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2020, utsanga.it
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Aprile | La poesia visiva come arte plurisensoriale utsanga.it/aprile-la-poesia-visiva-come-arte-plurisensoriale/ La poesia visiva come arte plurisensoriale by Francesco Aprile Al di là della semplice interazione fra parola e immagine, i territori della poesia visiva affrontano da sempre una rete intricata di rapporti, alle volte ammiccando ad altri linguaggi, altre ancora affrontandoli in maniera diretta. Il processo è quello che vede la messa in opera di una deterritorializzazione delle pratiche a vantaggio di una terra di confine, frontiera costante dove varcare i limiti delle discipline e saggiarne la resa anche al di là del risultato finale, nel progressivo spostarsi verso il concetto oltre che l'oggetto.
2023
Una fra le cose meno semplici da spiegare di un'opera o un gruppo di opere d'arte è perché proprio quell'opera o quel gruppo di opere più di altre hanno suscitato il nostro interesse, riscosso la nostra ammirazione, intrigato al punto da dovercene dare ragione. Poi, con un po' di impegno e fortuna, le ragioni si trovano, dotate di dignità critica o con credenziali meno in debito con sofisticatezza e plausibilità analitica. Oppure (cosa che ci porta a credere a quella fatalità che un tempo si definiva ispirazione, che dall'autore si riverberava nel fruitore) ci si rassegna a concludere che il dover fare a meno di ragioni subito chiare costituisca la prova migliore della validità assiomatica di un'opera, non solo dell'assennatezza e validità di un immediato consenso, perché l'opera o il gruppo di opere hanno sortito l'effetto che procurano certe atmosfere, alcuni ricordi, qualche rara persona o se siamo fortunati, tante fra quelle conosciute. Che è quanto accaduto con le opere-visive, innanzi tutto-di Angelo Sturiale: per quel tanto di familiare e di perturbante che riconosciamo in esse senza poterlo annettere a un dominio della nostra memoria, non solo visiva: tanto che a essa si accompagna, a stretto giro, uno straniamento che rende i suoi lavori meno facilmente rinvenibili, in prima istanza, in una mappa di genealogie certificate o accertabili.
Abbiamo avuto più volte occasione di osservare che la Puglia, nonostante la sua posizione periferica, si è dimostrata sempre aperta alle novità in campo artistico e letterario. Non a caso ha saputo recepire con prontezza quasi tutti i movimenti del secolo passato, anche quelli più radicali e innovativi: dal futurismo 1 al Novecento pittorico, dall'ermetismo al neorealismo, dallo sperimentalismo all'informale, dalla neoavanguardia alle varie tendenze degli anni Sessanta-Settanta. Anche la poesia visiva, sorta a Firenze nel 1963 con la costituzione del Gruppo 70, si è diffusa in Puglia abbastanza precocemente e si è poi sviluppata attraverso un'intensa attività svolta da alcuni esponenti e operatori locali con una serie di mostre, pubblicazioni e riviste. Tutte queste manifestazioni, delle quali si tenta qui un primo inventario, rientrano a pieno diritto in una storia della poesia visiva in Italia ancora tutta da scrivere. La prima volta che in Puglia si è parlato di questo argomento è stato nell'agosto del 1965, allorché sulle pareti della saletta della Libreria Magna Grecia di Taranto vennero affisse le poesie/schede contenute nella famosa antologia, Poesie visive, curata proprio quell'anno da Lamberto Pignotti in quattro volumetti per le Edizioni Sampietro di Bologna. L'occasione fu costituita da una rassegna delle originali pubblicazioni dell'editore Enrico Riccardo Sampietro, che in tal modo volle rendere un omaggio alla sua città natale. Ad affiggere le schede furono Michele Perfetti e Donatella Sampietro, l'addetta culturale della Casa editrice. Perfetti ha svolto un ruolo fondamentale per la diffusione della poesia visiva in Puglia. Oltre ad essere stato tra i primi a sperimentarla in campo nazionale, egli ha avuto il merito anche di divulgare questa nuova corrente con una serie di articoli apparsi sul quotidiano tarantino «Corriere del Giorno» a partire dal 1967 e di organizzare numerose mostre in vari centri della regione alle quali hanno partecipato i maggiori esponenti italiani e stranieri. Nato a Bitonto, in provincia di Bari, ma trasferitosi ben presto a Taranto, Perfetti già nei primi anni Sessanta aveva iniziato una sua personale ricerca verbo-visiva, che presentava non po-
Co-creare. Forme della collaborazione letteraria e interartistica, «Versants», 70/2, 2023
Intorno alla metà degli anni '60 Antonio Porta e Romano Ragazzi collaborano sperimentando le possibilità offerte dall'ibridazione di linguaggio poetico e linguaggio pittorico. Si tratta di un episodio significativo, che, per quanto meno noto rispetto ad altre analoghe esperienze condotte nell'area della Neoavanguardia, permette di cogliere alcune sfaccettature della fase di fervente sperimentazione attraversata da Porta a quell'altezza. Nel presente contributo si ricostruiscono quindi la genesi e la cronologia delle opere e si propone un'analisi del processo e degli esiti della collaborazione, situandola nel pieno della fase di apertura di Porta a forme verbo-visive, un momento decisivo nella sua traiettoria creativa.
Dai margini a dentro, da dentro ai margini. Mappe dei cambiamenti letterari e culturali, AIPI, Firenze, 2018, 2018
IN: Dai margini a dentro, da dentro ai margini. Mappe dei cambiamenti letterari e culturali (a cura di Anna Szirmai, Endre Szkárosi, Norbert Matyus e Kata Szakál), CIVILTÀ ITALIANA Collana diretta da Peter Kuon – Terza serie, No. 23, AIPI ASSOCIAZIONE INTERNAZIONALE PROFESSORI D’ITALIANO, Franco Cesati Editore, Firenze 2018.
2018
This article analyses some theoretical aspects of so called “concrete poetry”. It aims to exemplify the complexity and aesthetic importance of this kind of work within twentieth-century iconotexts. It also studies the relations between concrete poetry and the methodological acquisitions of Visual Cultural Studies. In this sense, a paradigmatic sampling of authors (Belloli, Mon, Gomringer, Kolar, Pignatari, Ruhm, Williams) is proposed, and the main reflections of poetics both of European concrete poets and of the Brazilian “Noigandres” group are discussed.
2019
This essay aims to analyse three recent Italian poetry books (Alessandra Carnaroli's Ex voto, 2017; Fabio Orecchini's Figura, 2019; Andrea Inglese's Ollivud, 2018) as case studies in order to show the application of several visual art practices to poetic texts, both on a thematic and stylistic level. The relation between contemporary Italian poetry and visual culture will be explored involving both some literary criticism theories and some fundamental assumptions related to Bildwissenschaft and visual culture studies.
L’opera plurale: intermedialità, drammaturgia delle arti, poesia d’azione, Edizioni Harta Performing, Monza, 2009, 2009
Per tracciare, sia pur sommariamente, ma con chiarezza, l’evoluzione di un concetto che ci sta a cuore, come quello dell’“opera plurale”, non si costa proprio nessuna fatica, quest’anno, a prendere le mosse dal centenario del movimento futurista. Pur se non si può fare a meno di accettare l’idea che Marinetti abbia tratto più di uno spunto dall’opera di alcuni precursori fuori dalle righe, bisogna dargli atto che la scintilla del primo manifesto, accesa sulle pagine de “Le Figaro” il 20 febbraio 1909, tra trasgressioni e innovazioni, ribaltamenti e sovversioni, ha avuto effetti piuttosto significativi, innescando un processo di prefigurazioni a catena che hanno aperto prospettive insospettate al rapporto tra media e linguaggi. Nella poesia, per esempio, i limiti della pagina sono efficacemente violati e la figura del poeta si trova di colpo davanti alla necessità di agire nello spazio acustico, visivo, scenico, per affrontare le esigenze pressanti di progetti fondati sulle intersezioni linguistiche, sulle contaminazioni, sulla percezione multisensoriale, sui rapporti con le nuove tecnologie e, soprattutto, sulla complessità della dimensione della performance. A scattare utilmente è l’interesse per la complessità dei rapporti tra la scrittura e le arti, che gradualmente s’incanalerà nella direzione di quella che, negli anni Sessanta, una fortunata intuizione di Dick Higgins indicherà come “intermedialità”.
Due corvi sul ramo, ovvero l'immagine come parola nel medioevo Michela Margani, Università di Macerata! «Mors, qui en tant de lieus s'espart»: la personificazione della Morte nelle testimonianze letterarie e iconografiche del Medioevo Annamaria Carrega, SIFR-Scuola Vagus, vanus, turpis: l'immagine del giullare fra testimonianze iconografiche, condanna ecclesiastica e spettacolarizzazione del testo poetico
Medicinal and Aromatic Plant Science and Biotechnology, 2012
European Bulletin of Himalayan Research, 2022
journal of food security, 2024
Contemporary Sociology: A Journal of Reviews, 2005
Academic Perspective Procedia
Sustainable Energy, Grids and Networks, 2023
Nanomedicine : nanotechnology, biology, and medicine, 2017
Journal of Atmospheric and Solar-Terrestrial Physics, 2017
Fordham Law Review, 2022
at - Automatisierungstechnik, 1996
Proceedings of the National Academy of Sciences, 2003
World journal of emergency surgery : WJES, 2017
2020
IEEE Transactions on Magnetics, 1996
Journal of Biological Chemistry, 1995