20 dicembre 2023

Angela Sofia

Era mia madre: passo svelto da bersagliere, sempre di corsa e sempre millemila cose da fare. Lei, che non ha studiato e che per questo si è sempre sentita menomata, se doveva difendere noi figli andava davanti al padreterno: l'ho sentita con queste mie orecchie dare dell'incompetente a uno pneumologo che secondo lei non mi stava visitando con lo scrupolo adeguato alla ipotetoca gravità del mio stato! Ha gestito senza fare un plissé i numerosi e seri acciacchi mio padre, di mia nonna e di mio nonno.  Quando io e mio fratello ci siamo laureati, orgogliosa come solo una madre poco istruita può essere, camminava per le vie della città con un sorriso stampato in volto che non dimenticherò mai. Mio padre bloccato a letto con due vertebre fratturate, lei andava in cantiere a dirigere i lavori con una nota da seguire e un piglio militaresco che io non ho mai avuto.
Mai stata sportiva (la ginnastica fa sudare), ha comunque sempre avuto un fisico da urlo e uno straordinario gusto nel vestire: sempre discreta, sì,  ma aveva belle gambe e le piaceva mostrarle. A mia nonna che la rimproverava con un severo "ma tuo marito cosa dice?" rispondeva "mio marito guarda!"
Ora è la mia mamma: gravemente sottopeso, il passo sempre più incerto, perde l'equilibrio se si alza senza cautela e cade. Fa fatica a usare le posate, non riesce più ad allacciare i pantaloni o ad abbottonare la camicia. Farsi lavare i capelli la sfinisce, e dopo colazione deve necessariamente fare un pisolino in poltrona. Irrequieta, si sveglia 15 volte per notte per i motivi più disparati o magari anche senza. Ieri ha chiamato "mamma" mio padre, e lui ha pianto.

 

16 dicembre 2023

È infine arrivato quel giorno...

...quel giorno in cui scoprire che le mani della mamma sono meno gonfie rappresenta una bella notizia, da comunicare con urgenza e un velo di cauto ottimismo a mio fratello.

12 dicembre 2023

Quando fuori è ancora buio...


...e l'umidità della notte non ha ancora abdicato, fingo di non pensare che in Italia, oh dolce Italia, magari non sarà ancora primavera ma almeno un po' di luce già si vede.
Mi dirigo con passo svelto in stazione. Sono in anticipo di almeno mezz'ora ma non so come tenere a bada l'impazienza. 
E siccome anche in stazione devo aspettare, aspettando scrivo. E penso.

So cosa significa sentirsi finiti, merce usata, senza un futuro. E so cosa significa essere stata travolta da quell'abbraccio nero e spesso nel momento sbagliato della mia vita (non ne esiste uno giusto, ma alcuni sono più sbagliati di altri), quando nessuno dei miei coetanei si era mai neppure avvicinato a esperienze simili, figuriamoci viverle. E quindi capirle. Quella conseguente sensazione di implacabile solitudine, quando qualunque cosa venga detta sollecita la medesima, infastidita reazione: non hai capito niente, taci.
C'è una bellissima poesia di Emily Dickinson che ammonisce, sto parafrasando, di non avvicinarsi a chi soffre se non si abbia avuto la ventura di aver sofferto altrettanto. Ecco, certi dolori non si possono immaginare.
So anche che la sensazione di essere finiti è fallace, ma crederci è impossibile. 

So cosa significa aver bisogno di un abbraccio sincero e caldo e sapere dove andare a prenderlo, e so che, se non cambia la vita, la rende sopportabile.
So (e qui faccio un po' di fatica ma nessuno ci ha mai promesso una vita facile...) che negare le mie esigenze ha effetti devastanti sul benessere degli altri, che avere cura di me, della mia salute fisica e mentale (e mentale!) è fondamentale. Magari non nell'immediato, ma vorrei che vedeste come si è ridotta mia madre per essersi sempre messa da parte, sempre in seconda linea, col destino segnato dall'educazione ottocentesca e campagnola di mia nonna (servi tuo marito, fa' il cagnolino, obbedisci).

Pioviggina, qualcuno ha aperto l'ombrello ma non molti. Io, seduta in una calda sala d'attesa, fatico a immaginare il tempo là fuori...

08 dicembre 2023

Libri che non ho capito

 Sono sempre stata dell'avviso che la letteratura sia materia davvero complicata: interpretare il non detto, i simboli, il sottinteso richiede un sensibilità superiore, la condivisione di un certo substrato culturale con l'autore e, soprattutto, richiede di essere in un certo senso un po' artisti anche noi che leggiamo.

A me tutto questo manca. Ergo, delle opere letterarie, soprattutto quelle di un certo spessore, frequentemente perdo il senso profondo e, perciò, la loro bellezza.

Normalmente però, pur non riuscendo magari ad andare a fondo, quello che capisco è sufficiente per permettermi di goderne.

Normalmente.

In almeno 3 circostanze, invece, sono arrivata in fondo attraverso una serie di "Cosa cavolo stai dicendo Willy?".

La prima: "Il Maestro e Margherita"; la seconda: "L'Aleph"; la terza: "Le città invisibili"

Sicuramente ce ne saranno state altre, ma adesso non mi vengono in mente. E altre mi hanno messo in difficoltà (Candido, per esempio) ma in modo diverso, non con questo senso di totale disorientamento.

A "Il Maestro e Margherita" darò presto una seconda possibilità: l'ho letto una ventina di anni fa e il tempo cambia tante cose, magari sono migliorata, nel frattempo 🙂

Buon fine settimana e fate un albero bello, mi raccomando!

05 dicembre 2023

30/30 - The finish line

Eccoci qui, ce l'abbiamo fatta: 30 post in 30 giorni!

Nella mia mente, avevo pensato di scrivere 30 belle notizie, ma non ce l'ho fatta. Pazienza, non si può avere tutto. 

Non è sempre stato facilissimo trovare argomenti e talvolta il tempo, ma è stato un bel gioco. E come  facciamo sempre alla fine della lezione di yoga, ringrazio me stessa per lo spazio che mi sono ritagliata.

Namaste


04 dicembre 2023

29/30 - La cena dei cretini

Come non provare la sensazione di essere completamente all'oscuro dei veri meccanismi di funzionamento del mondo? 

Non parlo di teorie complottiste da 4 soldi, parlo dei meccanismi veri, formali di funzionamento del mondo.

Mi spiego. 

Sabato ho iniziato a guardare una serie su Netflix (ma anche a voi si attorciglia la lingua a dire "Netflix"?) dal titolo The Diplomat. Racconta le vicende del nuovo ambasciatore (che è una donna ma non si dice ambasciatrice, chissà perché...) USA nel Regno Unito, nominata all'indomani di un attentato a una nave britannica. Senza entrare nei dettagli per non spoilerare niente, il racconto del protocollo per l'installazione nel nuovo ruolo, le persone con le quali può o non può parlare nelle diverse fasi, i rapporti di forza fra le diverse autorità, il non-detto che è palese per loro, almeno lo è nella finzione cinematografica, e resta oscuro a me... e stiamo parlando dell'installazione nel suo ruolo formale di un ambasciatore, cosa definita e rifinita in secoli di rapporti diplomatici, quindi probabilmente non problematica.

Se non arrivo a comprendere questo, che dovrebbe essere una delle cose facili del funzionamento del mondo, quanto altro mi sfugge? E soprattutto: cosa mi resta oscuro non solo perché non lo capisco, ma proprio perché ne ignoro l'esistenza?

Come i bambini che vivono contenti dei loro giochi e non si curano di chi organizza loro la vita, viviamo dentro una schema che io non percepisco.

A questa cena, la cretina sono io.

03 dicembre 2023

28/30 - Che noia, la musica classica...

 ...è quello che ci diciamo io e Matilde ogni volta che capitiamo su cose tipo questa oppure questa 

Chi non ha mai provato un dolore come questo, e come non commuoversi alla triste speranza di questa aria o non restare affascinati dalla matematica perfezione di questo brano o ancora dalla straordinaria modernità di questo 

Potrei continuare, ma mi fermo qui e... spero che i link funzionino perché a me stanno dando alcuni problemi 😂

  

02 dicembre 2023

27/30 - Emozioni

Puff puff pant pant... per il rotto della cuffia, ma ecco il post di oggi!!

Oggi i miei figli mi mancano come non mai, forse perché ieri hanno finito i corsi del trimestre e, invece di venire subito a casa, hanno deciso di fermarsi là "per studiare". 

Anche sul fronte vecchietti la situazione non è migliore: se mio papà tiene duro, mia mamma sta cedendo e non accetta l'idea che, se vuole stare meglio, deve cambiare stile di vita.

Io sono in mezzo: un pezzo di cuore a nord, un altro a sud, un ultimo qui, ma lacerato.

Chiedo venia per la tristezza di questo post: è il meglio che sono riuscita a fare...

01 dicembre 2023

26/30 - L'angolino delle buone notizie


Come talvolta fanno i tiggì (e il mio podcast preferito...), oggi è il giorno delle buone notizie: ho perso 1 dei chili ricevuti in dono dalla mia recente vacanza romana 😁 Anzi, 1.2 kg, per essere precisa.
Questo non fa di me una donna magra, ma fa di me una donna un pochino più vicina alla forma fisica e quindi contenta.
Cambia la vita a qualcuno? Non a me, figurarsi se la cambia a voi. Ma sono talvolta le piccole cose che ci regalano un sorriso, la mattina appena sveglie!