Plafonds Peints

Il venticinque settembre milleduecentosessantaquattro, sul far del giorno, il Duca d'Auge salì in cima al torrione del suo castello per considerare un momentino la situazione storica. La trovò poco chiara. Resti del passato alla rinfusa si trascinavano ancora qua e là. Sulle rive del vicin rivo erano accampati un Unno o due; poco distante un Gallo, forse Edueno, immergeva audacemente i piedi nella fresca corrente. Si disegnavano all'orizzonte le sagome sfatte di qualche diritto Romano, gran Saraceno, vecchio Franco, ignoto Vandalo. I Normanni bevevan calvadòs».

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a stampa in: Tabulae pictae. Pettenelle e cantinelle a Cividale fra Medioevo e Rinascimento, a cura di M. d'Arcano Grattoni, Silvana, Milano 2013, pp. 95-107. I soffitti lignei dipinti in Friuli hanno avuto fra Quattrocento e Cinquecento il periodo di maggior fortuna. Lo scarso numero di soffitti lignei medievali sopravvissuti si spiega con la deperibilità del materiale impiegato per la loro costruzione, soggetto a infiltrazioni d'acqua piovana, ad aggressione di insetti xilofagi, a distruzione a causa degli incendi e ai cambiamenti del gusto, ma soprattutto con la scarsità di questa tipologia utilizzata per le dimore friulane trecentesche, per le quali si preferivano travi asciate di pezzatura in sorte spesso inserite direttamente nella muratura. Pure se i soffitti furono talvolta sottoposti a interventi di restauro poco dopo essere stati realizzati (o di ridipintura, come nel caso di parte del ciclo de Nordis Fontana, o addirittura coperti con carta dipinta, come nel caso di palazzo Boiani, entrambi a Cividale), tuttavia le manomissioni più pesanti sono state operate in età moderna, quando, oltre ai ripristini di numerose strutture e ai rifacimentia volte assai pesantidi brani pittorici (si veda, per esempio, il soffitto Moises a Udine), si sono attuati sia smontaggi e ricomposizioni più o meno arbitrari (con relativa perdita, nel caso di cicli narrativi, dell'ordinata sequenza degli episodi narrati, come nel caso del soffitto di palazzo Ricchieri a Pordenone) 1 , sia reimpieghi di pezzi originali in nuove coperture, fino allo smembramento e alla successiva dispersione. Oltre a questo, i pochi soffitti ancora in opera appaiono oggi comunque avulsi dal loro contesto, mancando quasi sempre l'originaria decorazione parietale (testimoniata nel caso di palazzo Vanni degli Onesti a Udine solo da alcuni lacerti del registro superiore) che, assieme al soffitto, era espressione del gusto del committente. A questo proposito è interessante notare come in un ambiente di palazzo Altan a San Vito al Tagliamento (PN) nel soffitto siano presenti cantinelle, dipinte secondo il medesimo ornato scelto per il soffitto Vanni degli Onesti, e come a esso si accompagni una decorazione parietale ad affresco affine ai lacerti presenti nel palazzo udinese. La particolare fortuna di tale tipo di soffitto nei secoli in esame trova origine nella generale tendenza all'abbellimento delle dimore signorili che si ebbe a partire dai primi decenni del Trecento, tendenza esplicitatasi in particolare attraverso la commissione di affreschi, arredi e 1 COZZI 1996, p. 79. suppellettili preziose e soprattutto nel diffuso utilizzo di tessili. Un rinnovamento edilizio, incoraggiato anche dallo sviluppo della dimora borghese, che si riflette sulla produzione delle botteghe coinvolte in tali attività. Per quanto riguarda, in particolare, i soffitti lignei dipinti si assiste infatti, in alcuni casi, a una vera e propria specializzazione nella loro produzione 2 : tendenza testimoniata, proprio in area friulana, dal caso dei pittori Floriano e Giovanni detti 'delle Cantinelle', per i quali la professione di decoratori di soffitti aveva influito perfino sulla connotazione anagrafica 3 . Una bottega, tuttavia, a mio avviso impegnata e specializzata nella realizzazione di sole cantinelle e non anche di pettenelle come finora si è pensato. Infatti, fino a oggi, anche nella letteratura critica (soprattutto in ambito friulano), i due termini sono stati utilizzati come sinonimi per indicare le tavolette da soffitto, incertezza determinata dal fatto che nei documenti presi in esame pettenelle e cantinelle, pure se citate, sono scarsamente descritte, al massimo indicate come dipinte. Tuttavia il solo fatto che molto spesso vengano registrate 4 contemporaneamente sia cantinelle (di solito a centinaia) sia pettenelle (di solito poche decine) basterebbe a escludere si tratti dello stesso tipo di manufatto. Una nota di spesa del convento di Santa Maria in Valle di Cividale del 1488 -«item expendit pro duobus quest'anno risale infatti l'inventario, redatto in seguito alla morte di Filippo Vanni degli Onesti a tutela dei figli minori, nel quale -nel magazzino presente nell'abitazione di Mercatovecchiosono ricordate 167 cantinelle in legno di abete che il notaio specifica «non depictas» e, alla voce precedente, se ne trovano 1150 che, prive di alcuna specificazione, si suppone essere dipinte. La menzione di un numero così elevato di cantinelle fa pensare che ci si trovi in presenza dei resti di un cantiere: i listelli dipinti potrebbero essere stati recuperati dal precedente soffitto, mentre quelli non dipinti potrebbero essere avanzati dalla posa del nuovo 71 . Che proprio in quel periodo l'abitazione fosse stata oggetto di importanti lavori si deduce anche dal fatto che il 9 ottobre di quello stesso anno, al momento di dettare le sue ultime volontà, Filippo non si trovava nella sua dimora, suggerendo come probabilmente nel corso dei lavori la famiglia si fosse trasferita in un'altra abitazione e che, alla conclusione degli stessi, Filippo, ormai gravemente malato, avesse preferito rimanervi 72 . Il soffitto Moises può essere datato al 1435-1436 in base all'atto (6 febbraio 1435) con il quale Candido Moises affida al venzonese Stefano Scarnaz (o Scarniz) il compito di edificare la propria abitazione 73 , che va identificata con una porzione dell'attuale palazzo de Brandis (Udine, piazzetta attivi anche nella realizzazione di pettenelle: come nel caso di Silvestro Bombelli, artista lombardo impegnato, oltre che nella decorazione di soffitti assieme al padre Bartolomeo, proprio nell'esecuzione, tra le altre, dell'insegna di Venezia nella loggia del comune di Crema 83 . A Udine, infine, l'attività di Antonio Baietto è documentata nel 1437, esattamente negli stessi anni in cui vennero realizzati i soffitti Moises e Vanni degli Onesti, quando fu chiamato a dipingere un'ancona per la chiesa di San Cristoforo. Non solo l'attività dei Baietto è documentata negli stessi luoghi dei soffitti in esame, ma anche la sequenza degli spostamenti coincide perfettamente con la probabile datazione in successione dei cicli, basata su considerazioni stilistiche. Prima Venzone (fig. x.6a) e, subito dopo, Cividale (fig. x.6b): cicli che sono, rispetto a quelli udinesi, stilisticamente più vicini e in cui le scene, oltre che ripetersi in alcuni casi in modo identico, presentano una costruzione che è più incerta e meno precisa. Si tratta di soffitti che costituiscono i primi passi, la fase iniziale e sperimentale, attribuiti, in base alle considerazioni qui fatte, anche i soffitti Moises, Moretti e Bront. Con questi cicli si conclude l'esperienza dei soffitti a carattere narrativo o a scene isolate sui quali a partire dalla metà del XV secolo, come vedremo nel saggio dedicato ai soffitti cividalesisi imporrà un nuovo gusto, dettato soprattutto dalle nuove tendenze rinascimentali, che vedrà protagonisti stemmi, ritratti, decorazioni floreali, geometriche o a grottesche.

Las restauraciones realizadas en los últimos treinta años en los techos pintados
medievales valencianos, así como los avances de la técnica fotográfica y de los
análisis de la pintura sobre tabla, permiten una nueva forma de ver estos techos.
Donde únicamente se veían unas vigas y tablas oscurecidas aparece una
decoración suntuosa y unas imágenes sorprendentes. Junto a los juegos de lazos
y de vegetación más o menos estilizada aparecen escenas de caza a caballo o
con perros, de amor cortés, torneos, animales fantásticos, mitológicos o, por el
contrario, de un naturalismo inesperado; figuras humanas, retratos, desnudos,
penes, o una gran diversidad de elementos heráldicos. La posibilidad de ver las
piezas de forma próxima y ampliada permite entender como el artista concibió
y realizó las imágenes.
El protagonismo de la línea y de las tintas planas en esta pintura dota a
este capítulo de una sorprendente modernidad. No es extraño que las
imágenes de los techos pintados puedan apreciarse con fuerza renovada
seiscientos años después.
De hecho los techos pintados medievales del antiguo reino de Valencia forman
un capítulo tan desconocido como interesante. Su conocimiento es esencial
para seguir la evolución de la pintura del llamado gótico lineal, de la arquitectura
coetánea, y de algunos aspectos de la vida cotidiana medieval. Inevitablemente,
como sucede con frecuencia en el arte medieval, lo que nos ha llegado son los
restos de un naufragio. No obstante, los fragmentos que han subsistido permiten
atisbar la riqueza y características de este episodio. Una nueva mirada sobre
estos techos facilitada por las restauraciones realizadas durante los últimos años
y, como se ha dicho, por los progresos en las técnicas fotográficas y analíticas
posibilita ampliar el conocimiento de las techumbres pintadas. En estas páginas
intentamos dar a conocer, de forma muy resumida, los materiales de los que
disponemos. Esperamos, poder ampliar estas notas en sucesivas entregas.

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A la sala del tresor de la catedral de Tarragona es conserva un sostre pintat gòtic que originalment havia format part d'una tribuna. Aquest article tracta del seu procés constructiu, de les seves característiques arquitectòniques i de l'espai que ocupa, així com de la seva decoració i dels canvis que ha sofert.

1 Animale fantastico, fine XIV -inizio XV secolo, pettenella (forse proveniente da Cividale del Friuli, UD). Collezione privata Bottega dei Baietto (attribuito), Cacciatore con preda, terzo decennio del XV secolo, pettenella. Già Cividale del Friuli (UD), casa Bront, collezione privata Bottega dei Baietto (attribuito), Cavaliere che lotta contro un leone, terzo decennio del XV secolo, pettenella. Già Cividale del Friuli (UD), casa Bront, collezione privata Volatile, seconda metà del XV secolo, pettenella. Cividale del Friuli (UD), palazzo de Nordis Fontana Lupo (?), seconda metà del XV secolo, pettenella. Cividale del Friuli (UD), palazzo de Nordis Fontana Uomo a mezza figura con berretta, seconda metà del XV secolo, pettenella. Cividale del Friuli (UD), palazzo de Nordis Fontana

When horses used to have hands
The 15th century wooden ceiling of Giovanardo Bertone in Chieri
Giovanni Donato (ed.); Simone Bocchio Vega, Giovanni Donato, Luisa Clotilde Gentile (authors); Chieri 2018.
The house is situated in Chieri, in the ancient area called Vairo, in the quarter of the aristocratic Balbo family. The building dates back to the
15th century, a flourishing period for the town, both from an economic and cultural point of view, thanks to the presence of the Lombards,
well-known moneylenders all over Europe. The house belonged to Giovanardo Bertone, who renovated and embellished it – around 1455-
1460 – with a splendid painted ceiling.
The essay written by Simone Bocchio Vega explores the building and its location within the urban environment, pointing out the choice of
plastic-architectural employment of terracotta, no longer present, for the façade. The analysis proceeds with a comparison with other urban
and regional contexts. As for the house interior, the structure of the painted ceiling, situated on the ground floor, is minutely described
through all its modular constituents. The author draws the conclusion that part of the roof span (axis NE) has gone lost; however, it includes
a significant heritage of 96 illustrated ceiling seals and entirely painted woodwork.
Giovanardo Bertone, the owner, was a representative of Chieri’s urban aristocracy, distinguished expert in law and counsellor of the Duke of
Savoy, as well as Ambassador at the Holy See in Rome. Anna Bobba, his wife, came from the upper-class society of Asti and of the Monferrato
court. Her family made a fortune out of commerce and moneylending, an activity not disdained by her husband’s family.
In her essay, Luisa Clotilde Gentile examines the ceiling seals and corbels, rich in coat-of-arms of the Bertone-Bobba line of the family and
also of the families, acquired through marriages, which have contributed to the prestige of the blazon. What emerges is a live fabric of families
of old and new nobility, which connects the microcosm of this family in Chieri with the wider Piedmontese context. In the 1400s (the
15th century) the heraldic dimension tends to abandon the hierarchy of regional and continental power of the oldest ceilings to focus on the
domestic and economic aspect.
After exploring the context in which patronage takes place, the iconography of the ceiling and the style of the paintings is analysed in Giovanni Donato’s essay. The ceiling seals reveal unbridled imagination with few anthropomorphic figures, a great amount of real and imaginary
animals and, above all, monstrous hybrids. The general aim is clearly didactic and exemplary, and deals with the theme of universal evil and
the role of individual conscience in a fairly direct way. This suggests that Giovanardo’s experience and his existential dimension are keen on
a communicative code that is markedly of great modernity and relatively common among the upper classes in the last centuries of the Middle
Ages. The ceiling was commissioned to local craftsmanship, the Fantini painters, and is undoubtedly among the most beautiful and original
ones in Piedmont (and not only) for the quality of representation and iconographic wealth. Rather than being affected by Lombard culture,
this originality is mainly due to the influence of the freedom of imagination widespread in northern France and the Flanders and, as far as painted ceilings are concerned, of the civilization that flourished in French Midi. A second ceiling was set around 1480 on the first floor, with
a significant change in style and tone, as shown by the nearly forty erratic ceiling seals. (traduzione di Nadia Priotti)

Le corps précipité. Chute et châtiment dans l'art européen de la première modernité (XV e-XVII e siècle) Volume I : texte Thèse dirigée par M. le Professeur Philippe Morel Membres du jury de soutenance : M. Giovanni CARERI, Directeur d'études, École des hautes études en sciences sociales M. Ralph DEKONINCK, Professeur, Université catholique de Louvain M. Michel HOCHMANN, Directeur d'études, École pratique des hautes études, rapporteur

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La Maison du Patrimoine de Lagrasse est installée dans une demeure déjà connue pour ses plafonds peints de la fin du Moyen Âge. Ils font partie des rares exemples conservés de plafonds à caissons en Languedoc et témoignent de la qualité de construction du bourg.
Aux mois de novembre 2015 et janvier 2016, une étude de diagnostic des élévations a été commandée par la municipalité de Lagrasse.
Une archéologue responsable d’opération et un archéologue technicien ont réalisé des fenêtres de piquages dans les enduits et un enregistrement stratigraphique et photographique. Les investigations ainsi menées ont permis d’apporter de nouvelles connaissances sur les étapes de construction et d’aménagements de la maison. L’événement le mieux observé aujourd’hui est la vaste reconstruction de la seconde moitié du XVe siècle, implantée sur un parcellaire du XIIIe-XIVe siècle fossilisé. Cette phase connaît ensuite un projet d’embellissement important à la fin du siècle avec l’installation de plafonds peints, actuellement conservés dans la moitié sud de l’édifice, mais qui couvraient peut-être aussi d’autres pièces au nord.

-Charpente peinte, hôtel de Mauléon, Tarascon BERNARDI Philippe, MATHON Jean-Bernard (dir.), Aux sources des plafonds peints médiévaux. Provence, Languedoc, Catalogne, op. cit. Il faut attendre la thèse d'Émilien Bouticourt, sur la construction des charpentes, pour voir se dessiner un premier inventaire régional : BOUTICOURT Émilien, Construire des charpentes autrement : le Midi rhôdanien à la fin du Moyen-Âge, thèse de doctorat dirigée par Philippe Bernardi, Université Paris 1 Panthéon-Sorbonne, 2014, 2 vol. 8 GUYONNET François, « À la recherche des plafonds peints médiévaux en Vaucluse : de la sauvegarde à l'étude », in BERNARDI Philippe, MATHON Jean-Bernard (dir.), Aux sources des plafonds peints médiévaux. Provence, Languedoc, Catalogne, op. cit., p. 19. 9 L'hôtel a depuis fait l' objet d'une inscription au titre des Monuments historiques, par arrêté du 18 janvier 2018.

Questo volume costituisce un omaggio a Valentino Pace, Professore Ordinario di Storia dell’Arte Medievale e Bizantina presso l’Università degli Studi di Udine (1998-2014) e già docente presso numerose altre Università italiane e straniere, tra cui “La Sapienza” di Roma, “L’Orientale” di Napoli, Heidelberg, “Johns Hopkins” di Baltimora, Princeton, Monaco di Baviera, nonché membro straniero dell’Accademia delle Scienze e Lettere di Norvegia, dell’International Center of Medieval Art di New York e “Richard Krautheimer Professor” presso la Bibliotheca Hertziana/Max-Planck-Institut für Kunstgeschichte di Roma (2010-2012).
I ventotto saggi qui raccolti sono scritti da allievi e studiosi di varia provenienza. I diversi temi affrontati coprono, nel loro insieme, un arco cronologico che va dal VI al XVI secolo, entro un ampio orizzonte geografico, che parte da Bisanzio e interessa tutta la penisola italiana, con alcuni riferimenti all’arte transalpina. Un ‘Medioevo in lungo e in largo’, dunque, che trova ispirazione nella vastità dei percorsi e degli ambiti di ricerca di Valentino Pace.

Il volume presenta i risultati della ricerca di dottorato (2012-2014) dedicata ai soffitti lignei dipinti d’area friulana condotta presso il Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale dell’ateneo udinese; una produzione che si inserisce in un più ampio fenomeno artistico che interessò l’intera Europa mediterranea. L’analisi di oltre settanta cicli - collocabili cronologicamente tra i primi decenni del XV secolo e la metà del Cinquecento e per la maggior parte inediti - ha permesso di precisare i caratteri di un fenomeno che ha avuto per protagonisti pittori e artigiani spesso di grande capacità, chiamati da famiglie di censo elevato allo scopo di impreziosire e rendere più sontuose le proprie dimore. Iconografie un tempo destinate a veicolare l’immagine della casata e che oggi ci consentono uno sguardo inedito e privilegiato su quell’universo domestico che, al presente, riusciamo solo a immaginare.

Communication au colloque international "Plafonds peints en Europe (XIVe – XXIe siècles) : formes, fonctions, fictions" organisé par Olivier Bonfait (université de Bourgogne), Matteo Burioni (Ludwig-Maximilians-Universität), Bénédicte Gady (musée des Arts décoratifs), Matthieu Lett (université de Bourgogne) et Thomas Kirchner (DFK) – Paris, Centre allemand d’histoire de l’art (DFK), 2-3 décembre 2021

Deux monuments funéraires, mis au jour en 2011 et en 2012 par le Centre Jean Bérard (USR 3133-CNRSEFR), présentent des éléments intéressants d’architectures et de décors du IIe
siècle et du IIIe
siècle p.C.
Le monument funéraire A40 appartient à un type qui se diffuse durant le IIe
siècle p.C. à Cumes sous
l’influence des modèles romains comme ceux de la nécropole de l’Isola Sacra à Ostie ou du Vatican.
À l’intérieur de cette tombe à chambre, se trouvait une tombe à coffre fermée d’une couverture peinte,
qui constitue pour l’instant un unicum dans l’Italie antique. Plus au sud, le tombeau A56 a livré aussi
quelques peintures murales en place et de nombreux fragments d’enduits peints provenant d’un plafond
plat. Ils illustrent la diversité des typologies architecturales et décoratives de cette époque.

Le plafond en bois peint (1377-1380) de la grande salle du Palais Chiaramonte ou Steri à Palerme, «somme figurative de toute la littérature romanesque du Moyen Âge» (G. Folena), est un monument unique en son genre où se rencontrent des traditions artistiques et littéraires européennes, méditerranéennes et locales. Depuis sa découverte en 1899, il a été étudié par des archéologues et des historiens de l’art, mais aussi par des philologues comme Ezio Levi et Maria Bendinelli Predelli, qui se sont questionnés sur les sources littéraires et iconographiques de ses nombreuses scènes narratives : histoires de Tristan et Ιseult, d’Hélène de Narbonne, du Cycle troyen, d’Alexandre le Grand, d’Enée et Didon, ainsi que plusieurs épisodes bibliques, scènes allégoriques, et quelques scènes encore non identifiées ou qui ne sont plus visibles. Récemment, une infestation de termites a endommagé les poutres du plafond, qui est maintenant en cours de restauration. Dans cette contribution, nous nous proposons de discuter les thèses avancées à ce jour sur le «programme» iconographique et le sens général de l’oeuvre, en mettant l’accent sur certaines scènes ou images à l’interprétation problématique, et en questionnant la légitimité d’une lecture suivie et globalisante des peintures, telle que les historiens de l’art l’ont prônée. On propose, pour finir, une nouvelle piste interprétative qui concerne les histoires «centrales» du secteur initial (poutres III-XI).

En aquest treball es resumeixen els resultats obtinguts de l'estudi de diversos teginats d'èpo-ca medieval i moderna de la Conca de Barberà i de la ciutat de Barcelona pel que fa als seus materials, les seves tècniques pictòriques i les degradacions i alteracions que han patit al llarg del temps, incloent un cas de sostre decorat amb paper pintat.

Pormenor das pinturas encontradas nos travejamentos medievais de Nossa Senhora da Oliveira, resultante do primeiro levantamento fotográfico a cores, 1972 © DGPC. de 32 76 Pormenor das pinturas encontradas nos travejamentos medievais de Nossa Senhora da Oliveira, resultante do primeiro levantamento fotográfico, 1972 © DGPC. Pormenor das pinturas encontradas nos travejamentos medievais de Nossa Senhora da Oliveira, resultante do primeiro levantamento fotográfico, 1972 © DGPC. de 33 76 Pormenor das pinturas encontradas nos travejamentos medievais de Nossa Senhora da Oliveira, resultante do primeiro levantamento fotográfico, 1972 © DGPC.

Presento qui due recenti acquisizioni relative a cicli decorativi per soffitti databili all'inizio del XVI secolo, una delle quali inerente un palazzo bergamasco e completamente inedita, l’altra riguardante una casa di Soncino, pressoché ignota agli studiosi e parzialmente presentata in un recente congresso.
La scoperta è stata accompagnata in entrambi i casi da una campagna di analisi scientifiche non invasive realizzate da chi scrive, volta a indagare tecniche esecutive e stato di conservazione, secondo un metodo efficace che ho già avuto modo di applicare su altre opere simili.

Thèse de doctorat en Histoire de l'art, sous la direction de Philippe Lorentz, Université de PARIS SORBONNE – PARIS IV, Centre André Chastel, équipe de recherche sur l’art du Moyen Age Villard de Honnecourt. (depuis 2011)

La ville de Metz possède une collection exceptionnelle de plafonds peints conçus entre le XIIIe siècle et le XVIe siècle. Constituée entre la toute fin du XIXe siècle et la seconde moitié du XXe siècle lors des travaux de réaménagements urbains, cette collection de grande ampleur est une source d’informations inestimable pour la connaissance du patrimoine historique et artistique de la ville à la fin du Moyen Age et à la Renaissance. Représentative du luxe artistique durant la période médiévale, généré par la richesse des grandes familles qui constituaient l’élite messine, elle révèle une cohérence et une richesse décorative des salles d’apparat au sein des demeures et des hôtels du patriciat urbain. Cette étude s’avère enrichissante étant donné qu’il s’agit de supports peu connus et surtout extrêmement rares Ainsi, l’immersion au cœur de cette production artistique permettra certainement de comprendre quels étaient la place et le rôle accordés aux plafonds peints dans l’habitat civil. Pour cela, il serait idéal d’entreprendre une étude en suivant une démarche pluridisciplinaire. Nous envisageons de nous approcher des réalités scientifiques, matérielles, historiques, héraldiques, iconographiques et stylistiques des plafonds peints messins, afin de dégager quels pouvaient être les messages que les commanditaires, d’un statut social élevé, souhaitaient transmettre à leurs convives par le décor de leur demeure. La richesse des thématiques décoratives est indéniablement en lien avec l’aisance financière des membres de l’élite messine et leur connaissance de la littérature médiévale, du milieu artistique local et des évènements politiques majeurs auxquels ils assistaient.

2 Sulle caratteristiche generali dei soffitti lignei dipinti friulani si veda FRATTA DE TOMAS, F., Soffitti lignei dipinti in Friuli tra basso Medioevo e primo Rinascimento, in D'ARCANO GRATTONI, M. (a cura di), Tabulae Pictae. Pettenelle e cantinelle a Cividale fra Medioevo e Rinascimento, cat. della mostra (Cividale del Friuli (Ud), Museo di palazzo de Nordis, 13 lug.-29 set. 2013),

Scene di battaglia, torneo, giostra e di duello, in particolare a partire dalla fine del XIV secolo e in relazione alla corrente artistica del gotico internazionale, monopolizzano il gusto estetico dei ceti abbienti, diventando uno fra i repertorî privilegiati nella decorazione non solo di oggetti d’uso quotidiano (come arredi, tessili, selle) e di pareti domestiche, ma anche di soffitti lignei dipinti. In Friuli, tali iconografie sono testimoniate da alcuni soffitti di XV secolo, nei quali vengono impiegate soprattutto nell’illustrazione di romanzi cavallereschi (Palazzo Ricchieri a Pordenone) o come mezzo di promozione sociale (Palazzi Vanni degli Onesti e Moises a Udine) dando vita a un fantastico spettacolo colorato costituito da scontri fra cavalieri, lucenti armature, cimieri dalle forme esasperate, emblemi araldici. Episodî che offrono lo spunto per verificare l’alta specializzazione raggiunta dalle maestranze coinvolte in queste realizzazioni, il ruolo svolto dalle committenze, l’utilizzo di modelli tratti da altri àmbiti artistici, disegni e manuali illustrati in particolare.

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Manfaat Plafon PVC Sbg Pengganti Gypsum & Triplek plafon hunian bakal terbuat dari sekian banyak macam bahan. Tidak Sedikit orang memakai triplek yang merupakan plafon, seterusnya berubah memakai gypsum. kini muncul material PVC sbg bahan plafon, biasa dinamakan plafon PVC. Bahan PVC atau Polivynil chloride ialah bahan polimer yg biasa diperlukan yang merupakan pipa air. Bahan PVC ini yaitu satu buah bahan yg lentur & ringan, diluar itu bahan PVC ini dapat difungsikan dalam jangka lama. Dikarenakan sifat PVC yg begitu sehingga material ini hasilnya diperlukan yang merupakan bahan plafon yg dikenal dgn plafon PVC. Pasti saja proses buat pelaksanaan bahan ini sedikit tidak serupa di bandingkan bersama pengerjaan pipa PVC. Dulu apa kaitannya dgn gypsum? Bahan plafon gypsum yakni bahan plafon yg tidak jarang dipergunakan. Dgn berkembangnya tehnologi sehingga kebolehan gypsum pula sudah dioptimasi. Terhadap dasarnya plafon gypsum & plafon PVC mempunyai fungsi yg sama. Tapi buat jangka panjang plafon PVC mempunyai tidak sedikit keunggulan. Plafon PVC ini amat ringan maka dapat membantu dalam aspek pemasangan. Bersama technologi sekarang ini sehingga benar benar enteng buat menciptakan plafon PVC mempunyai lapisan anti api maka mungil barangkali sbg sumber api. Terkecuali itu plafon PVC tak memerlukan pengecatan, lumayan dibersihkan saja maka sanggup menghemat utk jangka panjang. Satu perihal yg paling menguntungkan dari plafon PVC yakni plafon model seperti ini anti rayap maka bisa dikatakan tahan teramat lama.

En Frioul, la plupart des closoirs peints a été réalisée pendant la première moitié du XVe siècle. Ceux du palais Ricchieri à Pordenone sont parmi les corpus les plus importants ; y ont été mis en scène des récits inspirés des thématiques courtoises, dont la capture de la biche blanche et la fable ovidienne Pirame et Thisbé. Toutefois les épisodes représentés ne coincident pas tous avec ceux transmis par les textes écrits, ce qui fait supposer l’existence de variants locales ayant béneficié d’un certain succès et qui ne nous sont pas parvenus. Sur les plafonds à scènes isolées des palais Vanni degli Onesti e Moises à Udine ou Bront à Cividale du Frioul et Moretti à Venzone, réalisés entre le second et le quatrième quart du XVe siècle, on cherche à represénter un monde idéalisé, à travers l’exaltation du luxe et des habitudes cultes et raffinées propres aux classes supérieures de la société. Ces plafonds ont été produits par un seul atelier qui a été identifié comme celui dont le maître était Antonio Baietto. Non seulement les traits des personages représentés sur les closoirs montrent une grande proximité avec quelques visages des fresques de la chapelle du Gonfalone (bannière) à la cathédrale de Venzone, réaliseées par Antonio entre 1410 et 1420, mais on est frappé par la présence d’un instrument de musique insolite, une vielle dotée d’un important « cavigliere a falcetto » que l’on rencontre aussi sur un closoir du plafond Vanni degli Onesti. De plus l’activité de l’atelier d’Antonio Baietto est repérée là-même où ces plafons ont été peints et la succession de ses déplacements coïncide parfaitement avec celle, chronologique, des ensembles décorés, établies selon les considérations stylistiques.


In Friuli la realizzazione della maggior parte di pettenelle con scene è circoscritta alla prima metà del XV secolo. Tra i nuclei più importanti vanno annoverati quelli di palazzo Ricchieri a Pordenone, dove vengono messi in scena racconti ispirati alla tematica cortese, tra i quali la Cattura della cerva bianca e la favola ovidiana di Piramo e Tisbe. Tuttavia, gli episodi narrati non sempre sono del tutto coincidenti con quelli tramandati dai testi scritti, facendo così supporre l’esistenza di varianti locali di un certo successo che non ci sono giunte. Nei soffitti con scene isolate di palazzo Vanni degli Onesti e Moises a Udine, Bront a Cividale del Friuli e Moretti a Venzone - realizzati tra il secondo e il quarto decennio del XV secolo - si vuole invece rappresentare un mondo idealizzato attraverso l’esaltazione del lusso e delle consuetudini colte e raffinate proprie delle classi superiori. Questi soffitti furono prodotti da un’unica bottega che va identificata con quella facente capo ad Antonio Baietto. Non solo nei lineamenti dei personaggi rappresentati nelle pettenelle si possono cogliere stringenti affinità con alcuni volti presenti nella decorazione a fresco della cappella del Gonfalone del duomo di Venzone realizzata da Antonio tra il 1410 e 1420, ma colpisce soprattutto la presenza di uno strumento musicale insolito - una viella dotata di un vistoso cavigliere ‘a falcetto’ - che si riscontra anche in una pettenella del soffitto Vanni degli Onesti. Inoltre, l’attività della bottega di Antonio Baietto è documentata negli stessi luoghi dei soffitti in esame, ma anche la sequenza degli spostamenti coincide perfettamente con la datazione in successione dei cicli, basata su considerazioni stilistiche.

In Friuli la realizzazione della maggior parte di pettenelle con scene è circoscritta alla prima metà del XV secolo. Tra i nuclei più importanti vanno annoverati quelli di palazzo Ricchieri a Pordenone, dove vengono messi in scena racconti ispirati alla tematica cortese, tra i quali la Cattura della cerva bianca e la favola ovidiana di Piramo e Tisbe. Tuttavia, gli episodi narrati non sempre sono del tutto coincidenti con quelli tramandati dai testi scritti, facendo così supporre l’esistenza di varianti locali di un certo successo che non ci sono giunte. Nei soffitti con scene isolate di palazzo Vanni degli Onesti e Moises a Udine, Bront a Cividale del Friuli e Moretti a Venzone - realizzati tra il secondo e il quarto decennio del XV secolo - si vuole invece rappresentare un mondo idealizzato attraverso l’esaltazione del lusso e delle consuetudini colte e raffinate proprie delle classi superiori. Questi soffitti furono prodotti da un’unica bottega che va identificata con quella facente capo ad Antonio Baietto. Non solo nei lineamenti dei personaggi rappresentati nelle pettenelle si possono cogliere stringenti affinità con alcuni volti presenti nella decorazione a fresco della cappella del Gonfalone del duomo di Venzone realizzata da Antonio tra il 1410 e 1420, ma colpisce soprattutto la presenza di uno strumento musicale insolito - una viella dotata di un vistoso cavigliere ‘a falcetto’ - che si riscontra anche in una pettenella del soffitto Vanni degli Onesti. Inoltre, l’attività della bottega di Antonio Baietto è documentata negli stessi luoghi dei soffitti in esame, ma anche la sequenza degli spostamenti coincide perfettamente con la datazione in successione dei cicli, basata su considerazioni stilistiche.

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A Die (26) : corniche monumentale romaine, salle thermale romaine, blocs romains en remploi, plafond peint du XVe s. ;
Synthèse des connaissances sur Luc-en-Diois, capitale des Voconces, à l’occasion de l’exposition « Capitales éphémères » organisée par Javols-Anderitum.

Le analisi fotografiche - infrarosso, luce radente e RTI (Reflectance Transformation Imaging) in particolare - rappresentano un efficace strumento di indagine per lo studio dei soffitti lignei dipinti. Recentemente, nell’àmbito di un’attività di ricerca condotta nel Laboratorio fotografico del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale (DIUM) dell’Università di Udine, tali indagini sono state applicate ad una serie di soffitti lignei dipinti di XV e XVI secolo da poco ritrovati in Friuli. Riprese fotografiche all’infrarosso hanno permesso di ottenere importanti risultati, soprattutto quando le pettenelle risultano essere illeggibili a causa dell’accumulo di sporco e fuliggine, di danni provocati da incendi, di alterazioni cromatiche causate dalla successiva applicazione di vernici, di ridipinture dovute ai mutamenti del gusto. In alcuni casi, infatti, è stato possibile riconoscere i soggetti della decorazione in tavolette completamente annerite, in altri cogliere particolari utili a una corretta interpretazione iconografica e iconologica, in altri ancora individuare un intervento di ‘aggiornamento’ realizzato a poca distanza di tempo dalla decorazione originaria oppure il riutilizzo di elementi avanzati dalla posa di un precedente soffitto in nuove coperture. Riprese a luce radente e RTI hanno permesso di riconoscere i procedimenti adottati per il trattamento delle superfici lignee e, in alcuni casi, di individuare specifiche modalità operative seguite nella dipintura di pettenelle.

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Actes de la journée d’étude « Culture et représentations des élites en Europe à la fin du Moyen Age : les décors des demeures », organisée par le Centre André Chastel – Labex EHNE, le 5 octobre 2013. A paraître aux Presses Universitaires de Paris Sorbonne (2018).