Teología Latinoamericana

Por una teología joven y llena de esperanza

Son muchas las vivencias y experiencias de la teología desde Latinoamérica. La opción preferencial por los pobres se distingue como el quehacer específico de las teologías de la liberación desarrollados desde este continente. Esta sensibilidad teológica para y con los pobres se hace todavía más evidente en estos tiempos y, de modo especial, frente a la IV Jornada Mundial de los Pobres que se celebra el día 15 de noviembre en la Iglesia Católica.

Es por esta razón que jóvenes teólogos y teólogas han coordinado esfuerzos para recopilar, en un libro, muchas de sus vivencias, experiencias y testimonios teológicos desde Latinoamérica. Es así como nace el libro Esperanzando las teologías de la liberación: testimonios de jóvenes teólogos y teólogas.

Con el prólogo de Diego Irrarrazaval y el epílogo de Maria Clara Bingemer, el libro también incluye los aportes de Gabriela Carrera, José Pablo Herrarte, Teresa Gonón y Domingo Lux desde Guatemala, Francisco Bosch y Lucas Antognazza desde Argentina, Frania María desde Nicaragua, Marco Salas desde Colombia, René Flores OFM, desde El Salvador, Víctor Treminio OFM desde Panamá, y Suzana Moreira desde Brasil.

Es un esfuerzo de síntesis acerca del resurgimiento de la retórica y de la tesis de la argumentación en la ciencia jurídica. Luego lo relacionamos con la teoría de Habermas sobre la argumentación y la democracia deliberativa. Por último formulamos algunas críticas desde la hermeneutica latinoamericana a las tesis habermasianas. Es un primer planteo o esbozo para continuar la linea de investigación en sucesivos trabajos.

24 autores hacen de este libro el libro tológico más colectivo producido en la historia de Nicaragua. Escrito en el fragor de los años 80, la década revolucionaria en Nicaragua, da testimonio de la sinceridad y la profundidad vital con la que los autores responden a la realidad histórica y dan testimonio de lo que están haciendo por lo que consideran una aportación a la construcción del Reino de Dios en Nicargua y el mundo.

O resultado da pesquisa que este livro apresenta, voltada para pessoas dedicadas à teologia em todo o mundo e nas diferentes religiões do mundo, produz um equilíbrio que não é apenas positivo, mas também empolgante: apesar do que muitos acreditam, a teologia se move, está evoluindo, corre riscos, se questiona, se pergunta sobre as transformações que deve realizar para ser uma teologia de hoje, e a teologia do futuro.
    Como uma disciplina religiosa, sempre foi tingida com a auréola da eternidade, da indiscutibilidade, da imutabilidade. Parecia que a teologia - ciência sagrada! - não poderia mudar de sua figura clássica como herança de religiões e igrejas. Mas isso acabou. Décadas atrás, alguns pioneiros fizeram a proposta de uma teologia mundial – hoje diríamos uma "teologia planetária", para incluir não apenas o mundo humano, mas também o mundo cósmico, Gaia –. Era a proposta de avançar em direção a uma teologia que saísse do gueto de sua própria confissão religiosa, para poder falar com  a sociedade toda, aquela sociedade atual que é cada vez mais religiosamente plural. Neste mundo moderno, a teologia estritamente mono-confessional é condenada a não ser ouvida, talvez nem mesmo a ser entendida pela sociedade como um todo.
    Perguntamos a esses teólogos/as, e suas respostas nos permitem apresentar um panorama atraente: a teologia do futuro parece estar caminhando para um modelo pluralista (sem o complexo clássico de 'superioridade' religiosa e sem a 'verdade exclusiva' que tradicionalmente acompanhava a teologia), em direção a uma teologia pluri-confessional, que também poderíamos chamar de inter-religiosa, ou multi-religiosa, ou (desde que a palavra seja bem qualificada) trans-religiosa. Há quem também fale de uma teologia 'pós-religional' (religiosa, mas além das religiões, em um plano mais profundo), secular nesse sentido, e com uma consciência planetária nessa nova sociedade do conhecimento que de alguma forma está se tornando presente pouco a pouco em todo o planeta, mesmo em lugares onde eles acham que não percebem.
    Esses profissionais em teologia nos oferecem páginas emocionantes, dignas de estudo e meditação, com seus argumentos positivos e negativos, para um bom discernimento. Esperamos que a conclusão do leitor seja, como a nossa, que para a teologia correm bons tempos, tempos de efervescência, mutação, novas propostas, experiências arriscadas, um futuro aberto. Estamos caminhando em um bom ritmo, não sem dificuldades, em direção a uma teologia aberta e livre.
    Este é o volume conclusivo –o quinto e último– da série «Pelos muitos caminhos de Deus». Com ele, a série constitue-se na obra teológica latino-americana mais ampla, sistemática e avançada do Continente em matéria de teologia das religiões e teologia do pluralismo religioso.

Il sottotitolo specifico di questo quarto volume è "Intercultural Liberating Pluralistic Theology". Ognuno dei libri che l'hanno preceduto nella serie ha focalizzato il suo contenuto, passo dopo passo, su livelli consecutivi, al fine di costruire, con gradualità logica, il percorso verso una teologia pluralistica planetaria, cioè: cristiana, interreligiosa e in tutto il mondo, che può effettivamente aiutare le varie tradizioni spirituali a servire la pace e la costruzione di un nuovo mondo.
    Questo quarto volume, autonomo e indipendente di per sé come ciascuno dei precedenti, si concentra sul compito di presentare e valutare l'attuale realtà della «teologia pluralista liberale intercontinentale», cioè vuole fare una prima indagine sui dati su come c'è questa teologia, in questo momento dell'inizio del viaggio, nel mondo di oggi, nei diversi continenti.
    Descriviamo gradualmente il contenuto di questo libro, con il suo sottotitolo: «teologia pluralistica intercontinentale liberatrice».
    • È un libro di teologia: non di scienze religiose, né di sociologia delle religioni, né di ecumenismo o di dialogo interreligioso; il nostro interesse è teologico; vogliamo fare teologia.
    • Come è "teologia", è ovvio che siamo nel campo della teologia cristiana. Non siamo entrati nel campo della "teologia interreligiosa o interreligiosa", anche se non smettiamo di avere gli occhi puntati su quella sfida a cui abbiamo già fatto riferimento più volte.
    • Ma diciamo che stiamo parlando di "teologia pluralistica" ... Di solito si chiama "teologia del pluralismo religioso", che a sua volta sappiamo che è un nuovo nome per la "teologia delle religioni" ... ma vogliamo essere più espliciti : perché, a rigor di termini, potrebbe esistere una «teologia del pluralismo religioso» che non era «pluralista», ma, per esempio - ed è un caso molto frequente - esclusivo. Potrebbe essere chiamato teologia del "pluralismo religioso" ciò che lo aveva come oggetto materiale (sarebbe una "teologia di genitivo") ma non come oggetto formale (una teologia in cui il pluralismo religioso era precisamente la prospettiva fondamentale, la rilevanza da per affrontare il suo oggetto materiale). La teologia del pluralismo religioso a cui ci riferiamo non è solo una teologia "di genitivo", cioè una teologia che ha il pluralismo religioso come "oggetto materiale", ma una teologia stessa costruita dalla prospettiva pluralista, al contrario di prospettive esclusiviste e inclusiviste. Vale a dire: una teologia veramente "pluralista", nel senso tecnico del termine.
    • E specifichiamo che si tratta di una teologia liberatrice, o cio che è la stessa cosa: la liberazione, cioè, inscritta in quel grande genere di teologie che condividono la "formula dimensionale" della "lettura storica della realtà, centralità del regno e opzione per i poveri». Come ha già detto più volte, la nostra serie "Per le molte vie di Dio" mira precisamente a fare il "passaggio" tra la teologia delle religioni nord-atlantiche, che nel suo insieme non rientrava nel quadro della teologia della liberazione, e la teologia della liberazione. Intendiamo promuovere l'ingresso della teologia della liberazione nel campo della teologia delle religioni - un nuovo campo per essa - senza smettere di essere teologia della liberazione.
    • E aggiungiamo "intercontinentale", infine, per esprimere che non siamo più inquadrati solo in America Latina, come nei volumi precedenti, ma che abbiamo saltato i confini e abbiamo esteso le nostre antenne agli altri continenti. Questo libro è strutturato proprio rivedendo lo stato di questa teologia pluralista liberatrice (cristiana) nei cinque continenti.
    Questa è quindi la descrizione dettagliata del contenuto di questo libro, che dettaglia il suo sottotitolo specifico.

Dopo aver sottolineato le sfide della teologia del pluralismo alla teologia della liberazione (primo volume) e dopo aver indicato le prime risposte (secondo), questo terzo libro cerca di compiere passi concreti per la costruzione di una «teologia pluralista latinoamericana della liberazione".
    Parliamo di "teologia", ed è ovviamente la teologia cristiana.
    Diciamo "teologia latinoamericana", in un senso sia materialmente geografico che spirituale. Questa teologia è specificamente latinoamericana, perché abbiamo chiamato insieme teologi e teologi del nostro Continente. Ma anche questa teologia è spiritualmente latinoamericana, perché è localizzata e radicata in quella "geografia spirituale" delle grandi opzioni tradizionalmente riconosciute come "latinoamericane": l'opzione per i poveri, l'incarnazione nella storia, la costruzione appassionata dell'Utopia. di Dio e da una Chiesa umile e al servizio ... Una teologia, in definitiva, di liberazione, cioè sinceramente latinoamericana.
    E diciamo teologia "pluralista" della liberazione, in un senso preciso e tecnico, in contraddizione con "esclusivista" o "inclusivista". La teologia della liberazione classica era sempre "inclusivista" - non avrebbe potuto essere diversamente. Quello che questo libro vuole costruire supera il paradigma dell'inclusivismo per approfondire quello del "pluralismo" – anche in senso tecnico, non in senso del linguaggio comune.
    Anche se lo diciamo con tutta modestia, crediamo sinceramente che possiamo dire che questo libro di teologia della liberazione possa essere considerato il primo libro della storia scritto con il desiderio consapevole di superare l'inclusivismo e di mettersi in una prospettiva di "paradigma pluralista". I nostri critici e interlocutori diranno se siamo riusciti a dare un contributo significativo in questo sforzo. In ogni caso, intendiamo solo aiutare a fare il primo passo.
    Leonardo BOFF è stato così gentile da fare un prologo per questo libro, con la sua autorevole parola di avanzamento e di chiarire le sempre nuove strade della teologia della liberazione.
      Diego IRARRÁZAVAL ci offre come epilogo un bilancio teologico di questo libro diretto dalla Commissione Teologica Latinoamericana dell'EATWOT (AASETT).
    «Possa contribuire a suo modo al dialogo tra le varie comunità teologiche e comunque di credenti del nord come del sud (in questo senso la prefazione a firma di Maurilio GUASCO aiuta a contestualizzare la recezione del lavoro fatto dai teologi/e latinoamericani/e). La voce che ci giunge dalla frontiera aiuti tutti noi a costruire quell’ermeneutica dell’alterità di cui abbiamo bisogno perché il mondo non imbarbarisca». (Marco DAL CORSO, direttore della collana).

El subtítulo específico de este libro es «Teología pluralista liberadora intercontinental». Cada uno de los libros que le han precedido en la serie ha ido centrando su contenido, paso a paso, en niveles consecutivos, de cara a construir, con una gradualidad lógica, el camino hacia una teología pluralista planetaria, es decir: cristiana, interreligiosa y mundial, que pueda efectivamente ayudar a las diversas tradiciones espirituales a servir a la paz y a la construcción de un nuevo mundo.
    Este cuarto volumen, autónomo e independiente en sí mismo como cada uno de los anteriores, se centra en la tarea de presentar y evaluar la realidad actual de la «teología pluralista liberadora intercontinental», es decir, quiere hacer un primer levantamiento de datos sobre cómo está esta teología, en este momento de inicio de camino, en el mundo actual, en los diferentes continentes.
    Describamos gradativamente el contenido de este libro, por su subtítulo: «teología pluralista liberadora intercontinental».
    -Se trata de un libro de teología: no de ciencias religiosas, ni de sociología de las religiones, ni de ecumenismo o sobre el diálogo interreligioso; nuestro interés es teológico; queremos hacer teología.
    -En cuanto que es de «teología», es obvio que estamos en el ámbito de la teología cristiana. No hemos entrado en el campo de la «teología interreligiosa o interfaith», aunque no dejamos de tener la mirada puesta en ese desafío al que ya nos hemos referido varias veces.
    -Pero decimos que estamos hablando de «teología pluralista»... Normalmente es llamada «teología del pluralismo religioso», que a su vez sabemos que es un nuevo nombre de la «teología de las religiones»... pero queremos ser más explícitos: porque, en rigor, podría darse una «teología del pluralismo religioso» que no fuese «pluralista», sino, por ejemplo –y es un caso muy frecuente-, exclusivista. Podría llamarse teología del «pluralismo religioso» aquella que lo tuviera como su objeto material (sería una «teología de genitivo») pero no como su objeto formal (una teología en la que el pluralismo religioso fuera precisamente la perspectiva fundamental, la pertinencia desde la que abordara su objeto material). La teología del pluralismo religioso a la que nosotros nos refererirnos no es sólo una teología «de genitivo», o sea, una teología que tiene como objeto material al pluralismo religioso, sino una teología construida ella misma desde la perspectiva pluralista, por contraposición a las perspectivas exclusivista e inclusivista. Es decir: una teología realmente «pluralista», en el sentido técnico del término.
    -Y especificamos que se trata de una teología liberadora, o lo que es lo mismo: de la liberación, o sea, inscrita en ese gran género de teologías que comparten la «fórmula dimensional» de «lectura histórica de la realidad, reinocentrismo y opción por los pobres». Como ya ha dicho repetidas veces, nuestra serie «Por los muchos caminos de Dios» pretende precisamente hacer el «cruzamiento» entre la teología de las religiones nordatlántica, que como conjunto no se inscribía en el marco de la teología de la liberación, y la teología de la liberación. Pretendemos propiciar la entrada de la teología de la liberación en el campo de la teología de las religiones –campo nuevo para ella–, sin dejar de ser teología de la liberación.
    -Y añadimos «intercontinental», finalmente, para expresar que ya no estamos enmarcados en el ámbito sólo latinoamericano, como en los volúmenes anteriores, sino que hemos saltado las fronteras y hemos estirado nuestras antenas hasta los demás continentes. Este libro se estructura precisamente pasando revista al estado de esta teología (cristiana) pluralista liberadora en cinco continentes.
    Ésta es pues la descripción detallada del contenido de este libro, que desglosa su subtítulo especificativo.

En su novela autobiográfica, El oro de Mallorca, Rubén Darío desnuda su alma y muestra sus más hondas inquietudes religiosas. El presente artículo examina las vivencias del poeta durante su última y decisiva visita a la isla de Mallorca a fines de 1913. Allí hace un balance de su vida, mientras se debate interiormente entre su anhelo de Dios y las debilidades y dudas que lo acosan.

El Sínodo amazónico (o Asamblea Sinodal Especial sobre la Panamazonia), que tuvo lugar en Roma del 6 al 27 de octubre de 2019, ha sido uno de los acontecimientos eclesiales más esperados y comentados de los últimos años. La Iglesia se reunió durante varias semanas para abordar temas tan diversos como la inculturación de la liturgia, la denuncia de los excesos cometidos por las industrias ex- tractivas, la preservación de la diversidad cultural de los pueblos indígenas, la reorganización de las estructuras eclesiales, la herencia del colonialismo, la posibilidad de adaptar la administración de los sacramentos o el papel de la mujer en la Amazonia. Tras aquella histórica reunión, el 2 de febrero de 2020, el papa Francisco promulgó la exhortación apostólica postsinodal Querida Amazonia. Este libro pretende ofrecer una mirada a algunos de los tópicos más resaltantes del proceso sinodal.