Brunella Bruno, Ettore Napione, Francesca Picchio
a cura di
I M O N D I A L I D I I TA L I A ’ 9 0 E L A
SCOPERTA DELLA NECROPOLI ROMANA
Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta
della necropoli di Porta Palio
I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana.
Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della
necropoli di Porta Palio. / Brunella Bruno, Ettore Napione,
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3URVSHWWLYHPXOWLSOHVWXGLGLLQJHJQHULDDUFKLWHWWXUDHDUWH
ISBN volume 978-88-6952-155-3
ISBN E-book 978-88-6952-156-0
/D SUHVHQWH SXEEOLFD]LRQH ID SDUWH GHOOD VHULH ´3URVSHWWLYH PXOWLSOH VWXGL GL LQJHJQHULD DUFKLWHWWXUD H DUWHµ FKH KD XQ FRPLWDWR GL UHIHUHH
internazionali. “I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta
PalioµqXQWHVWRVFLHQWLILFRYDOXWDWRHDSSURYDWRGDO&RPLWDWR6FLHQWLILFR(GLWRULDOHGHOOH(GL]LRQL3DYLD8QLYHUVLW\3UHVVGHOO·8QLYHUVLWjGL3DYLD
Ciascun autore è a disposizione degli aventi diritti con cui non abbia potuto comunicare per eventuali omissioni o inesattezze.
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Il volume raccoglie gli esiti delle azioni di ricerca che hanno dato luogo al percorso espositivo “I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un
progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palioµ, realizzato a Verona presso il monumento di Porta Palio il 17 dicembre 2021.
,FRQWULEXWLTXLSUHVHQWDWLULSHUFRUURQRODVWRULDGHOODVFRSHUWDDUFKHRORJLFDLOULWURYDPHQWRGLXQDQHFURSROLURPDQDGLHWjLPSHULDOHFKHVLHVWHQGHYD
lungo la via Postumia al di fuori della città, in corrispondenza del monumento di Porta Palio, vide la partecipazione di numerosi archeologi, studiosi ed
esperti che documentarono tempestivamente lo scavo, per lasciare spazio alla nuova infrastruttura viaria realizzata in occasione dei Mondiali di calcio.
Trent’anni dopo, l’Assessorato Rapporti UNESCO del Comune di Verona e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di
Verona, Rovigo e Vicenza hanno promosso una ricerca su quell’importante esperienza archeologica, coinvolgendo il Dipartimento di Ingegneria Civile
e Architettura dell’Università di Pavia per la realizzazione di una nuova narrazione digitale dello scavo. Gli esiti di questa collaborazione, sviluppata
tra Comune, Soprintendenza e Università, hanno dato luogo ai contenuti del percorso espositivo e ai prodotti scientifici illustrati nel presente volume.
Alla realizzazione del percorso espositivo hanno contribuito la Società Mutuo Soccorso di Porta Palio, la Direzione Regionale dei Musei Veneto,
l’Associazione Santa Lucia e il Laboratorio Congiunto multidisciplinare I Luoghi dello Sport Management dell’Università di Firenze.
Questa pubblicazione è promossa e finanziata dall’Università degli Studi di Pavia e rientra tra i prodotti promossi all’interno della ricerca per la
Documentazione della cinta magistrale veronese. La ricerca, di cui responsabile il Prof. Sandro Parrinello è disciplinata da una convenzione tra
l’Università e il Comune di Verona e contempla, oltre allo studio e all’analisi delle opere fortificate veronesi, la produzione di mostre ed esposizioni
per la sua valorizzazione.
Assessorato Rapporti UNESCO
Comune di Verona
Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio
per le province di Verona, Rovigo e Vicenza
DAda LAB - Drawing and
Architecture DocumentAction
Società Mutuo Soccorso di
Porta Palio
Direzione Regionale dei
Musei Veneto
Università di Pavia
PLAY - Photography and 3D Laser for virtual
Architecture laboratorY
Associazione Santa Lucia
Laboratorio Congiunto multidisciplinare
I Luoghi dello Sport Management
dell’Università di Firenze.
INDICE
PRESENTAZIONI
)೯೮೯ೳ೭6೬೫ೳ೫
9ೳ೭೯ഄ7ೳഓ
)೫೭೯೭೫7೫ೳ
6೫೮3೫ೳ೯
/೭ೳ೫2೫ೳ
Sindaco del Comune di Verona
Soprintendente - Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza
Assessore con deleghe a Smart city e rapporti con UNESCO del Comune di Verona
Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Università di Pavia
Vicepresidente Società Mutuo Soccorso Porta Palio
09
10
11
12
14
PREFAZIONE
%೯೫%(೯1೫ೳ೯)೫೭೯೭೫3ೳ೭೭ೲೳ
15
CONTRIBUTI
PARTE 1- STORIA DI UN’IMPORTANTE SCOPERTA ARCHEOLOGICA
(೯1೫ೳ೯
Verona ieri e oggi. I Mondiali e i lavori per un ammodernamento della città
19
%೯೫%
/RVFDYRGHOODQHFURSROLGL3RUWD3DOLRDLSULPRUGLGHOO·DUFKHRORJLDSUHYHQWLYDGL9HURQD
25
*ೳೳ೫3೯೭೭ೲೳೳ
La via Postumia e le sue necropoli
33
,೫ೳ೫'೯$೯
Rituali funerari
43
%೯೫%,೫ೳ೫'೯$೯*ೳೳ೫3೯೭೭ೲೳೳ
I corredi
53
CATALOGO: GLI OGGETTI E LE TOMBE
೫೭೫೮ೳ%%,'೯$೯*3೯೭೭ೲೳೳ
61
5
PARTE 2 - UN RACCONTO ARCHEOLOGICO ILLUSTRATO: IL PROGETTO GRAFICO E DI
RICOSTRUZIONE VIRTUALE
)೫೭೯೭೫3ೳ೭೭ೲೳ
Il disegno come strumento per una interpretazione e rappresentazione degli eventi
83
)೫೭೯೭೫*೫೫
La ricostruzione digitale dello scavo. Verso una fruizione virtuale della necropoli
91
+೫ೱೳ)
Le stampe 3D per una fruizione tattile delle sepolture
99
)೫೭೯೭೫3ೳ೭೭ೲೳ)೫೭೯೭೫*೫೫
La mostra digitale di Porta Palio. Un rogetto per una visita inclusiva ed interattiva del percorso espositivo
107
PARTE 3 - IL PERCORSO ESPOSITIVO
0ೳ೭ೲ೯೫ೱ೯3ೳഀ೯೫
La magia dell’incompiuto
119
)೫೭೯೭೫3ೳ೭೭ೲೳ
La progettazione di un percorso espositivo nei locali di Porta Palio
137
TAVOLE DELLA MOSTRA
151
ALCUNE CONSIDERAZIONI A CONTORNO
0೫೭5ೳ೭೭ೳ೫ೳೳ
Sport, Architettura e patrimonio. Lo sport come motore attrattivo, veicolo di memoria, promotore di cultura
177
BIBLIOGRAFIA
187
CREDITI
191
6
I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio.
118
LA MAGIA DELL’INCOMPIUTO
MICHELANGELO PIVETTA
Università degli Studi di Firenze, Presidente Società Mutuo Soccorso Porta Palio
«[…] quando di lì a pochi anni il medesimo San Michele
fondò e tirò in alto la porta detta volgarmente dal Palio,
la quale non è punto inferiore alla già detta, ma anch’ella
parimente o più bella, grande, maravigliosa et intesa
ottimamente. E di vero in queste due porte si vede i signori
viniziani, mediante l’ingegno di questo architetto, avere
SDUHJJLDWRJO·HGLÀ]LLHIDEULFKHGHJO·DQWLFKLURPDQL. Questa
ultima porta adunque è, dalla parte di fuori, d’ordine dorico,
con colonne smisurate, che risaltano, striate tutte secondo
l’uso di quell’ordine; le quali colonne, dico, che sono otto in
tutto, sono poste a due a due: quattro tengono la porta in
mezzo con l’arme de’ rettori della città, fra l’una e l’altra da
ogni parte, e l’altre quattro similmente a due a due, fanno
ÀQLPHQWR QHJO·DQJROL GHOOD SRUWD OD TXDOH q GL IDFFLDWD
larghissima e tutta di bozze, o vero bugne, non rozze ma
pulite e con bellissimi ornamenti; et il foro, o vero vano
della porta, riman quadro, ma l’architettura nuova, bizzarra
e bellissima. Sopra è un cornicione dorico ricchissimo con
sue apartenenze, sopra cui doveva andare, come si vede nel
modello, un frontespizio con suoi fornimenti, il quale faceva
parapetto all’artiglieria, dovendo questa porta, come l’altra,
servire per cavaliero. Dentro poi sono stanze grandissime
per i soldati con altri commodi et appartamenti. Dalla banda
che è volta verso la città, vi fece il San Michele una bellissima
loggia, tutta di fuori d’ordine dorico e rustico e di dentro tutta
lavorata alla rustica, con pilastri grandissimi, che hanno per
ornamento colonne di fuori tonde e dentro quadre e con
mezzo risalto, lavorate di pezzi alla rustica e con capitelli
dorici senza base, e nella cima un cornicione pur dorico et
intagliato che gira tutta la loggia, che è lunghissima, dentro
e fuori. Insomma quest’opera è maravigliosa, onde ben disse
il vero l’illustrissimo signor Sforza Pallavicino, governatore
generale degl’esserciti viniziani, quando disse non potersi in
Europa trovare fabrica alcuna che a questa possa in niun
modo aguagliarsi; la quale fu l’ultimo miracolo di Michele,
imperò che, avendo a pena fatto tutto questo primo ordine
GHVFULWWR ÀQu LO FRUVR GL VXD YLWD 2QGH ULPDVH LPSHUIHWWD
TXHVW·RSHUDFKHQRQVLÀQLUjPDLDOWULPHQWLQRQPDQFDQGR
alcuni maligni (come quasi sempre nelle gran cose adiviene)
che la biasimano, sforzandosi di sminuire l’altrui lodi con la
malignità e maladicenza, poi che non possono con l’ingegno
pari cose a gran pezzo operare.»1
Non c’è modo migliore che rileggere con attenzione
il brano che Giorgio Vasari ci regala nelle sue Vite2 per
LQROWUDUVLQHLWHUULWRULGL3RUWD3DOLRHFLzSHUPROWLPRWLYL,O
primo riguarda l’unicità della descrizione del progetto nella
sua ipotesi originaria, della quale, al pari di molta opera
dell’autore veronese, nessuna testimonianza disegnata
è rimasta. Vasari cita un «modello», al tempo ancora
119
I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio.
visibile e indice di una prassi coerente con il periodo, per
la quale questo strumento risultava più durevole in un
FDQWLHUHGHO&LQTXHFHQWRULVSHWWRDGHLJUDÀFLHDOWUHWWDQWR
più interpretabile da parte delle maestranze e delle
committenze. Quest’uso, dato il suo costo, era riservato
DGRSHUHGLXQDFHUWDLPSRUWDQ]DHFLzVYHODLQSLFRPH
l’insieme delle Mura veronesi e Porta Palio fosse ritenuta,
non solo un’opera di ingegneria militare ma anche,
un’importante opera di architettura civile.
Il secondo motivo è da porre in relazione alla descrizione
SLXWWRVWR SUHFLVD SHU LO ODWR FDPSDJQD PD VL SXz
ipotizzare dato il silenzio una similitudine anche per il lato
FLWWj GHOOHSRU]LRQLLQDOWH]]DQRQUHDOL]]DWHGHOOD3RUWD
cioè come progettate dal Sanmicheli ma non portate a
termine a causa della sua sopravvenuta morte. «[…] sopra
cui doveva andare, come si vede nel modello, un frontespizio
con suoi fornimenti, il quale faceva parapetto all’artiglieria
[…]». &RPHGRYHVVHYHUDPHQWHDSSDULUHO·HGLÀFLRQHOVXR
stato compiuto rimane un quesito che potrebbe ampliare
ulteriormente il valore dell’opera stessa, ponendola ancora
più in rilievo rispetto a quanto essa sia già. Il fronte attuale
verso campagna avrebbe dovuto essere almeno un terzo
più altro dell’attuale, con un piano attico dorico, scandito
da semi colonne o paraste e da nicchie, forse naturale
evoluzione di quello di Porta San Martino di Legnago o
reinterpretazione di quel frammento di attico del Teatro
Romano più volte rilevato e ridisegnato. A tale riguardo
una proposta interpretativa è stata svolta qualche anno fa
grazie anche all’Università di Pavia e potrebbe ambire a
ulteriori interessanti sviluppi.
A ben leggere, oltre ai consueti apprezzamenti, ai quali
Vasari ci ha abituato nel suo lavoro, è rintracciabile
XQ·XOWHULRUHSDUWLFRODUHDWWHQ]LRQHYHUVRO·HGLÀFRQHOQRQ
volerlo descrivere, a parte la nota sul fatto che dovesse
essere un «cavaliero», come un’opera dotata di distinti
caratteri militari. Porta Palio assume, già all’epoca, la
propria identità dall’essere descritta come architettura
«meravigliosa» ossequiando un sistema di valutazione
che esula dalla reale funzione per scivolare nella valenza
di quella che si potrebbe dire una sovrastruttura artistica
corrispondente ad altri obiettivi rispetto al doversi
PLVXUDUHVRORFRQO·DUWHGHOODJXHUUD&LzJLjULOHYDWRDQFKH
da Manfredo Tafuri3, rispetta un probabile atteggiamento
del Sanmicheli nei confronti del progetto di architettura
FKH HVSULPH XQD GHOOH VXH WUDFFH SL GLVWLQWLYH HJOL KD
trattato la composizione secondo un quadro generale
LQGLරHUHQWHDOOHVSHFLÀFKHÀQDOLWjGHOO·HGLÀFLR6DQPLFKHOL
ha sempre applicato le soluzioni ritenute più consone al
FDVRGLVWDFFDQGRVLGDOO·LQGLYLGXD]LRQHGLFDUDWWHULVSHFLÀFL
a seconda delle diverse funzioni, così la facciata di una porta
PLOLWDUHSXzHVVHUHTXHOODGLXQDFKLHVDRGLXQSDOD]]RXQD
ORJJLDFLWWDGLQDSXzGLYHQLUHXQDEDUFKHVVDFRPHODIDFFLDWD
di una porta militare e viceversa. Questa considerazione
porta Sanmicheli nell’ambito di una straordinaria modernità,
anticipando l’operare compositivo dei successivi cinque
secoli.
Impressioni
Frequentando Porta Palio negli anni e nelle diverse stagioni,
sembra inverarsi quella condizione già descritta da Aldo
Rossi al riguardo del Sant’Andrea di Mantova4. All’esterno
il variare delle stagioni impone continue considerazioni sul
YDORUHGHOOHPXVFRODULWHVVLWXUHGHOVRÀVWLFDWRSURJUDPPD
decorativo nel verso di una violenta narrazione chiaroscurale
delle forme dell’antico, anzi del «anticamente veronese»5.
All’interno, sia nel grande atrio che nella loggia verso
città, il tempo, nella sua duplice accezione cronologica
e meteorologica, sospende la propria dimensione nel
determinare un ecosistema separato, ulteriore alla condizione
contestuale della città circostante. Al riguardo vale la pena
LPPDJLQDUH FRVD VLJQLÀFDVVH XQD VLPLOH HVSHULHQ]D ÀQR
D GXHFHQWR DQQL ID TXDQGR DOO·LQWRUQR GHOO·HGLÀFLR QRQ
vi erano che orti, qualche piccola casa e poco distante i
complessi religiosi di San Bernardino e di Santa Lucia Intra.
/RVWHVVRPDLQDOWURPRGRYHUVRFDPSDJQDTXLLOYLQFROR
GL LQHGLÀFDELOLWj LPSRVWR GDOOD 6HUHQLVVLPD SHU ROWUH XQ
120
Michelangelo Pivetta
miglio permetteva il formarsi di un ambiente naturalistico
dove il biologico, nello svolgere dei propri cicli, si mostrava
nelle condizioni idilliache di un paesaggio arcadico, solo
UDUDPHQWHGLVHJQDWRGDÀQDOLWjDJULFROHHVRYUDVWDWRGDO
potente concatenamento decorativo della facciata dorica.
4XHVWDFDSDFLWjGLVRVSHQGHUHLOWHPSRDQ]LGLFRQÀJXUDUQH
uno proprio e alternativo, è il carattere delle opere di
grande valore e non è dettata da condizioni generali come
VFDOD QHOVHQVRGLPLVXUD RSDUWLFRODUHUDQDWH]]DPDGD
altri caratteri quali la perfetta proporzione degli elementi
e il sottotesto lì racchiuso e intelligibile, disposto a più
livelli e per diversi scopi. In questo caso uno dei mandati
progettuali sembra essere l’instaurare una relazione
univoca e sottesa al costante rapporto tra riedizione della
romanità da un lato e la primaria volontà di dialogare con
il contesto naturale. Cioè una considerazione, simile, per
tornare a Rossi nella sua descrizione del Ponte Visconteo
di Valeggio6, per la quale l’architettura, nel suo partecipare
alla natura, o nella disponibilità a mediare le proprie forme
statutarie con essa, possa ambire ad essere grande, aspiri,
in sostanza, a divenire monumento.
Nell’osservazione di Porta Palio, sembra percepire come
l’immagine di rovina sia già stata, in qualche modo,
programmata dal Sanmicheli sulla scorta della memoria
di quelle vestigia osservate e rilevate assiduamente nella
VXDJLRYLQH]]DWUDLO&HQWURHLO1RUG,WDOLD/·HGLÀFLRSDUH
FRQFHSLWRFRPHULSURGX]LRQHDUWLÀFLDOHGLXQLPPDJLQDULR
QRWR H DPPLUDWR TXHOO·DEEUDFFLR GHOOH DQWLFKH URYLQH
con la natura è assunto semantico del progetto. Basti
QRWDUH QHL ODWL EUHYL GHOOD 3RUWD OD ODERULRVD GLFROWj
nel collegare il palinsesto dorico della loggia verso città
FRQ LO FRUSR SULQFLSDOH GHOO·HGLÀFLR TXDVL XQD YROXWD
operazione di collage contraddistinta da una fragilità
linguistica apprezzabile solo se contestualizzata con i
SULQFLSLVRSUDVFULWWLHFRQO·DරHUPD]LRQHGHOOD´PHUDYLJOLDµ
della bizzarria, quali oggettività che inseriscono il progetto
addentro alla poetica manierista. Sorprendente armonica
imperfezione quale principio di bellezza.
Come evidenziato da vari autori7, in Sanmicheli coesistono
più di un’anima e Porta Palio ne è il programma. Nelle
VXH RSHUH DSSDUH O·RUGLQH OHJJLDGUR GHOOD ÀQLWH]]D GHJOL
elementi compositivi e decorativi della scuola romana,
RUJDQL]]DWL SHUz FRPH YHUH RVVDWXUH GHJOL HGLÀFL H QRQ
quale ossessione narrativa dell’architettura classica, come
ad esempio in Alberti. Emerge la potente ruvidità toscana,
quella di Michelozzo e poi di Michelangelo, anche nell’uso
dei materiali e degli ordini in forme, scale e assemblaggi
del tutto inediti e sovrabbondanti, un gusto poetico e
divertito per vere e proprie sprezzature per dirla come il
Castiglione8.
/HGXHDQLPHFKHSRWUHPPRGDYYHURGHÀQLUHIRUVHFRPH
apollinea e dionisiaca, prima quasi sempre separate,
in Porta Palio trovano unione in una dichiarazione
performativa non per sovrapposizione, come nelle facciate
GHLSDOD]]LPDSHUDDQFDPHQWRÀQRDGLQGLYLGXDUHSHU
FLDVFXQD´PDQLHUDµXQDGHOOHGXHGLYHUVHIDFFLDWH
9HUVRFDPSDJQDVLPRVWUDTXLQGLXQ6DQPLFKHOLUDQDWR
in grado di governare un estuario di sottigliezze decorative
riproducendo e reinventando gli ordini in un inusuale
dorico scanalato organizzato nella esplicita citazione
del noto disegno di Giuliano da Sangallo della Basilica
Aemilia, con la variabile di quelle porte laterali sottomesse
GD WLPSDQL ÀQ WURSSR SRVVHQWL GD IDU VDOWDUH TXDOVLDVL
norma grammaticale. Sanmicheli, rispetto a qualsiasi
DOWUDVXDSRUWDTXLODYRUDLQPRGRSLÀQHLQDOWRULOLHYR9,
quasi come in Palazzo Bevilacqua, su dettagliatissime e
VRYUDEERQGDQWLGHFRUD]LRQLÀQRDGHÀQLUHXQ·DUFKLWHWWXUD
IHVWRVD HSLIDQLFD H VROLGDPHQWH JLRLRVD ´VHUHQLVVLPDµ
DSSXQWR HPHUD TXLQWD VFHQRJUDÀFD OHWWHUDOPHQWH
addossata al possente muraglione in laterizio che sembra
scorrerle dietro senza interruzioni.
Verso città invece il cambio di registro volge al dramma,
ponendo l’osservatore nel disagio di chiedersi se stia o
PHQRRVVHUYDQGRORVWHVVRHGLÀFLRHFFROD´VRUSUHVDµLO
turbamento e l’inquietudine manierista. La loggia richiama
lontani echi di architetture quasi primitive e legate anche al
121
I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio.
mondo greco. Le proporzioni sovrabbondanti delle parti,
JLXVWLÀFDWH GDOOD ORUR VWHVVD HVSUHVVLYLWj GLVVRWWHUUDQR
metaforicamente le sostruzioni di antichi santuari dell’Italia
Centrale e delle vicine architetture della Verona romana,
in cui l’utilizzo del bugnato al massimo della propria
incisività si relaziona con il non-urbano, il non-normato.
7DQWR LO 7HDWUR TXDQWR O·$QÀWHDWUR YHURQHVL FRPH 3RUWD
Palio, si ponevano al tempo della loro realizzazione,
LQIDWWLROWUHLOOLPLWHGHOODFLWWjRDSSHQDDOVXRFRQÀQHLQ
contesti governati più dalle regole del disordine naturale
che da quelle dell’ordine umano e con questo disordine
VL WURYDYDQR D GRYHU ÀJXUDWLYDPHQWH PHGLDUH 4XHVWH
pietre, come gli archi intradossati all’interno della volta
del portico, alimentano una immaginaria relazione con
architetture della Grecia arcaica che Sanmicheli, unico
tra i rinascimentali, ha potuto forse osservare, come quel
Necromanteion dell’Acheronte, così vicino all’isola Corfù
IUHTXHQWDWDDOODÀQHGHOTXDUWRGHFHQQLRGHO&LQTXHFHQWR
Oppure, basterebbe fare riferimento a quell’uso, poi
divenuto assiduamente veneto, del portico passante, cioè
quel luogo pubblico di passaggio e di sosta sovrastato da
XQHGLÀFLRTXHVWLRQHFKHULFKLDPDSHU6DQPLFKHOLDOFXQL
ragionamenti sangalleschi in merito alla Crypta Balbi, e
che introduce la soluzione nota del Palazzo Chiericati, poi
passata quasi esclusivamente per palladiana, ma propria
anche dei sanmicheliani Palazzo Honorij nella Bra e Palazzo
Roncale a Rovigo.
La loggia è luogo mediano, tra città e palazzo, tra pubblico
e privato, già sperimentata in una forma diversa ma per
simili scopi in Palazzo Canossa, ripropone da vicino anche
TXHOOD ORJJLD VXO ÀXPH GHO Teatro Romano, percorsa
da una strada, e di cui è ipotizzabile esistessero disegni
sanmicheliani, forse base di quelli serliani, sangalleschi e
più avanti di Palladio e Caroto. Oppure, tutto non è altro
che la citazione libera e sagace del portico della Curia
Hostilia come rappresentato molto dopo dal Piranesi e
RJJLGHOWXWWRVFRPSDUVD0DGHOUHVWRHLQÀQHDFKLXGHUH
LO FHUFKLR WUD ´WLSRµ H ´ÀQDOLWjµ q OD VWHVVD IXQ]LRQH GL
dogana e di immagazzinamento di prodotti agricoli,
probabilmente richiesta dalla città, ad essere mandante di
TXHVWDORJJLDFKHFRVuLQÀQHGLYLHQHDQFKHEDUFKHVVD«[…]
e questa porta non si tiene aperta salvo che per tre mesi a
l’anno di estate per condur dentro l’arcolto de biave et vini
secondo l’ordine della Serenità Vostra […]»10
Quel che stupisce, più di qualsiasi altra cosa, è la dimensione
GLTXHVWDORJJLDDHVWFKHFRQLVXRLPHWULGLDOWH]]D ÀQR
DOODVRPPLWjGHOIUHJLR HPHWULGLOXQJKH]]DDSSDUH
di scala straordinaria, superando di gran lunga qualsiasi
HGLÀFLRYHURQHVHUHDOL]]DWRGDLWHPSLGL5RPDÀQRDTXHL
giorni. Una scala gigante, vasta, che, al di là dei riferimenti
formali, mette l’opera direttamente in relazione con il
tenore delle antichità, con il proposito anche di risarcire
Verona, dopo più di cento anni di opaca dominazione
veneziana, innestando una possibile mutazione della città
attraverso la nascita di uno spazio straordinario, inusitato.
Contesti e relazioni
Come già accennato, nella facciata verso città, forse la più
poetica tra le due, si manifesta una probabile denuncia
del rapporto con il contesto onirico agreste, arcadico e
altrettanto probabile relazione di chiusura prospettica
e ideale con la loggia sull’Adige della ricostruzione della
scena del Teatro Romano, speculare a Porta Palio a est
rispetto all’asse immaginario e ideale della Via Postumia.
La loggia, come rilevato anche da Francesco Collotti11, è
l’edizione, a scala cittadina, di una barchessa come molte
si realizzavano proprio a quel tempo nella compagna
YHQHWDVSRVWDQGRSHUzLOSURJHWWRGDHGLÀFLRSUHWWDPHQWH
agricolo a immagine di una proprietà terriera nascente.
3XzVHUYLUHTXLULFRUGDUHOHJURVVRPRGRFRHYHEDUFKHVVH
di Corte Spinosa, appena a nord di Mantova, attribuite
ad una probabile collaborazione tra Sanmicheli e Giulio
Romano e le altre, di cui solo una rimasta, a Villa Grimani
Molin AvezzùODFXLLQWULJDQWHFRUULVSRQGHQ]DWRSRJUDÀFD
con la più celebre Villa Badoer del Palladio pone anche
in questo caso, come nelle due Ville Saraceno a Finale
124
Michelangelo Pivetta
GL $JXJOLDUR OD VDQPLFKHOLDQD QRWD FRPH Palazzo delle
Trombe DOFXQHFRQVLGHUD]LRQLRUPDLQHFHVVDULHLQVHQVR
storico e documentale, sui rapporti osmotici tra gli autori,
nel senso di Giulio, Michele e di quest’ultimo verso Andrea.
Se dal punto di vista archivistico pochissimo pare rimanga
da indagare, dal punto di vista critico e interpretativo,
tra Michele ed Andrea, sembra esservi una interessante
connessione dialettica nel paradigma rituale allievomaestro, una sorta processo hegeliano di Aufhebung,
consuetudine per la quale all’allievo è necessario obliterare
la l’immanenza del maestro per permettere la rinascita
H O·DරHUPD]LRQH DQFRU SL YLYLGD GHOOR VSLULWR GHO VXR
insegnamento.
Queste relazioni sono certamente fondamentali per
ritenere i progetti, soprattutto alcuni di Sanmicheli, come
vere e proprie opere destinate a fornire una specie di
educazione all’architettura. Purtroppo, sono rarissimi i
WHVWLDXWRJUDÀWDQWRPHQRTXHOOLWHRULFLHGHVFULWWLYLVXOOH
opere, motivo per il quale non possiamo far altro che
interpretare l’autorialità del Sanmicheli, almeno a mio
DYYLVRFRPHXQDSUDWLFDWHRULFDOLWLÀFDWDQHOODFRVWUX]LRQH
GHJOLHGLÀFLVWHVVL3HU6DQPLFKHOLJOLHGLÀFLVRQRPDQXDOL
scritti attraverso la sovrapposizione di conci in pietra e di
mattoni, in una forma di complementarità, probabilmente
voluta, all’attività trattatistica che altri a quel tempo
portavano innanzi. Sanmicheli, che certo non era un
illetterato, conoscendo perfettamente l’attività teorica12 a
lui coeva, preferì l’operosità della bottega e del cantiere,
forse in prosecuzione con posizioni simili individuate in
%UDPDQWH5DරDHOORHQHL6DQJDOOR&RVWLWXLUHXQDSSDUDWR
WHRULFR GRWWULQDOH H VSHFXODWLYR WUDGRWWR LQ WUDWWDWR FLz
FKH IHFH IRUWXQD GL DOWUL QRQ LQWHUHVVz 6DQPLFKHOL FKH
forse riteneva di aver ancora tempo oppure credeva di
non dover aggiungere altro rispetto a quanto già era stato
pubblicato, se non la possibile realizzazione pratica di
quelle stesse teorie.
«El Verona»13LQWUDWWHQQHVWUHWWHUHOD]LRQLFRQLSLUDQDWL
XPDQLVWLGHOWHPSRDFRQIHUPDGLXQSURÀORGLDOWLVVLPR
OLYHOOR H DGGHQWUR DOOH TXHVWLRQL GHOO·DUWH ÀQ GDOO·LQIDQ]LD
HSHU´VDQJXHµ6LIHFHSRUWDWRUHGLXQDWUDGL]LRQHDQWLFD
come quella luganese che ha accompagnato l’arte e
O·DUFKLWHWWXUD HXURSHD ÀQR DOOH VRJOLH GHO 6HWWHFHQWR H
ROWUHFRQWULEXHQGRDGHÀQLUHSRVL]LRQLFXOWXUDOLHTXHVWLRQL
DUWLVWLFKH PD QRQ VROR FKH SODVPDQR LO SHQVLHUR GHO
Mondo Occidentale ancora oggi14. Inutile qui approfondire
O·DUJRPHQWR VXOO·LQÁXHQ]D GHOOH RULJLQL GHOOD IDPLJOLD GHO
Sanmicheli15PDSXzHVVHUHGLLQWHUHVVHVXJJHULUHFRPH
il suo apprendistato sia profondamente segnato oltre che
dalle strette parentele, dall’habitat culturale e operativo
YHQHWRGHOODÀQHGHO4XDWWURFHQWRGDOODYLFLQDQ]DGLDXWRUL
e opere come quelle di Fra Giovanni da Verona nella chiesa
di Santa Maria in Organo o la Loggia cosiddetta di Fra
Giocondo. Il trasferimento a Roma e la sua non chiarissima
attività nella città dei papi, fecero il resto.
/DPRUWHGL5DරDHOORHLO6DFFRGL5RPDGHOSURPRVVHUR
GHÀQLWLYDPHQWHLOWHQWDWLYRLQDPELWRYHQHWRGLULFRVWLWXLUH
una sorta di koinè artistico-culturale sulle tracce di quella
FRVWLWXLWDVLQHOOD5RPDSRQWLÀFLDFRQ%UDPDQWHH5DරDHOOR
WUDODÀQHGHO4XDWWURFHQWRHODPRUWHGHO6DQ]LR16. Non
è da ritenere un caso che a questo tentativo, pur da città
GLරHUHQWLPDFKHFRVWLWXLYDQRFRPXQTXHXQDLQWHUHVVDQWH
triangolazione socioeconomica, abbiano partecipato
autori come Giulio Romano, Michele Sanmicheli,
Falconetto, Sansovino e Serlio, che in quel mondo romano
radicarono la propria formazione. Venezia dopo la caduta
di Costantinopoli, e ancora di più dopo il Sacco di Roma, si
attribuì senza mezze misure il ruolo di difesa ultima della
FODVVLFLWjLQGLYLGXDQGRODFLWWjODJXQDUHFRPH´WHU]D5RPDµ
portatrice delle istanze culturali e i principi costituitivi della
tradizione greco-romana. In tutte le loro opere, pensate,
scritte, dipinte o costruite, è persistente quel compito
RULJLQDULRGLPDWULFHEUDPDQWHVFDHUDරDHOOHVFDFKHLQYRFD
un necessario riscatto della cultura classica attraverso
una assillante ricerca di ricongiungimento tra passato e
presente nella predisposizione di innovative prospettive sul
futuro. Da dire che, in architettura, considerando Palladio
125
I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio.
e Scamozzi come ultimi risultati di questo pensiero, nulla
ha avuto più successo e longevità dell’opera disciplinare
consacrata a Roma dai due maestri marchigiani.
Composizione
,Q SLDQWD O·HGLÀFR VL PRVWUD RVVHVVLYDPHQWH WULSDUWLWR
e impostato su un rettangolo aureo di circa 52 per 32
metri. La ripartizione dei moduli, in una specie di ritualità
della dispositio,VLFRPSLHSRLQHOODGHÀQL]LRQHGHLSLHQLH
GHLYXRWLVHFRQGRLQXPHULWUHHFLQTXH/HDරHUPD]LRQL
compositive si dispongono attorno alla presenza di un
ampio atrio centrale e trasversale al percorso di transito
del tutto inconsueto per una porta militare. A sottolineare
questo scarto il confronto con gli impianti delle più o
meno coeve porte dello stesso Sanmicheli, del Falconetto
e di Porta Giulia di Giulio Romano a Mantova. In Porta
Palio l’atrio trasversale è una sperimentazione compositiva
a dispetto anche di logiche strutturali di resistenza al
tiro di artiglieria. Questo spazio, voltato con unghie sulle
VHL DSHUWXUH ULFKLDPD YROXPL JLj QRWL GL HGLÀFL WHUPDOL
e basiliche antiche ed è di ordine altissimo, senza basi,
spogliato delle decorazioni si propone come luogo unitario
ed intermedio, neutrale. Nell’atrio domina il silenzio, è
sosta tra i due mondi esterni, quello fuori e quello dentro la
città, pausa ieratica di una architettura silente, permeabile
attraverso le ampie aperture e in origine riscaldato da due
immensi camini, muto spettatore della possibile adunanza
di moltitudini di persone.
Dal punto di vista storico, molte possono apparire le
certezze riguardo il progetto, soprattutto grazie all’opera
di esame e raccolta di informazioni portata avanti nel
VHFROR VFRUVR $OWUHWWDQWL SHUz q EHQH FKLDULUOR VRQR JOL
interrogativi che lasciano ancora aperti campi di indagine e
di interpretazione del progetto sanmicheliano. Innanzitutto,
q GD FKLHGHUVL FRPH PDL XQ HGLÀFLR FRQWUDVWDWR GDJOL
apparati di governo abbia una scala dimensionale così
grande e denoti una cura stilistica e progettuale rarissime,
se non uniche, per un’opera dalle funzioni militari. In
sostanza, rispetto alle precedenti due porte veronesi,
Nuova e San Zeno, Sanmicheli in Porta Palio sembra
HරHWWXDUHXQHQRUPHVDOWRGLTXDOLWjQHOODVXDYLVLRQHGHO
«munire et ornare« FRQGXFHQGR LQGLරHUHQWH D FULWLFKH
e avversità17, un progetto del tutto diverso, talmente
avanzato progettualmente da poter costituire un punto
nodale nella poetica manierista al pari di architetture molto
più celebri. Le ipotesi, alcune già in parte sopra accennate,
possono essere tutte valide singolarmente ma più utile
q IRUVH WHQHUOH WXWWH SHU EXRQH 0D YL q DQFKH DOWUR
Sanmicheli sa bene che Porta Palio si situa esattamente
sull’asse solstiziale della antica Via Postumia, che questo
asse ha antichissime origini forse addirittura preromane,
e che sempre questo asse oltre ad essere l’asse fondatore
della città romana, apoteosi dell’architettura veronese,
XQLVFH DOFXQL GHJOL HGLÀFL SL LPSRUWDQWL GHOOD FLWWj TXDOL
il Teatro Romano, il Foro/Piazza delle Erbe, Porta Borsari e
O·$UFRGHL*DYL(GLÀFLURPDQLTXHVWLPROWRVWXGLDWLGDJOL
architetti e dagli artisti durante tutta l’età dell’Umanesimo.18
Ipotizzabile come Sanmicheli abbia voluto aggiungere
XQ WDVVHOOR D TXHVWD XQLFD H LPSRUWDQWH ´SDVVHUHOODµ GL
monumenti, proprio al limite urbano della città del suo
tempo, come manifestazione duplice di coerenza con
LO PDQGDWR UDරDHOOHVFR GL ULHGL]LRQH GHOO·DQWLFKLWj H GL
attribuzione al territorio veneziano di una identità radicata
profondamente nei principi della romanità. In quest’ottica
l’impegno profuso nei secoli successivi nel rilievo, ridisegno
e studio proprio di Porta Palio da parte di autori non solo
italiani, pare dimostrare come l’opera di Sanmicheli abbia
avuto straordinario successo.19
L’immagine di una Porta Palio non conclusa dopo la morte
GHO 0DHVWUR SULYD GHOOH VXH YROWH FRPH XOWLPD ÀJXUD
QHJOL RFFKL GHO VXR DXWRUH QRQ SXz FKH IDUFL ULSHQVDUH
DL SURIRQGLVVLPL VLJQLÀFDWL GL TXHO WHPSLR VFRSHUFKLDWR
GL 5DරDHOOR QHOOD Scuola di Atene nel suo promuovere
TXHOODFKHVLSXzGHÀQLUHFRPHPDJLDGHOO·LQFRPSLXWH]]D
Una condizione magica quella di Porta Palio, nella quale
qUDFFROWDSLFKHLQTXDOVLDVLVXDRSHUDO·DXWRELRJUDÀD
128
Michelangelo Pivetta
GHOO·DXWRUH QHOOD SHUIHWWD LGHQWLÀFD]LRQH WUD HJOL VWHVVR H
la propria arte. Come Dio lavora a propria immagine il
PRQGRQHOO·LQÀQLWH]]DGHOODSURSULDHVVHQ]DFRVuO·XRPR
6DQPLFKHOLKDIDWWRTXHVWRQHOWHPSRÀQLWRGHOODSURSULD
HVLVWHQ]D8QVHFRORSULPDGL3RUWD3DOLRORVWUDRUGLQDULR-DQ
van Eyck, nella stagione quattrocentesca dell’autoritratto
d’artista, scrisse sulla cornice del suo probabile autoritratto
LO PRWWR ª$/& ,;+ ;$1« FLRq ª$OV ,FK &DQ« ´FLz FKH
posso”20HQXQFLDQGRLOSURSULR´SRWHUHµODSURSULDFDSDFLWj
di interagire con il reale a imitazione della natura secondo
quel noto «ars imitatur naturam». Forse per Michele Porta
3DOLR q SURSULR TXHVWR O·DXWRULWUDWWR DරHUPDWLYR GHOOD
SURSULDDXWRULDOLWjHTXLQGLLQÀQGHLFRQWLGHOSURSULReros
HGHOODSURSULDÀJXUDXPDQDWUDVFHQGHQWHLOWHPSR
Tornando ad una teoria dell’architettura in cui il valore dei
paradigmi, anzi, degli oggetti paradigmatici, è da ritenere
LQVHJQDPHQWR HVVHQ]LDOH VL SXz DYDQ]DUH LQÀQH O·LSRWHVL
FKHVHTXHOODGL5DරDHOORLQ9LD*LXOLDSHU0DQIUHGR7DIXUL
sarebbe stata la più bella casa mai realizzata21, sia da
ritenere, a ragion veduta, che la più bella porta di città mai
realizzata sia forse Porta Palio.
Marginali, ulteriori, appunti sparsi
&RQ OD ÀQDOLWj GL GHÀQLUH DOFXQL VSXQWL SHU LO IXWXUR TXL
LPSRVVLELOL GD DරURQWDUH SHU PRWLYL GL VSD]LR WHPSR HG
obiettivi, credo sia utile elencare alcuni argomenti che
potranno essere oggetto di ulteriori studi e interessi per
chi vorrà spingersi tra le pietre sanmicheliane di Porta Palio.
Ordine dorico:
La qualità espressiva dell’ordine dorico sanmicheliano è
stata rilevata più volte. Il sistema di semicolonne e paraste
della loggia orientale, nelle quali il basamento scompare in
ossequio ad una pratica archetipica e quasi del tutto greca,
è solo uno degli elementi su cui si potrebbe circoscrivere
un più preciso sistema di relazioni compositive con altri
autori ed altre opere.
La trabeazione e le cornici precisissime, anche nelle loro
variazioni, apparentemente mutuate dai rilievi della Basilica
Aemilia, si inseriscono in un evidente dialogo con quanto
realizzato anche da Giulio Romano a Palazzo Te. Se lì, Giulio
si sente libero di riempire le metope di imprese araldiche
gonzaghesche, in Porta Palio Sanmicheli, più sottilmente
LQVHULVFH QHOOD WUDEHD]LRQH GHOOD ORJJLD WUH ÀJXUH
VLPEROLFKH L FXL VLJQLÀFDWL SRVVRQR HVVHUH PROWHSOLFL XQ
airone e un’anatra al centro del lato orientale e due pesci
GHOÀQL" LQWUHFFLDWLVXOORVSLJRORPHULGLRQDOH
L’utilizzo del dorico, nelle sue varie declinazioni, da
parte di Sanmicheli è probabilmente tra i più maturi del
Cinquecento.
Mura scaligere:
All’interno del programma progettuale del Sanmicheli
emerge probabilmente la volontà di testimoniare la
preesistenza della cortina muraria scaligera realizzata
dal Calzaro nel Trecento. Lungo i lati interni dei risvolti di
facciata, spigolo nord e spigolo sud, appaiono tessiture
murarie in contrasto con l’usuale laterizio rinascimentale
HFRVWLWXLWHGDFRUVLUHJRODULGLFLRWWROLGLÀXPHHPDWWRQL
Tali tessiture, incongrue con le tecniche costruttive
sanmicheliane, dichiarano il posizionamento della
precedente cortina muraria, sulla quale Porta Palio sembra
programmaticamente posarsi a sormonto. Questi lacerti
PXUDULGLරRUPLFKHULHGLWDQRTXLQGLXQDWHFQLFDPHGLHYDOH
non sembrano essere originali del Trecento ma volutamente
ULFRVWUXLWLDPHPRULDGHOOHSUDWLFKHHGLÀFDWRULHHGHOO·RSHUD
del Calzaro.
Altrettanto, appena all’intendo del vano di accesso delle
gallerie di contromina, vi è un tratto di muro realizzato con
la medesima tecnica medievale a corsi di ciottoli e mattoni
e integrato perfettamente nella struttura cinquecentesca.
Questo lacerto per caratteri e qualità sembra essere
originale del Trecento, svelando anche in questo caso la
determinazione di tramandare, ove possibile, un messaggio
SHU LO TXDOH O·HGLÀFLR 3RUWD 3DOLR ULFRSUH ULYHVWH TXDVL
proteggendole, le più antiche mura scaligere.
129
I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio.
in modo coerente con la loro funzione, tranne in un
paio di occasioni dove conci di pietra di minore qualità
sono stati utilizzati in posizioni che avrebbero richiesto
maggiore compattezza e resistenza. La pietra perveniva
WDJOLDWD H DEER]]DWD PD YHQLYD ÀQLWD LQ FDQWLHUH XQD
volta in opera. Non c’è traccia, oppure non se ne ha
conoscenza, delle botteghe vicentine o veronesi
coinvolte. Ipotizzabile anche qui il coinvolgimento del
Giovanni da Porlezza e Girolamo Pittoni da Lumignano,
LOSULPRSDUHQWHDOODORQWDQDGL6DQPLFKHOL RSHUDWLYL
nella loro nota bottega di Pedemuro San Biagio e
lungamente coinvolti nei cantieri sanmicheliani. Nella
stessa bottega, al lavoro anche nella Villa Trissino di
&ULFROL ´JDOHRWWDIX¬µ VLHUDIRUPDWRÀQRDOODÀQHGHJOL
anni Trenta o l’inizio dei Quaranta del Cinquecento,
tale Andrea della Gondola. Se vi è da rintracciare una
matrice culturale nel lavoro di Palladio architetto,
l’apporto di Sanmicheli è da ritenere essenziale, anche
per i suoi connotati di radicalità compositiva che hanno
predisposto il terreno all’epopea palladiana e quindi,
per derivazione, di tutti i successivi palladianesimi.
Tecniche costruttive: le fondazioni?
Materiali e relazioni:
Ad una osservazione attenta appare vi siano molteplici
qualità dei materiali utilizzati nella costruzione di Porta
Palio, sia lapidei che laterizi. L’occhio di un esperto
cavatore, interpellato qualche anno fa, ha individuato
come la pietra sia in buona parte vicentina ed estratta
da almeno tre cave diverse.
/HGLරHUHQWLTXDOLWjVRQRVWDWHXWLOL]]DWHTXDVLVHPSUH
A seguito dei rilievi digitali svolti dall’Università di
Pavia nel 2016, Porta Palio risulta essere non solo
perfettamente realizzata dal punto di vista delle
misure e degli allineamenti, a dimostrazione di un
ottimo controllo delle maestranze in cantiere, ma
anche di non aver subito particolari assestamenti e
deformazioni durante i suoi cinquecento anni di vita.
&Lz VHPEUD DQFRU SL LQWHUHVVDQWH LQ FRQVLGHUD]LRQH
GHOIDWWRFKHO·HGLÀFLRULVXOWDLQFRPSLXWRFRQYROWHGL
copertura quasi posticce, estremamente sottili e, in
più, realizzate dal primo quarto della volta in su, con
mattoni e malte tanto scadenti quanto approssimativa
risulta la loro posa, a segnalare il passaggio tra la
presenza e l’assenza di Sanmicheli nel cantiere dovuta
alla sua morte.
130
Michelangelo Pivetta
Altra considerazione riguarda le informazioni sulla porta
medievale esistente più o meno nella stessa posizione,
che in meno di duecento anni di vita pare abbia subito tali
deformazioni e assestamenti da dover venire consolidata
SHUHYLWDUQHLOFUROORHGLQÀQHFKLXVDDOWUDQVLWRDWWRUQR
DO4XHVWRDOPHQRSHUFKLVFULYHSXzHVVHUHLQGLFH
non tanto di una imperizia delle maestranze medievali
ma di una possibile pessima qualità del terreno di
fondazione. La posizione di Porta Palio è infatti al centro
di un compluvio di acque, dove a est vi è ancora il versante
della zona di Santo Spirito oggi occupato dall’Ospedale
Militare, a est il declivio del Corso Porta Palio in discesa
di quasi 4 metri dalla posizione di Castelvecchio, e
LQÀQH D QRUG LO YHUVDQWH GDOOD ]RQD GL 6DQ %HUQDUGLQR
8QD WRSRJUDÀD FKH ID VRVSHWWDUH FRPH YL SRWHVVH XQD
FRQGL]LRQHJHRORJLFDGLVWUDWLÀFD]LRQHGLVHGLPHQWLQRQ
131
I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio.
SDUWLFRODUPHQWHLQGLFDWLDOO·HGLÀFD]LRQHGLVWUXWWXUHSHVDQWL
2UDVHSDUHFKHDQFKHXQWHFQLFRUDQDWRFRPHLO&DO]DUR
QRQ VLD ULXVFLWR D ULVROYHUH LO SUREOHPD FRPH SXz DYHUOR
ULVROWRHYLGHQWHPHQWH6DQPLFKHOL"ª6DQ0LFKHOHIRQGzH
WLUzLQDOWR« VFULYHLO9DVDULVSHFLÀFDQGRDSSXQWRªIRQGz«
3URJHWWLVWDHVSHUWLVVLPRGLHGLÀFLFRQIRQGD]LRQL´GLFLOLµ
come il veneziano Forte Sant’Andrea6DQPLFKHOLSXzDYHU
investito grandi risorse di tempo e denaro per fondare
O·HGLÀFLRQHOPRGRPLJOLRUH$TXHVWRSXQWRULVXOWHUHEEH
LQWHUHVVDQWH LQGDJDUH FKH WLSR GL IRQGD]LRQL SXz DYHU
realizzato per Porta Palio, anche per dirimere una volta
per tutte o almeno in parte, le questioni emerse dalle
comunicazioni con la Serenissima e relative ai tempi e ai
costi di costruzione dell’opera ritenuti esorbitanti.
Prossime indagini geognostiche non invasive, già
programmate grazie alla Società Mutuo Soccorso Porta
Palio, ci auguriamo potranno svelare alcuni segreti della
SDUWH´VRPPHUVDµGHO0RQXPHQWR
Sensi di colpa:
Per chi come me si occupa di progetto di architettura e
del suo insegnamento, o almeno tenta di occuparsene,
Sanmicheli e Porta Palio non possono che generare
un sottile ma persistente senso di colpa che risiede
principalmente nell’impotenza operativa nei confronti
del Monumento stesso.
Il progetto di Sanmicheli dimostra un radicale e
modernissimo posizionamento teorico, che rispetto
a quanto avviene nella contemporaneità, regno del
´PDOHGHWWRµ DQWURSRFHQWULVPR R PHJOLR DQFRUD GD XQ
dilagante e barbaro solipsismo, dovrebbe indurre più di
qualche considerazione sullo stato della teoria e della
pratica architettonica contemporanee.
Potremmo dire, utilizzando una similitudine con le
ÀJXUH PLFKHODQJLROHVFKH FKH 3RUWD 3DOLR q XQ OXRJR
GHÀQLWR GDOOH SURSULH PHPEUD WXWWR q PXVFRODWXUD
disequilibrio in equilibrio, dove le tracce del tempo si
svelano nell’immagine istantanea e ripetuta all’interno
della propria ciclicità greca, un’architettura dell’ombra e
degli interrogativi ed ampiamente insediata nella teoretica
prassi magica dell’incompiuto. Un modo di concepire
l’architettura ben opposto a quello smagliante, prêt-àporter, asettico e luccicante della contemporaneità.
Sanmicheli riesce qui a costruire quel priprio tempo unico,
O·HWHUQR SUHVHQWH GHOO·HGLÀFLR GHO VXR DXWRUH H GHOOD
sua società, quella condizione che più tardi qualcuno
consoliderà come mandato esatto dell’architettura
e dell’arte nell’ossequio allo Zeitgest. Riesce anche,
inequivocabilmente a indurre la mutazione di una città
attraverso la nascita di uno spazio inusitato nel quale la
VXSHUÁXD PRQXPHQWDOLWj GHOO·DUFKLWHWWXUD TXDOH IRUPD
´LQXWLOHµ GHO FRVWUXLUH ULVXOWD HVVHUH HVDWWD H LPPDQHQWH
VRYUDVWUXWWXUDGHOO·DWWRXPDQRGHOO·HGLÀFDUHSHUQHFHVVLWj
Quanto le nostre città, il nostro mondo, ne avrebbe ancora
bisogno.
Osservazioni “vicentine”:
- Durante una recente visita presso il Museo Palladio di
9LFHQ]D SUHVVR OD PDJQLÀFD VHGH GL Palazzo Barbaran
da Porto, apprezzando la ricercatezza e l’intelligenza
dell’allestimento, oltre che la ricchezza dei modelli degli
HGLÀFLHGHLFRQWULEXWLOLEUDULQRQKRSRWXWRFKHFRQVWDUH
HFKLHGHUPL
- In tutto il percorso sulla vita e le opere di Palladio lì narrato,
a meno che non l’abbia colto, non c’è ombra di accenno alla
sua relazione, ormai storicamente provata, con Sanmicheli.
&LzVRSUDWWXWWRFRQVLGHUDQGRTXDQWRqHPHUVRVXLGLVHJQL
´SDOODGLDQLµ22, potrebbe essere necessario.
Se mai fosse possibile immaginare che anche la città di
Verona si dotasse, allo stesso modo e nella stessa misura, di
un “Sanmicheli MuseumµPDJDULXWLOL]]DQGRDQFKHTXHJOL
straordinari modelli depositati presso la Soprintendenza
di Verona e ignorati dai più, sarebbe non solo un atto di
straordinaria intelligenza culturale ma anche di dovuta
riconoscenza per uno dei veronesi più illustri e conosciuti
nel mondo.
132
Michelangelo Pivetta
Note
,Q * 0LODQHVL D FXUD GL Le vite de’ più eccellenti pittori scultori ed
architettori scritte da Giorgio Vasari pittore aretino, G. C. Sansoni Editore,
Firenze, 1881, Tomo VI, pp. 350-351
2
2FFRUUH VSHFLÀFDUH FRPH VL WUDWWL GHOOD VHFRQGD HGL]LRQH GHOO·RSHUD
quella pubblicata nel 1568.
3
M. Tafuri, Sanmicheli: problemi aperti, in H. Burns, C.L. Frommel, L. Puppi
DFXUDGL Michele Sanmicheli, Electa, Milano, 1995, p. 228.
4
A. Rossi, $XWRELRJUDÀD6FLHQWLÀFD, Nuova Pratiche Editrice, Milano, 1999,
p. 79.
5
E. Burns, Vasti desiderij e gran pensieri: i palazzi veronesi si Mochele
Sanmicheli LQ + %XUQV &/ )URPPHO / 3XSSL D FXUD GL Michele
Sanmicheli, Electa, Milano, 1995, p. 58.
6
A. Rossi, ibid., p. 31.
7
Al riguardo si richiamano i fondamentali contributi presenti in Michele
Sanmicheli – Studi raccolti dall’Accademia di Agricoltura scienze e lettere
di Verona per la celebrazione del IV centenario della morte, Edizioni
Valdonega, Verona, 1960.
8
«Trovo una regula universalissima, la qual mi par valer circa questo in
WXWWHOHFRVHXPDQHFKHVLIDFFLDQRRGLFDQRSLFKHDOFXQDOWUDHFLRq
fuggir quanto più si po, e come un asperissimo e pericoloso scoglio,
ODDරHWWD]LRQHHSHUGLUIRUVHXQDQRYDSDURODXVDULQRJQLFRVDXQD
FHUWD VSUH]]DWXUD FKH QDVFRQGD O·DUWH H GLPRVWUL FLz FKH VL ID H GLFH
YHQLU IDWWR VHQ]D IDWLFD H TXDVL VHQ]D SHQVDUYL¬« LQ % &DVWLJOLRQH Il
Cortegiano, XVI.
9
Le semicolonne escono sempre dal fronte per tre quarti della loro
sezione, così come ogni altra decorazione è marcata da una più ampia
estrusione in profondità.
10
Dalla relazione del Capitano Lorenzo Donato del 29 gennaio 1571 in
7DJOLDIHUULS.DKQHPDQQS'DYLHVH+HPVROO
p. 274.
11
F. Collotti, Appunti per una teoria dell’architettura, Quart Edizioni,
Lucerna, 2002, p. 26.
12
Tra tutti, è certo che Sanmicheli si sia confrontato con l’opera di
Sebastiano Serlio Sette Libri dell’Architettura OD FXL SULPD SDU]LDOH
edizione fu pubblicata a Venezia da Francesco Marcolini nel 1537.
13
In un disegno di Antonio da Sangallo il Giovane appare una divertente
QRWDLQFXLVLULIHULVFHD6DQPLFKHOLFRPHªHO9HURQD« 8]L$
14
Confermato ormai da tutti gli studiosi come il rapporto, anche se
non del tutto chiarito, tra Sanmicheli e Palladio sia stato fondamentale
nel periodo della crescita culturale di quest’ultimo. Consolidata anche
l’ipotesi di una copia di disegni sanmicheliani avvenuta attraverso la
mediazione della bottega di Pedemuro alla quale il veronese si rivolgeva
e nella quale il giovane padovano era impiegato.
15
La famiglia di Michele è originaria della contrada/parrocchia di San
Michele di Porlezza, da qui il cognome di Sanmicheli. Il padre Giovanni e
lo zio Bartolomeo, scultori, si trasferirono a Verona tra gli anni Settanta e
gli Ottanta del Quattrocento.
16
M. Tafuri, ibid., p. 231.
1
0ROWHSOLFL VRQR L ULFKLDPL XFLDOL GD SDUWH GHJOL RUJDQL SROLWLFL GHOOD
Serenissima al riguardo della necessità di dare un migliore bilanciamento
tra obiettivi funzionali ed esiti estetici soprattutto a favore del controllo
delle spese di realizzazione.
18
Partendo da Mantegna, da alcuni disegni di Falconetto forse citati dallo
stesso Leonardo, per continuare con i disegni del Sanmicheli e della sua
ERWWHJDÀQRDLGLVHJQLGL$QGUHD3DOODGLR DOFXQLSUREDELOLFRSLH HSRL
del Caroto, Verona al tempo rappresentava un condensato di archeologie
straordinario, forse il più interessante in Italia dopo Roma stessa.
19
Accorgersi dell’attenzione rivolta da un autore del calibro di Edwin
Luytens verso Sanmicheli e dell’altrettanta precisione di riferimenti
riportata nel sito internet della Fondazione che porta il suo nome è solo
una delle tante conferme di quanto l’opera sanmicheliana sia stata ben
più considerata dall’estero che in Italia.
20
-9DQ(\FNRitratto di uomo con turbante rosso, 1433, National Gallery,
Londra.
21
«Poco prima che morisse, chiesero a Tafuri quale fosse la casa più
EHOODGHOPRQGR5LVSRVH´8QDFDVDFKHQRQqPDLVWDWDFRVWUXLWDOD
FDVDGL5DරDHOORLQYLD*LXOLDµ«*%HOWUDPLQLL’architetto fantasma e
i suoi segugiLQ)=DQRW DFXUDGL Stefano Graziani. Documents on
Raphael, Mousse Publishing, Milano, 2021, s.n.p.
22
Al riguardo risultano esser molto interessanti i contributi condensati nel
libro a cura di Adriano Ghisetti Giavarina Disegni di Michele Sanmicheli e
della sua cerchia, Terra Ferma, Crocetta del Montello, 2013.
17
&UHGLWLLPPDJLQL/25(1=2/,17+287
133
BIBLIOGRAFIA
PARTE 1- STORIA DI UN’IMPORTANTE SCOPERTA ARCHEOLOGICA
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depositi archeologici.
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G. Cavalieri Manasse, Salvaguardia e valorizzazione degli scavi archeologici LQ % %RJRQL D FXUD GL /LEHUR &HFFKLQL QDWXUD H DUFKHologia al fondamento dell’architettura, Firenze 2009, pp.61-66.
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