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Storia dell'Arte moderna: Rinascimento a Venezia

In campo pittorico, Venezia era dominata da due botteghe: quella dei Bellini e quella dei Vivarini. ✓ Antonio Vivarini, il padre, era un grande sponente del tardogotico a Venezia: le sue opere si caratterizzano per l'utilizzo di ori e pastiglie, figure esili ed eleganti (Polittico della Carità).

Rinascimento a Venezia In campo pittorico, Venezia era dominata da due botteghe: quella dei Bellini e quella dei Vivarini. Antonio Vivarini, il padre, era un grande sponente del tardogotico a Venezia: le sue opere si caratterizzano per l’utilizzo di ori e pastiglie, figure esili ed eleganti (Polittico della Carità). Bartolomeo Vivarini Fratello di Antonio Vivarini. osserva gli affreschi della cappella Ovetari, traducendoli in una sorta di compromesso fra tradizione e innovazione. Il suo stile accosta la conoscenza di Squarcione a una predilezione per i fondi dorati. Il linguaggio, anche se a volte ripetitivo, sarà di grande fortuna per l’artista (in particolare a Venezia). Alvise Vivarini Figlio di Antonio Vivarini. Ammorbidisce i contorni seguendo l’esempio di Antonello da Messina, studia le iconografie di Giovanni Bellini, ma non acquisisce le morbidezze luminose dei due maestri. Sacra conversazione I volumi sono sintetici, esaltati da una luce fredda e colori smaltati che non cercano la fusione con l’atmosfera. Carlo Crivelli Frequenta la bottega Bellini; fu anche allievo di Squarcione a Padova, dal quale apprese la resa dei volumi attraverso la variazione delle forme e il tratteggio con il chiaroscuro. Queste novità vennero poi interiorizzate in una maniera molto personale. La sua produzione si distingue per una qualità altissima: il dipinto non è uno specchio della realtà o della narrazione, ma un oggetto suntuoso, tridimensionale e polimaterico. Polittico per il Duomo di Ascoli Piceno Negli stretti scompartimenti dorati (che ricordano Gentile da Fabriano) si trovano figure di santi che risultano essere sia molto realistiche, per la cura dei dettagli, quanto inverosimili, per via delle pose innaturali e delle espressioni patetiche. Jacopo Bellini È una delle figure chiave del Rinascimento a Venezia, poiché introdusse nella laguna importati novità, poi reinterpretate da lui. Allievo di Gentile da Fabriano, si recò poi a studiare a Ferrara e Padova. Si trovò quindi a contatto con le maggiori rielaborazioni delle innovazioni rinascimentali, partendo comunque da una cultura gotica. Andata al calvario Non si tratta di un disegno preparatorio, ma di una ricerca artistica individuale. È uno dei primi disegni a noi giunti con questo intento. Gli edifici son disposti secondo una prospettiva piuttosto elementare, ma ben capita e che, per tanto, permetteva anche scorci e vie di fughe notevoli. La prospettiva, in questo caso, non si pone come un calcolo preciso ma un espediente per organizzare uno spazio frammentario e ricco di spunti. Gentile Bellini Subì anche lui il fascino delle sperimentazioni prospettiche padovane, ma le pose fin da subito a servizio di un gusto analitico per la realtà. La sua pittura si diffonde soprattutto su teliere: grandi tele che sostituiranno, poi, la decorazione ad affresco all’interno delle chiese. La sua è una pittura narrativa, dal gusto veneziano: predilige un tono piano, ricco di spunti decorativi ed evocativi. Fu anche un famoso ritrattista. Miracolo al ponte di San Lorenzo Le quinte prospettiche sono rese perfettamente dalla profondità; nello spazio la prospettiva e gli scorci sono applicati in modo frammentario. Lo sguardo, in questo modo, è condotto a scoprire la città, indugiando su diversi gruppi (dei quali son descritti, perfettamente, i costumi e le fisionomie). La qualità è talmente alta da poter essere definita “fotografica”: gli scenari urbani sono, infatti, ben riconoscibili. Ritratto di Maometto II Prima immagine del sultano riprodotto secondo i canoni figurativi occidentali. Gentile ritrarrà anche moltissimi dignitari e donne ritratti in costumi, all’epoca, esotici.