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2019, Noctua
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Nel Pantheon degli uomini illustri tra gli uomini di scienza sicuramente occupa un posto di rilievo Galileo, ritenuto nel corso dell'Ottocento una delle voci più autorevoli del passato, una personalità di eccezionale levatura, da additare alla popolazione in virtù della sua condotta esemplare nella strenua difesa delle proprie idee. Icona da un lato utilizzata per rappresentare il carattere distintivo e il primato italiano soprattutto in ambito scientifico, sebbene talvolta regredita a deriva e orgoglio municipalistico toscano; dall'altro impiegata per veicolare le ragioni di quella «nuova scienza» che dava voce e spazio alle esigenze di libertà di ricerca e di autonomia rispetto alle strettoie e alle censure ecclesiastiche. Una straordinaria popolarità, alimentata anche dalla grande fortuna iconografica registrata dall'immagine di Galileo per tutto l'Ottocento. In quest'ottica è possibile comprendere anche il sentito omaggio realizzato da Vincenzo Vela (1820-1891), che tra il 1863 e il 1865 scolpì un'erma galileiana per decorare la propria villa di Ligornetto, dove lo scultore ticinese si trasferì da
The recent critical reappraisal of the work of Bernard Rudofsky has highlighted the originality of his multifaceted approach to architecture and to life in general. This paper examines his only architectural work completed between 1941 and 1962: the garden of his friend Tino Nivola’s house in Long Island, designed in 1949-50 in collaboration with Nivola himself, where Rudofsky put in practice the idea of the “open-air room” envisaged in his designs made in Italy with Gio Ponti during the Thirties and then in Brazil. While the architectural layout of the garden was done by Rudofsky, Nivola – later to became a prominent figure in architectural sculpture - contributed a series of murals and others details. A pivotal work in Rudofsky’s career, the Nivola garden represents a unique attempt at implanting themes and motifs from European Mediterraneism in an American habitat, but it also mirrors the insights of George Eckbo developed within the landscape architecture debate that took place ...
Il piccolo ma suggestivo centro dell'alto Casentino custodisce uno dei segni più evidenti del fenomeno sviluppatosi tra il Quattrocento e il Cinquecento che portò alla costruzione, in alcune località italiane, dei cosiddetti "Sacri Monti", vale a dire la riproposizione dei luoghi della passione e della morte di Cristo Un' idea che coinvolse numerosi fedeli impossibilitati a recarsi in Palestina. Opportunamente valorizzato, questo patrimonio potrebbe favorire ricadute di carattere turistico e nuove iniziative imprenditoriali La "Gerusalemme" di Laino Borgo Laino Borgo, Cappella di S. Caterina d'Alessandria (interno)
The moral of Shelley's poem, which gives the title to the novel, is simple: the veil of life should not be lifted, because underneath there is no truth, nothing for which it would be worth making this effort. Without a doubt, it is a terribly pessimistic vision. But, as we shall see, in the novel this vision coincides only partially with the pessimism of the poem. In fact, Kitty Garstin raises the veil of her life and discovers what she has been until then: daughter of a weak father and a selfish mother, unfaithful wife of a resentful and lover of a shameless man. So life that seemed beautiful, full of colors and charm, reveals its true face and presents itself as something false, deceptive and superficial. In other words, Kitty realizes that until then she had not made any decision on her own, even if she did not realize it and was convinced she was free. On the other hand, by discovering her life, Kitty is able to first glimpse that a new existence is possible, and she strongly desires it for her and for the daughter he is waiting for. In this sense we can consider this novel as a descent into the depths of the human heart, crushed under layers of social stereotypes, personal prejudices and, in general, hypocrisy.
Trattato della Sfera di Galileo Galilei, con alcune prattiche intorno à quella, e modo di fare la Figura Celeste e suoi Direttioni secondo la Via Rationale di Buonardo Savi, Roma, 1656 Galileo Galilei è stato la Fenice degl' ingegni de' tempi nostri, le cui sottilissime, & eruditissime compositioni, l'hanno arreso già immortale.... Buonardo Savi, 1656 Questo libretto ha catturato il mio interesse perchè presenta nelle sue "prattiche astronomiche" alcune paginette interessanti di gnomonica. Il fatto che fosse intestato a Galileo lo rendeva ancora più interessante, ma dopo alcune ricerche ho dovuto constatare che oltre all'orologio a pendolo, mirabilmente ricostruito oggi dall'I.P.S.I.A. "Galileo Galilei" di Castelfranco Veneto, nulla è dato sapere di gran che importante dal punto di vista gnomonico dalla penna del grande scienziato. Anche se questo trattetello della sfera è intestato a lui, le pagine che ci interessano sono sicuramente derivate, come Buonardo Savi stesso ci dice nella prefazione, da capitoli aggiunti al manoscritto originale, come le esercitazioni pratiche di cui ci occuperemo. E sicuramente sono un retaggio degli insegnamenti del grande Bonaventura Cavalieri, come si suppone anche in questa descrizione bibliografica dell'opera: Molti furono i dubbi sull'autenticità di questa opera sin dal suo inserimento nella prima edizione delle opere di Galilei, Bologna 1655-1656; il Viviani stesso che curò questa edizione di Bologna la riteneva apocrifa. Il problema deriva dal fatto che in quest'opera Galilei affermerebbe l'immobilità della Terra, fra l'altro con uno stile e delle argomentazioni che non gli erano proprie. Secondo Riccardi, il vero "Compendio della Sfera" è andato perduto e avanza delle perplessità sul fatto che fosse stato un "monaco peripatetico" a pubblicare questo scritto di Galileo pensando piuttosto ad un inganno per far ritenere che Galilei avesse cambiato idea. Il Davisi dal canto suo nell'avvertenza afferma che il manoscritto dettato da Galilei era in possesso di Scipione Satronchet che lo aveva affidato all'editore; lui stesso avrebbe
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2002
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Lucia Tomasi Tongiorgi, Alessandro Tosi (eds.), Il cannocchiale e il pennello. Nuova scienza e nuova arte nell’età di Galileo, Florence: Giunti, 2009
STUDIES IN POST-MEDIEVAL ARCHAEOLOGY, 2012
Bollettino della Società …, 2006
Questions Vives Recherches En Education, 2014
Ανατρεπτικά παιχνίδια με την τέχνη του λόγου και η συμβολή τους στη διαμόρφωση της ιδεολογικής ταυτότητας του εφήβου αναγνώστη, 2022
American Anthropologist, 2015
APPLIED ECOLOGY AND ENVIRONMENTAL RESEARCH 19(4):3323-3341., 2021
Seltene Kostbarkeiten: Die Wolfenbütteler hebräischen Schriftrollen, Wolfenbütteler Forschungen 163, Herausgegeben von der Herzog August Bibliothek Wolfenbüttel, 2021
Nazrul University Law Review (NULR), 2023
Marine Environmental Research, 2018
Anuario Filosófico
The Journal of Clinical Psychiatry, 2006
International Journal of Pharmacy and Pharmaceutical Sciences
Bioorganic & Medicinal Chemistry Letters, 2009
Nutrients, 2022