Hegel Su Bruno
Hegel Su Bruno
Hegel Su Bruno
NELL’INTERPRETAZIONE DI G. W. F. HEGEL.
UNA BREVE NOTA DESCRITTIVA E RIASSUNTIVA.
Nel paragrafo delle Vorlesungen über die Geschichte der Philosophie (Lezioni sulla
storia della filosofia) dedicato all’opera filosofica del pensatore nolano,1 il filosofo
tedesco non sembra allontanarsi da quello che sarà il giudizio complessivamente
negativo successivamente avanzato da Franz Jakob Clemens, nel suo raffronto fra la
speculazione di Niccolò Cusano e l’impostazione perseguita, sembrerebbe per una
sorta di fanatismo e con una certa alienazione, da Giordano Bruno:2 il pensatore di
Nola è il filosofo dell’identità della 'sostanza', nella manifestazione reale e necessaria
dell’ideale.
Le Lezioni infatti ricordano, prima di ogni altra cosa, l’apertura e la fecondità dello
spirito soggettivo bruniano, pur ravvisandone un’interna mancanza di articolazione.
Poi entrano nel merito della sua speculazione appunto rammentando l’intento di
sollevare se stesso e l’intera considerazione umana “all’unica universale sostanzialità,
superando quella separazione dell’autocoscienza dalla natura, che le rabbassa
entrambe.”3 Questa identità era l’identità del Deus super omnia e del Deus in omnibus,
che permetteva il superamento della limitatezza degli scopi naturali.4
Questa identità non era poi fissa ed immobile ma si animava – era la vita del tutto e
l’anima del mondo – ampliandosi ed allargandosi a toccare ogni cosa esistente, per
racchiuderla in se stessa. Questa stessa identità aveva poi in capo l’idea, che
permetteva l’unificazione dell’essenziale e la rappresentazione organica delle
1
Georg Wilhelm Friedrich Hegel. Vorlesungen über die Geschichte der Philosophie, 1833-1836. G. W. F.
Hegel. Lezioni sulla storia della filosofia (Firenze, 1967). Vol. III1: Filosofia del Medioevo, Dai Neoplatonici
alla Riforma, 3. Bruno. Pagg. 212-229.
2
Franz Jakob Clemens. Zusammenhang der Philosophie des Giordano Bruno mit den Lehren des Cardinals
Nicolaus von Cusa, in: <<Katholische Zeitschrift für Wissenschaft und Kunst>>, I, 1844. Per le motivazioni del
giudizio negativo nei confronti della filosofia bruniana: Paul Richard Blum, Franz Jakob Clemens e la lettura
ultramontanistica di Bruno, cit., pagg. 91-93.
3
Georg Wilhelm Friedrich Hegel, Vorlesungen (Lezioni), cit. Pag. 215.
4
Ibidem.
Il pensiero di Giordano Bruno nell’interpretazione di di G. W. F. Hegel.
distinzioni che vivevano e prosperavano in essa ('vita'). Sorgeva così una forma
interna, capace di ridurre alla propria ampia ed articolata unità tutte le determinazioni
che produceva ('artista interno'), permettendone uno sviluppo progressivo.
Nello stesso tempo questa forma interna alla materia non disponeva gli esistenti per
una lineare ed immodificabile stabilizzazione degli eventi, ma raccoglieva in se stessa
la 'potenza' di modificare e rimodellare ogni cosa: “l’universo è adunque un animale
infinito, nel quale tutto vive e s’agita nelle più svariate guise.”5
Questa 'potenza', superiore ai fini sempre comparenti, e capacità di una loro
determinazione, è lo spazio spirituale della materia ('intelligenza') ed ha il valore del
'principio'. Essa sta come ciò che, essendo libero in se stesso, continua a riprodurre se
stesso: continua a porre il rapporto 'formale' di ogni 'materia'. Senza distaccare – poter
distaccare – la prima dalle seconde.
Per questo Hegel dice che la materia bruniana vive nell’attività dell’idea.6 L’attività
dell’idea fa dunque da 'sostrato' per l’apparire e lo slanciarsi (svilupparsi) di ogni
determinazione materiale particolare. Diventa l’alone fantasmatico della materia
'prima', assoluta: “la madre di tutte le forme e quello che è capace di tutte le forme.”7
Termine e terminato, esso riempie l’universo spazio e tempo del divenire, lasciando
per se stesso e la sua unità più profonda e nascosta ('astratto'), l’identità di un
universale immutabile: “quella necessaria, prima ed eterna forma, ch’è forma e
sorgente di tutte le forme.”8 Atto attuantesi come potenza, eternamente, essa afferma
l’impossibilità della sussistenza di una possibilità separata: né come motivo traente, né
– al contrario - come base costruttiva.9
Senza idealità, né indeterminazione, ogni 'applicazione' sembra essere resa
necessaria: nell’interpretazione hegeliana l’assoluto bruniano impedisce che fuori di sé
possa costituirsi l’apparenza di una qualsiasi finalità intrinseca, come pure qualsiasi
libertà nel processo costruttivo o ricostruttivo. Perciò il concetto di immagine attribuito
all’infinito della speculazione bruniana è il concetto di una molteplicità inesauribile,
5
Ibi, pag. 217.
6
Ibi, pag. 218.
7
Ibidem.
8
Ibidem.
9
Ibi, pag. 219: “In esso adunque forza attiva e potenza, possibilità e realtà sono un unico principio non
separato né separabile.”
Il pensiero di Giordano Bruno nell’interpretazione di di G. W. F. Hegel.
10
Ibi, pag. 220.
11
Ibi, pag. 221.
12
Ibi, pag. 222.
13
Ibi, pag. 223 (è il punto α).
14
Ibi, pagg. 223-224 (è il punto β).
Il pensiero di Giordano Bruno nell’interpretazione di di G. W. F. Hegel.
15
Ibi, pag. 224 (è il punto γ).
16
Ibi, pagg. 224-225 (è il punto δ).
17
Ibi, pag. 225 (è il punto ε).
18
Ibi, pagg. 225-226 (è il punto ζ).
19
Ibi, pagg. 226-227 (è il punto η).
Il pensiero di Giordano Bruno nell’interpretazione di di G. W. F. Hegel.
che appare ('attività soggettiva dell’anima') costituiscono così il darsi dell’atto creativo
e la ricognizione della sua struttura interna ('pensare').20
Valida per l’uomo e per la natura nell’universo, quest’arte produttiva ed
internamente organizzativa, “che si esprime in tutto il mondo in maniera infinitamente
varia nei suoi effetti”,21 si struttura – nell’interpretazione hegeliana della ars memoriae
bruniana – disponendo in una serie i fattori (le 'dodici specie fondamentali di scrittura')
del senso esterno ('imitazione'), interno ('fantasia'), dell’immaginazione ed infine
dell’intelletto e della sua ragione: “per cui mezzo l’arte ha tal facoltà da sembrare di
poter operare indipendentemente dalla natura, al di sopra della natura, e all’occorrenza
perfino contro la natura.”22
Hegel non valuta che questa serie possa avere in se stessa un ordinamento ed una
spinta interna verso quella recessione all’unità, che pur precedentemente aveva
riconosciuto esser presente nella speculazione bruniana; scrive infatti: “egli [Bruno]
non fa che enumerare i momenti e le opposizioni dello schema … Quelli che vengon
poi, cioè i momenti più determinati, Bruno non fa che leggerli tutti insieme, ed egli si
confonde quando tenta di esporli per mezzo di figure e di classificazioni. Le dodici
forme poste a fondamento non sono dedotte né riunite in un unico sistema integrale, né
è dedotta l’ulteriore moltiplicazione.”23 Fermo nella sua considerazione all’atto
rappresentativo, il filosofo tedesco non può conclusivamente che criticare come fissità
astratte ed isolate ('superficiali, tipi morti') le 'specie' così disposte, attribuendo alle
migliori vette della speculazione bruniana una totale assenza di organizzazione e
riflessione. Pur riconoscendo la bontà del suo impulso a cercare e disporre un’unità
sistematica di tutte le determinazioni possibili, Hegel valuta la realizzazione di questo
sforzo in maniera complessivamente negativa, criticandola per l’eccesso di fantasia
combinato ad una confusione fra l’allegorico ed il reale e concreto: “l’attuazione in
parte è legata ai numeri pitagorici, e quindi variopinta e arbitraria, in parte ci presenta
combinazioni e accoppiamenti metaforici, allegorici, in cui non lo si può affatto
20
Ibi, pag. 227.
21
Ibi, pag. 228.
22
Ibidem.
23
Ibi, pag. 229.
Il pensiero di Giordano Bruno nell’interpretazione di di G. W. F. Hegel.
seguire: in questo tentativo di ordinare, ogni cosa si intrica con l’altra nel modo più
disordinato.”24
La continua riflessione di Bruno intorno agli stessi temi non è dunque prova, per
Hegel, di chiarezza di contenuti e ricchezza o fecondità di motivazioni artistiche, ma al
contrario, proprio perché lo 'schema della forma' sembra restare, da questa diuturna e
roteante ripresa, come impigliato ed indistinto, l’intento bruniano resta come
impotente a realizzare ciò che si era invece prefisso di determinare.
24
Ibidem.