Poesia e musica

Arnaldo Antunes, autor da música intitulada “Música para ouvir” realiza intensas experimentações estilísticas que permeiam a produção com poeticidade, efeito de genericidade de poesia. No vídeo musical, dirigido por Waddington e Vanzolini, em 1999, a performance do poeta estabelece relação entre o corpo e a tecnologia permitindo situar a produção na era do Antropoceno. Este artigo apresenta os resultados preliminares dos estudos das criações estilísticas no campo linguístico. Foram adotadas a noção de neologia semântica, pautada na mudança do referente do signo, apontada por Guilbert (1975) e metáforas conceituais de Lakoff e Johnson (2003 [1980]). As criações resultam de transgressões das metáforas do cotidiano cristalizadas pelo uso.

Benché finora non trattato approfonditamente da alcuno, il tema del rapporto tra Gozzano e la musica non manca di materiale, sia per quanto riguarda la biografia del letterato, sia per via dei riferimenti alla musica nelle sue opere. Nel presente saggio si ricostruiscono due episodi di collaborazione tra Gozzano e i musicisti. Nel primo caso il concerto ‘Echi di musiche antiche’ che le sorelle Alina e Silvia Zanardini tennero al Liceo Musicale (oggi Conservatorio) di Torino il 18 novembre 1914, in cui venne letta la poesia di Gozzano 'Prologo', espressamente scritta per quell’occasione, e vennero eseguite - ricreando con la scenografia ambientazioni d’epoca - arie di Giovanni Battista Mazzaferrata, Francesco Cavalli, Alessandro Scarlatti, Tommaso Traetta, Felice Blangini ('La vieille': «C’est une misère, que nos jeunes gens»), André Grétry, Pierre Gaveau, Nicolas Dalayrac e Madame de Gail, vale a dire Edmeé Sophie Gail nata Garre: si tratta di pagine d’album con tutta probabilità tratte dalle 'Arie antiche' antologizzate da Alessandro Parisotti e dagli 'Échos de France', selezionate con un gusto che ben si addiceva alla poetica di Gozzano, tesa a ‘far rivivere’ le opere d’arte del passato. Anzi, solamente la musica fa vivere nuovamente le cose passate e questo colpisce profondamente il pensiero del poeta.
Se al tempo in Italia si stava formando una imperfetta coscienza musicologica, ben più moderna pare paradossalmente essere l’operazione delle Zanardini e di Gozzano, che mirava ad allestire l’obsoleto in maniera apertamente programmatica.
La serata fu recensita da Guido M. Gatti su “La Riforma Musicale”: fu molto probabilmente l’occasione che lo portò a conoscere Gozzano e a suggerire alle Zanardini il nome del giovane Giorgio Federico Ghedini come compositore di una musica originale per il poemetto 'Carolina di Savoia', che il poeta scrisse sempre per le Zanardini. Viene esaminata la musica di 'Carolina di Savoja' di Ghedini, per voce e quartetto d’archi, conservata manoscritta presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica di Milano: nella prima parte il componimento di Gozzano è il testo che la voce recitante legge accompagnata da un quartetto d’archi (melologo); nella seconda parte la voce intona la melodia popolare 'La bela Madamin' (già raccolta da Costantino Nigra). Vengono dati due esempi musicali in trascrizione. Influenzato dal formalismo della musica tedesca tardoromantica, Ghedini è senza dubbio anche condizionato da un poeta tanto metrico e strofico: ne sorge quindi un procedimento compositivo modulare, cui Ghedini ricorrerà anche in opere della maturità. 'Carolina di Savoja' ebbe la sua prima esecuzione a Treviso il 3 marzo 1915 (il 6 maggio successivo la replica a Palazzo Chiablese a Torino). In chiusura alcune considerazioni su qualche aspetto di analogia di 'Ibant magi', composto da Ghedini poco tempo dopo, con 'Carolina di Savoja'.

Vorrei essere scrittore di musica, scrive nel 1966 Pasolini. Claudia Calabrese parte da questa confessione e pensa il suo intenso studio incamminandosi nell'opera e nella vita di uno dei più grandi artisti della nostra epoca che sente musica e suoni come 'segnali dell'esistenza'. Un lavoro interdisciplinare innovativo, rigoroso e scientifico che collega poesia, musica, cinema e vita.

Il breve saggio, pubblicato negli Atti a cura di Andrea Chegai e Cecilia Luzzi del Convegno Internazionale di Studi  "Petrarca in musica" tenutosi ad Arezzo dal 18 al 20 Marzo 2004 nell'ambito delle celebrazioni del VII Centenario della nascita di Francesco Petrarca, offre alcune riflessioni sulle relazioni stilistiche tra poesia petrarchesca e contrappunto fiammingo nel madrigale musicale del Cinquecento.

Estratto da "Pasolini e la musica, la musica e Pasolini. Correspondances" di Claudia Calabrese in corso di pubblicazione (maggio 2019). Per gentile concessione di Diastema Studi e Ricerche.

Riflessione critica sull'intonazione dell'epigramma "Alla bandiera rossa" di Pier Paolo Pasolini in "Memoria" di Sylvano Bussotti.

L'articolo nasce da studi più generali riguardanti, per Chiara Cappuccio, la relazione tra poesia e musica nella lirica romanza delle origini, e per Luca Zuliani lo studio dei rapporti tra sintassi e metro nella poesia italiana fino al '500. La prima parte, Prassi esecutiva e riflessione teorica: su alcuni indizi musicali in Petrarca, vuole riunire in un disegno compiuto i frammenti del discorso di Petrarca sulla musica, rintracciati innanzitutto nelle sue opere latine. La seconda, La musica e la poesia volgare di Petrarca, cerca invece di definire, nell'ambito della questione dei rapporti fra musica e poesia nel Medioevo italiano, quali legami potessero ancora esistere fra la prassi musicale dell'epoca ed i componimenti volgari di Petrarca.

È risaputo che nella tradizione letteraria italiana si dà una tendenza di fondo alla coincidenza tra limite metrico e limite sintattico. Tale tendenza è solo uno degli aspetti in cui si palesa il legame tra il piano ritmico e quello metrico, e, come attestano le deviazioni da questa fondamentale propensione, il rapporto tra i due piani si struttura in termini dialettici. A partire da alcuni casi particolari, l’intervento prova a individuare i fattori alla radice delle costanti o delle variazioni ritmiche, esaminandoli nel quadro delle varie (nello spazio e nel tempo) modalità di fruizione dei testi nel Medioevo

Il contributo ambisce a ricostruire il catalogo completo delle vilote, o villotte, scritte in dialetto friulano da Pier Paolo Pasolini a Casarsa e Versuta nel biennio 1943-4, muovendo dalle peculiari occasioni di composizione e dando inoltre conto di un testo ideato dallo stesso su partitura di Giovanna Bemporad finora sconosciuto all’opera omnia edita pasoliniana. Un’analisi del dittico firmato da Pasolini e dalla poetessa ferrarese conclude l’articolo con un focus dettagliato sulla metrica.

En Sara Augusto, Alexia Dotras Bravo y Diego Santos Sánchez (eds.): Literatura y Re/escritura. Coimbra: Centro de Literatura Portuguesa, 2015. 431-443.
Joaquín Sabina, mito encarnado (y autoconstruido) del antihéroe post-moderno, relata en algunas de sus canciones una particular visión de antihéroes bíblicos. El uso de personajes religiosos en canciones de rock o transgresoras desde el marcado ateísmo de sus compositores es una práctica relativamente usual en la música del siglo XX. Grupos y cantautores que menciona Sabina a menudo como influencias importantes en su música, tales como los Rolling Stones, Leonard Cohen o Bob Dylan han hecho esto con anterioridad. En este caso, lo interesante es la inserción del personaje (Adán y Eva, Caín o María Magdalena) en la cotidianeidad del cantante y su público, sugiriendo la repetición del mito en el día a día, y creando una especie de “categoría humana” que se corresponde con dicho mito. Esto, aunque original en su contexto, es una práctica relativamente frecuente a la hora de expresar su “malditismo” ciertos autores románticos de la que se hacen eco poetas modernos españoles tales como Bécquer, Cernuda o Lorca. En esta charla, analizaremos con detenimiento las canciones “La Magdalena”, “Eva tomando el sol”, “Los cuentos que yo cuento” y mencionaremos otras tales como “Besos de Judas” y “Mi amigo Satán”, relacionándolas con otras canciones que expresan marginalidad escritas en el siglo XX y con la costumbre romántica estudiada por Sebold de identificar en el romanticismo el yo poético con el antihéroe bíblico, y abordando desde una perspectiva fenomenológica el posible efecto de la intrusión de la biblia en las canciones en la audiencia habitual del cantautor. Me atrevo a comparar las letras de Sabina con poemas, puesto que así se han considerado en múltiples ocasiones, incluido en el reciente libro del profesor Emilio de Miguel Sabina: concierto privado en que se hace una aproximación filológica a sus letras, quedando así en mi opinión establecida la calidad lírica de las mismas y su valor para el estudio literario de las mismas.

Esta pesquisa introduz um olhar sobre a música vocal de Claude Debussy, sustentado pela
abordagem de alguns elementos de uma análise fenomenológica de Hurssel, pelas reflexões
sobre o imaginário de Gilbert Durand e Cornelius Castoriadis, e pela abordagem da Estética
da Recepção de Hans Robert Jauss. Os pensamentos artísticos e a vida do compositor, bem
como sua inserção no imaginário e no contexto histórico europeu do século XIX, são
estudados junto com a abordagem de sua obra, com intuito de captar as motivações artísticas e
sentidos e significados que constituíam o seu universo musical. Unindo poesia, imagens e
música, é realizada uma análise simbólica da canção C’est l’extase langoureuse, poema de
Verlaine, pertencente ao ciclo Ariettes oubliées.

«Mantichora», 8, 2018

Il presente articolo analizza gli aspetti orali e performativi della poesia lirica medievale in Linguadoca e in Italia. In primo luogo, sono indagati i contatti tra i trovatori, con la loro performance "secolare", e la Chiesa, con il suo repertorio liturgico e paraliturgico inteso come una particolare forma di rappresentazione "sacra". Quindi, ci si sofferma sui contatti della poesia lirica trobadorica con il rituale delle corti feudali, che costituivano un coté culturale e sociale e un ambiente di solidarietà ideologica tra i poeti e il loro pubblico. Infine, ci si concentra sui rapporti tra poesia e musica nella lirica medievale e spiega il loro sviluppo tra lirica occitana e italiana.
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This article analyses the oral and performative aspects of medieval lyric poetry in Languedoc and Italy. First, it investigates the contacts between the troubadours with their "secular" performance and the Church with its liturgical and paraliturgical repertoire, intended as a particular form of "sacred" performance. Then, the article dwells upon the contacts of the trobadoric lyric poetry with the ritual of the feudal courts, which constituted a cultural and social coté and a milieu of ideological solidarity between the poets and their public. Finally, it focuses on the relationships between poetry and music in medieval lyric and explains their development between Occitan and Italian lyric.

O artigo busca demonstrar que o soneto, na época de Camões, era também cantado, e com acompanhamento musical, o que contraria a noção tradicional do “divórcio entre a música e a poesia”. Para tanto, procura iluminar o cenário cortesão das práticas poéticas e musicais trazendo à discussão os livros de vihuela, El Cortesano, de Luís Milán, e La Diana, de Jorge de Montemór.

RESUMO
Esta pesquisa analisa o processo de marginalização dos mouros à época de Afonso X, rei de Castela e Leão (1252-1284), quando os movimentos de reconquista e repoblación marcavam fortemente esta sociedade, que consolidava uma identidade fronteiriça, mas acima de tudo cristã. Através de um extenso projeto político-cultural, o rei sábio fundou uma escrita do poder, que incluía uma vasta produção narrativo-historiográfica (Cantigas de Santa Maria, Primera Crónica General e General Estoria) e jurídico-normativa (sobretudo Siete Partidas, Fuero Real e Setenario), entendidas aqui como orientadoras de distintas representações e práticas sociais. Neste corpo social, cujo centro era cristão, os outros eram postos na esfera da subordinação. Interessa aqui o caso dos moros d’España. Estes teriam interrompido a glória do passado visigótico com sua chegada em terras hispânicas, vivenciando ao longo do século XIII uma condição de marginalidade – conceito marcado pelas contribuições de Bronislaw Geremek e Jean-Claude Schmitt. Buscou-se explicar os mecanismos régios utilizados no trato desta coexistência ambígua – durante um reinado muitas vezes dito tolerante, em que os mouros estariam às margens da Cristandade.

ABSTRACT

This research analyzes the process of marginalization of the moors at the time of Alfonso X, king of Castille and Leon (1252-1284), when the movements of reconquista and repoblación deeply marked this society, giving it a frontier identity, but above all a Christian one. Through an extensive political-cultural project, the Wise king founded a writing of power, which included a vast narrative-historiographical production (Cantigas de Santa Maria, Primera Crónica General and General Estoria) and an also broad juridical-normative one (particularly  Siete Partidas, Fuero Real and Setenario). These works are here understood as means of directing social representations and practices. In this social body, whose center was Christian, the others were put into subordination, like the moros d’España. These were accused of having interrupted the glory of the visigothic past, living throughout the XIII century under the sign of marginality – a concept related to the contributions of Bronislaw Geremek and Jean-Claude Schmitt. It is intended, here, to explain the royal mechanisms used in the dealing with this ambigüous coexistence – during a kingdom many times seen as tolerant, in which the moors would be at the margins of Christianity.

RESUMEN
Esta pesquisa analiza el proceso de marginalización de los moros a la época de Alfonso X, rey de Castilla y León (1252-1284), cuando los movimientos de reconquista y repoblación marcaban fuertemente esta sociedad – que consolidaba una identidad fronteriza, pero sobre todo cristiana. A través de un extenso proyecto político-cultural, el rey sabio fundó una escrita del poder, que incluya una vasta producción narrativo-historiográfica (Cantigas de Santa Maria, Primera Crónica General y General Estoria) y jurídico-normativa (particularmente  Siete Partidas, Fuero Real e Setenario), aquí comprendidas como ordenadoras de distintas representaciones y prácticas sociales. En este cuerpo social, cuyo centro era cristiano, los otros eran puestos en la esfera de la subordinación. Interesa, aquí, el caso de los moros d’España. Estos terían  interrumpido la gloria del pasado visigótico con su llegada a tierras hispánicas, sufriendo al largo del siglo XIII una condición de marginalidad – concepto marcado por las contribuciones de Bronislaw Geremek e Jean-Claude Schmitt. Buscóse explicar los mecanismos regios utilizados en el trato de esta coexistencia ambigua – durante un reinado muchas vezes dicho tolerante, en el cual los moros estarían a las márgenes de la Cristiandad.

Resumo: Análise de canção, utilizando o fonograma " Minha casa " , do compositor Zeca Baleiro, como objeto de pesquisa. Palavras-chave: Música Popular Brasileira – Crítica e interpretação; Literatura e Música Popular Brasileira; Música Popular Brasileira (Zeca Baleiro); Zeca Baleiro (" Minha casa "). Abstract: Analysis of song. For this purpose, we use the recording " Minha Casa " , by Zeca Baleiro, as subject to research. Key words: Brazilian Popular Music – Criticism and interpretation; Literature and Brazilian Popular Music/MPB; Brazilian Popular Music/MPB (Zeca Baleiro); Zeca Baleiro (" Minha casa ").

Poetry and music, written word and lyric: «sisters born indeed at the same birth», as Edoardo Sanguineti said, or parallel lines that could meet each other only on the heretical fantasies of the avant-garde thinkers? The purpose of this contribution is not to establish a scale of values in order to ideally place the one or the other medium, according to alleged links of superiority or subordination; it is rather to discover, in the field of the so called “singer-songwriter music”, a pattern of links, echos, ideological and thematical analogies that would relate it with a considerable portion of the literaty heritage of the twentieth century, although the clear ontological distinction between the two arts is thoroughly acknowledged. Francesco Guccini’s work stands out for its artistic sensibility and richness in terms of literary influences: from L’isola non trovata to Autogrill (that remake some Gozzano’s poems) up to Giorno d’estate, Canzone quasi d’amore, Gulliver and Incontro (that could remind of some verses by Montale), the whole work of the italian songwriter could be read as a sort of literary journey.

[PT] O artigo apresenta uma proposta intertextual para a leitura de poesia na escola, através do paralelo entre poesia e música. Como exemplo, são analisados dois poemas que retomam composições musicais, um de Mário Quintana e outro de Manuel Bandeira.

[EN] This article presents an intertextual proposal: reading poetry in school, through a paralel between poem and music. Two poems whose structure and meaning are based upon musical compositions are taken as examples, one by Mário Quintana and the other by Manuel Bandeira.

Intervento sulla intonazione della poesia del Tasso nella produzione di madrigali profani del compositore fiammingo Philippe de Monte (Filippo di Monte) pubblicato negli Atti del Convegno internazionale "Torquato Tasso e la cultura estense", Ferrara, 10-13 dicembre 1995, a cura di G. Venturi, III, Firenze, Olschki, 1999, pp. 1249-1271.

L’articolo  analizza  l’endecasillabo  nei  recitativi  di  Metastasio  per  approfondire  la  concezione  dell’autore in merito al rapporto tra poesia e musica nel melodramma. La premessa è che tra la scrittura del libretto e della partitura vi è sempre un orizzonte di attese che può influenzare il lavoro del librettista e del musicista. Alcune affermazioni di Metastasio mostrano che egli era pienamente  consapevole  delle  esigenze  dei  compositori.  I  dati  ottenuti  dall’analisi  del  primo  atto di sei melodrammi, inoltre, sembrano suggerire che egli prendesse atto di tali esigenze per sviluppare strategie metriche in grado di produrre una sintesi ideale tra poesia e musica e una collaborazione virtuale con i compositori.

The article aims to study the phenomenon of the offbeat (selected both as a formal motif and as a thematic motif) from both a rhythmic and an existential point of view. In the modern age, we are witnessing the emergence of a reflexive awareness, not only of the facts of the mind, but also of the movement of the body and its accidentals. After having clarified, with Rousseau in support, the notion of offbeat (in its dual meaning of 'sense' and 'direction'), we propose to examine the various manifestations of this process in literature, theater, and music. Among the musicians figure Wagner and Debussy; among the playwrights, Beckett; among the poets Baudelaire; among the novelists, Flaubert and Proust.

Esta pesquisa introduz um olhar sobre a musica vocal de Claude Debussy, sustentado pela abordagem de alguns elementos de uma analise fenomenologica de Hurssel, pelas reflexoes sobre o imaginario de Gilbert Durand e Cornelius Castoriadis, e pela abordagem da Estetica da Recepcao de Hans Robert Jauss. Os pensamentos artisticos e a vida do compositor, bem como sua insercao no imaginario e no contexto historico europeu do seculo XIX, sao estudados junto com a abordagem de sua obra, com intuito de captar as motivacoes artisticas e sentidos e significados que constituiam o seu universo musical. Unindo poesia, imagens e musica, e realizada uma analise simbolica da cancao C’est l’extase langoureuse, poema de Verlaine, pertencente ao ciclo Ariettes oubliees.

Destacando alguns momentos do meio século de escrita dos Cahiers de Paul Valéry, será possível observar como um conceito estético oriundo da música-a modulação-é transformado pelo poeta francês, sendo empregado já nos manuscritos da Introdução ao Método de Leonardo da Vinci para refletir sobre o olhar, a figura e o desenho. Com efeito, ao ser deslocada do universo musical para a artes plásticas, a ideia de modulação deixará de ser pensada como uma transição sucessiva entre tons de diferentes partes de uma obra para ser concebida como passagem hesitante, sucessiva e simultânea, entre múltiplas camadas heterogêneas da experiência estética. Desse modo, o ato de modular abrirá um campo de reverberações entre as diferentes artes no interior do qual o conceito de forma, longe de ser definido pela purificação analítica dos componentes elementares de um meio, suporte ou área de competência estética, refina-se nas hesitações e intervalos entre diferentes práticas e materiais artísticos. Assim, o diálogo entre o conceito valeryano de modulação e a artes plásticas poderá também precisar aspectos importantes do formalismo poético atribuído a Valéry.

Benché finora non trattato approfonditamente da alcuno, il tema del rapporto tra Gozzano e la musica non manca di materiale, sia per quanto riguarda la biografia del letterato, sia per via dei riferimenti alla musica nelle sue opere. Nel presente saggio si ricostruiscono due episodi di collaborazione tra Gozzano e i musicisti. Nel primo caso il concerto ‘Echi di musiche antiche’ che le sorelle Alina e Silvia Zanardini tennero al Liceo Musicale (oggi Conservatorio) di Torino il 18 novembre 1914, in cui venne letta la poesia di Gozzano 'Prologo', espressamente scritta per quell’occasione, e vennero eseguite - ricreando con la scenografia ambientazioni d’epoca - arie di Giovanni Battista Mazzaferrata, Francesco Cavalli, Alessandro Scarlatti, Tommaso Traetta, Felice Blangini ('La vieille': «C’est une misère, que nos jeunes gens»), André Grétry, Pierre Gaveau, Nicolas Dalayrac e Madame de Gail, vale a dire Edmeé Sophie Gail nata Garre: si tratta di pagine d’album con tutta probabilità tratte dalle 'Arie antiche' antologizzate da Alessandro Parisotti e dagli 'Échos de France', selezionate con un gusto che ben si addiceva alla poetica di Gozzano, tesa a ‘far rivivere’ le opere d’arte del passato. Anzi, solamente la musica fa vivere nuovamente le cose passate e questo colpisce profondamente il pensiero del poeta. Se al tempo in Italia si stava formando una imperfetta coscienza musicologica, ben più moderna pare paradossalmente essere l’operazione delle Zanardini e di Gozzano, che mirava ad allestire l’obsoleto in maniera apertamente programmatica. La serata fu recensita da Guido M. Gatti su “La Riforma Musicale”: fu molto probabilmente l’occasione che lo portò a conoscere Gozzano e a suggerire alle Zanardini il nome del giovane Giorgio Federico Ghedini come compositore di una musica originale per il poemetto 'Carolina di Savoia', che il poeta scrisse sempre per le Zanardini. Viene esaminata la musica di 'Carolina di Savoja' di Ghedini, per voce e quartetto d’archi, conservata manoscritta presso la Biblioteca del Conservatorio di Musica di Milano: nella prima parte il componimento di Gozzano è il testo che la voce recitante legge accompagnata da un quartetto d’archi (melologo); nella seconda parte la voce intona la melodia popolare 'La bela Madamin' (già raccolta da Costantino Nigra). Vengono dati due esempi musicali in trascrizione. Influenzato dal formalismo della musica tedesca tardoromantica, Ghedini è senza dubbio anche condizionato da un poeta tanto metrico e strofico: ne sorge quindi un procedimento compositivo modulare, cui Ghedini ricorrerà anche in opere della maturità. 'Carolina di Savoja' ebbe la sua prima esecuzione a Treviso il 3 marzo 1915 (il 6 maggio successivo la replica a Palazzo Chiablese a Torino). In chiusura alcune considerazioni su qualche aspetto di analogia di 'Ibant magi', composto da Ghedini poco tempo dopo, con 'Carolina di Savoja'.

C. LONDERO, Lettera sulla poesia, «l’immaginazione», XXXIV, 307, settembre-ottobre 2018, pp. 45-46.
Cara Margherita, la poesia va letta così com'è. Ma prenditi del tempo, la poesia non ama la fretta: non è un prodotto da supermercato. Ed è al contempo estremamente semplice e complessa, vera e falsa: è strana, la poesia, diversa da tutto.

L'argomento del lavoro è la struttura della stanza della canzone nella sua relazione con l'accompagnamento musicale.
Dalla trattazione del De vulgari eloquentia risulta chiaramente la stretta dipendenza delle suddivisioni metriche della stanza dal loro necessario corrispondere a strutture melodiche. Le posizioni critiche che mettono in dubbio la validità delle osservazioni dantesche al riguardo vengono confutate innanzitutto da un'analisi approfondita dei passi del De vulgari eloquentia, e in secondo luogo dal confronto tra la teorizzazione dantesca e le concrete realizzazioni melodiche di canzoni in lingua d'oc e d'oïl pervenute sino a noi.
L'esito degli approfondimenti condotti al riguardo porta a dedurre che Dante doveva avere esperienza dell'esecuzione musicale di canzoni francesi e provenzali, e che per i suoi testi pensava ad accompagnamenti musicali analoghi con l'identico tipo di rapporto tra melodia e testo. In seguito a ciò, vengono accuratamente esaminati lo stretto legame tra il testo e l'eventuale accompagnamento musicale, i condizionamenti reciproci tra questi due livelli, e le loro ripercussioni sulla struttura metrica della stanza della canzone, e di conseguenza sull'analisi di questa struttura.
Ciò porta a riconsiderare i casi di oscillazioni interpretative nella suddivisione degli schemi di stanze di canzone, e in particolare quelli messi in relazione con (a) le eccezioni alle regole che riguardano le relazioni tra le rime ammesse da Dante in De vulgari II xiii 11, e con (b) un passo assai controverso delle "glosse metriche" di Francesco da Barberino. Il passo in questione viene  fatto oggetto di un'analisi accurata, e per quanto resti abbastanza controverso, dalla sollecitudine rispetto alle questioni poste dal rapporto tra testo verbale e accompagnamento musicale chiaramente manifestata in esso, nel De vulgari e anche nel Convivio, si può dedurre che ancora all'epoca di Dante e Francesco da Barberino il legame testo-melodia doveva essere percepito come assai cogente.

The work deals with the structure of the stanza of the canzone in its relationship with the music.
In the treatment of the De vulgari eloquentia comes out clearly the strict correlation between the metrical subdivisions of the stanza and their necessary correspondence with melodic structures. The critical positions that question the soundness of Dante's observations in this regard are disproved first of all by a detailed analysis of the relevant passages of the De vulgari, and secondly by the comparison between Dante's theorization and the extant melodies of canzoni in langue d'oc and langue d'oïl.
The result of further investigations in this regard leads to infer that Dante must have experienced the musical performance of langue d'oc/d'oïl canzoni, and that for his poems he imagined similar melodies and the same kind of relationship between music and text. Following this, are thoroughly examined the strict connection between the text and the prospective tune, the reciprocal conditioning of these two levels, and their repercussions on the metrical structure of the stanza of the canzone and consequently on the analysis of this structure.
This leads to reassess the cases of interpretative oscillations in the subdivision of the metrical patterns of stanzas of canzone, and in particular those related to (a) the exceptions to the rules concerning the relationships between rhymes permitted by Dante in De vulgari II xiii 11, and to (b) a quite controversial passage of the “metrical glosses” of Francesco da Barberino. The passage in question is thoroughly scrutinized, and even if it keeps being controversial, from the concern towards the questions rising from the relationship between text and tune clearly showed by it and by Dante's works, we can infer that still at Dante's and Francesco da Barberino's age the connection between text and tune was perceived as quite impelling.