Etruschi

Norchia è la più spettacolare e sorprendente tra le necropoli etrusche a facciata rupestre. E ciò per l'estensione, la ricchezza e la selvaggia bellezza dei suoi scoscesi dirupi che mani sapienti hanno intagliato, scolpito, levigato fino a creare una fitta trama di monumentali sepolcri che quieti e solenni, oggi come ventitré secoli fa, si offrono alla nostra ammirazione in tutta la loro straordinaria suggestione. La Via Clodia, che i romani fecero passare di qui nel III secolo a.C., quando il centro di Orcla-questo forse il nome etrusco di Norchia-stava già conoscendo da quasi un secolo la sua massima fioritura, non sembra aver turbato più di tanto la composta solitudine di luoghi in cui l'orgoglio delle stirpi etrusche poté così mirabilmente esprimersi...

Il testo affronta la dibattuta questione dell'esatta ubicazione del Fanum Voltumnae rivendicata, non senza ragioni, sia da Orvieto che da Bolsena attraverso un'attenta analisi delle fonti archeologiche, letterarie e storiche inerenti la Dea Norzia, nel cui tempio a Volsinii avveniva annualmente il sacro rito dell'infissione del chiodo che scandiva il decorso del tempo presso gli etruschi. Attraverso il raffronto tra il culto della Dea e quello dedicato a Voltumna si formula una suggestiva ipotesi.

Giorgio Zavarise (Politecnico di Torino) Tutti i diritti riservati. Vietata la riproduzione anche in parte. Stampa: www.darcoprint.it 3 SOMMARIO | SUMMARY pag. 7 SESSIONE A1 -Tecniche e Metodi di intervento: Progetto di Ricerca CNT-APPs SESSION A1 -Techniques and methods ofintervention: CNT-Apps Research Project pag. 9 Umidità da risalita capillare. Il progetto di risanamento delle murature e la certificazione delle tecnologie. Prof. Ing. Roberto Castelluccio, Dott.ssa Ing. Veronica Vitiello (Università Federico II di Napoli) pag. 25 Risanamento di murature storiche dall'umidità di risalita capillare: applicazione della tecnologia a neutralizzazione di carica nell'intervento di restauro e recupero luministico presso la chiesa Confraternita della Misericordia in Torino. Prof. Ing. Carlo Ostorero (Politecnico di Torino) pag. 39 Experimerital analysis of the rising damp by the comparison between different geometrical configurations, with and without the influence of the CNT system: mono and multi-blocks of carparo and pietra leccese. Prof. Ing. Giorgio Za va rise (Politecnico Torino), Dott. Ing. Paolo Maria Congedo, Prof.ssa Cristina Baglivo, Prof. Pasquale Di Gloria (Università del Salento) pag. 43 Sali igroscopici ed umidità da risalita capillare nell'esperienza di palazzo Renata di Francia in Ferrara: soluzione d'intervento mediante tecnologia a neutralizzazione di carica. Dott. Arch. Manlio Montuori (Università di Ferrara) pag. 59 La tecnologia a neutralizzazione di carica CNT per l'eliminazione e prevenzione dell'umidità da risalita capillare nelle murature: differenze e vantaggi rispetto alle tecniche elettrofisiche a inversione di polarità. Dott. Ing. Michele Rossetto (Partner industriale Progetto CNT-APPs) pag. 69 SESSIONE A2 -Tecniche e Metodi di intervento: applicazioni e sperimentazioni SESSION A2 -Techniques and methods of intervention: treatments and tests pag. 71 Protezione e risanamento del manufatto edilizio dall'umidità di risalita capillare: casi applicativi della tecnologia a neutralizzazione di carica nel territorio appulolucano. Prof. Ing. Nicola Cardinale (Università della Basilicata) pag. 91 Risanamento delle murature dall'umidità di risalita capillare: casi applicativi della tecnologia a neutralizzazione di carica in edifici di interesse nazionale. Arch. Ph.D. Bianca Codacci Pisanelli (MiBAC -Ministero per i Beni e le Attività Culturali) pag. 111 Problematiche conservative e risanamento di edifici storici affetti da umidità: applicazioni ed esperienze a lungo termine della tecnologia a neutralizzazione di carica in territorio ligure. Dott.ssa Arch. Angela Acordon (Soprintendenza Mi BAC Lucca e Massa Carrara) 4 pag. 141 The weathering processes of the volcanic tuffs used in the Etruscan tombs of Norchia necropolis (Northern Latium, Italy), microclimatic conditions influencing their surface and structuraI decay, possibile new technologies and materials aimed at their conservation. Dott. Piero Ciccioli (IMC-CNR), Dott.ssa Laura Ambrosini (ISMA-CNR), Dott.ssa Sabrina Gualtieri (ISTEC-CNR) pag. 151 Dry envelope systems for base coating. The case of «Mater Domini» church in Laterza. pag. 155 Architettura e acqua nei trattati di Vitruvio e dell'Alberti. Interpretazioni dell'abitare ipogeo. Prof. Arch. Antonio Conte, Arch. Phd st. Margherita Tricarico, Arch. Phd st. Roberto Blasi (Università degli Studi della Basilicata. Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo) pag. 167 SESSIONE B -Metodi per la diagnosi, la misurazione e la verifica degli interventi SESSION B -Tools and methods for the diagnosis, the extentassessment and the result impact evaluation pag. 169 Diagnostica non Invasiva dell'umidità nelle murature: stato dell'arte e risultati sperimentali. Prof. Ing. Luigi Mollo, Ing. PhD Rosa Agliata (Università della Campania «L. Vanvitelli») pag. 181 Un approccio diagnostico integrato per la salvaguardia del patrimonio storico finalizzato alla verifica delle patologie da umidità. Arch. Guido Roche (Consulente e docente Agenzia CasaClima Bolzano) pag. 195 Umidità nelle costruzioni: il ruolo delle normative tecniche per la misura, la diagnosi e la verifica degli interventi di risanamento. Dott. Ernesto Borrelli (SAF/ISCR Matera), Dott. Marco Bartolini e Dott.ssa Luciana Festa (ISCR Roma) pag. 207 Difficoltà e limiti del monitoraggio dell'umidità in situazioni complesse. Prof. Arch. Rita Vecchiattini (Dipartimento Architettura e Design, Scuola Politecnica, Università degli Studi di Genova) pag. 223 SESSIONE C -Umidità, salute, sicurezza e comfort ambientale SESSION C-Managing damp problems, health, safety and environmental comfort pag. 225 La qualità dell'aria indoor negli ambienti museali e culturali. Dott. Gaetano Settimo (Coordinatore del Gruppo di Studio Nazionale -GdS Inquinamento Indoor, Istituto Superiore di Sanità, Roma) pag. 227 Diagnostica e soluzioni tecnologiche per la riqualificazione ed il risanamento edilizio. Tecnologie a decontaminazione controllata per ambienti da sanificare. Dott. Ing. Carmine Rinaldi (Amministratore Unico e Direttore Tecnico RI.EL.CO. IM-PIANTI S.r.l.) 5 pag. 235 Sperimentazione tecnologica e risanamento conservativo. Benessere ambientale ed igrometrico dei Sassi di Matera. Prof. Arch. Antonella Guida, Arch. Phd st. Vito D. Porcari (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo, Unibas Matera), Arch. Phd st. Ida G. Presta (Dipartimento di Scienza dell'Ingegneria Civile e dell'Architettura, Politecnico di Bari) pag. 239 L'importanza delle corrette valutazioni termo-igrometriche e modalità di posa nel caso di isolamento termico dall'interno: UNI EN ISO 13788 e UNI EN 15026. Prof. Ing. Nicola Cardinale (Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo, Unibas Matera), Ing. Phd Stefania Liuzzi, Chiara Rubino, Pietro Stefanizzi (Politecnico di Bari) Alessandro Miliani (Consiglio Direttivo ANIT) pag. 249 II comfort ambientale tra innovazione e tradizione: sinergie necessarie. Dott.ssa Arch. Virginia Rossini (Già Vicepresidente Ordine Architetti P.P.C, di Roma e provincia -Fondatrice e Presidente Associazione A.B.A.C.O. Ambiente Benessere Architettura Cultura Opportunità) pag. 253 Architecture and water in the canals of Guangzhou in China. Devices for environmental comfort between tradition and innovation. Dott.ssa Arch. Phd Marianna Calia (Università degli Studi della Basilicata -DiCEM) pag. 267 Soluzioni per la salubrità dell'aria all'interno degli edifici. Dott. Ing. Jaques Gandini (Esperto di ventilazione HVAC per ALPAC Srl -Helty Srl)

This paper discusses the archaeological evidence of an important Hellenistic funerary hypogeum recently discovered in Perugia (central Italy). The whole context dates from the beginning of the 3rd and the first half of the 1st century BC.; the hypogeum contained one sarcophagus, twenty-two cinerary urns of travertine and a rich tomb group. Two urns show a very rich high-relief, polychromous and gold-plated decoration, which depicts the myth of Oenomaus and a Centauromachia. The chronological sequence of the urns, together with the evidence of seventeen funerary titles, reveals the history, identity, culture and ideology of a local aristocratic family, in parallel with the economic and political effects of the expansion of Rome.

La città umbra di Orvieto – l’etrusca Velzna, in seguito Volsinii per i popoli di lingua latina – si staglia sul territorio circostante dalla cima di una scoscesa rupe tufacea dominante la valle del fiume Paglia, affluente del Tevere, a un’altezza compresa entro 280 e 325 m s.l.m. In epoca classica e tardoantica l’estrema pendenza del pianoro rendeva praticamente inaccessibile l’area urbana, fungendo egregiamente da fortificazione naturale.

Dal 2000 sono condotte, su oltre tre ettari di superficie, campagne di scavo annuali dirette da Simonetta Stopponi. È ormai opinione diffusa tra etruscologi che a Campo della Fiera vada collocato il principale santuario federale degli Etruschi, rammentato cinque volte dallo storico romano Tito Livio e menzionato con l’appellativo di «Fanum Voltumnae»; pur senza specificarne la città ospitante, indizio dell’antica notorietà del luogo, la cui localizzazione, a lungo oggetto di dispute erudite, tornò in auge tra gli umanisti quattrocenteschi.

Il tumulo monumentale di Campo della Fiera è posto esternamente all’area recintata della necropoli dalla Banditaccia, dalla quale dista circa ottocento metri, ed è visibile dal viale che collega la città di Cerveteri al complesso archeologico, la cosiddetta “autostrada” di R. Mengarelli .
Già a partire dal 2006, l’allora Soprintendenza archeologica dell’Etruria meridionale in collaborazione con il NAAC, Associazione di volontari del territorio, era intervenuta con massicce campagne di bonifica e diserbo finalizzate a riportare alla luce il tumulo, non più visibile in quanto ricoperto da rifiuti solidi urbani scaricati negli anni.

The book is devoted to social-political organization of Etruscans in the 8th-3rd century BCE. Criteria of social groups' provision were mainly found in relation to land ownership. The composition of every strata of Etruscan society is determined, named and characterized, and the meaning of Etruscan city-state is solved. Establishment and development of king's power at the end of the 8th-3rd century BCE; terms denoting the royal title were explained. Transformation from monarchy to oligarchy was considered, there was given an interpretation of magistrate names in Etruscan polices in the 4th-3rd century BCE. In addition, the book explores development and activity of Etruscan Dodecapolis.
Teachers, scholars, students, and the general readers alike will find the book highly interesting, useful for study and references.

Una mostra alla sede romana dell'Accademia dei Lincei mette in discussione la consolidata localizzazione  delle Colonne d'Ercole e lancia una nuova ipotesi sulla controversa identificazione della mitica Atlantide, avvalorando indirettamente le rivoluzionarie ricerche glottologiche di Giovanni Semerano.

""Etruscan is an Indo-European language, probably belonging to a sub-branch of Anatolian which does not include Hittite. This claim is based on the following evidence:
• only lexical items for which Etruscologists have proposed a gloss have been used in this research (no attempt has been made at proposing new glosses for currently obscure or highly controversial Etruscan terms);
• 138 of the glosses put forth by Etruscologists belong to basic lexicon, and 97% of such basic lexicon has an IE etymology;
• 19 grammar morphemes have also been assigned a value by Etruscologists: 95% of them have an IE etymology;
• all such etymologies are based on regular sound laws;
• a few notable innovations are shared by Etruscan and Anatolian languages (often excluding Hittite).""

Keywords: Rjabchikov, archaeoastronomy, writing, solar eclipses, Pythagoras, Greek, Etruscan, Etruria, Egypt, Italy

This paper was first read by the author on the scientific session of the Sergei Rjabchikov Foundation – Research Centre for Studies of Ancient Civilisations and Cultures, January 13, 2014, Krasnodar, Russia.

This paper is part of the work made for  the first volume of the SNG Firenze,  dedicated to the important collection of Etruscan coins in the National Archaeological Museum of Florence.  The research was carried on in several archives,  including  that of the Uffizi, and made possible to collect  data about the purchase or the discovery of most of the coins in the collection  and additional information about their provenances.

Funde, Eigennamen und Schriftzeichen beweisen Roms lange Zugehörigkeit zur etruskischen Kultur. Die historisch faßbaren Anfänge des Etruskertums in Italien fallen mit der mythischen  Gründungzeit Roms (datiert auf 753 v. Chr.) zusammen. Die Sage berichtet vom korinthisch-etruskischen Ursprung der letzten römische Könige und von Einfällen der Etrusker unter dem König von Clusium Lars Porsenna nach dem Sturz der Tarquinier.  Die zwei römischen Gründungsmythen, die Äneas- und die Romulus-Sage, bezeugen die enge Verbindung Roms mit den etruskischen Nachbarn. Von den sieben sagenhaften Königen Roms, von Romulus bis Tarquinius Superbus, waren vier etruskischer Herkunft. Romulus ist der mythische Ahnherr der *Ruma, eines aus lat. Roma erschlossenen Geschlechternamens. Die erschlossene etruskische Form von Romulus lautet *Rumle. Von ihm leiten sich auch die Gentilizien Romulius bzw. Romilius ab. Auf die Romulii oder Romilii ist auch die erste der  sechzehn ältesten römischen Landtribus, die Romulia zurückzuführen. Remus gilt als der Ahnherr der Remmii, eines Geschlechts, das es wohl im ältesten Rom gegeben haben muß. Dem Gentilnamen liegt der etruskische Name  Rem-ne oder Rem-ni zugrunde. Von diesem Gentilizium leiten sich in und um Rom die Toponyme Rem-ona und Rem-oria her. Tyrrhener  und Römer wurden von den Griechen häufig synonym benutzt: Tyrrhenoì  è Rhomaîoi („Tyrrhener oder Römer“), ebenso wie Tyrrhenía è Italía. Einige Sprachelemente seien zusätzlich genannt: Im Etruskischen lauten die Namensbezeichnungen für Rom Ruma, für Römer Rumach, für Troja Truia, für Trojaner Truial. In der Frühzeit herrschte ein Priesterkönig (lauchme oder lochume, lat. lucumo) in jeder etruskischen Stadt, ein Titel, der möglicherweise auf die Heilskönige und Richter der nordostgeorgischen Bergstämme verweist, die häufig den Namen Luchumi trugen.

Das etruskische Erbe Roms gelangte erst Jahrhunderte später, während des Humanismus und in der Renaissance wieder zum Vorschein. Bei der Hinwendung zur Antike in der Rinascita spielte in der Toskana und in Latium, vor allem in Florenz und Viterbo, die Etruscheria, die Begeisterung für die Etrusker, eine besondere Rolle. Das Etruskertum diente als Modell gesellschaftlicher Erneuerung und fand Eingang in die kulturellen Programme der Renaissancefürsten, nicht zuletzt  der Medici. Der römische Baumeister Vitruv hatte  in seinem Augustus gewidmeten Werk De architectura  die tuskische Säulenordnung beschrieben. Diese Schrift regte die Renaissancearchitekten Andrea Palladio und Giorgio Vasari an. Der Palladianismus bildet zwei Jahrhunderte später eine der wichtigsten Stilrichtungen des Klassizismus. Durch die Lektüre von Palladio inspiriert, errichtete Thomas Jefferson sein Haus „Monticello“ mit toskanischem Portikus – die  erste toskanische Villa in der Neuen Welt.  Den Etruskern verdankt das  abendländischen Denken  schließlich  eine zentrale Kategorie – die Person.

http://www.iipp.it/wp-content/uploads/2011/11/ipp-riassunti-versione-web.pdf


Abstract: Le tombe dell’età del ferro, scavate tra il 1884 e il 1886 nel fondo Cacciabella di Remedello da Giovanni Bandieri e da Luigi Ruzzenenti, sono già state oggetto di una parziale pubblicazione da parte di Raffaele C. de Marinis, nel 1986, nel catalogo della mostra Gli Etruschi a Nord del Po. In quella sede si sottolineava, rimarcando lo scarso interesse dimostrato per le evidenze in questione da parte dei due studiosi, senz’altro maggiormente attratti dalla necropoli dell’età del rame, la mancanza di dettagliate notizie sulle circostanze della scoperta. Più nello specifico, de Marinis evidenziava come le fonti d’archivio lasciassero irrisolti diversi dubbi, e come particolarmente problematico fosse il caso della tomba 1, caratterizzata da un corredo composto da manufatti databili ad epoche differenti. Sulla base di alcune lettere inedite del Bandieri conservate nel Fondo Pigorini dell’Università di Padova, è stato tuttavia possibile ritornare sulla questione. In particolare, la lettera del 10 maggio 1886 costituisce una vera e propria relazione sulle operazioni svolte, comprensiva di una dettagliata descrizione dei manufatti rinvenuti e corredata da uno schizzo dell’area più dettagliato rispetto a quelli presenti in letteratura. Alla luce della documentazione acquisita risulta quindi possibile puntualizzare meglio la composizione dei corredi tombali, nonché fornire nuove ipotesi interpretative relative alle strutture rinvenute in questo settore della necropoli.

Prendere l' aereo per raggiungere l'Egitto, questa volta, ha un sapore del tutto diverso e anche il bagaglio non è lo stesso, né per tipologia né per quantità. Due grosse valige viaggeranno nel ventre dell' aereo con le mie cose e alcune parti tecniche dell' attrezzatura fotografica, mentre a bordo con me viaggerà uno zaino tecnico con le parti più preziose e delicate: i corpi macchina e le ottiche. Dopo molti anni e molti viaggi nella terra dei Faraoni, assaporo di nuovo l' emozione di una "prima volta": mi aspetta una missione archeologica della quale sono membro in qualità di fotografo. E' il Min-Project, la Missione Canario-Toscana codiretta dalle egittologhe Mila Alvarez Sosa e Irene Morfini, che opera in una delle aree archeologiche più prestigiose del mondo, la Valle dei Nobili, nella West Bank di Luxor. Mi porterà laggiù l'Egypt Air, che decolla da Fiumicino in perfetto orario, purtroppo. Al Cairo dovrò aspettare per diverse ore l'unico volo pomeridiano che collega la capitale a Luxor, sostando nella desolata aerea destinata alle tratte interne, e rosicchiare parte di quell' attesa nell' aeroporto italiano non mi sarebbe dispiaciuto. Arriva anche l' ora di lasciare il Cairo. L' atterraggio all' Aeroporto Internazionale di Luxor è piuttosto brusco e mi risveglia da quel torpore che da qualche ora mi ha sopraffatto.

During the 2015 and 2017 digging seasons in the Etruscan necropolis of Crocifisso del Tufo (Orvieto, TR), it was possible to re-examine the monu-ments that are part of this vast funerary complex and, furthermore, of all the ones that have been explored at the basis of the tufa plateau.Since 580/570 B.C.E. all along the tufa crag on which the city of Velsena/Velzna had been built hundreds of chamber tombs were erected using a dry masonry technique, with tufa blocks, following an architectural model clearly borrowed from the city of Cerveteri. The tombs are regularly organ-ized along a rectilinear street grid that intersects at ninety degree angles, creating real insulae.These new analyses of the data have allowed to see how the architectonical partitions of the archaic and classical monuments are somehow affected by a certain variability, even if the necropolis is clearly showing an evident homogenous charactere. To make a future classification of the tombs an easier task a typology has been proposed that, for chamber tombs, looks at the way that the roofs were made and how the funerary beds were built.The study has been extended also the smaller tombs including ‘cassette’ (box tombs) surmounted by an inscribed tomb marker, ‘fossa’ tombs lined with stone slabs and small tufa sarcophagi. A study by Simonet-ta Stopponi, now made stronger by recent discoveries, has identifies the owners of these tombs as members fully connected with the civic com-munity. Alongside the elaboration of the typology for these monuments, it was possible to rethink also some of the most important contexts, due to the fact that some lucky discoveries were made; it is possible to men-tion, among many, the up to today isolated case of an enclosure with six ‘cassetta’ tombs. The analysis of the 19th and 20th c. dig reports, together with the data of more recent investigations, has made possible to focus also on the evidence of how some funerary rituals took place; we mean, in particular, the signif-icance of finds as fluvial pebbles, pieces of aes rude and food offerings. The good preservation conditions of some of the ‘cassetta’ and ‘fossa’ tombs al-lowed the gathering of data on how the vases have been set into the graves.

Città etrusca, romana e poi medievale, Roselle, nell’arco di più di cinquanta anni di  attività della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana, ha restituito una grande quantità di materiali. La catalogazione e la pubblicazione di buona parte dei reperti numismatici rende ora possibile ripercorrere la storia di questa città e dei suoi scavi, dalle prime ricerche condotte con criteri scientifici nel 1959 fino al 1991, quando si conclusero le indagini del Comune di Grosseto che hanno messo in luce la chiesa ed il cimitero cristiano. A partire dalle più antiche attestazioni di esemplari di zecche campane ed etrusche (IV-III secolo a.C.), le monete recuperate contribuiscono a delineare i contesti socio-economici nei diversi periodi storici e a ipotizzare movimenti di uomini e scambi di merci. Una parte consistente dei rinvenimenti è pertinente al periodo repubblicano, quando Roselle conobbe un rinnovato sviluppo (II sec. a.C.) successivo alla conquista romana del 294 a.C., e alla prima età imperiale, in concomitanza con la crescita e la monumentalizzazione della città (I sec. d.C.). La presenza di moneta è abbondante per tutta l’età imperiale, con un picco di attestazioni nella seconda metà del III secolo ed una riduzione evidente nel IV secolo, quando in città cessarono nuove attività edilizie. L’assenza di nominali coniati dopo il 388 d.C. rende plausibile l’ipotesi che anche a Roselle si utilizzarono, tra la fine del IV ed il V secolo, emissioni coniate precedentemente. Dopo un vuoto di alcuni secoli, l’evidenza numismatica riappare alla fine dell’VIII secolo, con un denaro di Carlo Magno, e più tardi con esemplari di XI e XII secolo, a ricordare il ruolo avuto da Roselle come sede vescovile fino al 1138, prima di cadere definitivamente in rovina.  Il quadro offerto dalle monete recuperate negli scavi della città è integrato da una serie di ritrovamenti dal territorio di Roselle, che permette di tracciare in modo più completo la diffusione e la circolazione della moneta antica in questa parte d’Etruria.

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Una sintesi del"fenomeno sociale" della città di Nola, in Campania, attraverso l'analisi dei suoi contesti di necropoli tra l'VIII e il VI sec. a.C., nel catalogo di una mostra dal titolo "Pompei e gli Etruschi" tenutasi a Pompei, nella Palestra Grande dal 12.12.2018 al 02.05.2019

Il seguente contributo intende fornire una sintesi essenziale dello stato delle ricerche di carattere storico, filologico e archeologico relative alla tramandata presenza degli Etruschi nel golfo di Salerno. La documentazione oggi disponibile sembra dimostrare un precoce rapporto tra i Tirreni, insediati anche nel territorio picentino, e le terre a sud del fiume Sele, ambiente solo successivamente interessato dalla nascita delle poleis greche. Questi antichi contatti, percettibili, ad esempio, attraverso le vicende che portano alla nascita di Poseidonia, persistono nella successive fasi storiche della città. Lo studio delle dinamiche sviluppatesi tra le varie componenti etniche, o il confronto di alcuni aspetti culturali e materiali, permettono di osservare, in trasparenza, fenomeni interattivi inediti. Queste ricerche incoraggiano, inoltre, ulteriori attività di indagine interdisciplinare, finalizzate alla comprensione della natura e del grado di intensità della presenza degli Etruschi a mezzogiorno del Sele. A sud del fiume infatti, questi rapporti appaiono suggeriti dalla particolare toponomastica preromana del Vallo di Diano e del Cilento, e possono essere alla base dell'origine stessa del toponimo Cilento, dal nome di una dea etrusca.

The following contribution is intended to provide a summary of the essential state of the research in history, philology and archaeology regarding the presence of the Etruscans in the Gulf of Salerno. The documentation available today seems to show a relationship between early Thyrrenoi, settled in the Picentino, and the lands south of the Sele river, only afterwards affected by the birth of the Greek cities. These early contacts, perceptible, for example, through the events that lead to the birth of Poseidonia, persist in successive historical phases of the city. The study of the dynamics  developed between the various ethnic groups, or the comparison of some cultural aspects and materials, make possible to observe, in transparency, interactive phenomena unpublished. These studies encourage further interdisciplinary investigations, aimed at understanding the nature and degree of intensity of the presence of the Etruscans at south of the Sele river. At south of the river, in fact, these relationships seem suggested by the particular toponomastic of the pre-Roman Vallo di Diano and Cilento, and may underlie the very origins of the name Cilento, from the name of an etruscan goddess.

in P. von Eles, L. Bentini, P. Poli, & E. Rodriguez (Hrsg.), Immagini di uomini e di donne nelle necropoli villanoviane di Verucchio: Convegno di Studi dedicato alla memoria di Renato Peroni (Verucchio 20-22 Aprile 2011), Quaderni di Archeologia dell'Emilia Romagna; Band 34, Sesto Fiorentino (FI): All'Insegna del Giglio.