Norcia

I Monti Sibillini, un ambiente paesaggistico unico. Il Pian Grande, oceano d'erba circondato da elevazioni e montagne totalmente intatte. Castelluccio di Norcia, il borgo immerso nella natura, distrutto dalla sequenza sismica del 2016. Il "Deltaplano", la grande struttura moderna realizzata sul colle di Castelluccio, destinata a ospitare alcune attività economiche delocalizzate. Una storia italiana: come i terremoti rendano possibile l'edificazione di costruzioni in aree fortemente vincolate. La storia dell'iter autorizzativo che ha permesso la costruzione del "Deltaplano", tra compromessi, sottovalutazioni e il predominio delle esigenze economiche. Gli articoli pubblicati da Michele Sanvico tra il 2 e il 17 settembre 2018, nei giorni del completamento della struttura.

L’avvento del monachesimo benedettino riguarda l’Umbria così come oggi è intesa, ben oltre ogni luogo comune, ed in questo breve contributo si cercherà di far affiorare e rendere ancor più evidenti di quanto già non lo siano, le basi storiche ed archeologiche di questa affermazione.

La notte del 24 agosto 2016 un terremoto di magnitudo 6.0 ha colpito duramente l'Italia centroappenninica, nella fascia montuosa che si trova ai confini tra il Lazio, l'Umbria, le Marche e l'Abruzzo. L'epicentro della scossa si trovava tra due centri dell'alto Reatino, Accumoli e Amatrice. Le due storiche città, e Amatrice in modo sconvolgente, sono state davvero martoriate, ma l'emergenza si è estesa anche oltre, investendo in particolare il limitrofo comune marchigiano di Arquata del Tronto (Ascoli Piceno). L'evento ha suscitato grande clamore per l'elevato numero dei morti e dei feriti. Si sono registrate 299 vittime. Il fatto che il sisma si sia verificato nel pieno della notte ha limitato sensibilmente le capacità di reazione delle persone coinvolte. Per giunta, era proprio quello il periodo culminante delle vacanze estive, quando i paesi di montagna vedono affluire un gran numero di turisti e di residenti stagionali. Non poteva esserci momento peggiore per una simile evenienza. Come accade in questi casi, solo dopo il disastro certi nodi sono venuti al pettine. Ad alimentare il vento della polemica c'è stato il crollo parziale di una scuola, che pure era stata oggetto di una ristrutturazione attenta ai criteri antisismici. E se, al momento, la scuola era naturalmente chiusa, due palazzine di edilizia residenziale pubblica, realizzate negli anni 1974-77, hanno travolto nella loro rovina 22 persone. Si è così asserito che in tanti si sarebbero potuti salvare se si fosse edificato a regola d'arte, e se gli enti locali avessero avuto una più attenta sensibilità per la criticità del territorio. L'eco di queste discussioni ha finito per ispirare due vignette di un giornale satirico francese, che in modo alquanto vago hanno attribuito la responsabilità dei morti al malcostume degli italiani oppure all'intervento della malavita organizzata nella gestione degli appalti. E questo senza tenere conto che i crolli hanno riguardato in massima parte edifici storici, oltre al fatto che non risultano allo stato attuale infiltrazioni mafiose nei centri pedemontani dell'alto Lazio. Dal canto suo, un noto giornalista italiano ha imputato la strage, in prima battuta, agli abusi edilizi, associando Amatrice ai tristi paesaggi dell'illegalità diffusa. Ma, quand'anche l'abuso sia acclarato in diversi casi di ristrutturazione, non basta da solo a motivare un fenomeno di crolli a macchia d'olio, tale da cancellare un intero centro storico, come si è verificato nelle vicine Marche proprio per effetto del sisma, a Pescara del Tronto (frazione di Arquata del Tronto, Ascoli Piceno). In realtà, il tessuto abitativo dei luoghi colpiti era caratterizzato da edifici di bassa lega in massima parte realizzati tra il 1750 e il 1950. Si tratta di aree pedemontane che hanno conosciuto gravi e ricorrenti stagnazioni sin dal XVII secolo, con i connessi fenomeni di spopolamento. Di pari passo si è assistito alla contrazione e all'impoverimento dell'attività edilizia, con la rinuncia inevitabile alla selezione dei materiali e dei metodi costruttivi. Finché erano all'opera maestranze qualificate grazie alla presenza di comunità ricche e operose, fino a buona parte del Cinquecento, gli edifici erano costruiti meglio: più rifiniti e più solidi, grazie ad apparecchi murari in pietra concia con punti di forza ben saldati. Paradossalmente, quindi, più si va indietro nel tempo, più si vede un migliore impiego di risorse e di tecniche in campo edile.

We hear that Dom Perignon could taste a single grape from each arriving tub and know immediately by the taste where it had come from, and exactly how it should be blended with other grapes for the perfect champagne.Brillat-Savarin tells us that Roman gourmands could taste Tiber fish and know whether they had been caught ‘between the bridges’ (i.e. in town) or lower down the stream. This indissoluble bond between place and taste – a strong-as-steel yet nearly transparent strand which only a true connoisseur can perceive – is commonly referred to by its French name, terroir. I will argue here that it is nonsense.

This paper presents two different methods (topographic and GIS based analysis) applied by the authors to recognize the layout of transhumance pathways in Umbria and Sabina regions (Central Italy) and to investigate the spatial correlation between pre-Roman ‘castellieri’ (Italic hillforts) and transhumance routes.

Je retrouve (dimanche 30 octobre 2016) ce petit article écrit pratiquement in situ, avant internet, avant le livre de Sylvie Lefèvre (Droz, 2006). Plusieurs des manuscrits à peintures d'Antoine de La Sale sont maintenant en ligne. En 2000, une équipe de géologues a révélé l'existence de labyrinthes souterrains qui confirment une partie des descriptions d'Antoine de La Sale. Romano Cordella a continué à animer l'association "Una mostra, un restauro" qui depuis les années 1970 s'attache à restaurer le patrimoine de la Valnerina, dans la région des Monti Sibillini. Don Giovanni Benedetti, qui conduisait sa Fiat comme un pilote de Formule 1 sur les routes d'Ombrie, est décédé dans un accident de la route en 1993 après être resté longtemps dans le coma.
CCX ou CCR ? Je continue à pencher pour la première solution, un rébus. Sans s'en disperser.

Alberto Novelli (1941 - 1990) è stato Sindaco di Norcia dal 1975 al 1986, nel periodo terribile e straordinario della ricostruzione successiva al terremoto del 19 settembre 1979.

Di questa ricostruzione, Novelli è stato protagonista, contribuendo in modo determinante a definirne obiettivi e modalità, con una visione deliberata e originale che avrebbe guidato l’antica terra di San Benedetto verso il progresso e la  prosperità, salvaguardandone il patrimonio storico, artistico e culturale.

Ma Alberto Novelli sarà anche il protagonista di una lunga e complessa vicenda giudiziaria, che lo vedrà indagato proprio per reati connessi alla gestione della ricostruzione. L'inchiesta provocherà la fine della sua carriera politica e la successiva condanna ne distruggerà irreversibilmente l'onore e la reputazione.

Alberto Novelli, però, si dichiarerà sempre innocente. Fino all'ultimo alito di vita.

Questo volume intende ripercorrere l'intera vicenda della ricostruzione post-terremoto a Norcia, approfondendo gli aspetti giudiziari relativi a quella che è stata chiamata "la truffa ai terremotati della Valnerina". E lo farà come mai era stato tentato prima: attingendo alle migliaia e migliaia di pagine di documenti ufficiali, atti giudiziari e carte personali contenuti nell'Archivio Novelli, originariamente conservato presso l'abitazione nursina del Sindaco.

Da questo lavoro di ricerca e di indagine, durato quasi due anni, emergerà una verità storica che presenterà significativi punti di divergenza con la verità sancita dalle sentenze penali.

E la verità storica ci racconterà di come Alberto Novelli non sia stato affatto quell'uomo la cui colpevolezza è stata asseritamente tratteggiata nelle aule dei tribunali.

Alberto Novelli, semplicemente, è stato uno dei migliori figli di Norcia. E come tale andrebbe ricordato.

I Monti Sibillini, un ambiente paesaggistico unico. Il Pian Grande, oceano d'erba circondato da elevazioni e montagne totalmente intatte. Castelluccio di Norcia, il borgo immerso nella natura, distrutto dalla sequenza sismica del 2016. Il "Deltaplano", la grande struttura moderna realizzata sul colle di Castelluccio, destinata a ospitare alcune attività economiche delocalizzate. Una storia italiana: come i terremoti rendano possibile l'edificazione di costruzioni in aree fortemente vincolate. La storia dell'iter autorizzativo che ha permesso la costruzione del "Deltaplano", tra compromessi, sottovalutazioni e il predominio delle esigenze economiche. Gli articoli pubblicati da Michele Sanvico tra il 2 e il 17 settembre 2018, nei giorni del completamento della struttura.