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Paragone. Arte, Anno LXIX - Terza serie - Numero 142 (825) Novembre 2018, pp. 3-18.
The article expands the oeuvre of Lazzaro Bastiani (documented 1456–1512) with a Virgin and Child in the Art Gallery in Northampton, formerly erroneously ascribed to Quirizio da Murano. The attribution aims to go beyond a mere revision of authorship, seeking above all to trace a new early chronology of Bastiani’s career, stretching from the 1450s to 1480, with a focus on the later dating of works until now unjustly interpreted as solely retardataire, as for example the Virgin and Child with Angels in the Museo Poldi Pezzoli in Milan and the polyptych in Matera. In this new context of chronology and style, the panel in Northampton can be dated to 1476/1478, coming after a period marked by the impact of Marco Zoppo and Giovanni Bellini and showing the artist finally open to the art of Alvise Vivarini.
0) Dizionario Biografico degli Italiani -Volume 64 (2005) LAZZARI, Francesco di Massimiliano Savorra LAZZARI, Francesco. -Nacque nel 1791, ma non si conoscono né il luogo né altri dati sulla famiglia di provenienza. Circa la questione di un doppio cognome del L., che compare sia in una tavola con un progetto di Caffè, conservato al Civico Museo Correr di Venezia e datato 1809 (recante l'iscrizione: "Quarenghi ideò -Francesco Wchowich-Lazzari delineòeseguito sotto la direzione del Selva": Bassi, p. 242), sia nell'edizione delle Lettere del veneto architetto Tommaso Temanza pubblicate per la prima volta da Francesco Wchowich-Lazzari (Venezia 1858), sembra potersi dedurre, dalla lettura di documenti ufficiali, iscrizioni presenti su altri disegni, stati di servizio presso l'Accademia veneziana di belle arti -dove compare sempre e solo Lazzari -, che egli avesse adottato quest'ultima formula, preferendola di fatto alla prima sulla quale, comunque, non si hanno ulteriori notizie. Studiò architettura all'Accademia di Venezia sotto la guida di Giannantonio Selva, di cui fu allievo prediletto. Nel 1810 e nel 1812 ottenne il primo premio in composizione architettonica, nel 1813 il primo premio nell'ornato. Subito dopo cominciò a disegnare alcune tavole per le Fabbriche più conspicue di Venezia, opera intorno alla quale Selva lavorò fino alla morte. Il L. prese il posto del maestro e curò il compimento della grandiosa impresa fino alla pubblicazione ampliata del 1838-40.
«Critica Letteraria» 36, 4 (fasc. 141, 2008), pp. 754-782
Pur abbracciando un breve arco di tempo - dal 2003 al 2005 - la rassegna salgariana si presenta alquanto corposa. Tra i volumi presi in esame si segnalano, in particolare, i testi salgariani "Al Polo Australe in velocipede", ristampa anastatica della prima edizione del romanzo, uscito per i tipi di Limina, corredato di una nota introduttiva di Sergio Giuntini e di un`appendice documentaria, e i due cofanetti mondadoriani, entrambi composti da tre volumi, dei romanzi salgariani "Avventure nel West" (2004) e "Avventure in India" (2005). Nella seconda parte della rassegna vengono invece presi in esame le raccolte di racconti recentemente ripubblicate.
Intrecci d'arte, VII, 2, Dossier. Monografia ancora? Casi di studio. Intrecci con la ricerca, l’editoria e il mercato, la didattica, a cura di Marinella Pigozzi, pp. 44-58, 2017
Questo contributo mira a rintracciare alcune delle possibili declinazioni del modello monografico tradizionale per lo studio del percorso biografico e figurativo di un pittore della seconda metà del Quattrocento veneto troppo spesso dimenticato come Lazzaro Bastiani (doc. 1456-1512). In presenza di un unico, datato tentativo di chiarimento dell’intera vicenda del maestro (l’articolo del 1939 di Licia Collobi Ragghianti su ‘Critica d’Arte’), si rende innanzitutto necessaria una ricognizione delle inesattezze interpretative e delle aporie metodologiche messe in campo dagli studi parcellizzati (singole attribuzioni, schede di catalogo ecc...) o da quelli contenuti entro un più ampio e globale disegno di ricerca storico-artistica (opere di carattere generale sulla pittura veneziana), per illustrare uno schema alternativo di ricerca. Facendo perno su una precisa casistica storica, si tenterà di dimostrare l’essenzialità dell’integrazione biografica attraverso dipinti non superstiti (il polittico di San Samuele del 1460-1468), l’importanza di una rete di rapporti fra gli artisti documentata dalle carte d’archivio e richiamata dalla materialità delle opere d’arte (i rapporti con i Vivarini, Giovanni Bellini e Benedetto Diana) e le potenzialità dell’occhio del conoscitore nell’organizzazione di un eventuale bozza catalogica, secondo un progetto di studio bastianesco che abbia come finalità ultima quella di ricompattare la personalità del pittore per rileggere, in chiave storica, un itinerario.
Malsani. Lebbra e lebbrosi nel medioevo, a cura di G. De Sandre Gasparini e M.C. Rossi, «Quaderni di storia religiosa» 2012, pp. 39-72
La figura del lebbroso è una presenza ben radicata nella agiografia mediolatina. Un ricco e articolato retroterra scritturale, matrice prevalente del linguaggio agiografico, ne rende familiare la figura e la connota in termini che si prestano a un uso estremamente diversificato: la lebbra è castigo divino, ma anche segno distintivo del «servo di Jahvè», e se la legge mosaica allontana il lebbroso dalla comunità, le guarigioni operate da Gesù testimoniano che il tempo di quella legge è compiuto dall'avvento del Vangelo 1 . La versatilità del personaggio appare in modo esemplare nell'agiografia del Duecento: in essa una millenaria tradizione narrativa, quotidianamente rinverdita dall'attualizzazione liturgica e omiletica, convive con le legendae dei nuovi santi, specchio di una realtà sociale in cui lebbra e lebbrosari sono parte dell'esperienza quotidiana in misura ben superiore ai secoli dell'alto medioevo. L'indagine su questo articolato patrimonio duecentesco, formatosi non per sostituzione, ma per accrescimento del retaggio antico e altomedievale, consente di indagare anzitutto la complessa stratigrafia delle figurazioni del lebbroso che erano disponibili, negli ultimi secoli del medioevo, per la lettura edificante, il culto e la predicazione. Nell'economia narrativa dei testi a tale molteplicità di immagini corrisponde, come si cercherà di mostrare, una molteplicità di ruoli in ordine a quel disegno di perfezione che è l'oggetto primario del genere agiografico, e che si arricchisce via via di nuovi modelli di santità nel corso della tradizione cristiana.
Il sogno di Modigliani e Basilea 3, 2018
Questo lavoro inizia con l'analisi dei tratti fondamentali per molti aspetti neokeynesiani del pensiero di Franco Modigliani. Ricorda, da questo punto di vista il manifesto firmato anche da Franco Modigliani contro la disoccupazione in Europa, sempre di stampo keynesiano. A questo manifesto, il lavoro collega il quantitative easing attivato a partire dal 2015 dalla BCE. Ipotizza anche che il risultato incerto del Q.E stesso derivi dal fatto che molte banche hanno preferito trattenere la liquidità e non offrirla alle imprese per essere sicure di rispettare i criteri di patrimonializzazione imposti da Basilea 3. Propone gli equilibri di Nash come equilibri nella competizione tra banche da integrare agli equilibri estrinseci alla competizione di Basilea, che da soli possono provocare il credit crunch, come dimostra l'esito debole del Q.E.
[p. 292] GUARDI, FRANCESCO. -Nacque a Venezia il 5 ott. 1712, quinto figlio di Domenico e Maria Claudia Pichler. Fu battezzato il giorno stesso con il nome di Francesco Lazzaro nella parrocchia di S. Maria Formosa (Simonson, p. 78). A questa data, infatti, e già da qualche anno, la famiglia del G. si era trasferita in Barbaria delle Tole, nei pressi della chiesa dell'ospedaletto (Montecuccoli degli Erri, p. 62). Qui il G. trascorse la sua giovinezza e probabilmente continuò a vivere accanto alla madre, forse fino alla morte di lei nel 1743, quando ormai il nucleo familiare si era sciolto da tempo. Nulla si sa intorno alla sua vita privata negli anni giovanili e pochissimo purtroppo anche a proposito dei suoi inizi di pittore, della sua formazione, del suo apprendistato.
Archivio Storico per la Sicilia Orientale , 2018
Il presente saggio mostra i risultati di una ricerca condotta principalmente sul fondo Tribunale del Concistoro, dell’Archivio di Stato di Palermo, inerente all’ereditarietà della carica di mastro notaro della Regia Cancelleria detenuta dal 1491 al 1523 dal regio milite Giovan Luca Barberi, autore dei Capibrevi, opera fortemente voluta dal potere centrale per indagare sugli abusi della feudalità siciliana, in merito al legittimo possesso dei feudi. Indagando le relazioni familiari del regio milite si è individuato il meccanismo che ha permesso alla famiglia Lanza, baroni del Mojo, nella persona di Petruccio, marito della figlia illegittima del Barberi, a succedere e accedere alla prestigiosa carica di mastro notaro della Regia Cancelleria, inserendosi così nel bramato ambito dell’amministrazione regia a discapito di Giovan Battista Riga, anch’egli erede del Barberi in quanto sposo della figlia legittima e naturale, nonostante una pronuncia dell’imperatore Carlo V deponesse a suo favore. Ciò che emerge è l’annosa querelle che vide contrapposti per secoli il potere regio, lontano dall’isola, ed i feudatari siciliani a difesa dei loro privilegi attraverso uno spaccato di vita privata che permette di far luce sugli interessi economici e la rappresentazione del potere di due famiglie, i Barberi e i Lanza baroni del Mojo. Parole chiave: Giovan Luca Barberi, Lanza del Mojo, Mastro notaro, Giovanni Battista Riga, Regia Cancelleria. The present essay shows the results of a research carried out mainly on the Fund Tribunal of the Consistory, of the State Archives of Palermo, inherent to the inheritance of the post of notary master of the Royal Chancellery held from 1491 to 1523 by the royal knight Giovan Luca Barberi, author of Capibrevi, a work strongly desired by the central power to investigate the abuse of Sicilian feudalism, with regard to the legitimate possession of the feuds. By investigating the family relationships of the royal army, the mechanism that allowed the Lanza family, barons of the Mojo, in the person of Petruccio, husband of the illegitimate daughter of Barberi, to succeed and gain access to the prestigious post of notary of the Royal Chancellery, has been identified. so in the coveted domain of the royal administration at the expense of Giovan Battista Riga, also heir of Barberi as a spouse of the legitimate and natural daughter, despite a pronouncement of Emperor Charles V deponesse in his favor. What emerges is the age-old quarrel which saw for centuries the royal power, far from the island, and the Sicilian feudal lords defending their privileges through a cross-section of private life that allows us to shed light on economic interests and the representation of power of two families, the Barberi and the Lanza baroni del Mojo. Keywords: Giovan Luca Barberi, Lanza del Mojo, Master notary, Giovanni Battista Riga, Royal Chancellery.
ESENSIA: Jurnal Ilmu-Ilmu Ushuluddin, 2024
FISCAL DISCIPLINE IN NIGERIA: A PANACEA FOR NATIONAL DEVELOPMENT, 2024
Das "Princip der Subjektivität überhaupt", 2018
www.cuandolavida.com, 2019
Frontiers in Immunology, 2021
Papers: Explorations into Children's Literature, 2008
Gastrointestinal Disorders
European Heart Journal Supplements, 2015
Molecular Biology of the Cell, 2005