venerdì 27 maggio 2011
Uccise ex fidanzata: condanna confermata
(ANSA) - BRESCIA, 27 MAG - La corte d'Assise d'Appello di Brescia ha confermato la condanna inflitta, in primo grado con rito abbreviato, a Giuseppe Candido per l'omicidio dell'ex fidanzata Patrizia Maccarini. L'uomo dovra' scontare 30 anni di carcere. Il delitto avvenne a Calvisano (Brescia) il 20 marzo del 2009. Candido venne arrestato a Bergamo il giorno successivo dai carabinieri del nucleo investigativo di Brescia e della compagnia di Desenzano.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2011/05/27/visualizza_new.html_844253389.html
mercoledì 12 gennaio 2011
"Mamma era una vittima Papà la picchiava"
"Una volta ho visto mia mamma con un occhio nero e mi sono preoccupata. Le ho chiesto se fosse stato papà ma lei ha negato. Mi ha detto no, papà è bravo. Sono caduta dalle scale". Parla Maria Pina Trabona, la figlia a cui Carlo Trabona ha telefonato per confidarle di aver fatto una strage: "Ho fatto quello che dovevo fare da tanto tempo. Ho ucciso la mamma perché mi tradiva". Aveva già sparato sette colpi quando telefonò alla figlia Carlo Trabona, e non solo contro la moglie Antonina Scinta. Aveva ucciso il presunto rivale in amore, Loreto Cavarretta, vicino di casa, e suo fratello Angelo. L'ultimo colpo, l'ottavo, Carlo l'ha tenuto per sé: un colpo alla tempia destra.
I maltrattamenti alla moglie non sono stati isolati. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, l'escalation delle aggressioni domestiche fu lunga e sempre più violenta.
Questa mattina le due figlie del muratore omicida, Maria Pina e Caterina, sono andate a parlare con il pubblico ministero Vittorio Ranieri Miniati per chiedere quando sarà liberato l'appartamento di via Piacenza sigillato ieri dagli agenti dopo la strage.
Il magistrato ha dato l'incarico al medico legale Marco Canepa per l'autopsia sui quattro corpi che sarà effettuata domani e non oggi come era stato detto in precedenza.
Intanto gli agenti della squadra mobile hanno identificato il proprietario della pistola con cui Trabona ha sparato ieri mattina, un revolver calibro 38 rubato nel 1979 e ricomparso improvvisamente ieri mattina.
Fonte: http://genova.repubblica.it/cronaca/2011/01/10/news/mamma_era_una_vittima_pap_la_picchiava-11046510/
giovedì 14 ottobre 2010
Donna mori' per rottura milza, ai domiciliari marito manescoDonna mori' per rottura milza, ai domiciliari marito manesco
14 ottobre, 13:38
FOGGIA - Ha colpito la moglie con calci e pugni, schiaffi e spintoni, fino a ucciderla: e' morta cosi' - secondo i carabinieri del comando provinciale di Foggia, che hanno condotto le indagini e arrestato l'uomo - la casalinga di San Nicandro Garganico, Anna De Pilla, 41 anni.
Il marito - e' stato accertato - il 5 giugno scorso le ha spappolato la milza in uno dei tanti episodi di violenza. L'uomo, Leonardo Di Sipio, di 42 anni, bracciante agricolo, e' ora accusato di omicidio preterintenzionale ed e' stato posto ai domiciliari. Secondo quanto e' stato accertato nel corso delle indagini, il rapporto tra i due andava avanti da anni in maniera violenta, e lei non aveva mai denunciato nulla per paura di ulteriori ritorsioni.
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/10/14/visualizza_new.html_1732684586.html?ref=nf
sabato 9 ottobre 2010
Martellate alla moglie, arrestato a Salerno
SALERNO- Ha prima tentato di strangolarla, poi ha afferrato un grosso martello ed ha colpito la moglie piu' volte. La donna si e' salvata solo grazie al tempestivo intervento degli agenti dell'ufficio di prevenzione generale della questura di Salerno.
Protagonisti della vicenda un uomo di 68 anni e sua moglie, di appena due anni piu' giovane. La vicenda e' avvenuta nel pomeriggio di ieri nel quartiere Arbostella.
Tra i due coniugi c'e' stata una accesa discussione. Hanno iniziato ad urlare, poi l'uomo si e' avventato sulla moglie ed ha quindi afferrato il martello colpendola. Le urla della donna hanno richiamato l'attenzione dei vicini.
Qualcuno ha sollecitato l'intervento del 113 che e' stato tempestivo. La donna e' stata portata in ospedale, al vicino San Leonardo, mentre il marito e' stato bloccato ed arrestato dai poliziotti. Le condizioni della donna non sono particolarmente gravi.
Fonte: http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/09/07/visualizza_new.html_1786158475.html
giovedì 7 ottobre 2010
Si cerca il corpo di Sarah Scazzi lo zio ha confessato: "Sono stato io"
A indicare il corpo sarebbe stato lo zio matermo Michele Misseri, come scrive in tempo reale Repubblica Bari. 1 "Sono stato io" ha detto, ma non si sa ancora se si sia addossato una responsabilità non sua. L'uomo è stato interrogato a lungo insieme alla moglie Cosima Spagnolo, e la loro figlia Valentina, genitori e sorella di Sabrina, la cugina con la quale Sara il 26 agosto scorso sarebbe dovuta andare al mare.
Sarah è scomparsa alle 14,30 di quel giorno 2. Mille ipotesi sulla sua scomparsa: la fuga dopo un'amicizia nata su Facebook, una lite in famiglia, addiritura l'esistenza di una sorellastra. Fino al misterioso ritrovamento del telefonino di Sarah, lontano da casa sua, proprio ad opera dello zio matermo Michele Misseri.
Secondo quanto trapelato, l'esame dei carabinieri del Ris di Roma sul telefonino, escluderebbe che sia stato per oltre un mese esposto alle intemperie: quel ritrovamento è stato -secondo gli inquirenti - un maldestro tentativo di depistaggio.
(06 ottobre 2010)
Fonte: repubblica.it
domenica 26 settembre 2010
Lanuvio, tragedia ad una festa: corteggia 15enne, uccide chi gli dice "lasciala stare"
La vittima gli aveva detto: lascia in pace quella quindicenne. Erano una quindicina i romeni che ieri sera festeggiavano il compleanno di un'amico. La maggior parte vivono e lavorano come operai ad Aprilia, in provincia di Latina, ma ieri sera erano andati a Lanuvio dalla sorella di uno di loro che abita in una villetta bifamiliare con la sua famiglia e l'omicida. Verso l'una, quando la maggior parte degli invitati era già andata via, il 23enne, che aveva bevuto molto, ha cominciato insistentemente a chiedere di ballare alla figlia quindicenne della padrona di casa. Uno degli invitati ha risposto: «Ma lasciala stare, è una ragazzina». Il tutto si è svolto sul terrazzo e sembrava che fosse soltanto un banale alterco. Ma il 23enne è entrato in casa, ha preso un coltello, è tornato sul terrazzo e ha colpito, alle spalle, quattro-cinque volte il 32enne che gli aveva detto di non infastidire la ragazzina, ferendolo alla schiena e ad un'anca. Poi gli ha sferrato altre due coltellate alla coscia destra, quando la vittima era ormai in terra: l'uomo è morto dissanguato prima di arrivare in ospedale.
http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=120358&sez=HOME_ROMA
mercoledì 22 settembre 2010
Spagna, decapita la fidanzata e va con la sua testa al bar
Jose’ Angel Gallardo detto El Raton ha tagliato la testa alla donna con la quale viveva da circa 12 mesi e poi è andato a bere una birra con il macabro trofeo nella borsa.
‘Ho fatto una cosa molto brutta, staro’ via 50 anni, mi metteranno in prigione”. Nessuno nel ‘Bar Pepin’ di Villarrubia, un piccolo comune rurale vicino a Cordoba ha preso sul serio quanto andava dicendo Jose’ Angel Gallardo, 30 anni, detto El Raton (Il Topo), anche quando ha detto agli avventori di avere portato la testa della sua donna, che aveva appena ucciso, nella borsa che aveva con se, racconta oggi il quotidiano Abc.
BIRRA, PER FAVORE - Ma era tutto vero. Per ragioni ancora sconosciute il giovane poco prima aveva ucciso la compagna Rocio Torrera, 30 anni, con la quale viveva da circa 12 mesi. ‘El Raton’ le aveva tagliato la testa con un grosso coltello, l’aveva messa in una borsa e l’aveva portata con se’. Prima in casa dei genitori, poi al bar, per bere una birra. Nessuno pero’ l’aveva preso sul serio, nonostante avesse delle macchie rosse, che sembravano di sangue, sulla camicia. Ma poco dopo, alcuni avventori del bar, uscendo dal locale, hanno trovato la borsa accanto a tracce di sangue.
RECIDIVO - L’hanno aperta ed hanno scoperto la testa della donna. Gallardo nel frattempo era salito su un traliccio dell’alta tensione dichiarando di volersi suicidare. Quando e’ arrivata la polizia si e’ gettato sui cavi, e’ precipitato al suolo ed e’ morto. Sotto il traliccio e’ stato trovato un coltello, forse quello usato per uccidere e decapitare la donna. Secondo Abc l’uomo aveva precedenti di violenza e droga. Nel 2007 aveva cercato di dare fuoco ai genitori. Era stato arrestato, ma un giudice lo aveva assolto per mancanza di prove.
Giornalettismo
martedì 21 settembre 2010
Testimoniò contro stupratore della figlia: uccisa a Napoli con 4 posti di pistola
Nel corso delle prime indagini ha preso consistenza invece un'altra ipotesi, che mette in relazione l'omicidio con la testimonianza che Teresa Buonocore rese in aula contro l'uomo accusato di aver abusato della sua figlia più piccola (all'epoca dei fatti aveva otto anni) e che è costata all'imputato, attualmente detenuto per detenzione di armi, una condanna in primo grado a 15 anni di reclusione.
Il movente dell'omicidio è dunque in relazione a questa brutta storia di molestie che il 53enne Enrico Perillo, geometra, già condannato numerosi anni fa per un delitto dovuto a motivi di gelosia, avrebbe compiuto sulla bimba? Gli investigatori della squadra mobile, diretta dal vicequestore Vittorio Pisani, non si sbilanciano ma l'impressione è chè le indagini potrebbero essere a una svolta e l'individuazione dei responsabili solo una questione di ore. Perillo fu condannato a 15 anni e al pagamento di una provvisionale di 25mila euro il 9 giugno scorso dalla terza sezione del Tribunale di Napoli che accolse le richieste del pm Valeria Gonzales y Roiero.
Secondo la ricostruzione dei fatti emersa al processo, l'uomo, padre di due gemelline, approfittando dell'assenza della moglie avrebbe abusato della bimba che era compagna di classe delle figlie, violenze che sarebbero avvenute sul terrazzo della sua abitazione a Portici. La storia venne alla luce in seguito a una segnalazione anonima in seguito alla quale la Buonocore non portò più la sua bimba a casa di Perillo. In quel periodo la donna ricevette alcune telefonate minatorie.
Tre anni fa un altro episodio inquietante: venne appiccato il fuoco alla porta di casa della donna e solo l'intervento tempestivo del portiere evitò conseguenze più gravi. La polizia non fu in grado di individuare i responsabili ma quell'episodio potrebbe essere interpretato come un avvertimento o una vendetta magari collegata alla testimonianza nell'inchiesta sul caso di pedofilia.
Teresa lascia quattro figli: i primi due nati dal matrimonio con un italiano, e due bambine avute in seconde nozze con un dominicano. La notizia dell'omicidio ha provocato sgomento e incredulità tra la gente del Parco Scarano di via San Cristoforo a Portici. Il portiere dello stabile Antonio Gallotti ricorda la Buonocore come «una persona solare, una donna di bella presenza ma soprattutto un'amicona». «Questa mattina verso le 9 - racconta - l'ha vista per l'ultima volta. Lei si stava recando al lavoro come sempre faceva ogni giorno. Ci siamo salutati quando dopo qualche ora ho visto forze dell'ordine qui nel condominio e sono stato raggiunto dalla notizia».
http://www.gazzettino.it/articolo.php?id=119517&sez=ITALIA
venerdì 20 agosto 2010
Marito uccide la moglie e poi si suicida
(ANSA) - ROMA, 20 AGO - Un sessantenne ha ucciso la moglie con un'arma da fuoco e poi si e' sparato. L'omicidio-suicidio e' avvenuto ad Ardea sul litorale romano. L'uomo, originario della provincia di Ancona, e' morto pochi minuti dopo che erano intervenuti i carabinieri della stazione di Ardea e della compagnia di Anzio. La donna era romana. aveva 47 anni. Il fatto e' avvenuto al culmine di una lite. I due, secondo le prime informazioni, erano in procinto di separarsi. L'uomo deteneva regolarmente varie armi.
ansa
domenica 8 agosto 2010
Genova, donna uccisa con un coltello dal marito carabiniere
Un carabiniere, sottufficiale di 40 anni in servizio presso il palazzo di Giustizia, ha ucciso nel primo pomeriggio la moglie nella loro abitazione di via Vespucci a Pegli, nel ponente di Genova, ed è poi fuggito.
La donna, 38 anni, è stata uccisa da diversi colpi di coltello. Sospettato un maresciallo dei carabinieri, che è ricercato dopo essere fuggito scalzo in moto.
Secondo le prime informazioni, la coppia era in via di separazione. Il carabiniere, in base alle prime ricostruzioni, si sarebbe scagliato contro la moglie con un coltello durante un violento litigio.
Sul posto i carabinieri del Nucleo investigativo di Genova. Ricerche del militare sono in corso da parte di numerose pattuglie dell'Arma.
radiorai
Uomo, accusato di aver massacrato di botte la convivente incinta di 4 mesi
Viterbo, 8 ago. -(Adnkronos) - Violenza famigliare dentro le mura di casa, vittima una donna di origine paraguaiana residente a Montalto di Castro, in provincia di Viterbo. Dopo l'ennesima lite tra due conviventi, il compagno l'ha massacrata di botte per tutta la serata di ieri al punto che i vicini di casa sentendo le urla, hanno avvertito i carabinieri che si sono precipitati presso l'ospedale di Tarquinia, dove la donna era gia' stata trasferita dal personale medico del 118.La donna, al quarto mese di gravidanza, aveva il viso completamente avvolto da una maschera di sangue con profondi tagli. I medici hanno riscontrato alla vittima gravi lesioni al volto, tanto che e' stato necessario il trasferimento della donna presso il reparto maxillo facciale dell'ospedale Belcolle di Viterbo.
Durante la notte i carabinieri della stazione di Tarquinia che con due pattuglie presidiavano il litorale, sono intervenuti con l'ausilio dei Vigili del fuoco per riuscire ad entrare nell'abitazione dei coniugi, dove hanno trovato il compagno nel proprio letto, come se nulla fosse accaduto.Accompagnato in caserma dopo le formalita' di rito l'uomo F.M.C. 44enne e' stato arrestato e portato alla casa circondariale di Civitavecchia a disposizione dell'Autorita' Giudiziaria. Per lui gravano pesanti accuse per maltrattamenti in famiglia e lesioni gravissime. Grazie alle prime cure del reparto di ostetricia dell'ospedale di Tarquinia, il bambino in grembo alla donna e' in buone condizioni. Proseguono ora le indagini da parte dei carabinieri di Tarquinia e Montalto di Castro per delineare i precedenti retroscena riconducibili ai maltrattamenti familiari.
libero
venerdì 6 agosto 2010
La fidanzata lo lascia, uccide donna a pugni
L'aggressore e' un cittadino ucraino di 25 anni, regolare ma con un piccolo precedente per furto. A dare l'allarme per prima alla polizia è stata la madre del giovane, preoccupata dalla furia con la quale aveva preso le chiavi di casa ed era uscito. Ma la sua telefonata al 113 non ha comunque potuto impedirgli di realizzare i suoi propositi.
"E' da due giorni che va dicendo di voler far fuori qualcuno", avrebbe riferito per telefono la donna, che vive con il figlio in viale Gran Sasso, chiedendo aiuto. Lui, però, una volta sceso in strada, ha fatto poche decine di metri e, in viale Abruzzi, ha subito aggredito la passante, morta poi in ospedale.
Libero.it
lunedì 12 luglio 2010
Litiga con moglie e poi strangola figlio di 2 anni
Il piccolo di soli due anni 30 giugno, 22:15
(di Paolo Melchiorre)
UGENTO - Incomprensioni nella coppia, incomprensioni tra le loro famiglie. Tante, troppe, sino a diventare una sorta di 'mix' esplosivo per un giovane di 25 anni, laureatosi in Economia nel marzo scorso e con un lavoro ancora saltuario. Oggi un semplice battibecco al telefono, l'ennesimo, con la convivente, ha scatenato in lui la follia omicida. E' andato in camera da letto, ha strangolato con una corda il figlioletto di due anni, che forse dormiva, e poi lo ha sgozzato con un coltello da cucina. Prima di compiere quel gesto il giovane aveva scritto una lettera ricordando le continue incomprensioni famigliari. Difficile al momento dire se avesse premeditato tutto. Tragedia consumatasi nell'abitazione estiva dell'omicida, in via Monte Pollino a Torre San Giovanni, sul litorale di Ugento. E' stato lo stesso giovane a far scattare l'allarme.
Dopo aver strangolato e sgozzato il figlioletto, infatti, ha telefonato alla convivente, ventitreenne, che era al lavoro e con la quale poco prima aveva avuto, sempre al telefono, un battibecco. "Vieni, ho ucciso tuo figlio" ha detto, poi ha riposto la cornetta e ha tentato di togliersi la vita. Si è tagliato le vene con lo stesso coltello da cucina usato per il delitto, ha ingerito dell'acido, infine si è cosparso il corpo di liquido infiammabile con l'intenzione di darsi fuoco. Tra i primi a raggiungere l'abitazione, il padre della ragazza e nonno del piccoletto, militare della Guardia di finanza. L'uomo aveva ricevuto la telefonata della figlia, terrorizzata dall'idea che al piccolo fosse stato fatto del male. Ma quando sul posto sono giunti i carabinieri e i primi soccorritori, per il bimbo non c'era più nulla da fare.
Agli investigatori l'omicida inizialmente non avrebbe detto la verità, raccontando che il bimbo aveva avuto un malore. Ma è bastato poco per capire cosa realmente fosse accaduto. L'omicida è stato trasportato all'ospedale di Casarano (Lecce), ma in serata era previsto il trasferimento al 'Vito Fazzi' di Lecce per ulteriori accertamenti clinici. Non è in pericolo di vita; è in stato di arresto con l'accusa di omicidio volontario. Una imputazione che, sulla base delle indagini dei carabinieri della Compagnia di Casarano, potrebbe anche diventare più pesante se si dovessero trovare riscontri all'ipotesi della premeditazione. La piccola vittima, infatti, si trovava dai nonni materni, e il padre l'ha prelevato nella tarda mattinata dalla loro abitazione portandolo nella sua casa estiva ad Ugento. Un semplice gesto affettivo oppure nella mente del giovane era già programmato il folle gesto? E poi c'é la lettera trovata in casa dai carabinieri e scritta dall'omicida, nella quale si parla delle incomprensioni che accompagnavano da oltre due anni quella convivenza. Frasi che farebbero capire che il giovane non ce la faceva più a reggere quella situazione.
Il pm della Procura di Lecce Guglielmo Cataldi disporrà nelle prossime ore l'autopsia sul corpo del bimbo, innanzitutto per accertare se al momento del delitto il piccolo stesse o no dormendo. Un eventuale elemento investigativo in più; un elemento che potrebbe rendere ancora più crudele la ricostruzione di quei terribili secondi.
([email protected])
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/cronaca/2010/06/30/visualizza_new.html_1848347346.html
Follia?
martedì 11 maggio 2010
UCCIDE PER GELOSIA MOGLIE 21ENNE E FUGGE CON FIGLIA
Fonte:leggo.it
Gela, uccide la moglie per gelosia e fugge con la bimba di 2 anni Arrestato nella notte
Tragedia familiare: una guardia giurata ha fatto fuoco contro la donna, 21 anni, e poi ha preso la bimba: immediate le ricerche: arrestato per omicidio
Caltanissetta, 11 maggio 2010 - Tragedia familiare a Gela. Una guardia giurata di 25 anni, Nicola Incorvaia, ieri notte ha ucciso la moglie 21enne, Emanuela Vallecchi, 22 anni, nell’appartemento alla periferia di Gela,in via Canalotto, ed è fuggito con la figlia Giorgia, di 2 anni.
Secondo quando ricostruito dagli inquirenti la tragedia sarebbe stata originata da problemi familiari e di gelosia. I due sarebbero stati vicini alla separazione. Il metronotte, al culmine di una lite, ha preso la pistola d’ordinanza, una semiautomatica calibro 9, esplodendo contro la giovane cinque colpi.
Subito dopo è fuggito a bordo della propria auto, un’Alfa 147, con la figlioletta. Immediate le ricerche delle forze dell’ordine e poco dopo l’uomo è stato rintracciato dalla polizia in contrada Spinasanta e arrestato per omicidio volontario.
Nicola Incorvaia ed Emanuela Vallecchi stavano per separarsi. Questo il movente che avrebbe scatenato la furia della guardia giurata, la quale ha scaricato sulla giovane donna cinque colpi di pistola calibro 7.65, non lasciandole scampo. La gelosia e la fine del matrimonio, dunque, alla base del tragico delitto. L’uxoricidio si è verificato nella tarda serata di ieri nell’abitazione di via Canalotto, una traversa di via Butera, nei pressi di un supermercato alla periferia della città, nel quartiere Olivastro.
Prima l’ennesimo diverbio con la giovane moglie e poi Incorvaia ha perso completamente la testa. Ha estratto la sua pistola d’ordinanza e ha incominciato a sparare all’impazzata colpendo Emanuela in diverse parti del corpo.
Dopo, resosi conto di quanto fatto, ha telefonato al fratello: "Ho ucciso mia moglie", gli ha detto con la voce strozzata.
Poi, con la sua auto, si è dato alla fuga, abbandonando la pistola sul luogo del delitto e portando via con sè la figlioletta di appena due anni. Il fratello di Incorvaia si è quindi rivolto ad un agente di polizia, in quel momento fuori servizio. Il poliziotto ha rintracciato la guardia giurata e lo ha tranquillizzato dicendogli che la moglie ce l’avrebbe fatta e pregandolo di tornare indietro nei suoi passi. L’assassino avrebbe riferito al poliziotto che sarebbe voluto sparire per sempre, dicendo al tempo stesso, dopo una trattativa, dove si era nascosto.
Una volante lo ha quindi raggiunto, in contrada Spinasanta, a pochi chilometri dal centro abitato e lo ha arrestato. Ad interrogarlo per tutta la notte, alla presenza dei dirigenti del commissariato di Gela, è stato il sostituto procuratore Monia Di Marco. Nicola Incorvaia, fra le lacrime e sotto choc, ha ammesso di aver ammazzato la moglie, perchè non reggeva il dolore della separazione. L’uomo, arrestato per omicidio volontario, è stato rinchiuso nel carcere di Caltagirone.
agi
Fonte:quotidianonet
lunedì 10 maggio 2010
«Sarai mia o di nessuno»: le dà fuoco L'uomo aveva alle spalle 26 condanne
TORINO (10 maggio) - «Se non sei mia non sarai di nessuno». Sono le parole urlate da un uomo ultracinquantenne alla ragazza di cui si era innamorato, non corrisposto, qualche attimo prima di cospargerla di benzina e darle fuoco.
Ora l'uomo è stato arrestato dai carabinieri dovrà rispondere di tentato omicidio. I fatti si erano svolti a Levone (Torino) lo scorso 25 aprile. Alcune settimane prima Cristina (il nome è di fantasia), 32 anni, lo aveva conosciuto tramite un amico comune in quanto cercava lavoro. Lui aveva raccontato di cercare un'addetta alle pulizie. All'incontro, però, aveva capito immediatamente le reali intenzioni dell'uomo, che aveva iniziato a palpeggiarla dicendole che quella del lavoro era soltanto una scusa. Da quel momento la ragazza era stata perseguitata per settimane ed era stata costretta a trasferirsi nell'abitazione in cui aveva invitato l'amica, 34 anni, e in cui si è svolta l'aggressione incendiaria.
Le ragazze hanno cercato di scappare ma sono state trattenute e scaraventate a terra. Tuttavia sono ugualmente riuscite a liberarsi, a spegnere le fiamme che avevano avvolto le loro gambe e a dare l'allarme. Le due ragazze ricoverate in ospedale hanno riportato ustioni di primo e secondo grado e hanno raccontato l'accaduto ai carabinieri della compagnia di Venaria Reale. Dopo alcune settimane di indagine, l'uomo è stato arrestato venerdì a Lanzo Torinese, mentre si accingeva a entrare in un bagno pubblico.
Già condannato per violenza sessuale. Ha alle spalle 26 condanne passate in giudicato, di cui due per violenza sessuale, Marco Langellotti, ufficialmente residente a Ciriè (Torino) ma in realtà senza fissa dimora, ha nel suo passato una lunghissima serie di reati che vanno dallo stupro alle rapine in villa, dallo spaccio alle lesioni.
Fonte:il messaggero
venerdì 30 aprile 2010
Le sparano mentre era affacciata al balcone
Il ferimento, poco prima della mezzanotte di ieri sera, e le prime notizie davano come vittima l'uomo. Tre persone a bordo di un auto, una Lancia K, si sono fermate, sono scese ed hanno sparato verso il balcone, colpendo la donna all'altezza dell'ascella. Teresa Formisano è ricoverata all'ospedale 'Loreto Mare' ed è in pericolo di vita.
Fonte:repubblica.it
mercoledì 21 aprile 2010
Uccide compagna e tenta suicidio
Ha ucciso la convivente che voleva lasciarlo, poi con la stessa pistola ha tentato di togliersi la vita sparandosi un colpo alla tempia. L’uomo, Francesco Rizzi, 61 anni, commerciante in pensione, e’ ricoverato in gravissime condizioni all’ospedale di Treviso. La vittima e’ Laura Leduc, 50 anni, la sua compagna di origini francesi. La tragedia familiare e’ avvenuta in una casa di Miane (Treviso) e a scoprirla e’ stato il figlio che l’uomo ha avuto da una precedente unione.
Fonte:newnotizie.it
sabato 6 febbraio 2010
La donna uccisa davanti alla figlioletta oggi l'autopsia, si cerca l'arma del delitto
Per il medico legale il delitto sarebbe avvenuto poco prima dell'orario in cui l'uomo dice di essere rientrato in casa
Il pm: "E' stata assassinata con un oggetto metallico tagliente, probabilmente non un coltello"
CIVITA CASTELLANA (Viterbo) - Sarà eseguita in giornata l'autopsia sul corpo di Marcella Rizzello, la donna di 30 uccisa ieri con un'arma da taglio nella camera da letto della sua abitazione a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, davanti alla figlia di pochi mesi. Intanto il compagno della donna, Francesco Vincenzi, 36 anni, è ancora nella caserma dei carabinieri di Civita Castellana. L'uomo, figlio di un ex carabiniere deceduto alcuni anni fa, è stato interrogato già ieri per diverse ore e oggi viene sentito di nuovo dal pm Renzo Petroselli, titolare dell'inchiesta. E' stato Vincenzi, al ritorno dal lavoro per la pausa pranzo, a trovare il corpo della compagna immerso in un lago di sangue, con accanto la figlia di pochi mesi che piangeva disperatamente. Ma nel suo racconto sarebbero emerse delle incongruenze sulle quali gli investigatori stanno tentando di fare luce.
Secondo il medico legale che ha ispezionato il cadavere dopo il delitto, la donna sarebbe morta tra le 13 e le 13.30 di ieri, cioè pochi minuti prima dell'orario in cui Vincenzi afferma di essere rientrato in casa e di aver scoperto il corpo. Lo stesso medico ha ipotizzato che il decesso potrebbe essere avvenuto per dissanguamento, in quanto i colpi inferti all'addome della donna potrebbero non aver lesionato alcun organo vitale.
Gli investigatori stanno anche cercando l'arma del delitto. Non sarebbe stata ancora trovata, infatti, l'arma da taglio utilizzata per uccidere la donna. Ieri, i carabinieri hanno ispezionato a lungo l'area esterna alla villetta per individuare quello che il pm, all'uscita dal sopralluogo nell'abitazione, ha definito "un oggetto metallico tagliente, probabilmente non un coltello".
Fonte: repubblica.it
martedì 2 febbraio 2010
Accoltella ex per motivi passionali
(ANSA) - NAPOLI, 31 GEN - Un ventiduenne di Sparanise (Caserta) e' stato arrestato dai carabinieri come indiziato di delitto per tentato omicidio e stalking. Il giovane, ieri sera, ha chiamato la sua ex convivente e fidanzata, di 25 anni, chiedendole un ultimo incontro in una strada secondaria. Qui tra i due e' sorto un diverbio, il giovane ha estratto dalla tasca un coltello e, dopo averla picchiata selvaggiamente con calci e pugni, le ha sferrato due coltellate
domenica 31 gennaio 2010
Pensionato uccide moglie a coltellate Canicatti'
CANICATTI' (AGRIGENTO) - Un pensionato di Canicatti', Calogero Onolfo, 72 anni, si è costituito ai carabinieri raccontando di aver ucciso a coltellate la moglie, Costanta Paduraru, di 53 anni, dalla quale si stava separando. L'omicidio è avvenuto a Canicattì, nella zona di San Domenico. L'omicida avrebbe chiesto di parlare con la moglie per un chiarimento: di fronte al rifiuto della donna, Onolfo ha estratto un coltello da cucina e l'ha colpita ripetutamente in preda ad un raptus.