Castrum

INCIPIT
Parlare di Quintana a Foligno è come parlare di Palio a Siena o di Ceri a Gubbio. È toccare l’essenza stessa di una compagine sociale la cui urbanitas trova alimento e talvolta identità piena in una manifestazione, in un rito collettivo, profondamente coinvolgente, le cui componenti essenziali sono destrezza, abilità, competizione agonistica e devozione
(religiosa o al simbolo identitario di gruppo). Riti collettivi riscoperti e rivitalizzati tra medioevo ed età moderna le cui sicure radici è però facile immaginare affondino nell’ antichità più profonda.
Ritrovare quindi tra le morfologie urbane fossili di Foligno una maglia castramentale di una tipologia molto particolare, assai poco consueta, come quella che contempla di fatto due cardini massimi, Via Principalis e Via Quintana, intersecanti la Via Decumana, in un qualsiasi altro centro non avrebbe avuto la rilevanza e la carica emotiva ed evocativa che ha invece nella città che si riconosce ed identifica da secoli nella Giostra
della Quintana [......]
Ultimata per quanto possibile l’indagine topografica di contesto era necessario, per chiarire il rapporto tra Via Quintana e area della cattedrale, scendere a livello architettonico. In questo si è rivelato di determinante importanza il rilievo che il marchese Balduino Barnabò levò nel 1824 delle strutture murarie pertinenti ad edifici ecclesiali precedenti [...]rinvenuti durante gli scavi effettuati per la realizzazione
di colombari al livello della cripta, sia in corrispondenza della navata, che del transetto e dell’abside...

Point haut culminant la dépression de Laragne, le massif de la Plâtrière est un site géographique stratégique constitué de gypse d'excellente qualité. Au Moyen Âge, peu avant l'an 1000 1 , le castrum de Lazer se développe au sommet du massif.

Tipologia generale: architettura fortificata Tipologia specifica: castello e borgo murato Configurazione strutturale: il castrum del X secolo, naturalmente protetto dalla conformazione del terreno e rafforzato da opere difensive di cui non è rimasta traccia, fu inglobato entro la più vasta area del borgo dei secoli XII e XIII, accresciutosi in dimensioni e in popolazione sotto la spinta del forte incremento demografico e in conseguenza dell'attrazione di abitanti dalle terre circostanti. Il borgo, ancora protetto da un semplice fossato alla metà del XIV secolo, fu negli anni successivi circondato da un muro difensivo; nella seconda metà del Quattrocento fu avviata la costruzione di una nuova cinta muraria attorno al centro abitato, dotata di sei porte d'accesso, il cui perimetro seguiva il tracciato degli attuali viali Paganini e Mazzini, a nord, di via don Minzoni, verso ovest, di via Monte Vitale a sud, mentre il lato est era attestato sull'alto gradino affacciato sulla valle del Ticino, Epoca di fondazione: X sec.

Beyond military aspects, questions of power and domination, the traditional castle of the Middle Ages incorporates in its functional unified form three essential components: the sala ou aula, piece of pageantry, justice and reception, the camera, a room of often shared intimacy, and the capella, a place of spirituality that often escapes the parish setting. But in the long time, the castle also emerges from spatial logics, very diverse settlement dynamics and constraints of more complex places to consider. More fragile, more obliterated the vestiges of the fortifications of 6th-11th centuries are actually more difficult to spot but archaeology now offers new avenues and allows to identify forms and categories of establishments that question the distant genesis of the properly medieval castle of the Pays d’Oc.

La fouille d’un secteur limité du terrain jouxtant l’ancien  presbytère de l’église Saint-Martin, au lieu-dit Calviac à Monflanquin (Lot-et-Garonne), a permis une restitution minutieuse des séquences d’occupation qui se sont succédé sur ce site depuis l’Antiquité jusqu’à l’époque moderne. Un  ensemble sépulcral du haut Moyen Âge, venant s’implanter sur les vestiges d’un bâtiment antique, a ainsi pu être partiellement étudié. L’analyse conjointe des vestiges architecturaux conservés et des données archéothanatologiques a permis de reconnaître  différents types de sépultures  sarcophage, coffrage de bois, coffrage mixte et fosse simple) et de caractériser les pratiques sépulcrales. Cette occupation funéraire, attestée par la présence de 16 tombes appartenant à deux phases chronologiques distinctes, a perduré jusqu’à la construction de l’église Saint-Martin au xie siècle. L’espace concerné par l’opération archéologique fut par la suite le lieu d’implantation d’un bâtiment, dans lequel a essentiellement été observée une activité de  boulangerie. Après la fin du xiiie siècle, l’occupation apparaît plus diffuse, jusqu’à la construction du presbytère au début du XVIIIe siècle.

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An archaeological excavation of a restricted area adjoining the ancient presbytery of the church Saint-Martin, in the locality Calviac in Monflanquin (Lot-et-Garonne), allows a detailed restitution of sequences of occupations from late Antiquity to modern period. An early Middle Age graveyard, established over the remains of an antique building, is identified. The architecture of the graves and the archaeothanatological data analysis allows the distinction of different types of graves (sarcophagus, wooden coffin, composite coffin and rock grave) and the characterization of funerary practices. This occupation is certified by the presence of 16 burials belonging to two distinct chronological periods. In the 11th century, the church Saint-Martin was built and the inhumations stopped. Then another building was erected in which was principally noticed an activity of bakery. By the turn of the 13th century, the occupation appeared more diffuse until the construction of the presbytery at the early 18th century.

Tipologia generale: Architettura fortificata Tipologia specifica: castello Configurazione strutturale: la cerchia muraria del castrum altomedievale cingeva l'intero abitato dell'odierna località Castello, impostandosi al di sopra del ciglio della scarpata e seguendo la linea di massima pendenza tutto intorno al colle. La conformazione del terreno, che con i suoi contorni dirupati per sua stessa natura si configurava come facilmente difendibile, la collocazione in un luogo di importanza strategica in posizione dominante sulla valle del Ticino e la facilità di reperimento di una risorsa importantissima come l'acqua -grazie ai numerosi pozzi, alcuni dei quali ancora esistenti e attivi ai nostri giorni -, fecero di Pombia un importante centro fortificato con caratteristiche funzionali di difesa e controllo del territorio. Entro la cerchia di questo antico castello fu costruito, probabilmente durante il XII secolo, un ridotto difensivo -torre o dongione -con le caratteristiche di castello signorile: il Castel Domino, di proprietà vescovile. Durante i secoli XVI-XVIII, perdute ormai da tempo le sue caratteristiche più prettamente difensive e caduto definitivamente in rovina il dongione, il centro abitato divenne polo di attrazione come residenza di alcune famiglie nobiliari che vi costruirono le loro dimore.

In this article the results of geophysical prospections in Mauer bei Amstetten, a Roman findspot in the hinterland of the Norican frontier (Austria), are presented. The contextual analysis of excavation
and geophysical results and geo-data allow to draw a new image of this settlement, situated on a main road connecting the legionary fort of Lauriacum-Enns and Ovilavis-Wels with the eastern part of the province.
The results suggest the shift from mainly civilian character to a fortified settlement and in the final phase to a late antique Castrum. The last was provided with exceptional wide defensive walls, horseshoe-shaped,
rectangular, semicircular and circular towers as typical for Castra and internal fortresses in Rhine and Danube provinces. The name, function and garrison of the Castrum Mauer bei Amstetten are discussed.

Errori, strafalcioni, sfondoni, spropositi, granchi, cantonate, sfarfalloni, castronerie, papere e simili su Toro e sulla toponomastica torese. Oltre a Giambattista Masciotta, ne sono autori storici o dilettanti come Luigi Alberto Trotta, Renato Lalli, Nicoletta Pietravalle, Emilio Spensieri, Diomede Ciaccia, Rita Frattolillo di Zinno, Simonetta Tassinari, burocrati e cartografi anonimi, Amministrazione Comunale di Toro 2016. Antonio  Fratangelo

Ever since it has been mentioned for the first time in the 19th century, the site of Mogorjelo has sparked the interest of the scholarship. Much of what we know today about this architectural complex is owed to Carl Patch who conducted a systematic archaeological research at this site from 1899 to 1903. Patch believed that the discovered remains of the complex, in fact, represent a former Roman camp or a castrum, one link in the system of Roman forts between the rivers Krka and Neretva. He dated this camp to the period of the 1st century which was restored in the second half of the 3rd century after being destroyed at the beginning of the 2nd century. Scholars such as Bojanovski, Anthes, Swoboda, Duval and Špehar agreed with Patch that Mogorjelo was a military camp, but they rejected the 1st century as its date. The second group of scholars rejected this view and believe that this site was the center of a large agricultural estate with supporting facilities. When it comes to construction phases and dating, the majority of scholars agree that the remains, visible today in Mogorjelo, belong to the Late Antiquity period, more specifically the 4th century. However, their opinions differ in case of construction. Thus, some scholars, such as Basler and Vetters, believe that the first construction phase can be dated to the 1st century, whereas others believe that this phase took place somewhat later.
Although it has been more than one century since the discovery of Mogorjelo, we can assume that two basic requirements are necessary for obtaining a definite answer regarding its character and construction phases. The first requirement is the analysis and publication of over 150 crates of materials that Carl Patsch has dug out during the systematic research between 1899 and 1903. This material was sent to the National Museum in Sarajevo where it has been sitting in its depot ever since. An important drawback in the study of Mogorjelo is the lack of access to the logs compiled by Carl Patch, as well as his drawings, photographs and plans prepared from 1899 to 1903 that are being kept today in Südost-Institut in Munich. The unavailability of his excavation insights, remarks and notes represent a gap for all researchers who have dealt with Mogorjelo. Thus the second requirement is the publication of Patch’s materials which would enable all interested researchers to access his work and study this site.

The aim of the third German-Albanian excavation at the late Roman castrum of Vig was to examine its architecture and phases of occupation. The site is located in the North Albanian mountains, in the valley of the rivers Gjader and Voma. A coin of Maximinus Daia (308–313 AD) found in a lime kiln that dated to the time of the castrum's erecting, furnishes a terminus post quem for the fortification, whose construction probably started shortly later in the early 3rd century AD. Wall foundations recorded inside the castrum in context with ceramics from the 5th and 6th centuries AD indicate that the castrum was still used at this time, but no longer for military purposes.

Rometta (in Prov. di Messina) l’inespugnabile, la fedelissima, la munitissima nella difesa, ha conservato per lunghi secoli la sua funzione di nodo strategico fondamentale per il controllo della vasta area della fascia settentrionale del messinese. Dagli archivi e dalla ricerca storica emergono avvenimenti, per lo più dimenticati, che hanno visto la piazzaforte peloritana al centro di scontri sanguinosi, di assedi ed assalti alle sue mura. Oggi è possibile ricostruire una buona parte della storia inedita di questo centro abitato fortificato d’altura sin dai primi tempi della conquista musulmana della Sicilia, età in cui i documenti scritti iniziano ad interessarsi di un luogo abitato dal nome di Rèmata (o Erìmata).

L’isola di Sant’Andrea, situata nell’alveo del Lago di Loppio, prosciugato nel 1956, quindici secoli fa ospitò un insediamento fortificato. In seguito a segnalazioni e rinvenimenti sporadici susseguitisi fin dal XIX secolo, nel 1998 la Sezione Archeologica del Museo Civico di Rovereto avviò un progetto di ricerca e di studio del sito, concretizzatosi in una serie di campagne di scavo estive. Le indagini archeologiche, attualmente ancora in corso, hanno portato alla scoperta di un contesto archeologico pluristratificato, con testimonianze che vanno dalla preistoria all'epoca tardoantica, a quella medievale, per giungere fino alla Grande Guerra. Il volume è dedicato ai risultati delle ricerche nel castrum di V-VII secolo, iniziate con il sondaggio del 1998 e conclusesi con lo scavo del 2014. A un inquadramento generale del sito fa seguito una parte dedicata alla periodizzazione e all’analisi stratigrafica dello scavato; vi è poi un’ampia sezione che comprende i contributi sui reperti mobili, mentre la quarta parte raccoglie alcune riflessioni conclusive.

Notice du BSR (Bilan Scientifique Régional) PACA 2020 (consultable en ligne) pour le rapport final d’opération portant sur les communes de Andon, Aspremont, La Brigue, Gorbio, Peille, La Roque-en-Provence, Sospel et Touët-de-l’Escarène réalisé en 2020. Axé sur les chapelles des Alpes-Maritimes, ce travail s'inscrit dans le cadre plus large d'une thèse sur la génèse et le développement de la chapelle en Provence orientale entre le XIe et le XVIe siècle.

Kewin PECHE-QUILICHINI -Doctorant en archéologie préhistorique, Université de Provence Thibault LACHENAL -Doctorant en archéologie protohistorique, Université de Provence Donatella BILARDI -Doctorante en archéologie phénico-punique, Università degli Studi di Cagliari Anne-Gaëlle CORBARA -Master 2 en archéologie orientale, Université de Lyon Ana Lucia FERRAZ SA VIANA -Doctorante en archéologie préhistorique, Université de Paris I Anthony GAILLARD -Technicien, INRAP Grand Est-Nord Bérengère GUEGAN -Technicien-anthropologue, INRAP Grand Est-Nord Constance HANQUET -Doctorante en archéologie préhistorique, Laboratoire du Lazaret Letizia LEMMI -Doctorante en archéologie phénico-punique, Università degli Studi di Sassari Sébastien LEKIEFFRE -Licence 2 d'histoire, Université de Rennes Jean-Pierre MANNONI -Master 2 en archéologie antique, Università di Corsica Vanina MARCHI -Docteur en histoire médiévale, Università di Corsica Dominique MARTINETTI -Association "A Mimoria" Abdelkader MOUSSOUS -Doctorant en archéologie préhistorique, Laboratoire du Lazaret Stefania OPPO -Doctorante en archéologie phénico-punique, Università degli Studi di Sassari Florian SOULA -Doctorant en archéologie préhistorique, Université de Provence Emilie TOMAS -Doctorante en archéologie médiévale, Università di Corsica

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Appunti generali sulla trasformazione della campagna romana dal medioevo all'epoca moderna e sulla diffusione dei casali-torri in tutta l'area romana. Lezione tenuta per conto dell'associazione culturale "Amici di Gabii" presso la sede sociale di Lunghezza (RM) il 17.02.1999. Corso di base per la formazione di accompagnatore culturale, sezione II, "Torri, Castelli e Casali".

Habitat troglodytique et sites rupestres au Moyen Âge 4 4 e e c co ol ll lo oq qu ue e d de e S Sa ai in nt t-M Ma ar rt ti in n-l le e-V Vi ie ei il l ((A Au ud de e)) Sous la présidence de Monique Bourin Samedi 28 juin 2008 L'Amicale Laïque de Carcassonne et l'association "Les Cruzels" de Saint-Martin-le-Vieil (Aude) organisent depuis 4 ans un colloque sur l'habitat troglodytique et les sites rupestres au Moyen Âge. Ce colloque pluridisciplinaire a pour but de tenter de mieux cerner collectivement le contexte de ces structures et d'en souligner les problématiques originales pour renouveler la recherche sur ce thème. Renseignements et inscriptions

During the archaeological digs lead by the Museo Civico di Rovereto on St. Andrea Isle (Loppio, TN) in 2005, a spur and a sword-belt mount were unearthed. They represent familiar typologies in northern and eastern Europe during the Carolingian period and are probably copies of North European prototypes. Even if sporadic, these finds are evidence of a human presence in the site in the IX-X centuries.

Spurs, Mount, Sword-belt

Présentation Power Point du site dans le colloque  Naissance, évolution et fonctions des fortifications médiévales dans les comté de Foix, Couserans et Comminges , colloque du Programme Collectif de Recherche des 3 et 4 décembre 2011 à Foix.

Vannozzi  Stefano, I DA PONTE. Nuovi elementi storici intorno ai primi Signori di Cercemaggiore, Riccia, Vipera e Ponte in epoca normanna, in «Millemetri, la rivista di Cercemaggiore», a. VII (vecchia serie), n. 3, maggio-giugno 2005, pp. 27-30.

Trasposizione digitale e grafica di Valentina Marino

Tipologia generale: architettura fortificata Tipologia specifica: torre, forse inserita in un più complesso nucleo fortificato Configurazione strutturale: Non si hanno informazioni sulla configurazione e sulle dimensioni della struttura difensiva, che era ubicata nell'area dell'attuale baluardo Lamarmora, all'esterno della cerchia muraria medievale Epoca di fondazione: IV-V secolo?

Novara: le torri rotonde di S. Gaudenzio, o torri gemelle, e il castrum comitis Engalardi Stato: distrutto Tipologia generale: architettura fortificata Tipologia specifica: torri, forse inserite in un più complesso nucleo fortificato Configurazione strutturale: Non si hanno informazioni sulla configurazione e sulle dimensioni della struttura difensiva, che sorgeva presso l'antica basilica apostolorum, nell'area situata all'inizio dell'attuale via XX settembre Epoca di fondazione: IV-V secolo? Fasi costruttive: IX-X secolo? Epoca distruzione: sconosciuta Primo documento rintracciato: agosto 951, «foris urbem civitatem Novaria, non longe prope turre qui dicitur Iumella»

Montreal-de-Sos est un eperon calcaire de la montagne pyreneenne, tout en rudesse, en pentes, rochers et falaises. Depuis l’Âge du Bronze moyen, les dominations societales s’y succederent, voire s’y emboiterent. Ce sommet surplombe un bassin de vie de la haute vallee de l’Ariege, niche au pied de sommets culminants au-dela de 3000 m d’altitude, aujourd’hui crete frontiere entre France, Andorre et Catalogne. Le site est connu dans quelques rares actes medievaux pour avoir ete un castrum des comtes de Foix aux XIIIe et XIVe siecles. Treize annees de fouilles archeologiques puis, trois annees d’etudes supplementaires, ont permis de restituer une image des occupations humaines, tant pour leurs aspects architecturaux que pour leurs artefacts. Cet ouvrage presente ces resultats, de l’occupation protohistorique a celle de la fin du XIVe siecle de notre ere, traitant des bâtis, des espaces, des fonctions du site et des objets exhumes. Parmi ces derniers, des decouvertes etonnantes ont ete realisees, telles ces centaines de pierres gravees de dessins, plus rarement de textes. L’une d’elles est un fragment inedit d’un poeme de troubadour en occitan. Une autre porte la figuration de chevaliers et d’une fortification medievale… L’ensemble des elements mis au jour temoigne d’aspects peu connus sur la vie quotidienne des habitants de ce type de castrum montagnard.

Un piccolo intervento di studio sulla topografia dell'abitato castrale di Cercemaggiore, nato in epoca Normanna a seguito della distruzione di un piccolo villaggio più antico di epoca Longobarda posto sulla sommità del monte.

Vannozzi  Stefano, Le mura della Terra di Cercia. Appunti sulla topografia antica del centro storico di Cercemaggiore, in «Millemetri, la rivista di Cercemaggiore», Speciale IV Settimana della Cultura, a. IV, n. 3, maggio-giugno 2002, pp. 8-10.Trasposizione digitale e grafica di Valentina Marino.

Since its discovery at the beginning of the 20th century, the location of the late ancient castrum of Vig in a wide river valley surrounded by mountains has given rise to speculation about its function. Protection from mountain tribes, the role as a station, and the organisation of ore mining were discussed. The last campaign of the project in autumn 2018 has been devoted primarily to these issues. Although copper deposits were found in the fort's immediate vicinity, they apparently hadn't mined here in ancient times. The castrum probably served to secure the nearby via Lissus – Naissus as well as the mountainous hinterland of the Zadrima plain.

Il progredire della ricerca archeologica relativa ai siti fortificati, effettuata in Italia centro-settentrionale negli ultimi anni, ha permesso di dare corpo alle immagini evocate dalle fonti scritte e, in taluni casi, di chiarirle, evidenziando l’esistenza di un’architettura realizzata non solo in pietra, ma anche - e forse soprattutto - in terra e legno. Alcuni lemmi citati nelle fonti tra X e XI secolo indicanti elementi costruttivi presenti nei siti fortificati, come la spiciata o tonimen, il dongione e il palacium castri, saranno illustrati per mezzo di immagini tratte da siti indagati archeologicamente nei quali sono state riconosciute le medesime strutture citate nei documenti. Grazie al dialogo instaurato tra fonti scritte e fonti materiali, risulterà più tangibile e vivida l’illustrazione di uno degli elementi più caratteristici del paesaggio medievale: il castrum.

Journée d'études, séminaire de spécialité de Master 1 (ARC 22) organisée par André Constant et Andreas Hartmann-Virnich. 16 avril 2018, Aix-en-Provence, MMSH, Salle George Duby 9h30-18h

Cette journée d'études a pour but de présenter les résultats obtenus lors des différentes campagnes de fouilles menées à Ultréra (Argelès-sur-Mer, Pyrénées-Orientales). La journée, découpée en sessions thématiques, présentera la zone d'étude, son occupation durant les périodes anciennes (Néolithique, Âge du Bronze) avant d'aborder la genèse du castrum médiéval et son évolution dans la durée. L'après-midi sera consacrée à la présentation des témoins matériels de la vie quotidienne des habitants du site (culture matérielle, artisanat, alimentation, exploitation et gestion du milieu).

Les communications seront assurées par André Constant, Michel Martzluff, Cécile Respaut, Asumpcio Toledo i Mur, Guergana Guionova, Patrick Green,  Jérôme Bénézet, Jérôme Ros, Marie-Pierre Ruas, Valentine Combeau, Aline Durand, Vanessa Py, Isabelle Rodet-Belarbi et Myriam Sternberg.

Montreal-de-Sos est un eperon calcaire de la montagne pyreneenne, tout en rudesse, en pentes, rochers et falaises. Depuis l’Âge du Bronze moyen, les dominations societales s’y succederent, voire s’y emboiterent. Ce sommet surplombe un bassin de vie de la haute vallee de l’Ariege, niche au pied de sommets culminants au-dela de 3000 m d’altitude, aujourd’hui crete frontiere entre France, Andorre et Catalogne. Le site est connu dans quelques rares actes medievaux pour avoir ete un castrum des comtes de Foix aux XIIIe et XIVe siecles. Treize annees de fouilles archeologiques puis, trois annees d’etudes supplementaires, ont permis de restituer une image des occupations humaines, tant pour leurs aspects architecturaux que pour leurs artefacts. Cet ouvrage presente ces resultats, de l’occupation protohistorique a celle de la fin du XIVe siecle de notre ere, traitant des bâtis, des espaces, des fonctions du site et des objets exhumes. Parmi ces derniers, des decouvertes etonnantes ont ete realisees, telles ces centaines de pierres gravees de dessins, plus rarement de textes. L’une d’elles est un fragment inedit d’un poeme de troubadour en occitan. Une autre porte la figuration de chevaliers et d’une fortification medievale… L’ensemble des elements mis au jour temoigne d’aspects peu connus sur la vie quotidienne des habitants de ce type de castrum montagnard.

Since its discovery at the beginning of the 20th century, the location of the late ancient castrum of Vig in a wide river valley surrounded by mountains has given rise to speculation about its function. Protection from mountain tribes, the role as a station, and the organisation of ore mining were discussed. The last campaign of the project in autumn 2018 has been devoted primarily to these issues. Although copper deposits were found in the fort’s immediate vicinity, they apparently hadn’t mined here in ancient times. The castrum probably served to secure the nearby via Lissus – Naissus as well as the mountainous
hinterland of the Zadrima plain.