Sinceramente sto pensando che certa gente non abbia niente da fare e si stia annoiando a morte, per cui cerca a tutti i costi un motivo per innescare una discussione nello stile tipico dei troll da tastiera.


È quello che sta succedendo per il ritorno al cinema di Una Poltrona Per Due di cui ho parlato proprio lo SCORSO LUNEDÌ
Cioè qualcuno ha cominciato a lamentarsi che quel film non è più a norma secondo i canoni del politically correct poiché razzista, sessista e contro ogni moralità verso le donne. 
Già TEMPO FA Via Col Vento era stato preso di mira per la rappresentazione della Mami, e anche Dumbo nella sua versione originale per i corvi, ma adesso stiano davvero esagerando con tutto questo bigottismo che ti fa una bella facciata pubblica mentre poi dietro vai a nascondere il marcio più marcio che nemmeno in Danimarca... (cit. Willy Shakespeare). 
Adesso mi sto aspettando che prima o poi mi vogliano censurare anche i cartoni animati di Tom & Jerry perché istigano alla violenza domestica


(a proposito... è da tempo che non li vedo più in tv... sarà mica che...). 
E continuando a pensare così, se fosse oggi non potrebbero esistere certe "perle" della cinematografia italiana con Edwige Fenech, Alvaro Vitali, Renzo Montagnani, Gloria Guida che, vabbè, erano chiaramente pecorecce, ma all'epoca non si sentiva mai nessuno offeso per quello che veniva proiettato al cinema,

e nello scegliere una delle locandine sono stato persino io molto morigerato poiché alcune erano veramente fin troppo ammiccanti secondo i canoni odierni.
Anzi, sempre nei tempi odierni, anche due nomi osannati del nostro cinema come Pier Paolo Pasolini e Federico Fellini non potrebbero lavorare perché "questo non si dice e questo non si fa", e proprio al regista de La Città Delle Donne, e sul suo raffigurare il gentil sesso nei suoi film, avevo dedicato UN POST molto tempo fa (forse cattivello, non so) dove citavo anche il regista di Salò. 
Al che, per concludere, dico a tutti di farsela una bella risata e di pensare meno, che forse era meglio come stavamo una volta. 

giovedì 12 dicembre 2024

THE IDEA OF YOU: "IDEA" GIÀ VISTA, MA CHE FUNZIONA ANCORA

 Nel menù dedicato ai film di Natale di Prime Video c'è anche The Idea Of You, ma, mentre lo guardavo, all'inizio non capivo perché fosse stato messo lì poiché il Natale nella storia non c'entra assolutamente nulla.


Poi, scorrendo altri titoli della sezione natalizia, vedo che ci sono anche i film di Harry Potter e allora capisco che nel pentolone delle feste ci hanno messo un po' di tutto quello che avesse dei buoni sentimenti e quindi questo ci stava per la storia d'amore. 
Comunque il film l'ho visto per la presenza di Anne Hathaway che per me è sempre un valore aggiunto checché ne dicano i critici. 
Tutto si snoda su un canovaccio molto simile a Notting Hill

(il soggetto è tratto da un libro di quest'anno di Robinne Lee che sicuramente ha visto e amato il film con Hugh Grant e Julia Roberts), ma a ruoli invertiti dove Anne è una mamma separata come ce ne sono tante, la quale si trova a vivere una storia d'amore con il giovane frontman di una boy band (quindi molto più giovane di lei). 
Il gruppo è tipo i Take That, i Backstreet Boys, con balletti inclusi, ma questi si chiamano August Moon e, nonostante siano puramente inventati per la trama, hanno pure i loro brani veramente su Spotify.

Ecco, parlando dei brani, tutti cantati da Nicholas Galitzine, il co-protagonista, sono proprio questi il punto più debole del film perché le canzoni, seppure scritte da gente che ha lavorato per Demi Lovato e Britney Spears, sono veramente scialbe (paiono le classiche canzoni scartate che rimangono nei famosi cassetti) e non giustificano il successo che i cinque mostrano avere avuto. 
E non è rap o trap, no, ma è il classico pop da boyband anni 90 che però, nel caso di quelle vere di band, poteva fregiarsi di canzoni fatte bene, accattivanti, mentre queste non lo sono per niente. 
Tuttavia, se si riesce a passare sopra a questo particolare che tanto non stiamo guardando un musical (ma Giusy Ferreri mi dice che non è piccolo come particolare), il film è gradevole e ci sta anche in quel menù natalizio di Prime Video anche se, a dirla tutta, è molto meno fresco del suo predecessore con Hugh e Julia che, tra le altre cose, ha avuto già una specie di QUASI REMAKE con Jennifer Lopez e Owen Wilson. 

IL ROBOT SELVAGGIO: PER METTERE A DURA PROVA ANCHE LE CANAGLIE PIÙ CANAGLIE

 La DreamWorks batte sul tempo la Disney e fa uscire il suo film natalizio molto prima di Mufasa, ma entrambi non hanno nulla a che vedere c...