mercoledì 29 ottobre 2014
La prospettiva di Minzolini
A parte il fatto che l'assoluzione in primo grado risale a quasi due anni fa (febbraio 2013), non vedo cosa ci sia da stupirsi nel fatto che l'appello rovesci il primo grado. Nei processi - in tutti, non solo in quelli a personaggi noti - accade molto di frequente. Berlusconi, per esempio, per la faccenda Ruby fu condannato in primo grado a sette anni e assolto in appello, e ciò avvenne perché nel frattempo, con la legge Severino, fu modificato il reato di concussione (tanto per cambiare quando c'è in ballo B.). Non ricordo analoga irritazione di Feltri, in quella circostanza. Anzi, se non ricordo male, da quelle parti si disse che "giustizia è fatta."
È sempre una questione di... prospettiva.
La truffa degli incaricati Enel a casa
martedì 28 ottobre 2014
(...)
Lascio Francesca a scuola di danza e faccio per ripartire, quando mi sento bussare al vetro. È un uomo con una borsa di plastica, tipo quelle della spesa. Abbasso il finestrino.
"Scusa, vai in su?"
"Sì."
"Non è che mi daresti uno strappo fino a Vergiano?"
Lo squadro un po', mi sembra un tipo a posto, lo faccio salire. Si siede e mi ringrazia.
"Come va il lavoro?" mi chiede.
"Non mi lamento" rispondo. "Tu che lavoro fai?" chiedo io.
"Ho sempre fatto il muratore, ma adesso non c'è più lavoro. L'ultima volta ho lavorato quattro mesi: maggio, giugno, luglio e agosto. Mi hanno pagato solo i primi due, poi basta."
Mi mostra la borsa di plastica. "Fortunatamente qui alla Caritas mi danno qualcosa da mangiare, altrimenti sarebbe nera."
Lo guardo: è sulla cinquantina, molte rughe, mani grosse, tipo contadino. Vorrei dirgli qualcosa, ma che cazzo gli dico? Il viaggio è breve, da Spadarolo a Vergiano sono 5 minuti di macchina. Prima di arrivare al posto dove mi ha chiesto di lasciarlo fa in tempo a dirmi che domattina ha un colloquio di lavoro e che spera vada bene, anche se non ha molta fiducia. Scende, mi ringrazia del passaggio e mi saluta. Contraccambio il saluto e gli lascio un in bocca al lupo per il colloquio di domattina. Se ne va con la sua borsa, con dentro un paio di pacchi di pasta.
C'è un sacco di gente che è nella merda, sapete? E non come modo di dire. È nella merda per davvero. E quando ti ci imbatti, non ci resti bene. Non ci resti bene per niente.
Spero che quel colloquio gli vada bene, domattina.
lunedì 27 ottobre 2014
Maghi all'opera
Bergoglio dice che leggendo il Genesi si rischia di immaginare "che Dio sia stato un mago, con tanto di bacchetta magica in grado di fare tutte le cose. Ma non è così."
Beh, se si interpreta letteralmente, non è che si rischia di immaginare Dio come un mago: Dio è un mago. Che poi il tutto vada interpretato e non preso letteralmente, ormai è noto: ce lo ripetono ogni volta che che le assurdità raggiungono vette discretamente elevate.
domenica 26 ottobre 2014
Tra Bibbia e Corano
Magdi Allam, sulla sua pagina fb, elenca una serie di versetti del Corano estremamente violenti, estrapolati ad arte, dove Maometto predica la morte degli infedeli e di chiunque si frapponga o ostacoli la diffusione di quella religione. Siccome gran parte di quelli che lo leggono non sa niente di religioni (sono pronto a scommettere che nessuno dei suoi commentatori ha mai aperto un libro sull'argomento), ecco il profluvio di commenti, come da prevedibile copione tutti sintetizzabili in questo assunto: il Corano è un concentrato di atrocità, la Bibbia no (mi scuso per la banale semplificazione, ma rappresenta il pensiero di quelli là).
In un mio commento, mi permetto di fare notare che anche la Bibbia, se si prendono una serie di citazioni estrapolate ad arte, non è esattamente un inno alla vita né si distingue per elevati esempi di umano virtuosismo, e qualcuno mi risponde come potete leggere qua sopra.
Intendiamoci, io non prendo le difese né del Corano né della Bibbia, sono ateo e per quel che mi riguarda entrambi i libri li considero niente più che due rami spuntati dal grande albero della letteratura fantastica. Quello che voglio far notare è che, sia da una parte che da quell'altra, chi si schiera in difesa della sua religione lo fa, spessissimo, pur non sapendo neppure di cosa sta parlando. E la commentatrice che giustifica le atrocità contenute nella Bibbia dicendo che la suddetta Bibbia col cristianesimo non c'entra niente e che per lei conta solo il nuovo testamento (come se lì non ce ne fossero), sta lì a dimostrarlo.
Che pena.
sabato 25 ottobre 2014
Cambio dell'ora
Stanotte, quindi, ci sarà il famoso/famigerato cambio d'orario, quello che, ogni volta, almeno da tre settimane prima viene annunciato da giornali, siti e sapientoni vari come se fosse una specie di apocalisse, mentre invece tutto si risolve prendendo una sedia, salendo sul tavolo e spostando le lancette dell'orologio appeso al muro della cucina. "Eh, ma c'è tutta la questione dell'orologio biologico che si sfasa", ti senti ripetere dai sapientoni. Ma non diciamo cazzate, su, l'unico orologio che si sfasa, almeno qui a casa mia, è sempre quello di prima, della cucina, che ogni due o tre anni scarica la sua pila e si ferma. Poi, oh, può benissimo essere che a molti, effettivamente, questo passaggio dia fastidio, ma non è certo il mio caso. Per come la vedo io, stanotte si dorme un'ora in più e finita lì.
Pensandoci bene, però, c'è stato un periodo in cui questo passaggio creava qualche problema anche a me: quello dei vent'anni in cui ho fatto il turno di notte nell'azienda che distribuisce i giornali alle edicole, quella in cui lavoro tutt'ora, anche se da qualche anno sono passato a miglior vita (nel senso che adesso faccio il turno di giorno, ovviamente). Ma perché il suddetto passaggio ora legale/solare e viceversa, in quel frangente causava problemi? La faccenda richiede una premessa. Come molti di voi sicuramente sanno, i quotidiani in edicola escono tutti i giorni, domenica compresa. All'epoca in cui io lavoravo quando il resto del mondo dormiva, iniziavo il turno alle 4, per cui, quando cadeva la fatidica notte in cui c'era il cambio dell'ora, già da un paio di giorni prima cominciava a serpeggiare tra di noi la domanda da cento milioni di dollari: "a che ora veniamo sabato notte?" La risposta del direttore era invariabilmente sempre quella: "alle quattro, come sempre, che domande..."
"Sì, lo sappiamo, ma alle quattro dell'orario nuovo o di quello vecchio?"
"Di quello nuovo, no? Regolate la sveglia come se l'orario cambiasse alle 8 di sera e siete a posto."
Noi stavamo un po' a pensarci, poi ribattevamo: "è vero, ma i giornali vanno comunque in stampa a mezzanotte dell'orario vecchio, e l'orario cambia mentre sono in viaggio in autostrada, perciò anche se siamo già nell'orario nuovo loro arrivano qui al deposito conseguentemente all'ora in cui sono partiti, quindi perché dovremmo venire a lavorare con l'orario nuovo?"
A questo punto, anche per cercare di arrivare a una conclusione, la risposta era invariabilmente quella: "sentite, fate quel cazzo che vi pare. Va bene così?" Andava benissimo, ovviamente, tanto è vero che nei famosi vent'anni in cui ho fatto il turno di notte, al cambio dell'ora ognuno è sempre arrivato quando cavolo gli è parso: chi alle 3, chi alle 4, chi alle 5. Quello che è importante, comunque, è che i giornali, la domenica mattina, in edicola ci sono sempre arrivati.
Ah, a proposito: visto che mi è venuto in mente, l'orologio della cucina vado a metterlo a posto adesso, va'.
Le biblioteche ti fregano
Entri con l'intenzione di prendere qualcosa di un certo autore ed esci con tutt'altro. Pensavo a qualcosa di Gesualdo Bufalino, stamattina, quando sono entrato nella biblioteca qui di Santarcangelo, e invece sono uscito con un libro di Guccini e uno di Roth. D'altra parte è il fascino delle biblioteche.
:)
Autobus per i rom
Leggo della proposta di Pd e Sel, a Torino, di attivare una linea di autobus solo per i rom, nata come conseguenza di questo ragionamento: gli zingari rubano, quindi istituiamo un autobus solo per loro.
Sono d'accordo. Non sto scherzando, dico davvero. Allo stesso modo, però, si istituisca una linea apposita per chi ruba in maniera più "soft": le banche, tanto per fare il primo esempio che mi viene in mente. Fanno un autobus per gli zingari che rubano? Benissimo, ne facciano uno anche per i banchieri che ci derubano tramite c/c. Giusto per avere un minimo di giustizia sociale, eh.
giovedì 23 ottobre 2014
L'Unità e le donne nude
La linea editoriale della futura Unità segna senz'altro un ritorno allo spirito di Gramsci.
(fonte: http://tinyurl.com/o9qw6st)
La letterina
Al di là del politichese, se non ho capito male l'UE ci accusa di non rispettare né il principio del pareggio di bilancio né il percorso di riduzione del debito pubblico previsti dal fiscal compact.
Una bella sfanculata, mi pare, anche alle famose circostanze eccezionali a cui Renzi si è pateticamente appellato per giustificare l'impossibilità di mantenere i conti pubblici italiani entro i parametri UE.
Riassumendo ancora più brutalmente, la legge di stabilità è una ciofeca con cui si è tentato di far fessi quelli là a Bruxelles, che ovviamente fessi non sono.
martedì 21 ottobre 2014
Pantani e il (non) complotto
Quando si parla di Pantani, è cosa nota, la tendenza è quella di salire sulle barricate, specie qua in Romagna. E la cosa, diciamolo, ha anche una sua giustificazione. Quello che risulta difficile, in questi casi, è riuscire a restare imparziali, basandosi esclusivamente sui fatti e su ciò che si conosce.
Marco Travaglio, sul Fatto di stamattina, smonta la teoria del complotto, tornata in auge da qualche tempo dopo le rivelazioni di Vallanzasca e altri, e ricostruisce nei dettagli tutta la sua odissea giudiziaria. L'articolo è molto lungo e articolato, e credo meriti una letta. Poi, per quel che vale, neppure io ho mai creduto alla teoria del complotto, e non da oggi.
domenica 19 ottobre 2014
Forse lo scemo sono io
Ovviamente non me la prendo per l'epiteto rivoltomi, non ne vale la pena, mi preme solo fare notare che il tenore dei commenti ai post di Allam (ma vale anche per Salvini e altri casi umani) è più o meno questo. Ed è da qui che si capisce chiaramente perché siamo, e ci saremo ancora a lungo, nel Medioevo.
"Cretini due volte"
(via Malvino)
sabato 18 ottobre 2014
Tra Ebola e Influenza
Ogni anno, in Europa, 40.000 persone muoiono per le complicanze della comune influenza. Lo segnalo a tutti i maniaci della psicosi causata da Ebola. Questo, ovviamente, non significa che si può tranquillamente fare spallucce e fregarsene, significa solo che tra la legittima preoccupazione e il panico e l'allarmismo idiota sarebbe meglio tenere la giusta distanza.
venerdì 17 ottobre 2014
Il divorzio facile rimane difficile
"Per chi volesse separarsi non cambia niente, o cambia poco: da domani, invece di presentarsi davanti al giudice, affiderà la mediazione all’avvocato. Che, al contrario del giudice, vuole essere pagato. Lo chiamano divorzio facile, nella pratica sappiamo solo chi paga e chi ci guadagna. Sempre tre anni di tempo serviranno" (tinyurl.com/pmqzsw3).
Muore così, miseramente, un'altra delle strombazzate promesse di Renzi: il famoso divorzio breve. Gli avvocati (gli unici a guadagnarci) ringraziano.
mercoledì 15 ottobre 2014
5693
Il 15 ottobre 2006 scrivevo il primo post di questo blog. Quello che state leggendo, se blogger.com non sbaglia, è il n. 5693, come si legge nel titolo.
Otto anni sono un bel pezzo di vita, e molta ne ho messa in questi post. Qualcuno dirà: ma non ti sei ancora stancato? No, non mi sono stancato, almeno per ora. I primi anni i miei post avevano più la fisionomia tipica dell'articolo (pur con tutti i limiti dell'articolista, ovviamente), approfondivo di più ciò di cui parlavo ed ero meno superficiale, poi, col passare del tempo, complice anche l'utilizzo di altri social tipo facebook, si sono via via ridotti a semplici e veloci pensieri, la maggior parte dei quali elaborati sul momento come conseguenza di notizie che mi hanno colpito.
Nonostante gli anni trascorsi, vedo dal report degli accessi che qualche decina di fedeli lettori resiste e continua, inspiegabilmente, a leggere ciò che vergo.
A me basta.
:)
martedì 14 ottobre 2014
Di nuovo on line
Magdi Allam è tornaro a scrivere dopo 24 ore di blackout. Facebook gli aveva infatti bloccato l'account, con la minaccia di chiuderglielo, per aver violato una qualche norma contenuta nella policy del social network. Mi fa piacere che sia tornato a scrivere: dopo Salvini è il cazzaro da bar che leggo più volentieri. :)
lunedì 13 ottobre 2014
Falcone e blablabla
"La lotta alla mafia si fa come Falcone." Bello. Bisogna solo vedere se Falcone sarebbe contento di alcuni comportamenti tenuti da Napolitano in questi ultimi tempi. Mi riferisco ad esempio all'ultimo scudo fiscale, quello del 2009, un bellissimo regalo a tanti mafiosi, firmato con nonchalance da Napolitano nonostante le proteste indignate di gran parte dell'opinione pubblica. Oppure mi riferisco al fatto che il Quirinale, sempre così ciarliero e prolifico di comunicati, non abbia sentito il bisogno di dire una sola sillaba di solidarietà nei confronti del procuratore generale di Palermo, Roberto Scarpinato, da tempo oggetto di intimidazioni e minacce, o del pm antimafia Nino Di Matteo, recentemente condannato a morte da Riina.
Ma siamo sempre lì: un conto sono i fiumi di chiacchiere, un altro i fatti.
Al suo meglio
Mai letto un editoriale più insulso, insignificante, senza capo né coda, pieno di balle, generalizzazioni e luoghi comuni triti e ritriti. Solo Sallusti, gongolante per le contestazioni indirizzate al sindaco di Genova, poteva scriverlo.
Patetico veramente.
domenica 12 ottobre 2014
Uscire dall'euro?
Non è una difesa dell'euro, la mia, intendiamoci; quando Grillo parla dei danni provocati dalla moneta unica, quando asserisce che l'euro ci è stato imposto dall'alto senza chiederci un parere, quando strilla che ci è stata sottratta la sovranità monetaria, in larga parte ha ragione. Ma è inutile che continui a menarla con la storia del referendum. O prima si fa una modifica alla Costituzione (che non passerà mai), oppure sono solo chiacchiere. E di chiacchiere ne abbiamo sentite fin troppe.
sabato 11 ottobre 2014
Dall'IdV ai pentastellati e (non) ritorno
Qualche anno fa simpatizzavo per l'IdV di Di Pietro. Non perché fosse chissaché; forse non era neppure un partito di sinistra, sebbene almeno formalmente militasse in quell'area, ma era sicuramente l'unico partito che faceva opposizione senza sconti al delinquente e ai suoi accoliti. Non un'opposizione finta, come il resto del centrosinistra, che a grandi proclami lo demonizzava e sottobanco inciuciava con lui, ma opposizione vera. E poi Di Pietro mi stava simpatico per quel suo essere sanguigno, diretto, refrattario ai congiuntivi come Berlusconi alla legalità.
Simpatizzavo per Di Pietro, quindi, e in più di un'occasione l'ho anche votato, e sono andato pure in piazza, nei gazebo dove si raccoglievano firme per alcune delle iniziative referendarie nate da quel partito. Ma anche se ero un simpatizzante ho sempre mantenuto una certa distanza, e non ho risparmiato critiche e appunti quando erano necessarie. Penso ad esempio a tutto ciò che ruotava attorno alle ben note vicende immobiliari dell'IdV, alle altrettanto poco opportune vicende del figlio, al sostegno alla candidatura di figuri come De Luca in Campania e altre.
Poi ho simpatizzato per il M5S, almeno agli inizi. L'ho votato alcune volte e, anche qui, sono andato in piazza a firmare per Parlamento pulito e altre iniziative dei pentastellati. Siccome mi sembra di essere intellettualmente abbastanza onesto, anche al M5S non ho risparmiato critiche, spesso molto aspre, e non le risparmio tuttora, per tutta una serie di atteggiamenti contradditori e prese di posizione che ritenevo (e ritengo ancora) assolutamente non condivisibili.
Tutto questo pistolotto per dire che ho sempre considerato un cancro la fiducia acritica e incondizionata a un partito o a un leader politico. Penso che le critiche più feroci debbano essere rivolte non ai "nemici", ma agli "amici", a quelli cioè a cui si sono dati fiducia e stima. Perché trovare contraddizioni e pecche nella parte avversa è facile, naturale, costa poca fatica; fare le pulci a quelli a cui si è data fiducia è molto più difficile, perché, indirettamente, è come se si facessero a noi stessi e alla nostra capacità di valutazione.
Impensabile.
venerdì 10 ottobre 2014
giovedì 9 ottobre 2014
Svecchiamenti in corso
"...anche le unioni di fatto in cui si conviva con fedeltà ed amore, presentano elementi di santificazione."
Il buon Luigi Castaldi fa notare che tra questa dichiarazione, uscita dal Sinodo della famiglia voluto da Bergoglio, e i tempi in cui sposarsi solo con rito civile era considerato uno "scandaloso concubinato", sono trascorsi appena 60 anni: per una istituzione vecchia di due millenni è un salto di qualità di tutto rispetto. Coraggio, ce la possiamo fare a svecchiarci un po'.
(...)
Sono convinto che se facessimo un'indagine approfondita, verrebbe fuori che anche le torri gemelle caddero per colpa dei vaccini.
Galan, il villone e i fessi
Dunque, vediamo se ho capito bene. Galan ha chiesto il patteggiamento, la procura di Venezia l'ha accettato e stamattina il gip ha disposto la sua scarcerazione e il trasferimento ai domiciliari nel suo mega villone. L'ex governatore pidiellino salderà quindi la sua posizione con la giustizia e col fisco con un paio d'anni di domiciliari (sempre nel mega villone) e il risarcimento di 2,6 milioni di euro.
Giusto come promemoria, vale la pena ricordare che il tipo, coinvolto nell'inchiesta sui fondi neri del Mose, balzò agli onori delle cronache perché il suo fu il primo caso in Italia in cui la tangente veniva elevata al rango di stipendio, cioè il Galan era accusato di aver percepito per circa una decina d'anni uno stipendio fisso (o, se preferite, mazzetta fissa) di circa un milione di euro/anno.
Ecco, adesso ne restituisce un pochino, si fa un paio d'annetti nel villone e tutto torna a posto. Poi dice che in Italia i fessi sono gli onesti. Per forza.
mercoledì 8 ottobre 2014
L'Alfano amareggiato
Alfano si mette sulla difensiva: "Mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita" dichiara amareggiato. Ora, figliolo caro, io non prendo certo le difese di chi ti ha insultato. Neppure io l'ho fatto, mi sono solo limitato a fare dell'ironia sulla tua infelice iniziativa. Eh sì, perché se uno, senza magari accorgersene, dimostra di voler continuare a perpetuare posizioni medievali, il minimo che si può fare è lanciargli qualche pernacchia con la speranza (vana, in questo caso) che serva ad allargare un pelino i suoi ristretti orizzonti. "Ho solo raccomandato di invitare i sindaci a rispettare le leggi e a non fare in Italia cose che le leggi non prevedono" insiste il poverino.
Ecco, hai sbagliato. Un sindaco non ha bisogno della balia, sa perfettamente quello che deve o non deve fare, e sa perfettamente come regolarsi di fronte alla legge. Se anche - concediamolo, dal momento che l'errore è umano - il suddetto sindaco incorresse in qualche errore interpretativo o applicativo della suddetta legge, ne risponderebbe lui. Punto. Tutto il resto è un di più. Sarebbe come se tu, giusto per fare un esempio, inviassi una circolare ai sindaci in cui raccomandassi che ai cittadini multati erroneamente venga annullata la multa. Non serve, perché i sindaci questa cosa la fanno già. Capisci, caro Alfano, perché (scusate il francesismo) hai pisciato fuori dal vaso?
Non è difficile, dài, con un piccolo sforzo ci puoi arrivare pure tu.
Sinodo e Nobel
Opinione personale, eh.
martedì 7 ottobre 2014
lunedì 6 ottobre 2014
Io do una cosa a te...
Se l'analisi di Panorama è giusta, e così, a occhio, mi pare che lo sia, l'accanimento di Renzi sull'abrogazione dell'articolo 18 è finalizzato unicamente ad "ammorbidire" l'UE in merito alla faccenda dello sforamento del 3% del rapporto deficit/Pil.
Come è noto, Renzi ha già fatto sapere all'Europa che il famoso obiettivo di mantenerlo sotto il 3% non sarà rispettato, almeno fino al 2017. Stessa cosa che ha fatto la Francia, che infatti nei giorni scorsi per questo motivo si è trovata ai ferri corti con la Germania. Ecco, per evitare una probabilissima procedura d'infrazione (qualcuno ha tenuto il conto?) alla fine di ottobre, si offre sull'altare il sacrificio dell'art. 18. Così in Europa sono contenti e (in teoria) non rompono le balle più di tanto a noi.
Insomma si mercanteggia, il vecchio do ut des, io do una cosa a te e tu una me, e la merce di scambio è giusto qualche diritto dei lavoratori. Robetta.
domenica 5 ottobre 2014
Palle domenicali
"Sono soldi dei lavoratori e come accade in tutto il mondo non può essere lo Stato a decidere per lui. Ecco perché mi piacerebbe che dal prossimo anno i soldi del Tfr andassero subito in busta paga. Questo si tradurrebbe in un raddoppio dell’operazione 80 euro."
Prima obiezione: dal momento che i soldi sono del lavoratore, e questo è sacrosanto, sta a lui il pieno diritto di decidere come utilizzare il proprio tfr. Tutto ciò che va oltre questo semplice ed elementare enunciato, smentisce la premessa. Se questo fosse un governo serio, quale invece non è, lascerebbe facoltà di scelta al lavoratore. Punto. Perché è ridicolo ribadire che sono soldi dei lavoratori e poi obbligarli a trovarseli in busta senza aver almeno chiesto loro un parere.
Seconda obiezione: dati alla mano, chi ha avuto diritto agli 80 euro pieni rientra in una fascia di reddito il cui relativo tfr in busta si aggira attorno ai 40 euro. Quindi non c'è nessun raddoppio di niente, ma solo una piccola aggiunta.
Io speravo che almeno di domenica Renzi si prendesse una pausa dal raccontare palle.
venerdì 3 ottobre 2014
mercoledì 1 ottobre 2014
Tfr in busta paga?
Dovete avere pazienza, io sono un po' tardo di mio e a capire le cose mi ci vuole sempre un po' di tempo. Per questo motivo fatico non poco a capire tutta la discussione sull'eventuale tfr in busta paga. Renzi dice che il suo elargimento mensile, sommato al famoso bonus degli 80 euro, fa un bel gruzzoletto che gli italiani possono subito spendere.
Prima cosa: chi ti dice che a me sta bene averlo ogni mese? Io, ad esempio, che lavoro da quando avevo 18 anni, l'ho sempre lasciato in azienda senza toccarlo (ringraziando il cielo non ho mai avuto bisogno di utilizzarlo per le contingenze), ho quindi messo da parte in tutti questi anni una certa somma che ho piacere di continuare a incrementare. In caso di bisogno è lì, e posso chiedere di averla, tutta o una parte. Non vedo il motivo per cui dovrei ritrovarmela ogni mese in busta paga. Spero almeno che, in caso questa cosa si faccia, si lasci facoltà al lavoratore di decidere se volerla oppure no. Dovrebbe essere pacifico che la scelta spetti al lavoratore, ovviamente, ma con questa gente è sempre meglio essere prudenti e aspettarsi di tutto.
Seconda cosa: l'eventuale tfr in busta non è una concessione del governo, non è un bonus che viene elargito sperando magari in un ringraziamento futuro di tipo elettorale. Quelli son soldi che sono già del lavoratore, e il fatto che qualcuno si faccia bello, lassù, dando ad intendere che sia una elargizione sua, fa largamente incazzare.
Ma, come ho scritto all'inizio, sono io a non capire certe finezze legislative.
Col senno di poi
Nessuna certezza, ovviamente, ma se si fosse dato retta ai tanti che fin dall'inizio avevano capito l'entità dei rapporti di forza t...
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