Marco Brando
Marco Brando (Genoa, 2 February 1958) is an Italian journalist, writer, blogger, public historian and bibliophile. Brando in 1982 began writing for the newspaper l’Unità as correspondent from Pavia. Later - and until 1998 - he worked in Milan and Rome as reporter and then as special correspondent (judicial, crime and investigative reporting). After, he started working in Bari for the editorial office of Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno. From April 2007 to April 2012 he was, in Milan, the chief editor of the free press City - RCS. Since May 2012 he has been news editor of the weekly magazine Nuovo - Cairo Editore. From 2006 to 2011 he directed the "altreStorie", editorial series of Palomar, a publishing house based in Bari. Palomar has published two of his books: “Sud Est” (2006), with a foreword by the sociologist Franco Cassano, and "Lo strano caso di Federico II di Svevia. Un mito medievale nella cultura di massa" / “The strange case of Frederick II of Swabia. A medieval myth in mass culture” ( 2008), with preface and afterword by two medievalist historians: Raffaele Licinio and Franco Cardini. Two of his essays are included in the book “Il paesaggio agrario medievale” (Istituto Alcide Cervi, 2011): "Politica, identità e storia divulgata" (“Politics, Identity and Disclosed History”) and “Barbarossa”. He is one of the authors of the books "Quale energia per la Puglia?" / ‘Which energy for Puglia?" (Cacucci, Bari, 2008), "L'eredità di Federico II - Das Erbe Friedrichs II / The legacy of Frederick II" (Adda, Bari, 2011), "Note di viaggio / Travel notes" (Eventi d'autore, Bari, 2011). In Oxford (UK), his short novel “A Night of Moon and Sea” was published in "The Globetrotter's Companion: A Collection of Creative Travel Writing" (Lion Lounge Press, 2011). Tessere has published in Florence "L'imperatore nel suo labirinto. Usi, abusi e riusi del mito di Federico II di Svevia" / "The emperor in his labyrinth. Uses, abuses and reuse of the myth of Frederick II of Swabia" (Firenze, 2019), with preface and afterword by the medievalist historians Giuseppe Sergi and Tommaso di Carpegna Falconieri. Salerno Editrice has published "Medi@evo. L'Età di mezzo nei media italiani" / "Medi@evo. The Middle Ages in Italian Media" (Roma, 2024 ), with preface by the medievalist Marina Gazzini. Brando is a member of Aiph (Italian Association of Public History), Sismed (Italian Society of Medieval History), Cerm (European Center for Medieval Research) and SiDIdaSt (Italian Society for History Didactics). Since 2018 Brando works as journalist and writer freelancer.
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Marco Brando (Genova, 2 febbraio 1958) è un giornalista, scrittore, blogger, public historian e bibliofilo italiano. Nel 1982 ha iniziato a scrivere per il quotidiano l'Unità come corrispondente da Pavia. Successivamente - e fino al 1998 - ha lavorato a Milano e Roma come cronista e poi come inviato speciale (cronaca giudiziaria, nera e giornalismo investigativo). Successivamente lavorato a Bari per la redazione del Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno. Da aprile 2007 ad aprile 2012 è stato, a Milano, caporedattore della free press City - RCS. Dal 2012 al 2019 è stato caposervizio del settimanale Nuovo - Cairo Editore. Dal 2006 al 2011 ha diretto "altreStorie", collana editoriale di Palomar, casa editrice con sede a Bari. Palomar ha pubblicato due suoi libri: “Sud Est” (2006), con prefazione del sociologo Franco Cassano, e “Lo strano caso di Federico II di Svevia. Un mito medievale nella cultura di massa” (2008), con prefazione e postfazione di due storici medievalisti: Raffaele Licinio e Franco Cardini. Due suoi saggi sono contenuti nel volume “Il paesaggio agrario medievale” (Istituto Alcide Cervi, 2011): “Politica, identità e storia divulgata” e “Barbarossa”. È uno degli autori dei libri "Quale energia per la Puglia?" (Cacucci, Bari, 2008), "L'eredità di Federico II - Das Erbe Friedrichs II" (Adda, Bari, 2011), "Note di viaggio" (Eventi d'autore, Bari, 2011). A Oxford (UK), il suo romanzo breve “A Night of Moon and Sea” è stato pubblicato in "The Globetrotter's Companion: A Collection of Creative Travel Writing" (Lion Lounge Press, 2011). Tessere ha pubblicato a Firenze "L'imperatore nel suo labirinto. Usi, abusi e riuso del mito di Federico II di Svevia" (2019), con prefazione e postfazione degli storici medievisti Giuseppe Sergi e Tommaso di Carpegna Falconieri. Salerno Editrice ha pubblicato "Medi@evo. L'Età di mezzo nei media italiani" (Roma, 2024 ), con prefazione della storica medievista Marina Gazzini. Brando è membro di Aiph (Associazione Italiana di Public History), Sismed (Società Italiana per la Storia medievale), Centro Europeo Ricerche Medievali e Società Italiana di Didattica della Storia (SiDIdaSt). Dal 2018 Brando lavora come giornalista e scrittore freelance.
Link: https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Brando - https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/autori/Brando_Marco.html
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Marco Brando (Genova, 2 febbraio 1958) è un giornalista, scrittore, blogger, public historian e bibliofilo italiano. Nel 1982 ha iniziato a scrivere per il quotidiano l'Unità come corrispondente da Pavia. Successivamente - e fino al 1998 - ha lavorato a Milano e Roma come cronista e poi come inviato speciale (cronaca giudiziaria, nera e giornalismo investigativo). Successivamente lavorato a Bari per la redazione del Corriere della Sera - Corriere del Mezzogiorno. Da aprile 2007 ad aprile 2012 è stato, a Milano, caporedattore della free press City - RCS. Dal 2012 al 2019 è stato caposervizio del settimanale Nuovo - Cairo Editore. Dal 2006 al 2011 ha diretto "altreStorie", collana editoriale di Palomar, casa editrice con sede a Bari. Palomar ha pubblicato due suoi libri: “Sud Est” (2006), con prefazione del sociologo Franco Cassano, e “Lo strano caso di Federico II di Svevia. Un mito medievale nella cultura di massa” (2008), con prefazione e postfazione di due storici medievalisti: Raffaele Licinio e Franco Cardini. Due suoi saggi sono contenuti nel volume “Il paesaggio agrario medievale” (Istituto Alcide Cervi, 2011): “Politica, identità e storia divulgata” e “Barbarossa”. È uno degli autori dei libri "Quale energia per la Puglia?" (Cacucci, Bari, 2008), "L'eredità di Federico II - Das Erbe Friedrichs II" (Adda, Bari, 2011), "Note di viaggio" (Eventi d'autore, Bari, 2011). A Oxford (UK), il suo romanzo breve “A Night of Moon and Sea” è stato pubblicato in "The Globetrotter's Companion: A Collection of Creative Travel Writing" (Lion Lounge Press, 2011). Tessere ha pubblicato a Firenze "L'imperatore nel suo labirinto. Usi, abusi e riuso del mito di Federico II di Svevia" (2019), con prefazione e postfazione degli storici medievisti Giuseppe Sergi e Tommaso di Carpegna Falconieri. Salerno Editrice ha pubblicato "Medi@evo. L'Età di mezzo nei media italiani" (Roma, 2024 ), con prefazione della storica medievista Marina Gazzini. Brando è membro di Aiph (Associazione Italiana di Public History), Sismed (Società Italiana per la Storia medievale), Centro Europeo Ricerche Medievali e Società Italiana di Didattica della Storia (SiDIdaSt). Dal 2018 Brando lavora come giornalista e scrittore freelance.
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Presiede: Francesco Panarelli (presidente della Sismed, storico del Medioevo - Università della Basilicata).
Coordina: Umberto Longo (storico del Medioevo - La Sapienza Università di Roma).
Partecipano:
Alessandro Barbero (storico del Medioevo - Università del Piemonte Orientale).
Marco Brando (giornalista, coordinatore di Mondimedievali.it).
Giuseppe Giannotti (vicedirettore Rai Cultura - Rai Storia).
Alessandro Vanoli (storico e scrittore).
Lingua italiana by Marco Brando
Il “trecentossentagradismo” fa un po’ sorridere. Però nel lessico meloniano è più seria un’altra questione: la pressoché totale scomparsa dei termini Stato, Paese, Repubblica; sostituiti soprattutto dalla parola Nazione, divenuta sinonimo di Italia. Un’abitudine adottata coralmente da tutti gli esponenti del suo partito, Fratelli d’Italia. Per esempio, la premier del 4 gennaio 2024 ha detto 12 volte Nazione e altre 8 volte ha utilizzato Nazioni per riferirsi a un insieme di Stati, ricorrendo alla parola Paese solo una volta (nella replica a un giornalista che aveva usato quest’ultimo termine). Perché Meloni sta facendo quella scelta, ovviamente legittima?
Sono alcuni degli esempi più fantasiosi tra quelli che appaiono – in un ricco campionario di onomastica – tra i nomi di 1.752 locali inclusi nella guida "Osteria d'Italia 2024. Sussidiario del mangiarbene all'italiana"; è giunta, grazie a oltre 230 collaboratori, alla XXXIV edizione, realizzata da #SlowFood Editore, la casa editrice dell'omonimo movimento internazionale: è nato nel 1986 a Bra, nel Cuneese, come Arci Gola per iniziativa del gastronomo, sociologo, scrittore e attivista Carlo (detto Carlin) Petrini. Lo scopo, si legge nel sito Slowfood.it, è quello di «promuovere il diritto al piacere e a un cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti, come parte della ricerca della prosperità e della felicità per l’umanità attuale e futura e per l’intera rete del vivente».
Sono interrogativi suscitati dalla lettura di un recente piccolo libro: il titolo è "Gioverà ricordare / Meminisse iuvabit" , scritto da Daniele Olschki con la prefazione di Liliana Segre. La parte in latino viene dal verso virgiliano "Forsan et haec olim meminisse iuvabit" [Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose], col quale Enea infonde coraggio ai compagni di fronte ad avversità e pericoli. Daniele le ha trovate, scritte dal padre Aldo, su una cartella che porta, come vedremo, una data significativa: 13 settembre 1938. Tra le carte lì contenute ci sono le disposizioni con cui il famigerato Ministero della Cultura popolare e la Prefettura di Firenze comunicarono a suo nonno Leo Samuele Olschki, fondatore dell’omonima casa editrice (caposaldo della cultura umanistica dal 1886), che non era più né un italiano né un essere umano, indegno di stampare la sigla “LSO - Olschki” sulla copertina dei suoi libri. --- Link: https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/percorsi/percorsi_536.html
Presiede: Francesco Panarelli (presidente della Sismed, storico del Medioevo - Università della Basilicata).
Coordina: Umberto Longo (storico del Medioevo - La Sapienza Università di Roma).
Partecipano:
Alessandro Barbero (storico del Medioevo - Università del Piemonte Orientale).
Marco Brando (giornalista, coordinatore di Mondimedievali.it).
Giuseppe Giannotti (vicedirettore Rai Cultura - Rai Storia).
Alessandro Vanoli (storico e scrittore).
Il “trecentossentagradismo” fa un po’ sorridere. Però nel lessico meloniano è più seria un’altra questione: la pressoché totale scomparsa dei termini Stato, Paese, Repubblica; sostituiti soprattutto dalla parola Nazione, divenuta sinonimo di Italia. Un’abitudine adottata coralmente da tutti gli esponenti del suo partito, Fratelli d’Italia. Per esempio, la premier del 4 gennaio 2024 ha detto 12 volte Nazione e altre 8 volte ha utilizzato Nazioni per riferirsi a un insieme di Stati, ricorrendo alla parola Paese solo una volta (nella replica a un giornalista che aveva usato quest’ultimo termine). Perché Meloni sta facendo quella scelta, ovviamente legittima?
Sono alcuni degli esempi più fantasiosi tra quelli che appaiono – in un ricco campionario di onomastica – tra i nomi di 1.752 locali inclusi nella guida "Osteria d'Italia 2024. Sussidiario del mangiarbene all'italiana"; è giunta, grazie a oltre 230 collaboratori, alla XXXIV edizione, realizzata da #SlowFood Editore, la casa editrice dell'omonimo movimento internazionale: è nato nel 1986 a Bra, nel Cuneese, come Arci Gola per iniziativa del gastronomo, sociologo, scrittore e attivista Carlo (detto Carlin) Petrini. Lo scopo, si legge nel sito Slowfood.it, è quello di «promuovere il diritto al piacere e a un cibo buono, pulito e giusto per tutte e tutti, come parte della ricerca della prosperità e della felicità per l’umanità attuale e futura e per l’intera rete del vivente».
Sono interrogativi suscitati dalla lettura di un recente piccolo libro: il titolo è "Gioverà ricordare / Meminisse iuvabit" , scritto da Daniele Olschki con la prefazione di Liliana Segre. La parte in latino viene dal verso virgiliano "Forsan et haec olim meminisse iuvabit" [Forse un giorno ci farà piacere ricordare anche queste cose], col quale Enea infonde coraggio ai compagni di fronte ad avversità e pericoli. Daniele le ha trovate, scritte dal padre Aldo, su una cartella che porta, come vedremo, una data significativa: 13 settembre 1938. Tra le carte lì contenute ci sono le disposizioni con cui il famigerato Ministero della Cultura popolare e la Prefettura di Firenze comunicarono a suo nonno Leo Samuele Olschki, fondatore dell’omonima casa editrice (caposaldo della cultura umanistica dal 1886), che non era più né un italiano né un essere umano, indegno di stampare la sigla “LSO - Olschki” sulla copertina dei suoi libri. --- Link: https://www.treccani.it/magazine/lingua_italiana/articoli/percorsi/percorsi_536.html
Al centro oggi c’è un tipo di applicazione dell’IA, la chatbot: ha la capacità di simulare conversazioni umane con un realismo sorprendente. Noi usiamo già questi sistemi senza rendercene del tutto conto: per esempio, mentre dialoghiamo on-line con la banca o con un sito di e-commerce. Però cosa succede se l’app decide di sedurci o di apparire esattamente come la persona che desideriamo? Coloro che sono emotivamente deboli possono essere soggiogati, in certi casi con effetti pericolosi. La chatbot infatti è un software che simula ed elabora le conversazioni umane (scritte e parlate) così bene da consentire a un utente persino di interagire, per mezzo dei dispositivi digitali, come se stesse comunicando con un individuo vero.
con attenzione all'istituzione dei nuovi percorsi per la
formazione iniziale degli insegnanti della scuola secondaria, concretamente avviati con li DPCM del 4 agosto scorso, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 224 del 25 settembre.
I ritardo con li quale i ministeri competenti e l'Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (Anvur) sono arrivati a definire il nuovo assetto ha costretto le università ad agire in tempi assai ristretti. Per giunta, l'hanno fatto all'interno di dettagli normativi non del tutto chiari e definiti, in vista delle prime abilitazioni all'interno dell'anno accademico 2023/24.
Quest’ultima circostanza è testimoniata dal recentissimo report dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico): come spesa pro capite, l’Italia è sotto la media dei Paesi sviluppati; inoltre, è scesa molto nell’aspettativa di vita: dal 3° posto, che aveva nel 2021, al 9°. Lo dimostrano anche i dati del nostro Istituto nazionale di statistica (ISTAT): sempre meno persone riescono ad accedere alle cure specialistiche entro il tempo necessario per affrontare adeguatamente una patologia o per prevenirla; ci riescono in modo semplice se pagano cure e visite in strutture private, più o meno convenzionate con i servizi sanitari delle varie Regioni e sempre assai più rapide nel fissare gli appuntamenti. Non dovrebbe andare così. Perché in teoria valgono ancora principi democratici varati quasi 80 anni fa, nella giovanissima Italia repubblicana uscita dalla guerra e dal regime fascista.
Negli ultimi decenni questa concezione ha cominciato a mostrare le crepe più vistose. Prima di tutto grazie al grande successo sociale del consumismo, in particolare quello trionfante dalla seconda metà del Novecento in poi. La politica partorita dal berlusconismo, basata sul mondo dei mass-media e dell'immagine, ha definitivamente sovrapposto e fuso i due corpi del re. Grazie anche a Berlusconi, corpo privato e corpo pubblico ormai coincidono.
e la Cultura Digitale (AIUCD), Società Italiana per lo Studio della Storia Contemporanea (SISSCO), Società Italiana di Scienze Bibliografiche e
Biblioteconomiche (SISBB), Società Italiana per la Storia dell’Età Moderna (SISEM), Consulta universitaria dei Paleografi, Diplomatisti, Codicologi (CUPaDiC), Consulta Universitaria del Cinema, Società per gli studi di storia delle istituzioni, Associazione Italiana per la Storia Medievale (SISMED), Paleografi e Diplomatisti (AIPD), Associazioni di professionisti e di istituti del patrimonio culturale (MAB, Musei Archivi Biblioteche), Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia (ADI), Associazione Italiana per la Public History (AIPH), Associazione Italiana Docenti Universitari di Scienze Archivistiche (AIDUSA), Confederazione Italiana Archeologi (CIA), Associazione Nazionale Archeologi (ANA), International Council on Museums (ICOM), Associazione Italiana dei Conservatori e Restauratori degli Archivi e delle Biblioteche (AICRAB), Associazione Italiana Biblioteche (AIB), Associazione Nazionale Archivistica Italiana (ANAI).
Si possono affrontare, con questo sistema, soltanto temi prevedibili o banali? A quanto pare, no. Nell’ambito del progetto interdisciplinare “Nomina contra Deum”, che vuole indagare sulla storia della blasfemia nella cultura italiana moderna e contemporanea, alle 19 del 10 gennaio 2023 abbiamo “intervistato” online, in italiano, l’AI della Chat GPT. Da fine novembre 2022 la chat è stata resa utilizzabile (gratis, in questa fase di rodaggio) creando un profilo su OpenAI; quest’ultima è un’associazione nata nel 2015 come no profit e oggi finanziata, tra gli altri, da Microsoft. Le domande, con qualche piccolissima correzione, sono quelle originali. Non sono stati modificati neppure i testi delle risposte (a parte alcune limature molto minute); risposte che per molti versi sono sorprendenti e denotano una formazione (se così si può dire) piuttosto laica e aperta degli algoritmi alla base del sistema.
Il nuovo termine è entrato tra i Neologismi 2024 nel Vocabolario Treccani.it con questa definizione: "L’appassionato apprezzamento da parte di migliaia di persone per le conferenze o lezioni tenute dallo storico e scrittore Alessandro Barbero nell’àmbito di vari contesti e format (in presenza, all’interno di programmi televisivi, tramite il canale YouTube, come podcast, come video registrati e rilanciati dai fan nei social network)". Un'occasione per svolgere alcune riflessioni sulla comunicazione storica e sul ruolo degli storici nella società.
svolta il 15 giugno 2022 durante il II Convegno SISMED
della Medievistica italiana (Matera, 13-16 giugno 2022)
- Presiede:
Francesco Panarelli (presidente della Sismed, storico del Medioevo - Università della Basilicata).
Coordina:
Umberto Longo (storico del Medioevo - La Sapienza Università di Roma).
Partecipano:
Alessandro Barbero (storico del Medioevo - Università del Piemonte Orientale).
Marco Brando (giornalista, coordinatore di Mondimedievali.it).
Giuseppe Giannotti (vicedirettore Rai Cultura - Rai Storia).
Alessandro Vanoli (storico e scrittore).
panel doppi), qui riprodotta in calce al pdf cumulativo>.
Seconda affermazione: «Il massimo poeta può dirsi a ragione l’antesignano dei grandi ideali che ora sono messi in essere dal Governo nazionale».
Sono concetti espressi nell’ambito dello stesso discorso? In apparenza, sì. Invece non è così. La prima affermazione risale al 2023. La seconda al 1927. Insomma, le separano 96 anni. Eppure entrambe sono casi esemplari di medievalismo politico, basati sull’uso (e soprattutto sull’abuso) dell’eredità dantesca (per medievalismo si intende lo studio del processo continuo di creazione del Medioevo nella società post-medievale, in particolare quella dei nostri giorni).
Rivista: Historia Magistra - fascicolo 5 - 2011
Autore: Giuseppe Sergi, professore ordinario di Storia medievale all'Università di Torino.
La rivista completa qui: https://www.academia.edu/82224734/rivista_semestrale_anno_III
(dall'articolo di Francesco Mazzotta pubblicato il 22 marzo 2022 sul Corriere del Mezzogiorno Puglia / Corriere della Sera)
I siti lanciati un ventennio fa dal grande medievista Raffaele Licinio (Bari 1945-Foggia, 2018) hanno raccolto e proposto per molti anni su Internet una mole enorme di informazioni, glossari, articoli, saggi, curiosità, filmografie di carattere medievalistico, bibliografie, recensioni e tanto altro. Ebbene, presto - con i loro contenuti originali, più novità e costanti aggiornamenti - verranno rilanciati. Compariranno sul Web tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023, grazie a nuovo sito, Mondimedievali.it, in via di costruzione. A quattro anni dalla scomparsa dello studioso barese, un gruppo di amici, ricercatori, storici e comunicatori - in accordo con la moglie di Raffaele Licinio, Milena Sabrina Mancini - hanno voluto rilanciare l’iniziativa, che ha rappresentato per anni un canale di informazioni scientificamente fondate su tanti aspetti legati alla Storia medievale.
Barbarossa, voluto fortemente dal leader della Lega Nord Umberto Bossi, che addirittura vi recita una piccola parte. Sostenuto dalla Rai e costato 30 milioni, si propone come l’“opera culto”della Lega. Un film di cui si era cominciato a parlare oltre due anni prima del suo esordio.Ne ha scritto il 4 gennaio 2008, sul quotidiano La Repubblica, Curzio Maltese: «La storia della mitica fiction Rai sul Barbarossa, commissionata da Umberto Bossi a Silvio Berlusconi che l’ha commissionata ad Agostino Saccà, ha varcato i confini del teatrino nazionale e rischia di provocare un incidente diplomatico. La principessa Yasmine von Hohenstaufen, pronipote di Federico II e Isabella d’Inghilterra, ha chiesto che la fiction venga ritirata o in alternativa “realizzata con la partecipazione di storici e filosofi obiettivi”, per evitare chela “strumentalizzazione antistorica” da parte della Lega, “con l’aggravante di pressioni dell’ex presidente del consiglio Berlusconi sulla Rai, che utilizza fondi pubblici”». -----------------------
Nel volume "Il paesaggio agrario medievale" (Edizioni Istituto Alcide Cervi, agosto 2011), sezione "Divulgare il Medioevo". /In the book "The medieval agrarian landscape" (Editions Istituto Alcide Cervi, August 2011), section "Disclosure the Middle Ages".
There isn't politician who cites the Middle Ages appropriately, the denigration is transversal, the prevailing disinformation. But a patrol of historians fight against stereotypes and false images.
GIÙ LE MANI DAL MEDIOEVO
Non c’è politico che citi il Medioevo in modo appropriato, la denigrazione è trasversale, la disinformazione imperante. Ma una pattuglia di storici si batte contro stereotipi e false immagini.
Ha 800 anni, ma ancora oggi l'imperatore Federico II di Svevia è posto sugli altari della gloria o tra gli imputati della storia. Dimenticato (o messo da parte) la figura storica, è stato trasformato in un mito: a volte positivo, a volte negativo. In effetti, un uso abbondante di questo mito è stato fatto, secondo le età, le condizioni sociali, le aree geografiche e gli scopi politici. Molto spesso, quindi, la trama della storia è stata distorta; o meglio, come succede sempre più spesso, la storia è stata manipolata fino al punto di negarlo.
He's 800 years old, but still today the emperor Frederick II of Swabia is placed on the altars of glory or among the defendants of history. Forgotten (or set aside) the historical figure, has been transformed into a myth: sometimes positive, sometimes negative. In fact, an abundant use of this myth was made, according to the ages, social conditions, geographical areas and political purposes. Very often, therefore, the plot of history has been distorted; or rather, as it happens more and more often, the history has been manipulated to the point of denying it.
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Il bersagliere pugliese Giuseppe Carli cadde il 1 giugno 1915 Quindici giorni prima aveva scritto a casa a Barletta
La calligrafia è curata. Il linguaggio-corretto e scorrevole-appare più maturo di quello che ci si aspetterebbe da una ragazzo di diciannove anni: c'è la nostalgia, il dolore, il legame con la terra, la consapevolezza di quello che sta succedendo, la rabbia per la vita grama dei genitori, che vivono nella campagne di Barletta. E si respira il clima della vigilia del massacro che si consumò nel corso della Grande Guerra, ove anche l'autore stava per lasciare la vita, 89 anni fa. Una testimonianza riemersa nei giorni scorsi, mentre Pasquale Conte-medico dentista originario di Bari ma residente a Milano-stava sfogliando per caso un Bibbia ottocentesca, uno dei libri ereditati dal nonno materno, Michele De Pascale, medico pure lui, scomparso nel 1936 a tarda età, dopo una vita dedicata alla professione e alla cultura, proprio a Barletta. La lettera firmata dal bersagliere Giuseppe Carli, che pubblichiamo, è scivolata fuori da quelle vecchie pagine. Non sappiamo perché De Pascale l'avvesse ricevuta, dato che era indirizzata al padre di Carli. Di certo, quella lettera ha, come d'incanto, reso attuale e viva una storia consumatasi durante le prime battaglie che le truppe italiane ingaggiarono con l'esercito austroungarico. Chi era quel soldato? Era nato a Barletta il 16 febbraio 1896. Aveva appena diciotto anni, quando, nel 1914, mentre frequentava il terzo anno della scuola di ragioneria, interruppe gli studi per arruolarsi nel 11˚Reggimento dei bersaglieri come allievo sergente. L'anno successivo fu trasferito, con quel grado, al 12˚Reggimento, IV compagnia, 23˚battaglione. Finì al fronte, tra disagi, senza cibo sufficiente, senza neppure le poche lire necessarie per farsi scattare una fotografia da mandare a casa. Cadde a Mrzly, oggi in Slovenia, il 1˚giugno 1915, una quindicina di giorni dopo l'invio della lettera.
All'interno troverete notizie e aggiornamenti sulle attività e i progetti di AIPH
Chi desidera collaborare o inviare una segnalazione per il prossimo numero, può scrivere a [email protected]
Buona lettura!
(Marco Brando, Andrea Fava, Stefania Manni, Igor Pizzirusso e Walter Tucci -
Redazione della Newsletter AIPH)
THE STORY OF GIUSEPPE CARLI,
ONE OF THE FIRST ITALIAN FALLS
DURING THE FIRST WORLD WAR
The Italian soldier Giuseppe Carli fell on June 1, 1915. A fortnight before he had written to his family, who lived in Puglia.
Missiles. The small "cold war" of Puglia against the USSR
Bari, September 8, 1943 - The Wehrmacht stopped by a young boy
Michele Romito was a leading figure in the struggle that the city of Bari supported against the Germans in the Second World War. On 9 September 1943, when he was just 16, Romito distinguished himself in the defense of the port of Bari, attacked by departments of the retreating German army, who wanted to blow up the plants. Italian soldiers and civilians took part in the defense.
In 1975, Laterza published "Interview on fascism", in which the historian Renzo De Felice, who died in 1996, answered the questions of Michael Arthur Ledeen, then thirty-five years old professor of History, visiting Italy and his side at Sapienza University in Rome . The interview sparked a controversy among historians, and even among politicians, against De Felice: now accused of wanting to rehabilitate the Twenty fascist years, now accused of revisionism, now suspected of real pro-fascism. Ledeen and four other historians intervene 40 years later, at the request of the journalist Marco Brando.
The Puglia, region of Southern Italy, among the landings of the Armenians, the people who knew the first genocide of the twentieth century.
In August 1942 the small italian town of the South Italy took to the streets against the war. A spontaneous movement of people that was repressed with a hundred arrests.
The use and abuse of history by the Northern League in Italy
In 1627 a giant wave overwhelmed the Gargano, in Puglia: the dead were 4500. The fury of the waters hurled itself against the stretch of coast in front of the lake of Lesina. The most damaged places were Apricena, Torremaggiore and San Paolo Civitate.
What remains
of the ship of the Mille
The "Lombardo" vessel, which had brought Garibaldi and his men from Liguria to Sicily, sank in front of the Tremiti islands in 1864. It was loaded with troops directed to Manfredonia and detainees destined for the Tremiti penal colony.
THE ITALIAN MIGRANTS FORGOTTEN IN CRIMEA
In the nineteenth century hundreds of Italians, especially from Puglia, emigrated to work in the Crimea. Their great-grandchildren are still there.
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Of the over 1300 Libyans deported in 1911, one in three died. «To this we must add the acute homesickness that these prisoners have of their tropical homeland, where the temperature is not rigid and cold, like on this rock beaten by the north wind». The "rock" is the name given to the Tremiti in a ministerial investigation of 1912. that these prisoners have of their tropical homeland, where the temperature is not rigid and cold, like on this rock beaten by the north wind». The "rock" is the name given to the Tremiti in a ministerial investigation of 1912.
Lo garantisce la più autorevole indagine annuale in questo campo, il Digital News Report 2024 svolto dal Reuters Institute for the Study of Journalism dell’Università di Oxford (Regno Unito), pubblicato a metà giugno. Dedicato al consumo di notizie on-line nel mondo, si basa su un sondaggio di YouGov condotto su oltre 95.000 persone di 47 Paesi, in cui vive la metà dell’umanità. Il rapporto esamina la crescente importanza delle piattaforme web nel consumo e nella produzione di notizie, compresi i social media. Inoltre, indaga sull’atteggiamento del pubblico nei confronti dell’uso dell’intelligenza artificiale (AI, Artificial Intelligence) per quel che riguarda la costruzione delle notizie, sul ruolo dei creatori di news e degli influencer, sulla disponibilità a pagare per essere informati e su altro ancora.
La vittima sacrificale prediletta dei mass media è l’Evo di mezzo, evocato come se fosse un girone infernale; spesso viene affiancato da un’altra locuzione che ha la stessa valenza denigratoria, il ritorno ai “secoli bui”. Il Medioevo viene citato anche in modo positivo, però quasi esclusivamente per trattare di folclorevivalismi (sagre, fiere, festival) o di splendidi borghi medievali nella promozione turistica. Lingua italiana ha dedicato a questi temi gli articoli Medioevo. Lingua, storia e stereotipi (2020) e Per rischiarare la buia parola medioevo (2021). Seguono a ruota, nell’utilizzo allarmistico e distopico da parte di giornalisti e comunicatori, l’uso e l’abuso della Preistoria, col contorno di “uomini primitivi” brutti, sporchi e cattivi; al terzo posto, c’è l’immaginario del Far West ottocentesco statunitense, tra banditi, sparatorie e carneficine.
Che fare? Quella frase iniziale, che rischia di ferire, potrebbe essere trasformata in “Lei ha bisogno di attenzione, sarà preso in cura come persona con disabilità”. Le parole utilizzate e le alternative sono tratte tutte da Glossario fragile: maneggiare con cura, recentemente presentato a Roma
8 APRILE 2020 - su Informazionesenzafiltro.it
di MARCO BRANDO
I professori Marco Lombardi e Michele Nones, esperti di crisis management, spiegano in quale modo dovremmo organizzare media e istituzioni per non farci di trovare di nuovo impreparati. Tra le tante questioni da affrontare alla fine dell' epidemia di COVID-19 , ce ne sarà una fondamentale almeno quanto quella sanitaria: l'incapacità dimostrata dall'Italia (e non solo) nel gestire la comunicazione in emergenza , tanto a livello degli organi di informazione quanto a livello
IL DECLINO DEI QUOTIDIANI ITALIANI DI FRONTE ALLA SFIDA DIGITALE
In Italia, insomma, c’è una gigantesca crisi degli organi di informazione cosiddetti “tradizionali” e, in particolare, del settore dei quotidiani. Certo, c’entra lo sconvolgimento dei metodi di fruizione delle notizie: con i social network che stanno assumendo ‒ in modo più o meno affidabile e superficiale, tra news vere e fake news ‒ la funzione di fonte di informazioni per gran parte dei cittadini. Così com’è noto che il malessere dell’informazione vecchio stile è un fenomeno globale. Però c’è un problema prettamente italiano: altrove i media professionali stanno reagendo con relativa efficacia. Mentre in Italia giornalisti, direttori ed editori non sembrano consapevoli delle strade da percorrere, delle opportunità offerte dal web e delle figure professionali necessarie.
Link: https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/il-giornalismo-nella-morsa-del-seo-ecco-perche-ora-i-topic-valgono-piu-della-notizia/
di Ilaria Solari
(che chiede il mio parere)
Il linguaggio con cui di solito si raccontano i femminicidi perpetua, anche inconsciamente, stereotipi maschilisti. E deresponsabilizza gli assassini. Iniziamo a cambiarlo.
Ps: grazie a Ilaria Solari, che mi ha intervistato per Donna moderna (anche se sono un maschio, ma sembra che io sia una specie di eccezione che conferma la regola) su questo tema molto delicato per i giornalisti e molto disorientante per chi li legge/ascolta
Basti valutare che, secondo i dati dell’Istat, già nel 2014 il 31,5% delle 16-70enni dichiarava di aver subìto nel corso della propria vita qualche forma di violenza fisica o sessuale; poi ci sono i maltrattamenti psicologici, la sottomissione economica, la denigrazione delle capacità femminili, l'esclusione da determinati luoghi di lavoro e di potere, soltanto per citare alcuni casi. Nella casistica che alimenta il sessismo misogino c’è anche il modo intricato con cui i pregiudizi di genere sono penetrati nel lessico quotidiano: da quello esplicitamente discriminatorio e/o aggressivo a quello in apparenza più “neutro”. Per Lingua italiana ne abbiamo già scritto a proposito del linguaggio usato dagli organi d’informazione e in particolare dai telegiornali; mentre Beatrice Cristalli ha fornito un vademecum dei luoghi comuni patriarcali. Il fenomeno dell’inquinamento sessista del discorso pubblico e privato merita dunque un approfondimento.
È l'incipit dello Statuto albertino, nome usato correntemente per lo Statuto del Regno di Sardegna, promulgato il 4 marzo 1848 da Carlo Alberto di Savoia come "legge fondamentale, perpetua ed irrevocabile della Monarchia" (tanto è vero che, formalmente, è rimasto in vigore per tutta l'esistenza del Regno d’Italia). Quello disponibile qui (in pdf) è il testo originale, che si trova nell'Archivio di Stato di Torino.
Qui - sul sito del Quirinale - è riportato il contenuto dello Statuto in modo facilmente leggibile: https://www.quirinale.it/allegati_statici/costituzione/Statutoalbertino.pdf
Può essere utile come documento e come materiale didattico .
(Le fonti sono il Quirinale e l'Archivio di Stato di Torino)
Intanto gli allarmi lanciati dalla comunità scientifica sono tanto frequenti quanto sottovalutati o addirittura respinti a livello politico. Uno degli ultimi studi ha adottato proprio il termine “altalena” (swing in inglese, che vuol dire anche oscillazione) per spiegare il passaggio rapidissimo da un estremo climatico all’altro. È stato svolto grazie alla collaborazione tra cinque climatologi di Cina, Regno Unito e Stati Uniti. La rivista Geophysical Research Letters ha appena pubblicato la ricerca intitolata "Minacce crescenti provocate dall’altalena tra estremi caldi ed estremi piovosi in un mondo più caldo", realizzata da Jiewen You, Shuo Wang e Boen Zhang (Hong Kong Polytechnic University), Colin Raymond (University of California - Los Angeles) e Tom Matthews (Kings College - Londra). L’équipe di scienziati ha stabilito che, a causa del climate exchange, la frequenza dell’oscillazione tra grandi ondate di caldo e forti nubifragi nel mondo è aumentata del 22% ogni dieci anni dal 1956 al 2015 (+132% in 60 anni).
Il “No” del professor Ferrini è un fulmine a ciel sereno. Perché trasforma in una favola un mega progetto spacciato per realizzabile: “coprire” il pianeta di alberi è uno degli obiettivi dei grandi Paesi, annunciato con le fanfare dalla “Dichiarazione di Glasgow sulle foreste e la terra”. È stata sottoscritta pochi giorni fa durante la COP26 da oltre cento Stati, quelli che ospitano l’85% delle foreste del mondo, fra i quali Russia, Cina, Indonesia, Colombia, Congo e Brasile. Obiettivo: conservare e ripristinare le foreste entro il 2030, nell’ambito del piano contro la deforestazione.
In generale, grazie a un afflato ecologista consolatorio e autodifensivo, all’epoca molti ‒ al bar come sui media blasonati e nel chiacchiericcio dei social ‒ favoleggiavano sul “nulla sarà come prima”, sulla “lezione ambientalista” inflitta dalla disgrazia, sulla “natura che sa riprendersi i suoi spazi” e su di noi, in teoria capaci di mettere a frutto quell’esperienza. Ebbene, solo due anni dopo ‒ mentre sventoliamo armi anti-virus sempre più affilate ‒ abbiamo ripreso a respirare aerosol velenosi e polveri sottili, tutta robaccia prodotta con alacre noncuranza, come e ancora più di prima. Perché il “senno di poi” è stato velocemente obnubilato dalla più prosaico “the show must go on”: il solito spettacolo deve andare avanti, per non parlare dei business e del PIL. Purtroppo però il recentissimo rapporto di Legambiente conferma un’emergenza rimasta costante: l’inquinamento nelle città è sempre molto sopra i livelli di guardia.
Tornando al quesito iniziale, nessuno nega che per ora il gas serva. Pesano le tensioni internazionali. Pesano anche i tempi necessari per sfruttare in modo decisivo le fonti davvero alternative (solare ed eolico soprattutto): soltanto nel 2040 dovrebbero fornire il 50% dell’energia usata nell’UE e il 30% di quella necessaria in tutto il pianeta. Però occorre essere consapevoli dei rischi e non nasconderli.
sostenibile. Ricorrendo a quel tipo di attività per due giorni a settimana (100 all’anno, escluso il periodo delle ferie) si evita l’emissione di circa 600 kg di anidride carbonica in 12 mesi per ogni lavoratore: il 40% in meno rispetto al dato IEA (International Energy Agency) di emissione pro capite nel 2018. Inoltre, si ottengono notevoli risparmi in termini di tempo (circa 150 ore), distanza percorsa (3.500 km in meno) e carburante (-260 litri di benzina e -237 di gasolio).
(di Duccio Balestracci) ---> Roba da Medioevo, siamo tornati al Medioevo, non è mica il Medioevo: sono altrettanti “mantra” che il linguaggio applica astoricamente alla politica, all’economia, al costume, alla morale, riproponendo vecchi stereotipi, ma dando loro ulteriore forza avvalorativa a beneficio di utenti che rifuggono dalla complessità dei concetti e dall’approfondimento. Dei luoghi comuni, delle scorciatoie mentali, purtroppo, il nostro pigro approccio alla narrazione non riesce a fare a meno: ci nutriamo di “roba d acavernicoli” o “da terzo mondo” (quale?); ciò che infastidisce la destra è “comunista”; ogni forma di autoritarismo è “fascista”. E allora la chiusa del volume di Brando, importante e scomodo per quanto è conciso, va in due direzioni e ben oltre la questione da cui è partito: riallineare l’informazione con i contenuti, mettendo in grado chi la fa di avere sufficiente cognizione di ciò che scrive; porsi il problema della comunicazione al di fuori della cerchia degli addetti ai lavori; rifondare un protocollo dell’uso pubblico, non solo della Storia, ma proprio del linguaggio. Altro che Medioevo.
(Congresso della medievistica italiana - Sismed - Matera, 13/16 giugno 2022)
Qui il video della conferenza: https://www.academia.edu/video/kzepEl
Introductory report of the course for professional training of journalists - Italian Association of Public History (AIPH) / Italian Order of Journalists (Milan, 10-24 January / 7 February, 2020).
CON MARCO BRANDO (ONLINE) E GABRIELLA PICCINNI (ONLINE E IN PRESENZA)
ll 5 e l’11 aprile 2022, a partire dalle ore 15.00, la cattedra di Storia Medievale dell’Università di Foggia organizza due seminari nell’ambito dei corsi di Medievistica del Dipartimento di Studi Umanistici. Si discuterà di Medioevo e comunicazione politica e giornalistica.
I siti lanciati un ventennio fa dal grande medievista Raffaele Licinio (Bari 1945-Foggia, 2018) hanno raccolto e proposto per molti anni su Internet una mole enorme di informazioni, glossari, articoli, saggi, curiosità, filmografie di carattere medievalistico, bibliografie, recensioni e tanto altro. Ebbene, presto - con i loro contenuti originali, più novità e costanti aggiornamenti - verranno rilanciati. Compariranno sul Web tra la fine del 2022 e l'inizio del 2023, grazie a nuovo sito, Mondimedievali.it, in via di costruzione. A quattro anni dalla scomparsa dello studioso barese, un gruppo di amici, ricercatori, storici e comunicatori - in accordo con la moglie di Raffaele Licinio, Milena Sabrina Mancini - hanno voluto rilanciare l’iniziativa, che ha rappresentato per anni un canale di informazioni scientificamente fondate su tanti aspetti legati alla Storia medievale.
CHE SCRIVE DI STORIA
CORSO PER GIORNALISTI
proposto dall’Associazione italiana di Public History e dall’Ordine nazionale dei giornalisti nell’ambito della formazione professionale continua
(Milano, IULM e Fondazione A2A,
10 e 24 gennaio / 7 febbraio 2020)
Resoconto scritto
per la IV Conferenza AIPH
(Venezia-Mestre - 29 maggio / 2 giugno 2020)
di Marco Brando
proposto sulla piattaforma Sigef dall’Associazione italiana di Public History e dall’Ordine nazionale dei giornalisti nell’ambito della formazione professionale continua (art.7 del Dpr 137/2012).
L’Associazione italiana di Public History e l’Ordine nazionale dei giornalisti hanno realizzato il corso intitolato “IL GIORNALISTA CHE SCRIVE DI STORIA: ESEMPI, STRUMENTI E RISORSE”. È articolato in tre lezioni di 3 ore ciascuna, con inizio alle ore 10, durante le quali verranno svolte sei lezioni, svolte da docenti universitari e giornalisti. Il primo ciclo si svolge a Milano il 10 e 24 gennaio 2020 e il 7 febbraio 2020: le sedi sono l’Università IULM e la sala conferenze della Fondazione A2A. Per partecipare i giornalisti (professionisti e pubblicisti) devono iscriversi a ogni singola giornata entrando nella piattaforma Sigef (https://sigef-odg.lansystems.it/Sigefodg/). È possibile iscriversi anche a una sola giornata; ciascuna dà diritto a 3 crediti formativi. Le lezioni sono aperte al pubblico, nel caso ci siano posti a sedere liberi nelle aule.
WHEN THE PEACE IS A HORIZON
Il testo della mia conferenza-lampo svolta su invito dell’Associazione culturale CarGià a San Terenzo (La Spezia) il 2 settembre 2017
con il patrocinio del Comune di Jesi
IL MEDIOEVO E FEDERICO II DI SVEVIA TRA WEB, MASS MEDIA E GOSSIP
Relatore:
Marco Brando
Giornalista, socio SISMED (Società Italiana per la Storia Medievale)
Giovedì 27 giugno 2024 - Ore 21,15
Cortile Museo Stupor mundi
Piazza Federico II, 3 Jesi
La partecipazione al convegno è aperta e gratuita ma soggetta a iscrizione.
Usa questo link https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLSf970ywWVgQwU0xBxQ9I_yICdmMKpQpvsJMOWVga6XtUGUrRw/closedform per accedere al modulo e indicare se seguirai in presenza o se desideri ricevere il link per partecipare da remoto.
Nel corso del workshop io interverrò sul tema "Il giornalista che scrive di storia: esempi, strumenti e risorse".
---o--- Program of the International Dante Congress 2023 - Ravenna, 17/20 May 2023 ---o--- Io sono tra i relatori in uno dei panel. Questo: ore 9-10,30 / Palazzo Corradini, via Mariani 5, primo piano, aula 5 --- I MILLE VOLTI DI DANTE IN ETÀ CONTEMPORANEA, DALL'ITALIA ALLA CINA --- Presiede Raffaele Savigni (Università di Bologna) ---
Marco Brando (Socio della Società italiana per la Storia medievale, giornalista), Dante, Mussolini e il «pensiero di destra» --- Yuze You (Sapienza Università di Roma), Studi danteschi in Cina: dal 1921 a oggi --- Igor Pizzirusso (PopHistory ETS), «Dante's Inferno» e non solo: l'immaginario della «Divina Commedia» nei videogiochi --- Guglielmo Barucci (Università degli Studi di Milano), Dante ludico. Il caso di «Stai fermo un girone» e alcune idee di gioco.
Il 5 aprile, in modalità a distanza, Marco Brando, già giornalista dell’Unità e del Corriere del Mezzogiorno, terrà una lezione su “Fake news, Medioevo e Giornalismo”. Come si comunica il Medioevo oggi? Come è percepito? In che modo la nostra idea di Medioevo entra nel presente e nel racconto dei principali eventi della contemporaneità? Sono queste alcune delle domande alle quali proverà a rispondere, chiacchierando con gli studenti.
Sarà possibile seguire il seminario collegandosi a questo link: https://us02web.zoom.us/j/85026068017.
L’11 aprile sarà ospite, in presenza, nell’Aula 1 del Dipartimento di Studi Umanistici dell’Unifg Gabriella Piccinni, professoressa emerita dell’Università di Siena e medievista di fama internazionale. Con una lezione intitolata “Operazione Buon Governo. Un laboratorio di comunicazione politica nell’Italia del Trecento”, presenterà l’esito del suo volume sul “Buon Governo” di Ambrogio Lorenzetti, di prossima pubblicazione, a studenti, dottorandi di ricerca e docenti dell’Ateneo foggiano.
Sarà possibile seguire il seminario anche a distanza, collegandosi a questo link: https://us02web.zoom.us/j/85026068017.
Per informazioni Victor Rivera Magos: [email protected]; cell. 3200633587.
It is the pdf of my book <Sud Est. Vagabondaggi estivi di un settentrionale in Puglia> (Palomar, Bari, June 2006), with a preface by the sociologist Franco Cassano. It is not a tour guide; it is a travel diary between people and stories of yesterday and today, with a particular eye turned towards the world of tourism, food, traditions, historical events and new lifestyles.
Ps: il racconto in italiano (un pochino diverso) è nel mio libro "Sud Est" (Palomar, Bari 2006)
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This story was published in English by Lion Lounge Press (Oxford / London, 2011) in the anthology "THE GLOBETROTTER'S COMPANION".
Ps: the story in Italian (a little bit different) is in my book "Sud Est" (Palomar, 2006)