E' usanza piuttosto diffusa che quando si arriva verso la fine si faccia un resoconto dei fatti più importanti accaduti durante l'anno. Anche io gli anni scorsi l'ho fatto (qui nel 2006 e qui nel 2007); quest'anno invece non ho voglia di scrivere lunghi consuntivi o particolareggiati bilanci (ho scritto a sufficienza durante i dodici mesi appena trascorsi ^^), perciò, se vi va, fatelo voi nei commenti.
Si tratta di un invito vero e proprio. Siccome mi sono accorto che là fuori siete in parecchi, tutti i giorni, a passare a fare un giretto da queste parti (della qual cosa ovviamente mi felicito), e di voi solo una piccolissima parte lascia un segno tangibile del suo passaggio, quale migliore occasione dell'ultimo giorno dell'anno per scrivere qualcosa? Lo so, la pigrizia spesso la fa da padrona, e spostare il cursore del mouse fin sopra il link dei commenti e cliccare può rappresentare molte volte un ostacolo difficilmente sormontabile. Beh, per una volta fatelo!
L'invito è rivolto a tutti, come al solito, ma in particolar modo alla folta schiera di quelli che solitamente, per qualsiasi motivo, si fermano solamente a leggere. Potete scrivere quello che volete: un avvenimento del 2008 che vi è rimasto impresso, un accadimento personale (ovviamente raccontabile) che vi è successo e che vi ha lasciato un bel ricordo, un saluto, un augurio, come trascorrerete il capodanno, insomma quello che volete, anche in maniera anonima se vi va. Purché vi facciate vivi! :-)
Ci posso contare?
Ah, dimenticavo: buon 2009!
mercoledì 31 dicembre 2008
martedì 30 dicembre 2008
Notizie in pillole (15)
Ieri sono successi molti fatti ai quali mi sarebbe piaciuto, singolarmente, dedicare un articolo. Purtroppo, per evidenti ragioni di tempo, questo non è possibile e quindi, anche se un po' a malincuore, sono costretto a racchiudere il tutto nelle mie consuete "pillole", probabilmente le ultime di quest'anno.
Sbarchi e promesse. Vorrei far presente che in campagna elettorale - se a volte qualcuno se ne fosse dimenticato - quelli del Pdl ci hanno fatto due scatole così con la famosa "tolleranza zero" di Maroni e col giro di vite riguardo gli arrivi dei clandestini (qui sotto un'immagine tratta dal programma elettorale del Pdl).
E vorrei altresì ricordare che lo stesso premier si recò quest'estate in Libia, a chiacchierare col caro amico Gheddafi, promettendo 5 miliardi di $ per danni di guerra in cambio, tra le altre cose, dell'impegno del leader libico a contrastare le partenze dei clandestini. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e, oltre a qualche siparietto tra ministri, quelli della Lega cominciano a farsi qualche domanda.
Di Pietro junior lascia. Non so se la mossa servirà a riabilitare l'immagine di quello che ormai - agli occhi di molti - non è più il partito immacolato della prima ora e unico rappresentante dell'etica nella politica. Comunque sia, pur non avendo commesso niente di penalmente rilevante, il figlio di Di Pietro ha rassegnato le dimissioni dall'IdV e dalla carica di consigliere provinciale che ricopriva a Campobasso. Visto il tradizionale - e tutto italiano - attaccamento alla poltrona, mi pare che la cosa meriti di essere segnalata.
Terra Santa sì, Terra Santa no. Le quasi certezze di una settimana fa circa il viaggio di Ratzinger in Terra Santa del prossimo anno, sono diventate all'improvviso ben poco probabili. Comprensibile del resto, visto l'aria che tira da quelle parti. Sulla vicenda dell'ennesima fiammata di guerra tra arabi e israeliani non so bene cosa pensare. Questi qui, tra reciproci soprusi e massacri, sono 60 anni che si fanno la guerra, e la tentazione (mia) di pensare a una soluzione definitiva che sia poco politically correct è sempre dietro l'angolo.
La notte dei deficienti. Tutti gli anni, in questo periodo, la stessa storia: la finanza che sequestra tonnellate di fuochi illegali in tutta Italia in attesa che il primo dell'anno si faccia poi la tradizionale e macabra conta di morti, mutilati e feriti vari. L'uomo è un animale strano.
Spioni in Germania. Il Bundestag tedesco ha approvato una legge che consentirà alla polizia di spiare i pc degli utenti privati ufficialmente per fini antiterroristici. Potranno essere controllati senza nessun problema i pc di deputati, religiosi, avvocati, giornalisti, ecc... Alla faccia della privacy.
Io sto con Giovanni Allevi. Uto Ughi, il grande violinista, si è scagliato contro Giovanni Allevi, il musicista e compositore che ha tenuto il famoso concerto al Senato alla vigilia delle festività natalizie. Un'intervista, quella rilasciata da Ughi, che a mio parere rasenta l'insulto. Bene ha fatto, quindi, il giovane musicista a rispondergli per le rime tramite questa bellissima lettera aperta, che vi consiglio caldamente di leggere, pubblicata da La Stampa. Ho ascoltato alcuni pezzi del concerto di Allevi (qui la prima parte) e - giudizio ovviamente personale - l'ho trovato semplicemente entusiasmante. Ma, d'altra parte, che ci volete fare? Anche la musica ha una sua casta di intoccabili totalmente refrattaria alla freschezza e alle novità.
Sbarchi e promesse. Vorrei far presente che in campagna elettorale - se a volte qualcuno se ne fosse dimenticato - quelli del Pdl ci hanno fatto due scatole così con la famosa "tolleranza zero" di Maroni e col giro di vite riguardo gli arrivi dei clandestini (qui sotto un'immagine tratta dal programma elettorale del Pdl).
E vorrei altresì ricordare che lo stesso premier si recò quest'estate in Libia, a chiacchierare col caro amico Gheddafi, promettendo 5 miliardi di $ per danni di guerra in cambio, tra le altre cose, dell'impegno del leader libico a contrastare le partenze dei clandestini. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e, oltre a qualche siparietto tra ministri, quelli della Lega cominciano a farsi qualche domanda.
Di Pietro junior lascia. Non so se la mossa servirà a riabilitare l'immagine di quello che ormai - agli occhi di molti - non è più il partito immacolato della prima ora e unico rappresentante dell'etica nella politica. Comunque sia, pur non avendo commesso niente di penalmente rilevante, il figlio di Di Pietro ha rassegnato le dimissioni dall'IdV e dalla carica di consigliere provinciale che ricopriva a Campobasso. Visto il tradizionale - e tutto italiano - attaccamento alla poltrona, mi pare che la cosa meriti di essere segnalata.
Terra Santa sì, Terra Santa no. Le quasi certezze di una settimana fa circa il viaggio di Ratzinger in Terra Santa del prossimo anno, sono diventate all'improvviso ben poco probabili. Comprensibile del resto, visto l'aria che tira da quelle parti. Sulla vicenda dell'ennesima fiammata di guerra tra arabi e israeliani non so bene cosa pensare. Questi qui, tra reciproci soprusi e massacri, sono 60 anni che si fanno la guerra, e la tentazione (mia) di pensare a una soluzione definitiva che sia poco politically correct è sempre dietro l'angolo.
La notte dei deficienti. Tutti gli anni, in questo periodo, la stessa storia: la finanza che sequestra tonnellate di fuochi illegali in tutta Italia in attesa che il primo dell'anno si faccia poi la tradizionale e macabra conta di morti, mutilati e feriti vari. L'uomo è un animale strano.
Spioni in Germania. Il Bundestag tedesco ha approvato una legge che consentirà alla polizia di spiare i pc degli utenti privati ufficialmente per fini antiterroristici. Potranno essere controllati senza nessun problema i pc di deputati, religiosi, avvocati, giornalisti, ecc... Alla faccia della privacy.
Io sto con Giovanni Allevi. Uto Ughi, il grande violinista, si è scagliato contro Giovanni Allevi, il musicista e compositore che ha tenuto il famoso concerto al Senato alla vigilia delle festività natalizie. Un'intervista, quella rilasciata da Ughi, che a mio parere rasenta l'insulto. Bene ha fatto, quindi, il giovane musicista a rispondergli per le rime tramite questa bellissima lettera aperta, che vi consiglio caldamente di leggere, pubblicata da La Stampa. Ho ascoltato alcuni pezzi del concerto di Allevi (qui la prima parte) e - giudizio ovviamente personale - l'ho trovato semplicemente entusiasmante. Ma, d'altra parte, che ci volete fare? Anche la musica ha una sua casta di intoccabili totalmente refrattaria alla freschezza e alle novità.
lunedì 29 dicembre 2008
Ottimismo (di cartone), media e riforme
L'ottimismo è una gran qualità. Una persona ottimista (quale io ad esempio sono), in genere se la cava sempre. Il problema è che questa qualità io penso che uno se la ritrovi già dentro fin da quando nasce, non si acquisisca a posteriori. Certo, a seconda dello svolgersi degli avvenimenti che caratterizzano la vita di una persona, questo ottimismo potrà magari accentuarsi, attenuarsi o assumere sfumature diverse, ma è indubbio che chi ce l'ha ha sicuramente una marcia in più. Usava dire il celebre scrittore irlandese Jonathan Swift: "I migliori medici della mia vita sono tre: il dottor Dieta, il dottor Riposo e il dottor Ottimismo".
Il problema è che se questo benedetto ottimismo non ce l'hai, difficilmente ti può essere iniettato a forza. E la conferma di tutto questo l'abbiamo avuta proprio in questi giorni, quando sono stati resi pubblici i dati sui consumi natalizi dai quali risulta che gli italiani hanno speso due miliardi di € in meno rispetto allo scorso anno. E le previsioni per capodanno non lasciano certo ben sperare. E tutto questo nonostante già da tempo il nostro pimpante premier (foto) vada predicando ottimismo da ogni canale televisivo e da ogni giornale: evidentemente non è riuscito a convincere molta gente.
La cosa, se ci pensate, è perlomeno strana, perché la stragrande maggioranza dei tiggì e dei media in genere, nel recente periodo ha fatto di tutto per cercare di nascondere questa benedetta crisi (vuoi vedere che alla fine è solo frutto di paranoie nostre?). Oltre all'estenuante rottura di scatole del predicatore di ottimismo, i telegiornali continuano infatti ad aprire con l'emergenza neve (scusate ma non siamo in dicembre? Se non nevica adesso...), il pirata delle nevi di questi giorni (fortuna che si è costituito, altrimenti chissà per quanto ancora ce l'avrebbero menata...), il tutto accompagnato da ampi servizi, gonfiati ad arte, sui fortunati che ancora possono permettersi di passare le feste natalizie negli alberghi o in qualche paese esotico. Insomma una marea di notizie inutili, buone solo per continuare a tenere ipnotizzata la casalinga di Voghera.
Nel frattempo il nostro paese è ufficialmente in recessione (terzo trimestre consecutivo di calo del PIL), gli stipendi (dei fortunati che ancora ne hanno uno) del 2008 sono rimasti uguali a quelli del 2007, mentre il centro studi di Confindustria prevede che nel 2009 andranno perduti 600.000 posti di lavoro. Avete per caso sentito qualche telegiornale che l'ha detto? Forse sì, ma accuratamente nascosto tra le cretinate sulla neve, gli incidenti stradali o l'alluvione del Tevere. Tutto, ovviamente, in ossequio all'ottimismo (e alla presa per i fondelli).
Davanti a tutto questo, il nostro pimpante premier, a pochi giorni dalla conferenza stampa di fine anno (in cui se le è suonate e cantate da solo, senza uno straccio di giornalista che gli facesse notare la montagna di cretinate che stava dando in pasto all'opinione pubblica), ha enunciato quali saranno le priorità dell'esecutivo nel 2009. Lasciando perdere i giornalieri detti e contraddetti a cui ormai ci ha da tempo abituati, sembra proprio (almeno mentre scrivo questo articolo) che si partirà con federalismo - così, giusto per tenersi buona la lega che scalpita e minaccia di farlo assieme all'opposizione - e riforma della giustizia. Il presidenzialismo per ora può aspettare.
Per quanto riguarda questa benedetta riforma della giustiza, per ora ancora sulla carta, scriverò dettagliattamente di nuovo in futuro. Per ora mi limito solo a sottolineare un paio di aspetti.
Nelle intenzioni (mai sopite) del premier c'è l'abolizione dell'uso delle intercettazioni telefoniche. La potete girare come volete ma il succo è questo. E da quanto ha affermato ieri lui stesso (da prendere quindi con le pinze), pare ci sia un accordo con la stessa lega per estenderne l'inibizione anche ai reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, ecc...). Da notare che inizialmente la lega era contraria. Ma la cosa che più lascia stupefatti, almeno a chi ha la possibilità di leggere tra le righe senza fermarsi alle frasi a effetto, è la serie di giutificazioni addotte per preparare debitamente il terreno a quello che sta per succedere. E la dichiarazione più (tristemente) esilarante in merito l'ha fatto proprio ieri sempre il premier:
Ma chi l'ha detto? Ma cosa dice? Scusate, abbiate pazienza, ma quanti di voi quando telefonano agli amici, alla moglie, al marito, magari all'amante (perché no?), stanno attenti a quello che dicono per paura di essere intercettati e di vedere messa a rischio la privacy? Quale privacy, poi, se è stato lo stesso governo Berlusconi, nel 2003, ad approvare un decreto che obbliga i gestori telefonici e gli internet provider a conservare tutti i dati delle nostre telefonate per 5 anni? Se l'è già dimenticato il premier? E non si capisce neppure perché un paese in cui i presunti mascalzoni vengono intercettati "Non è mai veramente democratico". Sarebbe forse più democratico non sapere niente di quello che combinano le persone che noi eleggiamo?
L'idea, poi, di abolire l'uso delle intercettazioni per i reati di corruzione e concussione è spettacolare. Siamo di fronte infatti a uno dei reati più diffusi e "patologici" del nostro paese, che secondo le stime di Transparency International Italia si mangia qualcosa come 50 miliardi di euro l'anno. Una situazione che lo stesso Berlusconi (udite udite), poco meno di un paio di mesi fa, definì endemica e contro la quale preannunciò un giro di vite senza precenti. Come? Ovviamente abolendo le intercettazioni telefoniche, che guarda a caso sono uno dei pochi strumenti veramente validi nella lotta contro questa piaga.
Preparatevi, anche nel 2009 ne sentiremo delle belle!
Il problema è che se questo benedetto ottimismo non ce l'hai, difficilmente ti può essere iniettato a forza. E la conferma di tutto questo l'abbiamo avuta proprio in questi giorni, quando sono stati resi pubblici i dati sui consumi natalizi dai quali risulta che gli italiani hanno speso due miliardi di € in meno rispetto allo scorso anno. E le previsioni per capodanno non lasciano certo ben sperare. E tutto questo nonostante già da tempo il nostro pimpante premier (foto) vada predicando ottimismo da ogni canale televisivo e da ogni giornale: evidentemente non è riuscito a convincere molta gente.
La cosa, se ci pensate, è perlomeno strana, perché la stragrande maggioranza dei tiggì e dei media in genere, nel recente periodo ha fatto di tutto per cercare di nascondere questa benedetta crisi (vuoi vedere che alla fine è solo frutto di paranoie nostre?). Oltre all'estenuante rottura di scatole del predicatore di ottimismo, i telegiornali continuano infatti ad aprire con l'emergenza neve (scusate ma non siamo in dicembre? Se non nevica adesso...), il pirata delle nevi di questi giorni (fortuna che si è costituito, altrimenti chissà per quanto ancora ce l'avrebbero menata...), il tutto accompagnato da ampi servizi, gonfiati ad arte, sui fortunati che ancora possono permettersi di passare le feste natalizie negli alberghi o in qualche paese esotico. Insomma una marea di notizie inutili, buone solo per continuare a tenere ipnotizzata la casalinga di Voghera.
Nel frattempo il nostro paese è ufficialmente in recessione (terzo trimestre consecutivo di calo del PIL), gli stipendi (dei fortunati che ancora ne hanno uno) del 2008 sono rimasti uguali a quelli del 2007, mentre il centro studi di Confindustria prevede che nel 2009 andranno perduti 600.000 posti di lavoro. Avete per caso sentito qualche telegiornale che l'ha detto? Forse sì, ma accuratamente nascosto tra le cretinate sulla neve, gli incidenti stradali o l'alluvione del Tevere. Tutto, ovviamente, in ossequio all'ottimismo (e alla presa per i fondelli).
Davanti a tutto questo, il nostro pimpante premier, a pochi giorni dalla conferenza stampa di fine anno (in cui se le è suonate e cantate da solo, senza uno straccio di giornalista che gli facesse notare la montagna di cretinate che stava dando in pasto all'opinione pubblica), ha enunciato quali saranno le priorità dell'esecutivo nel 2009. Lasciando perdere i giornalieri detti e contraddetti a cui ormai ci ha da tempo abituati, sembra proprio (almeno mentre scrivo questo articolo) che si partirà con federalismo - così, giusto per tenersi buona la lega che scalpita e minaccia di farlo assieme all'opposizione - e riforma della giustizia. Il presidenzialismo per ora può aspettare.
Per quanto riguarda questa benedetta riforma della giustiza, per ora ancora sulla carta, scriverò dettagliattamente di nuovo in futuro. Per ora mi limito solo a sottolineare un paio di aspetti.
Nelle intenzioni (mai sopite) del premier c'è l'abolizione dell'uso delle intercettazioni telefoniche. La potete girare come volete ma il succo è questo. E da quanto ha affermato ieri lui stesso (da prendere quindi con le pinze), pare ci sia un accordo con la stessa lega per estenderne l'inibizione anche ai reati contro la pubblica amministrazione (corruzione, concussione, ecc...). Da notare che inizialmente la lega era contraria. Ma la cosa che più lascia stupefatti, almeno a chi ha la possibilità di leggere tra le righe senza fermarsi alle frasi a effetto, è la serie di giutificazioni addotte per preparare debitamente il terreno a quello che sta per succedere. E la dichiarazione più (tristemente) esilarante in merito l'ha fatto proprio ieri sempre il premier:
"Non è mai veramente democratico un Paese nel quale tutti hanno il timore di essere intercettati"
Ma chi l'ha detto? Ma cosa dice? Scusate, abbiate pazienza, ma quanti di voi quando telefonano agli amici, alla moglie, al marito, magari all'amante (perché no?), stanno attenti a quello che dicono per paura di essere intercettati e di vedere messa a rischio la privacy? Quale privacy, poi, se è stato lo stesso governo Berlusconi, nel 2003, ad approvare un decreto che obbliga i gestori telefonici e gli internet provider a conservare tutti i dati delle nostre telefonate per 5 anni? Se l'è già dimenticato il premier? E non si capisce neppure perché un paese in cui i presunti mascalzoni vengono intercettati "Non è mai veramente democratico". Sarebbe forse più democratico non sapere niente di quello che combinano le persone che noi eleggiamo?
L'idea, poi, di abolire l'uso delle intercettazioni per i reati di corruzione e concussione è spettacolare. Siamo di fronte infatti a uno dei reati più diffusi e "patologici" del nostro paese, che secondo le stime di Transparency International Italia si mangia qualcosa come 50 miliardi di euro l'anno. Una situazione che lo stesso Berlusconi (udite udite), poco meno di un paio di mesi fa, definì endemica e contro la quale preannunciò un giro di vite senza precenti. Come? Ovviamente abolendo le intercettazioni telefoniche, che guarda a caso sono uno dei pochi strumenti veramente validi nella lotta contro questa piaga.
Preparatevi, anche nel 2009 ne sentiremo delle belle!
domenica 28 dicembre 2008
Come promemoria
Io se fossi al vostro posto mi salverei la pagina in una cartella. Chissà che tra qualche tempo non torni utile...
E' arrivata la neve
Come ampiamente preannunciato dai vari bollettini meteo di questi giorni, è finalmente arrivata la neve. Chi ha figli in età scolare sa benissimo cosa significa questo, anche considerando che l'anno scorso qui nella nostra zona non s'è fatta vedere. Niente di eccezionale, si intende, giusto 4 o 5 cm, ma sufficiente comunque per divertirsi un po'.
Ecco qui sotto alcune immagini scattate questa mattina per le strade attorno a casa.
Ecco qui sotto alcune immagini scattate questa mattina per le strade attorno a casa.
Bad Day
Ho iniziato ad ascoltre i R.E.M. (foto) dopo l'uscita dell'album Out Of Time, il loro secondo disco (1991), che decretò il successo definitivo e planetario della rock band statunitense trainato anche dalle note della celeberrima Losing My Religion. Dad Day è invece un singolo del 2003, inserito nel greatest hits In time: The Best of R.e.m. 1988-2003.
Il brano inizia con un riff di chitarra caratteristico e inconfondifibile, e tutto il pezzo nel suo insieme risulta già ad un primo ascolto particolarmente accattivante e coinvolgente. Il videoclip è una piccola chicca nel suo genere; si tratta infatti di una sorta di parodia del classico telegiornale americano, con titoli che scorrono, aggiornamenti della borsa in tempo reale e previsioni del tempo. Anchorman del surreale tg, che negli intenti vuole un po' ironizzare sulle trasmissioni televisive "all news" e che racconta alcune situazioni surreali, è lo stesso Michael Stipe, leader della band, che si collega con gli altri musicisti del gruppo perfettamente calati nella parte di inviati esterni del tg.
I R.E.M. sono sempre stati fortemente critici verso l'amministrazione Bush e il suo operato, specialmente per quanto riguarda la politica estera; dissenso che traspare in molte delle loro composizioni. Nel 2003, ad esempio, alla vigilia dell'invasione dell'Iraq, il gruppo pubblicò sul proprio sito internet Final Straw, una canzone scritta di getto in segno di protesta contro l'azione militare voluta da Bush.
Buona domenica.
Il brano inizia con un riff di chitarra caratteristico e inconfondifibile, e tutto il pezzo nel suo insieme risulta già ad un primo ascolto particolarmente accattivante e coinvolgente. Il videoclip è una piccola chicca nel suo genere; si tratta infatti di una sorta di parodia del classico telegiornale americano, con titoli che scorrono, aggiornamenti della borsa in tempo reale e previsioni del tempo. Anchorman del surreale tg, che negli intenti vuole un po' ironizzare sulle trasmissioni televisive "all news" e che racconta alcune situazioni surreali, è lo stesso Michael Stipe, leader della band, che si collega con gli altri musicisti del gruppo perfettamente calati nella parte di inviati esterni del tg.
I R.E.M. sono sempre stati fortemente critici verso l'amministrazione Bush e il suo operato, specialmente per quanto riguarda la politica estera; dissenso che traspare in molte delle loro composizioni. Nel 2003, ad esempio, alla vigilia dell'invasione dell'Iraq, il gruppo pubblicò sul proprio sito internet Final Straw, una canzone scritta di getto in segno di protesta contro l'azione militare voluta da Bush.
Buona domenica.
sabato 27 dicembre 2008
Nel blu dipinto di blu
Tra i tanti primati che il nostro paese detiene nel mondo, ce n'è uno che forse non tutti conoscono ma che è sicuramente (poco) invidiabile: quello del numero di auto blu circolanti (ovviamente a spese pubbliche). Avete presente, no? Sono quelle autovetture con lampeggiante, generalmente di fascia medio/alta, che scorrazzano per le strade delle nostre città quasi sempre oltrepassando i limiti di velocità (assieme a quelli della decenza).
Ma perché rappresentano un primato? Perché, secondo un recente studio di contribuenti.it, il loro numero ha raggiunto e superato quota 600.000: per la precisione 607.918. In genere, il primo pensiero che viene in mente quando se ne vede una sfrecciare nel traffico cittadino è: "Caspita, un'auto blu, chissà chi ci sarà dentro...". Beh, non preoccupatevi, ci può essere chiunque, compreso l'ultimo dipendente dell'asl più scalcinata, perché questa marea di veicoli è a disposizione di Parlamento, Governo, Regioni, Province, Comuni, comunità montane, enti pubblici, Asl, procure, società senza scopo di lucro, aziende miste, partecipate varie.
Qualcuno potrebbe pensare che in fondo 600.000 e passa vetture adibite a questo scopo una loro utilità ce l'abbiano, che siano insomma necessarie. Può darsi, ma questa ipotesi cozza clamorosamente coi numeri, secondo i quali, solo per fare un paragone, in tutti gli USA sono appena 75.000 (sì, avete letto bene). Ecco, per rendere meglio l'idea, una classifica che ho redatto dai dati pubblicati dal Sole24Ore:
C'è qualcuno che mi sa dare una giustificazione valida del fatto che il nostro paese abbia otto volte le auto blu degli Stati Uniti d'America e quasi 20 volte quelle del Giappone? Auto blu che oltre a essere aumentate negli ultimi due anni del 6% (nel 2006 erano 574.215) ed essere spesso al centro di scandali, com'è avvenuto proprio in questi giorni a Napoli, hanno ovviamente un costo, che - sempre secondo quanto riporta contribuenti.it - pesa sul bilancio dello stato (cioè su di noi) per 18,2 miliardi di euro l'anno.
Cosa dite? Ci sarà mai un governo che oltre a tagliare scuola, ricerca, sanità e servizi - come fanno tutti regolarmente - oserà mettere il naso anche in queste cose?
Ma perché rappresentano un primato? Perché, secondo un recente studio di contribuenti.it, il loro numero ha raggiunto e superato quota 600.000: per la precisione 607.918. In genere, il primo pensiero che viene in mente quando se ne vede una sfrecciare nel traffico cittadino è: "Caspita, un'auto blu, chissà chi ci sarà dentro...". Beh, non preoccupatevi, ci può essere chiunque, compreso l'ultimo dipendente dell'asl più scalcinata, perché questa marea di veicoli è a disposizione di Parlamento, Governo, Regioni, Province, Comuni, comunità montane, enti pubblici, Asl, procure, società senza scopo di lucro, aziende miste, partecipate varie.
Qualcuno potrebbe pensare che in fondo 600.000 e passa vetture adibite a questo scopo una loro utilità ce l'abbiano, che siano insomma necessarie. Può darsi, ma questa ipotesi cozza clamorosamente coi numeri, secondo i quali, solo per fare un paragone, in tutti gli USA sono appena 75.000 (sì, avete letto bene). Ecco, per rendere meglio l'idea, una classifica che ho redatto dai dati pubblicati dal Sole24Ore:
- Italia: 607.918
- USA: 75.000
- Francia: 64.000
- Regno Unito: 55.000
- Germania: 53.000
- Turchia: 52.000
- Spagna: 42.000
- Giappone 31.000
- Grecia: 30.000
- Portogallo: 23.000
C'è qualcuno che mi sa dare una giustificazione valida del fatto che il nostro paese abbia otto volte le auto blu degli Stati Uniti d'America e quasi 20 volte quelle del Giappone? Auto blu che oltre a essere aumentate negli ultimi due anni del 6% (nel 2006 erano 574.215) ed essere spesso al centro di scandali, com'è avvenuto proprio in questi giorni a Napoli, hanno ovviamente un costo, che - sempre secondo quanto riporta contribuenti.it - pesa sul bilancio dello stato (cioè su di noi) per 18,2 miliardi di euro l'anno.
Cosa dite? Ci sarà mai un governo che oltre a tagliare scuola, ricerca, sanità e servizi - come fanno tutti regolarmente - oserà mettere il naso anche in queste cose?
venerdì 26 dicembre 2008
La bontà (natalizia) dei nostri politici
Questo breve articolo voi lo leggete oggi (26/12), ma io l'ho scritto ieri pomeriggio - giorno di Natale - in pieno abbiocco post prandiale, con tutto quello che ne consegue. In realtà non c'è un motivo preciso, né ho qualcosa di particolarmente urgente da dire. Butto giù in maniera anche piuttosto svogliata queste righe solo per segnalare una cosa che mi è saltata all'occhio mentre passavo in rassegna il feedreader di Google.
Voi sapete che a Natale si diventa per qualche oscuro motivo tutti più buoni, o almeno questo è quello che ci raccontano e che ci sentiamo ripetere fin da quando eravamo bambini. Ciò vale naturalmente anche per i nostri politici: a Natale sono più buoni anche loro e la cosa va dimostrata in maniera plateale, perché se loro sono buoni e non la sa nessuno che gusto c'é?
Ecco quindi che il giorno della vigilia il buon Alemanno si è recato alla Caritas di via Marsala, ovviamente a Roma, per presenziare alla tradizionale messa assieme ai senzatetto e per regalare alla struttura alcune centinaia di capi, tra teli da bagno e lenzuola, tramite una società collegata al Campidoglio. Il presidente del Senato, invece, e cioè Renato Schifani, si è recata ieri in visita all'ospedale pediatrico romano Bambin Gesù portando in dono 50.000 €, i proventi del tradizionale concerto natalizio a palazzo Madama.
Angelino Alfano, invece, è andato in galera... cioè, no, non in quel senso (anche se dopo quello che ha fatto alla Costituzione col lodo che porta il suo nome, forse...), ma nel senso che si è recato a visitare i ragazzi carcerati dell'istituto penitenziario Malaspina, Palermo, occasione che ha utilizzato per esprimere una di quelle dichiarazioni destinate a entrare nella storia: "Lo Stato e' vicino ai ragazzi che ha punito e dice loro che hanno la possibilita' di riscattarsi".
Non fanno venire in mente anche a voi i tre Re Magi?
Voi sapete che a Natale si diventa per qualche oscuro motivo tutti più buoni, o almeno questo è quello che ci raccontano e che ci sentiamo ripetere fin da quando eravamo bambini. Ciò vale naturalmente anche per i nostri politici: a Natale sono più buoni anche loro e la cosa va dimostrata in maniera plateale, perché se loro sono buoni e non la sa nessuno che gusto c'é?
Ecco quindi che il giorno della vigilia il buon Alemanno si è recato alla Caritas di via Marsala, ovviamente a Roma, per presenziare alla tradizionale messa assieme ai senzatetto e per regalare alla struttura alcune centinaia di capi, tra teli da bagno e lenzuola, tramite una società collegata al Campidoglio. Il presidente del Senato, invece, e cioè Renato Schifani, si è recata ieri in visita all'ospedale pediatrico romano Bambin Gesù portando in dono 50.000 €, i proventi del tradizionale concerto natalizio a palazzo Madama.
Angelino Alfano, invece, è andato in galera... cioè, no, non in quel senso (anche se dopo quello che ha fatto alla Costituzione col lodo che porta il suo nome, forse...), ma nel senso che si è recato a visitare i ragazzi carcerati dell'istituto penitenziario Malaspina, Palermo, occasione che ha utilizzato per esprimere una di quelle dichiarazioni destinate a entrare nella storia: "Lo Stato e' vicino ai ragazzi che ha punito e dice loro che hanno la possibilita' di riscattarsi".
Non fanno venire in mente anche a voi i tre Re Magi?
giovedì 25 dicembre 2008
Terremoti di fine anno
Può darsi che questo titolo venga automaticamente abbinato da qualcuno al recente terremoto che ha colpito molte zone dell'Emilia. Mi riferisco invece alle altrettanto recenti inchieste che hanno visto invischiato in alcuni giri poco chiari il figlio del leader dell'Italia dei Valori Antonio Di Pietro (foto).
Chi segue un po' le vicende della politica, converrà con me che tutto ci si sarebbe potuto aspettare dagli sviluppi dell'inchiesta di Napoli tranne che dalle intercettazioni uscisse fuori il nome del figlio di colui che paragona la loro utilità a quella del bisturi in sala operatoria. Insomma, una delle molte ramificazioni dell'inchiesta su quello che è stato definito il "sistema Romeo" è arrivata a sfiorare la famiglia Di Pietro.
I giornali e i media in genere hanno dato molto risalto fin da subito alle dichiarazioni immediate dello stesso Di Pietro, il quale, come ha ampiamente riportato anche sul suo blog, ha esortato i magistrati inquirenti ad andare avanti tranquillamente perché quando si tratta di fare chiarezza "non c'è figlio che tenga". Un risalto a queste dichiarazioni forse perfino eccessivo, nel senso che Di Pietro difficilmente avrebbe potuto farne di diverse, se non altro per una questione di coerenza con quanto va dicendo da un bel po' di tempo in qua sul tema appunto delle intercettazioni.
Su quanto è trapelato finora non dò giudizi né sentenze prima del tempo perché è piuttosto difficile farsi un'idea chiara in merito. E ciò come conseguenza del fatto che a seconda delle fonti che si consultano il "clan" dei Di Pietro viene associato nella peggiore delle ipotesi a mazzette, brogli, appalti truffa e via discorrendo, e, nella migliore, lo stesso figlio di Di Pietro sarebbe solamente vittima di un tentativo di ricatto. Per adesso l'unico elemento certo in questo marasma di dichiarazioni e notizie è che non esiste nei suoi confronti nessun tipo di provvedimento.
Come impressione personale trovo quantomeno sospetto il fatto che le notizie sulla vicenda siano state riportate - specie da alcune particolari testate - in maniera piuttosto tendenziosa, quasi si volesse mettere in atto una sorta di opera di discredito verso Di Pietro, e più in generale il suo movimento, proprio adesso che il suddetto movimento sta raccogliendo tanti consensi. Personalmente sono proprio curioso di seguire gli sviluppi della vicenda; vedere cioè se alla fine le indagini porteranno a qualcosa di concreto oppure, come penso, tutto si dissolverà in una bolla di sapone.
Chi segue un po' le vicende della politica, converrà con me che tutto ci si sarebbe potuto aspettare dagli sviluppi dell'inchiesta di Napoli tranne che dalle intercettazioni uscisse fuori il nome del figlio di colui che paragona la loro utilità a quella del bisturi in sala operatoria. Insomma, una delle molte ramificazioni dell'inchiesta su quello che è stato definito il "sistema Romeo" è arrivata a sfiorare la famiglia Di Pietro.
I giornali e i media in genere hanno dato molto risalto fin da subito alle dichiarazioni immediate dello stesso Di Pietro, il quale, come ha ampiamente riportato anche sul suo blog, ha esortato i magistrati inquirenti ad andare avanti tranquillamente perché quando si tratta di fare chiarezza "non c'è figlio che tenga". Un risalto a queste dichiarazioni forse perfino eccessivo, nel senso che Di Pietro difficilmente avrebbe potuto farne di diverse, se non altro per una questione di coerenza con quanto va dicendo da un bel po' di tempo in qua sul tema appunto delle intercettazioni.
Su quanto è trapelato finora non dò giudizi né sentenze prima del tempo perché è piuttosto difficile farsi un'idea chiara in merito. E ciò come conseguenza del fatto che a seconda delle fonti che si consultano il "clan" dei Di Pietro viene associato nella peggiore delle ipotesi a mazzette, brogli, appalti truffa e via discorrendo, e, nella migliore, lo stesso figlio di Di Pietro sarebbe solamente vittima di un tentativo di ricatto. Per adesso l'unico elemento certo in questo marasma di dichiarazioni e notizie è che non esiste nei suoi confronti nessun tipo di provvedimento.
Come impressione personale trovo quantomeno sospetto il fatto che le notizie sulla vicenda siano state riportate - specie da alcune particolari testate - in maniera piuttosto tendenziosa, quasi si volesse mettere in atto una sorta di opera di discredito verso Di Pietro, e più in generale il suo movimento, proprio adesso che il suddetto movimento sta raccogliendo tanti consensi. Personalmente sono proprio curioso di seguire gli sviluppi della vicenda; vedere cioè se alla fine le indagini porteranno a qualcosa di concreto oppure, come penso, tutto si dissolverà in una bolla di sapone.
mercoledì 24 dicembre 2008
Volete seguire il viaggio di Babbo Natale con Google?
Scommetto che sono molti tra voi quelli che si sono chiesti, almeno una volta, quale è il tragitto che effettua Babbo Natale per consegnare i regali a tutti i bambini del mondo.
Come vedete dall'immagine qui sopra, mentre scrivo questo post si trova in Cina e sta "pericolosamente" avanzando verso le nostre zone, costantemente monitorato da Google e dai radar del Norad. :-)
Se volete seguire anche voi in tempo reale il suo viaggio, potete farlo collegandovi a questo sito. Cliccando sui vari "regali" che semina in giro è possibile vedere delle immagini dei luoghi in cui ha fatto tappa, mentre selezionando il simbolo della videocamera anche alcuni filmati.
Nella parte alta del sito trovate una serie di link con altre informazioni su Babbo Natale.
(via ZeusNews)
Come vedete dall'immagine qui sopra, mentre scrivo questo post si trova in Cina e sta "pericolosamente" avanzando verso le nostre zone, costantemente monitorato da Google e dai radar del Norad. :-)
Se volete seguire anche voi in tempo reale il suo viaggio, potete farlo collegandovi a questo sito. Cliccando sui vari "regali" che semina in giro è possibile vedere delle immagini dei luoghi in cui ha fatto tappa, mentre selezionando il simbolo della videocamera anche alcuni filmati.
Nella parte alta del sito trovate una serie di link con altre informazioni su Babbo Natale.
(via ZeusNews)
martedì 23 dicembre 2008
Ma abbiamo davvero tutto questo bisogno di Beckham?
Non me ne vogliano i tifosi del Milan che leggono questo blog, ma me lo chiedevo ieri mattina in agenzia mentre sfogliavo il giornale davanti a caffé e pasta. Vabbè, è arrivato Beckham a Milano: e allora? La cosa merita un titolo in bella evidenza in prima pagina (cose tipo: "Due vite da sogno"?) e due paginoni all'interno? Boh...
Ecco - dirà qualcuno - è arrivato il solito rompiscatole disfattista! Beh, sì, probabilmente è così, ma non riesco a capire il motivo per cui la vicenda debba suscitare tutto questo interesse. Anzi, meglio, anche ammettendo che la notizia possa essere per molti effettivamente interessante, perché lo è? Lo so, mi sto inoltrando in quelle che è usanza chiamare pippe mentali, ma non posso farci niente.
Eppure sarebbe interessante capire cos'è che affascina tanto del personaggio, che sarà sicuramente valido a livello mediatico ma che non pare essere altrettanto rinomato per imprese sportive: il fatto che abbia tanti soldi? che abbia una bella moglie? che all'arrivo a Malpensa ci fossero cinque limousine ad aspettarlo (che abbia il dono dell'ubiquità?)? che la moglie (su un'altra limousine) abbia già cominciato a girare per alberghi di lusso a cercare casa? o forse per tutte queste cose messe insieme? Boh...
Bertolt Brecht, se non ricordo male, diceva: "Sventurata la terra che ha bisogno di eroi."
Se poi gli eroi sono questi...
Ecco - dirà qualcuno - è arrivato il solito rompiscatole disfattista! Beh, sì, probabilmente è così, ma non riesco a capire il motivo per cui la vicenda debba suscitare tutto questo interesse. Anzi, meglio, anche ammettendo che la notizia possa essere per molti effettivamente interessante, perché lo è? Lo so, mi sto inoltrando in quelle che è usanza chiamare pippe mentali, ma non posso farci niente.
Eppure sarebbe interessante capire cos'è che affascina tanto del personaggio, che sarà sicuramente valido a livello mediatico ma che non pare essere altrettanto rinomato per imprese sportive: il fatto che abbia tanti soldi? che abbia una bella moglie? che all'arrivo a Malpensa ci fossero cinque limousine ad aspettarlo (che abbia il dono dell'ubiquità?)? che la moglie (su un'altra limousine) abbia già cominciato a girare per alberghi di lusso a cercare casa? o forse per tutte queste cose messe insieme? Boh...
Bertolt Brecht, se non ricordo male, diceva: "Sventurata la terra che ha bisogno di eroi."
Se poi gli eroi sono questi...
lunedì 22 dicembre 2008
[email protected] e varianti, gli ultimi bufalovirus in circolazione
Un mio caro amico mi ha segnalato un paio di e-mail "allarmanti" che ha ricevuto in questi giorni. Siccome è probabile che altri, magari anche tra quelli che leggono questo blog, le abbiano ricevute e si siano (in)comprensibilmente un pochino allarmati, faccio il copia/incolla qui sotto delle due e-mail così come mi sono state inoltrate.
E-mail n.1:
E-mail n.2:
I due messaggi sono entrambi delle bufale. Il primo dei due, quello che menziona il contatto [email protected] è relativamente recente (ha fatto la sua comparsa il mese scorso), mentre il secondo (Sonia_cabrilis di Hotmail) risale a luglio dell'anno scorso.
Sono delle bufale per il semplice motivo che non è sulla base del nome del messaggio o del suo mittente che ci si difende dai virus. Tutte le e-mail che si ricevono sono infatti potenzialmente a rischio, indipendentemente da chi ce le spedisce, e la difesa principale è costituita da una serie di precauzioni che si basano sulla prudenza, sul buon senso e alcuni accorgimenti "tecnici" (antivirus costantemente aggiornato, massima attenzione e controllo preventivo degli allegati, ecc...).
Insomma, se ricevete e-mail di questo tenore, evitate di incrementare la catena di S. Antonio inoltrandola ai vostri contatti ma, eventualmente, segnalate a chi ve l'ha spedita che si tratta di una bufala. Altre informazioni dettagliate, assieme all'elenco dei contatti e degli indirizzi "a rischio" attualmente in circolazione, le trovate qui.
Approfitto per segnalare la variante in (pseudo)italiano dello spam di Elena (questa l'ho ricevuta io), la finta ragazza-madre russa che ha freddo, vuole la stufa e bla bla bla di cui avevo già parlato in un precedente articolo. Vi riporto il testo qui sotto. Se la ricevete sapete cosa fare.
E-mail n.1:
LEGGETE....E' IMPORTANTE !!!!
Di a tutti i tuoi contatti della tua lista, di non accettare ne il
contatto [email protected] ne un video di Bush.
E' un hacker, formatta il computer, ti cancella i contatti e ti toglie la password alla posta elettronica.
ATTENZIONE, se i tuoi contatti lo accettano, pure tu lo prenderai, così invia il messaggio urgentemente a tutti.
URGENTISIMOOOOOOOOOOOO !!!
PER FAVORE, FAI CIRCOLARE QUESTO AVVISO AI TUOI AMICI, FAMILIARI,
CONTATTI!!!
Nei prossimi giorni devi stare attento: Non aprire nessun messaggio con
un allegato chiamato:
Invito
indipendentemente da chi te lo invia.
E' un virus che BRUCIA tutto l' hard disk del computer.
Questo virus verrà da una persona conosciuta che ti aveva nei contatti. E' per questo che devi inviare questo
messaggio ai tuoi contatti.
E' preferibile ricevere questo messaggio 25 volte che ricevere il virus e aprirlo.
Se ricevi il messaggio chiamato "Invito", anche se è inviato da un amico, non aprirlo e spegni subito il
computer.
E' il peggior virus annunciato dalla CNN.
Un nuovo virus è stato scoperto recentemente ed è stato classificato da Microsoft come il
virus più distruttivo che sia esistito.
Questo virus è stato scoperto ieri pomeriggio dalla Mc Afee e non c'è rimedio contro questa classe di
Virus: il virus distrugge semplicemente il Settore Zero del Hard Disk, dove le informazioni vitali della sua funzione vengono conservate.
E-mail n.2:
Sta circolando in
internet una nuova frode....
Rubano la tua mail di Hotmail, cambiano la password ed attraverso messenger
e via mail contattano tutti i tuoi amici, ovviamente spacciandosi per te,
dicendo che hai grossi problemi economici e che hai urgente bisogno che
ti facciano un prestito depositando dei soldi su uno specifico conto corrente
oppure
chiedono o un numero di carta di credito o cose simili
(RIPETO sempre spacciandosi per te ).
Cambiando La password tu non hai modo
di entrare nella mail ed avvisare i tuoi contatti.
Fai circolare questa mail per evitare che qualche tuo amico caschi in
questa truffa!
E' URGENTE!!!!!
Di a tutti
i tuoi amici che non accettino come contatto Sonia_cabrilis di Hotmail perchè
è un virus che formatta il tuo computer e se qualche tuo contatto lo accetta
automaticamente vieni infettato anche tu!
Copia e
incolla questa mail ed inviala a tutti i tuoi contatti!
BISOGNA FARE MOOOOOLTA ATTENZIONE!!!
Come se non bastasse, potresti ricevere una mail in
presentazione Power point chiamato 'la vita es bella' ('la vita è bella')
che apparentemente è inoffensiva ma se lo ricevi
NON APRIRLO ASSOLUTAMENTE E CANCELLALO IMMEDIATAMENTE!!!!
Se questo file venisse
aperto, sul monitor ti comparirà un messaggio che dice
'ora è troppo tardi, la vita non è più bella !'.
Subito dopo perderai tutto ciò che
hai nel PC ed il mittente del messaggio
avrà accesso al tuo computer al
posto tuo, accesso alla mail e a tutto
quanto!
Questo è un nuovo virus
che ha iniziato a circolare nella rete.
Dobbiamo fare
di tutto per bloccare questo nuovo virus!
La UOL ha già confermato la
sua pericolosità ed i software antivirus non possono fermarlo.
Il virus è stato creato da un hacker che si autodefinisce
'il padrone della vita' ed il suo obbiettivo è di distruggere i PC domestici
per lottare contro la Microsoft. per questo usa l'estensione .pps
COPIA ED
INCOLLA
QUESTA MAIL ED INVIALA A TUTTI I
TUOI CONTATTI COSI CI
AIUTEREMO TUTTI
A VICENDA!!!
I due messaggi sono entrambi delle bufale. Il primo dei due, quello che menziona il contatto [email protected] è relativamente recente (ha fatto la sua comparsa il mese scorso), mentre il secondo (Sonia_cabrilis di Hotmail) risale a luglio dell'anno scorso.
Sono delle bufale per il semplice motivo che non è sulla base del nome del messaggio o del suo mittente che ci si difende dai virus. Tutte le e-mail che si ricevono sono infatti potenzialmente a rischio, indipendentemente da chi ce le spedisce, e la difesa principale è costituita da una serie di precauzioni che si basano sulla prudenza, sul buon senso e alcuni accorgimenti "tecnici" (antivirus costantemente aggiornato, massima attenzione e controllo preventivo degli allegati, ecc...).
Insomma, se ricevete e-mail di questo tenore, evitate di incrementare la catena di S. Antonio inoltrandola ai vostri contatti ma, eventualmente, segnalate a chi ve l'ha spedita che si tratta di una bufala. Altre informazioni dettagliate, assieme all'elenco dei contatti e degli indirizzi "a rischio" attualmente in circolazione, le trovate qui.
Approfitto per segnalare la variante in (pseudo)italiano dello spam di Elena (questa l'ho ricevuta io), la finta ragazza-madre russa che ha freddo, vuole la stufa e bla bla bla di cui avevo già parlato in un precedente articolo. Vi riporto il testo qui sotto. Se la ricevete sapete cosa fare.
Hi
Il mio nome e` Elena, ho 32 anni e vivo in provincia russa. Io lavoro in una biblioteca e dopo il mio lavoro mi ha permesso di utilizzare computer quando e` possibile.
Ho trovato il vostro indirizzo in internet e ho deciso di scrivere questa lettera.
Ho 7 anni figlia di Angelina, suo padre abbandonato noi e vivere con mia madre.
A causa della crisi nel nostro paese di mia madre perso posti di lavoro e la nostra situazione e` diventata molto difficile.
Il prezzo per il riscaldamento o per la nostra casa e` molto elevato e non possiamo permetterci piu`.
L'inverno sta arrivando e meteorologiche diventano ogni giorno piu` freddo. Siamo preoccupati se la temperatura sara` molto freddo nella nostra casa, non sappiamo come sopravvivere.
Abbiamo bisogno di stufa portatile che danno calore dal legno che brucia. Abbiamo molti legno nella nostra regione, ma non siamo in grado di acquistare la stufa nel mercato locale, perche' i costi equivalente di 192 euro e molto costosa per noi.
Se avete qualche vecchio portatile stufa a legna, io prego che potete donare a noi e organizzare il trasporto di questa stufa al nostro indirizzo. Viviamo 200 km da Mosca.
Questi forni sono diversi, di solito hanno fatto da ghisa e peso circa 100kg.
Ho scaricato la nostra immagine per sito web gratuito e si puo` vedere a
http://elegala.nextmail.ru/ourpic.jpg
Ho tradotto questa lettera alla lingua italiana con computer-traduttore e vorrei apprezzare se si puo` rispondere alla mia lettera in lingua inglese, perche' non so di lingua italiana.
Mi auguro di sentire presto da voi e vi auguro un Buon Natale.
Elena.
L'"omaggio" a Galileo
Leggo, sui puntuali resoconti giornalieri della cronaca vaticana, che ieri mattina il buon Ratzinger ha reso omaggio, durante l'Angelus, a Galileo (immagine qui a fianco) e agli altri scienziati che nel corso del tempo hanno contribuito coi loro studi a far meglio comprendere a tutti le leggi della natura.
Bello. Peccato che lo stesso pontefice abbia accuratamente evitato di menzionare il trattamento che nell'epoca che fu la chiesa riservò allo scienziato stesso e a tutti quelli che avevano l'ardire di proporre studi e teorie che mettessero in discussione la veridicità delle sacre scritture, queste sì a tutti gli effetti nient'altro che un'accozzaglia malriuscita di detti e leggende più volte rimaneggiate nel corso dei secoli ad uso e consumo delle varie situazioni e periodi storici.
Dal 1992 - è noto - la chiesa ha, pur con un certo ritardo, ufficialmente riabilitato il grande scienziato con la cancellazione della famosa abiura, ossia la condanna al silenzio inflittagli sotto la minaccia della tortura dal Santo Uffizio (cosa avesse di santo non è ben chiaro) nel 1633, ma questo a mio giudizio non ripara se non in minima parte il torto e l'ingiustizia perpetrati all'epoca da una chiesa crudele e sanguinaria che perseguitava le donne, la natura, il sesso, proibiva con la morte la lettura dei libri e che non vedeva certo di buon occhio chi andava propugnando l'assurda teoria che fosse la Terra a girare attorno al Sole e non viceversa.
Insomma, quello di Ratzinger sarà stato anche un omaggio. Quello di cui non sono completamente sicuro è se Galileo stesso l'avrebbe gradito.
Bello. Peccato che lo stesso pontefice abbia accuratamente evitato di menzionare il trattamento che nell'epoca che fu la chiesa riservò allo scienziato stesso e a tutti quelli che avevano l'ardire di proporre studi e teorie che mettessero in discussione la veridicità delle sacre scritture, queste sì a tutti gli effetti nient'altro che un'accozzaglia malriuscita di detti e leggende più volte rimaneggiate nel corso dei secoli ad uso e consumo delle varie situazioni e periodi storici.
Dal 1992 - è noto - la chiesa ha, pur con un certo ritardo, ufficialmente riabilitato il grande scienziato con la cancellazione della famosa abiura, ossia la condanna al silenzio inflittagli sotto la minaccia della tortura dal Santo Uffizio (cosa avesse di santo non è ben chiaro) nel 1633, ma questo a mio giudizio non ripara se non in minima parte il torto e l'ingiustizia perpetrati all'epoca da una chiesa crudele e sanguinaria che perseguitava le donne, la natura, il sesso, proibiva con la morte la lettura dei libri e che non vedeva certo di buon occhio chi andava propugnando l'assurda teoria che fosse la Terra a girare attorno al Sole e non viceversa.
Insomma, quello di Ratzinger sarà stato anche un omaggio. Quello di cui non sono completamente sicuro è se Galileo stesso l'avrebbe gradito.
domenica 21 dicembre 2008
Fields of Gold
Una delle più belle canzoni di Sting, in cui a parlare è solo la musica.
Buona domenica.
Buona domenica.
sabato 20 dicembre 2008
Notizie in pillole (14)
Sotto persecuzione? Bella questa: secondo monsignor Angelo Amato anche in Italia esisterebbe una persecuzione nei confronti dei cristiani. Dice il monsignore: "accade, attraverso norme di legge, sentenze della magistratura, comportamenti irridenti il Vangelo, il Santo Padre, la Chiesa, la dottrina cattolica". Davvero? Non sarà per caso che quelli che lui chiama comportamenti irridenti sono per la maggior parte nient'altro che delle necessarie e salutari critiche (si può, no?) verso certi comportamenti ipocriti della Chiesa? Attendiamo poi di sapere, anche alla luce di questi fulgidi esempi, dove siano in Italia i tanto perseguitati cristiani.
Ancora su Eluana. Dopo l'"atto di indirizzo" di Sacconi, che contravviene a quanto disposto da una sentenza definitiva - e come tale non più impugnabile, almeno da quel che ne so io -, anche la regione Friuli, non sapendo più che pesci pigliare, dà pilatescamente in mano la questione alla clinica stessa. Nel frattempo, come capita ormai piuttosto frequentemente (come mai?), è uscito fuori un altro caso che i media dicono simile a quello di Eluana. Tutta questa storia perché il nostro paese non vuole decidersi, causa le solite resistenze e pressioni sappiamo bene di chi, a promulgare una benedetta legge sul testamento biologico che permetta di uscire dal medioevo. I genitori, comunque, non ne possono più. E come dare loro torto?
Tariffe. Dopo avercela menata da tempo, pare adesso ufficiale: da gennaio giù le tariffe di luce e gas. Bello. Peccato che sempre da gennaio aumentino sia il canone Rai che quello Telecom. Come mai non ho visto altrettanti titoli a caratteri cubitali?
Priorità. A Biella crolla un soffitto di una scuola e rimangono feriti 4 studenti. E' incredibile come nel nostro paese, terminato il trambusto mediatico dopo un'emergenza, ci si dimentichi allegramente di tutto. D'altra parte, si sa, le priorità sono ben altre, come dimostra il nostro pimpante premier che da tempo immemorabile continua a starnazzare contro le pericolosissime intercettazioni
Basta perseguitare gli utenti: gli tagliamo direttamente la connessione. Spettacolare annuncio della Riaa. Secondo il Wall Street Journal, le major discografiche e cinematografiche americane cesseranno di trascinare in giudizio i cattivoni del p2p selvaggio beccati in flagrante. D'ora innanzi si interverrà alla radice, cioè sui provider, tagliando direttamente la connessione internet.
Delirio spam. 200 miliardi di messaggi spazzatura (sì, avete capito bene), che costituiscono circa il 90% di tutte le e-mail circolanti, contribuiscono ogni giorno ad aumentare l'intasamento della rete. E volete sapere di chi è buona parte della colpa? Degli utenti che (consapevolmente o inconsapevolmente) rispondono a questo mondezzaio. Incredibile.
Innovazione o fallimento. Resa dei conti, ieri, in casa Pd. "O innovazione o fallimento", ha arringato Uolter ai suoi dal palco della direzione nazionale del partito. Per quel che mi riguarda sono tutti già falliti da tempo.
Ancora su Eluana. Dopo l'"atto di indirizzo" di Sacconi, che contravviene a quanto disposto da una sentenza definitiva - e come tale non più impugnabile, almeno da quel che ne so io -, anche la regione Friuli, non sapendo più che pesci pigliare, dà pilatescamente in mano la questione alla clinica stessa. Nel frattempo, come capita ormai piuttosto frequentemente (come mai?), è uscito fuori un altro caso che i media dicono simile a quello di Eluana. Tutta questa storia perché il nostro paese non vuole decidersi, causa le solite resistenze e pressioni sappiamo bene di chi, a promulgare una benedetta legge sul testamento biologico che permetta di uscire dal medioevo. I genitori, comunque, non ne possono più. E come dare loro torto?
Tariffe. Dopo avercela menata da tempo, pare adesso ufficiale: da gennaio giù le tariffe di luce e gas. Bello. Peccato che sempre da gennaio aumentino sia il canone Rai che quello Telecom. Come mai non ho visto altrettanti titoli a caratteri cubitali?
Priorità. A Biella crolla un soffitto di una scuola e rimangono feriti 4 studenti. E' incredibile come nel nostro paese, terminato il trambusto mediatico dopo un'emergenza, ci si dimentichi allegramente di tutto. D'altra parte, si sa, le priorità sono ben altre, come dimostra il nostro pimpante premier che da tempo immemorabile continua a starnazzare contro le pericolosissime intercettazioni
Basta perseguitare gli utenti: gli tagliamo direttamente la connessione. Spettacolare annuncio della Riaa. Secondo il Wall Street Journal, le major discografiche e cinematografiche americane cesseranno di trascinare in giudizio i cattivoni del p2p selvaggio beccati in flagrante. D'ora innanzi si interverrà alla radice, cioè sui provider, tagliando direttamente la connessione internet.
Delirio spam. 200 miliardi di messaggi spazzatura (sì, avete capito bene), che costituiscono circa il 90% di tutte le e-mail circolanti, contribuiscono ogni giorno ad aumentare l'intasamento della rete. E volete sapere di chi è buona parte della colpa? Degli utenti che (consapevolmente o inconsapevolmente) rispondono a questo mondezzaio. Incredibile.
Innovazione o fallimento. Resa dei conti, ieri, in casa Pd. "O innovazione o fallimento", ha arringato Uolter ai suoi dal palco della direzione nazionale del partito. Per quel che mi riguarda sono tutti già falliti da tempo.
venerdì 19 dicembre 2008
Appello in difesa della Costituzione
Da oggi, scorrendo verso il basso la colonna qui a fianco, trovate un banner che conduce all'appello scritto a quattro mani da Massimo Fini e Marco Travaglio. Si tratta sostanzialmente di un accorato richiamo in difesa della nostra Costituzione, che qualcuno ha già annunciato di voler modificare a colpi di maggioranza. (chissà, magari per farsela su misura?)
La Costituzione, come già affermato da più parti in altre occasioni, non va modificata, ma semmai va attuata, messa in pratica. E disporre di una pur larga maggioranza non dà automaticamente diritto, come invece molti credono, a fare ciò che si vuole.
L'appello, che vi invito a leggere e, se volete, a firmare è qui.
La Costituzione, come già affermato da più parti in altre occasioni, non va modificata, ma semmai va attuata, messa in pratica. E disporre di una pur larga maggioranza non dà automaticamente diritto, come invece molti credono, a fare ciò che si vuole.
L'appello, che vi invito a leggere e, se volete, a firmare è qui.
Parole, parole, parole...
Nello sconquasso generale che si sta verificando all'interno del Pd dopo il ciclone giudiziario di questi giorni, la cosa più divertente (sempre ammesso che in tutto ciò ci sia qualcosa che può essere definito in tale modo), è l'insieme delle dichiarazioni e delle reazioni dello stato maggiore della politica italiana. Alcune sono vere e proprie "perle". Eccone una breve rassegna.
Questa chicca è stata partorita da Massimo D'Alema il 10 dicembre scorso, quando ancora lo tsunami napoletano doveva arrivare. Mi pare che si commenti da sola. Ma andiamo avanti.
Qui siamo alle comiche. La teoria del complotto e di una presunta regia occulta orchestrati dalla magistratura sono sempre stati cavalli di battaglia della destra. Quante volte, ad esempio, l'attuale premier, in seguito alle numerose inchieste di cui è stato (ed è tuttora) oggetto, ha gridato alle toghe rosse, alla magistratura deviata che persegue fini politici, alla inimicizia dei magistrati nei suoi confronti? Adesso questi fanno uguale: manca solo che salti fuori uno che affermi che si tratta di un assalto delle "toghe azzurre" e siamo a posto.
La verità è che, in maniera assolutamente bipartisan, chi viene beccato col sorcio in bocca grida al complotto, come spiega bene Alessandro Giglioli nel suo blog:
Altra posizione di spicco in tutta la vicenda di Napoli riguarda la Iervolino, l'attuale sindaco, la quale, nonostante i ripetuti inviti alle dimissioni (ultimo in ordine di tempo quello di Cacciari), se ne rimane saldamente al suo posto. Intendiamoci, al momento non risulta personalmente sfiorata in nessun modo dal terremoto giudiziario in corso, ma - prendetela come riflessione mia personale - com'è possibile che chi occupa un posto di così alta responsabilità non sia minimamente a conoscenza di cosa combinano i sottoposti? Mah...
Il terremoto giudiziario ha offerto al premier anche l'occasione (l'ennesima) di ribadire - rivolto a quelli con cui fino a ieri non si sarebbe mai seduto a un tavolo - il suo garantismo, augurandosi che la vicenda si sgonfi nel volgere di breve tempo. Poteva mancare per l'occasione l'ennesima promessa, sempre da parte del premier, di una improrogabile riforma della giustizia che ponga un freno a queste maledette intercettazioni? No di certo! Poco importa se magari tramite le suddette intercettazioni si viene a scoprire il porcaio degli avversari: bisogna levarle e basta!
"Una riforma sulla giustizia penale che incide sia sulle indagini che sulle intercettazioni" è una frase che rincuora e che rincuorerà chi si macchierà in futuro di reati per i quali sono previsti meno di 15 anni di pena, cioè la stragrande maggioranza di quelli che vengono commessi nel nostro paese. Tipo quelli di cui stiamo parlando in questi giorni, ad esempio.
Ma non era il governo della sicurezza questo?
Come abbiamo detto insieme a Veltroni, non vogliamo sottovalutare la portata di episodi su alcuni dei quali la magistratura farà i suoi accertamenti - aggiunge l'ex ministro degli Esteri - però ci sembra del tutto forzata l'immagine di un Pd travolto dalla questione morale. È un'immagine che non corrisponde al vero. (fonte)
Questa chicca è stata partorita da Massimo D'Alema il 10 dicembre scorso, quando ancora lo tsunami napoletano doveva arrivare. Mi pare che si commenti da sola. Ma andiamo avanti.
Però mi interrogo [è Castagnetti che parla, ndr]. Un arrestato il lunedì, un altro il martedì, altri ancora il mercoledì... C’è qualcosa che non quadra. Per esempio: mi sono documentato bene sul caso dell’onorevole Margiotta [il deputato del Pd implicato nella questione delle tangenti petrolifere in Basilicata, ndr], e mi chiedo come è stato possibile chiederne l’arresto. Ho studiato l’inchiesta e non dico datemi una prova, perché capisco che di questi tempi è chieder troppo: ma un indizio, almeno un indizio... Mi chiedo cosa ci sia dietro, e non escludo affatto che le cose possano stare come sostiene qualcuno nel centrodestra.
[...]
Un complotto. La «Velina rossa» ieri lo diceva in chiaro: «Si tratta di una vera e propria regia messa in atto da quando alcuni esponenti del Pd hanno espresso, con articoli e dichiarazioni, l’urgenza di arrivare ad una riforma della giustizia». Complotto, regia: ed è dunque questa la trincea nella quale si è calato il pezzo di Pd che ragiona. (fonte)
Qui siamo alle comiche. La teoria del complotto e di una presunta regia occulta orchestrati dalla magistratura sono sempre stati cavalli di battaglia della destra. Quante volte, ad esempio, l'attuale premier, in seguito alle numerose inchieste di cui è stato (ed è tuttora) oggetto, ha gridato alle toghe rosse, alla magistratura deviata che persegue fini politici, alla inimicizia dei magistrati nei suoi confronti? Adesso questi fanno uguale: manca solo che salti fuori uno che affermi che si tratta di un assalto delle "toghe azzurre" e siamo a posto.
La verità è che, in maniera assolutamente bipartisan, chi viene beccato col sorcio in bocca grida al complotto, come spiega bene Alessandro Giglioli nel suo blog:
Ecco, può darsi che anche questa volta ci sia una “regia” dei magistrati, ma se il Pd non avesse al suo interno una discreta quantità di faccendieri, corrotti e collusi con la criminalità, Veltroni e tutti noi elettori democratici adesso ce ne staremmo bei sereni a parlare di politica concreta - la recessione, i salari, i precari, le questioni sociali ed etiche etc - anziché terrorizzarci perché ci sta crollando la casa addosso.
Altra posizione di spicco in tutta la vicenda di Napoli riguarda la Iervolino, l'attuale sindaco, la quale, nonostante i ripetuti inviti alle dimissioni (ultimo in ordine di tempo quello di Cacciari), se ne rimane saldamente al suo posto. Intendiamoci, al momento non risulta personalmente sfiorata in nessun modo dal terremoto giudiziario in corso, ma - prendetela come riflessione mia personale - com'è possibile che chi occupa un posto di così alta responsabilità non sia minimamente a conoscenza di cosa combinano i sottoposti? Mah...
Il terremoto giudiziario ha offerto al premier anche l'occasione (l'ennesima) di ribadire - rivolto a quelli con cui fino a ieri non si sarebbe mai seduto a un tavolo - il suo garantismo, augurandosi che la vicenda si sgonfi nel volgere di breve tempo. Poteva mancare per l'occasione l'ennesima promessa, sempre da parte del premier, di una improrogabile riforma della giustizia che ponga un freno a queste maledette intercettazioni? No di certo! Poco importa se magari tramite le suddette intercettazioni si viene a scoprire il porcaio degli avversari: bisogna levarle e basta!
Abbiamo pronta una riforma sulla giustizia penale che incide sia sulle indagini che sulle intercettazioni. Per quanto riguarda queste ultime saranno consentite solo per atti di terrorismo internazionale, per atti relativi ad associazioni di stampo mafioso e per delitti gravi oltre 15 anni. (fonte)
"Una riforma sulla giustizia penale che incide sia sulle indagini che sulle intercettazioni" è una frase che rincuora e che rincuorerà chi si macchierà in futuro di reati per i quali sono previsti meno di 15 anni di pena, cioè la stragrande maggioranza di quelli che vengono commessi nel nostro paese. Tipo quelli di cui stiamo parlando in questi giorni, ad esempio.
Ma non era il governo della sicurezza questo?
giovedì 18 dicembre 2008
Mariti e cavalli
Lo so, il momento che stiamo attraversando impone serietà, ma questa passatemela...
:-)
(via Corriere)
:-)
(via Corriere)
Come siamo messi
Non so se gli ultimi avvenimenti di questi giorni sono riusciti a dare un quadro preciso di come siamo messi in Italia. Non amo - e non è mai corretto - generalizzare, lo sapete, ma di fronte a certi "traguardi" (se così si possono chiamare) diventa difficile non farlo. Lo so, bisogna sempre distinguere, valutare singolarmente, selezionare, anche perché qui il discorso non è più circoscrivibile all'interno di una fumosa e tutto sommato non ben definita "questione morale".
Qui si tratta di un mare di marcio che pare non avere fine; è come se fosse stata scoperchiata una gigantesca pentola a pressione che di punto in bianco ha cominciato a vomitare tutto il putridume che contiene. Non c'entra più chi ruba di più o chi ruba di meno - ridicole a tal proposito le puntualizzazioni della prima ora di alcuni esponenti del centrosinistra -, ma si tratta di un sistema solido, acquisito, super partes, naturale ormai; un sistema che tende a emarginare chi non ne vuole far parte. Prova ne è il fatto che Antonio Di Pietro, il leader dell'unico partito che (almeno finora) ha qualche diritto di rinfacciare la famosa questione morale agli altri, viene visto come la peste, come una scheggia impazzita all'interno del "sistema". Un sistema in cui non si salvano né destra, né sinistra, né istituzioni, né àmbiti, niente.
Un sistema che si appresta a essere reso inattaccabile dalla già annunciata riforma della giustizia, riforma che permetterà di rimuovere gli ultimi paletti che ancora sono di ostacolo alla totale sottomissione della magistratura alla politica.
Auguri.
Qui si tratta di un mare di marcio che pare non avere fine; è come se fosse stata scoperchiata una gigantesca pentola a pressione che di punto in bianco ha cominciato a vomitare tutto il putridume che contiene. Non c'entra più chi ruba di più o chi ruba di meno - ridicole a tal proposito le puntualizzazioni della prima ora di alcuni esponenti del centrosinistra -, ma si tratta di un sistema solido, acquisito, super partes, naturale ormai; un sistema che tende a emarginare chi non ne vuole far parte. Prova ne è il fatto che Antonio Di Pietro, il leader dell'unico partito che (almeno finora) ha qualche diritto di rinfacciare la famosa questione morale agli altri, viene visto come la peste, come una scheggia impazzita all'interno del "sistema". Un sistema in cui non si salvano né destra, né sinistra, né istituzioni, né àmbiti, niente.
Un sistema che si appresta a essere reso inattaccabile dalla già annunciata riforma della giustizia, riforma che permetterà di rimuovere gli ultimi paletti che ancora sono di ostacolo alla totale sottomissione della magistratura alla politica.
Auguri.
mercoledì 17 dicembre 2008
Aggiornamento eccezionale di Internet Explorer, fossi in voi lo installerei
Questo articolo è stato aggiornato dopo la pubblicazione iniziale.
Microsoft ha pubblicato ieri un avviso tramite il quale dichiara che nella serata di oggi verrà rilasciato un aggiornamento eccezionale per quanto riguarda il browser Internet Explorer.
Succede molto raramente che l'azienda di zio Bill (anzi, adesso zio Steve) rilasci aggiornamenti al di fuori del tradizionale ciclo mensile normalmente previsto (l'ultimo dei quali è stato tra l'altro piuttosto corposo), e ciò è dovuto alla presenza di quelle che in gergo si chiamano falle "zero-day", che altro non sono che dei bugs e/o delle vulnerabilità non ancora coperte e risolte dalle patch.
Il problema che affligge attualmente il browser di Windows può essere sfruttato - secondo Trend Micro - da quasi 10.000 siti appositamente modificati, messi online col preciso scopo di sfruttare il bug (in parole più semplici è sufficiente visitare uno di questi siti con un Internet Explorer non patchato per infettarsi).
La patch, come detto, dovrebbe essere messa online tra circa un'oretta, verso le 19. Se proprio non riusciamo a sbarazzarci non dico di Windows, ma almeno di Internet Explorer, direi che è il caso di installarla.
Aggiornamento 21,50.
ZeusNews segnala che la patch rilasciata da Microsoft ha avuto una "gestazione" di soli otto giorni. Si tratta della patch che ha battuto tutti i record di velocità - riferiti a quello che è lo standard Microsoft - tra la scoperta di una vulnerabilità e la pubblicazione del rimedio.
Microsoft ha pubblicato ieri un avviso tramite il quale dichiara che nella serata di oggi verrà rilasciato un aggiornamento eccezionale per quanto riguarda il browser Internet Explorer.
Succede molto raramente che l'azienda di zio Bill (anzi, adesso zio Steve) rilasci aggiornamenti al di fuori del tradizionale ciclo mensile normalmente previsto (l'ultimo dei quali è stato tra l'altro piuttosto corposo), e ciò è dovuto alla presenza di quelle che in gergo si chiamano falle "zero-day", che altro non sono che dei bugs e/o delle vulnerabilità non ancora coperte e risolte dalle patch.
Il problema che affligge attualmente il browser di Windows può essere sfruttato - secondo Trend Micro - da quasi 10.000 siti appositamente modificati, messi online col preciso scopo di sfruttare il bug (in parole più semplici è sufficiente visitare uno di questi siti con un Internet Explorer non patchato per infettarsi).
La patch, come detto, dovrebbe essere messa online tra circa un'oretta, verso le 19. Se proprio non riusciamo a sbarazzarci non dico di Windows, ma almeno di Internet Explorer, direi che è il caso di installarla.
Aggiornamento 21,50.
ZeusNews segnala che la patch rilasciata da Microsoft ha avuto una "gestazione" di soli otto giorni. Si tratta della patch che ha battuto tutti i record di velocità - riferiti a quello che è lo standard Microsoft - tra la scoperta di una vulnerabilità e la pubblicazione del rimedio.
Lezioni dall'Abruzzo
Spenti i riflettori sulle elezioni regionali in Abruzzo, si può provare a fare qualche considerazione su quanto accaduto. Com'è naturale che sia ci sono vincitori e vinti, e tra i vincitori c'è certamente e indiscutibilmente il Pdl, il quale, forte del 48 e passa percento delle preferenze espresse da chi si è recato a votare, ha piazzato al vertice della regione il suo candidato Giovanni Chiodi. I media, in particolar modo gli organi ufficiali della coalizione di centrodestra, hanno ovviamente dato molto risalto alla cosa, com'è naturale che sia. Peccato che nessuno, tranne il buon .mau., si sia preso la briga di far notare che la vittoria del centrodestra è stata per sottrazione e non per addizione, e che il 50% dei consensi riferito ai votanti che si sono fisicamente presentati alle urne (e cioè il 50% degli aventi diritto) significa, se la matematica non m'inganna, che Chiodi governerà col consenso di 1/4 della regione; ma vabbè, non è il caso di stare eccessivamente a sottilizzare.
Chi sicuramente, comunque, non ha perso, è stato il buon Tonino, e cioè quell'Antonio Di Pietro che ha visto sì soccombere il suo candidato, Carlo Costantini, davanti all'avversario del centrodestra, ma che ha visto nel contempo l'Italia Dei Valori raddoppiare i consensi passando dal 7 al 14% delle preferenze. Un'affermazione che ha ovviamente provocato molti mal di pancia all'interno del Pd per la presunta (mica tanto) erosione di voti ad opera appunto del partito dipietrista, tanto che per lo stesso D'Alema Di Pietro rappresenta ormai addirittura un allarme. Il problema è che il Pd sembra non avere ancora capito che se deve cercare un colpevole della débâcle di cui è stato vittima lo deve cercare dentro sé stesso, all'interno di quell'indecisionismo cronico che l'ha sempre contraddistinto fin dalla sua nascita unito al non aver saputo mai offrire un'alternativa concreta all'attuale maggioranza. Hanno fatto il resto i continui "ni" alle lusinghe e proposte del cavaliere e la nuova tangentopoli che sta squassando dalle fondamenta la sinistra (se ancora si può definire così), o quello che ne è rimasto.
Ma a ben guardare c'è anche un terzo vincitore in Abruzzo, e cioè quell'elettore su due che se n'è rimasto a casa, che si è stancato di andare a votare turandosi il naso e che ha deciso per una volta di tenersi fuori. I dati parlano anche qui chiaro: si è recato ai seggi poco più del 50% degli elettori contro quasi il 70% delle regionali del 2005. Pessimismo? Malessere? Sfiducia? Convinzione radicata che votare non serve a niente? Oppure tutte queste cose insieme? Non lo so. Certo è che l'altissimo astensionismo abruzzese è solo l'ultimo dei molti segnali che vanno in questa direzione. Solo pochi giorni fa, ad esempio, La Stampa ha pubblicato un sondaggio da cui scaturisce che in Piemonte quasi un elettore su 4 se ne resterebbe a casa se si votasse domani: (il neretto è mio)
Il buon Walter Veltroni, quello della versione italiana di "Yes we can", mi sa che avrà nell'immediato futuro parecchi spunti su cui riflettere, molte domande a cui cercare (e possibilmente trovare) risposte. Qualcuno di questi spunti potremmo - sommessamente - offrirglielo noi partendo proprio da quell'Obama a cui si ispirava nella sua campagna elettorale, il quale non ha esistato un istante a chiedere con forza le dimissioni del governatore dell'Illinois arrestato recentemente per corruzione dall'FBI. In America ai politici corrotti viene chiesto di farsi da parte, da noi invece quelli sotto processo vengono direttamente traghettati al dorato parlamento europeo, oppure, se proprio non si può far di meglio, un ipotetico posto sicuro nel Pdl si trova sempre. Poi dice che la gente si rompe le balle e non va più a votare... Di tutto questo i politici sono e saranno sempre di più chiamati a rispondere e rendere conto.
Ed è esattamente questo che non hanno ancora capito: che più loro scappano dalle domande dei cittadini più i cittadini scappano dalle urne.
Chi sicuramente, comunque, non ha perso, è stato il buon Tonino, e cioè quell'Antonio Di Pietro che ha visto sì soccombere il suo candidato, Carlo Costantini, davanti all'avversario del centrodestra, ma che ha visto nel contempo l'Italia Dei Valori raddoppiare i consensi passando dal 7 al 14% delle preferenze. Un'affermazione che ha ovviamente provocato molti mal di pancia all'interno del Pd per la presunta (mica tanto) erosione di voti ad opera appunto del partito dipietrista, tanto che per lo stesso D'Alema Di Pietro rappresenta ormai addirittura un allarme. Il problema è che il Pd sembra non avere ancora capito che se deve cercare un colpevole della débâcle di cui è stato vittima lo deve cercare dentro sé stesso, all'interno di quell'indecisionismo cronico che l'ha sempre contraddistinto fin dalla sua nascita unito al non aver saputo mai offrire un'alternativa concreta all'attuale maggioranza. Hanno fatto il resto i continui "ni" alle lusinghe e proposte del cavaliere e la nuova tangentopoli che sta squassando dalle fondamenta la sinistra (se ancora si può definire così), o quello che ne è rimasto.
Ma a ben guardare c'è anche un terzo vincitore in Abruzzo, e cioè quell'elettore su due che se n'è rimasto a casa, che si è stancato di andare a votare turandosi il naso e che ha deciso per una volta di tenersi fuori. I dati parlano anche qui chiaro: si è recato ai seggi poco più del 50% degli elettori contro quasi il 70% delle regionali del 2005. Pessimismo? Malessere? Sfiducia? Convinzione radicata che votare non serve a niente? Oppure tutte queste cose insieme? Non lo so. Certo è che l'altissimo astensionismo abruzzese è solo l'ultimo dei molti segnali che vanno in questa direzione. Solo pochi giorni fa, ad esempio, La Stampa ha pubblicato un sondaggio da cui scaturisce che in Piemonte quasi un elettore su 4 se ne resterebbe a casa se si votasse domani: (il neretto è mio)
Il dato che più sorprende è quello che non c’è. Ovvero che quasi un elettore piemontese su quattro ha deciso di non andare più a votare alle prossime elezioni. Il sondaggio di «Contacta» per La Stampa sulle intenzioni di voto in Piemonte mette in luce che la pazienza degli elettori è finita. Non è questione di destra o di sinistra nè è legata a contingenti misure del governo o alla crisi sulla questione morale che ha investito il Pd. È un rifiuto totale della politica, una disaffezione che c’entra piuttosto con la crisi economica e davanti alla quale la politica sembra impotente. Chi ha svolto il sondaggio ha scoperto che ben 22 persone su 100, se si votasse domani, rifiuterebbe la scheda. Al quale va aggiunto un altro 20% di indecisi se andare a votare o no e, nel caso, per quale partito votare. Insomma, un «mercato elettorale» come lo chiamano i politologi, che supera il 40% degli aventi diritto. L’astensionismo questa volta non ha «colore». (fonte)
Il buon Walter Veltroni, quello della versione italiana di "Yes we can", mi sa che avrà nell'immediato futuro parecchi spunti su cui riflettere, molte domande a cui cercare (e possibilmente trovare) risposte. Qualcuno di questi spunti potremmo - sommessamente - offrirglielo noi partendo proprio da quell'Obama a cui si ispirava nella sua campagna elettorale, il quale non ha esistato un istante a chiedere con forza le dimissioni del governatore dell'Illinois arrestato recentemente per corruzione dall'FBI. In America ai politici corrotti viene chiesto di farsi da parte, da noi invece quelli sotto processo vengono direttamente traghettati al dorato parlamento europeo, oppure, se proprio non si può far di meglio, un ipotetico posto sicuro nel Pdl si trova sempre. Poi dice che la gente si rompe le balle e non va più a votare... Di tutto questo i politici sono e saranno sempre di più chiamati a rispondere e rendere conto.
Ed è esattamente questo che non hanno ancora capito: che più loro scappano dalle domande dei cittadini più i cittadini scappano dalle urne.
martedì 16 dicembre 2008
Italia Zeitgeist by Google
Il motore di ricerca Google ha pubblicato, come d'abitudine, la tabella coi termini più ricercati durante l'anno che sta per volgere al termine. Qualche giorno fa avevo pubblicato lo stesso tipo di rilevazione fatta però da Yahoo!. La pagina di Google coi risultati suddivisi per paese di provenienza è qui e nell'immagine qui sotto vedete la schermata relativa all'Italia.
Il termine in assoluto più ricercato nel nostro paese è "Youtube", a conferma della popolarità e del massiccio utilizzo che ne fanno i navigatori nostrani e non solo, visto che compare, seppur in posizioni diverse ma sempre in zone medio-alte, anche nelle ricerche effettuate dagli utenti di tutti gli altri paesi presi in esame. Forse il premier - che, ricordo, recentemente ha fatto causa proprio a Youtube - qualche motivo di preoccupazione effettivamente fa bene ad averla, ma non per i motivi sbandierati dei mancati introiti pubblicitari a causa dei filmati Mediaset caricati illecitamente da molti utenti, quanto per il fatto che in generale le balle di chiunque vengono sbugiardate sul portale nel giro di poche ore. E il fatto che il suddetto portale sia così popolare ovviamente non va bene.
Altra cosa che salta subito all'occhio è il termine "lavoro", che si piazza al terzo posto seguito da "casa". Certo, da una semplice classifica di questo tipo non è che si possa dedurre con precisione o interpretare altrettanto precisamente lo stato d'animo di un paese o le sue necessità (per fare una cosa attendibile bisognerebbe per lo meno rapportare il tutto alla percentuale di utenti che utilizzano internet, che, come è noto, nel nostro paese non è che sia delle più elevate); certo è che una così elevata percentuale di ricerche che hanno come tema il lavoro mi sembra perfettamente compatibile col periodo che stiamo attraversando.
Un'ultima cosa da segnalare, che a mio parere fa abbastanza riflettere, è la presenza - anche questo in posizioni sempre piuttosto elevate - del termine "facebook" e di molti altri in qualche modo ricollegabili ai social netwok.
lunedì 15 dicembre 2008
Carlo Vulpio se n'è andato (dal Corriere)
Ho un debole per le notizie che si trovano solo in rete e che non riporta mai nessuno; dove per "nessuno" intendo ovviamente i media più blasonati (grandi quotidiani, telegiornali, ecc...).
Il giornalista che avete appena ascoltato nel video qui sopra si chiama Carlo Vulpio. Dall'inizio del 2007, come scrive anche Beppe Grillo nel suo blog, seguiva le inchieste Toghe Lucane, Poseidon e Why Not, dell'ex pm Luigi De Magistris, e ne pubblicava regolarmente i resoconti sul Corriere della Sera.
Pubblicava, appunto, perché, come scrive lo stesso giornalista nel suo blog, il 3 dicembre scorso è stato licenziato in tronco sollevato dall'inchiesta subito dopo aver pubblicato il suo ultimo articolo: questo. Riporto uno stralcio di quanto scrive lo stesso Vulpio sul suo blog:
Avevo fatto una battuta: avevo detto: i giornalisti, a differenza dei magistrati, non possono essere trasferiti. Avrei fatto meglio a stare zitto. Da lì a poco sarei stato “trasferito” anch’io.
E’ stato la sera del 3 dicembre, dopo che sul mio giornale era uscito un mio servizio da Catanzaro sulle perquisizioni e i sequestri ordinati dalla procura di Salerno nei confronti di otto magistrati calabresi e di altri politici e imprenditori. Come sempre, non solo durante questa inchiesta, ma perché questo è il mio modo di lavorare, avevo “fatto i nomi”. E cioè, non avevo omesso di scrivere i nomi di chi compariva negli atti giudiziari (il decreto di perquisizione dei magistrati di Salerno, che trovate su questo blog in versione integrale) non più coperti da segreto istruttorio. Tutto qui. Nomi noti, per lo più.
[...]
Con una telefonata, il giorno stesso dell’uscita del mio articolo, la sera del 3 dicembre appunto, invece di sostenermi nel continuare a lavorare sul “caso Catanzaro” (non chiamiamolo più “caso de Magistris”, per favore, altrimenti sembra che il problema sia l’ex pm calabrese e non ciò che stanno combinando a lui, a noi, alla giustizia e alla società italiana), invece di farmi continuare a lavorare – dicevo –, come sarebbe stato giusto e naturale, sono stato sollevato dall’incarico.
Esonerato. Rimosso. Congedato. Trasferito.
Con una telefonata, il mio direttore, Paolo Mieli, ha dichiarato concluso il mio viaggio fra Catanzaro e Salerno, Potenza e San Marino, Roma e Lamezia Terme. Un viaggio cominciato il 27 febbraio 2007, quando scoppiò “Toghe Lucane” (la terza inchiesta di de Magistris, con “Poseidone” e “Why Not”). Un viaggio che mi fece subito capire che da quel momento in poi nulla sarebbe stato più come prima all’interno della magistratura e in Italia. (fonte e articolo completo qui)
Non so se ci sia qualcosa da aggiungere. Un giornalista scrive in un suo articolo un resoconto di un'inchiesta con nomi e cognomi (non più coperti da segreto) che compaiono negli atti e viene seduta stante cacciato. Ovviamente può darsi benissimo che vengano fuori altri particolari che definiscono meglio i termini della vicenda, ma a me pare che metodi di questo genere appartengano ad altri paesi. Paesi non proprio in odore di democrazia e giustizia.
domenica 14 dicembre 2008
Wind of Change
Nel 1990 Klaus Meine, lead vocal degli Scorpions, scriveva questa stupenda ballata ispirato dai cambiamenti politici che si stavano verificando in quel periodo nell'Europa dell'Est.
Attendiamo con ansia una "Wind of Change" nostrana.
Buona domenica.
Attendiamo con ansia una "Wind of Change" nostrana.
Buona domenica.
sabato 13 dicembre 2008
[libri] Il Bavaglio, La Casta [/libri]
Purtroppo, almeno per quel che mi riguarda, il tempo da dedicare ai libri si è considerevolmente ridotto. Nei ritagli di tempo, comunque, leggere rimane uno dei miei passatempi preferiti. Ho letto in rapida successione i due libri che vedete nel titolo, e quindi, senza a stare a scrivere un post per ognuno, faccio una breve recensione di entrambi utilizzandone uno unico.
Il Bavaglio.
E' un libro scritto a quattro mani da Marco Travaglio, Peter Gomez e Marco Lillo. E' uscito nello scorso mese di giugno pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere, e attraverso un'analisi critica, accurata e documentata, fa un po' il punto sulle tre leggi vergogna che il governo ha messo in campo in ambito giustizia subito dopo essersi insediato. E cioè:
Il libro, pur essendo in alcuni punti piuttosto "tecnico", specialmente quando va ad analizzare le tempistiche, le modalità e i dettagli delle vicende processuali che narra, è in generale scorrevole e di facile lettura e comprensione. E' uno di quei libri che merita di essere letto, specialmente da chi pensa (e sono tanti) che la combriccola al governo stia veramente lavorando per noi.
La Casta.
La Casta è uno di quei libri che, a differenza di quanto ho fatto finora con tutti quelli che ho recensito, vi consiglio caldamente di non leggere. Perché? Molto semplice: perché è un libro che fa male! E fa male specialmente a quei cittadini che pagano le tasse e le pagano tutte, perché spiega in dettaglio dove vanno a finire, e come vengono spesso letteralmente buttati nel cesso, i soldi che noi diamo allo stato. Il libro-inchiesta, scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, è uscito per Rizzoli a maggio del 2007 ed è diventato in brevissimo tempo uno dei libri più letti e più venduti nel nostro paese. Racconta in modo estremamente documentato gli sprechi a livello di stato, province e comuni dei soldi pubblici.
Sarebbe riduttivo se provassi qui a fare un riassunto o a riportare qualche episodio in particolare, perché dovrei fare una selezione terribile. Il libro è suddiviso in capitoli, ognuno dei quali analizza in dettaglio un aspetto particolare di quella ingorda e insaziabile macchina succhiasoldi che è diventata la politica: si va dagli stipendi dei politici ai loro privilegi, dagli affitti a prezzi altissimi dei palazzi della politica nel centro di Roma alle spese assurde per il loro abbellimento e la loro manutenzione. Dal numero spropositato e assolutamente ingiustificato delle auto blu agli affitti a prezzi stellari di aerei a carico dello stato (noi) per scarrozzare lorsignori; dalle baby (e laute) pensioni a cui hanno diritto pochi privilegiati allo scandalo dei rimborsi elettorali, assolutamente sproporzionati alle somme spese dai singoli partiti.
Un capitolo a parte riguarda la pubblica amministrazione e gli enti locali, in particolare le province, che a tutti gli effetti nient'altro sono se non dei giganteschi carrozzoni perfettamente inutili, mantenuti da noi, utilizzati ormai solo come parcheggi per amici degli amici e politici trombati che trovano qui una seconda giovinezza. Insomma, sono profondamente diviso: da una parte mi piacerebbe che lo leggeste, dall'altra vorrei che lo lasciaste perdere per non rovinarvi il fegato.
Fate un po' voi.
Il Bavaglio.
E' un libro scritto a quattro mani da Marco Travaglio, Peter Gomez e Marco Lillo. E' uscito nello scorso mese di giugno pubblicato dalla casa editrice Chiarelettere, e attraverso un'analisi critica, accurata e documentata, fa un po' il punto sulle tre leggi vergogna che il governo ha messo in campo in ambito giustizia subito dopo essersi insediato. E cioè:
- il lodo Alfano.
- la legge che mette dei grossi paletti alla magistratura in tema di ricorso alle intercettazioni telefoniche (quella che nelle intenzioni doveva servire a bloccare la diffusione delle intercettazioni tra Berlusconi e Saccà) e che mette altrettanti paletti ai giornalisti circa ciò che possono pubblicare o meno (le intercettazioni sono tra l'altro tornate in auge questi giorni in vista della imminente discussione in parlamento della riforma della giustizia).
- la legge che sospende per un anno tutti i processi di primo grado con pena massima fino a dieci anni e che siano stati commessi prima del mese di giugno 2002 (il provvedimento che doveva servire a bloccare il processo Mills).
Il libro, pur essendo in alcuni punti piuttosto "tecnico", specialmente quando va ad analizzare le tempistiche, le modalità e i dettagli delle vicende processuali che narra, è in generale scorrevole e di facile lettura e comprensione. E' uno di quei libri che merita di essere letto, specialmente da chi pensa (e sono tanti) che la combriccola al governo stia veramente lavorando per noi.
La Casta.
La Casta è uno di quei libri che, a differenza di quanto ho fatto finora con tutti quelli che ho recensito, vi consiglio caldamente di non leggere. Perché? Molto semplice: perché è un libro che fa male! E fa male specialmente a quei cittadini che pagano le tasse e le pagano tutte, perché spiega in dettaglio dove vanno a finire, e come vengono spesso letteralmente buttati nel cesso, i soldi che noi diamo allo stato. Il libro-inchiesta, scritto da Sergio Rizzo e Gian Antonio Stella, è uscito per Rizzoli a maggio del 2007 ed è diventato in brevissimo tempo uno dei libri più letti e più venduti nel nostro paese. Racconta in modo estremamente documentato gli sprechi a livello di stato, province e comuni dei soldi pubblici.
Sarebbe riduttivo se provassi qui a fare un riassunto o a riportare qualche episodio in particolare, perché dovrei fare una selezione terribile. Il libro è suddiviso in capitoli, ognuno dei quali analizza in dettaglio un aspetto particolare di quella ingorda e insaziabile macchina succhiasoldi che è diventata la politica: si va dagli stipendi dei politici ai loro privilegi, dagli affitti a prezzi altissimi dei palazzi della politica nel centro di Roma alle spese assurde per il loro abbellimento e la loro manutenzione. Dal numero spropositato e assolutamente ingiustificato delle auto blu agli affitti a prezzi stellari di aerei a carico dello stato (noi) per scarrozzare lorsignori; dalle baby (e laute) pensioni a cui hanno diritto pochi privilegiati allo scandalo dei rimborsi elettorali, assolutamente sproporzionati alle somme spese dai singoli partiti.
Un capitolo a parte riguarda la pubblica amministrazione e gli enti locali, in particolare le province, che a tutti gli effetti nient'altro sono se non dei giganteschi carrozzoni perfettamente inutili, mantenuti da noi, utilizzati ormai solo come parcheggi per amici degli amici e politici trombati che trovano qui una seconda giovinezza. Insomma, sono profondamente diviso: da una parte mi piacerebbe che lo leggeste, dall'altra vorrei che lo lasciaste perdere per non rovinarvi il fegato.
Fate un po' voi.
venerdì 12 dicembre 2008
Secondo voi come hanno incastrato i falsi infermieri di Cosenza?
La cronaca, l'altro ieri, ci ha deliziato con una storia di quelle che contribuiscono a tenere alto il morale e rendere ancora più definito il quadro di come siamo messi in Italia. In quel di Cosenza sono stati scoperti, denunciati e arrestati 70 falsi infermieri regolarmente assunti alle dipendenze di varie strutture sanitarie della regione. Infermieri, ovviamente, totalmente privi delle basilari conoscenze mediche necessarie per svolgere le loro mansioni.
Scriveva mercoledì Repubblica:
Ma come sono riusciti gli investigatori a scoprire e a mettere la parola fine a questa mega truffa che proseguiva indisturbata fin dal 1975? Lo spiega bene barimia.info in questo articolo di cui cito un piccolo estratto: (il neretto è mio)
Proprio così, la truffa è stata scoperta grazie all'uso delle intercettazioni telefoniche, quelle intercettazioni che il cavaliere ribadiva ancora ieri di voler fortemente ridurre e limitare - nell'ambito della grandiosa riforma della giustizia che l'esecutivo si appresta a discutere - utilizzandole solo per i reati "più gravi" (secondo lui) riguardanti mafia e terrorismo.
Questo signore non la smette di stupirmi. Ma in misura ancora maggiore mi stupisco del gradimento che i sondaggi - pare - gli attribuiscono. Nessuno mette in dubbio che i reati di mafia e terrorismo vadano perseguiti con l'uso delle intercettazioni, ci mancherebbe, ma non solo quelli. Andate a spiegare quello che succederà con questa riforma a chi è rimasto vittima di situazioni come quella che ho accennato sopra o come quella inerente lo scandalo della clinica degli orrori Santa Rita a Milano, ad esempio, i cui responsabili sono stati individuati e arrestati grazie alle intercettazioni.
Insomma, l'impressione generale è che invece di perseguire con determinazione ed efficacia chi commette reati - come in questo caso anche piuttosto seri, in quanto pericolosi per la collettività - si cerchi di agevolarli in tutti i modi.
Scriveva mercoledì Repubblica:
I finti infermieri erano spesso coinvolti anche in sala operatoria e in altre delicate mansioni. Altri ancora avevano anche fatto carriera diventando caposala. Secondo quanto appurato dagli investigatori coordinati dalla procura di Cosenza, l'organizzazione falsificava, in maniera impeccabile, i titoli di studio vendendoli per somme che variavano tra 8 e 10mila euro. E garantiva anche stage truffa insegnando a misurare la pressione arteriosa, medicare e prelevare sangue. Nel corso dell'operazione sono stati sequestrati anche beni mobili e immobili del valore di 20 milioni di euro, pari a quanto indebitamente percepito nel tempo dagli arrestati.
Ma come sono riusciti gli investigatori a scoprire e a mettere la parola fine a questa mega truffa che proseguiva indisturbata fin dal 1975? Lo spiega bene barimia.info in questo articolo di cui cito un piccolo estratto: (il neretto è mio)
Il danno calcolato per il Servizio Sanitario Nazionale sarebbe di circa venti milioni di euro. I militari dell'Arma sono giunti agli arresti in questo giorno grazie a una lunga attività di intercettazioni telefoniche ed ambientali, pari a 8200 ore di registrazione. Nell'operazione sono stati impiegati circa 300 carabinieri.
Proprio così, la truffa è stata scoperta grazie all'uso delle intercettazioni telefoniche, quelle intercettazioni che il cavaliere ribadiva ancora ieri di voler fortemente ridurre e limitare - nell'ambito della grandiosa riforma della giustizia che l'esecutivo si appresta a discutere - utilizzandole solo per i reati "più gravi" (secondo lui) riguardanti mafia e terrorismo.
Questo signore non la smette di stupirmi. Ma in misura ancora maggiore mi stupisco del gradimento che i sondaggi - pare - gli attribuiscono. Nessuno mette in dubbio che i reati di mafia e terrorismo vadano perseguiti con l'uso delle intercettazioni, ci mancherebbe, ma non solo quelli. Andate a spiegare quello che succederà con questa riforma a chi è rimasto vittima di situazioni come quella che ho accennato sopra o come quella inerente lo scandalo della clinica degli orrori Santa Rita a Milano, ad esempio, i cui responsabili sono stati individuati e arrestati grazie alle intercettazioni.
Insomma, l'impressione generale è che invece di perseguire con determinazione ed efficacia chi commette reati - come in questo caso anche piuttosto seri, in quanto pericolosi per la collettività - si cerchi di agevolarli in tutti i modi.
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