Anno | 2024 |
Genere | Horror, Drammatico, |
Produzione | Gran Bretagna, USA |
Durata | 140 minuti |
Al cinema | 4 sale cinematografiche |
Regia di | Coralie Fargeat |
Attori | Demi Moore, Margaret Qualley, Dennis Quaid, Hugo Diego Garcia, Joseph Balderrama Oscar Lesage, Gore Abrams, Olivier Raynal, Vincent Colombe, Tiffany Hofstetter, Matthew Géczy, Tom Morton, Philip Schurer, Matthew Luret, Alexandra Papoulias Barton, Gregory Defleur, Jiselle Henderkott, Lucie Laffin, Akil Wingate, Namory Bakayoko. |
Uscita | mercoledì 30 ottobre 2024 |
Tag | Da vedere 2024 |
Distribuzione | I Wonder Pictures |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,29 su 38 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 20 novembre 2024
Una donna decide di aderire a un programma che le permette di essere a settimane alterne la versione più giovane di se stessa. Il film è stato premiato al Festival di Cannes, ha ottenuto 5 candidature a Golden Globes, ha vinto 2 European Film Awards, ha ottenuto 7 candidature a Critics Choice Award, ha ottenuto 2 candidature a Spirit Awards, The Substance è 39° in classifica al Box Office. sabato 4 gennaio ha incassato € 1.119,00 e registrato 357.451 presenze.
CONSIGLIATO SÌ
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Elizabeth Sparkle è stata una diva con al suo attivo un Oscar e una stella sulla Hall of Fame, ma la stella si è sporcata e la scintilla ("sparkle") di Elizabeth si è spenta, quantomeno agli occhi del produttore del programma televisivo di fitness che lei conduce da tempo: un uomo convinto che le donne debbano sempre sorridere e che dopo i cinquanta non abbiano più... non si sa cosa, ma è qualcosa alla quale quelli come lui (che si chiama Harvey come il produttore Weinstein) sembrano tenere moltissimo. Quando Harvey, nel giorno del compleanno di Elizabeth, le annuncia che sarà sostituita alla conduzione del suo programma, la donna decide di aderire ad un protocollo sperimentale chiamato The Substance, che promette di restituirle una versione di sé "migliore, più bella e perfetta". A settimane alterne sarà Sue, la bella e giovane neoconduttrice del programma di fitness della rete, e poi di nuovo Elizabeth. Ma l'alternanza sarà difficile da gestire, e si sa che i patti con il diavolo sono sempre a rischio.
Dopo il debutto alla sceneggiatura e regia con Revenge, con The Substance la regista francese Coralie Fargeat torna a raccontare il femminile facendo leva su quello sguardo maschile che ha raccontato le donne al cinema (e le ha tenute in ruoli preconfezionati in ogni settore).
L'egocentrismo di quello sguardo, che vuole le donne eternamente giovani e sorridenti e non dà alcun valore alla loro maturità, è stato completamente interiorizzato da Elizabeth e anche da Sue (che sono due versioni di una stessa persona), perché entrambe sono disposte a qualunque diavoleria per mantenere bellezza e gioventù, nonché il piccolo potere che ne deriva loro in un mondo gestito dagli uomini. Il progenitore di The Substance è probabilmente La morte ti fa bella, ma qui il grottesco è spinto molto oltre, si fa horror e splatter, e le citazioni cinefile non finiscono con Zemeckis ma proseguono a tutto raggio, passando ad esempio da Kubrick (2001 Odissea nello spazio e Shining) a De Palma (Carrie - Lo sguardo di Satana), da Lynch (The Elephant Man), Emerald Fennell (Una donna promettente) a tutto Cronenberg. Fargeat gestisce con lucidità e senso dello spettacolo la messinscena di questa storia estrema improntata all'esasperazione davanti ad una cultura che relega le donne in un ruolo funzionale a quel maschile che le distingue in "chiavabili o inchiavabili", e in base a questo assegna loro l'unico valore possibile. Gli uomini nel film vengono fuori come idioti pericolosi pronti a tirare fuori il loro lato più meschino, ma anche la protagonista (anzi, le protagoniste) non ne esce bene, fondamentalmente perché accetta la permessa che "la versione migliore di sé" sia quella giovane e tonica, e nient'altro.
In questo anche Fargeat cammina sul filo fra critica e accettazione degli stereotipi, ad esempio facendo la più trita equazione fra vecchiaia e orrore o indugiando sui dettagli anatomici dei corpi femminili in modo aderente al modello maschile - per criticarlo, certo, ma rischiando di ottenere un effetto confermativo. Fargeat purtroppo è onesta nel ritrarre la condizione femminile come un'altalena fra una giovinezza inconsapevole e un'età matura rassegnata. Si vorrebbe che Elizabeth, nella sua versione giovane Sue, portasse con sé esperienza e saggezza, e invece a entrambe le età è uno specchio riflettente a uso e consumo degli uomini che cerca di aderire a standard di bellezza eteroimposti. Fargeat racconta l'odissea tragicomica della sua antieroina attraverso due ore e venti di visioni raccapriccianti degne di Cronenberg incentrando l'orrore sul corpo femminile, e Demi Moore è davvero coraggiosa nel sottoporre il suo fisico (già di per sé modificato dalla chirurgia plastica) a infinite trasformazioni peggiorative, mentre a Margareth Qualley è affidato il ruolo di Sue, altrettanto di plastica con i suoi sorrisi finiti e la vocetta infantile, pronta a prestarsi ad un immaginario che la vuole sogno erotico e fidanzatina d'America. Non c'è posto né per Elizabeth né per Sue, ma è soprattutto l'odio verso se stesse a fare di loro due perdenti, quale che sia il loro aspetto esteriore (e quello di Moore e quello di Qualley, già "perfetti" in partenza). The Substance è a dir poco esagerato nella rappresentazione di questo autosabotaggio ingenerato dal patriarcato imperante, ma sottolinea anche nelle donne un collaborazionismo dal quale è impossibile uscire vincitrici. Fargeat stroppia, tira troppo in lungo la metafora, entra a gamba tesa nel trash e nel camp, sottolinea ogni dettaglio facendo di ogni smagliatura una sconfitta e di ogni centimetro di pelle tonica un punto d'onore: e ha il coraggio di creare momenti comici e satirici che più che al body horror sembrano puntare alla parodia di una società che mette una pressione insostenibile sul corpo femminile. E lo fa attraverso una costruzione filmica audace, solida e puntuale.
The Substance è un film diretto da Coralie Fargeat, che vede come protagoniste Demi Moore e Margaret Qualley. Racconta la storia di una celebre attrice sulla via del tramonto che, proprio il giorno in cui compie cinquant’anni, viene licenziata. A seguito di questo trauma, la donna ha un incidente d’auto dal quale esce illesa fisicamente ma distrutta psicologicamente.
Il film parte da premesse interessanti, con l'intento di comunicare un messaggio già ampiamente discusso altrove, ma riesce a farlo solo in parte. Purtroppo, il risultato finale è penalizzato da alcune scelte narrative discutibili: un eccesso di femminismo forzato, che appare quasi caricaturale, e un finale splatter che finisce per suscitare più ilarità che tensione. [...] Vai alla recensione »
Elizabeth Sparkle, ex star del cinema da tempo obliata dallo showbiz, ricicla la propria avvenenza in una seconda pelle in lycra promulgando i vantaggi di un’aerobica coreutica televisiva decisamente soigné. Sebbene graziata da una genetica ottriata, Harvey, il trimalcionico presidente del network, nonostante l’appagante tenitura dello show emenda brutalmente dal palinsesto la profession [...] Vai alla recensione »
Armonicamente esagerato, tanto equilibrato e supino alla sua fonte, quanto brutale e gore nella sua conclusione. Dovessimo prendere il primo e l'ultimo quarto di film, porli a confronto e osservarli, non saremmo in grado di immaginare autonomamente la parte centrale e lo svolgimento.. Come ci siamo arrivati a cos? tanta truculenza?. Ebbene, Coralie Fargeat ? tutt'altro che neofita nella messa in scena [...] Vai alla recensione »
Due donne, Elizabeth e Sue, due volti della stessa realtà, nate da un patto col diavolo. “The substance” esplora null'altro che il desiderio umano di riavvolgere il tempo e vivere ciò che sembra essere sfuggito di mano, come certi interventi di botulino finiti male oggigiorno ci insegnano. Il film è grottesco, splatter, volutamente violento, tronfio e barocca; [...] Vai alla recensione »
Finalmente cinema. The substance narra la sua storia tramite quasi esclusivamente immagini forti, sequenze ben montate, effetti sonori acuti, intelligenti e presenti. La colonna sonora é li che fa il suo lavoro. Ultimo ma non per importanza, l'interpretazione delle protagoniste, che hanno fatto a detta mia un bel lavoro. La sceneggiatura é tutta la, dialoghi quasi assenti per lasciare [...] Vai alla recensione »
filmaccio sponsorizzato da Amazon infarcito di messaggi subliminali commerciali, con ambientazioni ed inquadrature alla pseudo Kubrick ma prive di contenuti
L'idea era buona, ma il film faceva schifo, con una regia che cerca di stupire soffermandosi su particolari disgustosi in modo inutile. Peccato la storia poteva essere interessante se fosse stata trattata ad es. con uno stile gothico, invece si è puntato sul trash più stupido che ci sia.
Film che apprezzo per l'idea, mi piace la storia del siero miracoloso che permette alla persona che se lo inietta di tirar fuori una versione più giovane e accattivante di sé con cui dovrà dividersi e vivere 7 giorni per una, e mi piace il messaggio che la bellezza non è tutto, sembra una frase banale ma è molto importante non si può fuggire alla tirannia [...] Vai alla recensione »
Incuriosita dal tema attuale e da un trailer accattivante ero sinceramente convinta di vedere un film tipo Minority Report quindi fantascientifico distopico . Ed inizialmente le premesse c'erano, l'idea narcisistica di quest'epoca dove l'apparire e avere il consenso altrui devia totalmente le persone al fine di alienarle, peccato poi scoprire la pochezza dei dialoghi, l'appoggiarsi [...] Vai alla recensione »
Trama relativamente scontata; buona la parteza, ma poi verso la fine degenera un una sequenza di corbellerie inenarrabili. Non perdete tempo: andate a stirare.
Il film inizialmente è molto interessante ma a un certo punto non si capisce più niente. Di tutto il film la soloa cosa che salvo è il trailer.
Poteva essere strutturato molto meglio perché il messaggio dello schifo che c'è nel mondo dello spettacolo è stato per lo meno chiaro ma tutto il resto è solo un susseguirsi di splatter senza senso, era solo un continuare dire a me stessa 'non posso crederere che hanno fatto un film del genere, assurdo, vomitevole
Una società che ruota intorno a valori effimeri, la ricerca del corpo femminile sempre più perfetto per aumentare l’audience, la bellezza come unico obiettivo da perseguire… questo è quello che il film vuole contestare e lo fa, arrivando alla conclusione che una società simile non può che creare mostri. Ma il modo in cui lo fa è quantomeno disgustoso.
The Substance è un film dove ogni cosa è portata all’accesso. E all’eccesso è portata anche la durata: 2 ore e 20 minuti per un film basato su un’unica idea reiterata fino allo spasimo e al grottesco. Il corpo esplorato con brutalità, sia nella sua forma di bellezza e giovinezza che nella più orripilante metamorfosi della vecchiaia.
Film decisamente brutto. 2 stelle meritate solo per le interpretazioni degli attori. Idea di fondo interessante ma mal sviluppata. Il fil nella parte finale diviene grottesco ed insopportabile. Poteva finire come se la storia fosse stata un sogno dell'attrice, ma invece prosegue su un percorso a dir poco fantasioso e sinceramente per nulla coinvolgente.
Film sopravvalutissimo... La trama all'inizio ci sta anche, ma come già in tanti hanno scritto si perde lungo andare. Per non parlare delle decide e decine di scene esasperatissime (e NON NECESSARIE) di nudo, se devo vedermi 3/4 di tette e culo ritoccato, onestamente prefisso guardarmi altro... Altro che femminista!! Una delusione in tutti i sensi
Sangue e sbudellamenti senza alcun significato. Inutile sperare che gli americani riescano a fare un film da una buona idea senza ridurli a un ammasso di budella sanguinose!! risparmiatevi i soldi peccato non possa dare zero
Indeciso, oscuro, senza senso. Il regista aveva in mano un messaggio importante ma ha sprecato l'occasione con un orror senza ne capo ne coda e della peggiore specie. Pessimo film
Il film affronta temi importanti che potevano essere sviluppati molto meglio. All'inizio aspettavo che partisse, poi...decresce anziché crescere. Effetti speciali interessanti, anche se nel secondo tempo diventano grotteschi. Musica che sottolinea ogni momento, anche se allo space hanno un concetto di volume particolare, spesso troppo elevato. Il film non mi ha convinto e non lo consiglierei.
Sceneggiatura , regia, fotografia pressoché inesistente. Trama fantascientifica al di sopra del surreale, recitazione sotto la media. Sconsigliato.
“The substance “. Elisabeth conduce…o meglio conduceva…un famoso programma televisivo di fitness. Superati i 50 anni viene esclusa perché ormai “vecchia”…e da lì viene convinta a provare un programma sperimentale segreto per tornare giovane. L’esperimento ha molte limitazioni e se mal gestito diventa distruttivo.
Pamphlet in chiave fantascientifica sull'ossessione per la bellezza e la conseguente incapacità d'accettare lo scorrere degli anni e il declino fisico, si perde in una sceneggiatura improbabile e didascalica in egual modo, con l'aggravante d'un finale gratuitamente splatter, più involontariamente ridicolo che scioccante.
Elisabeth Sparkle (D.Moore) è la celebre conduttrice di un programma aerobico, ha all'attivo un Oscar e sta per compiere cinquant'anni. Ed è proprio il giorno del suo compleanno che lo showrunner Harvey (contingenza?) la liquida, annunciando la necessità di ringiovanire il programma con un volto nuovo e fresco. La donna, che vive sola e senza legami, decide [...] Vai alla recensione »
Il tempo che passa è inesorabile anche se hai le sembianze di Demi Moore, alias Liz Sparkle, diva agée, almeno per i canoni Hollywoodiani, e che quindi va sostituita immantinente. Il mondo dello spettacolo attraverso le mani e le inquadrature della regista francese Coralie Fargeat riceve critiche non troppo velate. È solo da capire se destinate a chi decide di rischiare la propria [...] Vai alla recensione »
Esile trama, sequenze da videoclip ed una protagonista sciapa, tale Qualley. Nonostante ciò l'opera colpisce nel segno, attuale sin dalla scelta della brava Moore, sessantenne per fare una cinquantenne. La regista osa molto, ma il risultato è calibrato pur con tutti i suoi eccessi, e ce ne sono tanti. Finale debordante, nel segno di De Palma, ultima tra tante citazioni.
A quanto pare se un film è chiacchierato e discusso la gente andrebbe a vederlo pure alle 23:00 se necessario. Sabato era alle 22:30, ma vabbè. THE SUBSTANCE della francesina Coralie Fargeat, già autrice dello splendido Revenge. Posso dire che come inquadra i culi lei senza sembrare volgare nessuno mai…!? Ma vabbè anche questo…La dimenticata star hollywoodiana Elisabeth Sparkie, ormai cinquantenne [...] Vai alla recensione »
Parte bene, l'idea si prestava ad un bello sviluppo, ma scantona nel grottesco e disgustoso oltre che interminabile. Il messaggio è subito chiaro ma non da indurre in riflessioni particolari. Alla fine argomento già noto e affrontato. Ad un certo punto non si capisce se si vuole emulare Tarantino ( per l'eccesso di sangue a spruzzi) o richiamarsi ai famosi creatori di personaggi [...] Vai alla recensione »
Oltre al concetto della difficoltà dell'accettazione del tempo che passa e che trasforma i corpi, ho trovato interessanti molti altri aspetti. La non accettazione della vecchiaia è un pretesto per presentare gli effetti della non accettazione del sè, la voglia di mostrare sempre una versione migliore di se stessi (frase riipetuta molte volte nel film).
Il tema è interessante, ruota attorno alla difficoltà di accettare il tempo che passa e di cosa si sarebbe disposti a fare per frenarlo. Mi chiedo tuttavia se un film d'autore, come temo questo voglia passare, abbia bisogno di mostrare una tale quantità di scene per stomaci davvero molto forti in cui dominano siringhe in primo piano che bucano varie parti del corpo e altre sequenze raccapriccianti. [...] Vai alla recensione »
Idea geniale che affronta con un punto di vista originake il tema della ricerca della belezza. Mai banale. Bellisima colonna sonora.
originalità e ritmo. temo importante. da vedere
Ho visto The Substance (di Coralie Fargeat), che definirei più nel genere fantascienza che nell'horror, e devo dire: mi è piaciuto molto! Un tripudio dal punto di vista visivo e sonoro. Demi Moore e Dennis Quaid magistrali! Pur essendo originale, ecco cosa mi è parso di intravedere: L'eterna tematica dello sdoppiamento, come ne "Il ritratto di Dorian [...] Vai alla recensione »
Affresco spietato dei tempi che viviamo. A tratti thriller, a volte horror ma anche drammatico.
Dopo poco più di due settimane nei cinema italiani, The Substance ha raggiunto al box office la cifra di 1,9 milioni di euro di incasso con ben 250mila spettatori. Un successo testimoniato dal calo molto lieve di incassi, intorno al 20 per cento, rispetto alla settimana precedente e anche dalle ottime medie per copia, che posizionano questo horror sui generis sempre nel podio di quelle migliori della Top Ten. Sono questi gli indicatori che fanno meglio capire come sia scattato un forte passaparola che ha premiato un film riconoscibilmente tutto al femminile con la regia della francese Coralie Fargeat, al suo primo film in inglese dopo l’esordio con l’interessante revenge movie dal titolo appunto Revenge, e con le protagoniste ‘speculari’ Demi Moore e Margaret Qualley. Una tendenza, per la verità, che era già chiara dai risultati del suo primo weekend che ha coinciso anche con la festività di venerdì primo novembre quando questo body horror, molto pop ma anche molto estremo per cui la visione è vietata ai minori di 14 anni, ha collezionato più di 100mila presenze e 830mila euro di incasso che, per capirci, tradotto nei vari mercati, ha significato aver superato i risultati di tutti gli altri paesi europei esclusa la Francia. The Substance ha infatti quasi doppiato il debutto spagnolo di 450 mila euro e ha superato l’ottimo risultato del Regno Unito di 726 mila euro. Negli stessi giorni in cui Demi Moore, che si è messa tantissimo in gioco per questo ruolo complesso che in qualche modo parla alla sua biografia con una ex star del cinema di mezza età in crisi, compiva 62 anni e gli spettatori riempivano le sale, è anche arrivata la notizia delle due nomination agli Efa 2024: miglior film e migliore sceneggiatura (lo stesso riconoscimento che aveva ottenuto allo scorso Festival di Cannes).
Insomma una tempesta perfetta che ha generato un forte interesse nel pubblico per un film sulla cui uscita la casa di distribuzione IWonder ha lavorato, per bene, da mesi. The Substance è diventato così il film di cui tutti parlano e dunque da vedere al più presto. Per dire, anche un grande autore come Guillermo del Toro si è sentito di postare su X la sua minicritica: «Preciso, pulsante, divertente, implacabile e capace di passare agilmente dalla tensione, al terrore, alla risata». Mentre su Tik Tok impazzava il meme interpretato in tutte le lingue del mondo di Margaret Qualley con il suo personaggio di Sue che dice “See you next week and in the meantime take care of yourself” ("Ci vediamo la settimana prossima e nel frattempo prenditi cura di te”).
L’ossessione per la giovinezza perduta, l’incapacità (o anche, se si vuole continuare a fare il proprio lavoro, l’impossibilità) di accettare la vecchiaia e il decadimento del corpo, più ancora che la mera ossessione per il successo, sono temi ricorrenti nel cinema e nella letteratura. Nel caso di The Substance, il nuovo film di Coralie Fargeat, queste tematiche vengono fuse con l’ancor più classica tematica dello sdoppiamento, accorpando una dicotomia molto classica alla Jekyll/Hyde con echi nemmeno tanto nascosti dal Dorian Gray di Oscar Wilde per creare un insieme accattivante e moderatamente trasgressivo che - tra citazioni numerose anche tematicamente ultronee - si rifa in modo esplicito all’horror mutazionale che negli anni ’80, in particolare (ma anche prima e dopo, naturalmente), aveva dato vita al tripudio visionario del cosiddetto body horror che traeva in genere vantaggio visivamente dall’abilità di effettisti ed esperti del trucco capaci di plasmare e modificare la carne umana in versioni grottesche e talvolta selvaggiamente ripugnanti. Quando si parla di body horror, naturalmente, il primo nome che viene in mente è quello di David Cronenberg che ne è stato probabilmente il profeta, se non l’iniziatore. Ma vengono in mente anche le fantasmagoriche mutazioni e fusioni realizzate, per fare solo un esempio, da Shinya Tsukamoto nella sua significativa e influente filmografia.
Ma in The Substance, Coralie Fargeat tende a plasmare i corpi in modo, se vogliamo, lineare senza cercare assemblaggi che prevedano materiali diversi dalla carne umana, partendo dalla ricerca della perfezione giovanile, cui si contrappone la corruzione e la decadenza sempre più marcata della vecchiaia, per arrivare a un bizzarro e mostruoso insieme che unisce nuovo e vecchio in una metamorfosi instabile e gorgogliante che richiama, nelle forme e anche nel tipo di effetto speciale adottato, il magma mutageno che arricchiva e rendeva sublime nelle forme un film a suo modo fondamentale come Society di Brian Yuzna.
Coralie Fargeat è regista attenta, abile e capace di revisionare e utilizzare in modo inventivo materiali di riporto, come ha dimostrato con il classico rape e revenge nel riuscito e incisivo Revenge. Anche in questo caso, la storia in sé è semplice e non presenta svolte propriamente narrative di grande novità, ma il ritmo e la tenuta drammatica del racconto sono efficaci e seguono in modo credibile le preoccupazioni della protagonista e le ambizioni del suo giovane alter ego, mettendo in scena un dualismo nel quale gioventù e vecchiaia, ascesa e caduta, fioritura e decadenza, sono aspetti inevitabili della medesima realtà.
"Specchio, servo delle mie brame, chi è la più bella del reame?"
Di fronte al suo riflesso stropicciato dagli anni, Elisabeth Sparkle, un’imperiosa Demi Moore, attende disperatamente una lusinga che non arriverà mai. Ex star di Hollywood, riconvertita in conduttrice di un programma di aerobica, viene licenziata in tronco per ‘raggiunti limiti di età’. Il suo lato B non vale più la visione e centinai di glutei sodi fanno già la fila per rimpiazzarlo. Improvvisamente invisibile e fuori dai giochi, Elisabeth firma un patto col diavolo, che le offre una soluzione miracolosa: oltre il botox, oltre il classicismo di Eva contro Eva, oltre la colonizzazione della carne di La mosca. Coralie Fargeat infiltra l’immaginario glamour di Hollywood e approccia con lucida follia il mito dell’eterna giovinezza venduto a profusione dall’industria dello spettacolo. E nella corsa alla giovinezza, le donne sono eterne perdenti. Coralie Fargeat non teorizza l’annientamento prodotto dall’invecchiamento ma lo lavora, lo modella come argilla in un film organico di immagini materiche, di ferite aperte, di cicatrici, di escrescenze purulente. Il masochismo e l’automutilazione, a cui le donne sono implicitamente incoraggiate dalla dittatura della bellezza, si traducono in una violenza latente, poi in una tracimazione gore fino alla necrosi e alla putrefazione della carne.
Sotto quest’orgia di stile, che mescola l’estetica pop fluorescente a un dolore fisico più intenso che altrove, The Substance è un mattatoio esilarante e furioso, senza complessi o esclusione di colpi, che investe a fondo lo sguardo maschile, esagerandolo per minarlo meglio dall’interno. Dalla pelle di gomma di Elisabeth, che si spoglia letteralmente dello strato epidermico come in una muta, sorgono vischiose e toniche le natiche di Sue (Margaret Qualley è il ‘doppio’ giovane e performante di Elisabeth), bomba atomica che gode del suo sex-appeal. Celebrate senza moderazione in contre-plongée, avviliscono ‘pienamente’ la nudità scarnificata di Elisabeth (la matrice originale). Raramente il cinema ci ha costretti a guardare con tanta crudeltà i corpi ‘mutanti’ delle sue attrici, che succhia fino all’osso prima di gettarli nell’oblio. Rivoluzionaria di cuore e tagliatrice di teste, Fargeat punta il dito (medio) contro gli uomini e la società dei consumi con un’unica richiesta: la fine immediata dell’idolatria del giovanilismo e delle donne-oggetto. Membro del collettivo del 50/50, l’autrice porta sangue e sudore al suo mulino. Mulino che macina tutto e tutti, nessuno si senta escluso mentre il film assembra la carne livida delle sue eroine in un’ultima figura mostruosa e lynchiana. Un magma informe che sottolinea la natura gemellare delle sue star, rivali in due età diverse della loro vita e intrecciate adesso nella morte.
The Substance farà impazzire il pubblico, film politico, colpo di mano femminista, mostruoso, caustico, degenerante e rigenerante, è senza dubbio uno dei migliori body horror degli ultimi trent’anni. Tra azione orrorifica e magniloquenza, emoglobina e misandria sistematica, lo spettatore sale sulle montagne russe con euforia e terrore. Fargeat tratta l’horror e la commedia con lo stesso senso del grottesco. Tutto è bello, giovane e perfetto in questo paradiso hollywoodiano. Ma tutto così artificiosamente abbagliante da risultare inquietante. Di fatto dietro la leggerezza assunta dalla messa in scena qualcosa di molto feroce ribolle. La regista francese cavalca di nuovo l’esaltazione della bellezza del corpo femminile e la grossolana stupidità del comportamento maschile, osservando da (molto) vicino una donna schiava della sua immagine e un produttore ignobile (Dennis Quaid, Harvey nel film...). Negli ultimi anni: “diventare la versione migliore di noi stessi” è il tormentone dei coach di “crescita personale”. Coralie Fargeat prende alla lettera questa ingiunzione, che vuole controllare tutto dell’umano, compreso il suo lato oscuro, e ne fa la base del suo racconto allegorico. Ed è esaltante vederla concepire questa sorta di idra a due corpi, simbolo delle società occidentali alienate, per silurarla al cuore. Sotto la patina di un lussuoso B-movie cova una riflessione pertinente sulle nostre fratture interiori, sulla dittatura del giovanilismo e sullo stramaledetto culto dell’immagine di sé, che finisce per pietrificarci, come Medusa.
In America The Substance, oltre che un grande successo al botteghino, è diventato un fenomeno pop: sono decine i meme scaturiti dal film della regista francese Coralie Fargeat, che all’ultimo Festival di Cannes ha vinto il premio per la Miglior sceneggiatura originale, e molti stanno preparando per Halloween costumi ispirati alle grottesche trasformazioni cui va incontro la protagonista Demi Moore. Insieme a Margaret Qualley, Moore e Fargeat parlano del film nell’incontro a tre voci che segue.
The Substance è oggi in anteprima in molte città e sarà al cinema dal 30 ottobre.
LA TRAMA:
Elizabeth Sparkle è stata una diva con al suo attivo un Oscar e una stella sulla Hall of Fame, ma la stella si è sporcata e la scintilla ("sparkle") di Elizabeth si è spenta, quantomeno agli occhi del produttore del programma televisivo di fitness che lei conduce da tempo: un uomo convinto che le donne debbano sempre sorridere e che dopo i cinquanta non abbiano più... non si sa cosa, ma è qualcosa alla quale quelli come lui (che si chiama Harvey come il produttore Weinstein) sembrano tenere moltissimo. Quando Harvey, nel giorno del compleanno di Elizabeth, le annuncia che sarà sostituita alla conduzione del suo programma, la donna decide di aderire ad un protocollo sperimentale chiamato The Substance, che promette di restituirle una versione di sé "migliore, più bella e perfetta". A settimane alterne sarà Sue, la bella e giovane neoconduttrice del programma di fitness della rete, e poi di nuovo Elizabeth. Ma l'alternanza sarà difficile da gestire, e si sa che i patti con il diavolo sono sempre a rischio.
Riuscire a essere più belli, più giovani, sconfiggere la morte che arriva e che ci fa la pelle come quella di un pollo tenuto in frigo. Sconfiggere il tempo che ci rende invisibili, indesiderabili. Fermare la corsa del tempo che ci porta giù, con sé. Perché noi ci crediamo sempre giovani, mentre il resto del mondo ci strappa via dal salotto buono, spegne le luci e le telecamere, ci mette in uno sgabuzzino buio.
The Substance di Coralie Fargeat – era in concorso a Cannes, dove ha vinto il premio per la sceneggiatura – non è un film sottile. È un body horror, un incubo fantascientifico che spara a tutto volume, a tutto schermo i suoi orrori, i suoi rumori, i suoi umori. È grottesco, violento, usa primi piani di siringhe, tubi, cannule, deforma i volti appiccicandoli alla telecamera, mostra senza pudore ferite, corpi tagliati, liquidi corporali.
Non è sottile: è cronenberghiano, con quei corpi femminili tagliati, cuciti, sanguinolenti, ed è “titaniano”, nel senso che ricorda un film che vinse a Cannes nel 2021, Titane di Julia Ducournau, altro film certo non misurato, forte proprio della sua sfacciataggine. Ma nella sua essenza, The Substance è soprattutto un film sul desiderio struggente e patetico che abbiamo tutti, di essere desiderati ancora. Perché non essere amati, non essere visti, è come morire.
Star sfolgorante degli anni Ottanta e Novanta, Demi Moore ha illuminato lo scorso maggio la Croisette di una luce particolare: quella del ritorno. È lei la protagonista di The Substance, un’allegoria esagerata dell’ageismo femminile e della misoginia interiorizzata firmata da Coralie Fargeat, già impressionante nel sovversivo Revenge, che derealizzava il mondo per trasformarlo in un terreno di gioco. Con le sue esplosioni di gore e i suoi momenti oltraggiosi e disinibiti, The Substance è pensato per stupire e indignare in egual misura.
Se il piatto è servito freddo, a incarnarlo con scaldamuscoli e body sgambatissimo è Elisabeth Sparkle (Demi Moore), diva dismessa che conduce un popolare programma di aerobica. Il giorno del suo 50° compleanno, il suo ripugnante capo la licenzia senza mezzi termini. La ragione è crudele: lui, il pubblico, il mondo intero, tutti vogliono una conduttrice più giovane, più bella, più sexy... La brutalità del congedo e un incidente la conducono dove non avrebbe mai pensato. Allontanata dalla sola fiamma che la fa bruciare, è pronta a tutto per riprendersi quello che era suo. Alla faccia del boss, del patriarcato e delle nuove ninfette che scalpitano per sculettare in TV. Infilato un cappotto giallo fiele pesca il segreto dell’eterna giovinezza.
Il destino di Elisabeth Sparkle sembra chiosare la carriera della sua interprete: l’attrice più pagata della prima metà degli anni Novanta. Demi Moore, che interpreta una donna che rifiuta di invecchiare, è stata “spremuta” da Hollywood fino all’alba dei suoi quarant’anni. Poi la storia è nota. La sua presenza dona per questo al film una dimensione “meta”. Gloria Swanson sul viale del tramonto, la star di Ghost o Proposta indecente, di Codice d’onore o di Rivelazioni, non rompe la sua immagine, la polverizza. Come Coralie Fargeat, Demi Moore va fino in fondo, con aplomb e autoironia. Con generosità e abbandono, soprattutto, dato il controllo assoluto che ha sempre mantenuto sulla sua immagine pubblica.
Nell’horror femminista dell’autrice francese, l’attrice si lascia riprendere da ogni angolazione e in modi non necessariamente lusinghieri, ma sempre rivelatori della violenza che dobbiamo sopportare come donne. La regista le chiede di essere vulnerabile e di esporsi, fisicamente ed emozionalmente. Demi Moore accetta la sfida e rintraccia in filigrana una carriera che debutta negli anni Ottanta ma esplode nel decennio successivo con Ghost, imponendola come uno dei volti faro di Hollywood. Proposta indecente e Rivelazioni faranno il resto.
Meritatissimo premio per la sceneggiatura al Festival di Cannes, esce nelle sale il body horror più osannato del momento. Coralie Fargeat ci parla dell'ossessione per la perfezione fisica che a Hollywood è decisamente molto sentita, per la mentalità maschilista di chi sta ai vertici del potere, ma anche dalle donne che calpestano ogni concezione e simbolo femminista in nome della bellezza e delle [...] Vai alla recensione »
In un periodo storico e culturale dominato da scandali su scandali riguardanti il mondo di Hollywood e le sue celebrità, The Substance cade come un fulmine durante la tempesta. Non si può infatti dire che un film del genere, con delle tematiche simili, non fosse prevedibile, eppure il risultato sembra aver sconvolto tutti. In sala da pochissimi giorni, The Substance sta spopolando sui social come [...] Vai alla recensione »
In testa, il più bell'incidente d'auto del 2024. Elizabeth star televisiva del fitness - ex star: è stata appena licenziata per raggiunti limiti di età - ne esce senza un gramo e con un portentoso kit medico: permette di ringiovanire. Sdoppiandosi. Una settimana Elizabeth è Demi Moore, la settimana dopo è "la sua versione migliore", vale a dire Margareth Qualley, 30+ anni di meno.
Fargeat, regista parigina, plana a Hollywood per confezionare un film impetuoso, che promette forti emozioni e una riflessione sul sogno proibito dell'eterna giovinezza. È un distopico «viale del tramonto» lastricato di egocentrismo, quello solcato dalla protagonista Elisabeth Sparkle (cognome che allude allo «scintillio», evoca le stelle dello spettacolo), una Moore audace.
Attrice matura, già premio Oscar e con una stella sulla walk of fame, si è riciclata in tv con un programma di fitness. Elizabeth Sparkle viene però di colpo licenziata dal direttore del network: servono bellezza e giovinezza, grazie tante e addio. Sconvolta, umiliata, depressa, accetta la misteriosa offerta di una sostanza che le permetterebbe di sdoppiarsi, generando un secondo sé più bello e più [...] Vai alla recensione »
La pelle, la carne. E, ovviamente, il sangue. L'ossessione della bellezza e l'incubo - atavico ma mai così contemporaneo - di invecchiare. Il tema del doppio e lo specchio delle mie brame. E poi Cronenberg, «Il ritratto di Dorian Gray» e l'elisir di eterna giovinezza: metti nel frullatore, aggiungi la musica techno e premi play. E la vedrai lì, verde come la speranza proibita, «la sostanza ».
E se Mefistofele mutasse in una fiala giallastra capace di estrarre da un corpo la sua copia più giovane, bella e vincente, ovvero la "sua miglior versione"? Con Goethe alla base e Oscar Wilde allo specchio, la francese Coralie Fargeat ha scritto e diretto uno dei film più audaci, dirompenti, politici e intelligenti della stagione. Già "caso" all'ultimo festival di Cannes dove ha vinto per la miglior [...] Vai alla recensione »
Il corpo femminile è un horror che sta sempre per comincia- re. Dalle mestruazioni alla gravidanza e al parto, negli ultimi cinquant'anni le donne hanno fornito una ricca fonte d'ispirazione ai registi di gene- re. Guardando un po' più da vicino, emergono due tendenze: la grande maggioranza degli horror basati sul corpo femminile affronta in qualche modo l'apparato riproduttivo ed è realizzata da maschi. [...] Vai alla recensione »
Coralie Fargeat, la regista del sanguinoso "Revenge" ci trascina ora ancora ai limiti estremi, nella pellicola più travolgente e discussa (già di culto) passata all'ultimo Festival di Cannes, dove ha vinto il premio per la miglior sceneggiatura. Bellezza, trasformazioni e deformazioni, scandiscono una storia in cui ritroviamo una rinata Demi Moore in stato di grazia, vera leader di questo esperimento [...] Vai alla recensione »
Non c'è dubbio che la qualifica di "body horror", horror del corpo, della carne, renda un film appetitoso per gli appassionati del genere, tanto più se si tratta -come nel caso di "The Substance"- di un titolo insignito a Cannes del premio per la migliore sceneggiatura (con standing ovation) e accompagnato da elogi sperticati mai registrati, per esempio, al cospetto dei tanti, ingegnosi e intriganti [...] Vai alla recensione »
Nella vecchia Hollywood era uso che le attrici celebri (Bette Davis, Joan Crawford), superata l'età per le parti romantiche, si riciclassero nel cinema di paura. Ora tocca alla sessantenne Demi Moore, protagonista di The substance , mix di commedia nera e body horror presentato in concorso a Cannes, dove ha vinto il premio per la migliore sceneggiatura.
Nel film che ha sconvolto l'ultimo Festival di Cannes ci sono sia l'Oscar che Oscar Wilde. Si intitola The Substance, è ambientato a Los Angeles, la protagonista si chiama Elisabeth Sparkle (Demi Moore) ed è l'opera seconda della regista francese Coralie Fargeat. Vecchia diva vincitrice di un Oscar («Sì ma quando è stato? Negli Anni '30 per King Kong?», ironizzerà qualcuno), Elisabeth è finita a zompettare [...] Vai alla recensione »
Pur essendo il cinema horror da sempre un genere intimamente politico, ci si ritrova periodicamente alle prese con tentativi di nobilitarlo, renderlo accettabile per una tipologia di consumatori che altrimenti non degnerebbe mai di uno sguardo un film come The Sadness di Rob Jabbaz. E, a prescindere dalle considerazioni ideologiche ed estetiche, l'horror, soprattutto in questo periodo di ridefinizione [...] Vai alla recensione »
Premiato a Cannes 2024 per la migliore sceneggiatura, arriva anche in Italia The Substance, film diretto da Coralie Fargeat e interpretato da Demi Moore e Margaret Qualley. Distribuisce I Wonder Pictures. Elisabeth Sparkle è una diva del cinema in declino. L'età avanza e la società vuole carne fresca. A seguito di un incidente, viene a conoscenza di una misteriosa sostanza che può ridarle quello che [...] Vai alla recensione »
Ha avuto del coraggio la regista francese Coralie Farget, è innegabile, a sceneggiare e dirigere un film come The Substance: presentato in Concorso al 77° Festival di Cannes, il grottesco, distopico, feroce bodyhorror con un finale grandguignolesco è al cinema distribuito da I Wonder Pictures. La regista ha colto nel segno, a giudicare dall'accoglienza ottenuta al Festival.
C'è body horror e body horror. Il body horror di David Cronenberg non corrisponde né al body horror di Stuart Gordon, né a quello di Jim Muro e di Brian Yuzna. E poi c'è il body horror contemporaneo, e anche lì le distinzioni abbondano. Per esempio: il body horror di Titane è più affine a Possessor che a The Substance. A sua volta, il film di Coralie Fargeat calca le medesime tracce di Men, del quale [...] Vai alla recensione »
Piano piano, tra annunci e anteprime (in corso), finalmente "The Substance" si svelerà. Al cinema dal 30 ottobre, se ancora non cambieranno il mix delle rivelazioni, e - pare - anche su Mubi. Solito tira e molla di chi crede avere in mano il film dell'anno, e intanto se lo gioca tra interviste, servizi fotografici, pure qualche dibattito. Vabbè, la magica sostanza promette eterna giovinezza, a giorni [...] Vai alla recensione »
Il prologo di "The Substance" è già un suggestivo "film nel film". La stella dell'attrice Elisabeth Sparkle sulla Hollywood Walk of Fame è una delle più visitate e "selfate". Ma con il passare del tempo quasi più nessuno la nota o la riconosce. Anzi, un turista sbadato la insudicia di ketchup e sulla piastrella compaiono i primi segni di cedimento. Gli stessi che porta sul volto l'ex diva (Demi Moore) [...] Vai alla recensione »
Nel nome di David Cronenberg. Se proprio si vuole trovare un punto di partenza a The Substance si deve obbligatoriamente rivolgere lo sguardo al passato. Coralie Fargeat, all'opera seconda, pesca soprattutto l'idea tra le pieghe del cinema del maestro canadese e ne imita palesemente le scenografie, sospese tra squallore ed ipermodernità. Il risultato è un body-horror al femminile ricco di sangue e [...] Vai alla recensione »
Premio per la migliore sceneggiatura a Cannes e premio del pubblico per la sezione Midnight Madness al Festival di Toronto, arriva nelle sale italiane con anteprime il 18 ottobre e nelle sale dal 31 ottobre l'audace, scandaloso, provocatorio body horror femminista diretto da Coralie Fargeat. Un capolavoro di satira e uno dei più disturbanti e grotteschi - nonché divertente - film del 2024, con una [...] Vai alla recensione »
Quanto è amara la Bellezza? Una ex star del cinema (un Oscar), ora star attempata di un programma di fitness, licenziata per limiti d'età e «lucentezza» dal laido produttore, accetta un processo di duplicazione a tempo: una settimana se stessa 50enne e una settimana uno schianto 20enne. Monito inderogabile del programmatore: «Sei sempre tu, non dimenticarlo mai!».
Coralie Fargeat conquista la critica e il pubblico alla 77 edizione del Festival di Cannes, grazie a un film, The Substance, in cui tematiche inflazionate, ma molto sentite dalla società, emergono con forza esplosiva e maestria. Parigina, classe 1976, la regista francese ci dona un lavoro lungo, ma che a differenza di altre opere in concorso giustifica la durata attraverso un racconto mozzafiato, ricco [...] Vai alla recensione »
Che orrore il corpo di donna che invecchia: a Hollywood compiuti i 50 le attrici spariscono dalla ribalta, costrette dallo sguardo patriarcale, e dall'autosabotaggio derivante da standard iniqui, a nascondersi alla vista. O a ritoccarsi in un'eterna giovinezza, come da anni fa Demi Moore, emblematico corpo attoriale finalmente riportato a giusta gloria, nel ruolo di una Norma Desmond contemporanea [...] Vai alla recensione »
Dopo il controverso Titane (2021), Cannes torna a grondare sangue con un body horror degno di questo nome, grazie a The Substance della regista francese Coralie Fargeat. "Hai mai sognato di avere una versione migliore di te?" Con questo claim si apre The Substance, opera seconda della Fargeat in competizione a Cannes 77. Come una delle tante pubblicità di Facebook e Instagram, questa nuova sostanza [...] Vai alla recensione »
Quello che fa The Substance è esattamente quello che facevano i film di serie Z una volta. Oggi non è infrequente che film di serie A, quelli con le star, presentati a Cannes come questo (in concorso!) e ben prodotti, riprendano quel tipo di storie e anche quel tipo di grossolana ingenuità. Un filmaccio di oggi invece no, una storia del genere non la racconterebbe mai.
Corpo a corpo, in senso letterale: The Substance di Coralie Fargeat squassa il Concorso di Cannes77 riattivando l'enzima del body horror anni '80, ma aggiornandolo all'argomentazione sociale attuale. I primi turbamenti adolescenziali dell'horror di ieri sono superati a destra dai primi turbamenti della senescenza, del decadimento fisico, della rottamazione prematura.
È letteralmente vertiginoso il secondo lungometraggio di Coralie Fargeat, capace com'è di mescolare il romantico tema del Doppio incastonato in certo romanzo gotico di fine '800 con il body horrorcinematografico alla Cronenberg. Di trovare insomma un'ammirevole sintesi postmoderna e un'affascinante quanto perturbante cornice grottesca alle suggestioni provenienti dal Dorian Grey di Oscar Wilde, dal [...] Vai alla recensione »
The Substance è l'esaudimento di una preghiera: quella di avere un film a Cannes 2024 in grado di lasciare un segno non momentaneo, di dare qualcosa di significativo, memorabile, di farlo con audacia e soprattutto con grandissima creatività. Demi Moore, Margaret Qualley e Dennis Quaid sono i protagonisti di una comedy body horror scatenata, irrefrenabile, magnifica, che conferma quanto la Croisette [...] Vai alla recensione »
Negli anni '90, Demi Moore è stata per breve tempo l'attrice più pagata al mondo, incassando 12 milioni di dollari per Striptease. Quello è stato l'apice di una carriera che poi si è rallentata, anche se Moore ha lavorato in svariati progetti, tra cui il recente Feud: Capote vs. The Swans, dove ha insossato i panni di una donna di mondo arrabbiata. Tuttavia è passato tanto tempo dall'ultima volta che [...] Vai alla recensione »
L'applauditissimo body horror The Substance ruota intorno a questa domanda: se esistesse una sostanza in grado di renderti più giovane e bella/o, o meglio di creare il tuo alter ego perfetto dal punto di vista estetico, la useresti? Consideratelo un La morte ti fa bella 2.0 (potremmo definirlo La scissione ti fa bella): anche questo è incentrato sull'ossessione per la bellezza e l'eterna giovinezza [...] Vai alla recensione »
Meryl Streep e Goldie Hawn c'avevano provato in La morte ti fa bella: inseguire l'eterna giovinezza per rimanere ancorati ad una società che non accetta l'invecchiamento, e preferisce vederci sempre belli e perfetti. Zemeckis allora costruì una commedia universale, ma sempre all'interno di alcuni canoni brillanti, meno invasivi. Ora però Coralie Fargeat, la regista del sanguinoso Revenge (con Matilda [...] Vai alla recensione »
The substance, body-horror di Coralie Fargeat (Revenge) rivisita con sguardo femminile il mito di Selene, alias dell'eterna giovinezza. Per mantenere all'apice dello splendore forza e bellezza che stanno tramontando una star accetta di sperimentare un misterioso promettente processo rigeneratore. Demi Moore trasformandosi in Margaret Qualley dà corpo alla più diffusa ossessione contemporanea.
All'apice della sua carriera e della sua fama, con tanto di stella nell'Hall of fame, Elisabeth Sparkle (Demi Moore) viene messa alla porta dal suo impresario e causa anche un incidente stradale, perde la forza del fisico. Per superare l'impasse accetta di sfruttare un sistema sperimentale, denominato appunto "The substance", che le dovrebbe permettere di tornare ad avere pieno vigore del proprio corpo. [...] Vai alla recensione »
La morte ti fa bella (1992) di Zemeckis incontra Society - The Horror (1989) di Brian Yuzna per culminare in una mostruosa fusione "alla" Tetsuo (1989) di Shinya Tsukamoto, ma facendo decisamente ridere: al suo secondo lungometraggio dopo un rape and revenge movie (Revenge, 2017), la regista francese Coralie Fargeat porta sulla Croisette una commedia body horror, una farsa fracassona che guarda molto [...] Vai alla recensione »
Mettere in concorso un film come The Substance una volta sarebbe stato impossibile (anzi, una volta sarebbe stata impossibile l'esistenza stessa di un film come The Substance!), mentre oggi, dopo la vittoria nel 2021 di Titane, è sia una consuetudine, sia una furbata. Perché con The Substance l'intenzione palese è quella di creare polarità di giudizi, tra detrattori che s'incazzano (francesi e no) [...] Vai alla recensione »
A Star is Born. A Star is Dead. Ascesa e caduta di una stella del cinema e della Tv. Il nome è Elisabeth Sparkle. Un nome abbandonato su una stella all'Hollywood Boulevard che attraversa il tempo e le generazioni, e in pochi minuti la vediamo deteriorarsi come fosse un essere senziente. È quasi un film nel film il breve, magnifico, prologo con cui si apre The Substance, il secondo film da regista della [...] Vai alla recensione »
Eccolo, il nuovo Titane. Per qualche concordanza poetico-stilistica può essere accostato alla Palma d'Oro, invereconda, di Julia Ducournau, ma non c'è paragone: è meglio, di gran lunga. Rispondendo per immagini e suoni, Zeitgeist e autorialità, derivazione (dal Ritratto di Dorian Gray a Frankenstein, da Mulholland Drive a Eva contro Eva, quanta e tanta roba) e genere, body-horror e empowerment femminile [...] Vai alla recensione »