Prendo spunto da una conversazione con un'amica, durante una pausa caffè solitamente più rilassante.
Forse, avendo figli ancora bambini, non sono nella posizione per esprimere opinioni fondate, probabilmente non avendo ancora dovuto affrontare gli abissi di un'adolescenza difficile, non posso capire, però posso riflettere...
Ai miei tempi (non ho 90 anni ma sembra un'altra epoca) i prof avevano ragione, se prendevo un 4 era solo perchè non avevo studiato (e al 4 seguiva SEMPRE un rimbrotto, seguito dall'ovvio obbligo di recuperare immediatamente l'insufficienza), non mi veniva neppure in mente di allagare la scuola e il sabato sera guardavo la tv in casa, seduta accanto a mio papà che teneva saldamente in mano il telecomando, altro che discoteca fino alle 2...
Io probabilmente non faccio molto testo: ero piuttosto imbranata, ma non mi sentivo poi così diversa dal nutrito gruppo di imbranate dalle quali ero circondata.
Ora vedo ragazzini vivere situazioni a dir poco contraddittorie: da una parte vengono messi a loro disposizione strumenti (cellulari, accessi in rete, ...) e tempi fuori casa che forse non sanno ancora gestire con responsabilità (la libertà senza responsabilità è solo anarchia), dall'altra vengono sollevati dalle responsabilità anche quando sono correttamente di loro esclusiva competenza: il 4 in latino di cui sopra è colpa della verifica troppo difficile o di una prof troppo severa non di un pomeriggio passato su fb anzichè sul libro! Sento mamme sostenere con convinzione che una certa scuola non va bene perchè "c'è troppo da studiare e lui/lei deve anche poter vivere". Ora: se una scuola è difficile perchè lui/lei non ci arriva allora è meglio pensare ad una scuola più adatta ma se il problema è che lo studio necessario porta via tempo ai pomeriggi di shopping, ecco, forse allora andrebbe rivista la scaletta delle priorità. Perchè come si può insegnare che un buon risultato segue sempre l'impegno se non permettendo ai ragazzi di mettersi in gioco, di impegnarsi e portare a casa il risultato? E non è solo questione di risultato ma anche, e forse soprattutto, l'iniezione di autostima che ne deriva: impagabile!
L'amica di stamattina ha problemi che vanno oltre l'autostima, l'assunzione di responsabilità e i 4 in latino e non mi permetto di confrontare le situazioni. Però una domanda me la pongo, da mamma di bambini ormai prossimi alla preadolescenza: non sarà che avevano ragione i miei genitori? La teoria educativa di mio papà poteva essere sintetizzata nel motto "te sè un fieul sta da fieul" (scusate il dialetto!) che può essere tradotto con un "sei un ragazzo comportati da ragazzo". Ai ragazzi questa limitazione andava stretta ma il limite si allargava di giorno in giorno, adeguandosi alla crescita. Non ho goduto di troppa libertà da ragazzina, mi mandava in bestia vedere mio fratello (più piccolo ma maschio) vivere meno controllato, certe scelte non sono più condivisibili ma lasciare vivere allo stato brado persone che non sono ancora pronte è senz'altro peggio.
La figlia di un'altra amica, bambina di 5 elementare, ha visitato un paio di scuole medie con noi poi ha scelto la più piccola perchè si sente "più contenuta e protetta". Ecco, forse anche gli adolescenti hanno bisogni di sentirsi contenuti e protetti e contemporaneamente hanno bisogno di lamentarsene.