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LA MAGIA DELL'INCOMPIUTO. PORTA PALIO.

2022, I MONDIALI DI ITALIA 90 ELA SCOPERTA DELLA NECROPOLI ROMANA

Non c’è modo migliore che rileggere con attenzione il brano che Giorgio Vasari ci regala nelle sue Vite2 per inoltrarsi nei territori di Porta Palio, e ciò per molti motivi. Il primo riguarda l’unicità della descrizione del progetto nella sua ipotesi originaria, della quale, al pari di molta opera dell’autore veronese, nessuna testimonianza disegnata è rimasta. Vasari cita un «modello», al tempo ancora

Brunella Bruno, Ettore Napione, Francesca Picchio a cura di I M O N D I A L I D I I TA L I A ’ 9 0 E L A SCOPERTA DELLA NECROPOLI ROMANA Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio. / Brunella Bruno, Ettore Napione, )UDQFHVFD 3LFFKLR HGLWHG E\   3DYLD 3DYLD 8QLYHUVLW\ 3UHVV SLOOFP 3URVSHWWLYHPXOWLSOHVWXGLGLLQJHJQHULDDUFKLWHWWXUDHDUWH ISBN volume 978-88-6952-155-3 ISBN E-book 978-88-6952-156-0 /D SUHVHQWH SXEEOLFD]LRQH ID SDUWH GHOOD VHULH ´3URVSHWWLYH PXOWLSOH VWXGL GL LQJHJQHULD DUFKLWHWWXUD H DUWHµ FKH KD XQ FRPLWDWR GL UHIHUHH internazionali. “I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta PalioµqXQWHVWRVFLHQWLILFRYDOXWDWRHDSSURYDWRGDO&RPLWDWR6FLHQWLILFR(GLWRULDOHGHOOH(GL]LRQL3DYLD8QLYHUVLW\3UHVVGHOO·8QLYHUVLWjGL3DYLD Ciascun autore è a disposizione degli aventi diritti con cui non abbia potuto comunicare per eventuali omissioni o inesattezze. 5LVHUYDWLWXWWLLGLULWWLVXOOHLPPDJLQLGHOOD6RSULQWHQGHQ]DDUFKHRORJLDEHOOHDUWLHSDHVDJJLRSHUOHSURYLQFHGL9HURQD5RYLJRH9LFHQ]D LQGLFDWD in didascalia come Sabap VR). Ne è vietata la riproduzione totale e parziale e la messa a disposizione con qualunque mezzo o supporto. Per informazioni [email protected] Pavia University Press Edizioni dell’Università degli Studi di Pavia [email protected] www.paviauniversitypress.it Copyright © 2022 EGEA S.p.A. Via Salasco, 5 - 20136 Milano Tel. 02/5836.5751 - Fax 02/5836.5753 [email protected] www.egeaeditore.it &೹೺೯೼೾ೳ೸೫)೼೫೸೭೯೽೭೫3ೳ೭೭ೲೳ೹ 3೼೹ೱ೯೾೾೹ೱ೼೫೰ೳ೭೹೯೯೮ೳ೾ೳ೸ೱ)೼೫೸೭೯೽೭೫3ೳ೭೭ೲೳ೹ 3ULPDHGL]LRQHPDJJLR 6WDPSD/RJR6UO²%RUJRULFFR 3' Tutti i diritti sono riservati, compresi la traduzione, l’adattamento totale o parziale, la riproduzione, la comunicazione al pubblico e la messa a disposizione con TXDOVLDVL PH]]R HR VX TXDOXQTXH VXSSRUWR LYL FRPSUHVL L PLFURILOPLILOPOHIRWRFRSLHLVXSSRUWLHOHWWURQLFLRGLJLWDOL  nonché la memorizzazione elettronica e qualsiasi sistema di immagazzinamento e recupero di informazioni. Date le caratteristiche di Internet, l’Editore non è responsabile per eventuali variazioni di indirizzi e contenuti dei siti Internet menzionati. Il volume raccoglie gli esiti delle azioni di ricerca che hanno dato luogo al percorso espositivo “I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palioµ, realizzato a Verona presso il monumento di Porta Palio il 17 dicembre 2021. ,FRQWULEXWLTXLSUHVHQWDWLULSHUFRUURQRODVWRULDGHOODVFRSHUWDDUFKHRORJLFDLOULWURYDPHQWRGLXQDQHFURSROLURPDQDGLHWjLPSHULDOHFKHVLHVWHQGHYD lungo la via Postumia al di fuori della città, in corrispondenza del monumento di Porta Palio, vide la partecipazione di numerosi archeologi, studiosi ed esperti che documentarono tempestivamente lo scavo, per lasciare spazio alla nuova infrastruttura viaria realizzata in occasione dei Mondiali di calcio. Trent’anni dopo, l’Assessorato Rapporti UNESCO del Comune di Verona e la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza hanno promosso una ricerca su quell’importante esperienza archeologica, coinvolgendo il Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura dell’Università di Pavia per la realizzazione di una nuova narrazione digitale dello scavo. Gli esiti di questa collaborazione, sviluppata tra Comune, Soprintendenza e Università, hanno dato luogo ai contenuti del percorso espositivo e ai prodotti scientifici illustrati nel presente volume. Alla realizzazione del percorso espositivo hanno contribuito la Società Mutuo Soccorso di Porta Palio, la Direzione Regionale dei Musei Veneto, l’Associazione Santa Lucia e il Laboratorio Congiunto multidisciplinare I Luoghi dello Sport Management dell’Università di Firenze. Questa pubblicazione è promossa e finanziata dall’Università degli Studi di Pavia e rientra tra i prodotti promossi all’interno della ricerca per la Documentazione della cinta magistrale veronese. La ricerca, di cui responsabile il Prof. Sandro Parrinello è disciplinata da una convenzione tra l’Università e il Comune di Verona e contempla, oltre allo studio e all’analisi delle opere fortificate veronesi, la produzione di mostre ed esposizioni per la sua valorizzazione. Assessorato Rapporti UNESCO Comune di Verona Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza DAda LAB - Drawing and Architecture DocumentAction Società Mutuo Soccorso di Porta Palio Direzione Regionale dei Musei Veneto Università di Pavia PLAY - Photography and 3D Laser for virtual Architecture laboratorY Associazione Santa Lucia Laboratorio Congiunto multidisciplinare I Luoghi dello Sport Management dell’Università di Firenze. INDICE PRESENTAZIONI )೯೮೯೼ೳ೭೹6೬೹೫೼ೳ೸೫ 9ೳ೸೭೯೸ഄ೹7ೳ೸ഓ )೼೫೸೭೯೽೭೫7೹೰೰೫೶ೳ 6೫೸೮೼೹3೫೼೼ೳ೸೯೶೶೹ /೿೭ೳ೫೸೹2೼೾೹೶೫೸ೳ Sindaco del Comune di Verona Soprintendente - Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le provincie di Verona, Rovigo e Vicenza Assessore con deleghe a Smart city e rapporti con UNESCO del Comune di Verona Dipartimento di Ingegneria Civile e Architettura, Università di Pavia Vicepresidente Società Mutuo Soccorso Porta Palio 09 10 11 12 14 PREFAZIONE %೼೿೸೯೶೶೫%೼೿೸೹(೾೾೹೼೯1೫೺ೳ೹೸೯)೼೫೸೭೯೽೭೫3ೳ೭೭ೲೳ೹ 15 CONTRIBUTI PARTE 1- STORIA DI UN’IMPORTANTE SCOPERTA ARCHEOLOGICA (೾೾೹೼೯1೫೺ೳ೹೸೯ Verona ieri e oggi. I Mondiali e i lavori per un ammodernamento della città 19 %೿೸೯೶೶೫%೼೿೸೹ /RVFDYRGHOODQHFURSROLGL3RUWD3DOLRDLSULPRUGLGHOO·DUFKHRORJLDSUHYHQWLYDGL9HURQD 25 *ೳ೿೶ೳ೫3೯೶೿೭೭ೲೳ೸ೳ La via Postumia e le sue necropoli 33 ,೶೫೼ೳ೫'೯$೶೹೯ Rituali funerari 43 %೿೸೯೶೶೫%೼೿೸೹,೶೫೼ೳ೫'೯$೶೹೯*ೳ೿೶ೳ೫3೯೶೿೭೭ೲೳ೸ೳ I corredi 53 CATALOGO: GLI OGGETTI E LE TOMBE ೫೭೿೼೫೮ೳ%%೼೿೸೹,'೯$೶೹೯*3೯೶೿೭೭ೲೳ೸ೳ 61 5 PARTE 2 - UN RACCONTO ARCHEOLOGICO ILLUSTRATO: IL PROGETTO GRAFICO E DI RICOSTRUZIONE VIRTUALE )೼೫೸೭೯೽೭೫3ೳ೭೭ೲೳ೹ Il disegno come strumento per una interpretazione e rappresentazione degli eventi 83 )೼೫೸೭೯೽೭೫*೫೶೫೽೽೹ La ricostruzione digitale dello scavo. Verso una fruizione virtuale della necropoli 91 +೫೸ೱೳ೿೸)೿ Le stampe 3D per una fruizione tattile delle sepolture 99 )೼೫೸೭೯೽೭೫3ೳ೭೭ೲೳ೹)೼೫೸೭೯೽೭೫*೫೶೫೽೽೹ La mostra digitale di Porta Palio. Un rogetto per una visita inclusiva ed interattiva del percorso espositivo 107 PARTE 3 - IL PERCORSO ESPOSITIVO 0ೳ೭ೲ೯೶೫೸ೱ೯೶೹3ೳഀ೯೾೾೫ La magia dell’incompiuto 119 )೼೫೸೭೯೽೭೫3ೳ೭೭ೲೳ೹ La progettazione di un percorso espositivo nei locali di Porta Palio 137 TAVOLE DELLA MOSTRA 151 ALCUNE CONSIDERAZIONI A CONTORNO 0೫೼೭೹5ೳ೭೭ೳ೫೼ೳ೸ೳ Sport, Architettura e patrimonio. Lo sport come motore attrattivo, veicolo di memoria, promotore di cultura 177 BIBLIOGRAFIA 187 CREDITI 191 6 I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio. 118 LA MAGIA DELL’INCOMPIUTO MICHELANGELO PIVETTA Università degli Studi di Firenze, Presidente Società Mutuo Soccorso Porta Palio «[…] quando di lì a pochi anni il medesimo San Michele fondò e tirò in alto la porta detta volgarmente dal Palio, la quale non è punto inferiore alla già detta, ma anch’ella parimente o più bella, grande, maravigliosa et intesa ottimamente. E di vero in queste due porte si vede i signori viniziani, mediante l’ingegno di questo architetto, avere SDUHJJLDWRJO·HGLÀ]LLHIDEULFKHGHJO·DQWLFKLURPDQL. Questa ultima porta adunque è, dalla parte di fuori, d’ordine dorico, con colonne smisurate, che risaltano, striate tutte secondo l’uso di quell’ordine; le quali colonne, dico, che sono otto in tutto, sono poste a due a due: quattro tengono la porta in mezzo con l’arme de’ rettori della città, fra l’una e l’altra da ogni parte, e l’altre quattro similmente a due a due, fanno ÀQLPHQWR QHJO·DQJROL GHOOD SRUWD OD TXDOH q GL IDFFLDWD larghissima e tutta di bozze, o vero bugne, non rozze ma pulite e con bellissimi ornamenti; et il foro, o vero vano della porta, riman quadro, ma l’architettura nuova, bizzarra e bellissima. Sopra è un cornicione dorico ricchissimo con sue apartenenze, sopra cui doveva andare, come si vede nel modello, un frontespizio con suoi fornimenti, il quale faceva parapetto all’artiglieria, dovendo questa porta, come l’altra, servire per cavaliero. Dentro poi sono stanze grandissime per i soldati con altri commodi et appartamenti. Dalla banda che è volta verso la città, vi fece il San Michele una bellissima loggia, tutta di fuori d’ordine dorico e rustico e di dentro tutta lavorata alla rustica, con pilastri grandissimi, che hanno per ornamento colonne di fuori tonde e dentro quadre e con mezzo risalto, lavorate di pezzi alla rustica e con capitelli dorici senza base, e nella cima un cornicione pur dorico et intagliato che gira tutta la loggia, che è lunghissima, dentro e fuori. Insomma quest’opera è maravigliosa, onde ben disse il vero l’illustrissimo signor Sforza Pallavicino, governatore generale degl’esserciti viniziani, quando disse non potersi in Europa trovare fabrica alcuna che a questa possa in niun modo aguagliarsi; la quale fu l’ultimo miracolo di Michele, imperò che, avendo a pena fatto tutto questo primo ordine GHVFULWWR ÀQu LO FRUVR GL VXD YLWD 2QGH ULPDVH LPSHUIHWWD TXHVW·RSHUDFKHQRQVLÀQLUjPDLDOWULPHQWLQRQPDQFDQGR alcuni maligni (come quasi sempre nelle gran cose adiviene) che la biasimano, sforzandosi di sminuire l’altrui lodi con la malignità e maladicenza, poi che non possono con l’ingegno pari cose a gran pezzo operare.»1 Non c’è modo migliore che rileggere con attenzione il brano che Giorgio Vasari ci regala nelle sue Vite2 per LQROWUDUVLQHLWHUULWRULGL3RUWD3DOLRHFLzSHUPROWLPRWLYL,O primo riguarda l’unicità della descrizione del progetto nella sua ipotesi originaria, della quale, al pari di molta opera dell’autore veronese, nessuna testimonianza disegnata è rimasta. Vasari cita un «modello», al tempo ancora 119 I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio. visibile e indice di una prassi coerente con il periodo, per la quale questo strumento risultava più durevole in un FDQWLHUHGHO&LQTXHFHQWRULVSHWWRDGHLJUDÀFLHDOWUHWWDQWR più interpretabile da parte delle maestranze e delle committenze. Quest’uso, dato il suo costo, era riservato DGRSHUHGLXQDFHUWDLPSRUWDQ]DHFLzVYHODLQSLFRPH l’insieme delle Mura veronesi e Porta Palio fosse ritenuta, non solo un’opera di ingegneria militare ma anche, un’importante opera di architettura civile. Il secondo motivo è da porre in relazione alla descrizione SLXWWRVWR SUHFLVD SHU LO ODWR FDPSDJQD PD VL SXz ipotizzare dato il silenzio una similitudine anche per il lato FLWWj GHOOHSRU]LRQLLQDOWH]]DQRQUHDOL]]DWHGHOOD3RUWD cioè come progettate dal Sanmicheli ma non portate a termine a causa della sua sopravvenuta morte. «[…] sopra cui doveva andare, come si vede nel modello, un frontespizio con suoi fornimenti, il quale faceva parapetto all’artiglieria […]». &RPHGRYHVVHYHUDPHQWHDSSDULUHO·HGLÀFLRQHOVXR stato compiuto rimane un quesito che potrebbe ampliare ulteriormente il valore dell’opera stessa, ponendola ancora più in rilievo rispetto a quanto essa sia già. Il fronte attuale verso campagna avrebbe dovuto essere almeno un terzo più altro dell’attuale, con un piano attico dorico, scandito da semi colonne o paraste e da nicchie, forse naturale evoluzione di quello di Porta San Martino di Legnago o reinterpretazione di quel frammento di attico del Teatro Romano più volte rilevato e ridisegnato. A tale riguardo una proposta interpretativa è stata svolta qualche anno fa grazie anche all’Università di Pavia e potrebbe ambire a ulteriori interessanti sviluppi. A ben leggere, oltre ai consueti apprezzamenti, ai quali Vasari ci ha abituato nel suo lavoro, è rintracciabile XQ·XOWHULRUHSDUWLFRODUHDWWHQ]LRQHYHUVRO·HGLÀFRQHOQRQ volerlo descrivere, a parte la nota sul fatto che dovesse essere un «cavaliero», come un’opera dotata di distinti caratteri militari. Porta Palio assume, già all’epoca, la propria identità dall’essere descritta come architettura «meravigliosa» ossequiando un sistema di valutazione che esula dalla reale funzione per scivolare nella valenza di quella che si potrebbe dire una sovrastruttura artistica corrispondente ad altri obiettivi rispetto al doversi PLVXUDUHVRORFRQO·DUWHGHOODJXHUUD&LzJLjULOHYDWRDQFKH da Manfredo Tafuri3, rispetta un probabile atteggiamento del Sanmicheli nei confronti del progetto di architettura FKH HVSULPH XQD GHOOH VXH WUDFFH SL GLVWLQWLYH HJOL KD trattato la composizione secondo un quadro generale LQGLරHUHQWHDOOHVSHFLÀFKHÀQDOLWjGHOO·HGLÀFLR6DQPLFKHOL ha sempre applicato le soluzioni ritenute più consone al FDVRGLVWDFFDQGRVLGDOO·LQGLYLGXD]LRQHGLFDUDWWHULVSHFLÀFL a seconda delle diverse funzioni, così la facciata di una porta PLOLWDUHSXzHVVHUHTXHOODGLXQDFKLHVDRGLXQSDOD]]RXQD ORJJLDFLWWDGLQDSXzGLYHQLUHXQDEDUFKHVVDFRPHODIDFFLDWD di una porta militare e viceversa. Questa considerazione porta Sanmicheli nell’ambito di una straordinaria modernità, anticipando l’operare compositivo dei successivi cinque secoli. Impressioni Frequentando Porta Palio negli anni e nelle diverse stagioni, sembra inverarsi quella condizione già descritta da Aldo Rossi al riguardo del Sant’Andrea di Mantova4. All’esterno il variare delle stagioni impone continue considerazioni sul YDORUHGHOOHPXVFRODULWHVVLWXUHGHOVRÀVWLFDWRSURJUDPPD decorativo nel verso di una violenta narrazione chiaroscurale delle forme dell’antico, anzi del «anticamente veronese»5. All’interno, sia nel grande atrio che nella loggia verso città, il tempo, nella sua duplice accezione cronologica e meteorologica, sospende la propria dimensione nel determinare un ecosistema separato, ulteriore alla condizione contestuale della città circostante. Al riguardo vale la pena LPPDJLQDUH FRVD VLJQLÀFDVVH XQD VLPLOH HVSHULHQ]D ÀQR D GXHFHQWR DQQL ID TXDQGR DOO·LQWRUQR GHOO·HGLÀFLR QRQ vi erano che orti, qualche piccola casa e poco distante i complessi religiosi di San Bernardino e di Santa Lucia Intra. /RVWHVVRPDLQDOWURPRGRYHUVRFDPSDJQDTXLLOYLQFROR GL LQHGLÀFDELOLWj LPSRVWR GDOOD 6HUHQLVVLPD SHU ROWUH XQ 120 Michelangelo Pivetta miglio permetteva il formarsi di un ambiente naturalistico dove il biologico, nello svolgere dei propri cicli, si mostrava nelle condizioni idilliache di un paesaggio arcadico, solo UDUDPHQWHGLVHJQDWRGDÀQDOLWjDJULFROHHVRYUDVWDWRGDO potente concatenamento decorativo della facciata dorica. 4XHVWDFDSDFLWjGLVRVSHQGHUHLOWHPSRDQ]LGLFRQÀJXUDUQH uno proprio e alternativo, è il carattere delle opere di grande valore e non è dettata da condizioni generali come VFDOD QHOVHQVRGLPLVXUD RSDUWLFRODUHUD඼QDWH]]DPDGD altri caratteri quali la perfetta proporzione degli elementi e il sottotesto lì racchiuso e intelligibile, disposto a più livelli e per diversi scopi. In questo caso uno dei mandati progettuali sembra essere l’instaurare una relazione univoca e sottesa al costante rapporto tra riedizione della romanità da un lato e la primaria volontà di dialogare con il contesto naturale. Cioè una considerazione, simile, per tornare a Rossi nella sua descrizione del Ponte Visconteo di Valeggio6, per la quale l’architettura, nel suo partecipare alla natura, o nella disponibilità a mediare le proprie forme statutarie con essa, possa ambire ad essere grande, aspiri, in sostanza, a divenire monumento. Nell’osservazione di Porta Palio, sembra percepire come l’immagine di rovina sia già stata, in qualche modo, programmata dal Sanmicheli sulla scorta della memoria di quelle vestigia osservate e rilevate assiduamente nella VXDJLRYLQH]]DWUDLO&HQWURHLO1RUG,WDOLD/·HGLÀFLRSDUH FRQFHSLWRFRPHULSURGX]LRQHDUWLÀFLDOHGLXQLPPDJLQDULR QRWR H DPPLUDWR TXHOO·DEEUDFFLR GHOOH DQWLFKH URYLQH con la natura è assunto semantico del progetto. Basti QRWDUH QHL ODWL EUHYL GHOOD 3RUWD OD ODERULRVD GL඼FROWj nel collegare il palinsesto dorico della loggia verso città FRQ LO FRUSR SULQFLSDOH GHOO·HGLÀFLR TXDVL XQD YROXWD operazione di collage contraddistinta da una fragilità linguistica apprezzabile solo se contestualizzata con i SULQFLSLVRSUDVFULWWLHFRQO·DරHUPD]LRQHGHOOD´PHUDYLJOLDµ della bizzarria, quali oggettività che inseriscono il progetto addentro alla poetica manierista. Sorprendente armonica imperfezione quale principio di bellezza. Come evidenziato da vari autori7, in Sanmicheli coesistono più di un’anima e Porta Palio ne è il programma. Nelle VXH RSHUH DSSDUH O·RUGLQH OHJJLDGUR GHOOD ÀQLWH]]D GHJOL elementi compositivi e decorativi della scuola romana, RUJDQL]]DWL SHUz FRPH YHUH RVVDWXUH GHJOL HGLÀFL H QRQ quale ossessione narrativa dell’architettura classica, come ad esempio in Alberti. Emerge la potente ruvidità toscana, quella di Michelozzo e poi di Michelangelo, anche nell’uso dei materiali e degli ordini in forme, scale e assemblaggi del tutto inediti e sovrabbondanti, un gusto poetico e divertito per vere e proprie sprezzature per dirla come il Castiglione8. /HGXHDQLPHFKHSRWUHPPRGDYYHURGHÀQLUHIRUVHFRPH apollinea e dionisiaca, prima quasi sempre separate, in Porta Palio trovano unione in una dichiarazione performativa non per sovrapposizione, come nelle facciate GHLSDOD]]LPDSHUD඼DQFDPHQWRÀQRDGLQGLYLGXDUHSHU FLDVFXQD´PDQLHUDµXQDGHOOHGXHGLYHUVHIDFFLDWH 9HUVRFDPSDJQDVLPRVWUDTXLQGLXQ6DQPLFKHOLUD඼QDWR in grado di governare un estuario di sottigliezze decorative riproducendo e reinventando gli ordini in un inusuale dorico scanalato organizzato nella esplicita citazione del noto disegno di Giuliano da Sangallo della Basilica Aemilia, con la variabile di quelle porte laterali sottomesse GD WLPSDQL ÀQ WURSSR SRVVHQWL GD IDU VDOWDUH TXDOVLDVL norma grammaticale. Sanmicheli, rispetto a qualsiasi DOWUDVXDSRUWDTXLODYRUDLQPRGRSLÀQHLQDOWRULOLHYR9, quasi come in Palazzo Bevilacqua, su dettagliatissime e VRYUDEERQGDQWLGHFRUD]LRQLÀQRDGHÀQLUHXQ·DUFKLWHWWXUD IHVWRVD HSLIDQLFD H VROLGDPHQWH JLRLRVD ´VHUHQLVVLPDµ DSSXQWR H඼PHUD TXLQWD VFHQRJUDÀFD OHWWHUDOPHQWH addossata al possente muraglione in laterizio che sembra scorrerle dietro senza interruzioni. Verso città invece il cambio di registro volge al dramma, ponendo l’osservatore nel disagio di chiedersi se stia o PHQRRVVHUYDQGRORVWHVVRHGLÀFLRHFFROD´VRUSUHVDµLO turbamento e l’inquietudine manierista. La loggia richiama lontani echi di architetture quasi primitive e legate anche al 121 I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio. mondo greco. Le proporzioni sovrabbondanti delle parti, JLXVWLÀFDWH GDOOD ORUR VWHVVD HVSUHVVLYLWj GLVVRWWHUUDQR metaforicamente le sostruzioni di antichi santuari dell’Italia Centrale e delle vicine architetture della Verona romana, in cui l’utilizzo del bugnato al massimo della propria incisività si relaziona con il non-urbano, il non-normato. 7DQWR LO 7HDWUR TXDQWR O·$QÀWHDWUR YHURQHVL FRPH 3RUWD Palio, si ponevano al tempo della loro realizzazione, LQIDWWLROWUHLOOLPLWHGHOODFLWWjRDSSHQDDOVXRFRQÀQHLQ contesti governati più dalle regole del disordine naturale che da quelle dell’ordine umano e con questo disordine VL WURYDYDQR D GRYHU ÀJXUDWLYDPHQWH PHGLDUH 4XHVWH pietre, come gli archi intradossati all’interno della volta del portico, alimentano una immaginaria relazione con architetture della Grecia arcaica che Sanmicheli, unico tra i rinascimentali, ha potuto forse osservare, come quel Necromanteion dell’Acheronte, così vicino all’isola Corfù IUHTXHQWDWDDOODÀQHGHOTXDUWRGHFHQQLRGHO&LQTXHFHQWR Oppure, basterebbe fare riferimento a quell’uso, poi divenuto assiduamente veneto, del portico passante, cioè quel luogo pubblico di passaggio e di sosta sovrastato da XQHGLÀFLRTXHVWLRQHFKHULFKLDPDSHU6DQPLFKHOLDOFXQL ragionamenti sangalleschi in merito alla Crypta Balbi, e che introduce la soluzione nota del Palazzo Chiericati, poi passata quasi esclusivamente per palladiana, ma propria anche dei sanmicheliani Palazzo Honorij nella Bra e Palazzo Roncale a Rovigo. La loggia è luogo mediano, tra città e palazzo, tra pubblico e privato, già sperimentata in una forma diversa ma per simili scopi in Palazzo Canossa, ripropone da vicino anche TXHOOD ORJJLD VXO ÀXPH GHO Teatro Romano, percorsa da una strada, e di cui è ipotizzabile esistessero disegni sanmicheliani, forse base di quelli serliani, sangalleschi e più avanti di Palladio e Caroto. Oppure, tutto non è altro che la citazione libera e sagace del portico della Curia Hostilia come rappresentato molto dopo dal Piranesi e RJJLGHOWXWWRVFRPSDUVD0DGHOUHVWRHLQÀQHDFKLXGHUH LO FHUFKLR WUD ´WLSRµ H ´ÀQDOLWjµ q OD VWHVVD IXQ]LRQH GL dogana e di immagazzinamento di prodotti agricoli, probabilmente richiesta dalla città, ad essere mandante di TXHVWDORJJLDFKHFRVuLQÀQHGLYLHQHDQFKHEDUFKHVVD«[…] e questa porta non si tiene aperta salvo che per tre mesi a l’anno di estate per condur dentro l’arcolto de biave et vini secondo l’ordine della Serenità Vostra […]»10 Quel che stupisce, più di qualsiasi altra cosa, è la dimensione GLTXHVWDORJJLDDHVWFKHFRQLVXRLPHWULGLDOWH]]D ÀQR DOODVRPPLWjGHOIUHJLR HPHWULGLOXQJKH]]DDSSDUH di scala straordinaria, superando di gran lunga qualsiasi HGLÀFLRYHURQHVHUHDOL]]DWRGDLWHPSLGL5RPDÀQRDTXHL giorni. Una scala gigante, vasta, che, al di là dei riferimenti formali, mette l’opera direttamente in relazione con il tenore delle antichità, con il proposito anche di risarcire Verona, dopo più di cento anni di opaca dominazione veneziana, innestando una possibile mutazione della città attraverso la nascita di uno spazio straordinario, inusitato. Contesti e relazioni Come già accennato, nella facciata verso città, forse la più poetica tra le due, si manifesta una probabile denuncia del rapporto con il contesto onirico agreste, arcadico e altrettanto probabile relazione di chiusura prospettica e ideale con la loggia sull’Adige della ricostruzione della scena del Teatro Romano, speculare a Porta Palio a est rispetto all’asse immaginario e ideale della Via Postumia. La loggia, come rilevato anche da Francesco Collotti11, è l’edizione, a scala cittadina, di una barchessa come molte si realizzavano proprio a quel tempo nella compagna YHQHWDVSRVWDQGRSHUzLOSURJHWWRGDHGLÀFLRSUHWWDPHQWH agricolo a immagine di una proprietà terriera nascente. 3XzVHUYLUHTXLULFRUGDUHOHJURVVRPRGRFRHYHEDUFKHVVH di Corte Spinosa, appena a nord di Mantova, attribuite ad una probabile collaborazione tra Sanmicheli e Giulio Romano e le altre, di cui solo una rimasta, a Villa Grimani Molin AvezzùODFXLLQWULJDQWHFRUULVSRQGHQ]DWRSRJUDÀFD con la più celebre Villa Badoer del Palladio pone anche in questo caso, come nelle due Ville Saraceno a Finale 124 Michelangelo Pivetta GL $JXJOLDUR OD VDQPLFKHOLDQD QRWD FRPH Palazzo delle Trombe DOFXQHFRQVLGHUD]LRQLRUPDLQHFHVVDULHLQVHQVR storico e documentale, sui rapporti osmotici tra gli autori, nel senso di Giulio, Michele e di quest’ultimo verso Andrea. Se dal punto di vista archivistico pochissimo pare rimanga da indagare, dal punto di vista critico e interpretativo, tra Michele ed Andrea, sembra esservi una interessante connessione dialettica nel paradigma rituale allievomaestro, una sorta processo hegeliano di Aufhebung, consuetudine per la quale all’allievo è necessario obliterare la l’immanenza del maestro per permettere la rinascita H O·DරHUPD]LRQH DQFRU SL YLYLGD GHOOR VSLULWR GHO VXR insegnamento. Queste relazioni sono certamente fondamentali per ritenere i progetti, soprattutto alcuni di Sanmicheli, come vere e proprie opere destinate a fornire una specie di educazione all’architettura. Purtroppo, sono rarissimi i WHVWLDXWRJUDÀWDQWRPHQRTXHOOLWHRULFLHGHVFULWWLYLVXOOH opere, motivo per il quale non possiamo far altro che interpretare l’autorialità del Sanmicheli, almeno a mio DYYLVRFRPHXQDSUDWLFDWHRULFDOLWLÀFDWDQHOODFRVWUX]LRQH GHJOLHGLÀFLVWHVVL3HU6DQPLFKHOLJOLHGLÀFLVRQRPDQXDOL scritti attraverso la sovrapposizione di conci in pietra e di mattoni, in una forma di complementarità, probabilmente voluta, all’attività trattatistica che altri a quel tempo portavano innanzi. Sanmicheli, che certo non era un illetterato, conoscendo perfettamente l’attività teorica12 a lui coeva, preferì l’operosità della bottega e del cantiere, forse in prosecuzione con posizioni simili individuate in %UDPDQWH5DරDHOORHQHL6DQJDOOR&RVWLWXLUHXQDSSDUDWR WHRULFR GRWWULQDOH H VSHFXODWLYR WUDGRWWR LQ WUDWWDWR FLz FKH IHFH IRUWXQD GL DOWUL QRQ LQWHUHVVz 6DQPLFKHOL FKH forse riteneva di aver ancora tempo oppure credeva di non dover aggiungere altro rispetto a quanto già era stato pubblicato, se non la possibile realizzazione pratica di quelle stesse teorie. «El Verona»13LQWUDWWHQQHVWUHWWHUHOD]LRQLFRQLSLUD඼QDWL XPDQLVWLGHOWHPSRDFRQIHUPDGLXQSURÀORGLDOWLVVLPR OLYHOOR H DGGHQWUR DOOH TXHVWLRQL GHOO·DUWH ÀQ GDOO·LQIDQ]LD HSHU´VDQJXHµ6LIHFHSRUWDWRUHGLXQDWUDGL]LRQHDQWLFD come quella luganese che ha accompagnato l’arte e O·DUFKLWHWWXUD HXURSHD ÀQR DOOH VRJOLH GHO 6HWWHFHQWR H ROWUHFRQWULEXHQGRDGHÀQLUHSRVL]LRQLFXOWXUDOLHTXHVWLRQL DUWLVWLFKH PD QRQ VROR  FKH SODVPDQR LO SHQVLHUR GHO Mondo Occidentale ancora oggi14. Inutile qui approfondire O·DUJRPHQWR VXOO·LQÁXHQ]D GHOOH RULJLQL GHOOD IDPLJOLD GHO Sanmicheli15PDSXzHVVHUHGLLQWHUHVVHVXJJHULUHFRPH il suo apprendistato sia profondamente segnato oltre che dalle strette parentele, dall’habitat culturale e operativo YHQHWRGHOODÀQHGHO4XDWWURFHQWRGDOODYLFLQDQ]DGLDXWRUL e opere come quelle di Fra Giovanni da Verona nella chiesa di Santa Maria in Organo o la Loggia cosiddetta di Fra Giocondo. Il trasferimento a Roma e la sua non chiarissima attività nella città dei papi, fecero il resto. /DPRUWHGL5DරDHOORHLO6DFFRGL5RPDGHOSURPRVVHUR GHÀQLWLYDPHQWHLOWHQWDWLYRLQDPELWRYHQHWRGLULFRVWLWXLUH una sorta di koinè artistico-culturale sulle tracce di quella FRVWLWXLWDVLQHOOD5RPDSRQWLÀFLDFRQ%UDPDQWHH5DරDHOOR WUDODÀQHGHO4XDWWURFHQWRHODPRUWHGHO6DQ]LR16. Non è da ritenere un caso che a questo tentativo, pur da città GLරHUHQWLPDFKHFRVWLWXLYDQRFRPXQTXHXQDLQWHUHVVDQWH triangolazione socioeconomica, abbiano partecipato autori come Giulio Romano, Michele Sanmicheli, Falconetto, Sansovino e Serlio, che in quel mondo romano radicarono la propria formazione. Venezia dopo la caduta di Costantinopoli, e ancora di più dopo il Sacco di Roma, si attribuì senza mezze misure il ruolo di difesa ultima della FODVVLFLWjLQGLYLGXDQGRODFLWWjODJXQDUHFRPH´WHU]D5RPDµ portatrice delle istanze culturali e i principi costituitivi della tradizione greco-romana. In tutte le loro opere, pensate, scritte, dipinte o costruite, è persistente quel compito RULJLQDULRGLPDWULFHEUDPDQWHVFDHUDරDHOOHVFDFKHLQYRFD un necessario riscatto della cultura classica attraverso una assillante ricerca di ricongiungimento tra passato e presente nella predisposizione di innovative prospettive sul futuro. Da dire che, in architettura, considerando Palladio 125 I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio. e Scamozzi come ultimi risultati di questo pensiero, nulla ha avuto più successo e longevità dell’opera disciplinare consacrata a Roma dai due maestri marchigiani. Composizione ,Q SLDQWD O·HGLÀFR VL PRVWUD RVVHVVLYDPHQWH WULSDUWLWR e impostato su un rettangolo aureo di circa 52 per 32 metri. La ripartizione dei moduli, in una specie di ritualità della dispositio,VLFRPSLHSRLQHOODGHÀQL]LRQHGHLSLHQLH GHLYXRWLVHFRQGRLQXPHULWUHHFLQTXH/HDරHUPD]LRQL compositive si dispongono attorno alla presenza di un ampio atrio centrale e trasversale al percorso di transito del tutto inconsueto per una porta militare. A sottolineare questo scarto il confronto con gli impianti delle più o meno coeve porte dello stesso Sanmicheli, del Falconetto e di Porta Giulia di Giulio Romano a Mantova. In Porta Palio l’atrio trasversale è una sperimentazione compositiva a dispetto anche di logiche strutturali di resistenza al tiro di artiglieria. Questo spazio, voltato con unghie sulle VHL DSHUWXUH ULFKLDPD YROXPL JLj QRWL GL HGLÀFL WHUPDOL e basiliche antiche ed è di ordine altissimo, senza basi, spogliato delle decorazioni si propone come luogo unitario ed intermedio, neutrale. Nell’atrio domina il silenzio, è sosta tra i due mondi esterni, quello fuori e quello dentro la città, pausa ieratica di una architettura silente, permeabile attraverso le ampie aperture e in origine riscaldato da due immensi camini, muto spettatore della possibile adunanza di moltitudini di persone. Dal punto di vista storico, molte possono apparire le certezze riguardo il progetto, soprattutto grazie all’opera di esame e raccolta di informazioni portata avanti nel VHFROR VFRUVR $OWUHWWDQWL SHUz q EHQH FKLDULUOR VRQR JOL interrogativi che lasciano ancora aperti campi di indagine e di interpretazione del progetto sanmicheliano. Innanzitutto, q GD FKLHGHUVL FRPH PDL XQ HGLÀFLR FRQWUDVWDWR GDJOL apparati di governo abbia una scala dimensionale così grande e denoti una cura stilistica e progettuale rarissime, se non uniche, per un’opera dalle funzioni militari. In sostanza, rispetto alle precedenti due porte veronesi, Nuova e San Zeno, Sanmicheli in Porta Palio sembra HරHWWXDUHXQHQRUPHVDOWRGLTXDOLWjQHOODVXDYLVLRQHGHO «munire et ornare« FRQGXFHQGR LQGLරHUHQWH D FULWLFKH e avversità17, un progetto del tutto diverso, talmente avanzato progettualmente da poter costituire un punto nodale nella poetica manierista al pari di architetture molto più celebri. Le ipotesi, alcune già in parte sopra accennate, possono essere tutte valide singolarmente ma più utile q IRUVH WHQHUOH WXWWH SHU EXRQH 0D YL q DQFKH DOWUR Sanmicheli sa bene che Porta Palio si situa esattamente sull’asse solstiziale della antica Via Postumia, che questo asse ha antichissime origini forse addirittura preromane, e che sempre questo asse oltre ad essere l’asse fondatore della città romana, apoteosi dell’architettura veronese, XQLVFH DOFXQL GHJOL HGLÀFL SL LPSRUWDQWL GHOOD FLWWj TXDOL il Teatro Romano, il Foro/Piazza delle Erbe, Porta Borsari e O·$UFRGHL*DYL(GLÀFLURPDQLTXHVWLPROWRVWXGLDWLGDJOL architetti e dagli artisti durante tutta l’età dell’Umanesimo.18 Ipotizzabile come Sanmicheli abbia voluto aggiungere XQ WDVVHOOR D TXHVWD XQLFD H LPSRUWDQWH ´SDVVHUHOODµ GL monumenti, proprio al limite urbano della città del suo tempo, come manifestazione duplice di coerenza con LO PDQGDWR UDරDHOOHVFR GL ULHGL]LRQH GHOO·DQWLFKLWj H GL attribuzione al territorio veneziano di una identità radicata profondamente nei principi della romanità. In quest’ottica l’impegno profuso nei secoli successivi nel rilievo, ridisegno e studio proprio di Porta Palio da parte di autori non solo italiani, pare dimostrare come l’opera di Sanmicheli abbia avuto straordinario successo.19 L’immagine di una Porta Palio non conclusa dopo la morte GHO 0DHVWUR SULYD GHOOH VXH YROWH FRPH XOWLPD ÀJXUD QHJOL RFFKL GHO VXR DXWRUH QRQ SXz FKH IDUFL ULSHQVDUH DL SURIRQGLVVLPL VLJQLÀFDWL GL TXHO WHPSLR VFRSHUFKLDWR GL 5DරDHOOR QHOOD Scuola di Atene nel suo promuovere TXHOODFKHVLSXzGHÀQLUHFRPHPDJLDGHOO·LQFRPSLXWH]]D Una condizione magica quella di Porta Palio, nella quale qUDFFROWDSLFKHLQTXDOVLDVLVXDRSHUDO·DXWRELRJUDÀD 128 Michelangelo Pivetta GHOO·DXWRUH QHOOD SHUIHWWD LGHQWLÀFD]LRQH WUD HJOL VWHVVR H la propria arte. Come Dio lavora a propria immagine il PRQGRQHOO·LQÀQLWH]]DGHOODSURSULDHVVHQ]DFRVuO·XRPR 6DQPLFKHOLKDIDWWRTXHVWRQHOWHPSRÀQLWRGHOODSURSULD HVLVWHQ]D8QVHFRORSULPDGL3RUWD3DOLRORVWUDRUGLQDULR-DQ van Eyck, nella stagione quattrocentesca dell’autoritratto d’artista, scrisse sulla cornice del suo probabile autoritratto LO PRWWR ª$/& ,;+ ;$1« FLRq ª$OV ,FK &DQ« ´FLz FKH posso”20HQXQFLDQGRLOSURSULR´SRWHUHµODSURSULDFDSDFLWj di interagire con il reale a imitazione della natura secondo quel noto «ars imitatur naturam». Forse per Michele Porta 3DOLR q SURSULR TXHVWR O·DXWRULWUDWWR DරHUPDWLYR GHOOD SURSULDDXWRULDOLWjHTXLQGLLQÀQGHLFRQWLGHOSURSULReros HGHOODSURSULDÀJXUDXPDQDWUDVFHQGHQWHLOWHPSR Tornando ad una teoria dell’architettura in cui il valore dei paradigmi, anzi, degli oggetti paradigmatici, è da ritenere LQVHJQDPHQWR HVVHQ]LDOH VL SXz DYDQ]DUH LQÀQH O·LSRWHVL FKHVHTXHOODGL5DරDHOORLQ9LD*LXOLDSHU0DQIUHGR7DIXUL sarebbe stata la più bella casa mai realizzata21, sia da ritenere, a ragion veduta, che la più bella porta di città mai realizzata sia forse Porta Palio. Marginali, ulteriori, appunti sparsi &RQ OD ÀQDOLWj GL GHÀQLUH DOFXQL VSXQWL SHU LO IXWXUR TXL LPSRVVLELOL GD DරURQWDUH SHU PRWLYL GL VSD]LR WHPSR HG obiettivi, credo sia utile elencare alcuni argomenti che potranno essere oggetto di ulteriori studi e interessi per chi vorrà spingersi tra le pietre sanmicheliane di Porta Palio. Ordine dorico: La qualità espressiva dell’ordine dorico sanmicheliano è stata rilevata più volte. Il sistema di semicolonne e paraste della loggia orientale, nelle quali il basamento scompare in ossequio ad una pratica archetipica e quasi del tutto greca, è solo uno degli elementi su cui si potrebbe circoscrivere un più preciso sistema di relazioni compositive con altri autori ed altre opere. La trabeazione e le cornici precisissime, anche nelle loro variazioni, apparentemente mutuate dai rilievi della Basilica Aemilia, si inseriscono in un evidente dialogo con quanto realizzato anche da Giulio Romano a Palazzo Te. Se lì, Giulio si sente libero di riempire le metope di imprese araldiche gonzaghesche, in Porta Palio Sanmicheli, più sottilmente LQVHULVFH QHOOD WUDEHD]LRQH GHOOD ORJJLD WUH ÀJXUH VLPEROLFKH L FXL VLJQLÀFDWL SRVVRQR HVVHUH PROWHSOLFL XQ airone e un’anatra al centro del lato orientale e due pesci GHOÀQL" LQWUHFFLDWLVXOORVSLJRORPHULGLRQDOH L’utilizzo del dorico, nelle sue varie declinazioni, da parte di Sanmicheli è probabilmente tra i più maturi del Cinquecento. Mura scaligere: All’interno del programma progettuale del Sanmicheli emerge probabilmente la volontà di testimoniare la preesistenza della cortina muraria scaligera realizzata dal Calzaro nel Trecento. Lungo i lati interni dei risvolti di facciata, spigolo nord e spigolo sud, appaiono tessiture murarie in contrasto con l’usuale laterizio rinascimentale HFRVWLWXLWHGDFRUVLUHJRODULGLFLRWWROLGLÀXPHHPDWWRQL Tali tessiture, incongrue con le tecniche costruttive sanmicheliane, dichiarano il posizionamento della precedente cortina muraria, sulla quale Porta Palio sembra programmaticamente posarsi a sormonto. Questi lacerti PXUDULGLරRUPLFKHULHGLWDQRTXLQGLXQDWHFQLFDPHGLHYDOH non sembrano essere originali del Trecento ma volutamente ULFRVWUXLWLDPHPRULDGHOOHSUDWLFKHHGLÀFDWRULHHGHOO·RSHUD del Calzaro. Altrettanto, appena all’intendo del vano di accesso delle gallerie di contromina, vi è un tratto di muro realizzato con la medesima tecnica medievale a corsi di ciottoli e mattoni e integrato perfettamente nella struttura cinquecentesca. Questo lacerto per caratteri e qualità sembra essere originale del Trecento, svelando anche in questo caso la determinazione di tramandare, ove possibile, un messaggio SHU LO TXDOH O·HGLÀFLR 3RUWD 3DOLR ULFRSUH ULYHVWH TXDVL proteggendole, le più antiche mura scaligere. 129 I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio. in modo coerente con la loro funzione, tranne in un paio di occasioni dove conci di pietra di minore qualità sono stati utilizzati in posizioni che avrebbero richiesto maggiore compattezza e resistenza. La pietra perveniva WDJOLDWD H DEER]]DWD PD YHQLYD ÀQLWD LQ FDQWLHUH XQD volta in opera. Non c’è traccia, oppure non se ne ha conoscenza, delle botteghe vicentine o veronesi coinvolte. Ipotizzabile anche qui il coinvolgimento del Giovanni da Porlezza e Girolamo Pittoni da Lumignano, LOSULPRSDUHQWHDOODORQWDQDGL6DQPLFKHOL RSHUDWLYL nella loro nota bottega di Pedemuro San Biagio e lungamente coinvolti nei cantieri sanmicheliani. Nella stessa bottega, al lavoro anche nella Villa Trissino di &ULFROL ´JDOHRWWDIX¬µ VLHUDIRUPDWRÀQRDOODÀQHGHJOL anni Trenta o l’inizio dei Quaranta del Cinquecento, tale Andrea della Gondola. Se vi è da rintracciare una matrice culturale nel lavoro di Palladio architetto, l’apporto di Sanmicheli è da ritenere essenziale, anche per i suoi connotati di radicalità compositiva che hanno predisposto il terreno all’epopea palladiana e quindi, per derivazione, di tutti i successivi palladianesimi. Tecniche costruttive: le fondazioni? Materiali e relazioni: Ad una osservazione attenta appare vi siano molteplici qualità dei materiali utilizzati nella costruzione di Porta Palio, sia lapidei che laterizi. L’occhio di un esperto cavatore, interpellato qualche anno fa, ha individuato come la pietra sia in buona parte vicentina ed estratta da almeno tre cave diverse. /HGLරHUHQWLTXDOLWjVRQRVWDWHXWLOL]]DWHTXDVLVHPSUH A seguito dei rilievi digitali svolti dall’Università di Pavia nel 2016, Porta Palio risulta essere non solo perfettamente realizzata dal punto di vista delle misure e degli allineamenti, a dimostrazione di un ottimo controllo delle maestranze in cantiere, ma anche di non aver subito particolari assestamenti e deformazioni durante i suoi cinquecento anni di vita. &Lz VHPEUD DQFRU SL LQWHUHVVDQWH LQ FRQVLGHUD]LRQH GHOIDWWRFKHO·HGLÀFLRULVXOWDLQFRPSLXWRFRQYROWHGL copertura quasi posticce, estremamente sottili e, in più, realizzate dal primo quarto della volta in su, con mattoni e malte tanto scadenti quanto approssimativa risulta la loro posa, a segnalare il passaggio tra la presenza e l’assenza di Sanmicheli nel cantiere dovuta alla sua morte. 130 Michelangelo Pivetta Altra considerazione riguarda le informazioni sulla porta medievale esistente più o meno nella stessa posizione, che in meno di duecento anni di vita pare abbia subito tali deformazioni e assestamenti da dover venire consolidata SHUHYLWDUQHLOFUROORHGLQÀQHFKLXVDDOWUDQVLWRDWWRUQR DO4XHVWRDOPHQRSHUFKLVFULYHSXzHVVHUHLQGLFH non tanto di una imperizia delle maestranze medievali ma di una possibile pessima qualità del terreno di fondazione. La posizione di Porta Palio è infatti al centro di un compluvio di acque, dove a est vi è ancora il versante della zona di Santo Spirito oggi occupato dall’Ospedale Militare, a est il declivio del Corso Porta Palio in discesa di quasi 4 metri dalla posizione di Castelvecchio, e LQÀQH D QRUG LO YHUVDQWH GDOOD ]RQD GL 6DQ %HUQDUGLQR 8QD WRSRJUDÀD FKH ID VRVSHWWDUH FRPH YL SRWHVVH XQD FRQGL]LRQHJHRORJLFDGLVWUDWLÀFD]LRQHGLVHGLPHQWLQRQ 131 I Mondiali di Italia ’90 e la scoperta della necropoli romana. Un progetto espositivo per il trentennale della scoperta della necropoli di Porta Palio. SDUWLFRODUPHQWHLQGLFDWLDOO·HGLÀFD]LRQHGLVWUXWWXUHSHVDQWL 2UDVHSDUHFKHDQFKHXQWHFQLFRUD඼QDWRFRPHLO&DO]DUR QRQ VLD ULXVFLWR D ULVROYHUH LO SUREOHPD FRPH SXz DYHUOR ULVROWRHYLGHQWHPHQWH6DQPLFKHOL"ª6DQ0LFKHOHIRQGzH WLUzLQDOWR« VFULYHLO9DVDULVSHFLÀFDQGRDSSXQWRªIRQGz« 3URJHWWLVWDHVSHUWLVVLPRGLHGLÀFLFRQIRQGD]LRQL´GL඼FLOLµ come il veneziano Forte Sant’Andrea6DQPLFKHOLSXzDYHU investito grandi risorse di tempo e denaro per fondare O·HGLÀFLRQHOPRGRPLJOLRUH$TXHVWRSXQWRULVXOWHUHEEH LQWHUHVVDQWH LQGDJDUH FKH WLSR GL IRQGD]LRQL SXz DYHU realizzato per Porta Palio, anche per dirimere una volta per tutte o almeno in parte, le questioni emerse dalle comunicazioni con la Serenissima e relative ai tempi e ai costi di costruzione dell’opera ritenuti esorbitanti. Prossime indagini geognostiche non invasive, già programmate grazie alla Società Mutuo Soccorso Porta Palio, ci auguriamo potranno svelare alcuni segreti della SDUWH´VRPPHUVDµGHO0RQXPHQWR Sensi di colpa: Per chi come me si occupa di progetto di architettura e del suo insegnamento, o almeno tenta di occuparsene, Sanmicheli e Porta Palio non possono che generare un sottile ma persistente senso di colpa che risiede principalmente nell’impotenza operativa nei confronti del Monumento stesso. Il progetto di Sanmicheli dimostra un radicale e modernissimo posizionamento teorico, che rispetto a quanto avviene nella contemporaneità, regno del ´PDOHGHWWRµ DQWURSRFHQWULVPR R PHJOLR DQFRUD GD XQ dilagante e barbaro solipsismo, dovrebbe indurre più di qualche considerazione sullo stato della teoria e della pratica architettonica contemporanee. Potremmo dire, utilizzando una similitudine con le ÀJXUH PLFKHODQJLROHVFKH FKH 3RUWD 3DOLR q XQ OXRJR GHÀQLWR GDOOH SURSULH PHPEUD WXWWR q PXVFRODWXUD disequilibrio in equilibrio, dove le tracce del tempo si svelano nell’immagine istantanea e ripetuta all’interno della propria ciclicità greca, un’architettura dell’ombra e degli interrogativi ed ampiamente insediata nella teoretica prassi magica dell’incompiuto. Un modo di concepire l’architettura ben opposto a quello smagliante, prêt-àporter, asettico e luccicante della contemporaneità. Sanmicheli riesce qui a costruire quel priprio tempo unico, O·HWHUQR SUHVHQWH GHOO·HGLÀFLR GHO VXR DXWRUH H GHOOD sua società, quella condizione che più tardi qualcuno consoliderà come mandato esatto dell’architettura e dell’arte nell’ossequio allo Zeitgest. Riesce anche, inequivocabilmente a indurre la mutazione di una città attraverso la nascita di uno spazio inusitato nel quale la VXSHUÁXD PRQXPHQWDOLWj GHOO·DUFKLWHWWXUD TXDOH IRUPD ´LQXWLOHµ GHO FRVWUXLUH ULVXOWD HVVHUH HVDWWD H LPPDQHQWH VRYUDVWUXWWXUDGHOO·DWWRXPDQRGHOO·HGLÀFDUHSHUQHFHVVLWj Quanto le nostre città, il nostro mondo, ne avrebbe ancora bisogno. Osservazioni “vicentine”: - Durante una recente visita presso il Museo Palladio di 9LFHQ]D SUHVVR OD PDJQLÀFD VHGH GL Palazzo Barbaran da Porto, apprezzando la ricercatezza e l’intelligenza dell’allestimento, oltre che la ricchezza dei modelli degli HGLÀFLHGHLFRQWULEXWLOLEUDULQRQKRSRWXWRFKHFRQVWDUH HFKLHGHUPL - In tutto il percorso sulla vita e le opere di Palladio lì narrato, a meno che non l’abbia colto, non c’è ombra di accenno alla sua relazione, ormai storicamente provata, con Sanmicheli. &LzVRSUDWWXWWRFRQVLGHUDQGRTXDQWRqHPHUVRVXLGLVHJQL ´SDOODGLDQLµ22, potrebbe essere necessario. Se mai fosse possibile immaginare che anche la città di Verona si dotasse, allo stesso modo e nella stessa misura, di un “Sanmicheli MuseumµPDJDULXWLOL]]DQGRDQFKHTXHJOL straordinari modelli depositati presso la Soprintendenza di Verona e ignorati dai più, sarebbe non solo un atto di straordinaria intelligenza culturale ma anche di dovuta riconoscenza per uno dei veronesi più illustri e conosciuti nel mondo. 132 Michelangelo Pivetta Note  ,Q * 0LODQHVL D FXUD GL  Le vite de’ più eccellenti pittori scultori ed architettori scritte da Giorgio Vasari pittore aretino, G. C. Sansoni Editore, Firenze, 1881, Tomo VI, pp. 350-351 2  2FFRUUH VSHFLÀFDUH FRPH VL WUDWWL GHOOD VHFRQGD HGL]LRQH GHOO·RSHUD quella pubblicata nel 1568. 3 M. Tafuri, Sanmicheli: problemi aperti, in H. Burns, C.L. Frommel, L. Puppi DFXUDGL Michele Sanmicheli, Electa, Milano, 1995, p. 228. 4 A. Rossi, $XWRELRJUDÀD6FLHQWLÀFD, Nuova Pratiche Editrice, Milano, 1999, p. 79. 5 E. Burns, Vasti desiderij e gran pensieri: i palazzi veronesi si Mochele Sanmicheli LQ + %XUQV &/ )URPPHO / 3XSSL D FXUD GL  Michele Sanmicheli, Electa, Milano, 1995, p. 58. 6 A. Rossi, ibid., p. 31. 7 Al riguardo si richiamano i fondamentali contributi presenti in Michele Sanmicheli – Studi raccolti dall’Accademia di Agricoltura scienze e lettere di Verona per la celebrazione del IV centenario della morte, Edizioni Valdonega, Verona, 1960. 8 «Trovo una regula universalissima, la qual mi par valer circa questo in WXWWHOHFRVHXPDQHFKHVLIDFFLDQRRGLFDQRSLFKHDOFXQDOWUDHFLRq fuggir quanto più si po, e come un asperissimo e pericoloso scoglio, ODDරHWWD]LRQHHSHUGLUIRUVHXQDQRYDSDURODXVDULQRJQLFRVDXQD FHUWD VSUH]]DWXUD FKH QDVFRQGD O·DUWH H GLPRVWUL FLz FKH VL ID H GLFH YHQLU IDWWR VHQ]D IDWLFD H TXDVL VHQ]D SHQVDUYL¬« LQ %  &DVWLJOLRQH Il Cortegiano, XVI. 9 Le semicolonne escono sempre dal fronte per tre quarti della loro sezione, così come ogni altra decorazione è marcata da una più ampia estrusione in profondità. 10 Dalla relazione del Capitano Lorenzo Donato del 29 gennaio 1571 in 7DJOLDIHUULS.DKQHPDQQS'DYLHVH+HPVROO p. 274. 11 F. Collotti, Appunti per una teoria dell’architettura, Quart Edizioni, Lucerna, 2002, p. 26. 12 Tra tutti, è certo che Sanmicheli si sia confrontato con l’opera di Sebastiano Serlio Sette Libri dell’Architettura OD FXL SULPD SDU]LDOH  edizione fu pubblicata a Venezia da Francesco Marcolini nel 1537. 13 In un disegno di Antonio da Sangallo il Giovane appare una divertente QRWDLQFXLVLULIHULVFHD6DQPLFKHOLFRPHªHO9HURQD« 8඼]L$ 14 Confermato ormai da tutti gli studiosi come il rapporto, anche se non del tutto chiarito, tra Sanmicheli e Palladio sia stato fondamentale nel periodo della crescita culturale di quest’ultimo. Consolidata anche l’ipotesi di una copia di disegni sanmicheliani avvenuta attraverso la mediazione della bottega di Pedemuro alla quale il veronese si rivolgeva e nella quale il giovane padovano era impiegato. 15 La famiglia di Michele è originaria della contrada/parrocchia di San Michele di Porlezza, da qui il cognome di Sanmicheli. Il padre Giovanni e lo zio Bartolomeo, scultori, si trasferirono a Verona tra gli anni Settanta e gli Ottanta del Quattrocento. 16 M. Tafuri, ibid., p. 231. 1  0ROWHSOLFL VRQR L ULFKLDPL X඼FLDOL GD SDUWH GHJOL RUJDQL SROLWLFL GHOOD Serenissima al riguardo della necessità di dare un migliore bilanciamento tra obiettivi funzionali ed esiti estetici soprattutto a favore del controllo delle spese di realizzazione. 18 Partendo da Mantegna, da alcuni disegni di Falconetto forse citati dallo stesso Leonardo, per continuare con i disegni del Sanmicheli e della sua ERWWHJDÀQRDLGLVHJQLGL$QGUHD3DOODGLR DOFXQLSUREDELOLFRSLH HSRL del Caroto, Verona al tempo rappresentava un condensato di archeologie straordinario, forse il più interessante in Italia dopo Roma stessa. 19 Accorgersi dell’attenzione rivolta da un autore del calibro di Edwin Luytens verso Sanmicheli e dell’altrettanta precisione di riferimenti riportata nel sito internet della Fondazione che porta il suo nome è solo una delle tante conferme di quanto l’opera sanmicheliana sia stata ben più considerata dall’estero che in Italia. 20 -9DQ(\FNRitratto di uomo con turbante rosso, 1433, National Gallery, Londra. 21 «Poco prima che morisse, chiesero a Tafuri quale fosse la casa più EHOODGHOPRQGR5LVSRVH´8QDFDVDFKHQRQqPDLVWDWDFRVWUXLWDOD FDVDGL5DරDHOORLQYLD*LXOLDµ«*%HOWUDPLQLL’architetto fantasma e i suoi segugiLQ)=DQRW DFXUDGL Stefano Graziani. Documents on Raphael, Mousse Publishing, Milano, 2021, s.n.p. 22 Al riguardo risultano esser molto interessanti i contributi condensati nel libro a cura di Adriano Ghisetti Giavarina Disegni di Michele Sanmicheli e della sua cerchia, Terra Ferma, Crocetta del Montello, 2013. 17 &UHGLWLLPPDJLQLŒ/25(1=2/,17+287 133 BIBLIOGRAFIA PARTE 1- STORIA DI UN’IMPORTANTE SCOPERTA ARCHEOLOGICA G. P. Brogiolo, 1984. Archeologia urbana in Lombardia. Valutazione dei depositi archeologici. B. Bruno, G. Cavalieri Manasse, L. Cecchini. Architetto per l’Archeologia. KWWSZZZVEDSYUEHQLFXOWXUDOLLWQHZVOLEHURFHFFKLQLDUFKLWHWto-per-larcheologia. M. Carver, Archaeological Value and Evaluation, Mantova, 2003. G. 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